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Autore: martaweasley    05/06/2019    0 recensioni
Sono Anne Rosie Withman e ho ventitré anni. Mi sposerò a venticinque anni e a ventisette avrò il mio primo bambino. C'è solo un piccolo problema, per il mio piano ho bisogno di trovare la mia anima gemella, ma non è mica facile, sapete?
Così ho ideato un piano, cercherò la mia anima gemella, tra i miei amori platonici, amori del passato ai quali non mi sono mai dichiarata. Sono sicura che l'amore della mia vita sia tra loro.
Dal testo:
«Ma perché l'amore della tua vita dovrebbe essere uno di questi cinque ragazzi?»
«Mamma per la milionesima volta, è come nei film: una ragazza si innamora, ma non viene corrisposta e lei non si dichiara, ma dopo anni lei e lui si rivedono e BOOM! Nasce l'amore. Sono sicura che sarà così anche con me e uno dei cinque ragazzi»
«Tra me e tuo padre non c'è stato nessun BOOM! Come dici tu, ci siamo innamorati pian piano e non ci siamo mai persi di vista, lui era il mio migliore amico»
«Lo so, però fidati di me, il mio principe azzurro è uno tra quei cinque ragazzi»
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
Capitoli:
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16. Don't Give Up


 

«Anne! La colazione!» grida mia madre bussando alla porta della mia camera.
«Arrivo subito» le grido in risposta, mi metto una felpa e le ciabatte azzurre con degli unicorni e scendo subito.
Sono arrivata ieri sera, mi sento molto meglio, stare qui con loro e molto più rilassante, sono sicura che riuscirò a studiare meglio.
Dopo che sono arrivata, dopo la cena, mia mamma è venuta in camera mia, abbiamo parlato per quella che mi è parsa un'eternità. Tuttavia è stato liberatorio. 
Gli ho detto tutti i miei dubbi i miei timori, lei è riuscita a rassicurarmi.

«Anne come ti ho già detto l'amore della tua vita non è per forza tra questi ragazzi, ma tu hai insistito nel dirmi che era così. Ora non puoi mollare tutto, devi arrivare fino in fondo. Trovarli e capire. Se alla fine si rivelassero tutti sbagliati, fa niente. Vorrà dire che dovrai cercare ancora prima di trovare il tuo principe. Comunque non c'è nulla che non vada in te, forse sei un po' distratta e pasticciona, ma io adoro anche questo tuo lato. So cosa stai pensando: "Devi dirlo per forza, perché sei mia madre", ma io le penso davvero queste cose. Chiunque abbia avuto il piacere di conoscerti è stato fortunato. Vedrai che quando lui arriverà, lo capirà»

Quando arrivo in cucina trovo il tavolo già tutto apparecchiato, mio padre è già seduto e mi sta versando l'acqua calda nella tazza. L'odore di waffles invade le mie narici, che bello essere a casa.

«Hai dormito bene?» chiede mio padre passandomi la scatola con tutte le varie bustine di tè e tisane.
«Benissimo, ho sognato che io e Chris Evans eravamo fidanzati e che Jimmy Fallon ci intervistava, un sogno molto divertente devo dire, peccato non fosse reale»
Mia madre si siede a tavola portando la brocca di caffè caldo e sorride.
«Beata te, io invece ho sognato che un mostro alieno ci cacciava di casa»
Io e mio padre scoppiamo a ridere, i suoi sogni sono sempre così strani. Ricordo che una volta ci disse di aver sognato che un pacchetto di fazzoletti gigante distruggeva Londra.
«Anne la cena è tra una settimana, se cambi idea fammelo sapere, così ti tengo un posto»
Mia mamma mi da un piccolo calcio sotto il tavolo e poi inizia a fare delle facce strane.
«Tienimi un posto» rispondo e subito mia mamma batte le mani felice, lasciando mio padre confuso.
«Non è giusto, anch'io voglio sapere i vari pettegolezzi, perché non mi dite mai niente?» si lamenta mio papà prendendo un altro waffle.
«Perché tesoro mio tu i segreti non li sai mantenere» gli risponde mia madre ridacchiando.

***

«No, mamma, assolutamente no» le rispondo quando lei mi mostra una felpa blu elettrico con delle piume sulle maniche.

