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Autore: MatsuFla    08/06/2019    2 recensioni
E se esprimendo un desiderio ad un stella cadente questo si avverasse catapultandoti in una nuova vita completamente diversa?
È quello che è successo a Mickey, o forse no?!
Ispirato al film "The Family Man" (*)
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Gallagher, Mickey Milkovich
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Cap 2/8 - Primo Giorno - parte seconda

"Avevo detto a Etta che doveva sistemare queste macchine più spesso." Esordisce Vlad dopo aver ispezionato la lavatrice per qualche minuto.
"Puoi ripararla?"
"Posso cambiare i tubi e le guarnizioni. Dovrebbe durare un paio di mesi, ma è una soluzione temporanea. Il vero problema è la pompa."
"Quanto costa?"
"Questa lavatrice è vecchia, non ho più i pezzi di ricambio. Ti conviene ricomprarla nuova."
"Quanto costa? Cinquecento dollari?"
"Per quelle domestiche magari, queste sono professionali, costano tremila dollari l'una."
"Porca troia, sul serio?"
"Quelle più scarse. Vuoi che controlli le altre macchine?"
Si, come ti pare, sai che me ne frega..."
Non vedo l'ora che questa stronzata finisca, sono passate solo poche ore e già ne ho le palle piene. Non so se riuscirò a rimanere tre giorni qui senza uccidere qualcuno!
"Buongiorno Etta!" La voce di Fiona risuona squillante nella stanza.
"Ciao Sandy. C'è del caffè nel retro." 
"Fantastico."
"Credevo ti chiamassi Fiona." Dico un po' stupito dal fatto di aver ricordato male.
"Molto divertente, Mickey! Sandy è sua sorella. È morta anni fa."
"Dimmi, Sandy... dato che lavori in una tavola calda perché cazzo vieni qui a scroccare il caffè?" Non cerco minimamente di nascondere la mia irritazione.
"Il vostro è più buono!"
Metto su un ghigno infastidito ma prima di poterle rispondere un suono stridulo attira la mia attenzione e risparmia alla simpaticona una bella strigliata.
"Lo senti questo rumore?" Mi chiede Vlad sbucando da dietro una lavatrice.
"Tu che dici?!" Il tono irrimediabilmente scoglionato.
"La cinghia deve essere sostituita, i tubi di scarico sono andati. Dovrai sostituire quasi tutte le macchine nei prossimi anni. Ti consiglio di iniziare subito con un paio."
"E spendere seimila quattrocento dollari?"
"Ho fatto uno sconto sulla manodopera." Dice cercando di rabbonirmi.
"Quell'uomo è un ladro. Le lavatrici vanno benissimo." Ringhia Etta contro il tecnico che sembra quasi abituato e rassegnato ad essere insultato dalla mia dolce metà.
"Ti dà del filo da torcere, eh?" L'uomo si rivolge a me con un sorriso di compatimento, poi dirigendosi verso l'uscita continua...
"C'è puzza di gas vicino al contatore sul retro. Chiama la compagnia del gas, manderanno subito qualcuno."

          

