Capitolo 45
Killian cominciava a non avere più forze, non che
quella che aveva usato fino a quel momento per liberarsi, fosse servita a
qualcosa per scappare da quella bruttissima situazione.
Si era risvegliato da solo nella foresta
incantata e subito gli fu palese che qualcosa non andava. Era tutto simile al
luogo che aveva sognato, toccando la mano di Emma tempo addietro. Non ci mise
molto a capire che gli inferi avevano invaso la
sua terra natia.
Si mise immediatamente alla ricerca di Emma e
sua figlia, fu il suo primo pensiero, sebbene doveva ammettere che, essendo
l’unico in famiglia privo di poteri magici, era lui quello maggiormente in
pericolo, ma aveva constatato cosa poteva trovarsi in quei luoghi e per niente
al mondo voleva che la sua bambina si trovasse davanti a qualche mostro pronto
a mangiarsela, proprio come stava succedendo a lui.
Si trovava in quel guaio per puro caso. Mentre
cercava la direzione per il castello di Henry, pensandolo a come un punto di
ritrovo, si imbatté nella pianta dei fagioli sulla quale aveva vissuto uno dei
suoi primi momenti insieme ad Emma e lui sapeva bene cosa voleva significare.
Uno degli elementi che servivano loro per poter creare la scintilla di quella
terra necessaria per salvare il mondo, si trovava alla sua estremità, o almeno
ci sperava dato che sapeva che non vi erano più i giganti ad occuparsi della
crescita dei legumi magici. Volle tentare la fortuna, sperando di trovarne uno
sotto a un mobile perso per caso, così intraprese la lunga scalata.
Si trovò impreparato quando si ritrovò un
gigante davanti. Credeva che non ce ne fossero altri, ma non si spaventò. Anzì provò un approccio amichevole, dato che con l’ultimo
aveva funzionato. Emma aveva risparmiato il gigante che aveva cercato di
ucciderli e lui aveva ricambiato il favore e ora viveva a tranquillamente a Storybrooke. Gli era addirittura capitato di bere
dell’alcol insieme in qualche serata.
Killian non fece poca fatica a farsi notare. Quel
bestione sembrava proprio non volersi accorgere di lui. Dovette lanciargli un
pezzetto di mattone che si era staccato da una parete per farsi notare. Il
gigante lo prese in mano e cominciò ad osservarlo incuriosito, come a voler
capire che tipo di insetto fosse. A Killian non fu strano il fatto che lo studiasse in quel
modo. Per quanto ne sapesse, poteva benissimo non aver mai visto un essere
umano e per questo con tranquillità provò a parlargli e a spiegargli la
situazione.
Il gigante però non sembrava ascoltarlo, anzì tirò fuori la lingua e lo leccò dalla testa ai piedi.
Killian poteva affermare di non aver mai provato
niente di così disgustoso. Oltre a essere la sua bava densa e appiccicaticcia,
il suo odore era tra i più nauseabondi mai provati fino a quel momento.
“Fame!” disse il gigante.
“Ehi amico, guarda che non sono il tuo
spuntino!” disse Killian, non prevedendo niente di
buono.
“Tanta fame!” aggiunse il gigante, prima di
avvicinare la mano che teneva Killian alla bocca
spalancata. Killian comprendendo dove quell’essere
voleva andare a parare, sfoderò la sua spada
e con un salto gli incise l’occhio.
Il gigante urlò di dolore e fece cadere killian, il quale aggrappandosi ai brandelli dei suoi vestiti
logori, evitò di schiantarsi a terra, ma non fece in tempo a scappare, che il
gigante, con la mano che non usava per fermare l’emorragia all’occhio, lo
imprigionò sotto a un bicchiere di vetro.
Killian provò più volte a rovesciare il bicchiere. Con
calci e spallate, ma questo non sembrava cadere e ora si ritrovava nuovamente a
un passo dall’essere inghiottito.
Lo vide addirittura preparare un primo piatto
con cui accompagnarlo e rimase sorpreso nel vedere cosa c’era nel piatto, ma
non poteva gioire, doveva prima di tutto trovare un modo per scappare.
Tutto successe in un attimo. Vide qualcosa
colpire il gigante al secondo occhio e nuovamente si ritrovò a precipitare nel
vuoto, senza però avere niente a cui aggrapparsi.
Fortuna volle che il primo piatto fosse sotto
di lui, così il suo atterraggio venne attutito.
Nonostante fosse solo un piatto di minestra,
doveva ammettere che era molto profondo e data la consistenza e gli ostacoli
vari composti dalla verdura, arrivare a bordo piatto non fu tanto semplice.
“Muoviti Hook, dobbiamo andarcene da qui!”
disse il suo salvatore.
“Regina? Che ci fai qui?” chiese Killian sorpreso di ritrovarsela davanti.
