Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: HermioneJeanGranger97    07/06/2019    1 recensioni
"Vi starete chiedendo chi io sia, bene è la stessa domanda che mi pongo io da quando sono qui."
Questa è la storia di come l'amore possa distruggerti e salvarti.
Di come l'amicizia non sia solo un legame di conoscenza.
Di come le persone migliori possono diventare le peggiori e viceversa.
L'importante è non mollare mai, perché nella vita Never Say Never (mai dire mai).
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic
Capitolo 38

Corro. Corro e non capisco dove sto andando.
Davanti a me, dietro e ai lati, solo il buio.
Sotto ai piedi riesco a vedere delle mattonelle di un pavimento e l’unica cosa che la mia testa mi dice è di correre.
Corri senza fermarti! mi dice anche l’istinto.
Ed è quello che faccio, corro.
Ho il respiro bloccato e per quanto voglia urlare, non riesco.
E come se fossi bloccata.
Non vedo, non sento e non riesco a parlare.
Mi sento soffocare, ma che diavolo sta succedendo?
Ad un certo punto inciampo, ma non so su cosa. Cerco di rialzarmi, ma qualcosa mi blocca la schiena e io ho tanta paura.
Adesso mi sento strattonare e cerco di ritirarmi, ma proprio non riesco a muovermi.
Rose, Rose… Qualcuno mi sta chiamando.
Cerco di urlare per farmi sentire, per dire “ehi sono qui, aiutatemi!”

***
Pov Eveline


Ormai Rose era dentro l’infermeria da più di quattro ore e ancora nessuno ci aveva fatto sapere niente.
Questa mattina un’agitata Cindy mi aveva chiamato di tutta fretta farfugliando qualcosa su Al, Rose e un incidente. In un primo momento mi ero arrabbiata.
Come si era permesso Al di mandare Cindy, una sua ex, a chiamarmi? Come si era permesso di rivolgerle la parola alle sei e mezzo della mattina? E soprattutto che cavolo ci facevano insieme a quell’ora?
In un secondo luogo poi Cindy aveva parlato chiaramente e tutte le domande le avevo accantonate.
-Rose ha avuto un brutto incidente. Ha detto Al di scendere, che bisogna andare subito in infermeria-
Mi ero semplicemente infilata un maglione sopra il pigiama e le scarpe ai piedi e mi ero precipitata fuori dalla Sala Comune.
Lì ad attendermi c’era Al, bianco in volto e visibilmente scosso.

Flashback:

-Vuoi spiegarmi che cavolo è successo a Rose?- gli domando preoccupata -Pensavo fosse con Scorpius-
Ho il cuore che mi batte a mille, mentre sento già le lacrime uscire dai miei occhi. E vedere Al così preoccupato, come mai l’ho visto nella mia vita, mi agita ancora di più.
Anche lui indossa ancora il pigiama, con un maglione appoggiato sulle spalle.
-Stamattina Scorpius ci ha svegliati con forza, urlando di essersi svegliato nel bagno di Mirtilla Malcontenta nudo e dolorante.- inizia con il fiatone Al, mentre nella mia testa iniziano a formarsi trecentomila domande diverse - Sapeva benissimo che doveva esser successo qualcosa e per questo è corso subito nella Stanza delle Necessità. Lì ha trovato Rose e un altro Scorpius, con i suoi vestiti indosso-
-Un altro Scorpius? Ma che vuol dire?- la mia intenzione non era quella di interrompere Al, ma le parole mi sono uscite senza permesso dalla bocca.
Che cavolo significa? E se Scorpius in realtà si è svegliato nel bagno di Mirtilla, quello nella Stanza delle Necessità con Rose, chi cavolo è?
E Rose? Perché Rose si trova in infermeria? Che le è successo?  
Mi sta scoppiando la testa.
-Sì, un altro Scorpius. E quello vero ci ha raccontato che un secondo dopo aver dato un pugno al finto Scorpius, Rose è precipitata sul pavimento, perdendo i sensi- continua il racconto Al, con una nota di panico nella voce.
Mi lascio scappare un urlo di sorpresa e angoscia, mentre le lacrime scendono sempre più forte.
-Ha provato a chiamarla, a farla svegliare con l’incantesimo innerva, ma Rose non dava segni di vita. L’ha portata subito in infermeria e ha chiamato la Preside. Dopodichè è venuto a chiamare noi.-
Siamo a pochi metri dall’infermeria, ne vedo già la porta.
Insieme a noi arrivano anche Lily e Lys. Un senso di colpa mi attraversa lo stomaco. Non ho neanche pensato di avvisare io stessa Lily, ma subito dopo mi accorgo che sta arrivando con Lys dalla direzione da cui ci sono i dormitori di Corvonero.
Gli altri invece sono tutti radunati davanti alla porta dell’infermeria, con Madama Chips che impedisce loro l’entrata.
-Adesso basta- urla per l’appunto quest’ultima - Quando la Preside deciderà di farvi sapere qualcosa, sarà lei stessa a comunicarvelo- esclama perentoria, guardando ognuno negli occhi. Dopodichè, addolcisce il tono -So quanto siate uniti e volete bene alla vostra amica. Andrà tutto bene. Siate fiduciosi- detto questo, dopo un ultimo sguardo, apre la porta dell’infermeria e si rifugia dentro.