Uscendo porge un saluto ad Etta che ricambia facendogli un gestaccio e per un momento mi compiaccio di essere suo marito... ma solo per un momento... fino a quando lei non apre bocca e rende di nuovo tutto fottutamente strano e ripugnante.
"Oh, pasticcino, mi massaggeresti le ginocchia? Mi fanno tanto male."
"Te lo puoi scordare, cazzo!" Ringhio con un'espressione di schifo stampata in faccia.
"Ma come, niente siparietto oggi?" Squittisce Fiona con aria sorpresa.
"Di che cazzo parli?"
"Ma si, il solito 'Mickey&Etta Show' con tutte quelle rivoltanti battute sulla vostra mirabolante vita sessuale!"
"Mi stai prendendo per il culo per caso?" 
"Mi sarei aspettata una risposta del tipo... certo che ti fanno male dato che ti ho tenuta in ginocchio tutta la notte!"
Lei ride di gusto mentre io rimango pietrificato dal disgusto che mi rivolta lo stomaco.
"Cristo, il Mickey di questa linea temporale deve essersi fottuto il cervello!"
"Cosa?" Squittisce un po' confusa, probabilmente convinta di aver capito male a causa delle risate che non le hanno permesso di prestare troppa attenzione, ma io scuoto la testa invitandola a lasciar perdere.
"Mickey, c'è qualche problema? Sei strano oggi, cioè... più del solito."
"Si, sei tu il mio problema! Per caso eri insoddisfatta per non essere riuscita a farmi esplodere la testa con le tue chiacchiere questa mattina in macchina e sei venuta qui a completare l'opera?"
Mi rivolge un sorriso di biasimo senza però arrabbiarsi, anzi, subito si addolcisce e mentre inizia a piegare dei vestiti puliti accatastati su una lavatrice continua...
"Devo ammetterlo, Mickey... non l'ho mai vista più felice da quando la conosco. Tu che le fai il bucato, le organizzi le visite mediche, le compri il cibo..."
Le parole di Fiona suonano per me come una tortura. Non posso fare a meno di chiedermi cosa mai abbia potuto spingere il me stesso di questa linea temporale a prendere una decisione simile, per quanto possa fare schifo la mia vita la preferisco comunque a questa in cui faccio il baby sitter ad una vecchia che magari di notte allunga le sue mani raggrinzite sul mio cazzo! Fa schifo, cazzo!
"In un certo senso è come se tu fossi davvero suo marito." Continua la Gallagher.
"Come sarebbe a dire 'in un certo senso'?" Chiedo confuso.
"Ma sì, ti prendi cura di lei..."
Smetto di ascoltarla perché realizzo all'improvviso di aver avuto la risposta sotto il naso per tutto il tempo. Mi allontano pochi passi e le do le spalle mentre lei continua a blaterare, mi guardo la mano e la soluzione al dilemma è là che luccica sul mio dito tatuato a coprire la 'U' di quel 'FUCK U-UP' che trovo più sbiadito di quanto ricordassi.
~ IAN 14-10-18 ~ *
"Porca puttana, sono sposato con tuo fratello?!" Impreco qualcosa tra una domanda e un'affermazione, mi giro a guardarla completamente scioccato, rimanendo poi in silenzio con un'espressione da coglione sulla faccia in attesa che dica qualcosa.
"Ss-si." Balbetta lei visibilmente confusa.
"N-noi ci siamo s-sposati?" Continuo farfugliando, ormai del tutto fuori controllo.
"Tipo che siamo andati in comune in smoking come una coppia di vecchi froci?"
"Mickey, hai ricominciato a drogarti per caso?"
"Ma com'è possibile?" Gesticolo in modo sempre più agitato, mi porto le mani alla testa e le stringo tra i capelli per cercare di nasconderne il tremore mentre riprendo fiato.
"Beh... credo sia dipeso dal fatto che quando ti hanno chiesto se vuoi prenderlo come tuo sposo tu hai detto di si!" Risponde lei sarcastica.
Questo è anche peggio dell'essere sposato con la vecchia rincoglionita!
Un Milkovich sposato con un altro uomo, un Gallagher per giunta, qui nel South Side!
Altro che futuro alternativo, questa è pura fantascienza... se così non fosse sarei già un fottuto uomo morto! Una cosa del genere non potrebbe mai essere reale... non per me!
Il cellulare di Fiona squilla e lei schizza fuori dalla dalla lavanderia e torna al Patsy's lasciandomi qui come un idiota con il cervello completamente fottuto.

"Come va la conduttura?" Chiedo alla ragazza con il gilet catarifrangente e il caschetto giallo in testa... neanche dovesse demolire questa topaia prezzo per pezzo.
E magari lo facesse davvero!
"C'è una grossa perdita."
"Puoi aggiustarlo?"
"Noi ripariamo dal contatore alla strada, quello che c'è dal contatore in poi è una tua responsabilità. Devi chiamare un idraulico."
"Ok." Mi limito a dire io... sai che cazzo me ne frega!
Ho smesso di agitarmi per questa storia... tutta questa cazzata non ha senso!
È solo un brutto incubo che avrà fine tra poche ore... certo, le più lunghe e snervanti della mia vita... ma tutto prima o poi finisce!
Una cosa è certa... quel damerino stellare, che si è tanto divertito a mettere su questo bel teatrino, me la pagherà molto cara!
"Chiamami quando sarà aggiustata così torno a riallacciare il gas."
"Mi stai chiudendo il gas?"
"È una fuoriuscita di livello quattro. È una fortuna che non sia esploso l'edificio." Con un grosso lucchetto sigilla il contatore e va via.
"Immagino che il biglietto da visita dell'idraulico sia sulla bacheca." Mi rivolgo alla vecchia ma lei mi ignora per non perdersi neanche un secondo della merda che sta guardando. Mi avvicino alla bacheca e nell'angolo ci trovo affisso il contratto di vendita della lavanderia, inizio a darci un'occhiata e subito noto qualcosa che non mi torna.
"Ah ah... lo sapevo che qualcosa non andava! A me non sfugge nulla, sono troppo sveglia!" Per l'ennesima volta in questa interminabile giornata la voce di Fiona mi trafigge i timpani con una lama di chiacchiere che mi squarcia il cervello... e le palle!
"Etta, non mangiare il cibo per gatti!" Il tono duro della Gallagher rivolto alla cariatide che, assaporando con gusto una scatoletta alla selvaggina mista, risponde a tono.
"Non darmi ordini, Sandy!"

