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Autore: BlackVanilla    06/06/2019    2 recensioni
* ATTENZION SEQUEL - E' CONSIGLIATA LA LETTURA DI HEART AND LIFE * Dopo Heart and Life, Gwennie ritorna più desiderosa che mai di guarire dal suo terribile virus...riuscirà Law ad aiutarla? Come andrà a finire tra i due? La loro storia avrà un futuro o incontrerà troppi ostacoli da affrontare? Lo sapremo solo leggendo!!! Un racconto ambientato nella magica Wano accompagnerà i lettori che vorranno gentilmente seguirla!
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Mugiwara, Trafalgar Law
Note: Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Dato che Gamba Nera non aveva intenzione di lasciare perdere la città, a Law non rimaneva altro che assistere allo scontro in compagnia degli altri nakama di Mugiwara.

Mentre l'Uomo Naso e il Robotico erano completamente assorti nell'ammirare la trasformazione misteriosa del cuoco, il medico ne approfittò per scambiare un paio di parole con Gwennie.

Anche la ragazza guardava con interesse ciò che stava facendo il biondo, ma prestò tutta la sua attenzione verso il capitano dei pirati Heart, non appena questi le diede un colpetto al braccio.

"Che intendeva prima nasolungo? Quando ha detto che hanno provato a spezzarti il collo?", il suo tono era un misto tra preoccupazione ed irritazione.

La giovane riassunse rapida il piccolo scontro che lei e gli altri avevano avuto con gli uomini di Kyoshiro, sottolineando che avevano perlomeno provato ad agire nel miglior modo possibile.

Law sospirò, non era quello il punto.

"Non sei assolutamente in grado di sostenere uno scontro...sarai anche momentaneamente migliorata ma non sei di certo guarita...".

Lei mise il broncio e partì in quarta.

"Sono una pirata, Law. Malata, è vero, ma rimango sempre una pirata...non sono forte quanto gli altri miei nakama, ma la mia piccola parte mi piace farla. I pirati combattono, non si nascondono...ti ho promesso che avrei fatto attenzione e di sicuro manterrò la mia parola. Ma non puoi mettermi sotto ad una campana di vetro...non in questa situazione, con un Imperatore furioso che vuole la tua testa e quella di Rufy!"

Il chirurgo la guardò dritto negli occhi, non poteva certo darle torto ma davvero avrebbe voluto chiuderla nel Polar Tang finché non avesse trovato una cura per il suo male...tuttavia sapeva di non avere il diritto di farlo.

"Ascolta, Law...io ho bisogno di parlarti...devo spiegarti una cosa. Appena ci sarà possibile, ti prego trova il tempo di ascoltarmi!", arrossì come era solita fare.

Il capitano dei pirati Heart rimase attonito: allora aveva ragione, Gwennie aveva fatto qualcosa, il suo miglioramento non era stato naturale… perché era a quell'argomento che la ragazza stava alludendo, il pirata ne era certo.

E le prospettive sull'evolversi della faccenda non erano per nulla buone.

 

Sanji si sentiva strano: da una parte sapeva di essere molto più forte di quanto lo fosse mai stato in vita sua, la tuta che stava indossando era favolosa, gli permetteva di spiccare dei salti assurdamente alti, lo proteggeva dagli urti e, cosa in assoluto più importante, gli permetteva di diventare invisibile, celando così al nemico la propria posizione.

Purtroppo, il fatto di indossare una tuta studiata e realizzata dagli scienziati di suo padre, Vinsmoke Judge, gli dava il voltastomaco...non voleva essere scambiato per uno di loro, per un soldato della Germa 66.

Mentre osservava lo sguardo confuso di Page One, il quale non riusciva ad individuarlo grazie alla strategia prima descritta, si sentiva stranamente soddisfatto: il suo sogno infantile di poter diventare invisibile si era realizzato...e a permetterlo era stato ironicamente proprio suo padre, quel genitore che tanto aveva odiato e che continuava a detestare.

Lo scontro andava avanti e Sanji decise di suggerire agli altri compagni di precederlo...lui avrebbe pensato con calma a dare una lezione al sottoposto di Drake.

"Perchè ce ne andiamo?", chiese Usopp lanciando un'occhiata verso il cuoco di nero vestito, la tuta che indossava era infatti completamente di quel colore, fatta eccezione per un grande tre stampato sullo svolazzante mantello.

