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Autore: Emanuela84    31/05/2019    2 recensioni
Ryo e Kaori si separano, è lui che prende l'ennesima decisione per lei. Ma il destino e qualche canzone li faranno riavvicinare presto.
Genere: Azione, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Nuovo personaggio, Ryo Saeba
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Capitolo III: Di nuovo insieme (?)

 
– Non lo so, non ne sono sicuro – rispose Hideaki fissando il pavimento.
 
– Che significa? E’ successo qualcosa che non so? Puoi fidarti di me e di loro –
 
– E’ una storia un po’ lunga… –
 
– Ehi, aspetta, io non voglio entrarci. Andate a parlarne da qualche altra parte – disse Umi.
 
– Lei ha ragione. Mi faccia sapere il valore dei danni e la ripagherò. Grazie per il caffè, era ottimo – ribatté Arima posando i soldi sul bancone.
 
– Andiamo al parco – propose Kaori.
 
– Se non vi dispiace vengo con voi – disse Ryo.
 
Kaori non rispose e lo fissò per un attimo poi uscì dal bar seguita dai due uomini.
 
Arrivati al parco, Kaori e Hide si sedettero su una panchina mentre Ryo rimase in piedi.
 
– Mercoledì prossimo la società di mio padre firmerà un importante accordo con il governo riguardo alle nuove tecnologie militari. E’ un progetto segreto portato avanti negli ultimi due anni. Un mese fa abbiamo iniziato a ricevere delle lettere minatorie che ci invitavano molto gentilmente a rinunciare all’accordo. I segretari di mio padre non le hanno tenute in considerazione ma io ero preoccupato… avrei voluto avvisare la polizia ma me lo hanno impedito… dopo le lettere sono accaduti dei piccoli incidenti ma fino ad oggi erano almeno due settimane che non succedeva nulla…. – raccontò Hide.
 
– Ha idea di chi possa essere l’autore? – domandò Ryo.
 
– Sinceramente non lo so, le lettere non erano firmate e le buste erano senza indirizzo – rispose Hide.
 
– Da quello che ho visto prima, in quella macchina erano almeno in quattro quindi si tratta di un gruppo ben organizzato. Sarà difficile scoprire chi sono…. –
 
– Ehi, aspetta un attimo, stai dicendo che ti vuoi occupare di quei tipi? – domandò Kaori un po’ stupita.
 
– Sono settimane che non lavoro, ho bisogno di tenermi impegnato… –
 
– Non credi che prima dovresti chiederlo ad Hideaki? –
 
– Quanto la fai lunga… sei sempre la solita bacchettona… –
 
– Cosa? Bacchettona a chi? Brutto scemo che non sei altro! –
 
Kaori si era alzata in piedi e stava sbraitando. Hideaki la fermò prima che potesse commettere un atto sconsiderato.
 
– Kaori calmati! Non c’è bisogno di scaldarsi tanto… E comunque vuoi spiegarmi di cosa state parlando? – le domandò dopo che si fu calmata.
 
Lei lo guardò per un istante e poi sospirò.
 
– Tanto vale che te lo dica… Il qui presente Saeba Ryo non è nient’altro che City Hunter…–
 
Hideaki fissò Ryo pensieroso. Poi spalancò gli occhi esclamando:
 
– Quel City Hunter? Lo sweeper? Non ci credo! –
 
– Ebbene sì, sono proprio io –
 
– Allora accetto volentieri il suo aiuto, signor Saeba! – esclamò Hideaki stringendo la mano di Ryo con fervore e sorridendogli a trentadue denti…
 
Ryo ridacchiò imbarazzato grattandosi la testa…
 
Kaori rimase un po’ sorpresa da entrambi. Non si aspettava che Hideaki accettasse l’offerta di Ryo e soprattutto non avrebbe mai creduto che Ryo si offrisse di aiutare un uomo.
Dopo qualche minuto di lieve imbarazzo, Kaori ruppe il silenzio.
 
– Bene, visto che siamo tutti d’accordo che ne dite di andare a casa per organizzarci? –
 
– Ah… certo, hai ragione. Prendiamo la mia macchina? – domandò Hideaki.
 
– Voi andate con quella, io vi seguo con la mia – disse Ryo dirigendosi verso la sua Mini.
 
Kaori e Hideaki salirono sulla Bmw ed aspettarono Ryo.
 
– Quindi lavoravi con City Hunter… – disse Hideaki avviando il motore.
 
– Non è proprio così, io ero City Hunter… – ribatté Kaori allacciandosi la cintura.
 
Hideaki non disse niente, guardò nello specchietto retrovisore e alla vista della Mini di Ryo si immise sulla tangenziale est.
Dopo venti minuti arrivarono alla villa di Hideaki. Ryo si guardò intorno un po’ sbalordito da tanto lusso. Parcheggiarono le auto e poi entrarono in casa.
 
– Volete qualcosa da bere? – chiese Hideaki dopo che gli ospiti si furono accomodati.
 
– Un caffè, grazie – rispose Ryo.
 
– Anche per me –
 
Hideaki chiamò un cameriere e gli ordinò tre caffè.
 
– Per prima cosa voglio avere una lista di tutti i suoi spostamenti e delle persone che lei vede giornalmente – disse Ryo.
 
