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Autore: Neko    09/06/2019    2 recensioni
Si ritrovò in un posto oscuro. Un buio così pesante da poterlo quasi toccare. Si sentiva accapponare la pelle. Si abbracciò come a cercare conforto e chiamò a gran voce i nomi delle persone che amava. Nessuna voce rispose però al suo richiamo.
Tutto continuava a essere avvolto dall’oscurità. Poi dei lamenti si alzarono nell’aria, interrompendo quel silenzio innaturale che la circondava, ma che rimpiangeva nel sentire quei gemiti di disperazione e di dolore… Si svegliò di soprassalto, con la fronte ricoperta di sudore e una tremenda sensazione di angoscia.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 45

 

Killian cominciava a non avere più forze, non che quella che aveva usato fino a quel momento per liberarsi, fosse servita a qualcosa per scappare da quella bruttissima situazione.

Si era risvegliato da solo nella foresta incantata e subito gli fu palese che qualcosa non andava. Era tutto simile al luogo che aveva sognato, toccando la mano di Emma tempo addietro. Non ci mise molto a capire che gli inferi avevano invaso la  sua terra natia.

Si mise immediatamente alla ricerca di Emma e sua figlia, fu il suo primo pensiero, sebbene doveva ammettere che, essendo l’unico in famiglia privo di poteri magici, era lui quello maggiormente in pericolo, ma aveva constatato cosa poteva trovarsi in quei luoghi e per niente al mondo voleva che la sua bambina si trovasse davanti a qualche mostro pronto a mangiarsela, proprio come stava succedendo a lui.

Si trovava in quel guaio per puro caso. Mentre cercava la direzione per il castello di Henry, pensandolo a come un punto di ritrovo, si imbatté nella pianta dei fagioli sulla quale aveva vissuto uno dei suoi primi momenti insieme ad Emma e lui sapeva bene cosa voleva significare. Uno degli elementi che servivano loro per poter creare la scintilla di quella terra necessaria per salvare il mondo, si trovava alla sua estremità, o almeno ci sperava dato che sapeva che non vi erano più i giganti ad occuparsi della crescita dei legumi magici. Volle tentare la fortuna, sperando di trovarne uno sotto a un mobile perso per caso, così intraprese la lunga scalata.

Si trovò impreparato quando si ritrovò un gigante davanti. Credeva che non ce ne fossero altri, ma non si spaventò. Anzì provò un approccio amichevole, dato che con l’ultimo aveva funzionato. Emma aveva risparmiato il gigante che aveva cercato di ucciderli e lui aveva ricambiato il favore e ora viveva a tranquillamente a Storybrooke. Gli era addirittura capitato di bere dell’alcol insieme in qualche serata.

Killian non fece poca fatica a farsi notare. Quel bestione sembrava proprio non volersi accorgere di lui. Dovette lanciargli un pezzetto di mattone che si era staccato da una parete per farsi notare. Il gigante lo prese in mano e cominciò ad osservarlo incuriosito, come a voler capire che  tipo di insetto fosse. A Killian non fu strano il fatto che lo studiasse in quel modo. Per quanto ne sapesse, poteva benissimo non aver mai visto un essere umano e per questo con tranquillità provò a parlargli e a spiegargli la situazione.

Il gigante però non sembrava ascoltarlo, anzì tirò fuori la lingua e lo leccò dalla testa ai piedi.

Killian poteva affermare di non aver mai provato niente di così disgustoso. Oltre a essere la sua bava densa e appiccicaticcia, il suo odore era tra i più nauseabondi mai provati fino a quel momento.

“Fame!” disse il gigante.

“Ehi amico, guarda che non sono il tuo spuntino!” disse Killian, non prevedendo niente di buono.

“Tanta fame!” aggiunse il gigante, prima di avvicinare la mano che teneva Killian alla bocca spalancata. Killian comprendendo dove quell’essere voleva andare a parare, sfoderò la sua spada  e con un salto gli incise l’occhio.

Il gigante urlò di dolore e fece cadere killian, il quale aggrappandosi ai brandelli dei suoi vestiti logori, evitò di schiantarsi a terra, ma non fece in tempo a scappare, che il gigante, con la mano che non usava per fermare l’emorragia all’occhio, lo imprigionò sotto a un bicchiere di vetro.

Killian provò più volte a rovesciare il bicchiere. Con calci e spallate, ma questo non sembrava cadere e ora si ritrovava nuovamente a un passo dall’essere inghiottito.

Lo vide addirittura preparare un primo piatto con cui accompagnarlo e rimase sorpreso nel vedere cosa c’era nel piatto, ma non poteva gioire, doveva prima di tutto trovare un modo per scappare.

Tutto successe in un attimo. Vide qualcosa colpire il gigante al secondo occhio e nuovamente si ritrovò a precipitare nel vuoto, senza però avere niente a cui aggrapparsi.

