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Autore: ArrowVI    02/06/2019    0 recensioni
Gli umani regnano su Gaia, ma le pietre di questo continente trasudano memorie di creature ben più antiche e potenti.
Sono passati circa diciassette anni da quando l'imperatore dei Dodici Generali Demoniaci è stato imprigionato nel mezzo di questo e un altro mondo... Ma, ormai, il sigillo che lo teneva rinchiuso sta cominciando a spezzarsi.
Cosa accadrà quando Bael sarà libero? Verrà fermato o porterà a termine il piano che, diciassette anni fa, gli è stato strappato dalle mani?
Quattro nazioni faranno da sfondo a questa storia:
Mistral, Savia, Asgard ed Avalon.
Io vi racconterò di quest'ultima......
Come? Chi sono io? Non ha importanza, per adesso...
Umani contro Demoni... Chi sarà ad uscirne vincitore?
Se volete scoprirlo allora seguitemi... Vi assicuro che non rimarrete delusi dal mio racconto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo 6-6: Chi sono

 


In quei momenti molti pensieri passarono per la testa di Michael.

Si voltò rapidamente, senza fermarsi, posando il suo sguardo sulla stanza che aveva appena abbandonato, sotto ordine di Sarah Ravier, con una strana espressione malinconica in volto.
C'era qualcosa che lo stava facendo titubare, da qualche periodo a quella parte.

Fino a pochi giorni prima, Michael visse la sua vita come tutte le altre persone, credendo che i demoni non fossero altro che creature mostruose e crudeli che spendevano il loro tempo a fare del male agli esseri umani, creature meschine e violenti che traevano gusto e piacere nell'infliggere dolore.

Eppure, in così poco tempo, tutto prese una piega inaspettata... N
on solo venne a conoscenza di essere un ibrido, un mezzo-demone, ma conobbe persino Neptune, qualcuno che si rivelò essere esattamente come lui.

Si sbagliava? Loro due erano, per caso, una semplice eccezione alla regola, o c'era qualcos'altro, sotto?


Più volte provò a ignorare quei pensieri, durante quei giorni, ma non riuscì mai a levarseli completamente dalla testa. Provò a sopprimerli, ma non riuscì neanche a nascondere i suoi dubbi e le sue preoccupazioni ad Abraxas, uno sconosciuto, il quale mandò in frantumi la maschera che aveva indossato senza neanche un attimo di esitazione.


"Chi sono i demoni?"

...

"Chi sono... Io?"


Forse avevano ragione tutti gli altri: forse, i demoni erano comunque una minaccia. 
Forse... Forse lui e Neptune erano veramente solo delle eccezioni.

Cominciò a credere quella fosse la spiegazione più logica, eppure quella donna fece vacillare anche quella convinzione.
Asteroth, violento e crudele che aveva provato a ucciderli, come anche Nergal.
Abraxas, un demone che sembrava avere ideologie, motivi e metodi completamente opposti a quelle dei suoi predecessori.

E, finalmente, quella donna: Iris.

C'era qualcosa che ancora non aveva riuscito a comprendere di loro... Di se.
Forse i demoni non erano poi così differenti dagli umani...?

Esattamente come c'erano persone che commettevano crimini, forse potevano esistere demoni che andavano contro la loro stessa natura e si comportavano in una maniera civile?

...

"Natura...?"
"Quale è la vera natura di un demone?"

Tutte quelle domande, nessuna risposta in vista.
Se la vera natura di un demone era quella di causare terrore e distruzione intorno a se, allora erano lui e Neptune a essere diversi?
Però c'erano anche Abraxas e Iris... Anche loro erano diversi?

Eppure i conti non tornavano... Se la gran parte dei demoni era crudele e violenta, come era possibile incontrare così tanti demoni, e mezzo-demoni, con una natura diversa, in così poco tempo?

Iris, Abraxas... Lui stesso e Neptune.
Quattro demoni su sei avevano mostrato di non essere violenti o crudeli.

Forse, allora, i demoni non erano poi così diversi dagli umani, come aveva già pensato una volta...?
E, se così fosse stato, allora sarebbe stato possibile, quindi, riuscire a trovare dei punti in comune, parlare con loro...?


< Parlare...? >
Pensò.

< Quella donna aveva detto di voler semplicemente parlare con me... >


La sua curiosità e confusione erano ormai all'apice. Voleva comprendere chi fosse in realtà, voleva imparare a conoscere ciò che fino a quel momento aveva ignorato e guardato con occhi colmi di pregiudizi.

