Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
Segui la storia  |       
Autore: Btsuga_D    14/06/2019    5 recensioni
[COMPLETA] Nello slang giovanile, "Hook-up" é il famoso rimorchio senza impegno. L'accordo riguarda la possibilità di fare sesso senza che ci sia un sentimento sottostante. Suga, famoso Idol e rapper del gruppo BTS, è conosciuto per le sue "scappatelle di una notte" con le sue fan. La sua regola numero uno: tutto è concesso, tranne i baci sulla bocca. Per delle sfortunate circostanze, Kang Yorin è costretta a dover andare ad un fan-sign dei BTS al posto della sua migliore amica, venendo subito notata dal bel rapper. Yorin accetterà la sua offerta o resterà fedele alla sua regola numero uno, donarsi solo all'uomo che ama?
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Hook-Up
❖ Fake Love



🔽🔽🔽  


«Scommettiamo?» disse Taehyung mentre continuavo a ridere per quello che mi aveva appena detto. «Posso assicurarti che lo farà al cento per cento.»
 
«E sentiamo, perché dovrebbe farlo?» lo incalzai. «Ora che l’hai lasciato da solo, sicuramente sarà andato a cercarsi qualche ragazza che possa scaldargli il letto. Magari una delle stylist.»
 
Tae sbuffò e incollò gli occhi al cielo. «Vuoi scherzare? A parte che non sono per niente il suo tipo, ma poi si attaccano peggio delle gomme da masticare. Non credo proprio che rischierà di accollarsi una seccatura. Non è da Suga.»
 
Fissai il suo profilo illuminato dalla luna e poi mi unii a lui nell’osservare il cielo. C’erano tante piccole stelle che brillavano contro la volta celeste, minuscoli puntini scintillanti la cui luce veniva oscurata da quella imponente e abbagliante della metropoli di Las Vegas. Ora che era calata la notte, mi ero finalmente resa conto di non essere più in Corea. Ero finita in una città fin troppo grande per me, in un ammasso di luci, colori e grattacieli che non si adattavano per niente al mio stile di vita buio e solitario. Volevo solo tornarmene a casa e infilarmi nel mio adorato letto.
 
«Pensi davvero che domani Yoongi andrà in panico perché non riuscirà a trovarmi da nessuna parte?» gli domandai sistemandomi meglio sotto la coperta. Sì, avevamo deciso di dormire lì.
 
Tae si voltò verso di me e mi fissò sollevando entrambe le sopracciglia scure, come se volesse farmi capire che avevo chiesto una cosa ovvia. «Te l’ho già detto. Sono pronto a scommettere tutto quello che vuoi che domani mattina lo troverò in giro per il corridoio a cercarti come un disperato.» Mi tese la mano aperta affinché potessi stringergliela. «Andata?»
 
«Andata.» Gliel’afferrai senza un briciolo d’esitazione. «Ma cosa vuoi scommettere?»
 
«Uhmm…» Ci pensò su sollevando gli occhi al cielo, poi il suo sorriso quadrato si mostrò e rispose, «Domani sera, all’After Party per i Billboard, bevi con me, Jimin e Jungkook.»
 
Arricciai il naso. «Non credo sia una buona idea…»
 
Bere con Jungkook quando il nostro rapporto si era appena tramutato in un vero e proprio disastro? Avevo paura di pensare a come sarebbe andata a finire se si fosse messo di mezzo anche l’alcol. Avrei fatto prima a scappare in Messico e non farmi più vedere. Solo dopo qualche secondo, realizzai che non era per niente una buona idea visto che non era poi così lontano da dove mi trovavo. Accidenti.
 
«Ehi, è pur sempre una scommessa,» cercò di convincermi Tae quando si accorse della mia espressione poco convinta. «Hai detto che Yoongi neanche si accorgerà che non sei più in stanza con Jungkook. Quindi cos’hai da perdere?»
 
Aveva ragione. Cos’avevo da perdere? Tanto avrei vinto io.
 
«Va bene, va bene. Ci sto,» confermai stringendogli ancora di più la mano per ribadirgli che avevo accettato la sua sfida. «Però se vinco io… sceglierò i tuoi vestiti per l’esibizione di domani.» Tae sembrò piuttosto sorpreso. «Affare fatto?»
 
«Non mi dire… Vuoi vendicarti delle stylist?»
 
«Forse. Chi lo sa,» restai sul vago mentre gli lasciavo andare la mano. «Comunque… è vero quello che mi hai detto prima?»
 
Il ragazzo allungò le braccia verso l’alto e si stiracchiò. Eravamo entrambi distesi su quella specie di letto improvvisato, ma stavamo l’uno di fronte all’altra, quindi i suoi piedi mi arrivavano quasi in faccia mentre i miei gli toccavano a malapena il petto. Cosa diavolo gli davano da mangiare? Io non ero cresciuta nemmeno rimpinzandomi di omogeneizzati. Comunque ora capivo perché Rose aveva deciso di lasciare a mollo Jack piuttosto che farlo salire con lei sulla tavola di legno. Stare appiccicati in uno spazio ristretto era di una scomodità unica.
 
«Non mi ricordo. Cosa ti ho detto prima?» domandò buttando la testa all’indietro per guardare il cielo a testa in giù. Dalla mia prospettiva sembrava che gli avessero mozzato la testa. Era una visione raccapricciante.
 
«Che Yoongi non bacia nessuno perché sta ancora aspettando il bacio di una donna che non esiste più,» gli ricordai. «Ti riferivi a mia sorella, vero?»
 