Fine Flashback

E dopo quattro lunghissime ore, nessuno, neanche la Preside aveva fatto la propria comparsa.
Non sapevamo ancora niente. Sapevamo solo grazie ad Hugo, che ci aveva raggiunto poco dopo, che erano arrivati i genitori, Hermione e Ron.
-Chi può fare una cosa del genere?- rompe il silenzio in un sussurro Roxy.
-Un matto- risponde Lily con rabbia. Non aveva ancora versato una lacrima, a differenza mia e di Roxy che non riuscivamo a smettere.
Esattamente come il fratello, faceva avanti e indietro, sbattendo i piedi con rabbia sul pavimento.
-Un emerito deficiente- continua sempre più arrabbiata - un emerito idiota pazzo, che deve soltanto essere rinchiuso-
-Lily calmati- cerca di dirle Lys con l’intento di abbracciarla, ma un solo rapido sguardo da parte di lei lo fa desistere.
-Non mi calmo per un cazzo. Che cosa le ha fatto che le impedisce di svegliarsi?- domanda a Lys con rabbia, quasi come se la colpa di tutto questo fosse sua.
-Non sappiamo ancora nulla- le risponde Lys restando calmo - Ha sbattuto forte la testa, magari è per quello che fa fatica a svegliarsi. Oppure, dato che ancora non sappiamo nulla - calca l’ultima frase per metterla in evidenza - si è già svegliata e le stanno facendo degli accertamenti-
-Ma che cavolo dici? Se si fosse svegliata la Preside o qualcuno ce lo avrebbe detto- gli risponde Lily, stringendo forte i pugni - E poi mi spieghi cosa ci farebbero qui gli zii? Oppure il signore e la signora Malfoy? Se tutto fosse andato per il meglio e non ci fosse niente di cui preoccuparsi, non avrebbero chiamato i rispettivi genitori- urla fino allo sfinimento Lily.
Lily ha un carattere forte, è istintiva, impulsiva, talvolta strafottente e troppo sicura di sé, si arrabbia facilmente e ha poca pazienza, insomma una degna figlia di sua madre, ma questa rabbia non sembra solo rabbia.
Magari è il suo modo di piangere. Magari è il suo modo per mandare fuori il dolore.
È una di quelle persone che non piange, non si strappa i capelli, ma urla, strilla, si arrabbia e aggredisce tutti, o bhe, in questo caso Lys.
Quest’ultimo però non sembra spaventato o arrabbiato, appare calmo, tranquillo e forse è anche questo a far infuriare Lily.
-I genitori sono stati chiamati perché qualcuno ha creato una pozione polisucco, proibita e vietata, usandola per di più su un altro studente- continua Lys sempre pacato.
-Come fai a sapere che è stata usata proprio una pozione polisucco?- domanda con voce furente Al, fermando finalmente la sua corsa.
Ci giriamo tutti sorpresi, io forse più di tutti.
Ha la faccia bassa, il corpo che trema e i pugni si stringono forte su se stessi, facendo diventare la pelle delle nocche bianca.
Per quanto fossero simili lei e Al, quest’ultimo non aveva ancora aperto bocca; aveva continuato a fare avanti indietro davanti alla porta dell’infermeria, ogni tanto fermandosi davanti ad essa per fissarla per un paio di secondi, come se potesse vederne attraverso e poi ricominciava a camminare.
-Conosci qualche incantesimo o qualche altra pozione che permette di prendere le sembianze di qualcuno?- domanda sempre con lo stesso tono Lys.
Inizia ad irritare pure me. Come fa ad essere così calmo?
-No- risponde Al sputando quelle semplici due lettere, per poi riprendere la corsa.
Mi ero avvicinata un paio di volte, ma avevo ricevuto uno sguardo fin troppo duro e distaccato, che in questo momento non riuscirei a sopportare.
La mia migliore amica era lì dentro da più di quattro ore e io non potevo fare niente. Rose è una delle persone più importanti per me e senza di lei probabilmente non riuscirei ad andare avanti.
È stata come una sorella per me, fin dal nostro primo incontro. Mi ha supportato, sopportato, protetto. Ha sempre camminato di fianco a me, senza abbandonarmi, soprattutto nei momenti più difficili, nei quali io non volevo vedere nessuno.
Lei se n’è fregata e ha buttato giù quel muro invalicabile con la sua testardaggine e la sua forza.
Vorrei avere la stessa grinta per abbattere quella maledetta porta, che adesso mi separa da lei.
Sono emotivamente distrutta e lo sguardo freddo di Al non riuscirei a sopportarlo proprio per niente.

