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Autore: madamina    24/07/2009    8 recensioni
Si dice che la villa fosse abitata dai fantasmi di tre ragazzi.
Si dice che due di loro andarono incontro a morte violenta.
Si dice che la ragazza che era con loro quasi impazzì dal dolore e si rinchiuse nella villa.
Si dice che dalla villa non sia mai più uscita.
Un Draco Malfoy ormai disincantato e deluso dalla vita, incontra di nuovo il Trio Grinfondoro. Ma molte cose sono cambiate dai tempi di Hogwarts, lui per primo. E forse cercando di riportare alla luce l'Hermione Granger che conosceva riuscirà anche a ritrovare sé stesso…
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Fantasmi 5

Piccola premessa: Inizialmente avevo pensato questa storia come una one-shot, ed era composta da questo capitolo e da una parte del primo. Poi ho ritenuto che fosse il caso di approfondire il percorso interiore di questi due ragazzi, e così ho scritto anche i tre capitoli centrali. Tuttavia quando si è trattato di adattare questo ultimo pezzo al resto della storia, ho deciso di restare fedele alla me stessa che in un momento di difficoltà aveva scritto tempo addietro questo capitolo. Questo è il motivo per cui ci sono delle ripetizioni o delle parti apparentemente discordanti.

Detto questo vi auguro buona lettura, e vi rimando allo spazio autore a fondo pagina ^^

Il Castello dei Destini Incrociati

Draco le propose un nuovo libro, di uno scrittore italiano, Italo Calvino.
"Vedrai Mezzosangue, questo libro ti piacerà, è molto particolare" le disse  mostrandole il tomo, preso da una specie di euforia.
"Di cosa si tratta?" chiese ovviamente incuriosita tentando di sbirciare il titolo attraverso l'oscurità che per lei che ci viveva ormai da anni non aveva più segreti.
"De 'Il Castello dei Destini Incrociati'. E' una serie di storie narrate interamente attraverso i tarocchi. So che hai abbandonato Divinazione quando eravamo ad Hogwarts, ma ti assicuro che questo libro vale davvero la pena di leggerlo!".
"Ma tu l'hai già letto?"
"No..." rispose spiazzato il ragazzo.
"Allora come fai a sapere che ci piacerà?"
"Beh intanto perché la narrazione con i tarocchi, che sono rappresentati nel libro con bellissime illustrazioni a colori, è qualcosa di davvero particolare. E poi si tratta di racconti cavallereschi, e mi era sembrato di capire che ti piacessero..." concluse con una nota di incertezza nella voce, che Hermione trovò tenera.
"Dai mi hai incuriosita - esordì allora la ragazza con un nuovo entusiasmo - Inizia a leggere".
"Ai tuoi ordini!" le rispose divertito. Accese la punta della bacchetta, aprì la pesante copertina di pelle ed iniziò a leggere ad alta voce per sé e per la sua Mezzosangue la storia.

In mezzo a un fitto bosco, un castello dava rifugio
a quanti la notte aveva sorpreso in viaggio:
cavalieri e dame, cortei reali e semplici viandanti.

Le prime parole avevano qualcosa di familiare per lui. Si sentiva come se tutte le sue angosce, le sue paure fossero una notte oscura che era calata su di lui sorprendendolo ancora troppo giovane e fondamentalmente impreparato a tutto ciò che aveva dovuto affrontare, avvolgendolo nelle tenebre, nelle quali aveva vagato finché non era entrato nella villetta dove aveva trovato un tenue filo di luce ad illuminargli la via.

Passai per un ponte levatoio sconnesso,
smontai di sella in una corte buia,
stallieri silenziosi presero in consegna il mio cavallo.
Ero senza fiato; le gambe mi reggevano appena:
da quando ero entrato nel bosco tali erano state le prove
che mi erano occorse, gli incontri, le apparizioni, i duelli,
che non riuscivo a ridare un ordine né ai movimenti né ai pensieri.