Tae non alzò la testa, ma continuò a parlarmi stando in quella posizione. Diamine, come faceva a non andargli il sangue al cervello?
 
«Sì, ma non dirgli che te l’ho detto io.» Sollevò un braccio e s’indicò la parte del corpo che non riuscivo a vedere. «Potrebbe tagliarmi la testa.»
 
Avrei dovuto ridere?
 
Beh, lo feci. E anche di gusto.
 
▫◦▫◦▫
 
«Yoongi, mi stai confondendo con mia sorella?»
 
Quella domanda mi era sorta spontanea non appena avevo visto le sue labbra avvicinarsi alle mie. Mi erano subito tornate in mente le parole di Taehyung, e anche se mi aveva detto di non dirglielo, non ero proprio riuscita a trattenere la lingua. Dovevo sapere perché mi stava guardando con quegli occhi. Dovevo sapere perché stava cercando di baciarmi nonostante le sue tenaci convinzioni.
 
Continuò a fissarmi senza però rispondermi. A quanto pare lo avevo preso alla sprovvista, ma interpretai quel suo silenzio come una conferma alla mia domanda, e non so perché, sentii montarmi dentro una rabbia che mi fece raddrizzare la schiena e mettere seduta.
 
Era strano, ma il fatto che potesse confondermi con Yoona mi dava fastidio. Anzi, tremendamente fastidio. Io non ero mia sorella. Non avevo mai avuto la presunzione di compararmi a lei, figuriamoci adesso che non c’era più. E la trovavo anche una profonda mancanza di rispetto da parte di Yoongi nei miei confronti. Mi salì il sangue al cervello quando realizzai che ogni sua parola poteva essere rivolta a lei e non a me. Per chi diavolo mi aveva preso?
 
Mi alzai dalla panchina e lo scavalcai senza troppi problemi. Volevo solo fare colazione e prepararmi per chissà quale sfiancante lavoro, ma mi sentii afferrare per il braccio e non feci in tempo a voltarmi che me lo ritrovai davanti al viso.
 
«Tu sei completamente diversa da lei, Yorin. Te lo posso assicurare.»
 
«In cosa sono diversa?» gli domandai rimanendo comunque sulla difensiva. «E a proposito, ti ricordo che devi ancora rispondere a un sacco di mie domande. Che ne dici di cominciare adesso?»
 
«Si può sapere perché dobbiamo sempre finire a parlare di lei?» controbatté mostrando quanto fosse infastidito dalla piega che stava prendendo la conversazione. «Capisco che vuoi scoprire cosa le è successo. Lo desidero anch’io, credimi, ma non otterrai nulla continuando a ficcanasare nella nostra relazione. Perciò ti prego di darci un taglio!»
 
«Non si tratta soltanto di questo!» urlai liberandomi dalla sua stretta. Indietreggiai per poterlo guardare meglio in faccia. «Io voglio capire se ti stai prendendo gioco di me, Yoongi. Voglio sapere se per te sono solo un fottutissimo rimpiazzo!»
 
«E a te cosa importa?» sibilò acido. «Tanto continui a respingermi, perciò il problema non si pone. Sei davvero innamorata di Jongin oppure fai la finta innocentina per tenermi attaccato all’amo? Io sarò stronzo quanto vuoi, ma perlomeno sono sincero. Se voglio portarti a letto, te lo dico in faccia senza troppi problemi. Se ho voglia di te, cerco di fartelo capire in tutti i modi possibili.» Mi afferrò per i fianchi e si avvicinò nuovamente al mio viso, tuttavia non mi lasciai intimorire dai suoi occhi pieni di desiderio che si abbassarono sulle mie labbra. «Perciò credimi se ti dico che in questo momento ho una voglia matta di baciarti.»
 
Deglutii, ma il mio sguardo rimase fisso sulle sue pupille scure che si alzarono per ritrovare le mie. Era tutto così confuso. Il cuore mi batteva all’impazzata nonostante continuassi a ripetermi che le mani sul mio viso erano quelle di Min Yoongi, non di Kim Jongin, così come la fronte che si era poggiata delicatamente sulla mia e il respiro che mi solleticava il labbro superiore. Era soltanto Min Yoongi, non Kim Jongin.
 
Allora perché sentivo i brividi all’altezza dello stomaco?
 
«Fammi un favore,» sussurrò socchiudendo gli occhi. La sua bocca dischiusa si mosse verso l’alto e mi sfiorò la punta del naso. «Dopo tutte le menzogne che hai raccontato, almeno per questa volta sii sincera con te stessa e dimmi quello che vuoi davvero. Di falsità nella mia vita ne ho ricevuta abbastanza. Ora mi piacerebbe avere una risposta concreta e soprattutto vera.»
 
Gli afferrai entrambi i polsi e lo obbligai a togliermi le mani dalla faccia mentre cercava di cogliere ogni mio più piccolo cambio d’espressione. Mi sentivo sotto interrogatorio e la cosa non mi piaceva per niente. Avrei voluto scappare solo per eludere il suo sguardo con cui stava cercando di farmi venire i sensi di colpa.
 
È vero. Avevo mentito a lui, agli altri ragazzi e soprattutto a Jungkook. Non ero stata sincera fin dall’inizio, ma io sapevo bene cosa c’era nel mio cuore. I miei sentimenti appartenevano solo a me, perciò com’era possibile che stessi mentendo a me stessa? Stavamo pur sempre parlando di Min Yoongi. Lo stesso Min Yoongi che mi aveva proposto un patto basato su una squallida notte di sesso. Lo stesso puttaniere che non si faceva scrupoli a saltarmi addosso per ricevere un po’ di piacere in cambio.
 