Esattamente davanti a me un Lorcan abbattuto abbraccia il corpo di Roxy, che appare così piccola e fragile tra le sue braccia.
Una fitta d’invidia mi attraversa lo stomaco. Vorrei che Al lo facesse con me.
Lorc alza lo sguardo, come se avesse percepito il mio e mi lascia un sorrisino di scuse, rivolgendo poi uno sguardo alla figura camminante di Al.
Non dovrebbe di certo essere lui quello a scusarsi, ma il fatto che se ne dispiaccia e che mi abbia capita, mi spinge comunque a ringraziarlo con un mezzo sorriso.
-Ma non l’ha usata su Rose- continua Lily racchiusa nella sua bolla di rabbia - l’ha usata su Scorpius. Perciò che cosa ha fatto a Rose?- domanda ancora verso Lys.
Sembra quasi che nessun altro di noi esista, sembra quasi che ci sia solo lui e che solo lui possa avere le risposte.
-Questo non lo so Lily, ma non possiamo fasciarci la testa prima di rompercela-
Non pensavo che Lys potesse conoscere proverbi babbani, ma per quanto razionalmente ha ragione, c’è qualcosa dentro di me che non riesce a farmi stare calma.
-E questa chi te l’ha insegnata?- domanda Lily con lo stesso tono scontroso.
Sembra che Lys non possa dire niente, che per Lily sarebbe comunque sbagliato.
-Tua zia Hermione- risponde lui, come se stessimo parlando del tempo e davanti a se non avesse una Lily infuriata pronta a schiantarlo seduta stante.
-A nessuno viene in mente, invece, chi possa aver usato la pozione polisucco?- domanda Lorcan, che stringe ancora Roxy, che sembra essersi un pochino calmata.
Non ho ben percepito il tono o a chi si stia rivolgendo.
-Qualcuno che non ha un cazzo da fare che rompere le palle agli altri- risponde prontamente Lily, rivolgendo lo sguardo furente verso l’altro gemello.
-Io un’idea ce l’avrei- si intromette Roxy in un sussurro fragile, ma pur sempre udibile.
-Parla- si sfoga su di lei Lily, cosa che non piace per niente a Lorcan.
-Vedi di darti una calmata okay? Non sei l’unica preoccupata qui-
Sorpresa dal tono duro con cui Lorc le si rivolge, Lily fa un passo indietro, per poi abbassare la testa.
-Hai ragione- dichiara Lily sempre con lo stesso tono arrabbiato.
Probabilmente sa di aver esagerato a rivolgersi così duramente verso Roxy, ma
evidentemente non è un buon motivo per diminuire la rabbia -Non volevo rivolgermi così con te Roxy, scusami-
Roxy le rivolge un piccolo sorriso che però non le raggiunge gli occhi, arrossati e stanchi.
-Non preoccuparti- continua con tono debole - Comunque ho pensato alla persona che non ha mai sopportato Scorpius e che ha sempre voluto Rose-
Per un secondo rimaniamo immobili, anche Al si è fermato, tutti rivolti verso Roxy.
-Sheppard- esclama con la voce piena di rabbia Al.
Come abbiamo fatto a non pensarci prima? Eppure è così semplice e scontato.
-Non è fin troppo banale?- domanda Lys, fissando un punto del pavimento con sguardo quasi perso.
-Che vuoi dire?- ribatte Lorc.
-Quello che intendo è che, per il poco tempo in cui l’ho conosciuto, lo abbiamo conosciuto, mi è sembrato un ragazzo sveglio. Non penso avrebbe fatto una cosa così grave, sapendo che ci saremmo rivolti a lui- conclude Lys con fare ovvio.
E non è che abbia tutti i torti poi.
-E a chi altri ti rivolgi scusa? Ti devo ricordare tutte le volte che ha insultato Scorpius o ha insultato Rose?- domanda con la stessa furia Lily.
Penso che se Lys si fa scappare anche solo un’altra parola, Lily lo schianta davvero.
Non so perché sia così arrabbiata con lui.
Voglio dire, la rabbia che ha in questo momento è dettata anche dalla preoccupazione che ha per Rose e Scorpius, ma penso che nei confronti di Lys ci sia dell’altro, per quanto poco prima Lily abbia aggredito anche Roxy.
Eppure con lei si è scusata, mentre ad ogni parola di Lys, Lily si arrabbia sempre più.
O Santa Morgana, il cervello sta per scoppiarmi.