La città stava subendo le conseguenze del violento scontro tra i due pirati, le case si afflosciavano debolmente a terra mentre le macerie volavano rapide in aria per poi ricadere a diversi metri di distanza.

"Lo ha detto lui. Inoltre il fracasso sarà sempre peggio...dopo di quello arriveranno altri scagnozzi di Kaido e poi altri ancora, per un pò non potremo venire nella capitale. Dovremmo rifugiarci a Ebisu", Law correva rapido con la fedele Kikoku appoggiata alla spalla.

Franky teneva il passo, Usopp in spalla, rivolgendo ogni tanto una fugace occhiata verso il luogo della battaglia, augurava al suo amico di vincere in fretta e di poterli così raggiungere.

Gwennie annuì convinta, sentiva che il suo nakama aveva tutte le carte in regola per poter uscire vittorioso dallo scontro, non avrebbe avuto alcuna difficoltà.

 

Qualche tempo dopo, i cinque pirati trovarono rifugio in una casa abbandonata, situata nel villaggio di Ebisu.

Law aveva ottenuto un giornale e stava leggendo avidamente le notizie: di Rufy non si parlava, mentre era citata la fuga dalla prigione da parte di Eustass Kidd, il capitano dei pirati di Kidd, che al momento era alleato con Basil Hawkins e Scratchmen Apoo.

Sanji aveva nel frattempo raggiunto i compagni ed era rimasto malissimo nel venire a sapere che Komurasaki, la bellissima cortigiana, era stata uccisa dal boss Kyoshiro presso il castello di Orochi.

"Deve essere accaduto qualcosa durante il banchetto...Robin e gli altri staranno bene?", chiese Gwennie sedendosi accanto al cyborg.

"Usopp, perchè non provi a contattarli usando quella specie di lumacofono di Wano?", suggerì Franky spostandosi leggermente sul logoro tatami.

L'abitazione che li stava ospitando era davvero malridotta, le porte leggere erano tutte rotte e inutilizzabili, il tatami era pieno di buchi dovuti ad anni e anni di usura...per non parlare delle pareti sulle quali c'erano aloni di ogni tipologia.

La gente di quel villaggio viveva nella miseria più profonda e per Gwennie era una cosa intollerabile...i contadini non avevano nemmeno la possibilità di coltivare la propria terra per colpa dell'inquinamento, lo stesso valeva per l'allevamento degli animali, il quale non poteva avvenire sempre a causa della scarsità di cibo commestibile.

Senza mangime per le bestie non era certo possibile allevarle in modo sano e produttivo.

I compagni del gruppetto di Robin non rispondevano alle varie chiamate del cecchino, il quale sospese i tentativi di contatto...avrebbe riprovato più tardi.

"Basta piangere Sanji! Hai visto quella donna una volta sola!", sbottò, stufo della sconsolata nenia, il creatore del favoloso Pirata di Ferro.

Il cuoco non aveva smesso di disperarsi un solo minuto da quando aveva saputo della triste notizia.

"La morte di una bella donna è sempre una tragedia! Sei un insensibile!!!", aveva prontamente ribattuto il biondo asciugandosi gli occhi con un fazzoletto candido.

"Beh, era davvero la donna più bella che io avessi mai visto... le foto non le rendono giustizia...", commentò mogia Gwennie, spiando alle spalle del medico il giornale che stava leggendo.

Poi sbadigliò coprendosi la bocca con la mano.

Usopp le fece allora notare che quel giorno aveva lavorato parecchio al chiosco di soba portando avanti ed indietro le ciotole per i vari clienti e che, data la relativa tranquillità del momento, avrebbe potuto concedersi un riposino, se lo desiderava.

L'idea le piacque parecchio e accettò volentieri di sdraiarsi qualche minuto su un soffice futon raggomitolato nella piccola stanza accanto.

Poco dopo stava già dormendo.

Rompendo all'improvviso il silenzio che si era creato, Franky decise di chiedere una cosa al dottore...voleva saperlo da molto e aveva pensato di cogliere il momento giusto.

"Senti... è solo un miglioramento temporaneo?", domandò indicando la stanza adiacente alla loro...ricordava fin troppo bene quando a Zou credevano tutti di averla persa, dopo lo scontro con Calixte.

Law abbandonò a terra il giornale...rispose a voce bassa che non era di certo guarita e che avevano bisogno di trovare in natura un fattore purificante in grado di annientare la riproduzione del virus.