La sua anima era uscita stremata dalla guerra. La paura, l'angoscia, la solitudine, erano tutte emozioni che a poco a poco l'avevano straziata, strappandone brandelli sottili che erano andati ad ammucchiarsi sul falò della vanità di Voldemort. La sua corazza non era abbastanza resistente per proteggerlo da tutto quell'orrore e lui ne era stato travolto. Continuava a rivivere tutti i momenti più duri nei suoi pensieri, nei suoi incubi, da cui si svegliava sempre spossato sia fisicamente che, e soprattutto, psicologicamente. E quando ormai si era rassegnato a vivere una vita buia e vuota, era capitato in quella villetta.
Il destino aveva messo sulla sua strada un'altra anima lacerata che aveva bisogno del suo aiuto, a cui lui si era aggrappato ed era riuscito ad intravedere una tenue luce in tutto quel buio: la speranza. Speranza che per lui ci fosse ancora una possibilità, che tutto fosse ormai veramente finito, che qualcuno lo potesse accettare e gli potesse voler bene per ciò che era veramente. Speranza che anche lui nella vita potesse fare qualcosa di buono.
Gli occhi e la bocca proseguivano nella lettura, ma si vedeva chiaramente che la mente era da tutt'altra parte.
Più volte Hermione fu sul punto di allungare una mano e fare una dolce carezza al viso del ragazzo, per fargli capire che lei gli era vicina. Che capiva il suo turbamento e lo condivideva pienamente. Ma si ritrasse sempre appena in tempo. Non le era permesso un tale gesto nell'esilio in cui si era volontariamente reclusa. E lei non era pronta. Soprattutto ad affrontarne le conseguenze.
Intanto Draco aveva finito di leggere il capitolo introduttivo.
"Tocca a te" le disse con un certo turbamento nella voce. Hermione restò muta, persa di nuovo nei suoi pensieri.
"Se non ti va continuo io, però" insistette lui sperando che la ragazza non fosse rimasta così turbata da ricadere nello stato catatonico in cui l'aveva trovata settimane prima. 
"No... no - sembrò quasi risvegliarsi - hai ragione, ora tocca a me".
Non poteva sapere Draco che tutto il turbamento di Hermione non derivava dal proprio dolore, ma dalle riflessioni sulle prove che Draco aveva dovuto affrontare nel suo passato. Anche lui aveva perso molto in quella guerra maledetta. Hermione si riscosse totalmente dai suoi pensieri ed iniziò a leggere la Storia dell'ingrato punito che si snodava attraverso un percorso di tarocchi che narrava la storia che stavano leggendo. Il racconto fu breve come del resto lo erano tutti quelli che componevano la raccolta. Così Draco a sua volta si schiarì la voce ed iniziò a leggere la Storia dell'alchimista che vendette l'anima. Si trattava in pratica di una rivisitazione della storia del Dottor Faust, riletta attraverso i tarocchi.
Le ultime frasi del racconto furono però devastanti per Draco, già duramente provato nell'anima.

- Hai paura che le nostre anime caschino nelle mani del Diavolo? - avrebbero chiesto quelli della Città.
- No: che non abbiate anima da dargli.