“Ti salvo il fondoschiena, quando dovrei
pensare a salvare quello di tutti noi!” disse Regina, cercando di non perdere
mai d’occhio le movenze del gigante. Sapeva infatti che prima o poi si sarebbe
scatenato ed accadde proprio questo. Il tavolo venne rovesciato, quando
l’essere gigante si alzò di scatto e sia Killian che
Regina, volarono come dei miseri insettini, in balia del loro predatore, ma
grazie ai riflessi della seconda, si salvarono. Regina infatti usò la magia per
farli cadere a terra delicatamente.
“Ok. Non ci vede, ma potrebbe farci molto male
comunque se ci lancia accidentalmente qualcosa contro. Andiamo!” disse il
sindaco.
Regina fece per correre via, ma Killian l’afferrò e la tirò sotto alla credenza
pericolante, dove sarebbero stati al sicuro, finchè
il gigante non ci si sarebbe scagliato contro.
“Dobbiamo recuperare i fagioli magici!” disse Killian.
“Si, è per questo che sono qui, ma non ne ho
visto l’ombra!” disse Regina.
“Bhe io si e stavo
per finire insieme a loro nello stomaco di quel brutto troll là!” disse Killian.
Regina fu stupita dal commento del pirata, ma
comprese quello che voleva dire e curiosa, guardò la minestra rovesciata a
terra. Vide oltre a broccoli, carote e patate, dei fagioli. Non sembravano
avere niente di strano, ma poco prima di distogliere lo sguardo, vide il
luccichio di uno di loro.
“Quelli sono…” cominciò Regina.
“Esatto…sono fagioli magici. Non sapevo si
potessero mangiare!” disse Killian.
“Sono più proteici dei fagioli normali, il
problema è che una volta cotti perdono le loro proprietà magiche, quindi quei
fagioli lì, non servono al nostro scopo!”
“Può darsi, ma dubito che li compri al
supermercato. Deve coltivarli. Era il lavoro dei giganti in fin dei conti. Quel
bestione deve aver preso in eredità l’impresa di famiglia!” disse Killian, incamminandosi.
“Dove stai andando ora?” chiese Regina.
“A cercare il suo giardino botanico!” disse Killian cominciando a correre verso una porta abbastanza
vicina a loro, o almeno lo sarebbe stata se fossero stati di grandezza normale
per quei luoghi.
Killian per poco non venne schiacciato da un vaso di
terra cotta, lanciato a caso dal gigante ancora intento a dimenarsi per il
fatto di essere stato accecato. Regina e Killian
arrivarono fortunatamente incolumi alla porta, ma prima che questi potessero
cambiare stanza il gigante urlò “Chi è stato? Chi è stato a farmi questo?”
“Nessuno!” disse Killian
per poi attraversare la porta attraverso l’ennesima apertura nel legno.
Una volta nella stanza Regina guardò Killian stupita.
“Cosa?” chiese il pirata.
“Davvero? Nessuno?” chiese Regina.
“Gigante accecato…non ho resistito!” disse Killian divertito.
“Mi domando quando mai ti sei messo a leggere l’iliade!”
disse Regina.
“Iliade? Ma no. Ho guardato un film su Ulisse
qualche tempo fa insieme ad Emma!” disse Killian
tornando serio “Regina, sai qualcosa di Emma e Alice e Chloe?”
Regina annuì “Tua figlia e Chloe
stanno bene. Sono rimaste al castello con i charming.
Emma e giù che ti aspetta insieme ad Henry!”
“Henry? C’è anche lui? Sta bene? E perché Emma
ed Henry ti hanno lasciato sola in questa impresa?” chiese Killian
stranito.
“Henry sta bene e…sono venuta io perché Emma
non è potuta venire! Ma sta bene! Più o meno!” disse Regina.
“Cosa significa più o meno?” chiese Killian cominciandosi ad agitare, ma tirò un sospiro di
sollievo quando Regina gli raccontò, il troppo uso di magia della sua
amata e delle conseguenze.
“D’accordo. Muoviamoci a trovare questi
fagioli. Voglio andare da Emma il prima possibile!” disse Killian
incamminandosi, ma fece un solo passo prima di rendersi conto che avevano già
trovato quello che volevano. Senza farlo apposta erano finiti nel piccolo orto
dove quel gigante coltivava i fagioli. Ce n’erano a migliaia, ma prima ancora
di gioire della loro missione riuscita, killian
dovette girarsi quando sentì l’urlo di Regina.
La vide fare dei passi indietro, mentre un
ragno gigante gli si avvicinava lentamente.
Killian subito l’affiancò e disse di non temere.
“come faccio a stare tranquilla con un ragno
gigante che avanza verso di me?” chiese Regina.