         

"Mickey, ti ho detto di non farle mangiare quella roba!"
Ora rimprovera anche me, ma notando la mia totale indifferenza si rassegna e lascia correre. Con un gran sorriso agita in aria una busta che sembra bella pesante.
"Ho portato il pranzo."
"Io non mangio quella merda. Wendell, perché non andiamo più a mangiare fuori?"
Questa volta sono io ad ignorarla, ancora preso dalla lettura dei fogli che ho tra le mani.
"Mickey, devi dirmi qualcosa?"
Alzo gli occhi e trovo Fiona in attesa che io dica qualcosa, ma con l'espressione di chi in realtà la riposta già la conosce. Io comunque non capisco dove voglia andare a parare e ignoro anche la sua domanda per porgergliene una più interessante.
"Perché c'è il mio nome sul contratto?"
"E di chi altri scusa? Sei il proprietario."
"Questa fogna è mia?" Le sopracciglia che mi schizzano sulla fronte per la sorpresa.
"Non dire così... per soli ottanta mila dollari è stato un affare!"
"Ottanta mila bigliettoni per questo ammasso di rottami? Cazzo, Mickey, ma che problemi hai?!" Parlo tra me e me, anzi, tra me e il me di questo futuro di merda!
"Porca puttana... gli stronzi del North Side me ne hanno offerti cento mila! Se solo rimanessi per più tempo prenderei il malloppo e scapperei a godermi i soldi in qualche posto al caldo."
"Non starai pensando di accettare, vero?" Chiede allarmata Fiona.
"Credimi, non fa nessuna differenza. Tra due giorni io-"
"Fa un'enorme differenza!" Sbraita lei interrompendomi.
"Ascolta, la donna che vuole comprare la lavanderia è Margo Mierzejewski, è la proprietaria del Patsy's e di quasi tutto l'isolato. Io la conosco bene, è uno squalo! Demolirà tutto per farci uno Starbuck o qualche altro locale da figli di papà che tu odi tanto!"
"Cosa vuoi che me ne importi di cosa ci fanno... con tutta quella grana io sarei già a Tijuana!" Rido spavaldo.
"E a Etta non ci pensi? Quanto ti ha venduto questo posto le hai promesso che avrebbe potuto continuare a vivere al piano di sopra. È da... tipo cent'anni che vive qui!"
"Non sono così vecchia! Ci vivo da quasi cinquant'anni." Protesta stizzita la vecchia.
"Avevi giurato che non avresti venduto e che avresti detto a quegli stronzi del North Side di andare a farsi fottere. Anche se tu non mi piaci preferisco comunque te a loro!"
Al mio ghigno di sdegno lei risponde con un sorriso prima di continuare.
"Sono sicura che Ian è d'accordo con me!"
"Me ne sbatto il cazzo di quello che pensa pel di carota, che si fotta!"
"Ma certo, è questo il problema! Mickey, so che ora stai dicendo cose che in realtà non pensi, lo fai sempre quando sei arrabbiato."
"Tu non sai un cazzo di me."
"So che diventi più stronzo del solito quando litighi con Ian."
"Tu stanne fuori, cazzo!"
"Mi piacerebbe... ma mi ha detto di riferirti un messaggio, visto che hai lasciato cellulare, portafogli e chiavi a casa. Quindi..." Prende lo smartphone dalla tasca e inizia a scorrere veloce con le dita, poi sorride compiaciuta e inizia a leggere.
"Non ho la minima intenzione di venirti a prendere. Fatti dare un passaggio da Fiona per tornare a casa, grandissima testa di cazzo!"
È strano a dirsi, ma sono sollevato dal sentirmi dire che almeno posso tornare. Non avrei saputo dove altro stare per i prossimi due giorni se quello stronzo mi avesse cacciato di casa.
"Poi mi ha detto di portarti del ghiaccio secco per l'occhio nero, perché è sicuro che altrimenti da solo non ci avresti messo nulla." Fiona tira fuori dalla busta del pranzo un sacchettino blu e me lo lancia, lo afferro al volo e sobbalzo al freddo improvviso sui polpastrelli.
"Nonostante tu sia un completo idiota e una grandissima testa di cazzo si preoccupa per te." Mi dice lei con un tono insopportabilmente dolce mentre io guardo imbronciato il ghiaccio ancora fumante per qualche secondo prima di mettermelo in faccia.
"Si... lui si è preoccupato di spaccarmi la faccia!" Borbotto, ormai senza troppa convinzione. Fiona mi si avvicina e posandomi una mano sulla spalla mi spinge verso l'uscita.
"Andiamo, Mickey, ti accompagno a casa da tuo marito. Quando litigate vi comportate davvero come due bambini."
"Fanculo. Devo lavorare." Protesto, ma continuo a camminare.
"Etta se l'è cavata benissimo senza di te per anni, ce la farà a stare da sola per qualche ora. Le darò un'occhiata io finché non arriva Debbie."
"Chi cazzo è Debbie?"
"Cristo, Mickey, ma che ti è preso oggi? Sarà meglio se vai a riposare un po'."