– Certo –
 
– La casa ha un impianto d’allarme, giusto? Dovrò darci un’occhiata. Lei vive da solo? –
 
– Sì, i miei genitori abitano in periferia –
 
– Che programmi aveva per oggi? –
 
– Niente di particolare, Kaori ed io dovevamo uscire insieme ma non c’era niente di prefissato –
 
– Credo che l’appuntamento sia annullato. A proposito, non credo che la presenza di Kaori sia necessaria –
 
– Cosa? Non vorrai tagliarmi fuori spero… – sbottò Kaori.
 
– Non lavoriamo più insieme quindi non c’è bisogno che tu stia qui –
 
– Non voglio rimanere per lavorare con te, Hideaki è un amico e non ho intenzione di mollarlo qui da solo –
 
– Bene, ma sappi che non potrò proteggere anche te –
 
– Questo lo so e poi sono capace di badare a me stessa –
 
Mentre Ryo e Kaori discutevano, Hideaki sorseggiava il caffè e li guardava senza sapere cosa fare. Decise di intervenire prima che la situazione degenerasse.
 
– Signor Saeba, capisco che lei non voglia complicazioni ma mi sentirei più tranquillo se Kaori rimanesse a darmi una mano. La casa è grande e c’è spazio per entrambi –
 
Ryo lo guardò irritato. Non voleva che Kaori si trovasse ancora in pericolo ma doveva ammettere che gli sarebbe stata d’aiuto. Alla fine si arrese.
 
– Va bene, può rimanere – disse – Spero solo che non combini casini come sempre – aggiunse poi a bassa voce. Ma non poi così bassa perché Kaori lo sentì e si arrabbiò subito.
 
– Cos’hai detto, scusa? Ti ho sentito, sai! Ripetilo! –
 
– Io non ho detto nulla, spero solo che vada tutto bene! – tentò di giustificarsi Ryo che aveva iniziato a sudare freddo.
 
Sarebbe iniziata la discussione del secolo se il telefono non si fosse messo a squillare. Kaori e Ryo si zittirono e Hideaki rispose al telefono.
 
– Arima, chi parla? –
 
– Salve, signor Arima. Le è piaciuta la sorpresa? – la voce era contraffatta – Beh, non era niente in confronto a quello che la aspetterà nei prossimi giorni. Le diamo un ultimatum: o lei rinuncia entro martedì oppure domani si godrà la sua ultima domenica di vita – terminò l’uomo e riattaccò.
 
– Erano loro. A quanto sembra non hanno perso tempo – disse Ryo preoccupato.
 
– Mi hanno lanciato un ultimatum, devo rinunciare entro martedì – ribatté Arima.
 
– Non si preoccupi, lei firmerà quel contratto –
 
– Ho fiducia in lei, signor Saeba. Scusatemi ma devo fare delle telefonate. Che ne dice di fare un giro della casa? –
 
– Certo –
 
– Bene, Kaori lo accompagni tu? –
 
– Sì, vieni Ryo –
 
Hideaki andò nel suo studio mentre Ryo e Kaori iniziarono a visitare la casa. Era la prima volta che si ritrovavano da soli. Lei cercava di non pensarci e parlava della casa. Dal canto suo Ryo la ascoltava ma non riusciva a concentrarsi su ciò che lei diceva. Fecero anche il giro del giardino e un silenzio imbarazzante si instaurò fra loro al momento del ritorno.
 
– Come stai, Kaori? – chiese alla fine Ryo.
 
– Bene, grazie. Tu? –
 
– Potrebbe andare meglio. Non c’è molto lavoro in giro –
 
– Già… –
 
Kaori si stava innervosendo. Quella commedia non le piaceva per niente.
 
– Che lavoro fai adesso? – proseguì Ryo.
 
– Lavoro in un call center. Hideaki è il mio capo –
 
Quella risposta sorprese Ryo. Però dovette ammettere che era tipico di Kaori mescolare lavoro e vita privata…
 
– Capisco –
 
Kaori intuì che Ryo aveva frainteso il rapporto che c’era tra lei e Hideaki.
 
– Guarda che ti sbagli, non è come credi tu. Tra me e lui c’è solo amicizia –
 
– Non devi giustificarti con me –
 
– Non mi sto affatto giustificando! Voglio solo che le cose siano chiare –
 
Ryo non ribatté. Se avessero continuato sapeva che sarebbero tornati a parlare di loro due ed era l’ultima cosa che voleva. Rientrarono in casa e tornarono nel salone dove trovarono un ospite. Era un ragazzo sulla trentina, alto e con i capelli lunghi. Kaori lo riconobbe subito.
 
– Asaba! Che ci fai qui? – gli disse sorridendo.
 
– Ciao, Kaori! Mi ha telefonato Arima e mi ha raccontato cosa è successo. Stai bene? – rispose lui alzandosi dal divano.
 
– Sì, stiamo tutti bene. Ti presento un amico, Ryo Saeba –
 
– Piacere, Sakuya Asaba –
 
I due si strinsero la mano squadrandosi da capo a piedi. Ryo non si fidava di quel tipo, nel suo sguardo c’era qualcosa che non gli piaceva. A prima vista poteva sembrare un bravo ragazzo ma Ryo percepiva in lui qualcosa di strano che non sapeva ben definire.
 
– Visto che Hide non c’è, mi dici che regalo gli hai comprato? – chiese Sakuya a Kaori.
 
– Beh… ecco… in realtà volevo comprarlo oggi pomeriggio… –
 
– Non gli hai ancora comprato nulla? Ma la festa è per domani sera! –
 
– Lo so ma non pensavo che oggi sarebbe successo tutto questo casino, non ho la sfera di cristallo! –
 
– Scusate, di che festa state parlando? – li interruppe Ryo.

 
   
 
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