'Che non abbiate anima da dargli'. E lui ce l'aveva un'anima? Guardandosi indietro non ne era poi così convinto. Tutto il male fatto, le offese e le ingiurie inflitte, le cattiverie gratuite. Tutto in nome di un ideale di purezza del sangue. Qualcosa che si era sciolto tra le sue mani come neve al sole, lasciandolo vuoto e solo.
Una lacrime scese dai suoi occhi e lui si affrettò a spengere la bacchetta. Gesto infantile: i fantasmi non hanno bisogno di luce per vedere. Ma in quel momento si sentiva fragile e indifeso come il bambino che era stato per troppo poco tempo.
La vista gli si sfocò così poté solo vedere il movimento indistinto dei due aloni luminosi sul fondo della stanza, che si allontanavano lasciandolo solo. Chiuse quindi gli occhi e numerose stille cristalline percorsero il suo viso portando a poco a poco in superficie quella cappa di dolore, sofferenza, angoscia che aveva imprigionato la sua anima, ammesso che ne avesse una. Lentamente tutto veniva dilavato da quelle gocce che dopo una lunga caduta si andavano ad infrangere sulle pagine del libro che tanto aveva scavato dentro di lui.
Una voce melodiosa e piena di affetto lo carezzò.
"Tranquillo Draco, tu un'anima ce l'hai. E lo stai dimostrando adesso. Qualunque cosa tu possa aver fatto in passato, mi sembra che l'abbia scontata anche troppo duramente".
E finalmente si decise. allungò la sua mano verso il viso di Draco, carezzandone la superficie liscia e morbida con il dorso delle dita.
Draco provò una sensazione inaspettata. Non il gelo portatore di brividi propri della carezza di un fantasma, ma il tepore dolce del tocco di un essere umano.
Si girò sulla poltrona, ma al buio non poté distinguere nulla se non il contorno chiaro della sagoma alle sue spalle.
Lentamente Hermione fece il giro della poltrona e si portò di fronte al ragazzo, poi gli si sedette in braccio e lo abbracciò con amore. Draco si sentì avvolto da un calore sconosciuto che era un balsamo per il suo cuore.
"Ma tu..." tentò di dire ma fu subito zittito da un dito che Hermione gli pose sulle labbra.
"Shhh, non fa niente" gli disse in un sussurro dolcissimo.
Si lasciò allora andare contro il petto della ragazza, nel quale poté distintamente sentire battere un cuore, forse malandato ma sicuramente vivo.
Pianse in silenzio tutto il suo dolore, il suo strazio, inzuppando di lacrime la candida veste a contatto con la sua pelle, ma non importava. L'unica cosa che gli importava in quel momento era aver trovato qualcosa che ricucisse gli strappi della sua anima e lenisse le ferite del suo cuore. In quel momento erano due anime che trovavano conforto una nell'altra.
Presto infatti fu il turno di Hermione di affrontare il suo dolore, che l'aveva relegata nell'ombra per tutto quel tempo.
Le sue lacrime, calde e salate, si unirono a quelle del ragazzo che stava abbracciando, che a sua volta la strinse forte a sé come a comunicarle forza, a darle sostegno, a farle capire che era lì con lei e che non l'avrebbe lasciata.
Quando finalmente si staccarono si sentirono rinfrancati nell'anima, avevano trovato sfogo nel dolore dell'altro e facendosi forza tra loro, erano riusciti a fare il primo passo verso il cammino della guarigione.
"Alzati" disse Draco, velocemente lei eseguì.
Il ragazzo la prese per mano e si diresse verso la porta d'ingresso. Quella mano non di un fantasma ma di un essere umano che schiacciato dal dolore si era chiuso in sé stesso fino a diventare meno reale di un'ombra.
Draco uscì nella piena luce del sole, i cui raggi gli baciarono la pelle del viso ancora leggermente arrossata dalle intense emozioni appena provate.
Mosse un altro passo verso l'aria aperta, verso la libertà, ma così facendo perse la presa sulla mano della ragazza che si era fermata al limite dell'ombra che regnava all'interno della casa.
Disorientato Draco si girò e guardò la sagoma indistinta di Hermione di cui distingueva soltanto il luccichio degli occhi. Le tese le braccia.
"Hermione, vieni da me". Non Mezzosangue, non Granger, ma Hermione. Aveva riconosciuto in lei un suo simile e le avrebbe aperto l'anima se solo si fosse fidata di lui.