Ciò che suo zio gli disse tempo addietro, cominciò ad acquistare lentamente un significato completamente nuovo e inaspettato...

"Solamente quando ti ritroverai coinvolto in qualcosa in prima persona, imparerai a comprenderla veramente."
Non erano parole difficili da capire, quantomeno era un insegnamento di vita... Eppure Michael non ci si soffermò più di tanto, quando suo zio glielo disse.
La prese superficialmente, quasi come se quelle parole non avrebbero mai significato nulla.

Pregiudizi, odio, violenza, rimorso... Le persone erano guidate da quei sentimenti, giusti o sbagliati che fossero.
Era impossibile per loro guardare i demoni con un occhio diverso e, fino a poco prima, anche per lui fu così... Non si fece mai, quindi, quelle domande, prima d'allora.


Tutti quei pensieri sembrarono quasi fargli esplodere la testa: quella situazione gli sembrò sbagliata e assurda.
Si bloccò di scatto nel mezzo di un corridoio, fermandosi con lo sguardo rivolto verso il basso e una espressione preoccupata in volto.
Neanche lui riuscì a capirne il motivo, all'inizio.

Vermilion, Jessica e Seryu notarono ben presto il comportamento del ragazzo, e si fermarono anche loro di colpo.

<< Va tutto bene, Mike? >>
Gli domandò Jessica, con tono preoccupato.

<< Avanti, dobbiamo raggiungere il Generale Xernes, non c'è tempo da perdere! >>
Esclamò Vermilion, facendogli segno di seguirla.

Michael sollevò lentamente lo sguardo, posando i suoi occhi confusi e pieni di dubbi su di loro.

<< E'... E' davvero l'unica strada percorribile? >>
Domandò loro.

Vermilion lo fissò per un istante con uno sguardo incredulo, prima di rispondergli.

<< Ovviamente! Non abbiamo tempo da perdere, andiamo! >>
Gli rispose.

<< Non lo so... >>
Borbottò Michael, evitando gli sguardi confusi dei suoi compagni.

<< Tutto questo mi sembra sbagliato...! Ho così tante domande che vorrei fare a quella donna... >>
Continuò subito dopo.

<< "Domande"?! >>
Ripeté Vermilion, non riuscendo a credere alle sue orecchie.

<< E' un demone! Non è qui per parlare, è qui per catturarti! Non farti prendere per i fondelli da lei! >>
Esclamò subito dopo.

<< Non lo sto facendo! E' solo che... Non mi ha dato l'impressione di essere una cattiva persona. >>
Le rispose il ragazzo.

<< "Persona"? Michael, quella donna non è una persona. >>
Per qualche motivo, le parole di Seryu gli fecero male.

<< Quindi... Non lo sono neanche io...? >>
Gli domandò.
Seryu non gli rispose: rimase a fissarlo in silenzio con occhi spalancati.

<< Non è quello che voleva dire, Michael. Non è il momento di avere crisi d'identità, siamo in una situazione precaria! >>
Lo rimproverò Vermilion, muovendosi poi con passo rapido verso di lui.

Provò ad afferrargli una mano per trascinarlo con forza insieme a se, ma il ragazzo evitò la sua presa facendo un passo all'indietro.

<< Devo parlare con lei, voglio risposte alle mie domande! >>
Esclamò subito dopo.

<< Stai delirando. I demoni non sono esseri con cui poter parlare liberamente, e dovresti saperlo perfettamente, specialmente dopo quello che hanno fatto durante la Notte Cremisi. >>
Continuò Vermilion, cercando in tutti i modi di farlo calmare.


In quell'istante, si sentì una forte esplosione provenire dall'esterno del palazzo.
I quattro ragazzi si voltarono di scatto verso la direzione da cui provenne quel boato per poi riprendere a guardarsi l'un l'altro dopo qualche istante.


<< Andiamo, abbiamo perso abbastanza tempo. Sarah potrebbe necessitare del mio supporto, e non voglio rischiare il peggio! >>
Aggiunse subito dopo.

<< Non è venuta qui con l'intenzione di fare del male a nessuno! >>
Controbatté Michael.

Vermilion lo fissò per qualche secondo con uno sguardo incredulo, per poi voltarsi verso gli altri due ragazzi.

<< Quel demone ha usato per caso qualche incantesimo per fargli il lavaggio del cervello? >>
Domandò a loro due, con un tono preoccupato.

<< Non ne ho idea... >>
Le rispose Seryu.

<< Quella donna ha usato degli incantesimi illusori su di me, prima d'ora, ma non vedo nulla di strano intorno a Michael... Non credo sia vittima di qualche incantesimo... >>
Continuò, osservando il suo compagno con quei suoi occhi verdi fluorescenti.

