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Autore: Pawa    19/06/2019    1 recensioni
KiddxLaw!
(Trama)
Quando la tua spada maledetta è capace di prendere forma umana, la TUA forma umana, è innamorata di te e odia il tuo fidanzato, che già per conto suo odia il mondo intero, tu che cavolo devi fare, Law?
Io non ti so rispondere. Mi limiterò a riportare i fatti di questa tua sventura ai tuoi fan.
(Note) ♫
Storia nata da una mia personale interpretazione delle leggende sulle nodachi, le spade maledette del folclore giapponese, deviata dalla passione per la KIDDXLAW e lo YAOI.
Fa parte di una serie, che spero apprezzerete!
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Nuovo personaggio, Pirati di Kidd, Pirati Heart, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- SECONDA PARTE -
 

"Adesso basta!"

Kidd si era diretto furibondo verso quella spada mentecatta, pronto a porre fine sia a quel bacio insensato sia alla miserabile vita di quello spirito pervertito.

Aveva afferrato per la spalla il proprio fidanzato, strattonandolo via dalla presa infida di Kikoku e frapponendosi tra i due.

"Ti farò arrugginire così male che non sarai neanche più in grado di tagliare il burro, stronza!"

Lei aveva appena avuto il tempo di realizzare che le labbra di Law erano state bruscamente strappate dalle sue prima che qualcosa che associò ad un macigno tremendamente duro impattasse violentemente con la sua fronte, buttandola a terra.
Law aveva sospirato.

"Kidd, cosa credi di essere, un bufalo? Non tirare testate alla gente."

Lui non si era scomposto al rimproverò del proprio ragazzo, guardando tronfio la rivale rovinata sul ponte e non sentendo neanche il minimo pizzicore alla propria testa.

Notando come venisse ignorato, il chirurgo si era poi rivolto alla propria arma senza una reale preoccupazione, conscio che ci volesse ben altro per metterla fuori gioco.

"Stai bene, Kikoku?"

Lei si era alzata ringhiando, un atteggiamento più consono al rosso che lo fronteggiava che al suo Shihai.

"Hai rovinato il nostro bacio! Ti sfiletto, bastardo decerebrato!"

Il capitano degli Hearts aveva dunque tentato di rabbonirli mettendosi in mezzo, ma era stato nuovamente scostato da Kidd, beccandosi un: "Questa faccenda la risolviamo noi." detto in coro da Capitano e spada maledetta.
Ovviamente il simpatico coretto era stato preso come un insulto personale da ambo le parti e mentre Kidd sbraitava all'oggetto dotato di anima di non copiarlo e quest'ultimo gli sibilava che era stato lui ad imitarlo, Trafalgar si era allontanato, tornando verso le loro ciurme.

Non ne poteva più.

Davvero.

Far coesistere quei due era come mangiare un secondo Frutto del Diavolo.
In altre parole, lo stavano facendo esplodere.

"Capitano? Cosa facciamo con loro?" 

Bepo aveva immediatamente intuito che l'aria terribilmente indifferente che il suo comandante aveva indossato significava che di tutta quella storia se ne voleva lavare le mani e quindi i due contendenti in amore restavano un problema dei tre equipaggi.

"Se con le loro cazzate scalfiscono anche solo una scheggia al Polar Tang, buttateli in mare. La nave vale mille volte più di loro."

E mentre i Pirati del Cuore sapevano che non c'era ironia in quelle parole, qualcuno tra i pirati di Kidd e dei mugiwara aveva ridacchiato.

Non poteva essere serio, giusto?

Lo sguardo compatente di White Fox aveva smorzato ogni sorriso.

Okay, era del Chirurgo della Morte che si stava parlando.
L'uomo con tanti problemi di insonnia quanti lo erano quelli psichiatrici.
La stessa persona che era appena stata portata al limite della pazienza da un fidanzato rincitrullito e dalla propria spada che aveva preso vita per motivi che pochi dei presenti avevano colto.

Ciò considerato, era anche stato clemente condannandoli alla sola morte in acqua.

Killer si era quindi adoperato, andando a trattenere gli istinti bellicosi del proprio capitano prima che rischiasse di ammaccare la lattina gialla della sua nuora isterica.

"Forza, Kidd, lascia perdere. È stato solo un bacio."

Simultaneamente Shachi aveva portato dei manicaretti alla sua nakama, ricordandole come Law la trovasse carina mentre mangiava, seppur il cibo umano non le facesse bene.

Le ciurme avevano finalmente sospirato di sollievo.

I litiganti erano stati placati dal volersi uccidere, almeno momentaneamente.
Certo, darli in pasto ai Re del Mare sarebbe stato un finale intrigante per quella soap-opera amorosa, ma l'istinto delle sole tre donne presenti suggeriva che sarebbe accaduto qualcosa di altrettanto divertente, quindi per ora avevano messo il cuore in pace.

Riunendosi agli altri al centro del ponte, Kidd e Kikoku non avevano smesso di lanciarsi minacce e insulti, alimentando, inconsapevolmente, l'irritazione dell'oggetto del loro amore.

Law non poteva reggere oltre.

Se avesse avuto tra le mani la sua nodachi, avrebbe fatto a pezzi quei due, ma dannazione! Uno di quei due era proprio la sua spada!

"Sei un ferraccio perverso! Che cavolo credi di fare con lui, eh?"

