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Fake Love
🔽🔽🔽
- «Scommettiamo?»
disse Taehyung mentre
continuavo a ridere per quello che mi aveva appena detto.
«Posso assicurarti
che lo farà al cento per cento.»
- «E
sentiamo, perché dovrebbe farlo?» lo
incalzai. «Ora che l’hai lasciato da solo,
sicuramente sarà andato a cercarsi
qualche ragazza che possa scaldargli il letto. Magari una delle
stylist.»
- Tae
sbuffò e incollò gli occhi al cielo.
«Vuoi scherzare? A parte che non sono per niente il suo tipo,
ma poi si
attaccano peggio delle gomme da masticare. Non credo proprio che
rischierà di
accollarsi una seccatura. Non è da Suga.»
- Fissai
il suo profilo illuminato dalla luna e
poi mi unii a lui nell’osservare il cielo. C’erano
tante piccole stelle che
brillavano contro la volta celeste, minuscoli puntini scintillanti la
cui luce
veniva oscurata da quella imponente e abbagliante della metropoli di
Las Vegas.
Ora che era calata la notte, mi ero finalmente resa conto di non essere
più in
Corea. Ero finita in una città fin troppo grande per me, in
un ammasso di luci,
colori e grattacieli che non si adattavano per niente al mio stile di
vita buio
e solitario. Volevo solo tornarmene a casa e infilarmi nel mio adorato
letto.
- «Pensi
davvero che domani Yoongi andrà in
panico perché non riuscirà a trovarmi da nessuna
parte?» gli domandai
sistemandomi meglio sotto la coperta. Sì, avevamo deciso di
dormire lì.
- Tae
si voltò verso di me e mi fissò
sollevando entrambe le sopracciglia scure, come se volesse farmi capire
che
avevo chiesto una cosa ovvia. «Te l’ho
già detto. Sono pronto a scommettere
tutto quello che vuoi che domani mattina lo troverò in giro
per il corridoio a
cercarti come un disperato.» Mi tese la mano aperta
affinché potessi
stringergliela. «Andata?»
- «Andata.»
Gliel’afferrai senza un briciolo
d’esitazione. «Ma cosa vuoi scommettere?»
- «Uhmm…»
Ci pensò su sollevando gli occhi al
cielo, poi il suo sorriso quadrato si mostrò e rispose,
«Domani sera, all’After
Party per i Billboard, bevi con me, Jimin e Jungkook.»
- Arricciai
il naso. «Non credo sia una buona
idea…»
- Bere
con Jungkook quando il nostro rapporto
si era appena tramutato in un vero e proprio disastro? Avevo paura di
pensare a
come sarebbe andata a finire se si fosse messo di mezzo anche
l’alcol. Avrei
fatto prima a scappare in Messico e non farmi più vedere.
Solo dopo qualche
secondo, realizzai che non era per niente una buona idea visto che non
era poi
così lontano da dove mi trovavo. Accidenti.
- «Ehi,
è pur sempre una scommessa,» cercò di
convincermi Tae quando si accorse della mia espressione poco convinta.
«Hai
detto che Yoongi neanche si accorgerà che non sei
più in stanza con Jungkook.
Quindi cos’hai da perdere?»
- Aveva
ragione. Cos’avevo da perdere? Tanto
avrei vinto io.
- «Va
bene, va bene. Ci sto,» confermai
stringendogli ancora di più la mano per ribadirgli che avevo
accettato la sua
sfida. «Però se vinco io…
sceglierò i tuoi vestiti per l’esibizione di
domani.»
Tae sembrò piuttosto sorpreso. «Affare
fatto?»
- «Non
mi dire… Vuoi vendicarti delle stylist?»
- «Forse.
Chi lo sa,» restai sul vago mentre
gli lasciavo andare la mano. «Comunque…
è vero quello che mi hai detto prima?»
- Il
ragazzo allungò le braccia verso l’alto e
si stiracchiò. Eravamo entrambi distesi su quella specie di
letto improvvisato,
ma stavamo l’uno di fronte all’altra, quindi i suoi
piedi mi arrivavano quasi
in faccia mentre i miei gli toccavano a malapena il petto. Cosa diavolo
gli
davano da mangiare? Io non ero cresciuta nemmeno rimpinzandomi di
omogeneizzati.
Comunque ora capivo perché Rose aveva deciso di lasciare a
mollo Jack piuttosto
che farlo salire con lei sulla tavola di legno. Stare appiccicati in
uno spazio
ristretto era di una scomodità unica.
- «Non
mi ricordo. Cosa ti ho detto prima?»
domandò buttando la testa all’indietro per
guardare il cielo a testa in giù.
Dalla mia prospettiva sembrava che gli avessero mozzato la testa. Era
una
visione raccapricciante.
- «Che
Yoongi non bacia nessuno perché sta
ancora aspettando il bacio di una donna che non esiste
più,» gli ricordai. «Ti
riferivi a mia sorella, vero?»
- Tae
non alzò la testa, ma continuò a parlarmi
stando in quella posizione. Diamine, come faceva a non andargli il
sangue al
cervello?
- «Sì,
ma non dirgli che te l’ho detto io.»
Sollevò un braccio e s’indicò la parte
del corpo che non riuscivo a vedere.
«Potrebbe tagliarmi la testa.»
- Avrei
dovuto ridere?
- Beh,
lo feci. E anche di gusto.
- ▫◦▫◦▫
- «Yoongi,
mi stai confondendo con mia
sorella?»
