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Autore: EleWar    14/06/2019    5 recensioni
"No Sugar, non ne ho mai avuto uno anche perché per me i tatuaggi sono un po’ come i legami…sanno di ‘per sempre’"
Che significato può avere un tatuaggio?
Ecco un'altra storiella per voi, spero che vi piaccia ^_^
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Miki, Ryo Saeba, Umibozu/Falco
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Allora gente, siete pronti per il penultimo capitolo?
Confesso di essere un filino emozionata, siamo quasi alla fine e chissà se farò il botto??
Dal titolo già sapete di cosa si tratta...è cortino come al solito ma chissà...
GRAZIE come sempre a chi legge, a chi commenta, a chi c'è.
Vi lovvo
Ele



Cap.12 La ricompensa
 
Ryo passò quasi interamente la notte in bianco, fino alle prime luci dell’alba, quando, ormai distrutto dall’insonnia, dall’eccitazione e dall’impazienza, si presentò alla porta della sua adoratissima socia, con due profonde occhiaie.
Toc toc toc
Con insistenza.
Kaori mugolò nel sonno, e si rigirò nel letto.
“Kaori? Kaori? Presto svegliati!” e giù a bussare “Dai dormigliona” (a lei???) “svegliati”.
Kaori riemerse dal torpore, si passò una mano fra i capelli spettinati e si mise a sedere sul letto.
“Ma cosa avrà da strepitare quell’idiota?” pensò.
Per sua fortuna aveva dimenticato totalmente la faccenda della ricompensa, ed era riuscita a dormire profondamente…fino a quel momento.
“Si può sapere che diavolo vuoi? Che ti è preso?” gli gridò, mentre ciabattando andava ad aprirgli.
Ma appena aprì la porta si trovò davanti un Ryo che sembrava un sopravvissuto ad una guerra nucleare: barba lunga, capelli spettinati, borse sotto gli occhi grandi come valigie, e nonostante il suo aspetto da derelitto, saltellava sul posto con le mani giunte, euforico e felice.
Non stava più nella pelle.
D’improvviso ricordò la promessa, e la ragazza si sentì venir meno.
Accidenti, era arrivato il momento di mostrargli quel maledetto tatuaggio.
Anche se in tutto quel tempo aveva rimandato il pensiero di dover fare quell’atto altamente vergognoso per lei, non poteva mancare alla parola data, ne andava del suo onore.
Kaori si dibatteva fra la prospettiva di dover morire fulminata dall’imbarazzo in un attimo, lì sul posto, o trascinare ancora quella strana situazione.
Questa seconda ipotesi sarebbe stata peraltro insostenibile sul lungo periodo, con Ryo deciso a vederle il tatuaggio a tutti i costi, che l’avrebbe spiata, tendendole agguati, fino a quando non sarebbe riuscito nel suo intento, e con lei costretta a guardarsi continuamente le spalle, sprofondando così nella vergogna a poco a poco.
Sospirò rumorosamente.
Maledizione, se fosse stata più fetente e manipolatrice, magari alla maniera di Saeko, avrebbe trovato il modo di tirarsi indietro e assoggettare Ryo con l’eterna promessa, come faceva la bella poliziotta.
Invece era troppo onesta e leale, e non ci sarebbe mai riuscita.
Alla fine si disse:
“Ma si facciamolo, togliamoci questo pensiero, così potremo riprendere la nostra vita di sempre”.
Cercò di ricordarsi come era stata decisa e risoluta, quella volta che aveva sfidato Silver Fox, e s’immaginò che Ryo fosse un nemico da stendere con… una nuova arma.
Nulla di più.
Assunse la sua posa migliore, quella cioè con le mani sui fianchi, con lo sguardo fiero e gli disse infine:
“Eccomi, sono pronta. E tu?”
Ryo, completamente su un altro pianeta rispose, sempre saltellando sul posto “Sì, sì, sì”.
 
Erano entrambi in piedi, uno di fronte all’altro.
Kaori indossava sempre quella lunga t-shirt e prese a tirarsela su lentamente, scoprendo a mano mano le lunghe gambe, l’arrotolò sulla pancia e fece una pausa.
Stava cuocendo Ryo a fuoco lento, ma non ne era completamente consapevole, anzi non voleva proprio pensarci, altrimenti sarebbe svenuta dall’imbarazzo…
Il cuore di Ryo stava pompando sangue in tutto il corpo ad una velocità paurosa e quando Kaori mise mano all’elastico delle mutandine, in un ultimo barlume di lucidità pensò:
“Allora è LI’ davvero!!!”.
Anche il cuore di Kaori sembrava impazzito, ma cercava il più possibile di controllarsi, con respiri ampi e profondi.
L’atmosfera si stava facendo incandescente, non era mai stato così caldo a Tokyo alle 6 di mattina.
Dopo questa pausa, che ad entrambi parve eterna, per i motivi più diversi, Kaori con un movimento lento, dettato più dalla vergogna che stava provando, che da un reale tentativo di seduzione, con una mano riprese a tirarsi giù il pizzo delle mutandine, mentre con l’altra si sorreggeva la maglia affinché non scivolasse giù di nuovo.
Ryo si era impercettibilmente avvicinato e ripeteva come un mantra “Sta succedendo, sta succedendo”, Kaori scopriva la sua pelle di madreperla con una lentezza esasperante, e sperava di non doversi denudare totalmente e che sarebbe bastato arrivare fino ad un certo punto.
Il tatuaggio era in realtà molto piccolo, poco sopra il monte di venere e leggermente a destra.
Lo sweeper era completamente partito per un viaggio senza ritorno, gli occhi fuori dalle orbite, la bava alla bocca, un sorriso ebete sulle labbra.
Kaori lo guardava quasi spaventata da quella super-mutazione, non lo aveva mai visto così, così eccitato come in quel momento.
Teneva d’occhio il suo partner, temendo il peggio e di tanto in tanto controllava dove fosse arrivata, se cioè il tatuaggio fosse infine visibile.
Ma un secondo prima che scoprisse totalmente quella piccola porzione di pelle proibita, si udì uno schianto, un blup sonoro, come un tappo che salti dalla bottiglia. Kaori alzò il viso di scatto e vide il suo socio a terra, svenuto, con due enormi getti di sangue uscire dal naso.
Non aveva retto a tanta eccitazione.
   
 
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