"Non posso uscire"
"Perché?"
"Mi dissolverei"
"Ti stai già dissolvendo. Stando qui dentro. E se non ti sbrighi ad uscire, scomparirai del tutto".
Hermione fece un passo ed entrò nella luce.
Il fantasma gli aveva detto il vero. Si stava dissolvendo.
Al suo posto stava invece tornando alla vita la ragazza fatta di carne e ossa.
Gli occhi, ormai da troppo tempo abituati al buio, erano feriti dall'accecante luce solare.
La pelle, che fino a quel momento era stata esposta al freddo e all'umidità, dava la sensazione di essere trafitta da migliaia di aghi roventi.
Il naso, ormai assuefatto al tanfo di chiuso e umidità che aleggiava all'interno della villetta, bruciava per quell'esplosione di profumi estivi.
Le orecchie, ormai sensibili al silenzio spettrale, ai rumori provenienti dall'esterno ed alla voce bassa e pacata del ragazzo, erano martellate dal suono incessante e prorompente di tutto ciò che la circondava.
Eppure sentiva un formicolio nelle vene. Sentiva il sangue ricominciare a fluire in tutto il corpo, come se fino a quel momento fosse rimasto inerte spettatore di ciò che succedeva, come se solo in quel momento il cuore ricominciasse a battere dopo tanto tempo.
E faceva male. Maledettamente male.
Sentiva la vita invadere il suo corpo ed i suoi sensi risvegliarsi.
Piacere e dolore si mescolavano insieme.
Erano sensazioni. Belle o brutte, ma erano sensazioni, ed era lei a provarle.
La Natura si stava riappropriando di una sua creatura che troppo a lungo era rimasta relegata nelle tenebre del regno dei morti senza però appartenergli davvero.
Si portò una mano a proteggere gli occhi ancora troppo sensibili, mentre sul viso di un pallore spettrale spiccava il rosso delle guance che si andavano colorando.
La patina opaca che per così tanto tempo l'aveva avvolta, si stava dissolvendo al sole, ricacciando il fantasma nell'oscurità da cui veniva e restituendo la ragazza alla vita a cui apparteneva.
Era ancora ferma sulla soglia però, incerta se muovere un altro passo che avrebbe reso definitivo il distacco con quello che fino a quel momento era stato il suo mondo.
Draco le tese una mano che lei rimase a lungo ad osservare incerta sul da farsi. Adesso la luce la tentava e la richiamava, come una falena. Rischiava di bruciarsi.
L'ombra la attirava, rifugio sicuro in cui aveva trovato asilo. Ma rischiava di non riuscire più ad uscirne, e non era sicura di volerlo fare.
Draco le tese di nuovo la mano con un gesto deciso. Un ordine non verbale a cui lei in quel momento non aveva la forza di opporsi.
Volle fidarsi e tremante tese la sua mano fino a sfiorarlo. Draco strinse la mano e con uno strattone attirò a sé Hermione, stringendola in forte abbraccio da cui non l'avrebbe più lasciata tornare indietro.
Se lei aveva ancora dei dubbi, la decisione l'aveva presa lui, strappandola definitivamente al passato di ombre in cui si era rinchiusa.


abcdabcdabcdabcdabcdabcdabcdabcdab


Nel giardino di Villa Malfoy, in mezzo ad una vegetazione rigogliosa, Narcissa seduta su una panchina di marmo guardava verso Draco ed Hermione che stavano giocando a rincorrersi sotto i caldi raggi del sole. Su una collina in lontananza che dominava la scena, all'ombra di un salice piangente, i fantasmi di Harry e Ron osservavano compiaciuti la scena.
"Non credevo che il Furetto ci sarebbe riuscito" disse sarcastico Ron.
"Te l'avevo detto invece. Aveva accettato la sfida ed avrebbe fatto di tutto per vincerla".
"Va bene, loro hanno avuto il loro lieto fine, ma ora noi che facciamo?"
"Beh, in effetti... potremmo continuare a starle silenziosamente accanto. In fondo non abbiamo altri programmi per l'eternità" gli rispose con amara ironia.
"Ti sbagli Harry" disse dolcemente una voce.
Si voltarono e videro il fantasma di Lily Evans Potter guardare con amore immenso gli occhi di suo figlio.
"Già, fratellino" disse il fantasma di Fred che era apparso accanto a quello della donna, che continuò: "Il vostro compito qui è finito,ora siete pronti per lasciare questo mondo definitivamente".
"Ma io - disse titubante Harry - credevo che avendo rinunciato a passare subito dovessimo restare qui".
"Non è così, voi non siete passati perché sentivate di avere ancora un compito in sospeso, non perché avevate paura di morire. Ora la vostra "missione" è compiuta e siete pronti per venire con noi".
In quel momento Draco ed Hermione sollevarono lo sguardo verso la collina, riconoscendo immediatamente le quattro figure che si trovavano sotto il salice ed intuendo immediatamente il  significato di ciò che stava succedendo. Harry e Ron si volsero verso la casa e con la mano salutarono i due ragazzi che felici gli restituirono il saluto.
Lily tese la mano ad Harry che la prese ed insieme scomparvero in un bagliore.
Fred si fece accanto a Ron. "Forza fratellino" gli disse assestandogli una poderosa pacca sulla schiena che se fosse stato ancora in vita gli avrebbe causato non pochi problemi respiratori.
Ron si volse un'ultima volta verso la sua amica, finalmente tornata nel mondo dei vivi che in fondo non aveva mai lasciato, nonostante quella fosse la sua volontà. La vedeva raggiante accanto all'uomo che amava.
"Si - si disse - il mio compito è davvero finito" e così fece un cenno del capo al fratello ed anche loro sparirono in un bagliore di luce.
Intanto dal basso provenivano le risate felici di due anime che si erano ritrovate ed avevano ricominciato a vivere.