"Trattarlo meglio di come fai tu, scimmione! Sei così volgare e violento che lo stupri al posto di farci l'amore!"

"Sì, certo e intanto sei stata a guardare inerme, schifosa maniaca!"

Law si era alzato dalla sedia dove aveva riposato un minuto scarso, sperando invano di riacquistare compostezza e stabilità mentale.

Si era poi diretto vero una delle porte ermetiche del suo sommergibile, non passando inosservato a quelli che avrebbe potuto definire i suoi contendenti, se solo Kikoku non avesse agito in nome del legame tra le loro anime e non per secondi fini più maliziosi - che era invece la realtà, ma non lo poteva immaginare -.

"Law"

"Shihai!"

"Dove vai?" Avevano parlato in coro un'altra volta e dunque avevano immediatamente ricominciato a maledirsi, ma un brivido li aveva colti entrambi alla base della nuca, facendo scemare ogni loro parola.

Guardandosi attorno si erano resi conto di come ognuno paresse pallido come un lenzuolo e fissasse paralizzato l'uscio del sottomarino.

La loro attenzione era quindi tornata su Law.

E avevano preso a sudare.

Il Chirurgo della Morte li fissava con aurea fottutamente tetra e un'espressione tanto folle che sembrava sul punto di crocifiggerli all'albero maestro e sfibrarli nervo per nervo a mani nude.

"Dove vado?" Aveva fatto loro eco, inclinando la testa e sorridendo.
E Dio, quel sorriso!

Kidd non sapeva se eccitarsi o se mandare una foto di quel sorriso al regista di un film horror.
Era così spaventosamente bello.

Law aveva fatto un passo verso la fonte della sua ritrovata psicopatia, notando come deglutissero.

"Vado a dissezionare gente. Volete unirvi a me?" Il suo tono nuovamente piatto, la richiesta così innocente.

Sì.

Quel ragazzo aveva talento per far cagare in mano.

Kidd si era sentito in dovere di rispondere.
Sia chiaro, aveva colto la per niente velata minaccia del fidanzato, ma non voleva lasciare a Kikoku la prima - o visto l'istinto omicida di Law, sarebbe stato meglio dire "l'ultima" - parola.

"Beh, sai amore, non vorrei disturbarti mentre lavori. Magari passo dopo in obitorio a vedere come stai."

Law aveva avuto un tic all'occhio.

Quel pessimo adulatore del suo ragazzo l'aveva chiamato "amore" per la prima volta dacché stavano insieme solo per non essere vivisezionato?

Eustass Capitano Kidd doveva ringraziare gli déi di tutte le religioni perché non aveva con sé né un bisturi né la sua spada od a quest'ora non sarebbe stato riconoscibile da un piatto di sashimi.

Il medico aveva fatto rapidamente dietrofront, andando a rinchiudersi il più velocemente possibile nel suo laboratorio o avrebbe seriamente messo le mani addosso al rosso e non nel modo in cui a lui sarebbe piaciuto.

Nella placidità di quella cabina Law avrebbe finalmente potuto calmarsi, ma l'insensatezza di tutta quella giornata, le frasi pronunziate da Kikoku, quelle di Kidd ed i loro battibecchi che ancora poteva udire in lontananza erano troppo perché potesse lavorare tranquillamente come era consono fare.

Doveva sfogarsi.

Un po' gli dispiaceva rovinare quel cadavere.
Era il corpo di una giovane disadattata morta per overdose.
Era un ottimo campione di studio per gli effetti di droghe e farmaci sull'organismo, ma il diavolo solo sapeva come ci si sentisse bene ad affondare il bisturi nelle sue carni esanimi.

Law aveva sorriso sadico.

"Non è nulla di personale, ragazzina. In realtà ti devo ringraziare. Se non sacrificassi il tuo corpo, ora starei aprendo in due il mio ragazzo."
***

Kidd ghignava estremamente divertito da quanto vedeva.

Quella stramaledetta spada ruba fidanzati era finalmente crollata in preda a spasmi e nausea per tutto il cibo umano che aveva mangiato.

E Kidd godeva.
Oh, se godeva Kidd a quella vista.

"Dai, Eustacchio, sei troppo cattivo con Spadino. Non vedi che sta male?"

Il rosso aveva deciso di degnare Mugiwara di una risposta solo perché sottolinearlo era ancora più piacevole.

"Appunto perché sta male, Cappello di Paglia. Ora saresti così gentile con un tuo collega capitano da ordinare alla tua renna di smetterla di visitare quella stronza e lasciarla crepare di dolore?"

Rufy non riusciva a cogliere cosa compiacesse tanto Eustacchio né perché avrebbe dovuto far desistere Chopper dal curarla, ma si era reso conto almeno di una cosa: il suo medico non sapeva cosa fare.

"Chopper! Hai bisogno di Torao?"

La renna aveva sussultato al suggerimento intelligente del proprio comandante svampito, sebbene ormai sarebbe dovuta essersi abituata al fatto che per quanto Rufy fosse scemo, quando un suo amico era in pericolo cercava ogni possibile soluzione.

"Sì, è meglio se lo chiamate. Spadino non reagisce positivamente a nulla che gli abbia dato."

Rufy era balzato giù dalla balaustra del secondo ponte, pronto ad andare alla ricerca del suo alleato, ma Penguin l'aveva subito bloccato.

