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Autore: kamy    21/06/2019    0 recensioni
Seguito di La furia del cielo invernale.
Fa parte della serie 'Le note della vita'.
Il Nono Boss dei Vongola sta per tornare, niente sarà più come prima.
Scritta su Hokori Takaki Ikari; la song di Xanxus.
Genere: Fantasy, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo Personaggio, Sorpresa, Xanxus
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Cap.2 L’apparizione di Skull

 

La disperazione, il tremore, il terrore, la risoluzione.

 

Skull accavallò le gambe, seduto su un muretto, tenendo il casco sotto il braccio, guardando Xanxus in viso.

"Avevo sentito che volevi fare il boss. Perché mai hai cambiato idea?" gli domandò.

Xanxus batté le palpebre e corrugò la fronte, aggrottando le doppie sopracciglio.

“Voglio proteggere il mio popolo. Ho fatto quello che ho fatto per quello” rispose duro, serrando un pugno.

Il vento gli faceva ondeggiare le piume che gli decoravano i capelli mori.

Skull fece un sorriso sardonico.

“Da quando in qua una famiglia mafiosa possiede un popolo?” lo interrogò.

Xanxus strofinò il piede per terra e fece una smorfia, rispondendo: “Da quando ci sono delle persone che devo proteggere”.

“Il boss chiede il pizzo e uccide. Mal si concilia. Te ne sei accorto solo ora?” lo derise Skull.

La luce del sole si rifletteva sul vetro del suo casco.

“Non ho mai ucciso nessuno senza motivo” rispose Xanxus. Buchi si erano creati nel terreno, reso umido dall’acqua che si stava asciugando.

“Un mafioso pensa solo ai suoi interessi, ad arricchirsi. Tu dov’eri quando lo spiegavano?” lo derise Skull.

Xanxus digrignò i denti, il vento faceva ondeggiare le fronde degli alberi.

“A far funzionare la città. Ecco dov’ero” ribatté secco.

Skull balzò in piedi e ribatté: “Dicono a darle fuoco”.

Xanxus sospirò e ammise:”… Solo ai nemici del Nono”.

Skull roteò gli occhi, pensando: < Se non convinci me di questo tuo cambio di scelta, come potrai convincere gli altri? >.

“Il Nono è nemico di se stesso. Lo hai ucciso per questo?” domandò.

Xanxus assottigliò gli occhi.

< È spuntato appena un’ora dopo il mio ‘scontro’ con Squalo. Anche se io negherò che sia mai avvenuto, si aspetterebbero che diventi mio schiavo ed io, invece, ho finalmente ricordato cosa voglio veramente da noi.

La sua angoscia mi ha colpito come una scarica di adrenalina e mi ha risvegliato da me stesso.

Mi chiedo se lo abbia chiamato Takeshi > pensò.

“L’ho ucciso perché ha fatto del male alla mia famiglia” rispose roco.

“Mafiosa?” lo punzecchiò Skull, camminandogli incontro.

“Anche” borbottò Xanxus.

Alcune foglie erano cadute nella fanghiglia, venendone inglobate.

“Non hai capito nulla” lo richiamò l’ex-Arcobaleno.

Xanxus infilò una mano in tasca e l’altra sotto la casacca, accarezzando le sue pistole alla cintola.

“Allora spiegamelo” lo pregò.

Skull estrasse un tonfa, lo allungò e lo utilizzò per tagliare una mela da un albero, questa precipitò per metà nel fango, schizzandolo tutt’intorno.

“Se un uomo ha due mele, la mafia gliele prende entrambe, minaccia la sua famiglia e gl’incendia il carretto. Tutto questo perché il boss mangi una mela e mezza, dando il resto alla sua famiglia. Chiaro?” chiese.

Xanxus raccolse la mela e la pulì con un fazzoletto, dicendo: “Non è così che gestisco le cose”.

Skull tagliò a metà la mela e rimise a posto il tonfa.

“Non mi stupisco, allora, tu non sia Decimo”.

Xanxus diede fuoco alla buccia della mela, abbrustolendola, ma eliminando il fango.

“Se questo è il prezzo da pagare per essere Decimo, preferisco non esserlo” brontolò.

Skull ghignò e si grattò la guancia, dove c’era un cerotto.

“Perché pensavi Tsunayoshi non lo volesse fare? Paura dell’aereo o stupidità selettiva?” chiese.

< Takeshi è stato celere ad avvertirmi, sarà un ottimo pacificatore > pensò.

“Perché non vuole prendersi certe responsabilità” ribatté Xanxus con voce rauca, scrollando le spalle.

< Oggi la mia regina, la mia superbia, l’uomo che amo, stava piangendo. Non mi vanno queste insinuazioni o gl’indovinelli degni della feccia > rifletté.

“Se ne prende anche di maggiori per i suoi amici” gli ricordò Skull, infilando il casco.

Xanxus si passò la mano sul viso e disse meditabondo: “Un Boss deve fare scelte che il piccolo Tsuna non è pronto a fare… e forse neanch’io”.