-Poi mi ha detto che da grande vuole fare il pozionista-

All’improvviso la voce di Rose compare nella mia testa.
È vero! Rose mi aveva raccontato che Alex da grande avrebbe voluto fare il pozionista. E, bhe, la pozione polisucco non è facile, anzi è molto difficile e chi meglio di lui avrebbe potuto prepararla?
-Rose mi ha raccontato una cosa su Alex- alzo un poco la voce, sorpresa io stessa dall’illuminazione.
-Eh dicci no?- continua Lily con questo suo tono scontroso.
Aspetto un secondo, quasi speranzosa che Al mi difenda ed impedisca alla sorella di parlarmi così, come aveva fatto Lorc poco prima per Roxy, ma anche questa volta le mie speranze sono vane.
-Mi ha detto- esclamo un poco scontrosa anche io, divisa tra rabbia, preoccupazione e anche un pizzico di gelosia - che Alex avrebbe voluto fare il pozionista da grande-
Sembrano sorpresi dalle mie parole. Ovviamente non potevano saperlo loro, non l’avrei saputo neanche io se Rose non me ne avesse parlato.
-Ecco un’altra prova- esclama con un pizzico di vittoria Lily, rivolgendosi sempre principalmente a Lys.
-Non vuol dire niente- ribatte Lys con un pizzico di superiorità, ricordandomi un po’ Rose nei primi anni di scuola, quando metteva in mostra la sua intelligenza, comportandosi da so-tutto-io.
-Io stesso, per quanto non voglia fare il pozionista nella vita, sarei in grado di riprodurre la pozione polisucco se volessi- continua Lys, alzando un poco la testa verso l’alto.
-Questa volta sono d’accordo con Lysander- ci arriva forte e chiara la voce di Al, immobile sul posto questa volta, con il volto diretto verso Lys -Tra le mie opzioni, c’è la carriera da pozionista, ma non per questo mi metto a fare pozioni proibite o vietate-
Continua a guardare gli altri quando parla, a me continua a non rivolgere neanche uno sguardo.
Anche io soffro come sta soffrendo lui, eppure non faccio altro che pensare a come possa avvicinarmi, a come possa confortarlo.
-E poi- continua sempre con lo stesso atteggiamento impenetrabile - Stamattina mentre uscivamo dai dormitori di Serpeverde, lui era sdraiato sul divano della Sala Comune, perciò non poteva essere allo stesso tempo nella Stanza delle Necessità con Rose e Scorpius-
Ecco, questo non me lo aspettavo.
Rimaniamo tutti in silenzio, storditi e scioccati dalle parole inaspettate di Al.
Forse ha ragione Lys, non sarebbe stato così sciocco da fare del male a Rose o a Scorpius, sapendo che, partendo da noi e arrivando probabilmente fino alla Preside, che sapeva degli scontri, ci saremmo tutti rivolti a lui.
Ma a questo punto, chi cavolo era stato a far loro del male?
Chi si sarebbe spinto a prendere le sembianze di Scorpius? E Rose? Che cosa aveva fatto a Rose?
E siamo al punto di partenza.
Ma per fortuna o per sfortuna, finalmente la porta dell’infermeria veniva aperta dopo quattro ore e mezza di attesa.
Come un corpo unico, ci siamo girati verso la porta e ci siamo raggruppati tutti insieme davanti al signor Malfoy, che velocissimo, ha richiuso la porta dietro di se.
-Sapevo di trovarvi ancora qui- esclama, accennando quello che Rose avrebbe chiamato ghigno alla made-in-Malfoy.
-Dicci cosa è successo Draco- esclama subito Al, rivolgendosi al padre di Scorpius in tono fin troppo confidenziale. Non pensavo che Al, figlio del gran Harry Potter, nemico dell’uomo che adesso abbiamo davanti ai nostri occhi, fosse così in confidenza con la famiglia Malfoy, con Draco Malfoy.
A me solo guardarlo mi incute quasi terrore!
-Non posso dirvi ancora qualcosa di certo, Albus- esclama con voce ferma - posso solo dirvi che Scorpius si riprenderà presto, entro domattina sicuramente potrà uscire dall’infermeria-
L’aria sembra essersi alleggerita un poco per tutti, quasi come se ci fossimo sgonfiati, liberati da un peso.
Solo che c’è un altro grande masso sopra i nostri cuori.