- Quella
domanda mi era sorta spontanea non
appena avevo visto le sue labbra avvicinarsi alle mie. Mi erano subito
tornate
in mente le parole di Taehyung, e anche se mi aveva detto di non
dirglielo, non
ero proprio riuscita a trattenere la lingua. Dovevo sapere
perché mi stava
guardando con quegli occhi. Dovevo sapere perché stava
cercando di baciarmi
nonostante le sue tenaci convinzioni.
- Continuò
a fissarmi senza però rispondermi. A
quanto pare lo avevo preso alla sprovvista, ma interpretai quel suo
silenzio
come una conferma alla mia domanda, e non so perché, sentii
montarmi dentro una
rabbia che mi fece raddrizzare la schiena e mettere seduta.
- Era
strano, ma il fatto che potesse
confondermi con Yoona mi dava fastidio. Anzi, tremendamente fastidio.
Io non
ero mia sorella. Non avevo mai avuto la presunzione di compararmi a
lei,
figuriamoci adesso che non c’era più. E la trovavo
anche una profonda mancanza
di rispetto da parte di Yoongi nei miei confronti. Mi salì
il sangue al
cervello quando realizzai che ogni sua parola poteva essere rivolta a
lei e non
a me. Per chi diavolo mi aveva preso?
- Mi
alzai dalla panchina e lo scavalcai senza
troppi problemi. Volevo solo fare colazione e prepararmi per
chissà quale
sfiancante lavoro, ma mi sentii afferrare per il braccio e non feci in
tempo a
voltarmi che me lo ritrovai davanti al viso.
- «Tu
sei completamente diversa da lei, Yorin.
Te lo posso assicurare.»
- «In
cosa sono diversa?» gli domandai
rimanendo comunque sulla difensiva. «E a proposito, ti
ricordo che devi ancora
rispondere a un sacco di mie domande. Che ne dici di cominciare
adesso?»
- «Si
può sapere perché dobbiamo sempre finire
a parlare di lei?» controbatté mostrando quanto
fosse infastidito dalla piega
che stava prendendo la conversazione. «Capisco che vuoi
scoprire cosa le è
successo. Lo desidero anch’io, credimi, ma non otterrai nulla
continuando a ficcanasare
nella nostra relazione. Perciò ti prego di darci un
taglio!»
- «Non
si tratta soltanto di questo!» urlai
liberandomi dalla sua stretta. Indietreggiai per poterlo guardare
meglio in
faccia. «Io voglio capire se ti stai prendendo gioco di me,
Yoongi. Voglio
sapere se per te sono solo un fottutissimo rimpiazzo!»
- «E
a te cosa importa?» sibilò acido. «Tanto
continui
a respingermi, perciò il problema non si pone. Sei davvero
innamorata di Jongin
oppure fai la finta innocentina per tenermi attaccato
all’amo? Io sarò stronzo
quanto vuoi, ma perlomeno sono sincero. Se voglio portarti a letto, te
lo dico
in faccia senza troppi problemi. Se ho voglia di te, cerco di fartelo
capire in
tutti i modi possibili.» Mi afferrò per i fianchi
e si avvicinò nuovamente al
mio viso, tuttavia non mi lasciai intimorire dai suoi occhi pieni di
desiderio
che si abbassarono sulle mie labbra. «Perciò
credimi se ti dico che in questo
momento ho una voglia matta di baciarti.»
- Deglutii,
ma il mio sguardo rimase fisso
sulle sue pupille scure che si alzarono per ritrovare le mie. Era tutto
così
confuso. Il cuore mi batteva all’impazzata nonostante
continuassi a ripetermi
che le mani sul mio viso erano quelle di Min Yoongi, non di Kim Jongin,
così
come la fronte che si era poggiata delicatamente sulla mia e il respiro
che mi
solleticava il labbro superiore. Era soltanto Min Yoongi, non Kim
Jongin.
- Allora
perché sentivo i brividi all’altezza
dello stomaco?
- «Fammi
un favore,» sussurrò socchiudendo gli
occhi. La sua bocca dischiusa si mosse verso l’alto e mi
sfiorò la punta del
naso. «Dopo tutte le menzogne che hai raccontato, almeno per
questa volta sii sincera
con te stessa e dimmi quello che vuoi davvero.
Di falsità nella mia vita ne ho ricevuta abbastanza. Ora mi
piacerebbe avere
una risposta concreta e soprattutto vera.»
- Gli
afferrai entrambi i polsi e lo obbligai a
togliermi le mani dalla faccia mentre cercava di cogliere ogni mio
più piccolo
cambio d’espressione. Mi sentivo sotto interrogatorio e la
cosa non mi piaceva
per niente. Avrei voluto scappare solo per eludere il suo sguardo con
cui stava
cercando di farmi venire i sensi di colpa.
- È
vero. Avevo mentito a lui, agli altri
ragazzi e soprattutto a Jungkook. Non ero stata sincera fin
dall’inizio, ma io
sapevo bene cosa c’era nel mio cuore. I miei sentimenti
appartenevano solo a
me, perciò com’era possibile che stessi mentendo a
me stessa? Stavamo pur
sempre parlando di Min Yoongi. Lo stesso Min Yoongi che mi aveva
proposto un
patto basato su una squallida notte di sesso. Lo stesso puttaniere che
non si
faceva scrupoli a saltarmi addosso per ricevere un po’ di
piacere in cambio.
