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Autore: Enedhil    05/06/2019    2 recensioni
Era lì, la decisione giusta, tra i capelli lunghi e ingarbugliati che stava stringendo tra le dita.
Era lì, sotto a quei vestiti larghi e consumati che stava tirando con così tanta forza, sulla sua schiena, da lacerarne le cuciture.
Era lì, dove doveva essere. Dove era sempre stata.
Quello era Thor. In qualsiasi universo, in qualsiasi dimensione.
E lui sarebbe stato ovunque il suo Loki.
Grazie alla Gemma dello Spazio, Loki raggiunge Thor in una diversa realtà.
[Post Endgame]
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Guardiani della Galassia, Loki, Peter Quill/Star-Lord, Thor
Note: Movieverse | Avvertimenti: Incest
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CAPITOLO 4


Gli abiti erano stati abbandonati sul pavimento, insieme all'indecisione e ai timori che, immancabilmente, erano riaffiorati in lui fino a farlo dubitare di ogni cosa.
Tutto era svanito nell'attimo in cui Thor aveva sfiorato ancora il corpo nudo di Loki.


[...]


Non gli concesse di riprendersi. Thor allungò una mano verso l'alto, per arrivare all'altezza del cuore, e appena ne percepì il battito veloce si rialzò su di lui e prese ancora possesso delle sue labbra. Sentì Loki rispondergli ma, al tempo stesso, cercare anche di prendere fiato in una risatina che lui continuava a soffocare.

«Hai la barba ruvida e bagnata... è fastidioso,» mugugnò a un tratto Loki, ridendo ancora non appena lui si discostò per ribattere. Thor per un attimo si chiese se fosse un modo per dirgli di smettere, o soltanto che quella barba era diventata decisamente troppo lunga. Ma prima che potesse dire qualcosa, Loki lo tirò ancora a sé, baciandolo con lo stesso impeto a cui si era sottomesso poco prima. «Continua a baciarmi.»

***

Loki era lì, ed era ogni cosa. Con il suo corpo, con il suo respiro, con la sua voce.

«Sono qui,» gli mormorava. «Sono qui.»

Continuava a ripetergli quelle due parole, ancora e ancora. Un balsamo per l'anima che andava a richiudere ferite e ad addolcire cicatrici di un dolore penetrato così in profondità da diventare irraggiungibile per chiunque. Ma non per Loki. Lui poteva arrivare dove nessuno aveva potuto.


[...]


Appena sentì l'abbraccio allentarsi, Thor gli prese subito la mano per tirarselo di nuovo addosso e sentì il fratello ridere stancamente contro la sua spalla.

«Forse non sono stato abbastanza chiaro nell'esprimere il concetto della mia permanenza qui,» sussurrò divertito il Dio dell'Inganno, assecondandolo comunque.

Prima di ribattere, però, Thor abbassò lo sguardo e si rese conto del bracciale al suo polso, ora che l'incantesimo con cui Loki lo nascondeva era svanito, probabilmente a causa dell'orgasmo che gli aveva fatto perdere il controllo e aveva abbassato le sue difese. Riuscì a vedere delle cicatrici bluastre che gli deturpavano la pelle chiara sul dorso della mano e poi su, fin quasi al gomito.
«Cosa ti è successo qui?» gli chiese all'istante, con una sorta di apprensione nella voce che non poté dissimulare.

«È solo un piccolo effetto collaterale della gemma,» minimizzò invece il Dio degli Inganni. «Ho usato il suo potere per così tanto tempo e in continuazione, per imparare a governarla... e il mio corpo ne ha risentito un po'. È come se in quel punto l'illusione sul mio aspetto venisse lacerata e portasse in superficie ciò che non dovrebbe.»

«Non avresti dovuto.» Era a causa sua. Poteva fingere che non fosse così, ma glielo aveva detto. Loki gli aveva detto che aveva fatto di tutto per trovarlo.

«Ora che so cosa mi stavo perdendo in questa realtà, avrei solo voluto metterci ancora più impegno ed esserci riuscito prima.»

Il Dio del Tuono sospirò, stringendogli la mano nella propria, ma poi all'improvviso un pensiero si fece strada tra tutto. «Mostramelo.» Si rigirò verso di lui per guardarlo negli occhi e vide la preoccupazione calare sul suo viso. «Non ti ho mai visto davvero, se non quei pochi secondi sulla nave e non... non ho avuto il tempo di guardarti. Mostrami il tuo vero aspetto.»

«Non credo sia una buona idea, fratello. Ci ho messo anni a sciogliere l'incantesimo di Odino e altrettanti per imprimere su di me questa illusione costante, abbastanza potente da rimanere attiva anche quando non ho il pieno controllo di me stesso. Sai cosa sono. Sai...»

«Shh...» scosse la testa, portando una mano a sfiorargli la guancia con una dolcezza improvvisa che non riuscì a controllare. «Questo sei tu. E va bene. Finché sarai te stesso, con me, andrà bene. Ricordi? Lo hai detto poco fa a me. Vale lo stesso.» Si indicò con un'occhiata verso il proprio corpo e accennò una lieve risata. «Andiamo, tu hai visto tutto di me!»

