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Autore: garakame    21/06/2019    16 recensioni
questa volta i pensieri sono di nonna Marie, sempre a pensare ai suoi due bambini...
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: André Grandier, Marron Glacé, Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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vento di primavera

Vento di primavera


La governante di Palazzo Jarjyayes era sempre indaffarata e affacendata nelle sue mansioni, ma niente le sfuggiva veramente di quello che succedeva nella magione. Dopo oltre vent'anni che seguiva tutto nel Palazzo, dal granello di polvere sulla scrivania del generale, all'ultima cameriera arrivata; dal menù da concordare con la cuoca settimanalmente alla cura maniacale che metteva nel pulire ogni stanza e niente, nonostante l'età non più giovane, le sfuggiva.

Stava preparando lo stufato di coniglio per quella sera e mentre tagliava assieme alla cuoca le verdure ripensava a suo nipote e alla sua padroncina.

Mentre tagliava una valanga di cipolle iniziò a tirare su col naso e a piangere, mentre dava sfogo ai suoi pensieri.....

I miei bambini. Li vedo cosi poco ormai che son cresciuti.
La.mia piccolina, mi sembra ieri che è nata, una frugolina bionda e rosa.

Così bella, la più bella delle figlie del generale, la più brava, la più temace, la più capace.

Capace di assecondare la follia di suo padre e di diventare il migliore soldato di Francia, ma rimane pur sempre una donna, la mia bambina.

C'è stato un periodo in cui ho pensato fosse malata, la vedevo rientrare a palazzo,stanca, sempre piu pallida, smagrita, triste. L avevo vista cosi anni fa, al rientro in francia di quello svedesone.

Veramente un bell'uomo. Alto, prestante, biondo, occhi di ghiaccio. Un bell'uomo veramente, ma ma sapevo non faceva per lei.

Certo era perfetto, di bell'aspetto, di buon carattere, ricco, proveniente da una delle più nobili famiglie svedesi, ma l'amante della regina non poteva amare anche la mia bambina, si vedeva lontano un miglio che lui non era attratto da lei.

Un' amico la considerava. Un' amico.....

Ma come si fa, dico io, a non accorgersi che Oscar è una donna.

La governante alzò gli occhi al cielo, si passò il polso sullo zigomo per scacciare una lacrima.

Un uomo, ma come si fa a non accorgersi del viso delicato, delle mani piccole, del suo bellissimo corpo, che se anche nascosto da una divisa è pur sempre il corpo di una fanciulla.

Non era nemmeno servito il fatto che si vestisse da donna per lui.

Era rimasta di stucco quella sera, quando la sua padroncina le aveva chiesto di indossare uno dei suoi vestiti, quei vestiti che aveva passato anni a cucire e ricamare, nella speranza fossero serviti a renderla la più bella nobil dama di Versailles.

Com'era bella la mia bambina quella sera; finito di pelare le cipolle passò alle patate, almeno avrebbe finito di lacrimare.

Certo che era bella, in quel vestito d'oro e ghiaccio, somigliava a una dama delle nevi; e poi l avevo preparata io, quindi era un sogno.
Povera creatura, quello sciagurato deve averle spezzato il cuore.

Era ritornata a casa con lo sguardo triste, abbattuto. Gli occhi come vuoti. Scommetto la mia gamba sifulina che non l'ha riconosciuta.

Eppure non aveva indosso nemmeno una maschera, ma come si fa? Certo che quando si ha nel cuore la regina di Francia, non si ha altro in mente. Ehh lo so io cos'ha in mente quell'uomo, la..... meglio non dire cattiverie, Marie o quando ti confesserai i Pater Nostrum diventeranno tanti.

Ora comprendo meglio il perchè sia voluta scappare da Versailles, se ami non ricambiata non puoi stare nello stesso posto e vedere sempre questo strazio davanti ai tuoi occhi.

Non lo sopporterei io, solo il pensiero mi darebbe fastidio, figurarsi la mia piccola.


Anche se c'è qualche cosa che non mi convince del tutto. E' solo una sensazione che mi pervade e non mi lascia dormire, da qualche tempo.