- «Voglio
che mi lasci stare,» gli ordinai
facendogli capire che doveva allontanare le mani. Distolsi lo sguardo,
incapace
di continuare a guardarlo negli occhi dopo aver intravisto i suoi pieni
di
delusione. «Solo perché una ragazza mi ha soffiato
da sotto il naso il ragazzo
che amo, non vuol dire che sono disposta a buttarmi fra le braccia del
primo
che capita. Mi sembra di averti già detto che non sono la
tua puttana, Min
Yoongi. Non sono un rimpiazzo e non ho intenzione di farmi sedurre da
te per
poi venire abbandonata come tutte le altre ragazzine che mi hanno
preceduta,»
affermai con convinzione mentre stringevo i pugni. «E lascia
che ti dia un
consiglio: è inutile che continui a fartele tutte. In
nessuna di loro troverai
Yoona.» Sollevai lo sguardo e osservai il mio riflesso nelle
sue iridi fredde
come il ghiaccio. Si era congelato sul posto. «E di sicuro
non la troverai in
me.»
- Gli
voltai le spalle e corsi verso
l’ascensore, precipitandomi al suo interno. Quando le porte
si chiusero, feci
un profondo respiro per liberarmi di tutta l’ansia che avevo
accumulato da
quando mi ero svegliata. Ero stata cattiva? Sì. Stronza?
Ovviamente. Ma nonostante
mi avesse detto che ero diversa da Yoona, niente avrebbe potuto farmi
cambiare
idea. Ero ancora convinta che avesse provato ad instaurare un rapporto
più
intimo con me a causa di mia sorella.
- Quando
si era dimostrato geloso, o quando mi
aveva consolato sull’aereo… in realtà
lo aveva fatto perché mi vedeva come una
specie di reincarnazione di Yoona? Avrei potuto accettare di tutto, ma
non
questo. Non dall’ex di mia sorella.
- Tornai
in camera di Namjoon e per fortuna la
trovai vuota. Quindi era vero che quel tipo non chiudeva mai a chiave
la porta?
Okay che il piano era sorvegliato da una decina di bodyguard, ma dal
più intelligente
fra loro mi sarei aspettata qualcosina in più.
- È
proprio vero che i geni sono sempre quelli
più strani.
- Andai
in bagno, aprii la mia valigia e
indossai una canottiera nera con la scritta STAFF abbinata a un paio di
pinocchietti
di jeans. Afferrai il mio badge rigorosamente falso e me lo sistemai
intorno al
collo, poi lasciai la stanza per unirmi ai Manager e al resto dello
Staff che
aveva già preparato il SUV per portare i BTS e tutta la loro
attrezzatura nel
luogo dove si sarebbero svolti i Billboard. Non feci nemmeno colazione.
Mi si
era chiuso lo stomaco.
- Ignorai
senza alcuna fatica gli sguardi pieni
d’odio di Bo Young e Lee Ran (le due stylist), e appena scesi
dalla macchina mi
ritirai in un angolo per poter parlare al telefono senza essere
disturbata.
Composi il numero di Jongin e aspettai che rispondesse. Il cuore mi
batteva a
mille.
- «Yorinie!»
mi rispose con la voce impastata dal sonno. «Dove
diavolo eri finita? E perché mi stai chiamando a
quest’ora?»
- Cavolo,
mi ero dimenticata del fuso orario. «Oddio
scusa… Non volevo svegliarti. Ma sono in America
e-»
- «In
America?» m’interruppe con uno strano
tono di voce. «L’avevo
immaginato… Li hai accompagnati ai Billboard, vero? Al
telegiornale non fanno che parlare della loro partenza e
dell’esibizione che
dovrebbe cominciare tra poche ore.»
- Sospirai
e mi appoggiai contro il muro alle
mie spalle. «È successo all’improvviso.
Non ho neanche avuto il tempo di
avvisarti perché Yoongi è venuto a prendermi
davanti casa senza nessun
preavviso.»
- «Yorinie…
mi spieghi che diamine succede?» domandò
preoccupato. «Non ti sento da
giorni, e l’ultimo con cui ho parlato è stato
Suga. Non
starai davvero con quel deficiente?»
- Era
infastidito. Era infastidito da morire e
la cosa non mi dispiaceva affatto. Poi mi tornarono in mente le parole
di
Yoongi. ‘Non lo sai che per attirare
l’attenzione di un uomo bisogna farlo ingelosire?’
- «Io…»
Tentennai. «Non è male come pensavo.»
- Quel
breve attimo di silenzio mi portò a
torturarmi il labbro inferiore con i denti.
- «Ti ha
baciato?» domandò con voce seria. Beh,
qualcuno mi aveva baciato, ma di
certo non potevo dirgli che era stato il maknae dei BTS. «Ci sei andata a letto?»
- Il
modo in cui stava cercando di mascherare
il suo fastidio mi fece sorridere. Allora funzionava davvero
così? «Jongin, sei
il mio migliore amico ma ci sono argomenti di cui non possiamo parlare.
Sono
pur sempre una ragazza. Comunque sta’ tranquillo, Yoongi non
mi ha fatto
mancare nulla. Ha anche risolto il problema della prenotazione e mi ha
fatto
dormire nella sua stanza.»
- «Nella
sua stanza…?» Ridacchiai sotto i baffi.
Forse avevo esagerato? Ma quella
situazione mi stava divertendo troppo. «Dio,
io lo ammazzo. Giuro che lo ammazzo. Aspettami, prendo il primo aereo e
ti
porto subito a cas-»
- «Scusa
Jongin,» lo interruppi di proposito. «Il
lavoro mi chiama e Suga mi sta aspettando per sistemargli il trucco. Ci
sentiamo quando torno, okay? Salutami Jennie.»
- Riagganciai
con un sorriso a trentadue denti.
Jongin non era mai stato geloso di me. Non avevo mai avuto il
privilegio di
essere la donna dei suoi pensieri, ma ora mi ero finalmente presa una
piccola
rivincita. Yoona, la mia povera sorella, aveva giocato con il suo cuore
innamorato e lo aveva riempito di gelosia. Ricordo ancora quando Jongin
si
confidava con me al nostro ritrovo in riva al fiume, dicendomi che
Yoona aveva di
nuovo ferito i suoi sentimenti.