“I ragni in genere non sono predatori che vanno
a caccia, aspettano che la sua tela imprigioni il mal capitato. In questo
consiste la loro tecnica di caccia. Probabilmente questo ragno sta solo
cercando di tornare a casa sua!” disse Killian non
spaventato, nonostante fosse davvero molto, molto grande.
Il ragno infatti si avvicinò loro, ma li
oltrepassò, non degnandoli nemmeno di uno sguardo.
Regina tirò un sospirò di sollievo.
“Sai, avrei voluto vederci Emma al tuo posto. Quando
era incinta di Alice, ha quasi dato di matto per un ragnetto molto più piccolo!”
disse Killian divertito.
Regina alzò gli occhi al cielo e disse “Muoviamoci
e prendiamo sto benedetto fagiolo!”
Questa volta riuscirono nell’impresa, ma non
con poca fatica. Ora si rendevano conto
che fatica doveva fare una formica per muoversi
in un semplice campo di erba. Ogni singola cosa era un ostacolo. L’uncino
di Killian tornava utile per tagliare fili d’erba o
steli di fiori appassiti che impedivano il loro passaggio, senza contare la
numerosa fauna che abitava quel giardino che, anche se li ignoravano, non era
bella a vedersi essendo per lo più scarafaggi.
Ma alla fine un insetto in particolare li
adocchiò e minaccioso si avvicinò loro. Questa volta si trovarono davanti una
mantide religiosa.
“Io ora mi preoccuperei!” disse Killian.
“perché? A meno che non sei suo marito, non
devi temere! Non mi risulta che le mantide siano pericolose per gli umani!” disse Regina.
“Per gli esseri umano che non sono grandi
quanto le sue prede e quella ci ha già puntato!” disse Killian.
“Ce n’è un'altra!” disse Regina, vedendone
avvicinarsi un’altra con i due denti davanti al muso che si muovevano
freneticamente.
“Ho un piano!” disse Killian.
“Quale?” chiese Regina.
“Non so tu, ma io sono stufo di essere a un
passo dal diventare cibo per qualcuno. Quindi proporrei di svignarcela!” disse Killian.
“Questo sarebbe il tuo piano?” chiese Regina
esasperata.
“Ne hai uno migliore? Su fai un abracadabra e
portaci via da qui!” disse Killian.
Regina alzò gli occhi al cielo e con un gesto
della mano e pensando al luogo dove voleva andare, trasportò tutti e due via da
quel luogo, giusto un attimo prima dell’assalto dei due insetti che si
scontrarono tra di loro.
Entrambi si ritrovarono ai piedi della pianta
di fagioli, ma subito Killian notò l’assenza di Emma
ed Henry.
“dove sono Henry ed Emma?” chiese Killian guardandosi intorno.
“Lo scopriremo subito!” disse Regina facendo
uso della magia di locazione per trovare suo figlio. Si era portata con sé un
bottone del vestito di Henry apposta pe utilizzarlo in quel frangente.
“Emma!” urlò Killian
quando li avvistò. Henry si alzò in piedi, lasciando sua madre dormire a terra.
Non aveva provato a svegliarla. Quando sarebbe stata pronta. Lo avrebbe fatto
da sola.
“Killian, che bello
rivederti, non credevamo di trovarti qui!” disse Henry, per poi abbracciare l’uomo
che per anni gli aveva fatto da padre.
“Per fortuna la buona sorte gira ancora dalle
mie parti. Sarei stato spacciato senza tua madre!” disse il pirata ricambiando
l’abbraccio, per poi controllare sua moglie.
Respirava in modo regolare e sembrava
semplicemente dormire. Killian potè
tirare un sospiro di sollievo.
“Come è andata?” chiese Henry vedendo sua madre
con un aria sorridente.
“Giudica tu!” disse Regina, mostrandogli un
fagiolo.
“Ma è fantastico. Chissà che avventura avete
vissuto…ma cosa ci faceva Killian lassù?” chiese Hnery curioso.
“Lasciamo perdere. Più che un’avventura, è
stata una barzelletta!” disse Regina scuotendo la testa. “Proporrei di recarci
al lago Nostos
visto che siamo sulla strada!”
Killian si morse il labbro “Il lago è prosciugato. Non
troveremo mai quello che cerchiamo in quel luogo.
“Io direi di tentare. Neanche qui pensavamo di
trovare i fagioli. Io credo che troveremo quello che cerchiamo!” disse Henry
convinto.
“E sono sicura che tu abbia ragione!” disse
Regina, poggiando la mano sulla spalla del figlio.
Killian guardò Emma, per poi raccoglierla tra le sue
braccia “D’accordo. Emma si fiderebbe del tuo intuito e io non voglio essere da
meno!”
Disse Killian.
“Bene, andiamo!” disse Regina aprendo la
strada.