Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: sweet_hyra_97    30/05/2019    1 recensioni
“Io voglio credere che sopravvivremo almeno un’altra settimana!” Rise lui, per smorzare un po’ la tensione che si stava creando.
“Te lo concedo, dai, stasera voglio essere generosa!” Si lasciò andare pure lei ad una risata e lo guardò per un secondo negli occhi per la prima volta, quella sera
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Buondì!

Voglio premettere dicendo che questa "cosa", perché non so definirla altrimenti, è semplicemente frutto di un'ispirazione-lampo. Pretendeva di essere messa su carta... E così ho fatto.


Sembra incompleta, è semplicemente un piccolo spezzone di un'idea iniziale molto più grande, che non so se mai realizzerò davvero. Ma il risultato finale mi piaceva, quindi ho deciso di condividerla, magari più in là la ampierò con maggiori spiegazioni e una storia molto più ampia di quelli che sono i protagonisti.

L'unica cosa che ci tengo a specificare è che ci troviamo in un mondo distopico, senza alcun riferimento specifico ad alcunché se non qualche accenno a quella che sarebbe l'ambientazione.

Detto questo, I hope you'll enjoy! ^^





abc

Prometti?




Era una vista magnifica, guardata da sopra di quell’enorme palazzo inabitato: una distesa di luci colorate, puntini azzurri, gialli, rossi, che si allungava dai loro piedi fino all’orizzonte, dove il riflesso della luna sul mare, lontano, scurito dalla notte, l’inghiottiva. C’era silenzio, solo un debole vento mormorava alle loro orecchie mentre si beavano di tutto ciò che non era stato detto tra di loro.


Forse non stavano in un mondo che permetteva loro di amarsi alla luce del giorno, ma la luna era capace di mantenere il segreto e ne approfittavano ogni volta che potevano: temevano che presto avrebbero preso pure loro, in fondo non erano sicuramente due stinchi di santi e il fatto che erano ricercati ne era la prova, anche se avrebbero avuto molto da ridire sul motivo. Avevano già visto sparire alcuni tra gli amici più fidati e presto o tardi sarebbe arrivato anche il loro turno, perché nessuno sfuggiva al controllo dei Grandi.


Qualcuno era riuscito a tornare, ma non era più lo stesso di prima; spesso ci pensavano, a cosa poteva succedere. A cosa veniva realmente fatto a tutti coloro che sparivano senza spiegazione, a quale fosse la reale motivazione, al motivo per il quale avessero così tanta paura di loro, piccole e apparentemente inutili formiche al confronto con i Grandi che detenevano il potere e l’ordine pubblico. Restavano sempre fermi ad un vicolo cieco con le risposte, e se anche provavano a rispondere… Le risposte risultavano davvero ridicole ogni volta che sembravano arrivare ad un punto.


Proprio di questo stavano parlando prima che calasse il silenzio: Erika si era chiesta a voce alta che fine avrebbe fatto, perché sapeva che erano vicini a catturare pure lei, avevano fin troppi indizi. E poi una strana sensazione poco più sopra dello stomaco glielo assicurava, che non avrebbe potuto continuare a scappare a lungo, raramente le sue sensazioni si sbagliavano. E Paul con voce dolce aveva ribattuto che no, mai l’avrebbero presa, lui sicuramente non lo permetterebbe mai: che passassero prima sul suo cadavere, se dovessero trovarli davvero! Ma in ogni caso, aveva aggiunto, lei aveva le palle per affrontarli tutti e vincere pure.


“Invece io voglio che, quando ci troveranno, tu vada via e ti salvi. Devi portare avanti i nostri ideali, quel che succederà a me si vedrà.” Sorrise lei. Era un sorriso triste, forse aveva pure gli occhi lucidi, ma Paul non riusciva ad esserne sicuro: il buio mascherava abbastanza bene le loro espressioni, e in ogni caso lei non si sarebbe mai concessa a gesti di sentimentalismo, non in un periodo in cui non potevano permettersi nemmeno di mostrare ciò che provavano davvero.


