Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: __Lily    30/05/2019    2 recensioni
E se Daenerys non fosse impazzita e Jon l'avesse uccisa ad Approdo del re?
Cosa sarebbe successo?
Genere: Avventura, Drammatico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cersei Lannister, Daenerys Targaryen, Jaime Lannister, Jon Snow, Sansa Stark
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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UNO.





JON

Il messaggio era arrivato a Grande Inverno quella mattina e recava il sigillo dei Targayen.
Jon si trovava nello studio che un tempo era stato di Eddard Stark quando il maestro entrò con la lettera in mano e uno sguardo abbastanza cupo.
«Chiedo perdono maestà, ma è arrivato un corvo per te.»
«Un altro corvo?»
«Si.»
«Cersei Lannister?» domandò Jon con amarezza, aveva conosciuto Cersei per breve tempo quando si trovava al Nord con suo marito e il seguito reale, aveva conosciuto Jaime Lannister e non era stato un incontro piacevole e infine aveva conosciuto Tyrion Lannister che era andato con lui fino alla Barriera solo per poter ‘pisciare dall’altra parte del mondo’.
«No mio re» rispose il maestro.
Re - pensò Jon - io sono solo un bastardo.
Eppure Lyanna Mormont lo aveva fatto diventare re, gli alfieri erano disposti a seguirlo ovunque e Sansa non sembrava troppo turbata ma quasi sollevata anche se lui sapeva bene che quel titolo non gli apparteneva.
Certo amava il Nord, il Nord era in lui ma non aveva alcun diritto a regnare su quelle terre selvagge, forse aveva passato troppo tempo oltre la Barriera, aveva conosciuto una vita diversa, aveva amato una donna e l’aveva vista morire tra le sue braccia.
«Allora chi la manda?» domandò ser Davos.
«Viene dalla Roccia del Drago» rispose il maestro posandola sul tavolo, «quello è il sigillo dei Targaryen.»
Tutti sapevano della morte dell’ultimo dei draghi Rhaegar Targaryen e delle tragiche morti di sua moglie la principessa Elia e dei loro figli uccisi durante il saccheggio di Approdo del re, così come tutti sapevano della morte di re Aerys per mano di Jaime Lannister.
Ma due Targaryen erano in esilio rammentò Jon.
«Viserys Targaryen è morto oltre il Mare Stretto.»
«Questo è vero maestro, ma quando servivo Stannis, alcuni contrabbandieri mi hanno parlato della ragazza Targaryen e dei suoi draghi, ma gli ultimi draghi non erano più grandi di lucertole e sono vissuti oltre cento anni fa.»
Jon sospirò prendendo in mano la lettera.
Questa non ci voleva.
Aveva già abbastanza pensieri, il Re della Notte avrebbe attaccato prima o poi e il Nord sarebbe stato il primo a pagare la conseguenze.
Ancora guerre.
«Cosa vuole?» domandò Jon senza smettere di fissare il drago a tre teste.
«Non lo so maestà, la lettera come vedi è ancora sigillata.»
«Aprila.»
Il maestro la prese e la aprì, iniziò a leggere e poi si mise a fissare Jon Snow.
«La regina Daenerys Targaryen chiede che tu lord Snow vada alla Roccia del Drago a fare atto di sottomissione, come Torrhen Stark si sottomise a Aegon il conquistatore. Pare che sia stata scritta da Tyrion Lannister.»
«Tyrion Lannister?» chiese sospettoso Davos.
«Si.»
«Come possiamo esserne sicuri?»
Il maestro guardò Jon con imbarazzo, ma Jon era abituato a quello sguardo perché per tutta la vita era stato guardato così.
«Leggi» lo intimò Jon.
«Tutti i nani sono bastardi agli occhi dei propri padri.»
Jon rimase senza parole, il maestro lasciò la lettera sul tavolo del re e se ne andò.
Ricordava quella sera, la sera del banchetto in onore della famiglia reale, un banchetto a cui Jon in quanto Snow non era stato invitato e così era fuggito nel cortile per allenarsi e sfogare la sua rabbia verso lady Catelyn, ora quasi si sentiva in colpa per ciò che le era accaduto.
Ma non era solo, nel cortile c’era Tyrion Lannister il folletto, il nano, il mostro demoniaco, ma al contrario di Jon, Tyrion aveva scelto di evitare quella festa il più possibile.
Quello fu il loro primo incontro e nei giorni trascorsi assieme, Tyrion si era dimostrato un buon amico o almeno a dispetto di suo zio e di suo padre sincero su ciò che avrebbe trovato al suo arrivo alla Barriera.
E’ passato ormai, non sono più quel ragazzo. L’inverno è arrivato come diceva sempre mio padre.
«Credi che sia vera?» domandò Davos riscuotendolo dai suoi ricordi.
«Lo è» rispose Jon prendendo la lettera in mano.