«Voglio che mi lasci stare,» gli ordinai facendogli capire che doveva allontanare le mani. Distolsi lo sguardo, incapace di continuare a guardarlo negli occhi dopo aver intravisto i suoi pieni di delusione. «Solo perché una ragazza mi ha soffiato da sotto il naso il ragazzo che amo, non vuol dire che sono disposta a buttarmi fra le braccia del primo che capita. Mi sembra di averti già detto che non sono la tua puttana, Min Yoongi. Non sono un rimpiazzo e non ho intenzione di farmi sedurre da te per poi venire abbandonata come tutte le altre ragazzine che mi hanno preceduta,» affermai con convinzione mentre stringevo i pugni. «E lascia che ti dia un consiglio: è inutile che continui a fartele tutte. In nessuna di loro troverai Yoona.» Sollevai lo sguardo e osservai il mio riflesso nelle sue iridi fredde come il ghiaccio. Si era congelato sul posto. «E di sicuro non la troverai in me.»
 
Gli voltai le spalle e corsi verso l’ascensore, precipitandomi al suo interno. Quando le porte si chiusero, feci un profondo respiro per liberarmi di tutta l’ansia che avevo accumulato da quando mi ero svegliata. Ero stata cattiva? Sì. Stronza? Ovviamente. Ma nonostante mi avesse detto che ero diversa da Yoona, niente avrebbe potuto farmi cambiare idea. Ero ancora convinta che avesse provato ad instaurare un rapporto più intimo con me a causa di mia sorella.
 
Quando si era dimostrato geloso, o quando mi aveva consolato sull’aereo… in realtà lo aveva fatto perché mi vedeva come una specie di reincarnazione di Yoona? Avrei potuto accettare di tutto, ma non questo. Non dall’ex di mia sorella.
 
Tornai in camera di Namjoon e per fortuna la trovai vuota. Quindi era vero che quel tipo non chiudeva mai a chiave la porta? Okay che il piano era sorvegliato da una decina di bodyguard, ma dal più intelligente fra loro mi sarei aspettata qualcosina in più.
 
È proprio vero che i geni sono sempre quelli più strani.
 
Andai in bagno, aprii la mia valigia e indossai una canottiera nera con la scritta STAFF abbinata a un paio di pinocchietti di jeans. Afferrai il mio badge rigorosamente falso e me lo sistemai intorno al collo, poi lasciai la stanza per unirmi ai Manager e al resto dello Staff che aveva già preparato il SUV per portare i BTS e tutta la loro attrezzatura nel luogo dove si sarebbero svolti i Billboard. Non feci nemmeno colazione. Mi si era chiuso lo stomaco.
 
Ignorai senza alcuna fatica gli sguardi pieni d’odio di Bo Young e Lee Ran (le due stylist), e appena scesi dalla macchina mi ritirai in un angolo per poter parlare al telefono senza essere disturbata. Composi il numero di Jongin e aspettai che rispondesse. Il cuore mi batteva a mille.
 
«Yorinie!» mi rispose con la voce impastata dal sonno. «Dove diavolo eri finita? E perché mi stai chiamando a quest’ora?»
 
Cavolo, mi ero dimenticata del fuso orario. «Oddio scusa… Non volevo svegliarti. Ma sono in America e-»
 
«In America?» m’interruppe con uno strano tono di voce. «L’avevo immaginato… Li hai accompagnati ai Billboard, vero? Al telegiornale non fanno che parlare della loro partenza e dell’esibizione che dovrebbe cominciare tra poche ore.»
 
Sospirai e mi appoggiai contro il muro alle mie spalle. «È successo all’improvviso. Non ho neanche avuto il tempo di avvisarti perché Yoongi è venuto a prendermi davanti casa senza nessun preavviso.»
 
«Yorinie… mi spieghi che diamine succede?» domandò preoccupato. «Non ti sento da giorni, e l’ultimo con cui ho parlato è stato Suga. Non starai davvero con quel deficiente?»
 
Era infastidito. Era infastidito da morire e la cosa non mi dispiaceva affatto. Poi mi tornarono in mente le parole di Yoongi. ‘Non lo sai che per attirare l’attenzione di un uomo bisogna farlo ingelosire?’
 
«Io…» Tentennai. «Non è male come pensavo.»
 
Quel breve attimo di silenzio mi portò a torturarmi il labbro inferiore con i denti.
 
«Ti ha baciato?» domandò con voce seria. Beh, qualcuno mi aveva baciato, ma di certo non potevo dirgli che era stato il maknae dei BTS. «Ci sei andata a letto?»
 
Il modo in cui stava cercando di mascherare il suo fastidio mi fece sorridere. Allora funzionava davvero così? «Jongin, sei il mio migliore amico ma ci sono argomenti di cui non possiamo parlare. Sono pur sempre una ragazza. Comunque sta’ tranquillo, Yoongi non mi ha fatto mancare nulla. Ha anche risolto il problema della prenotazione e mi ha fatto dormire nella sua stanza.»
 