"Mugiwara, lascia che ci vada io."
Il pirata Heart sapeva cosa avrebbe trovato quel ragazzino di gomma se fosse entrato nel laboratorio di Law e non voleva che il suo spirito gioviale si troncasse brutalmente. "Sai, il suo obitorio è terribilmente noioso e grande. Ti addormenteresti solo cercandolo ed a Kikoku serve subito l'aiuto del capitano."

La supernova aveva annuito, ignara di aver appena avuta salva l'innocenza.

Pochi minuti dopo Penguin era riemerso dai meandri del Polar Tang, una smorfia che pareva trattenere vomito e insulti verso il suo migliore amico, che era al suo seguito e non aveva neanche avuto l'accortezza di cambiarsi i vestiti.

Almeno non secondo Monkey D Rufy.

"Wow, Torao, hai pure la versione rossa della divisa della tua ciurma?"

Law aveva ghignato. Non l'avrebbe mai ammesso, ma adorava l'ingenuità di Rufy.

Si era subito diretto verso la sua nodachi, sospirando nel constatare che stavolta aveva sorpassato ogni limite.

"Shihai! Fa male!"

Il medico gli si era inginocchiato accanto con un cipiglio di rimprovero.

"E di chi è la colpa?"

Lei aveva sollevato il capo dal groviglio di membra in cui si era arricciata per le fitte, osservando il proprio spadaccino con occhi azzurri lucidi e tristi.
Kidd e altri pirati avevano dovuto distogliere lo sguardo.
Mai si sarebbero abituati a certe espressioni sul viso di qualcuno uguale a Trafalgar Law.

Erano troppo carine.

"Mi dispiace, ma non ho saputo resistere! E poi lui mi ha fatto arrabbiare, ho mangiato per frustrazione."
Aveva ammiccato al rosso capitano, ma non era davvero nelle condizioni per litigare.

Il chirurgo aveva alzato una mano, ordinando silenziosamente al proprio ragazzo di non osare ribattere.

E aveva sospirato.
Ancora.
Si era ripromesso di contare tutte le volte che sospirava in una sola giornata e fare un resoconto a fine mese per capire quante ore della sua vita sprecasse facendolo a causa di idioti e farsi rimborsare da questi ultimi con i loro organi.

Ma ora doveva occuparsi di quella mocciosa viziata della sua spada.

"Alzati, andiamo in infermeria."

Un mugugno non ben definibile dal grumo in cui si era ridotta Kikoku sembrava significare che non era nelle condizioni di camminare.

Law aveva alzato gli occhi al cielo, tirando poi per un braccio la nodachi e costringendola seduta. 
Così aveva potuto prenderla in braccio, sotto lo sguardo incredulo di Kidd.

"Oddio, ragazze, se morissi oggi morirei felice!" Ikkaku aveva stretto le mani alle donne dei mugiwara, che avevano annuito completamente d'accordo.

"Sono così carini! E vedere due fighi come Law fare certe cose..." L'aveva infatti assecondata Nami.

"E Kidd geloso è adorabile." Aveva concluso Robin.

Killer, Shachi e Zoro si erano guardati spaesati.

"Queste qui hanno qualcosa che non va."

"Law!" L'urlo della rossa supernova aveva richiamato il loro interesse. "Sta fingendo, porca troia, non assecondarla in tutto!"

Il capitano degli Hearts si era rialzato con Kikoku tra le braccia accoccolata al suo petto. Lui non poteva notarlo, mentre Kidd vedeva perfettamente il sorriso soddisfatto della nodachi.

Aveva spalancato gli occhi, furioso.
"Sta ridendo la bastarda!"

"Finiscila, Kidd. Sei ridicolo."

Law non metteva in dubbio che quell'infida della sua arma stesse ghignando, ma sapeva anche quanto avesse mangiato quel giorno.
Con aria strafottente o no, lei stava davvero male.

"Ma-...!"

"Ma cosa, Kidd?"

Per la prima volta da quando si conoscevano, Eustass era stato zittito dalla sola occhiataccia che il suo ragazzo gli aveva rivolto.

Stava parteggiando per lei e non per lui?
Ma che diavolo?
Loro due erano una coppia! Mentre lei era un fottuto soprammobile.

Cazzo, se era furibondo.

Eppure non era stata la rabbia a palesarsi dalla sua espressione.

No, perché Kidd, più che incazzato, era amareggiato.

Non sapeva sinceramente come elaborare quel comportamento del suo ragazzo.

Forse lui non era poi così importante per Law?

"... Tu..." 

Scegli lei a me?

"...Hai un dito tra i capelli."

Law aveva ammorbidito lo sguardo.

Non si era minimamente aspettato che l'altro lasciasse perdere.
E certamente non aveva immaginato che la sua voce potesse suonare così... tradita?

Penguin si era avvicinato ai tre cercando e sperando di essere invisibile, mentre districava dai capelli del suo capitano quello schifo ancora gocciolante sangue e lo gettava poi in mare.

Tornando al gruppo che le ciurme formavano ormai automaticamente per assistere ai litigi dei loro capitani, aveva notato come le ragazze sembrassero sul punto di piangere.

"Eustacchio, non mollare! Torao è tuo..."
Nami guardava i tre protagonisti di quella giornata con aria determinata nonostante le lacrime agli occhi, mentre Robin e Ikkaku si stringevano in un abbraccio.