- Era
da quel momento che avevo cominciato a
perdere fiducia in mia sorella. Prima del debutto non si sarebbe mai
approfittata di un suo amico per diventare famosa, specialmente quando
sapeva
che quest’ultimo aveva sempre avuto una cotta per lei. Yoona
era sempre stata
una ragazza furba. Solo dopo un po’ di tempo, capii che
andava insieme a tutti
quei ragazzi famosi per ottenere aiuti e favori. Di sicuro nella lista
era capitato
anche Min Yoongi.
- Sospirai
e guardai il telefono che tenevo tra
le mani. Jongin mi stava chiamando di nuovo, eppure decisi di rifiutare
la chiamata
per tenerlo ancora un po’ sulle spine. Odiavo ammetterlo, ma
Yoongi ci sapeva fare
con queste cose. Forse perché era un uomo e di conseguenza
conosceva bene la
mente maschile.
- Ma
nonostante avessi ottenuto una piccola
vittoria, non riuscivo ad essere del tutto soddisfatta. Avevo mentito.
Di
nuovo. Stavolta avevo mentito a Jongin. La prossima volta a chi sarebbe
toccato? A Ji Woo? Ero stufa di vivere nella menzogna,
perciò non mi sentivo
per niente orgogliosa di quello che avevo fatto. Per ottenere
ciò che volevo, ero
diventata meschina e calcolatrice come Yoongi. L’euforia per
aver ottenuto le
attenzioni dal ragazzo che mi piaceva svanì in un batter
d’occhio e decisi di
rendermi utile incamminandomi verso il palco dove i ragazzi stavano
facendo le
prove.
- Dovevano
ancora truccarsi e vestirsi, perciò
indossavano degli abiti comodi, adatti per ballare ed esercitarsi senza
problemi.
Provarono finché non riuscirono ad entrare in sintonia col
palco e fin quando
non furono soddisfatti della loro performance. Lo stage era piuttosto
piccolo perciò
c’impiegarono più del previsto. Li seguii verso i
camerini e Bo Young mi buttò fra
le braccia una tonnellata di vestiti che quasi faticai a sorreggere da
sola.
- «Visto
che stai lì impalata a fare niente,
sistema i loro vestiti sulle grucce e portali di là in
camerino. Guai a te se
ne sgualcisci uno. Ti toccherà stirarlo da capo,»
disse con un’aria da oca
giuliva mentre si ricongiungeva con l’altra gallina della sua
amica. In quel
caso si trattava di lavoro perciò non potevo imprecare o
rifiutarmi, anche se
tecnicamente avrei dovuto assistere solo Yoongi. Tuttavia, in quel
momento era
davvero l’ultima cosa che volevo.
- Infatti,
il rapper non mi degnò di uno
sguardo. Gli passai accanto mentre portavo i vestiti nella sala trucco
e per un
attimo pensai di essere diventata invisibile. Gli unici che mi
salutarono
furono Hoseok e Jimin. Questi mi domandarono persino dove avessi
dormito, ma
decisi di rimanere sul vago per evitare la sfilza di domande. Jungkook
non mi
si avvicinò neanche per scherzo, così come
Namjoon. Jin era troppo impegnato a
bacchettare il parrucchiere per come gli stava sistemando i capelli.
Diceva che
con il ciuffo all’insù sarebbe stato ancora
più sexy. Beh, e chi poteva dargli
torto?
- Poi,
all’improvviso, qualcuno mi picchiettò
la spalla.
- «Allora?
Hai preparato i miei vestiti?»
domandò Taehyung sollevando una mano per salutarmi. Il suo
sorriso quadrato
riuscì a farmi rilassare. «Da te mi aspetto un
bell’abbinamento. Ho notato che hai
buon gusto.»
- «Aspetta…
Quindi ho vinto la scommessa?»
domandai incredula. «Eppure stamattina mi sono svegliata con
Yoongi a un
centimetro dalla faccia.»
- Taehyung
scoppiò a ridere. «Proprio come
avevo predetto, era in giro per il corridoio a cercarti come un
disperato. Non
ho mai sghignazzato così tanto in vita mia. L’ho
osservato mentre si faceva il
giro di tutte le stanze. È stato divertente!»
- Okay,
c’era qualcosa che non tornava. «Allora
perché devo scegliere cosa indosserai? Ho perso la
scommessa.»
- «In
teoria sì,» disse scrollando le spalle.
Si avvicinò ai vestiti che avevo portato e diede
un’occhiata alle varie giacche
appese. «Ma non mi dispiace per niente farmi vestire da te. E
poi volevi farlo,
quindi sbizzarrisciti pure. Non mi offendo mica!»
- Stava
dicendo sul serio? Annuii e mi
avvicinai ai vestiti di riserva che si portavano sempre dietro in caso
quelli per
le esibizioni avessero qualche problema. Cominciai a farli scorrere uno
per
uno, controllando i vari capi di diverse forme, colori e dimensioni. Mi
bloccai
solo per squadrare da capo a piedi Taehyung, che se ne stava in mezzo
alla
stanza con le mani poggiate sui fianchi come se fosse una specie di
manichino.
Mi venne da ridere per la sua faccia impaziente. Sembrava un bambino il
giorno
della Vigilia di Natale.
- Era
piuttosto alto, e con la faccia che si
ritrovava sarebbe stato bene con tutto. Diedi un’ultima
occhiata ai vestiti
degli altri membri per trovare qualcosa che potesse abbinarsi, e alla
fine,
dopo svariate riflessioni, optai per un look total black. Scelsi dei
pantaloni larghi,
una maglietta nera con lo scollo circolare e una giacca stretta e
lucida.