«Nella sua stanza…?» Ridacchiai sotto i baffi. Forse avevo esagerato? Ma quella situazione mi stava divertendo troppo. «Dio, io lo ammazzo. Giuro che lo ammazzo. Aspettami, prendo il primo aereo e ti porto subito a cas-»
 
«Scusa Jongin,» lo interruppi di proposito. «Il lavoro mi chiama e Suga mi sta aspettando per sistemargli il trucco. Ci sentiamo quando torno, okay? Salutami Jennie.»
 
Riagganciai con un sorriso a trentadue denti. Jongin non era mai stato geloso di me. Non avevo mai avuto il privilegio di essere la donna dei suoi pensieri, ma ora mi ero finalmente presa una piccola rivincita. Yoona, la mia povera sorella, aveva giocato con il suo cuore innamorato e lo aveva riempito di gelosia. Ricordo ancora quando Jongin si confidava con me al nostro ritrovo in riva al fiume, dicendomi che Yoona aveva di nuovo ferito i suoi sentimenti.
 
Era da quel momento che avevo cominciato a perdere fiducia in mia sorella. Prima del debutto non si sarebbe mai approfittata di un suo amico per diventare famosa, specialmente quando sapeva che quest’ultimo aveva sempre avuto una cotta per lei. Yoona era sempre stata una ragazza furba. Solo dopo un po’ di tempo, capii che andava insieme a tutti quei ragazzi famosi per ottenere aiuti e favori. Di sicuro nella lista era capitato anche Min Yoongi.
 
Sospirai e guardai il telefono che tenevo tra le mani. Jongin mi stava chiamando di nuovo, eppure decisi di rifiutare la chiamata per tenerlo ancora un po’ sulle spine. Odiavo ammetterlo, ma Yoongi ci sapeva fare con queste cose. Forse perché era un uomo e di conseguenza conosceva bene la mente maschile.
 
Ma nonostante avessi ottenuto una piccola vittoria, non riuscivo ad essere del tutto soddisfatta. Avevo mentito. Di nuovo. Stavolta avevo mentito a Jongin. La prossima volta a chi sarebbe toccato? A Ji Woo? Ero stufa di vivere nella menzogna, perciò non mi sentivo per niente orgogliosa di quello che avevo fatto. Per ottenere ciò che volevo, ero diventata meschina e calcolatrice come Yoongi. L’euforia per aver ottenuto le attenzioni dal ragazzo che mi piaceva svanì in un batter d’occhio e decisi di rendermi utile incamminandomi verso il palco dove i ragazzi stavano facendo le prove.
 
Dovevano ancora truccarsi e vestirsi, perciò indossavano degli abiti comodi, adatti per ballare ed esercitarsi senza problemi. Provarono finché non riuscirono ad entrare in sintonia col palco e fin quando non furono soddisfatti della loro performance. Lo stage era piuttosto piccolo perciò c’impiegarono più del previsto. Li seguii verso i camerini e Bo Young mi buttò fra le braccia una tonnellata di vestiti che quasi faticai a sorreggere da sola.
 
«Visto che stai lì impalata a fare niente, sistema i loro vestiti sulle grucce e portali di là in camerino. Guai a te se ne sgualcisci uno. Ti toccherà stirarlo da capo,» disse con un’aria da oca giuliva mentre si ricongiungeva con l’altra gallina della sua amica. In quel caso si trattava di lavoro perciò non potevo imprecare o rifiutarmi, anche se tecnicamente avrei dovuto assistere solo Yoongi. Tuttavia, in quel momento era davvero l’ultima cosa che volevo.
 
Infatti, il rapper non mi degnò di uno sguardo. Gli passai accanto mentre portavo i vestiti nella sala trucco e per un attimo pensai di essere diventata invisibile. Gli unici che mi salutarono furono Hoseok e Jimin. Questi mi domandarono persino dove avessi dormito, ma decisi di rimanere sul vago per evitare la sfilza di domande. Jungkook non mi si avvicinò neanche per scherzo, così come Namjoon. Jin era troppo impegnato a bacchettare il parrucchiere per come gli stava sistemando i capelli. Diceva che con il ciuffo all’insù sarebbe stato ancora più sexy. Beh, e chi poteva dargli torto?
 
Poi, all’improvviso, qualcuno mi picchiettò la spalla.
 
«Allora? Hai preparato i miei vestiti?» domandò Taehyung sollevando una mano per salutarmi. Il suo sorriso quadrato riuscì a farmi rilassare. «Da te mi aspetto un bell’abbinamento. Ho notato che hai buon gusto.»
 
«Aspetta… Quindi ho vinto la scommessa?» domandai incredula. «Eppure stamattina mi sono svegliata con Yoongi a un centimetro dalla faccia.»
 
Taehyung scoppiò a ridere. «Proprio come avevo predetto, era in giro per il corridoio a cercarti come un disperato. Non ho mai sghignazzato così tanto in vita mia. L’ho osservato mentre si faceva il giro di tutte le stanze. È stato divertente!»
 
Okay, c’era qualcosa che non tornava. «Allora perché devo scegliere cosa indosserai? Ho perso la scommessa.»
 
«In teoria sì,» disse scrollando le spalle. Si avvicinò ai vestiti che avevo portato e diede un’occhiata alle varie giacche appese. «Ma non mi dispiace per niente farmi vestire da te. E poi volevi farlo, quindi sbizzarrisciti pure. Non mi offendo mica!»
 
