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Autore: BadWolfWinchester    18/06/2019    0 recensioni
-Non sono uno schiavo, sono il principe Derek, figlio di Adeline e di Elios, re del Sole. vi prego di credermi, sono stato catturato per errore.-
Genere: Angst, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Bondage, Contenuti forti
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Capitolo 2

Appena vide la collana, il principe Sam richiuse velocemente la casacca, visibilmente turbato, e si girò di scatto dando le spalle al prigioniero tornando verso il trono. Fece un cenno alle guardie, che spaventate, strinsero convulsamente nelle mani le catene che lo tenevano fermo, mentre altre sbucavano correndo fuori dall’ombra. Sam si sedette e lo guardò, recuperando in parte la sua impassibilità:
- Principe Derek. Quale onore. Posso chiedervi per quale motivo vi siete introdotto nel mio regno, in vesti così poco raccomandabili? Cercavate forse di scoprire qualcosa su di noi?- Derek sorrise con aria strafottente, tipico del suo carattere così “infiammabile”. -No, vostra altezza, non stavo assolutamente spiando nessuno. Mi stavo recando verso il nostro vicino, il regno del Mare, nella speranza di potermi imbarcare su una nave e andarmene via di qua. Ovviamente non era sicuro per me, muovermi nella mia armatura scintillante o nelle mie vesti principesche, quindi ho preso in prestito i vestiti del mio servitore, per potermi muovere indisturbato nella notte. Ovviamente questo non è successo. - Derek cercava di nascondere la sua agitazione e di prendere tempo. Aveva sentito le mani formicolare un po’, e aveva percepito il suo corpo che si riempiva di nuovo dei suoi poteri, lentamente, un pezzo alla volta, alla stessa velocità che impiega il sole a manifestarsi. Era l’alba. Ancora qualche minuto, e sarebbe stato forte abbastanza da liberarsi e fuggire lontano. Parlava velocemente di quello che era successo, di come si era sentito, davanti al principe che, annoiato, fingeva di ascoltarlo. Mancava poco tempo. Bastava un altro minuto e sarebbe stato libero. Ma il principe Samuel, dall’alto del suo trono, si stava massaggiando le tempie, visibilmente stanco. Impercettibilmente guardò fuori dalla finestra, vedendo i primi raggi del sole squarciare la notte. In quell’esatto momento, capì che l’uomo inginocchiato davanti a sé, che fin da subito aveva reputato arrogante e poco brillante, in realtà era quasi riuscito ad ingannarlo. “Sta prendendo tempo. Sa che i suoi poteri stanno tornando.” si ritrovò a pensare. Fece segno ad una schiava che uscì di corsa dalla stanza, tornando pochi secondi dopo con una scatola, che consegnò alla guardia che teneva le catene. - Puoi smettere di parlare ora, ho capito cosa stavi cercando di fare.- La guardia tirò fuori dalla scatola uno spesso collare d’argento e lo legò intorno al collo di Derek, interrompendo la trasformazione e togliendogli i poteri, intrappolandolo in una notte eterna. -Purtroppo per te – disse avvicinandosi a lui, - la luna è la madre degli inganni. Non puoi mentirmi e non puoi ingannarmi.- gli sussurrò molto vicino al suo viso. Derek chiuse per un momento gli occhi, sconsolato. Aveva perso. Ormai era di loro proprietà, in quelle condizioni, avrebbero potuto fare di lui quello che desideravano. -Voi – gli rispose -siete un uomo avveduto, come posso constatare, prego, fate pure quello che volete di me – disse con aria provocante, spiazzando le guardie e facendo sospirare di frustrazione quel principe marmoreo. In un regno dove tutti sembravano così riservati e composti, quell’irriverente sprazzo di sole era scioccante. -Quindi ora che succede? Mi restituite a mio padre con un biglietto di scuse? - scherzò Derek al principe. l’irriverenza era il suo modo per nascondere la paura e l’agitazione. Sotto quel bellissimo sorriso, si celava la certezza di un triste destino per sé stesso. Forse poteva almeno essere d’aiuto al suo popolo. Si schiarì la voce: - Principe Samuel, se mi restituirete ora, ci penserò io a spiegare e mi prenderò tutta la colpa e la responsabilità, senza nemmeno nominare il vostro intervento.- stavolta era serio, niente sarcasmo, niente ironia, la salvezza del suo popolo, era l’unica cosa a cui teneva. Sam lo guardò triste. Nemmeno lui voleva la guerra, non era come suo padre. Guardando quel ragazzo inginocchiato a terra, non vide un prigioniero, ma il futuro re con cui avrebbe potuto realizzare il suo progetto di unificazione dei popoli, mettendo per sempre fine alle rivalità. Inoltre lui sapeva, al contrario di suo padre, accecato dal desiderio di guerra, che i due popoli erano uguali. Nessuno dei due era meno dell’altro, la guerra sarebbe stata logorante e avrebbe causato la morte di un numero troppo alto di persone per poterla prendere in considerazione. Ma lui non era ancora il re.