- Consegnai
tutto a Tae, che una volta presi i
vestiti in mano li guardò con curiosità prima di
fiondarsi dentro il camerino. Quando
tornò, mi bastò una sola occhiata per essere
orgogliosa del mio operato. Sapevo
che quello stile avrebbe fatto al caso suo.
- «I
pantaloni ti stanno da Dio e la maglietta
è stretta al punto giusto,» gli feci notare mentre
gli sistemavo la giacca.
«Però qui ci va una bella cintura.»
- Ne
presi una nera e la infilai nei passanti
dei pantaloni, poi tirai fuori da una scatola un enorme girocollo
argentato che
gli fasciò perfettamente la gola. Per finire, optai per un
orecchino lungo con
un’enorme perla bianca alla base.
- Guardai
la mia opera conclusa e gli spettinai
i capelli scuri con una mano.
- «Wow,
Taehyung. Sei un figo della madonna,»
lo elogiai facendolo scoppiare a ridere. «Se non sto attenta
potrei prendermi
una cotta per te,» aggiunsi unendomi alla sua risata.
- «Ho
vinto la scommessa e ho anche rimediato uno
dei migliori outfit che abbia mai indossato,»
confessò mentre continuava a
guardarsi allo specchio. «Mi sento troppo avvantaggiato.
Dovrei addolcirti la
penitenza?»
- «Non
pensarci neanche,» lo ammonii. «Una
scommessa è una scommessa. Stasera berrò con voi
e non si discute. Non sono
tanto vigliacca.»
- «Grande.
Batti il cinque!» Mi tornò subito in
mente la prima volta che l’avevo incontrato. Anche al
fan-sign aveva voluto che
gli dessi il cinque, ma diversamente da quella volta, stavolta lo feci
più che
volentieri. «Oh, Yoongi-hyung! Che ne pensi dei vestiti che
Yorin ha scelto per
me?»
- Mi
voltai con il cuore in gola e vidi il
ragazzo appena nominato che stava in piedi di fronte allo specchio
mentre si
sistemava i capelli ricci appena fatti dal parrucchiere. Ci stava
osservando
attraverso il riflesso.
- «Hai
chiesto il permesso alle stylist? Lo sai
che non puoi fare di testa tua,» affermò con
severità riuscendo a far
scomparire il sorriso dalla faccia di Taehyung. Il suo tono era gelido,
così
come i suoi occhi che ritornarono sui suoi capelli mossi e con un
leggero frisé
sul lato destro.
- «Non
pensavo fosse un problema… Dici che
faranno storie?» domandò Tae con uno sguardo
triste e amareggiato. Si guardò
ancora una volta allo specchio per contemplarsi in quei vestiti con cui
sembrava trovarsi perfettamente a suo agio. «Mi dispiacerebbe
un sacco non
poterli indossare…»
- «Allora
avresti dovuto pensarci prima. Yorin
non è una stylist specializzata. È una novellina
e non può scegliere i nostri
vestiti come se nulla fosse.»
- «Sta’
tranquillo, Tae. Ci penserò io a
convincere le stylist,» cercai di consolarlo posandogli una
mano sulla spalla.
«Sono piuttosto brava a persuadere la gente. Ho dovuto
imparare quando facevo
la bodyguard.»
- M’infastidiva
che Yoongi avesse demoralizzato
in quel modo Taehyung. Gli aveva detto la verità senza
preoccuparsi di ferire i
suoi sentimenti. Mi stavo rendendo conto che Yoongi aveva ragione
quando diceva
di non saper mentire. Dopotutto, mi aveva quasi obbligato a raccontare
tutto a
Jungkook, e anche il piano che aveva escogitato con il numero di
telefono si
basava sullo smantellare tutte le bugie per far venire a galla la
verità. Inoltre,
nei testi delle sue canzoni, era quello più diretto con le
parole. Ti diceva le
cose in faccia, anche se queste avrebbero potuto farti soffrire. Io
invece facevo
esattamente il contrario.
- Guardai
di nuovo Yoongi e vidi che stava
cercando di sistemarsi il foulard leopardato che gli avevano legato
intorno al
collo. Mi avvicinai visto che sembrava piuttosto in
difficoltà, ma quando
allungai le mani verso di lui, si allontanò di qualche
centimetro per impedirmi
di fare ciò che dovevo. Le luci della sala trucco lo
facevano sembrare ancora
più bianco del solito.
- «Non
mi toccare,» disse con gli occhi ridotti
a due fessure. «Faccio da solo.»
- Non
vi mentirò. Quelle parole mi fecero
davvero male. Allontanai le mani e continuai a guardarlo mentre tornava
ad
occuparsi di quel problema per conto suo. A quanto pare se
l’era presa per quello
che gli avevo detto prima, ma stavolta dovevo ammettere di aver
esagerato. Non
ero riuscita a contenermi e me n’ero pentita subito.
- «Lo
sai che sono qui per aiutarti, vero?» gli
domandai cercando di nascondergli quanto ci fossi rimasta male.
- «No,
sei qui per rompermi le palle. Mansione
che ti riesce davvero bene,» disse senza degnarmi di uno
sguardo. «Comunque,
quando avrò bisogno del tuo aiuto te lo chiederò.
Torna pure ad occuparti di
Taehyung.»
- Finì
di sistemarsi il foulard e si allontanò
per prendere la canotta nera che le stylist avevano scelto per lui.