Fortuna volle che il primo piatto fosse sotto di lui, così il suo atterraggio venne attutito.

Nonostante fosse solo un piatto di minestra, doveva ammettere che era molto profondo e data la consistenza e gli ostacoli vari composti dalla verdura, arrivare a bordo piatto non fu tanto semplice.

“Muoviti Hook, dobbiamo andarcene da qui!” disse il suo salvatore.

“Regina? Che ci fai qui?” chiese Killian sorpreso di ritrovarsela davanti.

“Ti salvo il fondoschiena, quando dovrei pensare a salvare quello di tutti noi!” disse Regina, cercando di non perdere mai d’occhio le movenze del gigante. Sapeva infatti che prima o poi si sarebbe scatenato ed accadde proprio questo. Il tavolo venne rovesciato, quando l’essere gigante si alzò di scatto e sia Killian che Regina, volarono come dei miseri insettini, in balia del loro predatore, ma grazie ai riflessi della seconda, si salvarono. Regina infatti usò la magia per farli cadere a terra delicatamente.

“Ok. Non ci vede, ma potrebbe farci molto male comunque se ci lancia accidentalmente qualcosa contro. Andiamo!” disse il sindaco.

Regina fece per correre via, ma Killian l’afferrò e la tirò sotto alla credenza pericolante, dove sarebbero stati al sicuro, finchè il gigante non ci si sarebbe scagliato contro.

“Dobbiamo recuperare i fagioli magici!” disse Killian.

“Si, è per questo che sono qui, ma non ne ho visto l’ombra!” disse Regina.

Bhe io si e stavo per finire insieme a loro nello stomaco di quel brutto troll là!” disse Killian.

Regina fu stupita dal commento del pirata, ma comprese quello che voleva dire e curiosa, guardò la minestra rovesciata a terra. Vide oltre a broccoli, carote e patate, dei fagioli. Non sembravano avere niente di strano, ma poco prima di distogliere lo sguardo, vide il luccichio di uno di loro.

“Quelli sono…” cominciò Regina.

“Esatto…sono fagioli magici. Non sapevo si potessero mangiare!” disse Killian.

“Sono più proteici dei fagioli normali, il problema è che una volta cotti perdono le loro proprietà magiche, quindi quei fagioli lì, non servono al nostro scopo!”

“Può darsi, ma dubito che li compri al supermercato. Deve coltivarli. Era il lavoro dei giganti in fin dei conti. Quel bestione deve aver preso in eredità l’impresa di famiglia!” disse Killian, incamminandosi.

“Dove stai andando ora?” chiese Regina.

“A cercare il suo giardino botanico!” disse Killian cominciando a correre verso una porta abbastanza vicina a loro, o almeno lo sarebbe stata se fossero stati di grandezza normale per quei luoghi.

Killian per poco non venne schiacciato da un vaso di terra cotta, lanciato a caso dal gigante ancora intento a dimenarsi per il fatto di essere stato accecato. Regina e Killian arrivarono fortunatamente incolumi alla porta, ma prima che questi potessero cambiare stanza il gigante urlò “Chi è stato? Chi è stato a farmi questo?”

“Nessuno!” disse Killian per poi attraversare la porta attraverso l’ennesima apertura nel legno.

Una volta nella stanza Regina guardò Killian stupita.

“Cosa?” chiese il pirata.

“Davvero? Nessuno?” chiese Regina.

“Gigante accecato…non ho resistito!” disse Killian divertito.

“Mi domando quando mai ti sei messo a leggere l’iliade!” disse Regina.

“Iliade? Ma no. Ho guardato un film su Ulisse qualche tempo fa insieme ad Emma!” disse Killian tornando serio “Regina, sai qualcosa di Emma e Alice e Chloe?”

Regina annuì “Tua figlia e Chloe stanno bene. Sono rimaste al castello con i charming. Emma e giù che ti aspetta insieme ad Henry!”

“Henry? C’è anche lui? Sta bene? E perché Emma ed Henry ti hanno lasciato sola in questa impresa?” chiese Killian stranito.

“Henry sta bene e…sono venuta io perché Emma non è potuta venire! Ma sta bene! Più o meno!” disse Regina.

“Cosa significa più o meno?” chiese Killian cominciandosi ad agitare, ma tirò un sospiro di sollievo quando Regina gli raccontò, il troppo uso di magia della sua amata  e delle conseguenze.

“D’accordo. Muoviamoci a trovare questi fagioli. Voglio andare da Emma il prima possibile!” disse Killian incamminandosi, ma fece un solo passo prima di rendersi conto che avevano già trovato quello che volevano. Senza farlo apposta erano finiti nel piccolo orto dove quel gigante coltivava i fagioli. Ce n’erano a migliaia, ma prima ancora di gioire della loro missione riuscita, killian dovette girarsi quando sentì l’urlo di Regina.

La vide fare dei passi indietro, mentre un ragno gigante gli si avvicinava lentamente.