Madame's Space: Bene eccomi qui a rispondervi per l'ultima volta in questa storia, che mi ha preso particolarmente, perché in un certo senso racconta un brutto periodo che ho attraversato tempo fa, quando appunto ho scritto questo capitolo, e per l'aiuto devo ringraziare il mio Draco personale ^^.

Tutti i libri che ho citato non sono stati scelti a caso, ma hanno per me un significato particolare, ad esempio "20000 leghe sotto i mari" è stato il primo libro che ho letto, "Il ritratto di Dorian Gray" è il mio libro preferito, e via dicendo. E' venuto facile poi adattarli alla storia che volevo raccontare, forse perché in ognuno di essi ritrovo una parte di me.

Passando ora alle vostre recensioni:

marygenoana: ecco l'ultimo capitolo, forse un po' banale e scontato, ma mi sembrava la giusta conclusione per il percorso per certi versi difficile e coraggioso che i due ragazzi avevano deciso di compiere insieme. Spero che non ti abbia deluso, ma come io ho superato il mio momentaccio, ho voluto concedere anche a loro due una seconda opportunità. Sarei curiosa di sapere la tua opinione anche su questo capitolo, comunque grazie per aver seguito e commentato la storia. Grazie!

_Mary: Non ti preoccupare, nessun problema, anzi mi ha fatto piacere che questa storia ti abbia incuriosita al punto di fare congetture e chiedere spiegazioni. Come hai visto la tua ipotesi era giusta, ma il vero motivo delle strane richieste di Harry era proprio quello che ti spiegato la scorsa settimana. Mi è sembrato importante sottolinearlo, perchè quando una persona si lascia andare, anche se trova un aiuto, il ritorno alla normalità deve avvenire per gradi. Hermione in quel momento era ancora una "creatura delle ombre" e non era affatto pronta ad affrontare la luce o il contatto umano. Sono contenta che ti sia piaciuto il processo di Lucius (quello per fortuna non deriva da una mia esperienza XD!) perchè mi sono immedesimata molto, cercando di vivere nella mia testa quel momento così delicato e da quello che mi dici sono riuscita nella mia impresa! Vorrei avere la tua opinione anche su questo ultimo capitolo, se hai cinque minuti di tempo, per sapere anche cosa ne pensi della storia nel suo complesso, visto che il genere introspettivo non è proprio il mio forte. Grazie per aver seguito tutta la ff!

Ringrazio infine tutte le persone che hanno letto, Obscura_Puella, lithium80, sesshoyue, valevigi1995, _Ombra_, Angel Texas Ranger e StellaPiton che hanno commentato i vari capitoli, le 13 persone che l'hanno messa tra le storie preferite:

BabyFairy
cino nero
DANINO
elety
erikucciola
Lily261
Obscura_Puella
rutix2003
sesshoyue
StellaPiton
uraniaglo
valevigi1995
_Mary

e le 17 che l'hanno inserita tra le seguite:

cino nero
Dabuz
damagedlove
elepaddy85
excel sana
Faith Princi
hEiLig FuR ImMeR
kairi4ever
Liam_Jargo
morgana85
OoOTrilli and DracoOoO
palli93
piccola_puffola
Raziel_
Sally90
thebigwolf
_Ombra__

Vi chiedo di farmi sapere se la ff nel suo complesso vi è piaciuta o meno, (nel qual caso perchè?) e vi saluto tutti quanti, sperando di ritrovarvi nelle mie prossime storie.

Grazie di cuore a tutti, madamina ^^

 

Disclaimer: i personaggi citati non mi appartengono, ma sono di proprietà di J.K.Rowling.  La storia non è scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento personale.

  
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