Al resto avrebbe pensato lui grazie alle sue conoscenze e ai suoi poteri.

"Ci manca il tempo però...", concluse amaro.

Il silenzio si impadronì nuovamente della stanza.


Mezz'ora più tardi, Law decise di andare a dare un'occhiata a Gwennie.

La ragazza era nella stessa identica posizione di quando si era sdraiata, non aveva mosso un muscolo e stava dormendo davvero profondamente.

Solo in quel momento il medico realizzò di non averla sentita dire nemmeno una parola nel sonno, fatto assai strano per lei, la quale era solita fare veri e propri discorsi onirici.

La mente razionale del pirata stava già facendo ipotesi in merito quando notò una cosa che lo fece allarmare: sulla porzione di futon vicino alle narici di Gwennie si era allargata una macchia di sangue rosso vivo.

Avvicinandosi, il dottore constatò che la giovane stava avendo una piccola emorragia al naso, cosa che le accadeva molto spesso prima di un peggioramento nello stato di salute.

Decise di svegliarla subito scuotendola dalla spalla.

Lei si mosse immediatamente, anche questo fatto piuttosto strano, rotolò sulla schiena come per potersi stiracchiare ma quando decise di inspirare a fondo, dovette soccombere ad un attacco di tosse sanguinolenta.

Ovviamente il sangue che era prima colato dal naso, era sceso lungo la trachea quando la ragazza aveva cambiato posizione, provocando così la tosse.

Gwennie si sorprese non poco nel vedere le macchie rosse sulla sua mano, guardò poi Law  con uno sguardo indecifrabile.

"Come ti senti? Ho notato il sangue e così ho deciso di svegliarti...", le posò le dita sul collo per poter rilevare il polso carotideo.

Era accelerato e non di poco, lo spavento appena provato non bastava di certo per causare quel ritmo.

La giovane riprese apparentemente il controllo di se stessa, affermò di sentirsi perfettamente e di non accusare nessun sintomo preoccupante.

"E questo come lo chiami? Sai bene che tra poco avrai un peggioramento...", il dottore la squadrò mentre l'aiutava a rimettersi in piedi.

Gwennie si sentì davvero spaccata in due: voleva assolutamente raccontargli tutto, detestava avere segreti con lui ma, purtroppo, sapeva benissimo come avrebbe reagito il chirurgo.

Infatti ne aveva la prova lampante esattamente davanti agli occhi: era letteralmente furioso.

"Law ne abbiamo già parlato...per favore lasciami combattere al vostro fianco...non potrei mai starmene semplicemente a guardare! E poi non avrò un peggioramento...ho solo perso la concentrazione, non accadrà più", spiegò riferendosi alla perdita di sangue dal naso.

Capì tardi di aver parlato un pò troppo.

"Che cosa significa? Come puoi essere certa di quanto hai affermato?", le si avvicinò tanto da poter sentire la delicata fragranza alla vaniglia che da sempre la caratterizzava.

La ragazza agì d’impulso, si gettò tra le braccia del medico e chiuse gli occhi riuscendo perfino a percepire, seppur lievemente, il battito del cuore di lui...quanto lo amava...avrebbe voluto stare così per sempre.

"Law, io mi fido di te...e delle tue abilità mediche. Trovo l'idea di trovare un frutto antiveleno a dir poco brillante e sono certa che ci riusciremo, lo scoveremo e tu mi farai guarire. Lo avresti già fatto se il virus non avesse eccezionali capacità mutagene.", confidarsi senza guardarlo negli occhi le riusciva più semplice, in quel modo non sarebbe diventata paonazza rischiando così di perdere il filo del discorso.

Il chirurgo pensò che Gwennie aveva ragione: se non fosse stato per le straordinarie proprietà di ricombinazione del bacillo, l'avrebbe guarita in un battito di ciglia estraendo le molecole del virus come aveva fatto su se stesso liberando il proprio corpo dal morbo del Piombo Ambrato, anni addietro sull'isola di Swallow.

Il pirata le cinse la vita con un braccio stringendola a sé... come era difficile accettare il fatto che lei volesse a tutti i costi combattere, partecipare alla battaglia che si sarebbe tenuta al Festival del Fuoco... ma in qualche modo avrebbe dovuto farlo.

"Capisco le tue ragioni, vuoi fare la tua parte. Ma promettimi ancora una volta di fare attenzione...", si staccò leggermente da lei per poterla guardare negli occhi, "...devi dirmi altro?".