Sotto
indossava già i pantaloni dorati, perciò si tolse
la maglietta bianca a maniche
corte e la lanciò su uno dei divanetti rimanendo a petto
nudo. Cercai in tutti
i modi di distogliere lo sguardo mentre s’infilava la canotta
che gli lasciava
scoperte le spalle e le braccia, ma i miei occhi non ne volevano
proprio sapere
di guardare altrove. Afferrò con un dito la giacca color
bronzo e se la gettò su
una spalla per portarla con sé nell’altra stanza.
Mi passò davanti e ci scambiammo
un veloce sguardo che neanch’io compresi fino in fondo, poi
mi abbandonò lì
come se niente fosse.
- «Avete
litigato?» Mi voltai e vidi Taehyung
seduto sul divanetto con un’espressione preoccupata.
«Come mai si comporta
così? Di solito non ti toglie gli occhi di dosso.»
- Sospirai
e mi sedetti accanto a lui mentre
Jimin, Jin e Hoseok si accomodavano alle loro postazioni per rifarsi il
trucco.
Jimin mi salutò attraverso lo specchio e io ricambiai
stirando leggermente le
labbra. «Tae, credo di aver combinato un guaio,»
dissi cominciando a torturarmi
le unghie. «Ho detto a Yoongi quello che mi hai
confidato… e poi gli ho
rinfacciato di confondermi con Yoona.» Tae si nascose il
volto tra le mani. «Ho
fatto una cazzata, vero?»
- «No,
è che…» Si bloccò e poi
tornò a
guardarmi. Non sembrava arrabbiato. «Yorin, hai mai ascoltato
la canzone con
cui ci esibiremo tra poco?»
- Come
mai quel cambio di argomento? «No, non ho
ancora trovato il tempo. Perché?»
- «L’ha
scritta Yoongi-hyung,» confessò con un
sorriso amaro. «Ha scritto il testo dalla prima
all’ultima parola. È un suo
sfogo personale su una vicenda che l’ha cambiato
profondamente, per questo
abbiamo deciso di dargli il nostro pieno supporto.»
Inclinò leggermente la
testa. «Indovina a chi è rivolta?»
- «Yoona?»
tentai. Tae annuì piano. «Come si
chiama la canzone?»
- Lo
guardai con il fiato bloccato in gola. «Fake
Love.»
- ▫◦▫◦▫
- Ce
l’avevo fatta. Non so come, ma avevo
convinto quelle due arpie a far indossare a Taehyung i vestiti che
avevo
scelto. Cosa mi avevano chiesto in cambio? Che per tutta la settimana
avrei
dovuto stirare i vestiti dei ragazzi. Cioè, stavamo parlando
di sette persone
che si cambiavano d’abito almeno tre volte al giorno. Volevo
morire, ma per V ne
valeva la pena. Mi aveva sempre aiutata e stavolta mi sarebbe piaciuto
ricambiare
la sua gentilezza. Se avevo un pregio, era quello di non essere una
persona
ingrata.
- La
cerimonia era già cominciata da un pezzo e
a momenti sarebbe stato il turno dei ragazzi. Da quello che mi avevano
detto,
era la loro prima performance live di Fake Love, perciò
potevo capire quanto
fossero ansiosi ed eccitati. Inoltre, da quelle poche chiacchiere che
ero
riuscita a scambiare con Jimin e Hoseok, avevo avuto
l’impressione che fossero davvero
emozionati di potersi esibire ad uno show tanto importante.
- Finalmente
arrivò il loro turno. Dato che ero
dietro le quinte, riuscii ad augurargli buona fortuna prima che
salissero sul
palco. Jungkook mi riservò un sorriso forzato, mentre Yoongi
si limitò a
guardarmi senza dirmi niente. Tae mi diede nuovamente il cinque e Jin
mi mandò una
raffica di baci volanti che cercai di schivare in tutti i modi
possibili. Li
osservai mentre si posizionavano uno dietro l’altro, con
Taehyung come
apri-fila. Quei vestiti gli stavano da Dio.
- La
musica partì non appena si accesero le
luci e a quel punto le urla riempirono l’intera platea.
Doveva essere
l’esibizione più attesa di quell’evento.
La coreografia cominciò con una
sequenza tipo domino, che partì con Yoongi e
terminò con Namjoon. Mi concentrai
principalmente sulle parole della canzone, e anche se stavano cantando
tutti e
sette, nella mia testa ogni strofa aveva la voce di Min Yoongi.
- Se
fosse stato per te, avrei potuto fingere
- di
essere felice anche quando ero triste
- Se
fosse stato per te, avrei potuto fingere
- di
essere forte anche quando stavo soffrendo
- Taehyung
cantò quelle parole con una voce
bassa e profonda mentre muoveva le braccia con degli scatti
incredibili. Poi
arrivò Jungkook, che cadde in ginocchio e riuscì
a risollevarsi poggiandosi
sulla schiena di V. Non avevo mai visto una coreografia tanto impegnata
ed
elaborata come quella.
- Vorrei
che l’amore fosse perfetto
- semplicemente
perché è amore
- Vorrei
che tutte le mie debolezze fossero
nascoste
- In
questo sogno che non si avvererà,
- ho
coltivato un fiore che non potrà mai
sbocciare
- Rimasi
di sasso. Era stato davvero Yoongi a
scrivere quelle parole? Desiderava sul serio che l’amore
fosse perfetto in ogni
sua sfaccettatura? Quel ragazzo così sicuro di sé
nascondeva davvero delle
debolezze? E poi ecco arrivare il ritornello, con
un’esplosione di rabbia e
parole represse che associai istintivamente alla voce infuriata di
Yoongi.