Stava dicendo sul serio? Annuii e mi avvicinai ai vestiti di riserva che si portavano sempre dietro in caso quelli per le esibizioni avessero qualche problema. Cominciai a farli scorrere uno per uno, controllando i vari capi di diverse forme, colori e dimensioni. Mi bloccai solo per squadrare da capo a piedi Taehyung, che se ne stava in mezzo alla stanza con le mani poggiate sui fianchi come se fosse una specie di manichino. Mi venne da ridere per la sua faccia impaziente. Sembrava un bambino il giorno della Vigilia di Natale.
 
Era piuttosto alto, e con la faccia che si ritrovava sarebbe stato bene con tutto. Diedi un’ultima occhiata ai vestiti degli altri membri per trovare qualcosa che potesse abbinarsi, e alla fine, dopo svariate riflessioni, optai per un look total black. Scelsi dei pantaloni larghi, una maglietta nera con lo scollo circolare e una giacca stretta e lucida.
 
Consegnai tutto a Tae, che una volta presi i vestiti in mano li guardò con curiosità prima di fiondarsi dentro il camerino. Quando tornò, mi bastò una sola occhiata per essere orgogliosa del mio operato. Sapevo che quello stile avrebbe fatto al caso suo.
 
«I pantaloni ti stanno da Dio e la maglietta è stretta al punto giusto,» gli feci notare mentre gli sistemavo la giacca. «Però qui ci va una bella cintura.»
 
Ne presi una nera e la infilai nei passanti dei pantaloni, poi tirai fuori da una scatola un enorme girocollo argentato che gli fasciò perfettamente la gola. Per finire, optai per un orecchino lungo con un’enorme perla bianca alla base.
 
Guardai la mia opera conclusa e gli spettinai i capelli scuri con una mano.

 
«Wow, Taehyung. Sei un figo della madonna,» lo elogiai facendolo scoppiare a ridere. «Se non sto attenta potrei prendermi una cotta per te,» aggiunsi unendomi alla sua risata.
 
«Ho vinto la scommessa e ho anche rimediato uno dei migliori outfit che abbia mai indossato,» confessò mentre continuava a guardarsi allo specchio. «Mi sento troppo avvantaggiato. Dovrei addolcirti la penitenza?»
 
«Non pensarci neanche,» lo ammonii. «Una scommessa è una scommessa. Stasera berrò con voi e non si discute. Non sono tanto vigliacca.»
 
«Grande. Batti il cinque!» Mi tornò subito in mente la prima volta che l’avevo incontrato. Anche al fan-sign aveva voluto che gli dessi il cinque, ma diversamente da quella volta, stavolta lo feci più che volentieri. «Oh, Yoongi-hyung! Che ne pensi dei vestiti che Yorin ha scelto per me?»
 
Mi voltai con il cuore in gola e vidi il ragazzo appena nominato che stava in piedi di fronte allo specchio mentre si sistemava i capelli ricci appena fatti dal parrucchiere. Ci stava osservando attraverso il riflesso.
 
«Hai chiesto il permesso alle stylist? Lo sai che non puoi fare di testa tua,» affermò con severità riuscendo a far scomparire il sorriso dalla faccia di Taehyung. Il suo tono era gelido, così come i suoi occhi che ritornarono sui suoi capelli mossi e con un leggero frisé sul lato destro.
 
«Non pensavo fosse un problema… Dici che faranno storie?» domandò Tae con uno sguardo triste e amareggiato. Si guardò ancora una volta allo specchio per contemplarsi in quei vestiti con cui sembrava trovarsi perfettamente a suo agio. «Mi dispiacerebbe un sacco non poterli indossare…»
 
«Allora avresti dovuto pensarci prima. Yorin non è una stylist specializzata. È una novellina e non può scegliere i nostri vestiti come se nulla fosse.»
 
«Sta’ tranquillo, Tae. Ci penserò io a convincere le stylist,» cercai di consolarlo posandogli una mano sulla spalla. «Sono piuttosto brava a persuadere la gente. Ho dovuto imparare quando facevo la bodyguard.»
 
M’infastidiva che Yoongi avesse demoralizzato in quel modo Taehyung. Gli aveva detto la verità senza preoccuparsi di ferire i suoi sentimenti. Mi stavo rendendo conto che Yoongi aveva ragione quando diceva di non saper mentire. Dopotutto, mi aveva quasi obbligato a raccontare tutto a Jungkook, e anche il piano che aveva escogitato con il numero di telefono si basava sullo smantellare tutte le bugie per far venire a galla la verità. Inoltre, nei testi delle sue canzoni, era quello più diretto con le parole. Ti diceva le cose in faccia, anche se queste avrebbero potuto farti soffrire. Io invece facevo esattamente il contrario.
 
Guardai di nuovo Yoongi e vidi che stava cercando di sistemarsi il foulard leopardato che gli avevano legato intorno al collo. Mi avvicinai visto che sembrava piuttosto in difficoltà, ma quando allungai le mani verso di lui, si allontanò di qualche centimetro per impedirmi di fare ciò che dovevo. Le luci della sala trucco lo facevano sembrare ancora più bianco del solito.
 
«Non mi toccare,» disse con gli occhi ridotti a due fessure. «Faccio da solo.»
 
Non vi mentirò. Quelle parole mi fecero davvero male. Allontanai le mani e continuai a guardarlo mentre tornava ad occuparsi di quel problema per conto suo. A quanto pare se l’era presa per quello che gli avevo detto prima, ma stavolta dovevo ammettere di aver esagerato. Non ero riuscita a contenermi e me n’ero pentita subito.
 
«Lo sai che sono qui per aiutarti, vero?» gli domandai cercando di nascondergli quanto ci fossi rimasta male.
 