DAENERYS

Daenerys non era ancora convinta di aver fatto la scelta giusta.
Perché mai Jon Snow il figlio di Eddard Stark l’uomo che aveva aiutato l’Usurpatore a uccidere suo fratello Rhaegar, si sarebbe inginocchiato a lei?
Certo lei era la regina, l’ultima dei Targaryen ma aveva imparato in fretta che quel cognome specie a Westeros era una maledizione.
Tyrion la osservava camminare inquieta per la stanza del tavolo scolpito, i suoi draghi volavano nel cielo cupo della notte altrettanto agitati.
«Ripetimi ancora perché» disse lei ancora girata di spalle a fissare un punto indistinto oltre l’orizzonte coperto da un mantello scuro come la pece.
«Perché abbiamo bisogno di alleati.»
«Ho già degli alleati e ho i Dothraki e gli Immacolati e draghi.»
«Vero» rispose Tyrion, «ma più alleati avrai dalla tua parte e più avrai possibilità di conquistare il Trono di Spade.»
Daenerys si voltò, il suo sguardo era freddo, fin troppo.
«Ed è per questo che ci stiamo fidando di una maegi
Non aveva dimenticato e mai lo avrebbe fatto per il resto della sua vita.
Ricordava bene Mirri Maz Duur e la sua maledizione.
«Melisandre non è una maegi» la corresse Tyrion.
«Sacerdotessa, maegi… per me non fa differenza, resta sempre una strega.»
Che possa bruciare al fondo dei Sette Inferi per sempre.
«Ti avrei comunque suggerito di chiedere a Jon Snow di venire qui.»
«Jon Snow è il figlio di Eddard Stark l’uomo che ha aiutato l’Usurpatore a rubare a mio fratello e a mio padre i Sette Regni.»
«Lord Stark era un uomo buono e un uomo d’onore e Jon è come lui. Averlo dalla tua parte ti aiuterà.»
«Cosa ti fa credere che si sottometterà a me?»
Daenerys sapeva bene cosa suo padre aveva fatto a i signori del Nord, Barristan glielo aveva raccontato prima di essere ucciso, così come le aveva raccontato altre cose orribili su re Aerys.
«Se lo conosco almeno un po’ alla fine cederà.»
«E perché dovrebbe? Mio padre ha fatto bruciare vivo suo nonno e suo zio.»
«Re Aerys… ha commesso molti errori ma tu non sei lui.»
«No» rispose lei tentando di convincersi.
Ma se lo diventassi? Se perdessi la ragione come mio padre e come Viserys? Io non voglio essere una folle, non voglio essere una tiranna e tanto meno voglio essere la regina delle ceneri.
«Melisandre sa che Jon Snow verrà, dobbiamo solo aspettare e cercare di portarlo dalla nostra parte offrendo qualcosa in cambio ma non troppo.»
«E cosa vorresti offrire a chi si proclama re del Nord?»
«Un Nord indipendente come lo saranno le Isole di Ferro» le disse Tyrion.
Dany si voltò nuovamente, ma ciò che vedeva in quel mare di oscurità non era la Fortezza Rossa o Approdo del Re, ciò che vedeva era Braavos con la porta rossa della sua infanzia e l’albero di limoni profumati.
Vedeva suo marito Drogo che cavalcava con le stelle come su Khalaasar, sarebbe stato fiero di lei se fosse vissuto per vederla e Rhaego avrebbe avuto sette anni e lei sarebbe stata una buona madre, ne era certa.
«Hai detto che vuoi spezzare la ruota, ebbene Jon Snow con il Nord sono un di quegli ingranaggi. Parlagli e poi potrai decidere se sarà un nostro alleato o un altro nemico.»
«Lo farò» rispose senza voltarsi verso Tyrion.
Tyrion si inchinò e dopo qualche istante se ne andò lasciandola sola.
«Drogo, starò facendo la cosa giusta fidandomi di questa maegi?» domandò Dany a un cielo oscuro.

  
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