Mi fermo dal pelare le patate e le sciacquo per poi tagliarle in pezzetti non troppo grossi né troppo piccoli se no non rimane niente e si squagliano. Dicevo, si, ecco. E' da qualche tempo ormai che qualcosa è cambiato in lei.
Le guance son piu rosee, la sua pelle di porcellana piu luminosa, i suoi occhi, specchi di mare infiniti cosi luminosi. È raggiante. Deve essere successo qualche cosa, penso di bello, spero di lieto finalmente.

Rimango con un pezzo di patata in mano e i miei occhi guardano in alto il soffitto scurito dal fumo, mi viene un pensiero funesto. Sta a vedere che la mia piccola si è innamorata. Oh Mio Diooooo!!!

Se non è quel disgraziato dello Svedesone, non sarà mica quello sciagurato di.... la patata mi cade dalle mani invece di finire nella pentola e penso che mi sta per venire un coccolone. Mi devo sedere un attimo.

La cuoca mi guarda preoccupata, devo essere impallidita, mi fa segno di sedermi sulla sedia e che ci penserà lei a finire di preparare la cena, devo essere proprio diventata bianca, per averla spaventata così.
La mia mente ha come un ricordo di Andrè e Oscar piccini, qui in cucina, proprio dove son seduta qui io, stanno mangiando biscotti e un bicchiere di latte ciascuno.

Era così carino Andrè da piccolo, una piccola tenera peste. Sempre a farmi arrabbiare con una delle sue marachelle, anche se scommetto che era Oscar la mente e lui il braccio.
Quello screanzato di mio nipote, se lo prendo gli torco il collo con le mie mani, son mesi che non torna a casa a trovarmi.

Devo andarlo a trovare io in quella lurida caserma.

Mio nipote, troppo buono, troppo bello, troppo innamorato della mia bambina.

Eppure lo sa, glielo avevo detto che non poteva amarla. Avevo sempre detto ad Andrè che madamigella Oscar non poteva fare per lui, lei nobile, lui un povero servo che doveva mantenere le distanze e chiamarla sempre Madamigella invece di Oscar.

Ma figuriamoci se mi ha ascoltata.

Ma come si fa a non volerle bene, dopo tutti questi anni vissuti in simbiosi con lei.
Sento dei cavalli, mi affaccio alla finestra, eccoli i miei bambini, stanno tornando a casa, finalmente. Ohh che sorpresa mi hanno fatto.

Questa volta son tornati insieme e sembrano sani. Meno male, gli spaventi che non mi fanno prendere quei due ragazzi.

Li osservo dalla finestra della cucina, in questo tramonto rosso fuoco, sono curvi, cavalcano lentamente, uno dietro l altro, la mia bambina davanti, come sempre.

Mi sbrigo chiamo le cameriere per far fare un bel bagno caldo ad entrambi, mi riavvicino alla finestra, devono essere gia entrati nelle scuderie. Sto per distogliere lo sguardo e lo vedo. Un sorriso impercettibile sulle labbra di mio nipote, guarda la mia bambina come se fosse la cosa piu preziosa sulla terra. Lei abbassa lo sguardo, le gote si imporporano e poi inizia a ridere e tocca il braccio di Andrè, lo sfiora appena, un tocco fugace, veloce.

Mi metto una mano sulla bocca, non ci posso credere, da una parte lo speravo, speravo che quello sciocco di mio nipote potesse avere una speranza con Lei. Mi si riempiono gli occhi di lacrime, le sento scendere sulle guance.
Oh mio dio, i miei bambini, si amano, ora lo so.. Ma quanta forza di volontà ha avuto lui a rimanerle sempre accanto anche quando lei non lo voleva più,
La sua costanza alla fine lo ha premiato, il sorriso sulle labbra di lei, la serenità nello sguardo di lui. Si amano finalmente e io li devo aiutare. Li devo proteggere, dai pericoli che potrebbero correre se si scoprisse che si amano, li dovrò aiutare.

Intanto li vedo avvicinarsi, stanno per entrare, portando in cucina l'aria fresca di questa primavera, un vento di primavera. Mi rende sempre felice vederli insieme, uniti. Eccoli, mi sento abbracciare e baciare, ora che sono qui con me, sto di nuovo bene.



   
 
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