<< Non è un nemico, ne sono certo! >>
Continuò Mike, attirando di nuovo l'attenzione dei suoi compagni.

<< Non puoi dire sul serio... >>
Borbottò Vermilion, incredula, fissando il ragazzo con occhi spalancati.

<< Ti è andato di volta il cervello, per caso? I demoni non sono nostri amici, cosa ti sta succedendo? E' qui per catturarti, non posso lasciarti andare da lei! >>
Controbatté, sicura del fatto che Michael stesse dicendo una idiozia dopo l'altra.

<< L'hai visto con Abraxas, come puoi fare finta di niente? Ho bisogno di risposte, e lei è l'unica che può darmele, al momento! >>
Vermilion non riuscì a credere che quel ragazzino stesse dicendo sul serio: era convinta che avesse ormai perso la testa, non c'era nessun'altra spiegazione.

<< Abraxas era pronto a scatenarsi da un momento all'altro: se non fosse stato per il fatto che era in svantaggio numerico, non si sarebbe fatto problemi a scontrarsi contro di noi. Credi davvero si sia ritirato perché non voleva farci del male?! Sei davvero così ingenuo?! >>
Gli rispose subito dopo.

<< Lei non ha le risposte che cerchi, ti porterà semplicemente dal suo comandante non appena ti avrà messo le mani addosso! Stai dicendo assurdità!>>
Concluse.

<< Era nella mia stanza mentre ero privo di conoscenza! >>
Esclamò il ragazzo.

<< E? Dimostri semplicemente che ho ragione: si è intrufolata all'interno del palazzo reale, senza venir scoperta, con l'intenzione di rapirti. Perché dovresti darle fiducia?! >>
Gli domandò Vermilion, non riuscendo a capire perché quel ragazzo stesse dando così tanta fiducia a qualcuno che neanche conosceva.

<< Ti sbagli... >>
Sospirò Michael.
Quelle parole colsero Vermilion alla sprovvista.

<< Pensaci meglio... Non ero cosciente: quando mi sono svegliato, lei era già li, all'interno della mia stanza. Se avesse voluto davvero catturarmi, lo avrebbe fatto prima che mi fossi svegliato. >>
Non appena disse quelle parole, uno sguardo sorpreso apparve nel volto di Vermilion.

Abbassò lo sguardo, incredula, pensando alle parole che quel ragazzo le aveva appena detto.

<< Se il suo compito fosse davvero stato quello di catturarmi, che motivo avrebbe avuto di stare li per tutto quel tempo, invece di catturarmi facilmente? >>
Le domandò subito dopo.


<< Magari era appena entrata all'interno della stanza, quando ti sei svegliato. Non possiamo saperlo per certo! Perché dovresti rischiare, Michael? >>
Gli domandò Seryu.

<< Vi prego, fidatevi di me... >>
Sentendo quelle parole, Vermilion posò di nuovo il suo sguardo su di lui.

<< Come dovrei fidarmi di te, se ti conosco a malapena? >>
Gli domandò.

<< Io credo... Che i demoni siano esattamente come noi. >>
Quelle parole colsero tutti e tre alla sprovvista.

Fino a quel momento, nessuno prima di lui disse mai una cosa del genere: sarebbe stato impensabile.

<< Ci sono persone che fanno del male per il gusto di farlo, altre che rubano perché non possono fare altrimenti, altre invece danno la loro vita per proteggere gli altri... Quindi... Perché i demoni non possono farlo? Fin'ora abbiamo visto il male che possono fare, ma ci siamo mai chiesti se possono fare anche del bene? Forse hanno le loro ragioni... Forse, se parlassimo con loro, potremmo riuscire a trovare delle soluzioni. >>
Continuò, lasciando i suoi compagni senza parole.

Quella fu la prima volta in tutta la loro vita che sentirono qualcuno pronunciare quel genere di parole. Una cosa del genere non passò mai neanche una volta per la loro testa, come non passò mai per la testa di nessuno.

"Parlare con i demoni"? Che idiozia era mai, quella?
Nessuno sarebbe stato così stupido da parlare con qualcuno che era conosciuto per aver massacrato mezzo milione di soldati, durante la Notte Cremisi, distrutto dei villaggi, o fatto del male ai propri cari, conoscenti, o chiunque.


<< Michael, non puoi davvero dire sul serio. I demoni non sono esseri con cui puoi discutere, a loro non importa cosa pensi o cosa vuoi dire. >>
Gli disse Vermilion, ancora incredula davanti a quelle parole.

