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Autore: Scaramouch_e    01/06/2019    3 recensioni
[Maylor, Jim x Fred altre varie ed eventuali]
Dicembre 2014: quando in Inghilterra entra in vigore la legge per la quale le coppie gay si possono sposare, Freddie Mercury e Jim Hutton, tramite rito civile convolano a nozze.
Brian May e Roger Taylor partecipano al matrimonio anche se adesso, per ragioni sconosciute ai più, si odiano.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brian May, Freddie Mercury, Jim Hutton, Roger Taylor
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Wedding Queen

Disclaimer: Dichiaro che i Queen non mi appartengo, appartengono solo a loro stessi, e che le cose descritte all'interno della fanfic sono di pura fantasia. 
Ringraziamenti:  Ci sono due persone che devo ringraziare se questo capitolo è venuto  così, come lo state per leggere: evelyn80 e ninfetta, ormai entrambe mie personali correttrici di bozze. Grazie mille a entrambe per tutto quello che fate. 
Buona lettura. (: 
 
Epilogo
 

quattro anni dopo
21 febbraio 2017

Roger osservava Brian che parlava al piccolo Malik di stelle e pianeti. Il bambino lo guardava con gli enormi occhi nerissimi a metà, secondo Roger, tra l’incantato e lo stupito.
“Forse non è il caso di parlare in modo così complesso a un bambino di due anni” suggerì il biondo con un sorrisino sul volto, sentendo che Brian stava sfociando nell’astrofisica seria.
“Non stare ad ascoltare il tuo papà. È lui che non capisce quanto sono belle e importanti queste cose.” Brian reggeva al petto Malik, mentre entrambi erano seduti sull’erba di Hyde Park. Erano potuti andare perché Londra aveva offerto loro l’opportunità di farlo: era una bella giornata di sole nonostante fossero a Febbraio. Avevano steso un telo e consumato un veloce spuntino, prima che Brian prendesse il piccolo Malik e iniziasse a parlare di buchi neri e di polvere dorata. “Papà Bsi, papà ‘oges ha sagione queste cose sono complicate: potsesti leggese invece Il Piccolo Psincipe?”
Roger sghignazzò e prese fra le sue braccia Natalia, la loro figlia di cinque anni e mezzo, e le scompigliò i capelli dorati quasi come i suoi. “Per fortuna che ci sei tu, piccola” mormorò dandole teneri baci sulla chioma. “Forza Bri, ascolta tua figlia” mormorò il biondo mettendo il broncio da dietro i capelli della bambina che se la rideva come non mai. Nonostante l’età, Roger era comunque adorabile e Brian si sciolse sbuffando, prendendo il libro dalle mani di Nat e iniziando a leggere, mentre Roger si perdeva nei ricordi.

Era sposato con Brian. Non ci poteva ancora credere nonostante fosse passato un mese dal loro matrimonio.
Siamo a casa” disse, posando i bagagli nell’ingresso dopo la loro luna di miele. Sì. Casa nostra” confermò Brian posando un bacio sulla testa di Roger e stringendo il biondino a sé. 

Brian amava i bambini. Roger lo vedeva mentre si chinava a giocare con loro. Era gentile con loro e i bambini ricambiavano la gentilezza con gli occhioni enormi che seguivano la sua figura allampanata dai lunghi capelli ricci fino a quando non scompariva alla loro vista. Anche con Alice, ad esempio, era stato amore a prima vista ricambiato dal professore, che subito aveva preso a parlarle di cose che gli piacevano ascoltato dalla ragazzina. 
Amore.” La voce di Roger suonò sicura mentre prendeva la mano di Brian nella sua, dopo che il marito aveva salutato con un gran sorriso la loro piccola vicina di casa. “Perché non ne adottiamo uno, Bri?” buttò lì Roger. In realtà era da un po’ di tempo che ci pensava. C’erano tanti bambini nel mondo che avevano bisogno di loro, e se suo marito era pronto a prendersi cura di un altro piccolo essere umano come faceva con gli animali, le piante e lui stesso, allora lo sarebbe stato anche lui.

“ -Allora anche tu vieni dal cielo? Di quale pianeta sei?- Intravvidi una luce, nel mistero della sua presenza e lo interrogai bruscamente: - Tu vieni dunque da un altro pianeta?-”

L’orfanotrofio non era un luogo piacevole. Quella era la prima volta in cui incontravano la loro, forse, futura bambina: sapevano che era una bambina perché era stata mostrata loro in fotografia in Inghilterra prima di andare nella fredda Russia.
Questa è Natalia Viscova, signori Taylor-May” aveva detto la rappresentante dell’agenzia di adozioni dopo aver sostenuto diversi colloqui preliminari. “È una bambina intelligente, figlia di una drogata e di uno spacciatore. Per questo motivo è stato ritenuto più opportuno metterla in orfanotrofio che farla crescere con il padre e la madre.”
Il professore e il barista avevano guardato la foto: mostrava una bambina di tre anni dai lunghi capelli biondi, gli occhi grigi e un sorriso dolce a cui mancavano dei denti. La vogliamo vedere, Miss Smith” aveva deciso Roger e Brian aveva annuito.