“Ma se il colpo di stato riuscisse…”


“Non riuscirà mai, sii realista Paul. Siamo pochi, stiamo sparendo tutti uno ad uno e i Grandi prenderanno possesso di tutto ciò che potranno prendere. Sono tempi bui, il massimo che possiamo sperare è di sopravvivere fino a domani sera.”


Erika era la più pessimista tra i due, aveva perso le speranze nel momento in cui il loro paese aveva iniziato a cambiare, nel momento in cui avevano iniziato a perdere, pian piano, ogni diritto. Paul aveva visto il luccichio dei suoi occhi affievolirsi lentamente, mentre la delusione cresceva sempre di più e si faceva strada nei loro cuori l’idea di ribellione. Ma non erano i soli: avevano trovato tante altre persone con cui condividere quest’idea, che con il tempo è diventato un vero e proprio ideale, un movimento che cresceva inesorabilmente di giorno in giorno.


“Io voglio credere che sopravvivremo almeno un’altra settimana!” Rise lui, per smorzare un po’ la tensione che si stava creando.


“Te lo concedo, dai, stasera voglio essere generosa!” Si lasciò andare pure lei ad una risata e lo guardò per un secondo negli occhi per la prima volta, quella sera: non aveva smesso per un attimo di ammirare la bellezza della luna, prima, con quella luce particolare che quella sera emanava. Poi i lineamenti del suo viso si indurirono, abbassò gli occhi.


“Chissà che fine hanno fatto, però… L’altro giorno ho visto Helena, non mi sembra più la stessa da quando l’hanno presa. È cambiata, sembra quasi… pazza.” Esitò sulla parola “pazza”, non era ciò che realmente voleva dire ma non riusciva a trovare un’altra parola più adeguata.


L’espressione di Paul si fece più cupa, a sentire quelle parole: sapeva a cosa stava alludendo, lui aveva preferito non parlarne in realtà, ma non poteva comunque ignorare che il discorso sarebbe uscito in ogni caso, in un modo o in un altro.


“L’ho vista pure io. Dice che l’hanno liberata la scorsa settimana, che i Grandi sono grandi davvero. E non sembra più ricordare nulla degli ideali di cui prima andava fiera.” Abbassò lo sguardo mentre diceva questo, era immensamente dispiaciuto per entrambe perché sapeva che tipo di legame le aveva unite prima e quanto importanti fossero state l’una per l’altra.


Poi il silenzio, di nuovo: Erika era stata presa a sorpresa da un magone alla gola di dimensioni colossali tanto che, se avesse aperto la bocca, sarebbe uscito solo il nulla assieme alle lacrime che minacciavano di sopraffarla. Di tutte quelle parole che avrebbe voluto dire, non riusciva a pronunciarne nemmeno una. Non era capace di fare nulla se non tormentarsi le mani attorcigliandole l’una all’altra nel tentativo di distrarre la mente.


Alle sue si aggiunse un’altra mano: era quella di Paul, che lentamente si era avvicinata per appoggiarsi su quelle di Erika. Quindi lei le sciolse, per permettere alla nuova arrivata di inserirsi tra di loro, e stettero così per dei minuti buoni che si allungavano smisuratamente, nel buio della notte.


“Una cosa me la prometti? Te ne chiedo una sola.” Erika teneva le gambe penzoloni, mentre disse questo, e le guardava come fossero la cosa più importante al mondo in quell’istante.


“Sì.” Rispose lui, prima ancora di sapere la sua richiesta. Le avrebbe donato pure il sole, se ne avesse avuto bisogno.


“Promettimi solo che, nel momento in cui mi prenderanno e impazzirò, perché so che succederà, verrai tu a liberarmi da loro. Voglio che sia tu a salvarmi.”


Lui fece cenno di sì con la testa, senza parlare. E di nuovo silenzio, aspettando di essere inghiottiti entrambi dal buio, trascinati dal vento, di sparire da lì all’improvviso e arrivare in un posto in cui sarebbero stati liberi di vivere.

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: sweet_hyra_97