<< Qualcuno ha mai provato a parlare con qualcuno di loro, prima d'ora? >>
Le domandò il ragazzo.

<< Mike, nessuno proverebbe anche solo ad avvicinarsi a un demone... Sono esseri crudeli e spietati: nessuno metterebbe a rischio la sua vita per provare a parlare con loro... >>
Disse Jessica.

<< Ma se non proviamo non potremo mai saperlo! >>
Le rispose Michael.

<< Nessuno proverà mai, Michael. I demoni non vogliono discutere con noi, è da millenni che nei libri di storia si parla delle atrocità e violenze che hanno commesso nei nostri confronti. >>
Aggiunse Seryu.

<< E se fossimo stati noi, tempo addietro, ad aver fatto loro un torto? Ci sono sempre due facce di ogni moneta, noi conosciamo solalmente la nostra storia. >>
Controbatté Michael.

<< Stai dando i numeri, Michael. Questa tua crisi d'identità ti sta facendo dire idiozie una dopo l'altra, cerca di tornare con i piedi per terra, maledizione! >>
Ringhiò Vermilion.

<< I demoni sono tutti violenti! Non vogliono avere nulla a che fare con noi: vogliono spazzarci via come cenere al vento, come hanno sempre fatto, e così sarà per sempre! Sono sempre stati loro ad attaccare, e siamo stati noi a perdere le persone che ci circondavano per mano loro! >>
Continuò.

<< A loro non interessa cosa pensiamo, cosa proviamo! Spazzano via tutto e tutti senza fare discriminazioni e non troveremo mai dei punti in comune! Tutti i demoni sono mostri, non c'è altro di cui discutere! >>
Non appena pronunciò quelle parole, Michael la fissò con uno sguardo scioccato, incredulo, e infastidito.

Strinse i pugni con forza, senza distogliere lo sguardo da quella ragazza.


Sapeva non avesse torto, eppure... Sapeva anche che non avesse ragione.
Era una sensazione strana che neanche lui riuscì a spiegarsi in quell'istante, ma le parole di quella ragazza gli fecero male nel profondo.


<< Non è vero! >>
Urlò, cogliendo i suoi compagni alla sprovvista.
Quella fu la prima volta in vita sua che Jessica lo vide in quello stato.

Michael era sempre stata una persona calma, gentile e rilassata. Vederlo con quegli occhi rabbiosi, con le sopracciglia aggrottate e i pugni chiusi... Non era una vista alla quale era abituata, le fu difficile crederci.

<< Forse sto sbagliando io, hai ragione... Ma quando dici che "tutti i demoni" sono mostri, non posso accettarlo! >>
Esclamò.

<< Michael, non fare l'idiota: sai perfettamente che non sto parlando di te. >>
Gli disse Vermilion, cercando, inutilmente, di farlo calmare.

<< Non sei un mostro, Mike, non parlava di te... >>
Gli disse Jessica.

<< Sono un mezzo demone, il figlio di Azael! Sono un umano? Un mostro? Chi sono, io, allora?! Sono entrambe le cose? Nessuna delle due? >>
Nessuno di loro rispose a quelle sue domande.

<< Quindi non lo sapete neanche voi...? >>
Abbassò lo sguardo, mostrando loro una espressione scoraggiata.


<< Sei te stesso. >>
Rispose improvvisamente una voce maschile, proveniente dalle sue spalle.

In quell'istante tutti i presenti si voltarono verso quella persona, riconoscendola all'istante.
Era un uomo in veste militare, con una cicatrice sull'occhio destro, e camminava aiutato da un bastone in legno chiaro.

<< Non sei nessuna delle due cose. Sei nel mezzo. >>
Continuò.

<< Generale?! Da quanto tempo era li? >>
Domandò Vermilion a Xernes, riconoscendolo.

<< Abbastanza per assistere alla crisi d'identità del piccolo bastardo. >>
Sentendo la risposta dell'uomo, Michael evitò il suo sguardo.

A Xernes non piacque quella reazione: colpì con forza il terreno con il suo bastone, richiamando rapidamente l'attenzione del ragazzino.

<< Non ho mai sentito prima d'ora, in vita mia, di qualcuno che volesse discutere con un demone. Mi chiedo se tu sia semplicemente fuori di testa. >>
Disse, non appena Michael posò il suo sguardo su di lui.

<< Cosa sta succedendo, esattamente, Vermilion? >>
Domandò alla sua sottoposta, posando il suo sguardo su di lei.

