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Autore: bennytop    17/06/2019    0 recensioni
Questa ff trae spunto da alcuni anime-manga (specialmente Inuyasha), libri (Shiver), film, sogni (soprattutto sogni)...pur rimanendo originale.
C'è un po' di tutto. Lasciatevi incuriosire e buttate un'occhiata. I nomi sono in giapponese (tributo agli anime), ma l'ambientazione è vaga. L'atmosfera sa di fantasia. Buona lettura!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando ripresi conoscenza mi ritrovai in una casetta di legno. Ero legata alla colonna di un letto a baldacchino. Iniziai a dimenarmi ma, invece di allentarsi, i nodi sembravano stringere ancora di più la mia carne, sino a lacerarla.

Non sapevo più cosa fare.

La porta sbattè all'improvviso ed entrò la vecchia. Si avvicinò e inarrestabile mi strappò, uno ad uno, tutti gli strati di stroffa; mi privò anche della biancheria. In vano tentai di contrastarla, le urlai contro, scalciai da ogni parte, ma alla fine ero troppo stanca per lottare.

La guardai, forse con un'ombra di rassegnazione, e con voce mesta le chiesi: "Cosa volete farmi?"

"Verrai sottoposta al rituale. È da molte lune che nessuno si addentra nella notte".

Onestamente, non capii molto di quelle parole. Quando fui di nuovo sola piansi. Piansi per la mia famiglia, le mie amiche, la mia casa e piansi per la mia nudità. Senza nemmeno un velo a coprirmi. Ho pensato di far cadere a terra le coperte, ma sul letto non c'erano. Presto diventò buio, giusto il cielo si intravedeva da una piccola botola lasciata aperta sul soffitto, così piccola che non avrei giurato di poterci passare dentro. Entrava quello spiffero d'aria che riuscì a illudermi di non essere rinchiusa e a farmi venire la pelle d'oca.

Mi sforzai di farmi venire in mente un piano di fuga, un buon piano...ma quale?

Nuda, legata, anche se mi fossi liberata come ne sarei uscita? Se anche fossi uscita da quella casa dove mi sarei diretta? Non sapevo dove fossi e non avevo più nemmeno i miei occhiali: i miei riflessi erano decisamente diminuiti, così come le mie possibilità di evasione.

L'unica mossa intelligente che feci fu quella di spostarmi dal pavimento al letto. Certo, rimanevo legata alla colonna ma per lo meno le braccia non erano più in tensione nè mi fecero più male.

Cercai di concentrarmi su ogni piccolo rumore: un debole frinire di grilli, un cigolio del legno.

Qualcuno si stava muovendo. Anzi, peggio, qualcuno era dietro la porta, ne ero sicura. Mi alzai in piedi sul letto, pronta al nuovo scontro con la vecchia, ma mi sbagliai. Non era lei. Ecco che lo rividi, quel ragazzo che mi aveva bloccato la fuga. Ero nuda e completamente indifesa.

Mi abbracciai alla colonna: qualsiasi cosa avesse voluto farmi non l'evrebbe fatta senza fatica.

Con un movimento repentino lo vidi estrarre un pugnale e recidermi i lacci.

Cosa si aspettava facessi? Potevo anche tentare di guadagnare la porta ma avrebbe sempre potuto riafferrarmi o uccidermi. Sembrò più saggio rimanere immobile e non provocarlo in alcun modo.

Lo vidi avvicinarsi, mi toccò i lividi lasciati dalla corda, lo lasciai fare; poi mi toccò il bernoccolo sulla nuca, lo lasciai fare. Mi toccò la spalla e lì ne approfittai. Assecondando il suo gesto gli assestai una gomitata in pieno viso, gli presi il pugnale dalle mani e scappai.

Mi fiondai nel corridoio in una direzione qualsiasi e appena vidi una finestra mi lanciai fuori. Un gesto incosciente, decisamente, mi feci male ma non abbastanza da non continuare la mia corsa.

Eravamo in una cascina in mezzo al bosco...

Acqua! Sentivo il rumore dell'acqua, doveva esserci un fiume.

Mentre correvo in direzione di quel rumore sentivo le urla provenire dalla casa.

Un tocco sulla schiena, troppo tardi: mi ero già buttata in acqua.

Riuscivo a stento a non affogare mentre la corrente mi trascinò via, lontano da quell'incubo, ma ero allo stremo delle forze. Iniziai a bere acqua e a sentire il mio corpo sempre più pesante.

Dunque era arrivata davvero la fine.
Almeno sarei morta libera.

Due braccia mi strinsero forte e infine il mio mondo diventò buio.

   
 
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