-La signorina Weasley invece non si è ancora svegliata e per quanto ci abbiamo provato, sembra proprio non volerlo fare. Se entro un paio di giorni non si sveglia da sola, verrà portata al San Mungo-
Cosa?
Un vortice mi attraversa lo stomaco, creando una fitta costante e dolorosa, mentre il cuore fa male, fa tanto male. Come se un pugno gli si fosse chiuso contro e stesse stringendo forte, quasi a soffocarlo.
Non riesco a vedere nulla, né la porta dell’infermeria, né il signor Malfoy, né i miei compagni, con gli occhi pieni di lacrime che hanno iniziato a scendere copiosamente.
C’è questa costante fitta di dolore che mi appanna il cervello, che non mi permette di pensare o di controllare le mie emozioni.
Mi comporto come se Rose fosse morta, ma non lo è cazzo, non lo è! Stupida cretina! Mi urlo nella testa.
Ma non riesco a far smettere questa acuta fitta che mi attraversa ogni muscolo del corpo, ogni vena, ogni filamento.
Ho questa sensazione di terrore che mi dice che la storia non è finita qua e che a Rose è davvero successo qualcosa di grave.
In questa impetuosa tempesta interiore, all’improvviso compare un accenno di calore, che arriva dalla mia mano destra.
Ci impiego fin troppo poco a capire che questo calore arriva dalla mano di Al, che finalmente si stringe forte alla mia.
-So che può essere difficile ragazzi, ma non sappiamo ancora a cosa stiamo andando incontro- mi arriva ovattata la voce del signor Malfoy -Può essere che domani mattina la signorina Weasley e Scorpius escano insieme dall’infermeria, o che la signorina Weasley ci metta un po’ di più, oppure che davvero la porteremo al San Mungo. Fatto sta che adesso non hanno bisogno di persone che piangono, tremano e si disperano, hanno bisogno dei loro amici, della forza dei loro amici e che questi amici abbiano fiducia che tutto alla fine si sistemerà, anche se magari ci potrà volere più tempo del previsto-
Punta lo sguardo su ognuno di noi, uno alla volta, come a sostenerci o a rimproverarci, non saprei dirlo con esattezza.
Poi, esattamente come è arrivato, se ne va, richiudendo alla velocità della luce la porta dell’infermeria dietro di sè.
Anche questa volta rimaniamo in silenzio, non sapendo cosa dire, cosa pensare.
Bhe, non tutti.
-Ma cosa ne vuole sapere lui?- domanda con la stessa rabbia che l’ha contraddistinta fino adesso, Lily.
-Lily adesso basta, hai stufato- le ribatte il fratello con voce fredda e dura.
-Ho stufato?- domanda Lily rossa di rabbia sul viso, con Lys alle spalle proteso in avanti, come se volesse afferrare Lily da un momento all’altro.
-Ho stufato? Io sono libera di dire quello che penso e se non ti sta bene, caro Albus Severus Potter, ti tappi le orecchie e non mi senti- continua più infuriata che mai - Inoltre se penso che il signor Malfoy non ne sappia niente e non ne capisca niente, lo dico e basta! - sbatte il piede forte contro il pavimento.
-Ne sa più di noi, dato che è il capo del reparto malattie magiche del San Mungo, ragazzina viziata che non sei altro- ribatte Al, sbattendo anche lui un piede sul pavimento, nello stesso quasi ridicolo modo della sorella.
-Echissenefrega- gli urla Lily a pochi centimetri dal viso.
-Echissenefrega di quello che dici tu- urla di rimando Al.
Oh Santo Godric, ci mancava una lita tra fratelli!
-Basta-
Mi son totalmente dimenticata della presenza di Hugo, che adesso dietro a tutti noi, immobile, con la faccia impassibile, sembra molto più grande della sua età e probabilmente anche più maturo di noi in questo momento.
-Ha ragione il signor Malfoy. Mia sorella e quell’altro non hanno bisogno delle vostre urla o dei vostri piagnistei, ma della vostra forza. E questa stessa forza dovreste darvela uno all’altro-
Rimaniamo tutti pietrificati, anche quando lui si gira e se ne va, continuando a borbottare, con la cugina Lucy subito dietro di lui.
-Scusa Al-
-Scusa Lily-