"Il mio Captain sta venendo plagiato, ma Kikoku è una nakama e Kidd è praticamente mio cognato... non so per chi parteggiare!"
L'archeologa le aveva accarezzato i capelli.
"Eustacchio, poi, non riesce a fargli capire i propri sentimenti!"

Usopp aveva poggiato una mano sulla spalla del pinguino, scuotendo piano il capo.
"Lasciale perdere... Chopper ha detto che la sindrome da fangirl è incurabile. Non c'è nulla che possiamo fare per loro."

Nel frattempo Law si era diretto verso l'infermeria, rimuginando su quanto appena accaduto col proprio fidanzato.
Quel dì tutto andava male tra loro e purtroppo, doveva riconoscerlo, Kikoku ne era la causa.

L'aveva depositata delicatamente su uno dei lettini più vicini alla sua scrivania, andando a prendere una soluzione di acqua e sale ed un secchio.

Le medicine di Chopper non avevano sortito alcun effetto perché il corpo di Kikoku, per quanto sembrasse reale, era in realtà un fantoccio e anche se poteva immettere alimenti e liquidi e poteva sanguinare, non aveva un vero sistema immunitario.

Per gli stessi motivi il cibo umano era per lei dannoso, perché le spade maledette si nutrono solo uccidendo le persone.

Dunque non aveva nulla di grave quel dito al culo della sua nodachi, sennonché aveva l'organismo pieno di "veleno".

Doveva solo espellerlo.

"Kikoku, ascoltami."

Si era seduto sul tavolino ospedaliero affianco al letto, in un equilibrio precario.

Lei aveva alzato lo sguardo sul suo padrone, piegata in due sul secchio che le aveva portato.

"Apprezzo l'interesse e la protezione che dimostri nei miei confronti, ma devi porti dei limiti."

La spada aveva strabuzzato gli occhi.
Cosa intendeva?

"Non puoi continuare a ingaggiar battaglia con Kidd. È il mio fidanzato per quanto odioso, ottuso e senza il minimo tatto sia e tu sei la mia nodachi. Dobbiamo coesistere, tutti e tre, ma ti assicuro che un'altra giornata così non la potrei reggere."

Kikoku si era messa a rimuginare.
Non voleva infastidire il suo spadaccino, ma ormai aveva chiarito a se stessa che lo voleva tutto per sé e non combattere il bufalo rosso significava lasciargli vincere a tavolino il cuore di Law.

Inoltre il suo padrone ancora non aveva capito le sue reali intenzioni.
E sì, gli aveva fatto comodo fino a quel momento, perché così era stato accusato soltanto Kidd di infantilismo ed idiozia, ma forse ora era il momento di esplicitare almeno parte dei suoi sentimenti.

"Shihai..."

Il medico guardava la sua spada cercare di mettersi seduta e sopportare le fitte stomacali, forse in procinto di fargli le scuse che gli doveva.

"Mi dispiace per oggi..." Kikoku si era voltata nella sua direzione, avvolgendogli poi le braccia alla vita e lui aveva ricambiato l'abbraccio, cercando di sorvolare come sempre sulla propria repulsione a contatti fisici non essenziali e grato che la stesse facendo ragionare.

Ah, come si sbagliava.

La nodachi aveva spostato rapidamente il proprio peso all'indietro, sbilanciando il compagno e facendo cadere il tavolino sul pavimento in un suono metallico.

Law era finito semi sdraiato sul letto dell'infermeria, schiacciando il busto della nakama.

"Che diavolo, Kikoku!"

Aveva tentato subito di rialzarsi, ma lei lo aveva trattenuto.

"Shihai, rammenti quando mi hai trovata?"

Il pirata aveva desistito dal sottrarsi a quella presa udendo la domanda tanto particolare quanto fuori contesto.

"Certo che lo ricordo... perché me lo chiedi?"

"Ero rinchiusa in quel tempio da circa cinquecento anni, credo... Ero pronta a dissipare il mio spirito."

Law aveva sgranato gli occhi.
Kikoku era pronta a cosa?
Dacché l'aveva brandita, quella maledetta rompipalle non aveva fatto altro che venerare la vita.
Davvero aveva avuto intenzione di abbandonarsi alla morte?

"Ma poi sei arrivato tu!" La spada aveva stretto l'abbraccio con affetto. "Ero sbalordita che un moccioso potesse brandirmi e la tua anima, poi! Non mi ero mai unita a un'anima così lacerata eppure così potente. È stato come rigenerarmi dai secoli passati nel sigillo."

La supernova ascoltava rapita.
Ricordava quel giorno, ma ovviamente aveva solo la propria versione, il proprio punto di vista.
Non aveva mai avuto idea di cosa avesse voluto dire per Kikoku o almeno non nel dettaglio.

"Capisci, Shihai? Sei tu il motivo per cui esisto ancora."

Lei aveva ricercato il suo sguardo, guardandolo dolcemente.

"È solo grazie a te."

Law era assorto, inerme.
Sapeva di averla liberata dalla prigionia, era consapevole anche che lei gli fosse estremamente riconoscente.

"E ricordi la sensazione che hai provato impugnandomi? Non so te, ma io mi sentivo fortissima."

Ma non si era minimamente reso conto di cosa significasse nel profondo per lei.