«No, sei qui per rompermi le palle. Mansione che ti riesce davvero bene,» disse senza degnarmi di uno sguardo. «Comunque, quando avrò bisogno del tuo aiuto te lo chiederò. Torna pure ad occuparti di Taehyung.»
 
Finì di sistemarsi il foulard e si allontanò per prendere la canotta nera che le stylist avevano scelto per lui. Sotto indossava già i pantaloni dorati, perciò si tolse la maglietta bianca a maniche corte e la lanciò su uno dei divanetti rimanendo a petto nudo. Cercai in tutti i modi di distogliere lo sguardo mentre s’infilava la canotta che gli lasciava scoperte le spalle e le braccia, ma i miei occhi non ne volevano proprio sapere di guardare altrove. Afferrò con un dito la giacca color bronzo e se la gettò su una spalla per portarla con sé nell’altra stanza. Mi passò davanti e ci scambiammo un veloce sguardo che neanch’io compresi fino in fondo, poi mi abbandonò lì come se niente fosse.
 
«Avete litigato?» Mi voltai e vidi Taehyung seduto sul divanetto con un’espressione preoccupata. «Come mai si comporta così? Di solito non ti toglie gli occhi di dosso.»
 
Sospirai e mi sedetti accanto a lui mentre Jimin, Jin e Hoseok si accomodavano alle loro postazioni per rifarsi il trucco. Jimin mi salutò attraverso lo specchio e io ricambiai stirando leggermente le labbra. «Tae, credo di aver combinato un guaio,» dissi cominciando a torturarmi le unghie. «Ho detto a Yoongi quello che mi hai confidato… e poi gli ho rinfacciato di confondermi con Yoona.» Tae si nascose il volto tra le mani. «Ho fatto una cazzata, vero?»
 
«No, è che…» Si bloccò e poi tornò a guardarmi. Non sembrava arrabbiato. «Yorin, hai mai ascoltato la canzone con cui ci esibiremo tra poco?»
 
Come mai quel cambio di argomento? «No, non ho ancora trovato il tempo. Perché?»
 
«L’ha scritta Yoongi-hyung,» confessò con un sorriso amaro. «Ha scritto il testo dalla prima all’ultima parola. È un suo sfogo personale su una vicenda che l’ha cambiato profondamente, per questo abbiamo deciso di dargli il nostro pieno supporto.» Inclinò leggermente la testa. «Indovina a chi è rivolta?»
 
«Yoona?» tentai. Tae annuì piano. «Come si chiama la canzone?»
 
Lo guardai con il fiato bloccato in gola. «Fake Love.»
 
▫◦▫◦▫
 
Ce l’avevo fatta. Non so come, ma avevo convinto quelle due arpie a far indossare a Taehyung i vestiti che avevo scelto. Cosa mi avevano chiesto in cambio? Che per tutta la settimana avrei dovuto stirare i vestiti dei ragazzi. Cioè, stavamo parlando di sette persone che si cambiavano d’abito almeno tre volte al giorno. Volevo morire, ma per V ne valeva la pena. Mi aveva sempre aiutata e stavolta mi sarebbe piaciuto ricambiare la sua gentilezza. Se avevo un pregio, era quello di non essere una persona ingrata.
 
La cerimonia era già cominciata da un pezzo e a momenti sarebbe stato il turno dei ragazzi. Da quello che mi avevano detto, era la loro prima performance live di Fake Love, perciò potevo capire quanto fossero ansiosi ed eccitati. Inoltre, da quelle poche chiacchiere che ero riuscita a scambiare con Jimin e Hoseok, avevo avuto l’impressione che fossero davvero emozionati di potersi esibire ad uno show tanto importante.
 
Finalmente arrivò il loro turno. Dato che ero dietro le quinte, riuscii ad augurargli buona fortuna prima che salissero sul palco. Jungkook mi riservò un sorriso forzato, mentre Yoongi si limitò a guardarmi senza dirmi niente. Tae mi diede nuovamente il cinque e Jin mi mandò una raffica di baci volanti che cercai di schivare in tutti i modi possibili. Li osservai mentre si posizionavano uno dietro l’altro, con Taehyung come apri-fila. Quei vestiti gli stavano da Dio.
 
La musica partì non appena si accesero le luci e a quel punto le urla riempirono l’intera platea. Doveva essere l’esibizione più attesa di quell’evento. La coreografia cominciò con una sequenza tipo domino, che partì con Yoongi e terminò con Namjoon. Mi concentrai principalmente sulle parole della canzone, e anche se stavano cantando tutti e sette, nella mia testa ogni strofa aveva la voce di Min Yoongi.
 
Se fosse stato per te, avrei potuto fingere
di essere felice anche quando ero triste
Se fosse stato per te, avrei potuto fingere
di essere forte anche quando stavo soffrendo
 
Taehyung cantò quelle parole con una voce bassa e profonda mentre muoveva le braccia con degli scatti incredibili. Poi arrivò Jungkook, che cadde in ginocchio e riuscì a risollevarsi poggiandosi sulla schiena di V. Non avevo mai visto una coreografia tanto impegnata ed elaborata come quella.
 
Vorrei che l’amore fosse perfetto
semplicemente perché è amore
Vorrei che tutte le mie debolezze fossero nascoste
In questo sogno che non si avvererà,
ho coltivato un fiore che non potrà mai sbocciare
 
Rimasi di sasso. Era stato davvero Yoongi a scrivere quelle parole? Desiderava sul serio che l’amore fosse perfetto in ogni sua sfaccettatura? Quel ragazzo così sicuro di sé nascondeva davvero delle debolezze? E poi ecco arrivare il ritornello, con un’esplosione di rabbia e parole represse che associai istintivamente alla voce infuriata di Yoongi.
 