La piccola venne loro portata da un infermiere. Era ancora più carina che in foto e guardò prima Roger e poi Brian. “Voi sasete i miei futusi genitosi? Da dove venite? Dalle stelle?” aveva domandato, in un perfetto inglese, facendo intenerire Brian, che si era chinato subito a altezza della bambina e aveva preso a parlare e a giocare con lei. Roger capì che il marito si era innamorato della piccola Natalia e del suo modo strano di dire le ‘R’ come se fossero delle ‘S’; anche lui si avvicinò alla piccola e prese a sorriderle ed a accarezzarle i lunghi capelli biondi. Sarebbero stati i genitori della piccola e tutto sarebbe andato bene.

“-Da dove vieni ometto? Dov’è la tua casa? Dove vuoi portare la mia pecora?- ” Natalia si mise a ridacchiare, distogliendo i pensieri di Roger. “Che cosa c’è da ridere??” domandò Roger facendole il solletico. Bastò che Brian alzasse un sopracciglio, però, per farli smettere.
“Guardate. Si è addormentato” bisbigliò indicando il piccolo Malik. Sia Nat che Roger lo guardarono. Nat mise una mano protettiva sul visetto d’angelo e sorrise.
“Lo metto io nel passeggino” propose. “Va bene, principessa. Ma stai attenta” si raccomandò Brian e le diede il bambinetto seguendola con lo sguardo.
“Sono cresciuti” bisbigliò Rog.“È già un anno che li abbiamo tutti e due con noi… Fa strano! Cazzo, amore, non volevamo neppure Malik.”
“Adesso lo amiamo. Starà bene con noi” disse con semplicità Brian.
“Meglio dell’Africa” bisbigliò tristemente Roger mentre ricordava il concerto fatto due anni prima in Africa, quando avevano conosciuto la mamma di Malik. Una povera donna malata di AIDS, che gli aveva chiesto di badare al figlio quando fosse morta, poiché i due uomini le avevano ispirato subito fiducia.
Il processo dalla sua prematura scomparsa all’adozione vera e propria era durato un bel po’, eppure eccoli lì, con il loro angioletto. L’avrebbero protetto.
Rabbrividì al ricordo di tutta la loro fatica e Brian lo strinse a sé. Roger respirò il suo profumo, guardando Natalia che stava vicino alla culla di Malik a cullarlo un po’.

“Papà Bsi, papà oges. Ci sono zio John e zia Vesonica e i miei cugini! Anche lo zio Jim e Fsed.” L’urlo di sorpresa di Nat costrinse Roger e Brian a voltarsi nella direzione che la bambina indicava. “Sono arrivati” disse Brian con gli occhi lucenti mentre si alzava seguito da Roger.
“Tesori.” Freddie fece un grande sorriso avvicinandosi a Brian e Roger, mentre Jim salutava Natalia con un cucciolo di Golden Retriever allacciato al guinzaglio. “Come stai, Fred?” domandò Brian fissando l’uomo che sorrise, mentre Roger salutava John e Veronica.
“Meravigliosamente, caro.” Freddie si stiracchiò e Brian poté vedere che era vero. Freddie stava benissimo anche se le rughe iniziavano a spuntare, ma era sempre bellissimo e risplendeva di forza e di una luce, che aveva sempre avuto in tutti quegli anni, ma che adesso appariva ancora più luminosa: Jim gli aveva fatto bene! Si disse che anche lui doveva apparire così, grazie a Roger e ai bambini. “Ehi, Nat, vieni a salutare zio Fred, forza, piccola.” Freddie si rivolse alla bambina che subito ubbidì, lasciando stare il cane e andando verso il cantante che immediatamente la prese in braccio facendola volare in aria per poi atterrare nuovamente nel porto sicuro delle sue forti braccia, mentre la bambina rideva.
“Ehi, Fred. Stai attento, amico” gli consigliò Rog, ma sorrideva: ovviamente sapeva che il suo migliore amico non avrebbe fatto del male a sua figlia e il cantante ricambiò il sorriso mettendo Nat a terra.
Si sedette, imitato dalla coppia e da John, mentre i suoi figli si radunavano per andare a giocare con il grande cane di Jim e Freddie. Natalia li seguì ridendo lasciando così il gruppo di adulti. Anche Jim e Veronica, infatti, si avvicinarono al passeggino dove Malik riposava per vederlo meglio.

“Bene, perché ci hai chiamato, tesoro?”
“È una bella giornata”rispose Brian, alzando le spalle. “Non c’è nulla che non vada, Fred: volevo passare questo tempo con la mia famiglia” spiegò poi scambiando un sorriso con tutti loro, mentre i restanti si sedevano attorno alla tovaglia. Si scambiò un bacio con Roger sentendosi libero di poter mostrare l’affetto per il suo biondino.
Stava bene, veramente bene, e avrebbe avuto un altro bel po’ di tempo da passare con la sua strana, bellissima famiglia.

Note. 
Siamo arrivati alla fine, sono commossa perchè è da tanto che non scrivevo la parola fine a una fanfic. Spero che vi sia piaciuta e che vi abbaia divertito e commosso perchè no. 
Ci sentiamo per altre shot di dirty, per pretty e in altri fandom (Elton John e Good Omens, di cui voglio scrivere tanto di entrambi.) 
Ringrazio chi ha recensito, chi ha messo fra le preferite/ricordate/seguite/qualcosa anche chi ha solo letto questa storia: senza di voi non sarei qui, probabilmente: grazie mille a tutti per aver seguito wedding queen fin proprio alla fine. 
#calailsipario. 
   
 
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