La giovane si perse per un momento nelle grigi iridi di lui... ogni volta che le ammirava era come se fosse le prima, e il suo cuore perdeva puntualmente qualche battito.

Non poteva tacere ancora, il dottore doveva sapere.

"Sì, devo dirti una cosa...", iniziò incerta.

Stava per proseguire quando un leggero bussare allo stipite della porta attirò la loro attenzione: era Franky, li voleva informare del fatto che Sanji era sparito.

"Non vorrai dire che...", la ragazza lasciò in sospeso la frase.

Il cyborg sospirò.

"Credo di sì Gwennie, Sangoro sarà andato alla ricerca delle terme femminili! Figurati se non desidera provare il suo nuovo potere per spiare le donne nude!!! Qualunque uomo lo farebbe!", poi, notando l'espressione non propriamente benevola della giovane, aggiunse, "Sì, insomma ecco...beh è andato!".

Abbassando lo sguardo sul tatami, Gwennie espresse a voce alta la speranza che il cuoco non si facesse notare in qualche modo sconveniente, la situazione era già abbastanza complicata così com'era.

Mentre si avviarono per raggiungere Usopp, capì che anche quell'occasione di parlare con il chirurgo era svanita e che, molto probabilmente, non ne avrebbe avute altre.


Circa dieci minuti dopo, Gwennie si stava lavando il viso con la poca acqua pulita che Tonoyasu, uno strano abitante di Wano sempre disposto ad aiutare tutti, era riuscito a fornire ai suoi ospiti.

L’uomo, precedentemente, aveva dato una mano anche a Zoro, il quale si era perso per le campagne come suo solito...una volta arrivati al villaggio però, lo spadaccino si era accorto della sparizione di una delle sue preziose katane.

"Lo avete mancato davvero per poco!", aveva spiegato il buffo ometto, "si era sdraiato proprio dove siete voi adesso, su questo tatami per riposare un poco...ad un tratto si è svegliato gridando: ne manca una!!!".

Asciugando il viso con l'aiuto di un piccolo asciugamano rosso, la ragazza pensò ad uno Zoro arrabbiato che correva alla cieca per il paese...era terribile, già si perdeva in un ambiente circoscritto come un sottomarino, figuriamoci in una nazione grande come quella dove di trovavano adesso.

Sospirò mentre scioglieva i capelli e cercava di dare loro un senso passando tra le varie ciocche le dita affusolate.

In realtà Zoro poteva cavarsela benissimo, era inutile che continuasse a mentire a se stessa...la causa della sua preoccupazione era ciò che lei e Kiku avevano fatto.

Subito le era sembrata una buona soluzione per permetterle di essere finalmente di aiuto, ma dopo la piccola emorragia che aveva avuto, non ne era più così tanto sicura... anzi.

E poi il fatto di avere agito senza consultare Law le dava fastidio in modo assurdo...ma purtroppo in quel momento, alle rovine di Oden circa una settimana prima, lui non era stato presente...era dovuto andare a cercare di impedire a Rufy di creare confusione in città.

Afferrò i due nastri gialli e neri, raccolse i capelli sulla nuca cercando di fare una coda bassa... mentre si dava da fare, riportò la mente ai fatti accaduti quel famoso giorno.

Aveva avuto la crisi peggiore della sua vita, era stata decisamente male ma le cose si erano dimostrate diverse dal solito: i dolori al petto l'avevano brutalmente squarciata mentre la febbre le aveva fatto pulsare la testa, dandole l'impressione che stesse per esplodere a momenti.

All'improvviso che si era resa conto di essere in fin di vita.

Sarebbe morta di lì a poco, senza vedere Law per un'ultima volta, senza sentire la sua voce...senza poterlo salutare.

Aveva pianto in silenzio.

Poi il buio l'aveva misericordiosamente avvolta tra le sue braccia e in quel frangente, che a lei era parso breve ma che in realtà era durato parecchie ore, tutti i dolori erano sembrati meno acuti, fino quasi a sparire del tutto.

In realtà, meno dolore sentiva, più si avvicinava alla morte.

Ad un tratto era riuscita ad aprire gli occhi, era rimasta sola in quella grande stanza, intorno a sé non riusciva a vedere nessuno...aveva provato a chiamare qualcuno con tutte le poche forze che aveva.

Non molto tempo dopo era comparsa Kiku, la guerriera e Gwennie avevano avuto modo di stringere amicizia appena la pirata era arrivata a Wano.