Sono così stanco di questo falso amore,
falso amore, falso amore
Mi dispiace tanto ma è un falso amore,
falso amore, falso amore
 
Quante volte lo aveva ripetuto a se stesso? Quante volte lo aveva gridato al mondo senza che nessuno si fermasse ad ascoltare?
 
Voglio essere un uomo buono solo per te
Ho dato via il mondo solo per te
Ho cambiato tutto solo per te
Ora non so chi sono, tu chi sei?
 
Sentii le lacrime pizzicarmi gli occhi. Ero sempre stata curiosa del suo rapporto con Yoona, ma Yoongi si era dimostrato sfuggente ogni qualvolta avevo tirato fuori l’argomento, proprio come quella mattina. Ora, grazie a quelle parole miste a musica, potevo entrare direttamente nel suo cuore e conoscere la verità. Yoongi mi stava offrendo lo strumento con cui avrei potuto dare una risposta a tutte le mie domande irrisolte, quelle a cui aveva sempre risposto con un’alzata di spalle.
 
Nel bosco solo nostro tu non c’eri
Ho dimenticato il tragitto dal quale sono venuto
Sono arrivato addirittura a non sapere chi io sia
Allo specchio chiedo: “Tu chi diavolo sei?”
 
Yoongi per Yoona aveva fatto di tutto. Era arrivato persino a cambiare se stesso, così tanto da smarrire la strada, cercando una risposta anche nella sua immagine riflessa nello specchio. Un’immagine in cui ormai non si riconosceva più.
 
Ti amo così tanto, ti amo così tanto
Ho creato una bella bugia per te
Ti amo da impazzire, ti amo da impazzire
Cancellami, fammi essere il tuo burattino
 
Per farsi amare da lei, era stato persino disposto a farsi usare da lei. Fin dove si era spinto affinché lei potesse amarlo allo stesso modo?
 
Perché sei triste? Non lo so, io non lo so
Prova a sorridere, prova a dire “ti amo”
Guardami, ho rinunciato a me stesso
Al me che non sa nemmeno capirti
 
Le lacrime cominciarono a bagnarmi le guance. Ogni volta che avevo chiesto a Yoona perché fosse triste, lei mi aveva sempre risposto “Non lo so”. Ora riuscivo ad immaginare Yoongi nella mia stessa situazione, mentre cercava di farla sorridere. Nonostante il vuoto che Yoona aveva nell’animo, Yoongi voleva farle scoprire l’amore. Quante volte le aveva chiesto il permesso di entrarle nel cuore per riuscire a guarirla dal suo malessere? Probabilmente così tante che aveva persino buttato via se stesso, e alla fine non era nemmeno riuscito a comprenderla. Aveva fallito.
 
Poi, finalmente, arrivò la parte di Yoongi.
 
Dici che io sia poco familiare
Io che sono cambiato nella
versione di me che piaceva a te
Dici che non sono più quello che conoscevi bene
Cosa intendi esattamente? Sono stato cieco
Amore? Ma quale amore! È tutto un falso amore
 
Come immaginavo, la sua parte fu quella più intensa e ricca di risentimento. Yoongi mi aveva sempre detto di non credere più nell’amore, e ora mi stava finalmente spiegando il perché. Mi sembrava di averlo già detto, ma Yoongi assomigliava davvero tanto a mia sorella. Aveva deciso di diventare come lei per riuscire a piacerle? Forse quella decisione era stata la sua ultima spiaggia, l’ultimo tentativo prima di cadere in un baratro dal quale non sarebbe più uscito. Eppure, arrivati ad un certo punto, era cambiato talmente tanto che nemmeno Yoona era stata più in grado di riconoscerlo.
 
E ora pensava sul serio di aver sbagliato tutto. Diceva di essere stato cieco perché si era convinto che l’amore vero non esisteva. Per lui era tutta una menzogna. Una maledetta bugia.
 
La musica rallentò, e le voci di Jin e Jimin apparvero dolcemente, rendendo la parte di Yoongi ancora più significativa.
 
Non so, non so, non so perché
Nemmeno io, nemmeno io, nemmeno io so chi sono
 
So solo, so solo, so solo perché
Perché è tutto un falso amore,
falso amore, falso amore
 
Yoongi non sapeva più niente. Ormai non si faceva più domande, ma l’unica cosa di cui era sicuro è che non ci sarebbe ricascato mai più. I ragazzi formarono un cerchio e Jungkook e Jin cantarono le ultime parole della canzone, ricordando che quell’amore che Yoongi aveva cercato di coltivare, alla fine non era sbocciato, proprio come il fiore che aveva perso il suo ultimo petalo, rappresentato da Jungkook che lasciava andare la mano di Seokjin.
 
In questo sogno che non si avvererà,
ho coltivato un fiore che non potrà mai sbocciare
 
Le urla e gli applausi della platea mi riportarono alla realtà. Avevo il viso completamente zuppo di lacrime mentre mi tappavo la bocca per non far sentire il rumore dei miei singhiozzi. Le luci si spensero e sul palco calò il buio, proprio mentre i sette ragazzi si affrettavano a ritornare dietro le quinte.
 