<< Un demone è apparso all'interno del castello, e Sarah mi ha chiesto di avvertirla, signore. Mi dispiace di aver perso così tanto tempo per questa faccenda... >>
Si scusò la ragazza, facendo un rapido inchino.

Xernes rispose con un semplice verso incuriosito.

<< Si tratta, per caso, di Belzebub? >>
Le domandò.
Quella domanda colse Vermilion alla sprovvista.

<< Uh? N-No... Si tratta di una succube, Iris se non erro. >>
Rispose la ragazza, confusa e incuriosita dal fatto che Xernes sembrasse così calmo.

<< Accompagnatemi da lei, allora. >>
Disse subito dopo.


In quell'istante Michael si avvicinò all'uomo.
Xernes posò il suo sguardo incuriosito e minaccioso su di lui, attendendo impazientemente che il ragazzo aprisse bocca.

<< La prego, signore... Mi permetta di parlare con quella donna. >>
Quelle parole non colsero l'uomo impreparato.

<< Lasciare che un ragazzino parli con un demone che, probabilmente, è stato mandato qui per catturarlo... Concorderai con me che si tratti di qualcosa di ridicolo e sconsiderato, non trovi? >>
Gli domandò l'uomo.

In quell'istante, però, le parole che Lucifer gli disse poco prima gli tornarono in mente.
"questa volta dovrai trovare il "chi" e il "quando" per conto tuo".


<< Suppongo, però, di avere anche io qualche domanda da farle... Sarebbe un peccato se morisse prima che io possa ottenere le mie risposte. >>
Aggiunse subito dopo.
In quell'istante un grosso sorriso apparve spontaneamente nel volto di Michael, non riuscendo a credere che avrebbe potuto finalmente parlare con quella donna.

<< Non fraintendermi, però... >>
Aggiunse subito dopo il Gran Generale Xernes, facendo rapidamente scomparire quel sorriso.

<< Se pensi davvero che darò una chance a quel demone, ti sbagli di grosso. Dovrai fare ben altro per convincermi a non ucciderla, non appena avrò ottenuto le mie risposte. Dopotutto, come potrei mai farmi scappare dalle mani l'opportunità di liberarmi di uno dei membri dei Dodici Generali di Bael? >>
Gli domandò subito dopo.

<< Mi permetta di parlare con lei, la prego! Posso dimostrarle che non è una minaccia! >>
Esclamò il ragazzo, cercando di convincere l'uomo.

Xernes fissò il ragazzino dritto negli occhi con uno sguardo minaccioso e autoritario, con tutta l'intenzione di intimorirlo.

<< Dammi una sola ragione per cui dovrei permetterlo. >>
Gli disse, senza muovere neanche un muscolo, rimanendo immobile davanti a lui, fissandolo con la coda dell'occhio.


Stavolta, nonostante si sentisse sotto pressione, Michael non evitò lo sguardo dell'uomo.


<< Perché sono sicuro delle mie convinzioni. E se tu vuoi ucciderla perché la consideri una minaccia, allora dovrai fare fuori anche me. >>
Xernes fissò il ragazzino in silenzio con occhi freddi e cupi, non riuscendo a credere a quelle parole.
Quel suo sguardo, però, gli piacque.

<< Michael, non puoi parlare con quel tono al generale! >>
Lo rimproverò Vermilion, parlando sotto voce.

Il ragazzo rimase in silenzio a fissare quell'uomo dritto negli occhi, senza nemmeno rispondere alla ragazza.

<< Hai una bella faccia tosta a darmi del "tu", ragazzino insolente. Chi ti pensi di essere? >>
Gli domandò, senza scomporsi più di tanto, con un tono minaccioso e autoritario.

<< E' quello che sto cercando di scoprire anche io, Generale. Vuole impedirmi di scoprirlo? >>
Controbatté Michael.


Dopo qualche secondo di silenzio, Xernes fece un verso annoiato.

<< Sembrerebbe che, quando vuoi, hai del fegato, devo ammetterlo. Ma non prenderlo come un complimento: se ti permetterai di parlarmi ancora una volta con quel tono sarà l'ultima volta che mostrerai quel caratterino a qualcuno, te lo posso assicurare. >>
Aggiunse subito dopo.
Sentendo quelle parole, Michael deglutì senza aggiungere altro.

<< Muoviamoci, quindi: andiamo a ottenere le nostre risposte, figlio di Azael. >>
Gli disse, con tono minaccioso.

<< Fammi cambiare idea. >>
Aggiunse subito dopo.


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Fine del capitolo 6-6, grazie di avermi seguito e alla prossima con il penultimo capitolo del volume 6!

 

   
 
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