"Ti prego Kiku...fallo...", aveva pregato la ragazza sofferente con un filo di voce, cercando di muovere la mano tremante.

"O-Gwennie ne abbiamo parlato...non sarebbe una soluzione. Il tuo male avanzerebbe ugualmente, solamente che tu non ne sentiresti gli effetti per un certo numero di giorni. Finito il tempo saresti travolta dai sintomi che non hai patito e credo...credo che potresti soccombere", mentre parlava aveva cercato di sistemare il canovaccio umido sulla fronte bollente dell'amica.

"Morirò tra poco...senza poterlo vedere...un...un'altra...volta...", gli occhi colmi di lacrime mentre il petto sembrava andare a fuoco, "...per favore...lui mi può salvare...ci serve solo un'informazione che potremo...trovare qui a Wano...una volta finito tutto...ma se morirò qui, adesso...".

Kiku aveva fatto un gesto con la mano come per chiederle di fare silenzio.

Quando Kin'emon era giunto a Wano portando con se degli alleati, la guerriera era stata subito diffidente, non conosceva quelle persone e nel suo paese gli stranieri non erano sempre benvoluti.

Dopo qualche giorno dal loro arrivo, Kiku aveva desiderato conoscerli meglio, la curiosità aveva vinto sul timore, e così aveva deciso di avvicinarsi all'unica ragazza presente nel gruppo.

Gwennie era stata molto cordiale e semplice, tra di loro si era instaurato quasi immediatamente un rapporto di amicizia, e durante una delle loro chiacchierate, la pirata si era confidata con Kiku, parlandole del virus e della nuova speranza che si era prospettata nel suo orizzonte.

La giovane di Wano era rimasta amareggiata nel sentire le dolorose parole della sua nuova amica, aveva desiderato poterla in qualche modo aiutare e così le aveva svelato di conoscere una tecnica antica usata dai samurai durante gli scontri più cruenti ma anche importanti.

"Capitava che i samurai, anche quelli più valorosi, si trovassero fisicamente provati nel bel mezzo della battaglia. Fu per evitare che i guerrieri perissero nel mezzo delle faide che fu studiata la tecnica di cui ti parlerò adesso: permette al corpo di non accusare i sintomi delle ferite, dei colpi e dei vari malesseri che possono comparire...questo effetto dura per alcuni giorni, tutto dipende dalla forza d'animo della persona alla quale è stata applicata la digitazione. Se il guerriero perde la concentrazione, la tecnica perderà effetto...ma se sarà così abile da ritrovarla, allora anche il benessere continuerà. Per mettere in atto tutto questo, io dovrei premere alcuni punti particolari del tuo corpo...", aveva parlato tranquilla, senza rendersi conto di ciò che aveva scatenato nella sua interlocutrice.

Gwennie le aveva chiesto di provare su di lei la tecnica, desiderava così tanto stare bene per aiutare i suoi nakama.

Kiku aveva ribadito la pericolosità del Do-In, ovvero il nome di questa antica arte, soprattutto quando veniva applicata su un fisico già gravemente provato, e si era quindi rifiutata di accontentare la giovane.

Alle rovine del castello di Oden, però, la situazione era cambiata...la guerriera aveva intuito che la morte stava paurosamente bussando alla porta della pirata e, agendo d'impulso, aveva messo in atto la particolare tecnica.

Le erano bastati pochi minuti, il sollievo era intervenuto quasi subito permettendo a Gwennie di riprendere le forze per mezzo di un profondo sonno ristoratore...in quel momento entrambe si erano sentite sollevate e speranzose.

Ma adesso, fuori da quella piccola abitazione fatiscente nel villaggio di Ebisu, la ragazza si chiese se sarebbe stata in grado di usare al meglio l'opportunità che le aveva dato la sua amica: era bastata la rassicurante presenza di Law per farle accusare qualche preoccupante sintomo, con lui accanto aveva involontariamente abbassato la guardia.

Finì di sistemarsi i capelli legando due fiocchi belli stretti.

Da quel momento in poi non si sarebbe più permessa di compiere un errore tale, la sua forza combattiva, seppur nettamente inferiore a quella di altri guerrieri dell’alleanza, l’avrebbe aiutata a mantenersi completamente concentrata.

Buonsalve a tutti!!!!
^.^
Ecco a voi il capitolo!
Un bacio grosso!!!
BV

 

   
 
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