Non volevo farmi vedere da loro in quello stato, ma poi le luci si riaccesero e la prima cosa che vidi fu il volto di Taehyung. Il moro mi prese per mano e mi trascinò via con lui, lontano dagli altri membri dei BTS che si stavano togliendo i microfoni. Tae si sbarazzò velocemente del suo e mi portò in un angolino appartato, assicurandosi che nessuno ci avesse visti. Poi, si voltò e mi avvolse nell’abbraccio più caloroso che avessi mai ricevuto.
 
«Sapevo avresti reagito così,» sussurrò mentre cercavo con tutte le mie forze di smettere di piangere. «Non è facile comprendere il cuore di Yoongi, ma una volta fatto sta’ sicura che non lo fraintenderai più.»
 
«Era come me,» singhiozzai contro il suo petto. «Voleva aiutare Yoona. Le è stato accanto perché voleva insegnarle ad amare, ma alla fine si è arreso e ha perso di vista il suo vero obiettivo.» Sollevai lo sguardo e mi asciugai velocemente gli occhi. «Non è sempre stato così. È cambiato per colpa di mia sorella.»
 
«Yoongi era il ragazzo più dolce del mondo, Yorin. Lo so che è difficile da credere, ma fidati quando ti dico che è diventato così perché è stato tradito innumerevoli volte dalla persona che amava.»
 
Mi allontanai dal suo petto e cercai di darmi un contegno. Di solito non mostravo le mie lacrime a nessuno, ma quando si trattava di mia sorella non riuscivo proprio a farne a meno. Era più forte di me. Ringraziai Taehyung per avermi evitato l’ennesima figura di merda e raggiungemmo gli altri quando i miei occhi gonfi decisero di tornare alla normalità.
 
«Eccovi qui,» disse Namjoon con una nota di sollievo nella voce. «Si può sapere dove eravate finiti? Ci stanno aspettando per ritornare in platea.»
 
«Scusa, scusa. Colpa mia,» dissi sollevando la mano. «Gli stavo sistemando il vestito.»
 
«Yorin.» Il mio cuore perse un battito quando udii la voce di Yoongi. Mi stava guardando dritto negli occhi e mi fece segno di avvicinarmi a lui. Lo feci, ma c’era qualcosa di diverso dalle altre volte. Ora che ero riuscita a comprenderlo fino in fondo, sentivo uno strano calore a stargli vicino. Un attaccamento che quasi mi spaventava. «Ho bisogno del tuo aiuto.»
 
Mi rilassai. Non sembrava più tanto arrabbiato con me, anche se la sua faccia seria era davvero inquietante. Non aveva sorriso neanche una volta. Forse quella canzone gli aveva rovinato l’umore a causa dei brutti ricordi?
 
«Cosa ti serve? Devo rifarti il trucco?» Sollevai lo sguardo. «I capelli?»
 
Mi afferrò per le spalle, e le sue mani a contatto con la mia pelle mi fecero venire i brividi lungo la schiena. Merda, perché ultimamente facevo sempre così quando mi toccava? Ripensai ai gemiti della scorsa notte e diventai rossa come un peperone. Riuscivo ancora a sentire la sua lingua contro il mio collo e la sua mano stringersi intorno al mio sen-
 
No, Yorin. Non fare la stupida. A che diavolo stai pensando? Cazzo, ritorna in te!
 
Mi ritrovai con il viso rivolto verso la platea e Yoongi alle mie spalle. Allungò un braccio verso il parterre e indicò una ragazza formosa e dai lunghi capelli rossi che stava sventolando l’Army Bomb come se non ci fosse un domani. Era molto carina.
 
«La vedi quella?» mi sussurrò all’orecchio con voce gutturale. «Portala da me quando finirà lo show. Cerca di non farti vedere da nessuno.»
 
Ora capivo come doveva essersi sentito Jongin quando gli avevo detto di aver dormito nella stessa camera di Suga. A quanto pare quel trucchetto non funzionava solo con gli uomini, ma era efficace anche sulle donne. Forse di più.
 
Quel puttaniere voleva che fossi sincera con me stessa? Bene, allora lo sarei stata. Volevo ubriacarmi con Taehyung, Jimin e Jungkook per liberarmi di tutte quelle emozioni che facevo fatica ad accettare. E poi, volevo urlare. Volevo urlare e dire a quel gran bastardo di Min Yoongi che Kang Yorin era completamente uscita di senno, perché si era appena resa conto di essere fottutamente gelosa. Gelosa di lui e di qualunque altra donna che avesse anche solo osato mettergli un dito addosso.
 
Sì, ero veramente nella merda.
🔼🔼🔼

ᗩngolo.ᗩutore
Ciao a tutti! Finalmente riesco a postare il nuovo capitolo ❤ Grazie alla canzone Fake Love, Yorin è riuscita a comprendere il cuore di Suga e sembra che stia finalmente cominciando ad essere onesta con ciò che prova, proprio come voleva Yoongi. E' gelosa di lui e finalmente lo ha ammesso! *stappa lo champagne* Ovviamente so che è stato RM a scrivere Fake Love, ma il testo mi sembrava perfetto per la "storia d'amore" tra Yoongi e Yoona. Sembrava quasi una lettera scritta dal suo punto di vista.

Yorin e Tae si avvicinano sempre di più e ammetto di star cominciando ad adorare questa amicizia che all'inizio non era nei miei piani. Voi che ne dite?

Un bacione e alla prossima 😘

Instagram: btsuga_d

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS) / Vai alla pagina dell'autore: Btsuga_D