- Sono
così stanco di questo falso amore,
- falso
amore, falso amore
- Mi
dispiace tanto ma è un falso amore,
- falso
amore, falso amore
- Quante
volte lo aveva ripetuto a se stesso?
Quante volte lo aveva gridato al mondo senza che nessuno si fermasse ad
ascoltare?
- Voglio
essere un uomo buono solo per te
- Ho
dato via il mondo solo per te
- Ho
cambiato tutto solo per te
- Ora
non so chi sono, tu chi sei?
- Sentii
le lacrime pizzicarmi gli occhi. Ero
sempre stata curiosa del suo rapporto con Yoona, ma Yoongi si era
dimostrato
sfuggente ogni qualvolta avevo tirato fuori l’argomento,
proprio come quella
mattina. Ora, grazie a quelle parole miste a musica, potevo entrare
direttamente
nel suo cuore e conoscere la verità. Yoongi mi stava
offrendo lo strumento con
cui avrei potuto dare una risposta a tutte le mie domande irrisolte,
quelle a
cui aveva sempre risposto con un’alzata di spalle.
- Nel
bosco solo nostro tu non c’eri
- Ho
dimenticato il tragitto dal quale sono
venuto
- Sono
arrivato addirittura a non sapere chi io
sia
- Allo
specchio chiedo: “Tu chi diavolo sei?”
- Yoongi
per Yoona aveva fatto di tutto. Era
arrivato persino a cambiare se stesso, così tanto da
smarrire la strada,
cercando una risposta anche nella sua immagine riflessa nello specchio.
Un’immagine in cui ormai non si riconosceva più.
- Ti
amo così tanto, ti amo così tanto
- Ho
creato una bella bugia per te
- Ti
amo da impazzire, ti amo da impazzire
- Cancellami,
fammi essere il tuo burattino
- Per
farsi amare da lei, era stato persino
disposto a farsi usare da lei. Fin
dove si era spinto affinché lei potesse amarlo allo stesso
modo?
- Perché
sei triste? Non lo so, io non lo so
- Prova
a sorridere, prova a dire “ti amo”
- Guardami,
ho rinunciato a me stesso
- Al
me che non sa nemmeno capirti
- Le
lacrime cominciarono a bagnarmi le guance.
Ogni volta che avevo chiesto a Yoona perché fosse triste,
lei mi aveva sempre
risposto “Non lo so”. Ora riuscivo ad immaginare
Yoongi nella mia stessa
situazione, mentre cercava di farla sorridere. Nonostante il vuoto che
Yoona aveva
nell’animo, Yoongi voleva farle scoprire l’amore.
Quante volte le aveva chiesto
il permesso di entrarle nel cuore per riuscire a guarirla dal suo
malessere? Probabilmente
così tante che aveva persino buttato via se stesso, e alla
fine non era nemmeno
riuscito a comprenderla. Aveva fallito.
- Poi,
finalmente, arrivò la parte di Yoongi.
- Dici
che io sia poco familiare
- Io
che sono cambiato nella
- versione
di me che piaceva a te
- Dici
che non sono più quello che conoscevi
bene
- Cosa
intendi esattamente? Sono stato cieco
- Amore?
Ma quale amore! È tutto un falso amore
- Come
immaginavo, la sua parte fu quella più intensa
e ricca di risentimento. Yoongi mi aveva sempre detto di non credere
più
nell’amore, e ora mi stava finalmente spiegando il
perché. Mi sembrava di
averlo già detto, ma Yoongi assomigliava davvero tanto a mia
sorella. Aveva
deciso di diventare come lei per riuscire a piacerle? Forse quella
decisione
era stata la sua ultima spiaggia, l’ultimo tentativo prima di
cadere in un
baratro dal quale non sarebbe più uscito. Eppure, arrivati
ad un certo punto,
era cambiato talmente tanto che nemmeno Yoona era stata più
in grado di
riconoscerlo.
- E
ora pensava sul serio di aver sbagliato
tutto. Diceva di essere stato cieco perché si era convinto
che l’amore vero non
esisteva. Per lui era tutta una menzogna. Una maledetta bugia.
- La
musica rallentò, e le voci di Jin e Jimin apparvero
dolcemente, rendendo la parte di Yoongi ancora più
significativa.
- Non
so, non so, non so perché
- Nemmeno
io, nemmeno io, nemmeno io so chi
sono
- So
solo, so solo, so solo perché
- Perché
è tutto un falso amore,
- falso
amore, falso amore
- Yoongi
non sapeva più niente. Ormai non si
faceva più domande, ma l’unica cosa di cui era
sicuro è che non ci sarebbe ricascato
mai più. I ragazzi formarono un cerchio e Jungkook e Jin
cantarono le ultime
parole della canzone, ricordando che quell’amore che Yoongi
aveva cercato di
coltivare, alla fine non era sbocciato, proprio come il fiore che aveva
perso
il suo ultimo petalo, rappresentato da Jungkook che lasciava andare la
mano di Seokjin.
- In
questo sogno che non si avvererà,
- ho
coltivato un fiore che non potrà mai
sbocciare
- Le
urla e gli applausi della platea mi riportarono
alla realtà. Avevo il viso completamente zuppo di lacrime
mentre mi tappavo la
bocca per non far sentire il rumore dei miei singhiozzi. Le luci si
spensero e
sul palco calò il buio, proprio mentre i sette ragazzi si
affrettavano a
ritornare dietro le quinte.
- Non
volevo farmi vedere da loro in quello
stato, ma poi le luci si riaccesero e la prima cosa che vidi fu il
volto di
Taehyung. Il moro mi prese per mano e mi trascinò via con
lui, lontano dagli
altri membri dei BTS che si stavano togliendo i microfoni. Tae si
sbarazzò
velocemente del suo e mi portò in un angolino appartato,
assicurandosi che
nessuno ci avesse visti. Poi, si voltò e mi avvolse
nell’abbraccio più caloroso
che avessi mai ricevuto.