"Capisci..." aveva ribadito lei "...cosa voglio dire?"

Forse sì. Forse ora l'aveva intuito, ma sperava di sbagliarsi.

"Kikok-!..."

La nodachi gli aveva afferrato il viso tra le mani, mescolando l'azzurro dei loro occhi speculari.

"Credo che abbiamo passato insieme momenti incredibili, capaci di eguagliare quelli che hai avuto con Eustass."

Aveva inclinato il capo, non spezzando il contatto tra i loro sguardi.

"Quindi dammi questa possibilità."

E mentre Law si chiedeva a quale dio avesse fatto un torto, per cui da quando aveva sei anni il mondo gli mostrava diti medi facendogli capitare ogni sorta di sfiga ed al posto di domandargli scusa lo mandava a 'fanculo nel meno carino dei modi, Kikoku l'aveva nuovamente baciato.

La spada aveva poi serrato le gambe attorno alla vita di Law, per poi ribaltare le loro posizioni e costringerlo sul materasso.
Trafalgar voleva fermarla.

Doveva.

Ma non poteva nemmeno spezzarle il cuore.

Cuore puramente metaforico e con gravi problemi decisionali circa l'oggetto del proprio amore, ma non intendeva comunque ferirlo.

"Kikoku, fermati."

Lei lo aveva ignorato, tormentando di baci la sua mascella e poi il suo collo, come aveva visto fargli Eustass.

Law aveva tentato di liberare le braccia dalla presa ferrea della spada, ma purtroppo stava lottando contro la copia del suo corpo.
La forza era uguale da ambo le parti, sennonché la nodachi poteva trasformare i propri arti in lame e contro il metallo il pirata non avrebbe certamente avuto la meglio.

"Dobbiamo davvero parlarne." Aveva poi ripreso il corvino, cercando di attribuire le sensazioni piacevoli che provava al fatto che... beh no, la scusa degli ormoni adolescenziali non poteva più usarla da un pezzo, ormai.

"Eustass non è l'unico che sa fare questo, Shihai..." 

La mano libera della spada era andata a infilarsi dentro la tuta distintiva degli Hearts, facendo sussultare il capitano.

Quest'ultimo era ormai in procinto di dirle qualcosa, anche qualcosa di sbagliato o crudele, ma lei l'aveva zittito sul nascere, baciandolo nuovamente e torturando la sua lingua con la propria.
Quella storia stava prendendo una piega terribilmente sbagliata e Law non sapeva come fermarla se non in malo modo.

Ma poi era accaduto qualcosa che poteva essere definito come provvidenziale, ma che era meglio descritto come catastrofico: Eustass Kidd era entrato in infermeria.

Il rosso capitano era andato al seguito del proprio ragazzo, desiderando riappacificarsi con lui -principalmente perché su costrizione delle tre ciurme, che si erano adoperate come sportelli d'ascolto e d'aiuto per problemi d'amore - per tutte le cazzate che aveva fatto quel dì.

Forse, se si sentiva particolarmente misericordioso, gli avrebbe pure chiesto scusa.

Varcando la porta dell'infermeria, però, ogni buon proposito e perfino quel miserabile senso di colpa che aveva provato - e che mai avrebbe ammesso di aver avuto - erano brutalmente scemati.

Law.

Il suo Law era sul letto della spada, gli occhi che adorava confusi e persi per qualsiasi ragione, le labbra umide e gonfie di baci che non era stato lui a dargli e quell'infida mano della nodachi dentro la sua tuta.

E poi c'era chi osava dire che Eustass Capitano Kidd non era un uomo stabile e paziente?
Cavolo, se non lo fosse stato, vedendo quella scena, il sottomarino di quella stronza di sua moglie sarebbe già saltato per aria!

"PUTTANA DI MERDA!"

Insomma, qualche scorreria verbale era il minimo.

"Togligli le mani di dosso, testa di cazzo! TI UCCIDO! Ti riporto in vita e ti uccido peggio di prima!"

La più sanguigna delle supernova si era lanciata contro la copia mal riuscita del suo ragazzo, inchiodandola a terra e ribaltando nel processo gli armadietti di medicinali che affiancavano l'uscio.

Ma per una situazione come quella, non poteva limitarsi al minimo.

Cazzotti così forti non li aveva mai tirati a nessuno e mai avrebbe creduto di darli sul viso di qualcuno uguale a Law.
Ma non era Law quel bel faccino.
Era quella caina e bastarda della sua spada.

Il vero Law si era nel frattempo ricomposto, pronto a intervenire per placare i due e ignorando il suo cervello che chiedeva disperatamente di riordinare un attimo le idee e capire se l'intervento di Kidd era stato un aiuto e avrebbe significato che da domani sarebbe dovuto andare alla ricerca di una nuova arma.

O di un nuovo fidanzato.

La nodachi aveva, infatti, incassato solo per poco ed anche se aveva ormai il naso rotto e forse un occhio aveva perso diversi decimi, si era presto trasformata, dilaniando le carni delle braccia del rosso.

Kidd aveva ringhiato di dolore, ma non si era scostato dalla sua posizione dominante sulla rivale.
Digrignando i denti, aveva poi sferrato una testata poderosa all'altra, che aveva perso un respiro. 

Infine il pirata aveva dovuto cedere e spostarsi dal corpo dell'altra per schivare un fendente che gli avrebbe fatto uscire le budella di fuori.