Trovo la porta di casa aperta ed entro. C'è silenzio, troppo... cosa che la gente del South Side sa bene non essere mai un buon segno. Ispeziono con cautela ogni stanza in cerca della testarossa finché, arrivato nella camera da letto dove tutta questa follia ha avuto inizio, finalmente lo trovo. Dev'essere appena uscito dalla doccia perché ha solo un asciugamano legato in vita ed è tutto fottutamente bagnato. Con questo spettacolo incredibile davanti agli occhi inizio a vedere il lato positivo del matrimonio... ovvero il lato B sodo e perfetto di Gallagher!
"Hey." Cerco di sembrare disinvolto ma la tensione mi fa tremare leggermente la voce.
"Hey." Risponde lui glaciale, senza neanche voltarsi.
"Noi... siamo sposati!?" Ancora una volta a metà tra una domanda e un'affermazione.
"Lo so Mick, c'ero anche io!" Anche lui con un tono confuso, in attesa di capire dove voglio andare a parare.
"Dove cazzo è la tua fede? Perché non la porti?" Chiedo lasciando intendere un chiaro rimprovero, senza però capire perché la cosa mi dia tanto fastidio. Lui mi guarda perplesso, apre la bocca un paio di volte senza però dire nulla, poi incerto comincia.
"È... è dall'orafo... per farla stringere, perché mi andava larga e rischiavo di perderla." Ora mi sembra di cogliere una certa sfumatura di preoccupazione nei suoi occhi. 
"Mick, ce l'hai portata tu... te lo sei dimenticato?"
Merda! Adesso sembro proprio un idiota!
"Che cazzo ti succede? T-ti senti bene?"
"Si, si... è solo che, sai... sono un po' incasinato con la lavanderia... sto dando di matto!"
"Cazzo Mick, lo sai che se le cose vanno male devi sfogarti con me e non contro di me! Ti sei comportato da stronzo!"
"Si, beh... e tu mi hai colpito, siamo pari!"
"Sai essere davvero insopportabile quando ti ci metti, un enorme dito nel culo... e non in senso buono!"
Il suo sorriso tremendamente malizioso e sexy io lo interpreto come una richiesta di saltargli addosso e in meno di due secondi lo spingo sul letto e gli salgo a cavalcioni.
"Va tanto male?" Cerca ancora di parlare mentre io inizio a liberarmi dei vestiti.
"Non potrebbe andare meglio!" Sorriso beffardo guardandolo dall'alto.
"Alla lavanderia intendo."
"Non ci pensare, tra un paio di giorni sarà tutto passato." Inizio a gustarmi il momento passandogli le mani sul torace pieno di goccioline che lo rendono scivoloso. Non vedo l'ora di stringere quei capelli bagnati tra le dita, morderlo dappertutto lasciandogli i segni sul corpo pallido e, porca puttana, quanto vorrei assaggiare quelle labbra rosse e gonfie fino a divorarle completamente... ma non posso, cazzo, i baci sono fuori discussione per me... non se ne parla!
Mi 'accontenterò' di farmi scopare finché non riuscirò più a camminare!
Lui mi stringe i fianchi tra le mani e si mette seduto portando le nostre facce a pochi centimetri l'una dall'altra, quando mi attira verso di sé io faccio molta attenzione a mantenere le distanze affinché non provi ad avvicinarsi alla mia bocca un'altra volta... sono già eccitato come un figlio di puttana e non voglio rischiare di dover rinunciare a questa scopata per prenderlo a calci in culo per aver provato a baciarmi come una fottuta checca!
Purtroppo lui riesce a combinare di peggio e io non posso fare niente per impedirlo.
"Ti amo."
Lo dice come se fosse la cosa più naturale del mondo, come se fosse normale per lui dirmelo e come se fosse abituato a sentirsi dire le stesse parole da me.