-Vorrei lasciarti tornare al tuo regno come se nulla fosse successo, ma a quest’ora si saranno accorti della tua assenza e non penso che i nostri padri saranno così clementi. Purtroppo – si alzò dal trono, facendo cenno alle guardie di porgergli l’estremità delle corde che tenevano legate la mani di Derek - mi vedo costretto a far sì che tu rimanga senza i tuoi poteri, mentre mio padre decide cosa fare di te. Ti scorterò nelle segrete, dove aspetterai il tuo fato. - era quasi indeciso se chiedergli o no il suo consenso, così rimase fermo e aspettò una risposta da quello che in teoria, era il suo prigioniero. Derek lo guardò e annuì con aria grave, alzandosi, lasciando che le mani diafane del principe, lo tirassero verso la sua prigione. Nonostante la corda li separasse, sentiva come un formicolio, come se le loro mani si stessero sfiorando, come se fosse più vicino. Gli si mise a fianco, guardando dritto davanti a sé. - Ti prego – sussurrò vicino al suo orecchio – dì a tuo padre che sono pronto ad assumermi tutta la responsabilità, pur di evitare la morte del mio popolo. - nonostante le mani legate e il collare, sembrava più un principe che mai, fiero, regale, pronto al sacrificio per il suo popolo. Sam si girò a guardarlo per un attimo: quanto stonavano quei segni di sottomissione sulla sua figura così forte e indipendente, e quanto il suo sguardo triste, su un volto così bello. I suoi capelli biondi spiccavano sul bianco e l’argento dell’ambiente circostante, così come la sua pelle abbronzata, rispetto al pallore regale degli abitanti della luna. Quando si riprese dall’incanto in cui era caduto per colpa di Derek, si accostò al suo orecchio. -Ho intenzione di non dire nulla a mio padre. Dirò che eri solo uno schiavo che per il panico di trovarsi in un regno nemico e per aver tradito i propri padroni si è suicidato. Ti faccio uscire da qui. - affrettò il passo tenendo stretta la corda che lo teneva legato. -Spero che mio padre sia abbastanza indifferente da non scendere nelle segrete, da dove devo farti uscire. - mentre parlava, si guardava alle spalle, incitando Derek a sbrigarsi -Ma come faremo con le guardie? Mi hanno visto – rispose il biondo affrettando il passo. Sam lo liquidò con una mano – farò loro un incantesimo, scorderanno di aver mai posato gli occhi su di te. Purtroppo alcuni sono d’accordo con me, ma la corona è la corona. Rischiano di essere giustiziati. -

Finalmente arrivarono davanti ad una grossa porta marrone, dietro la quale si trovavano le celle e una piccola porta secondaria da cui voleva far uscire il giovane. Aprì la porta con una mano lasciando passare il giovane. Derek ubbidì immediatamente, irrigidendosi dopo pochi passi. -Perché ti sei…. - iniziò a dire, ma si bloccò davanti alla visione di una sagoma nell’oscurità, così simile a lui da far male. Suo padre.

   
 
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