Kikoku si era prontamente rimessa in piedi, prossima a buttarsi contro quello stronzo che continuava a rovinare i suoi momenti più belli con Law, ma con sgomento aveva scoperto di non poter muovere le braccia.

Ed Eustass ghignava.

"Posso controllare il metallo, cogliona!"

Lei aveva sputato indignata, incassando il colpo.

"Non mi servono le lame per farti fuori!"

Ritrasformandole in arti umani, ora Kikoku poteva muoversi e si era lanciata contro Kidd, mentre quest'ultimo aveva estratto a fatica una pistola dalla cintola che portava sempre sul petto, imprecando per il tremore alle sue braccia e prendendo poi la mira.

"Room!"

L'adrenalina si era dissipata al solo udire quella parola e subito dopo erano entrambi bloccati e sospesi all'interno della tetra stanza dei giochi di Law.

Si erano ambedue voltati verso il ragazzo, rendendosi conto solo in quel momento che stavano compiendo l'ennesimo litigio a sue spese e temendo un altro dei suoi sguardi mortalmente incazzati, ma invece avevano incontrato due occhi estremamente frustrati e tristi.

"Law..."

"Perché..." il dottore pareva non aver sentito il richiamo di Kidd e guardava ora il pavimento con aria sconfitta. "...perché dovete eliminarvi l'un l'altra?"

Aveva rialzato lo sguardo ora deluso, ma duro e determinato.
"Avrei voluto che andaste d'accordo! Ma agendo così state solo distruggendovi a vicenda!"

Entrambi avevano ceduto momentaneamente all'occhiata accusatrice del medico, portando la propria attenzione ognuno sul proprio corpo.

Erano tutti e due conciati malaccio, pur avendo combattuto solo per pochi minuti e in moneti diversi di quella giornata.

"E sicuramente..." aveva poi ripreso Trafalgar, "...state distruggendo il vostro legame con me. Non vi sopporto più."

Kidd aveva spalancato gli occhi, incredulo.

"Shiha-...!"

"Zitta!" Law l'aveva subito messa a tacere, incapace di sopportare un'altra parola da quei due.

Non al momento.

Aveva bisogno di un attimo per calmarsi, analizzare la situazione e aggiustare tutto.
Era un capitano, sistemare le cose e farle funzionare era il suo pane quotidiano.
Necessitava solamente di qualche istante di tranquillità o sarebbe stato lui stesso a porre fine a quella storia, uccidendo quei cretini.

"Ora andatevene. Lasciatemi solo. Dopo verrò a medicarvi."

Kidd e Kikoku avevano ubbidito, uscendo e dirigendosi verso il ponte, mentre la realizzazione di tutti i torti che avevano fatto quel giorno a Law li assaliva all'improvviso e inevitabile, spiazzandoli.
***

Trafalgar Law si era buttato sul letto più vicino, afferrandosi la testa e chiudendo gli occhi.

Per tutto il giorno aveva sopportato gli insulti ricevuti da Kidd, le molestie di Kikoku e le volgarità che entrambi avevano detto sul suo conto, chi più chi meno consapevolmente, ma non aveva davvero potuto reggere anche quello scontro.

Odiava ammetterlo, ma Cristo se si era spaventato vedendoli combattere con la seria intenzione di ammazzarsi.

E mentre gli dispiaceva per Kikoku, pur sapendo che ammaccare il suo corpo umano non avrebbe scalfito la sua vera lama, gli si era smorzato il respiro vedendola trafiggere le braccia di Kidd.

Il suo Kidd.

Era scontroso, antipatico, irruente, impulsivo, volgare, dispotico e assolutamente antiestetico, oltre ad essere perennemente incazzato con tutto il Creato ventiquattro ore al giorno senza pause e sarebbe stato in grado di tirare una testata ad uno specchio perché il suo riflesso lo guardava male.

Insomma, era perfetto per Law ed il medico dubitava di trovare qualcun altro in tutta la Grand Line che lo amasse come faceva quel buzzurro adorabile e geloso.

Dubitava anche che Kikoku lo amasse così e perfino che quella deficiente della sua spada lo amasse in senso romantico.
Aveva sicuramente mal interpretato i suoi sentimenti.

D'altronde era stata lei stessa, in passato, a dire che il confine tra il legame di spada e spadaccino e quello di due amanti era molto sottile.

Doveva parlarle, farla ragionare e nel caso in cui fosse davvero stata innamorata di lui, metterle il cuore in pace e sperare che l'affetto che le riservava come nakama fosse per lei sufficiente e non la facesse demordere dall'essere la sua arma.

Si era rimesso in piedi, con ritrovato vigore.

Afferrata una valigetta medica e ripromettendosi di sistemare l'infermeria una volta che i suoi rapporti con Kidd e Kikoku sarebbero stati ristabiliti, si era diretto verso il ponte.
***

I tre equipaggi si erano nel frattempo organizzati per preparare la cena a bordo del Polar Tang.

Tra una sfuriata e l'altra del rosso capitano e della spada maledetta, il sole era ormai sulla linea dell'orizzonte ed i due erano tornati dall'infermeria con un aspetto terribile e non solo per le ferite palesi.

Né il medico di Eustass né Chopper erano riusciti a convincere la supernova a farsi medicare le braccia, che accusavano una leggera emorragia e forse avevano qualche nervo intaccato.