- «Sapevo
avresti reagito così,» sussurrò
mentre cercavo con tutte le mie forze di smettere di piangere.
«Non è facile comprendere
il cuore di Yoongi, ma una volta fatto sta’ sicura che non lo
fraintenderai più.»
- «Era
come me,» singhiozzai contro il suo
petto. «Voleva aiutare Yoona. Le è stato accanto
perché voleva insegnarle ad
amare, ma alla fine si è arreso e ha perso di vista il suo
vero obiettivo.»
Sollevai lo sguardo e mi asciugai velocemente gli occhi. «Non
è sempre stato
così. È cambiato per colpa di mia
sorella.»
- «Yoongi
era il ragazzo più dolce del mondo,
Yorin. Lo so che è difficile da credere, ma fidati quando ti
dico che è
diventato così perché è stato tradito
innumerevoli volte dalla persona che
amava.»
- Mi
allontanai dal suo petto e cercai di darmi
un contegno. Di solito non mostravo le mie lacrime a nessuno, ma quando
si
trattava di mia sorella non riuscivo proprio a farne a meno. Era
più forte di
me. Ringraziai Taehyung per avermi evitato l’ennesima figura
di merda e raggiungemmo
gli altri quando i miei occhi gonfi decisero di tornare alla
normalità.
- «Eccovi
qui,» disse Namjoon con una nota di
sollievo nella voce. «Si può sapere dove eravate
finiti? Ci stanno aspettando
per ritornare in platea.»
- «Scusa,
scusa. Colpa mia,» dissi sollevando
la mano. «Gli stavo sistemando il vestito.»
- «Yorin.»
Il mio cuore perse un battito quando
udii la voce di Yoongi. Mi stava guardando dritto negli occhi e mi fece
segno
di avvicinarmi a lui. Lo feci, ma c’era qualcosa di diverso
dalle altre volte. Ora
che ero riuscita a comprenderlo fino in fondo, sentivo uno strano
calore a
stargli vicino. Un attaccamento che quasi mi spaventava. «Ho
bisogno del tuo
aiuto.»
- Mi
rilassai. Non sembrava più tanto
arrabbiato con me, anche se la sua faccia seria era davvero
inquietante. Non
aveva sorriso neanche una volta. Forse quella canzone gli aveva
rovinato
l’umore a causa dei brutti ricordi?
- «Cosa
ti serve? Devo rifarti il trucco?»
Sollevai lo sguardo. «I capelli?»
- Mi
afferrò per le spalle, e le sue mani a
contatto con la mia pelle mi fecero venire i brividi lungo la schiena.
Merda,
perché ultimamente facevo sempre così quando mi
toccava? Ripensai ai gemiti
della scorsa notte e diventai rossa come un peperone. Riuscivo ancora a
sentire
la sua lingua contro il mio collo e la sua mano stringersi intorno al
mio sen-
- No,
Yorin. Non fare la stupida. A che diavolo
stai pensando? Cazzo, ritorna in te!
- Mi
ritrovai con il viso rivolto verso la platea
e Yoongi alle mie spalle. Allungò un braccio verso il
parterre e indicò una
ragazza formosa e dai lunghi capelli rossi che stava sventolando
l’Army Bomb
come se non ci fosse un domani. Era molto carina.
- «La
vedi quella?» mi sussurrò all’orecchio
con voce gutturale. «Portala da me quando finirà
lo show. Cerca di non farti
vedere da nessuno.»
- Ora
capivo come doveva essersi sentito Jongin
quando gli avevo detto di aver dormito nella stessa camera di Suga. A
quanto
pare quel trucchetto non funzionava solo con gli uomini, ma era
efficace anche
sulle donne. Forse di più.
- Quel
puttaniere voleva che fossi sincera con
me stessa? Bene, allora lo sarei stata. Volevo ubriacarmi con Taehyung,
Jimin e
Jungkook per liberarmi di tutte quelle emozioni che facevo fatica ad
accettare.
E poi, volevo urlare. Volevo urlare e dire a quel gran bastardo di Min
Yoongi
che Kang Yorin era completamente uscita di senno, perché si
era appena resa
conto di essere fottutamente gelosa. Gelosa di lui e di qualunque altra
donna
che avesse anche solo osato mettergli un dito addosso.
- Sì,
ero veramente nella merda.
🔼🔼🔼
- ᗩngolo.ᗩutore
Ciao a tutti!
Finalmente riesco a postare il nuovo capitolo ❤ Grazie alla canzone
Fake Love, Yorin è riuscita a comprendere il cuore di Suga e
sembra che stia finalmente cominciando ad essere onesta con
ciò che prova, proprio come voleva Yoongi. E' gelosa di lui
e finalmente lo ha ammesso! *stappa lo champagne* Ovviamente so che
è stato RM a scrivere Fake Love, ma il testo mi sembrava
perfetto per la "storia d'amore" tra Yoongi e Yoona. Sembrava quasi una
lettera scritta dal suo punto di vista.
Yorin e Tae si avvicinano sempre di più e ammetto di star cominciando ad adorare questa amicizia che all'inizio non era nei miei piani. Voi che ne dite?
Un bacione e alla prossima 😘
Instagram: btsuga_d
Yorin e Tae si avvicinano sempre di più e ammetto di star cominciando ad adorare questa amicizia che all'inizio non era nei miei piani. Voi che ne dite?
Un bacione e alla prossima 😘
Instagram: btsuga_d