Lei ride e poi lascia giù la felpa. Quando andiamo a fare compere mia mamma per scherzare mi consiglia sempre gli abiti più strampalati.

«Non devo per forza comprare qualcosa, stiamo solo guardando» le ricordo, lei annuisce sbuffando per poi indicarmi un vestito bianco corto fino al ginocchio, semplice, ma molto carino.
La cena è domani sera, non ho portato nessun vestito perché non ero intenzionata ad andare, ma ora che ho cambiato idea vorrei prendere qualcosa di carino.
«È molto carino, lo vado a provare» prendo l'abito e mi dirigo al camerino, ma appena vedo una persona entrare nel negozio mi nascondo dietro ad uno scaffale.
«Tesoro che fai? Giochi a nascondino?» chiede mia mamma ridacchiando.
«No, ma quella che è appena entrata veniva a scuola con me, al liceo» le rispondo a bassa voce, cercando di non farmi né vedere né sentire.
«Ah salutala allora» dice mia madre convinta, certo lei non era al liceo con me, non può sapere quella chi è.
«Ma sei impazzita? Ma neanche morta, è stata sempre una grandissima stronza nei miei confronti e non solo nei miei»
«Ma fregatene Anne, probabilmente non si ricorderà di te, ti ignorerà e basta. Ora vai in camerino a provarti il vestito»
«Io mi ricordo di lei, quindi lei potrebbe ricordarsi di me» ribatto guardando in che direzione sta andando il diavolo sui tacchi rosa.
«Ora è uscita, puoi uscire anche tu?» domanda mia mamma stufa per poi incamminarsi ai camerini. Io dopo un'ultima controllata la seguo.

Quando andavo al liceo e mi capitava di incontrare alcuni compagni fuori da scuola cambiavo sempre strada, li evitavo, non volevo incontrarli. A quanto pare non sono cambiata. Alla fine decido di comprare il vestito, anzi mamma mi regala il vestito. Facciamo ancora qualche giro per il paese, essendo sabato mattina la piazza è abbastanza affollata, c'è tanta gente che va e viene.

«Ci fermiamo a prendere un caffè? O qualcos'altro?» chiede mia mamma indicando un piccolo bar, in cui andavamo spesso.
«Tra poco è ora di pranzo, papà ci aspetta a casa, sarà per un'altra volta»
Mia mamma mostra la sua faccia imbronciata e poi sbuffa, a volte sembro io la madre e lei la bambina.
«Mi andava una fetta di torta al papavero» borbotta mentre ci incamminiamo per tornare a casa.

——-

Dopo pranzo io e mio padre decidiamo di sfidarci a tutti i giochi della Wii, quando abitavo qui facevamo dei tornei, noi contro i vicini, poi loro si sono trasferiti, quindi ora il torneo è solo tra noi tre.
I nostri vicini erano in quattro, avevano due figli, la prima di due anni in me di me e il secondo due quattro anni in meno, ma andavamo d'accordo. Lo stesso i nostri genitori. Quando poi hanno trasferito il signor Hills ci è dispiaciuto molto. Mia mamma a volte ancora si sente con la signora Hills.

«Anne ultimo gioco, ultima sfida, chi vince questo ballo a Just Dance vince tutto, pronta?»
Abbiamo già giocato a tennis in Wii Sport, ho vinto io. A golf ha vinto lui. A pesca a vinto lui, a Mario kart ho vinto io ed ora manca just dance.
«Sono nata pronta»
Appena la musica parte iniziamo a seguire le mosse dei nostri personaggi e devo fare un enorme sforzo per non ridere nel vedere mio papà ballare con tanto impegno.
«Vai tesoro sei una bomba!» grida mia madre, sia io che mio padre la ringraziamo, non sapendo in realtà a chi dei due si riferisse.