Loki aprì la bocca per ribattere ancora, ma infine si arrese e annuì, facendo però dei profondi respiri. Lentamente, il velo che lo ricopriva si dissolse, rivelando il vero colore della sua pelle, i segni impressi su di essa e il rosso intenso dei suoi occhi.
E Thor non riuscì ad allontanare la mano da lui. Gli sfiorò piano le linee in rilievo sulla sua fronte e sulla guancia, continuò lungo il collo e dietro sulla schiena, accarezzando la pelle blu che sembrava incresparsi al suo tocco. Avrebbe voluto seguire ogni singolo disegno che percepiva sotto le dita, impararli a memoria per poi ripercorrerli con le labbra, ma non poteva smettere di guardarlo negli occhi. Quegli occhi così diversi, eppure altrettanto intensi, che avrebbero potuto incutere timore, se solo lui non ne vedesse la languida e lucida sfumatura che rivelava tutta l'emozione che Loki stava provando in quel momento.

«Di' qualcosa,» bisbigliò con un filo di voce colui che era, a tutti gli effetti, il legittimo erede al trono di Jotunheim. Il re di un popolo che era stato un efferato nemico di Asgard da quando ne aveva memoria.

Era spaventato? Inquieto? Commosso? Thor si trovò a sorridere con una tenerezza inedita, mentre con la mano tornava a prendergli il viso. «Potrei dire tante cose, ma... le troveresti tutte patetiche e sentimentali.»

«Provaci comunque.»

La voce del Dio dell'Inganno tremò ancora e Thor fece scorrere le dita dietro la sua nuca, prima di sussurrargli: «Sei un Gigante di Ghiaccio.»

«Sì, questo lo so,» rimarcò Loki con un accenno di sorriso nervoso.

«No, voglio dire... lo sei, e io voglio solo continuare a toccarti, a sentirti contro di me, a baciar...» prima ancora di terminare quella parola, Thor lo attirò a sé e premette le labbra sulle sue in un bacio possessivo e famelico. Sentì subito l'altro cedere e rispondere con la stessa foga, come se quelle sole parole fossero bastate a far sparire ogni sua paura, e d'impulso lo circondò col braccio e lo strinse. La sensazione di quel corpo contro al proprio, così uguale a quello che conosceva, eppure con quelle piccole ed evidenti particolarità, gli rubò un ringhio roco ed eccitato. Fece scorrere la mano lungo la sua schiena, ma appena prima di arrivare ai glutei, percepì il proprio potere risvegliarsi all'improvviso e delle saette corsero lungo il suo braccio fino a Loki, il quale si inarcò con un gemito contro di lui.

«Aspetta... Thor... non qui...»

«Mi dispiace, io...» Si discostò da lui, alzando le mani col timore di fargli del male. «Non volevo farlo. È stato...»

«...naturale,» aggiunse Loki, annuendo tra sé, mentre permetteva all'illusione di farlo tornare all'aspetto con cui tutti lo conoscevano. «I tuoi fulmini sono alimentati dal mio essere ciò che sono. Il mio potere di ghiaccio li richiama, li rende più forti, li intensifica, li fa sprigionare. E quando sono così, per te è più difficile controllarli.»

«Ti ho ferito? Ti ho fatto del male nella tua realtà?»

«Una volta non era piacevole, lo ammetto. Una volta, non ero in grado di gestirlo. Adesso, come hai visto sulla nave, le cose sono cambiate. Sono molto più potente di quanto tu possa immaginare, fratello.»

«Quindi, potremmo...»

«Tutto quello che ti è passato per la testa quando mi hai visto prima, sì. Ma lontano da centri abitati e persone innocenti. Non voglio essere responsabile di qualche disastro.»

Thor lo guardò in silenzio per un momento, e non nascose un sorrisino compiaciuto prima di mettersi sul fianco e dargli ancora le spalle. «Andata.» Gli afferrò di nuovo il polso e se lo tirò contro per tornare nella posizione precedente. «Possiamo restare qui ancora un po'?»

«La stanza è prenotata per tre ore.»

Mugugnò un: «Bene,» poi però, dal nulla, gli tornò in mente una cosa. «Loki, il numero che hai dato su cui addebitare il costo...»

«È il codice dell'area di sosta della nave che mi ha dato il tuo amico Quill per pagare il carburante.»

Il Dio del Tuono si rigirò nell'abbraccio per tornare a guardarlo con un'espressione confusa.
«Quindi ha pagato lui?»

«Già...» Loki finse di restare serio, ma poi le sue labbra si incurvarono in un sorrisetto divertito.

 

~ CONTINUA ~

AVVERTIMENTO: La versione che trovate qui è censurata per rispettare il regolamento del sito che vieta la pubblicazione di scene di sesso esplicito tra fratelli (anche nel caso in cui non ci siano legami reali di sangue, come in questo caso).
La parte che trovate tra […] è solo un brevissimo estratto riassuntivo di quella mancante.
Potete trovare la versione integrale a questi due link:

https://www.wattpad.com/741339800-from-another-time-and-place-capitolo-4
https://archiveofourown.org/works/18816580/chapters/45392470

   
 
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