Quei suoi fottutissimi occhi verdi mi fissano speranzosi e io mi sento soffocare.
"Dillo di nuovo e ti strappo la lingua!" Lo spingo violentemente giù sul materasso e dopo essergli sceso di dosso inizio a raccogliere i vestiti dal pavimento.
"Cazzo, perché devi rovinare sempre tutto?" Gli ringhio contro imbestialito mentre mi rivesto. Senza neanche guardarlo in faccia corro fuori dalla stanza e una volta arrivato in cucina inizio a dare un'occhiata in giro; appena localizzo il tris di telefono, chiavi e portafoglio dentro uno svuota tasche vicino alla porta li afferro al volo, senza neanche accertarmi che siano i miei, ed esco in fretta e furia da questa maledetta casa.
Salgo in macchina e punto dritto all'unico posto dove, a prescindere dalla fottuta linea temporale in cui sono incastrato, trovo sempre quello di cui ho bisogno: l'Alibi. Prendo posto sul mio solito sgabello al bancone e subito vengo accolto da una faccia amica.
"Cazzo, Kev, non sono mai stato così felice di vederti."
"Caspita, Mickey, a cosa devo l'onore di una delle tue rare dimostrazioni di affetto?"
"Ho avuto una giornata di merda. Dammi un whisky liscio... tanto per cominciare."
Kevin obbedisce senza fare domande e dopo aver mandato giù il primo bicchiere ne seguono tanti altri... ma di preciso non saprei dire quanti. Quello che importa è che ora sono abbastanza sbronzo per poter sopportare tutta questa merda, ed è così che intendo passare i prossimi due giorni.
"Ho chiamato Ian, gli ho detto che sei qui a sbronzarti e..." Inizia Kev visibilmente a disagio, poi si fa più vicino e abbassando la voce continua.
"Mi ha detto di dirti di andare a farti fottere." La sua espressione dapprima imbarazzata diventa poi preoccupata e triste prima di chiedere...
"Va... tutto bene?"
"Porca troia, ma nessuno si fa più i cazzi suoi?" Sbraito esasperato.
"Ok, ok, ma sappi che non ti darò più da bere per questa sera." Kevin incrocia le braccia al petto e cerca di mettere su la sua faccia severa, che però non gli viene mai troppo convincente.
"Come ti pare." Visto che il barman ha deciso di non servirmi più prendo il portafoglio dalla tasca per pagare, quando lo apro nello scomparto dei contanti insieme ai soldi viene fuori un mucchio di altra roba... scontrini, una lista della spesa, coupon di sconti per gli articoli più disparati, biglietti da visita di ristoranti, due biglietti di una vecchia partita dei Sox e la tessera punti del supermercato.
Cazzo, Mickey del futuro, sei proprio un maritino casalingo!
Una volta sistemato il conto rimango seduto senza sapere cosa fare... così decido di dare una sbirciata anche al cellulare ma scopro che è protetto da una password numerica. Inserisco la mia data di nascita, perché sono solito usarla per tutto, ma non funziona. Rabbrividisco al pensiero che io possa essere diventato uno di quei coglioni che usano la data di compleanno del marito ma, dato che la ricordo ancora da quando le rare volte che perdevamo tempo a fare conversazione da ragazzini ci è capitato di parlarne un paio di volte, faccio un tentativo e fortunatamente non funziona.
A questo punto mi trovo a pensare: cosa ci sarebbe di ancora peggio?
Digito la data del nostro matrimonio e questa volta temo di aver fatto centro, invece no... così, dopo tre tentativi il cellulare si blocca e lo rimetto in tasca. Fanculo!