«Ho vinto io!» grido appena finisce ed inizio a fare il mio ballo della vittoria.
«Ti ho lasciato vincere, è differente» risponde mio padre facendomi la linguaccia, per poi accasciarsi sul divano distrutto.
«Ora mi andrebbe un bel frullato fresco alla fragola e banana» dice con il fiatone.
«A me ne andrebbe uno con il mango, to ricordi quello che ho perso una volta al mare? C'era il mango, la banana e altri frutti, ma non mi ricordo, so solo che era buonissimo»
«Anne, lo prendevi praticamente ogni giorno, certo che mi ricordo, ho speso tantissimi soldi in frullati quell'estate» risponde mio padre dandomi una leggera spinta con la spalla, io rido e a mia volta gli do una spinta.
Non smetterò mai di dirlo: amo essere qui. Adoro la mia famiglia.

***

«Vi muovete? Siete le donne della mia vita, ma vi giuro che non vi sopporto quando mi fate fare tardi» grida mio padre che è seduto sul divano, già pronta da una decina di minuti.
«Io sono pronta, devo solo mettere le scarpe» rispondo mentre mi siedo accanto a lui con dei sandali bianchi con poco di tacco.
«Sei bellissima Anne»
Gli faccio una boccaccia, ma poi lo ringrazio. Mia madre intanto corre per tutta la casa cercando la sua borsetta.
Ho messo il vestito, ho messo delle scarpe che non siano vans, ho messo un po' di rossetto, ho raccolto i capelli in uno chignon, dai sì sono abbastanza carina. Peccato che non mi faccia passare l'ansia.
Oh mamma mia, sto per incontrare Edward.
«L'ho trovata!» Grida mia madre per poi raggiungerci in salotto. Indossa un vestito verde smeraldo, che le arriva fino al ginocchio, un copri spalle beige, tacchi beige e la sua borsetta anch'essa beige.
«Amore sei favolosa, ora tutte fuori, su su» dice mio padre aprendo la porta di casa.

Lunga la strada in macchina non faccio che torturarmi le mani pensando mentalmente a cosa non devo fare.
Niente starnuti, starnutisco in modo strano e faccio un rumore assurdo. 
Niente rutti, non che mi capitino spesso, ma meglio evitare.
Niente balbetti, sarà difficile.
Non devo sbavare, mi devo assicurare di tenere la bocca chiusa. 
Niente verso del maiale quando rido. 
Niente di stupido. 
Non devo cadere, guardare sempre dove metto i piedi. 
Niente ansia, calma, andrà tutto bene.

«Siamo arrivati, quello è il ristorante, ora parcheggio»

Adesso vomito, no! Niente vomito!

Oddio Anne, calmati.

Mia mamma prima di scendere dalla macchina si volta verso di me e mi fa l'occhiolino.

«Anne sei bellissima, ora rilassati e si te stessa»
«Grazie mamma» rispondo sorridendo e scendendo dalla macchina.

Ce la posso fare.
Entriamo in questo grande ristorante, prima di arrivare all'ingresso percorriamo un lungo sentiero in un giardino, c'è pure un ponticello, sopra un laghetto, che porta alla zona bar. Davanti alla porta c'è una cameriera che ci sorride, mio padre si mette a parlarle io mi limito ad osservare. A sinistra ci sono le cucina, riesco ad intravedere due cuochi che preparano la pizza, fanno anche la pizza, che bello. Davanti a noi ci sono delle scale che porteranno alla sala ristorante, mentre a destra ci sono altri tavoli e un bancone simile a quello che c'era nel giardino. Sarà la zona bar interna.

«Perfetto seguitemi pure, gli altri si sono appena accomodati»

Oddio Edward è già qui.
Saliamo le scale ed arriviamo in una immensa sala piena di tavolo apparecchiati e di gente che si gode la cena. La cameriera ci indica un tavolo infondo, vicino alla vetrata, poi torna indietro a prendere i menù.

«Tesoro eccolo, è lui!» mi sussurra mia madre all'orecchio.

Okay Anne, non vomitare per l'ansia. 




 

E finisce qui questo capitolo! 
Curiosi di sapere come andrà la cena?

Anne si è un po' ripresa, grazie ai suoi genitori che la sostengono sempre, soprattutto la madre.

Curiosi di sapere come sarà Edward?
Curiosi di sapere se Anne si calmerà? Tanto lo sappiamo tutti che la risposta è no, non si calmerà.
La nostra protagonista e l'ansia sono sempre insieme quando si tratta di ragazzi.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate☺️

Kiss and hugs
||MartaWeasley||




 

   
 
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