UNA SETTIMANA DOPO
SAN MUNGO: REPARTO MALATTIE MAGICHE
3° PIANO

Pov Scorpius

Tutto questo bianco è davvero nauseante. Non capisco come papà possa stare tutti i giorni in un ambiente così freddo e poco accogliente.
Eppure, se tutto andrà bene, anche io un giorno sarò qui, ad aiutare esattamente come fa lui. Probabilmente mi ci abituerò.
Ma adesso non è a questo che devo pensare!
Cinque giorni fa l’hanno spostata esattamente in questo reparto, di cui, ironia della sorte, mio padre ne è il Capo.
Forse è stata più una fortuna che sfortuna, dato che posso sapere cose che, se non fossi stato suo figlio, non avrei mai saputo.
Dopo aver esasperato la Preside e mia madre fino allo sfinimento, sono riuscito ad ottenere il permesso di venire qui oggi e venire a trovare Rose.
Ma prima, devo assolutamente passare da mio padre e farmi dire tutto, tutto quello che continuano a nasconderci.
Esattamente un paio di giorni fa ho ricevuto una lettera da mio padre in cui mi diceva che Rose si era finalmente svegliata, ma purtroppo aveva avuto gravi ripercussioni, perdendo la memoria.
Ho riletto quella lettera almeno un migliaio di volte, speranzoso che le parole cambiassero forma e che mi dicessero invece quanto Rose stesse bene e che presto sarebbe ritornata a casa.
Invece no, quelle maledettissime parole sono sempre rimaste le stesse.
Non riesco ad accettare un mondo in cui Rose non si ricordi di me, non si ricordi dei suoi amici, della sua famiglia.
Non si ricordi di quello che abbiamo passato, di quello che abbiamo fatto insieme, di quello che ci siamo detti.
Non posso accettare il fatto che lei non si ricordi quanto io la ami!
E non posso stare fermo, mentre gli adulti confabulano tra di loro e non vogliono dirci come questo sia potuto accadere.
Voglio sapere chi è stato a farle questo, a farci questo, e ridurlo a pezzettini. Finirò ad Azkaban, ma poco mi importa!
Finalmente, in questo mare di bianco candido scorgo la porta imponente di legno massiccio dell’ufficio di mio padre.
Lo riempirò talmente tanto di domande, che dovrà schiantarmi per impedirmi di sapere che cavolo è successo a Rose.
Apro la porta, senza bussare, senza pronunciare la mia presenza. Sono quasi certo che mamma abbia avvisato papà e che lui sia pronto del mio arrivo.
Proprio come immaginavo, lo trovo seduto dietro la sua scrivania elegante e professionale come lui, con in mano una tazza enorme da cui esce del fumo.
E’ seduto comodo sulla sua seduta girevole in pelle di drago nera con uno sguardo quasi strafottente, come a dire “Sapevo già che saresti arrivato”.
Sulla mia sinistra vi è una grande specchiera dello stesso legno della scrivania, all’interno della quale si possono intravedere miriadi di libri di medicina.
Sull’altro lato vi è il lettino famoso che ogni dottore deve avere. Non ho mai capito perché papà avesse voluto un lettino per pazienti, dato che, essendo il capo, gli è proibito fare visite private nel suo ufficio. Questo perchè è il luogo in cui vi sono tutti i fascicoli di tutti i pazienti del Reparto, racchiusi accuratamente in una cassettiera bloccata da una magia, posta dietro le spalle di mio padre.
La scrivania è stranamente ordinata e pulita, non vi è nessun fascicolo aperto, nessun libro da consultare, cartacce varie. Tutto fin troppo stranamente ordinato.
Un'altra prova che afferma che mio padre già sapeva del mio arrivo e che mamma parla troppo.
-Vedo che mi stavi aspettando- dico, chiudendo dietro di me la porta del suo ufficio.
-Vedo che bussare alla porta sia troppo faticoso- ribatte con tono severo.
Anche quando ero piccolo e con la mamma venivamo a vedere papà al lavoro, ho sempre avuto il brutto vizio di entrare senza bussare, abitudine che lo ha sempre fatto arrabbiare.
Piano piano ho imparato a bussare e quando non lo faccio, l’unico scopo è quello di irritarlo. E in questo momento mi va proprio di irritarlo!
-Allora? Da dove vuoi iniziare?- domando con nonchalance, mentre mi siedo su una delle due sedie poste di fronte alla scrivania.
Per quanto sia cambiato, rimane comunque un uomo che viene da una famiglia benestante e attaccata alle buone maniere. Perciò, la mia domanda diretta, senza girare intorno ai soliti convenevoli, lo irrita ancora di più.
Per questo mi guarda come se volesse strozzarmi.
-Come sta andando la giornata Scorpius Hyperion? La scuola? - risponde infatti con tono alquanto irritato.
Ahia, mi ha chiamato con tutti e due i nomi. Forse è meglio non tirare troppo la corda!
-Molto bene grazie. Tu padre?- mi arrendo a domandargli. Non voglio rischiare di irritarlo troppo, altrimenti otterrei l’effetto contrario: mi sbatterebbe col culo per terra seduta stante e con un calcio ben assestato mi rimanderebbe ad Hogwarts.
-Molto bene, grazie a te- mi sorride trionfante -Di cosa volevi parlarmi?- chiede subito dopo, prendendo un sorso dalla tazza fumante.
Non ho la più pallida idea di  cosa ci sia dentro. Puzza terribilmente pure!
-Volevo sapere esattamente, cosa hai trovato su Rose?- chiedo quasi troppo velocemente. Non vedo l’ora che inizi a parlare.
-Lo sai Scorp che non posso dirtelo, sono questioni troppo personali- risponde con un accenno di delusione - Sai benissimo che senza il permesso dei genitori non posso dirti niente-
-Papà … - sono un po’ incerto.
Per quanto la famiglia Weasley non gli stia simpatica, non mi ha mai impedito di essere amico con Al, soprattutto dopo aver saputo la sua permanenza tra i Serperverde, o con gli altri in generale.
Forse però, confidargli che sono innamorato pazzo di Rose Weasley, che ci amiamo e che stiamo insieme, sia troppo per lui.
Prima o poi glielo dovrò pur dire, ma non mi sembra questa l’occasione giusta.
-Papà è la cugina di Al, il mio migliore amico. Fa parte della famiglia del cinquanta per cento dei miei amici, i genitori stessi di Rose mi conoscono, non penso possano avere qualche problema- dico cercando di convincerlo e di pregarlo con lo sguardo -sono tuo figlio-
Sempre con la stessa tazza in mano, dalla quale esce sempre meno fumo e, per fortuna, anche meno puzza, mi lancia uno sguardo penetrante.
-Scorpius se potessi lo farei. Inoltre, non vorrei che finisse come l‘ultima volta-
Ero quasi certo che una delle motivazioni per le quali non mi dicesse niente fosse per colpa di quella faccenda.
Con lo sguardo cerco di fargli capire che non succederà un’altra volta e che non sarò così stupido.
-Non ho più undici anni papà, so come affrontare la situazione e so per certo con chi tenere la bocca chiusa e con chi no- dico con voce ferma.
Inoltre sa che lo direi solo ai miei amici, che conosce alla perfezione e che, guarda caso, fanno parte della famiglia della paziente in cura.