Non sapevano cosa fosse accaduto di preciso, ma il mutismo di Eustass e la faccia tumefatta di Kikoku chiarivano che per una volta era meglio non impicciarsi negli affari dei loro capitani, con grande dispiacere delle piratesse.

Quando ormai il sangue perso da Kidd aveva destato sincero timore anche nel più ignorante in medicina dei presenti, Law era uscito dalla cambusa con una valigetta del pronto soccorso alla mano.

Passando e non fermandosi aveva lanciato un sacchetto di ghiaccio alla sua nodachi, intento a raggiungere il suo ragazzo che necessitava di cure prima di lei.

Si era poi fermato alle sue spalle.

"Kidd... devo medicarti."

Il rosso, che fino a quel momento era rimasto a dissanguarsi poggiato alla balaustra del ponte, si era finalmente girato.

Il compagno aveva quindi potuto leggere facilmente nella sua espressione rabbia e dispiacere in egual misura e poteva intuire il perché dietro ognuna delle due emozioni.

Nonostante ciò, il Capitano aveva sollevato debolmente le braccia, invitandolo a procedere.

Armeggiando con disinfettante e filo da sutura, Law si era deciso ad iniziare a ricucire non solo le carni del suo ragazzo, ma anche il loro rapporto.

"Non è stata mia intenzione scambiare quei contatti con Kikoku. Avrei potuto liberarmi, è vero, ma l'avrei fatto con la forza o dicendole qualcosa di orribile e non volevo ferirla."

Il ragazzo aveva assottigliato la vista, guardando l'altro che gli rimetteva a nuovo il braccio e chiedendosi fino a che punto credere che Law non avesse avuto intenzione di tradirlo.

"Lo sai," aveva poi ripreso il corvino "tu spesso e volentieri mi tratti di merda e mi fai domandare se non dovrei chiamarti stupratore al posto di fidanzato."

Al che lo sguardo di Kidd era vacillato.

Era vero.

Lui maltrattava Law.
Ma solo perché la sua capacità linguistica si limitava alle bestemmie e le dimostrazioni di affetto migliori che gli riuscivano erano virili pacche sulla schiena.

Forse di tutto ciò il medico si era stancato?
Forse era per quello che c'era stato con Kiko-...

"Ma ti amo, coglione. Non andrei mai con un'altra persona, men che meno con la mia spada. Cavolo, ha pure il mio corpo! Hai idea di quanto sia strano?"

Kidd lo fissava sbalordito.

"Quindi, testone..." l'aveva richiamato l'altro "... non biasimo la reazione che hai avuto prima e ti perdono per tutte le cazzate che mi hai detto e fatto oggi. Solo... non combattere più contro Kikoku." Aveva abbassato lo sguardo, interrompendo per un attimo il proprio operato. "Vedervi ferirvi seriamente... beh, mi ha fatto perdere le staffe, diciamo.
Non voglio che due persone a cui tengo si facciano male a vicenda."

Eustass si era ritrovato a chiedersi cosa avesse mai fatto di buono nella sua vita da criminale per aver trovato uno stronzo dolce e leale come Trafalgar Law.

"Hai sentito quello che ho detto?" Il dottore aveva riportato lo sguardo sul proprio ragazzo, chiedendosi se il motivo di quel silenzio da parte sua fosse perché era troppo arrabbiato per quanto aveva visto in infermeria per stare ad ascoltarlo.

Ma Kidd aveva udito ogni singola parola e non appena Law aveva sollevato il capo per guardarlo negli occhi, lui si era chinato per baciarlo.

Il capitano dei Pirati Heart aveva spalancato gli occhi, incredulo che Kidd, proprio Eustass Kidd, lo stesse baciando in pubblico e con sincera dolcezza.

Era strano e totalmente nuovo ricevere certi gesti d'amore da lui, ma era fottutamente bello.

Si era quindi lasciato andare, dimentico di tutte le incazzature avute quel dì e avvolgendo le braccia attorno al collo del compagno.

Se non fossero stati entrambi completamente assorti l'uno dall'altro, avrebbero sentito il tonfo fatto da Ikkaku che cadeva dopo essere svenuta di felicità vedendo per la prima volta il suo comandante e suo cognato baciarsi.
Nami e Robin l'avrebbero volentieri imitata, ma erano l'una troppo intenta a godersi la scena e l'altra a filmarla.

Law si era malvolentieri allontanato, riportando i talloni sul pavimento ligneo e riaprendo gli occhi.

"Devo proprio finire di medicarti ora o rischi un'infezione."

Kidd aveva annuito, sentendosi sorprendentemente leggero e felice dopo aver fatto qualcosa di così semplice e banale come baciare il proprio ragazzo perché sentiva che era giusto farlo e non perché era trasportato dalla passione.

Aveva immediatamente deciso che lo avrebbe fatto molto più spesso.

"Debbo parlare con lei. Risolverò le cose, ma ti chiedo di essere accondiscendente. È uno spirito demoniaco che mi si è affezionato e non credo di poter far cambiare radicalmente i suoi sentimenti, ma sicuramente le farò capire che non sono esattamente gli stessi che proviamo noi due."
Law gli aveva sorriso e Kidd aveva ricambiato.