         

"Hey, guardate un po' chi c'è... il mio genero preferito!"
Frank fottuto Gallagher entra nel bar e punta subito allo sgabello affianco al mio.
"Sparisci Frank!" Lo sfanculizzo senza degnarlo di uno sguardo ma lui si mette a sedere e ricambia la mia stizza con un sorriso snervante.
"Problemi in paradiso, eh?" Ridacchia ammiccando.
"Te l'ha detto Ian? Cristo, ma con quante persone ha parlato?" Ringhio irritato.
"No, purtroppo nessuno dei miei figli tiene in considerazione il proprio padre al punto da raccontarmi qualcosa della loro vita privata."
Mentre sfodero una smorfia di approvazione all'insolito buonsenso dei Gallagher mostrato in questo particolare contesto, l'ubriacone mi punta l'indice contro.
"È stata la tua faccia a parlare. Un occhio nero è un buon modo per ricordare di non litigare con un succhiacazzi dai capelli rossi."
Sarà che sono sbronzo, ma lo trovo divertente e mi abbandono ad una risata.
Dopotutto questa volta ha ragione!
"Ian è stato una Drama Queen fin dal giorno in cui è nato. Non ha smesso di piangere finché non lo hanno disintossicato."
Frank si fa più vicino con lo sgabello e mi avvolge il braccio intorno alla spalla, ignorando la mia occhiataccia omicida continua imperterrito ad infastidirmi con le sue chiacchiere e l'odore nauseabondo.
"Sai... figliolo, è un grande dono in questa vita sapere in cosa si è bravi. E io e te, caro mio, lo siamo con i pazzi!"
La mia testa schizza verso di lui per rivolgergli uno sguardo disorientato.
"Ci prendiamo cura di loro e questo ci fa sentire indispensabili. Mi sentivo così, con sua madre, Monica. Dio benedica la sua anima putrida." Dopo qualche istante di silenzio in cui sembra raccolto in preghiera balza sullo sgabello e torna a sorridere.
"E poi... non ci si annoia mai. Mai! Guarda qui..." Accavalla una gamba e dopo aver tolto scarpa e calzino mi mostra una bruciatura sulla pianta del piede.
"Che diavolo è quella roba?"
"È stata Monica. Io dormivo e lei decise di darmi fuoco una parte del corpo alla volta." 
"Perché?" Chiedo scioccato.
"È difficile dirlo, con una persona pazza. È questo il bello! Non sai mai cosa succederà da un momento all'altro. Per fortuna è svenuta prima di bruciare il resto del mio corpo."
Quel matto di Frank sembra divertirsi davvero un mondo e continua a raccontare la sua folle storia ridendo contento, come se ricordare quei momenti lo rendesse felice.
"Offrimi una birra e ti racconto di quella volta che Monica mi ha rotto la rotula con una stecca da biliardo."
È una storia che di sicuro non voglio sentire ma sono sbronzo, annoiato e non ho niente di meglio da fare, così faccio un cenno a Kev e offro da bere al rompicoglioni.
"È stata la scopata migliore della mia vita!" Esordisce Frank fin troppo entusiasta.
Ho passato tutto il pomeriggio a bere ed ubriacarmi insieme a Farnk Gallagher... non ne vado fiero, quel tipo è un coglione. Avrei di gran lunga preferito farmi una bella scopata con palle di fuoco, ma lui ha mandato tutto all'aria comportandosi da checca, non è colpa mia se è un coglione anche lui come suo padre!
Si è fatto tardi e Kev caccia via bruscamente tutti i suoi clienti ubriaconi per chiudere il locale. A me invece offre gentilmente un passaggio a casa, forse in virtù della sua amicizia con la testarossa, ma io rifiuto per niente intenzionato a tornare in quel posto.
Da quanto mi è parso di capire dai deliranti racconti di Frank, Ian ha lo stesso disturbo da schizziode che aveva sua madre e quindi decido di trovarmi un altro posto dove dormire per evitare che mi dia fuoco nel sonno... e poi non ho proprio voglia di vederlo!
Non so come, arrivo barcollando alla lavanderia. Infilo nella serratura tutte le chiavi del mazzo che ho in tasca finché non trovo quella che apre la porta ed entro.
"Etta, il tuo Wendell è a casa!" Urlo prima di crollare addormentato sul pavimento.

*SPOILER PER CHI NON HA VISTO LA NONA SERIE.
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Data della messa in onda americana dell'episodio 9x6 dove Ian e Mick si ritrovano in carcere.
   
 
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