Lo vedo tentennare, sospirare profondamente e chiudere gli occhi.
Sembra stanco e forse lo è davvero. Mamma mi ha detto che da quando hanno portato qui Rose, papà non ha fatto altro che studiare libri su libri di malattie magiche e medicina per capire cosa le potesse essere successo. Due giorni fa si è svegliata e sicuramente potrà aver ottenuto dei risultati in più.
Questo silenzio fin troppo rumoroso viene interrotto da un barbagianni che entra all’improvviso dalla finestra aperta dell’ufficio di papà. Papà non ne sembra neanche spaventato, come se sapesse che prima o poi questo barbagianni avrebbe fatto la sua entrata. È girato completamente dalla parte di mio padre, al quale porge la lettera che ha bloccato nella morsa del becco color nero pece.
Senza esitazioni mio padre la prende tra le mani, offrendo un biscottino di ringraziamento all’animale, che un secondo dopo riscompare nell’aria fresca attraverso la finestra.
Mio padre apre velocemente la lettera e la legge con occhi veloci. Piano piano sul suo viso nasce un sorriso soddisfatto, che subito dopo rivolge nella mia direzione.
-Ecco qui il lascia passare- esclama contento.
Probabilmente il mio sguardo stralunato, gli ha fatto intuire che non ho capito niente, per questo si affretta a spiegare.
-Sapendo che saresti venuto qua e immaginando il motivo della tua visita, ho mandato una lettera ai genitori della signorina Weasley, nella quale chiedevo loro il consenso di raccontarti quello che sta passando la tua amica. Questa - dice indicando la lettera - è il via libera-
Impiego due secondi a capire le parole di mio padre e sul mio viso, sono certo, nasce un sorriso di sollievo e anche di ringraziamento verso i genitori di Rose.
Non oso pronunciare parola, per non rischiare di dire la cosa sbagliata e impedire così a mio padre di parlare.
Non sono mai stato così agitato come in questo momento.
Papà nel frattempo appoggia la lettera in un cassetto alla sua destra della scrivania e rivolge nella mia direzione una sguardo serio.
-Come sai la signorina Weasley si è svegliata due giorni fa. Non ricordava nulla di quello che era successo e non ricordava neanche il proprio nome. Ho fatto subito degli esami per accertarmi che almeno fisicamente fosse tutto apposto e, a parte una piccola botta sulla testa, dovuta probabilmente alla collisione con il pavimento dopo lo svenimento, non ha nulla di grave.
-Accertatomi che la botta ricevuta alla testa non fosse grave tanto da farle perdere la memoria, mi sono affrettato a farle esami più specifici. Nel sangue abbiamo trovato delle tracce di aconito, una pianta tossica e velenosa. L’uso di tale pianta anche nella medicina è vietata. L’ingerimento di soli 6 mg porta la morte di un uomo adulto. Come ha fatto una ragazzina così giovane a salvarsi?
Ne avrà sicuramente ingerita una quantità minima, che comunque comporta rallentamento della respirazione, ronzio alle orecchie, disturbi alla vista. Questo può essere il motivo per il quale la ragazza sia di colpo svenuta.
Ma come ha fatto a sopravvivere senza l’intervento di nessuno? È rimasta cinque giorni senza mangiare, svenuta, immobile sul letto.
-Ho esaminato centinaia di volte il sangue che le abbiamo prelevato, speranzoso che prima o poi ne venisse fuori qualcosa. Ho trovato piccolissime e quasi inesistenti tracce di Valeriana e acqua di fiume di Lete. La Valeriana come saprai è una pianta naturale che viene usata dai babbani per favorire il sonno e nella medicina come calmante naturale. In netto contrasto con l’aconito dunque.
Infine abbiamo l’acqua del fiume Lete. Ho fatto delle ricerche e ho scoperto che dal greco Lete significa oblio, dimenticanza. Per quanto riguarda invece Virgilio, poeta romano scrittore dell’Eneide, Lete è un fiume in cui le anime dei defunti sono pronte ad entrare nuovamente in corpi terresti. Se si parla invece di Dante, poeta e scrittore della Divina Commedia, Lete è un fiume collocato  sulla cima del Purgatorio, che ha la capacità di cancellare definitivamente il ricordo e qualunque traccia di peccato.
-Sono arrivato dunque a due conclusioni. La prima è che chiunque le abbia fatto ingerire l’aconito non aveva intenzione di ucciderla, ma di avvelenarla, indebolirla, per questo motivo la dose sarà stata la minima sopportabile.
La seconda è che la Valeriana e l’acqua del fiume Lete hanno in qualche modo a che fare con il sonno, con la dimenticanza e con la memoria. E subito dopo mi sono preso a schiaffi, perché sviato dall’aconito, non mi sono subito reso conto che sia la Valeriana che l’acqua del fiume Lete fanno parte della pozione della Memoria.
-Quest’ultima però, come spero saprai,  ha lo scopo di accrescere la memoria, non di farla perdere e che il terzo ingrediente di cui la pozione è composta sono le bacche di Vischio.
Ho provato a cercar traccia di esse nel sangue della ragazza, ma nonostante tutti i miei sforzi, non ne ho trovato alcuna. Perciò mi sono chiesto: se sostituissimo le bacche di Vischio con l’aconito, la pozione della Memoria può invertire i suoi effetti?
Ho chiesto consiglio ad un esperto di pozioni di mia conoscenza, che mi ha confermato questa possibilità. L’aconito essendo velenoso e tossico, ha accentuato gli effetti della Valeriana e con ciò chiariamo il sonno immobile in cui la signorina Weasley sembrava esser caduta. In secondo luogo, sempre a causa dell’aconito, è accresciuto anche l’effetto dell’acqua di fiume Lete che, storicamente conosciuta come l’acqua dell’oblio, della dimenticanza e della cancellazione dei ricordi dei peccati, ha colpito duramente e negativamente la parte del cervello dedicata alla conservazione e all’immagazzinamento dei ricordi, causandone quindi la perdita e la loro cancellazione.
-Questo è quello che abbiamo scoperto fino ad adesso. Ma questa è la parte facile. Adesso bisogna capire come invertire il procedimento, trovarne la cura.
Il problema più grave è capire quanto aconito la ragazza abbia ingerito. Se avesse ingerito una quantità esagerata sarebbe morta in poche ore, dunque possiamo intuire che ne abbia ingerito il minimo indispensabile per l’avvelenamento.
Bisogna capire anche se la durata della perdita della memoria sia proporzionale alla quantità di aconito ingerito e quindi capire se una volta espulso dal suo corpo la ragazza riacquisterà la memoria. Come se fosse l’aconito il blocco, il muro che impedisce alla ragazza di ricordare.
In caso tutti questi ragionamenti siano sbagliati, ovvero l'aconito non sia la causa della perdita della memoria, come potremmo mai aiutare la ragazza a riacquistare la propria identità?
Che l’aconito sia il principale responsabile o no della perdita della memoria, è lo stesso necessario che venga espulso, rimane comunque una pianta tossica e velenosa. E anche qui ci si pone davanti un dubbio: come facciamo a tirar fuori un veleno che non ha antidoto?-
-Questo è tutto ciò che sappiamo. Queste sono tutte le domande che ci poniamo. Stiamo studiando su tutti i libri possibili, stiamo contattando tutte le persone che potrebbero darci una mano. -