Skull saltellò nel fango, creando dei cerchi concentrici.

“Ti ci sei mai fermato a rifletterci o lo facevi per tua madre?” domandò. Delle rocce volarono tutt’intorno.

“Lo facevo per il Nono” ribatté Xanxus. Si mise la mela in bocca e la masticò, mentre con l’altra mano afferrava una roccia, diretta al suo viso, al volo, sporcandosi di fango.

“Quello che hai ucciso?” ricordò nuovamente Skull.

“Te l’ho detto, ha fatto del male alla mia famiglia” ribatté Xanxus e frantumò la roccia con la mano, graffiandosi il palmo.

Skull estrasse una catena e la fece ondeggiare, sibilando.

“Xanxus. Per una volta, usa il cervello, non l’ira, non la forza. Chiediti cosa vuoi davvero fare” lo richiamò.

Xanxus lasciò che la polvere di roccia precipitasse nel fango.

“Occuparmi delle persone che contano su di me” rispose.

Skull allargò le braccia e la catena saettò nell’aria.

“Questo villaggetto?” lo derise.

Xanxus scosse il capo e rispose meditabondo: “Non solo questo”. Schivò un colpo della catena.

“Mi sfuggono i confini” disse Skull, ritirandola indietro.

Xanxus l’afferrò e lo guardò negli occhi, facendo una smorfia con il labbro in fuori.

“I confini sono quelli che deciderò” disse con tono di sfida.

Skull strattonò la catena e riuscì a liberarla, sbilanciando Xanxus che si rimise ritto.

“Un po’ ingenuo da parte tua” borbottò.

Xanxus avanzò verso di lui e si appoggiò con una mano al tronco di un albero.

“Non ho mai detto di non esserlo” bofonchiò.

“Allora vuoi fare l’impiegato statale?” lo punzecchiò Skull, inarcando un sopracciglio.

Xanxus scoppiò a ridere, appoggiandosi le mani sui fianchi.

“No-oh-oh!” disse, tra le risate.

“Ad occuparsi del popolo è il re” gli ricordò Skull.

“Farò il re” rispose Xanxus e annuì, facendo ondeggiare le piume tra i suoi capelli.

“Di quale stato?” domandò Skull, alzando il vetro del casco.

Xanxus si grattò il mento e si deterse le labbra con la lingua.

“Di quello che fonderò” stabilì.

“In che terra?” lo incalzò Skull. < Così ‘Vongola’ da parte sua > pensò.

Xanxus conficcò uno stivale nel terreno fangoso, affondandolo.

“In questa terra” rispose.

“L’Italia?” chiese ancora Skull, indietreggiando.

“Perché no” rispose Xanxus, assottigliando gli occhi. Le sue iridi color tramonto brillarono, il resto del viso era in ombra.

“Squalo è francese” gli rammentò Skull.

“Vorrà dire che ci espanderemo” rispose Xanxus. Scrollò le spalle, facendo ondeggiare la casacca sulla sua schiena.

“Victoria è in inglese”. Proseguì Skull.

“L’ho già detto che ci espanderemo” ringhiò Xanxus, ghignando.

< Tutto sommato parlare con lui, però, è più divertente di quanto mi aspettassi. Questa spazzatura si rivela sempre più interessante > pensò.

“Sai da dove viene Lussuria?”. Continuò Skull.

“Dalla Norvegia. La conosco la geografia” abbaiò Xanxus. Colpì con un pugno il tronco dell’albero, scuotendolo e dalle fronde si staccarono nuove foglie.

“Vuoi contare anche il Nord Europa?” chiese Skull, mentre con la catena le mandava in pezzi prima che arrivassero a terra.

“Voglio contare tutto quello che mi capiterà di conquistare” disse Xanxus e con una fiammata arse le mele che stavano cadendo.

“Nelle guerre le persone muoiono” disse Skull. Colpì una delle mele incendiate e annerite, che si trasformò in fumo nero.

“Questo lo so” sibilò Xanxus, aggrottando le doppie sopracciglia.

“Cos’è una conquista?” chiese Skull.

Xanxus afferrò la catena e la strattonò, questa volta fu Skull a rischiare di cadere, mentre il boss dei Vongola rispondeva: “Una guerra”.

“Uccidi il tuo popolo prima che lo sia?” chiese Skull.

Xanxus lasciò andare la catena e rispose con un filo di voce: “Non ho intenzione di uccidere senza motivo”.

“La conquista uccide” ricordò Skull, posando la catena.

“I soldati, mica il popolo” gemette Xanxus.

Skull fece una risata gelida.

“I soldati non fanno parte del popolo? Spesso sono contadini, gente che vuole la nazionalità, ragazzini parte di famiglie” rispose. Si allontanò lungo il giardino.

“Troverò un nuovo metodo di conquista” disse Xanxus, inseguendolo.

Skull si fermò, dandogli le spalle.

“Sai perché sei un purosangue e tutti ti chiamano bastardo?” cambiò discorso.

“Vorrei davvero saperlo” esalò Xanxus, con aria stanca.

 

  
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