Killian subito l’affiancò e disse di non temere.

“come faccio a stare tranquilla con un ragno gigante che avanza verso di me?” chiese Regina.

“I ragni in genere non sono predatori che vanno a caccia, aspettano che la sua tela imprigioni il mal capitato. In questo consiste la loro tecnica di caccia. Probabilmente questo ragno sta solo cercando di tornare a casa sua!” disse Killian non spaventato, nonostante fosse davvero molto, molto grande.

Il ragno infatti si avvicinò loro, ma li oltrepassò, non degnandoli nemmeno di uno sguardo.

Regina tirò un sospirò di sollievo.

“Sai, avrei voluto vederci Emma al tuo posto. Quando era incinta di Alice, ha quasi dato di matto per un ragnetto molto più piccolo!” disse Killian divertito.

Regina alzò gli occhi al cielo e disse “Muoviamoci e prendiamo sto benedetto fagiolo!”

Questa volta riuscirono nell’impresa, ma non con poca fatica.  Ora si rendevano conto che fatica doveva fare una formica per muoversi  in un semplice campo di erba. Ogni singola cosa era un ostacolo. L’uncino di Killian tornava utile per tagliare fili d’erba o steli di fiori appassiti che impedivano il loro passaggio, senza contare la numerosa fauna che abitava quel giardino che, anche se li ignoravano, non era bella a vedersi essendo per lo più scarafaggi.

Ma alla fine un insetto in particolare li adocchiò e minaccioso si avvicinò loro. Questa volta si trovarono davanti una mantide religiosa.

“Io ora mi preoccuperei!” disse Killian.

“perché? A meno che non sei suo marito, non devi temere! Non mi risulta che le mantide siano pericolose per gli umani!”  disse Regina.

“Per gli esseri umano che non sono grandi quanto le sue prede e quella ci ha già puntato!” disse Killian.

“Ce n’è un'altra!” disse Regina, vedendone avvicinarsi un’altra con i due denti davanti al muso che si muovevano freneticamente.

“Ho un piano!” disse Killian.

“Quale?” chiese Regina.

“Non so tu, ma io sono stufo di essere a un passo dal diventare cibo per qualcuno. Quindi proporrei di svignarcela!” disse Killian.

“Questo sarebbe il tuo piano?” chiese Regina esasperata.

“Ne hai uno migliore? Su fai un abracadabra e portaci via da qui!”  disse Killian.

Regina alzò gli occhi al cielo e con un gesto della mano e pensando al luogo dove voleva andare, trasportò tutti e due via da quel luogo, giusto un attimo prima dell’assalto dei due insetti che si scontrarono tra di loro.

Entrambi si ritrovarono ai piedi della pianta di fagioli, ma subito Killian notò l’assenza di Emma ed Henry.

“dove sono Henry ed Emma?” chiese Killian guardandosi intorno.

“Lo scopriremo subito!” disse Regina facendo uso della magia di locazione per trovare suo figlio. Si era portata con sé un bottone del vestito di Henry apposta pe utilizzarlo in quel frangente.

“Emma!” urlò Killian quando li avvistò. Henry si alzò in piedi, lasciando sua madre dormire a terra. Non aveva provato a svegliarla. Quando sarebbe stata pronta. Lo avrebbe fatto da sola.

Killian, che bello rivederti, non credevamo di trovarti qui!” disse Henry, per poi abbracciare l’uomo che per anni gli aveva fatto da padre.

“Per fortuna la buona sorte gira ancora dalle mie parti. Sarei stato spacciato senza tua madre!” disse il pirata ricambiando l’abbraccio, per poi controllare sua moglie.

Respirava in modo regolare e sembrava semplicemente dormire. Killian potè tirare un sospiro di sollievo.

“Come è andata?” chiese Henry vedendo sua madre con un aria sorridente.

“Giudica tu!” disse Regina, mostrandogli un fagiolo.

“Ma è fantastico. Chissà che avventura avete vissuto…ma cosa ci faceva Killian lassù?” chiese Hnery curioso.

“Lasciamo perdere. Più che un’avventura, è stata una barzelletta!” disse Regina scuotendo la testa. “Proporrei di recarci al lago  Nostos visto che siamo sulla strada!”

Killian si morse il labbro “Il lago è prosciugato. Non troveremo mai quello che cerchiamo in quel luogo.

“Io direi di tentare. Neanche qui pensavamo di trovare i fagioli. Io credo che troveremo quello che cerchiamo!” disse Henry convinto.

“E sono sicura che tu abbia ragione!” disse Regina, poggiando la mano sulla spalla del figlio.

Killian guardò Emma, per poi raccoglierla tra le sue braccia “D’accordo. Emma si fiderebbe del tuo intuito e io non voglio essere da meno!”

Disse Killian.

“Bene, andiamo!” disse Regina aprendo la strada.

 

  
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