Per tutto il discorso non ho osato fiatare, soprattutto perché non volevo far vedere a mio padre le lacrime che inevitabilmente, parola dopo parola, hanno iniziato a scendere sul mio viso.
Chi può essere così crudele da rischiare di ammazzare una ragazza così giovane?
Che male poteva aver mai fatto Rose per meritarsi così tanta cattiveria?
-Scorpius- sento la voce di mio padre dispiaciuto, ma non ho ancora il coraggio di alzare la testa.
-Voglio stare due minuti da solo per riflettere-
La mia voce non sembra neanche la mia. È completamente distrutta dal dolore che provo in questo momento. Non ho mai provato così male nel cuore.
E forse è proprio per questo che, alzatomi dalla sedia e direttomi verso la porta, non ho avuto il coraggio di guardare mio padre negli occhi. Non voglio che sappia quanto questo mi faccia male. Non voglio che questo dolore accecante che provo possa distrarlo dal suo lavoro.
-Scorpius- mi blocca la voce ferma di mio padre, mentre con la mano sopra la maniglia, apro la porta del suo ufficio.
-Non credere che io non abbia capito cosa provi per lei. Non credere che tuo padre sia cieco. Non credere in alcuno modo che io possa essere influenzato da ciò. Non credere che io non sappia scindere il mio lavoro di Medimago con il mio essere padre, protettore, confidente.- continua addolcendo il tono -Sono tuo padre prima di tutto e ogni volta che tu avrai bisogno di me, sappi che io sono qui-
Mi avrebbero fatto piacere le sue parole se non fossi stato accecato da tanto dolore.
Decido dunque di aprire completamente la porta e andarmene.
Ho solo voglia di stare da solo.



ECCOMI DI NUOVO QUI RAGAZZE/I
SONO TORNATA ABBASTANZA IN FRETTA NO? IN QUESTO CAPITOLO SPERO DI AVERVI FATTO CAPIRE COME ROSE SIA FINITA IN QUELLO STATO! ADESSO PENSO INIZI LA PARTE PIU' BELLA!
FATEMI SAPERE CHE NE PENSATE RAGAZZUOLI!
AL PROSSIMO CAPITOLO!
UN BACIO,
HERM:*


   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: HermioneJeanGranger97