Non appena il medico aveva terminato di fasciare le braccia al rosso si era diretto verso Kikoku, che aveva assistito inerme a quel dolce contatto di labbra, accovacciata ai piedi delle scale che portavano al secondo ponte, lontano da tutti.

Il Chirurgo della Morte le aveva prontamente rimesso a posto il naso rotto con studiate e secche pressioni ai suoi lati, in sonori scricchiolii per poi dedicarsi all'occhio nero e gonfio.

Stavolta era stata Kikoku a iniziare il discorso.

"E così hai scelto lui?"

Law aveva sospirato, prendendosi il tempo per scegliere accuratamente le parole con cui le avrebbe risposto.

"Non ho preferito lui a te, perché non c'era bisogno di fare alcuna scelta. Kidd è il mio ragazzo e tu sei la mia nakama e la mia spada. Siete entrambi molto importanti e... insostituibili." Le aveva scompigliato i capelli, sollevato dal fatto che lo stesse ascoltando attentamente.

"Di certo non posso essere io a dirti che tipo di affetto provi per me, ma forse è solo il più profondo legame tra spada e spadaccino che sia mai esistito?"
Aveva ricercato il suo sguardo, notando come fosse accorto ed eccitato a quelle parole. "Di qualunque tipo sia il tuo amore, sicuramente lo ricambio con la stessa intensità o non saremmo in grado di combattere così bene insieme, giusto? Ma non in senso amoroso, questo è chiaro."

Lei aveva sbattuto la palpebra dell'unico occhio buono, guardando il padrone confusa.

"Cioè, si può amare senza fare certe cose?"

A quella domanda era stato Law a strabuzzare gli occhi.

"Ovviamente, Kikoku! Ma non eri tu lo spirito millenario che sapeva perfettamente come funziona il mondo?"

Lei era arrossita.
"Sì, beh, sono pur sempre un oggetto. Voi umani avete così tanti comportamenti complicati ed equivoci, sai?"

Stavolta lo sbuffo di Law era stato una risata.

"Quindi è tutto a posto? Hai capito che ciò che provo per Kidd e quello che provo per te sono sentimenti diversi, ma egualmente forti?"

Lei aveva annuito vigorosamente, felice di aver ritrovato la pace col proprio Shihai.

D'altronde erano legati attraverso le loro anime.
Se uno dei due era irrequieto o sofferente, pativa anche l'altro e quando erano entrambi a dolere era davvero una sensazione opprimente e disagevole.

"Però..." aveva ripreso la nodachi "a me piace baciarti ed abbracciarti. Potrei continuare a farlo, senza secondi fini?"

Law l'aveva squadrata sospettoso.

"Nessuna malizia, vero?"

Lei aveva scosso il capo.
"Assolutamente."

"Va bene..." aveva concordato Trafalgar. Cosa poteva esserci di male, in fondo?
Lei così sarebbe stata felice e non lo faceva con seconde intenzioni.

"Allora posso darti un bacio adesso? Vorrei porre fine a questa giornata nel migliore dei modi."

Law aveva sorriso, annuendo.

Le ciurme, seppur non avessero udito quanto si erano detti, avevano rilasciato un sospiro di sollievo.

Sembrava che fosse finalmente tornata la tranquillità e il fatto che Kikoku si fosse sporta per baciare Law e né lui né Kidd sembravano contrari alla cosa era grandioso.

Era perfetto.

Era.

Stavolta tutti l'avevano vista.

Mentre Law aveva gli occhi chiusi durante il bacio, Kikoku li aveva aperti, guardando oltre le spalle del suo padrone per ricercare lo sguardo di Kidd.

Posso aver perso la battaglia, ma non la guerra.

Ed Eustass aveva promesso a Law di essere comprensivo, gli aveva giurato che non l'avrebbe più picchiata, ma a quel punto o le spaccava nuovamente la faccia o si sfogava in altro modo.

Così aveva tirato un calcio alla balaustra del Polar Tang, distruggendola.

"Kidd..." la voce di Law l'aveva richiamato, facendogli nuovamente portare la propria attenzione verso le scale e la faccia agghiacciante del suo ragazzo l'aveva gentilmente accolta.

"Sei single."

 
FINE 


Tranquilli, Law non era serio.
O meglio sì, lo era, ma poi Penguin  e Shachi gli hanno spiegato che era un'altra volta colpa di Kikoku se Kidd aveva ferito il Polar Tang e così sono tornati insieme. 
Lo so, è un finale brusco e sicuramente un finale aperto, ma Kikoku resta fedele a se stessa, non cambia i propri propositi solo per avere l'happy ending xD

A tal proposito, è anche un finale che vi invita a immaginare un seguito o altri episodi stupidi con questa spada e questa coppia... e perché no, se vi venisse in mente qualche bella scenetta, potreste raccontarmela ed io potrei realizzare nuovi capitoli basandomi sulla vostra idea!
Infine, il motivo di questo finale è che sicuramente scriverò altre storie con questa trama, ossia con Kikoku che si incarna per rompere le palle. Era infatti nata come trama base per una serie di fiction, una raccolta di storielle comiche e dolci.
Detto ciò, vi invito a farmi sapere cosa ne pensate (e a scrivermi le vostre idee su possibili seguiti, anche non a tema KiddLaw) perché bramo e adoro recensioni e commenti ♥
A presto,
Baci,
Pawa



 
   
 
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