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Autore: Mr Lavottino    23/06/2019    5 recensioni
*STORIA AD OC*
Blaineley O'Halloran è una famosa psicologa canadese alla ricerca di una cura per le malattie mentali. Per raggiungere il suo obiettivo, decide di fare un esperimento che vede coinvolti dei ragazzi afflitti da disturbi psichici per poterne studiare il comportamento e cercare di trovare un modo per curarli.
I ragazzi verranno quindi chiusi dentro un edificio sotto il controllo di un gruppo di psicologhi.
Genere: Horror, Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Altro personaggio, Blaineley, Josh, Nuovo Personaggio
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale
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- Questa storia fa parte della serie 'Total Drama's Series'
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- Ho scoperto chi è stato ad avvelenare Wren. - Aya si sporse dalla porta della cucina e, con un grosso sorriso in volto, guardò Kevin. Il moro inizialmente sembrò non capire, poi pian piano si tirò su dal divano e la guardò con un'espressione sconcertata.
- Che cosa intendi dire?- domandò, notando la faccia divertita della mora. Quella si fece desiderare ed attese un po' prima di dargli una risposta.
- Come ben sai, non sono io a prendere gli oggetti dai vari armadi dell'infermeria. Quel compito spetta a Jake. - sentendo quel nome, tutti e quattro spalancarono gli occhi, consci di cosa la ragazza stesse per dire.
- Quindi è stato...- Kevin provò ad abbozzare una risposta, ma venne anticipato.
- È stato proprio lui.- Aya estrasse due pastiglie dalla tasca - Ha scambiato queste- mosse la mano sinistra - con queste.- fece lo stesso con la destra - Wren è stato fortunato, è riuscito a vomitarla prima che fosse troppo tardi.- spiegò.
- E che cos'era?- chiese prontamente Charlene, con un velato interesse per nascondere i suoi secondi fini.
- Cianuro.- lanciò la pasticca verso di lei, che la prese al volo - Ecco il perché delle convulsioni e tutto il resto.- per tutto il discorso Aya aveva mantenuto un sorriso cordiale sul volto, che però a tutti e quattro puzzava di sospetto.
- E adesso Jake dov'è?- Nikita, ancora appoggiata a James, guardò la mora assottigliando gli occhi. La sua leggera esitazione la portò a capire in anticipo la risposta.
- È di là. - indicò la sua camera, posta dentro la cucina, e continuò a restare sullo spigolo della porta con una mano appoggiata allo stipite.
- Dobbiamo lasciargli spiegare i suoi motivi, anche se non credo che potranno essere validi.- James, il quale non aveva ancora capito dov'era che Aya stesse cercando di andare a parare, disse le fatidiche parole che fecero ridere la mora.
- Non credo possa più farlo.- istintivamente il biondo si girò verso di lei, preso alla sprovvista - Ha la bocca un po' impastata fra sangue e saliva, quindi...- la cosa che allarmò il gruppetto fui l'espressione della ragazza: stava sorridendo e sembrava quasi godere nel dire quelle cose.
- Tu lo hai...- Kevin non riuscì nemmeno a concludere la frase.
- Sì, l'ho ucciso. Gli ho fatto ingerire più della metà delle pillole.- estrasse dall'altra tasca la confezione e la scosse, così da farne sentire il rumore.
Kevin rimase in silenzio. Non sapeva nemmeno come rispondere. Cosa avrebbe dovuto dirle? Le uniche parole che gli venivano in mente formulavano le banali frasi di circostanza solite di quelle situazioni, come "Non avresti dovuto farlo" o "Tu sei malata", però lui stesso, se ne avesse avuto l'occasione, quella mattina avrebbe potuto uccidere lei, quindi non se la sentì di dire nulla.
- Hai rinunciato al tuo schiavetto? Scelta molto azzardata.- la provocò Nikita, con un sorriso tutt'altro che amichevole stampato in faccia.
- Chi sbaglia paga. - Aya scrollò le spalle e scoppiò a ridere, divertita dalle sue stesse parole. Era chiaro che, fra tutti i presenti nella casa, lei era quella più pericolosa. Sapeva addirittura fare delle operazioni chirurgiche e ciò, nonostante fino a quel momento si fosse dimostrato piuttosto utile, era un'altra arma a suo favore.
- E cosa mi conferma la tua tesi?- Charlene le puntò il dito contro, facendola insospettire - Potresti benissimo essere stata tu ad avvelenare Wren e poi hai ucciso Jake per discolparti.- la bionda puntò i suoi occhi contro di lei, ma si accorse ben presto che le sue parole stavano sfondando un cancello aperto.
Ovviamente Aya aveva già pensato alla possibilità che nessuno le credesse, ma aveva deciso di non usare alcun trucco psicologico, come invece era solita fare.
- Potete anche uccidermi se volete. Mi auguro solo che qualcuno di voi sappia come prendersi cura di un paziente che è vittima di emorragie interne.- la mora si avvicinò a loro con dei piccoli passi.
- L'unica cosa che voglio sapere è se ammazzi per sport oppure no. - replicò Charlene, intrecciando le braccia al petto.
- No, non lo faccio. Non preoccuparti, il titolo di omicida della casa lo lascio a te e a tuo fratello. Per curiosità, chi è di voi due che tira il collo ai polli?- quelle parole risuonarono nella testa della bionda con forza, tanto che dovette far appello a tutta se stessa per riuscire a calmarsi.
- Cattiva, ma efficace.- Nikita aggiunse un altro commentino, con il solo scopo di farla arrabbiare ancora di più.
- Ora scusatemi, ma devo andare a tenere sotto controllo Wren. Sarei felice se qualcuno potesse togliermi il cadavere dal pavimento.- la mora si diresse in infermeria senza aggiungere altro.
- Vado con lei.- Kevin si alzò e la seguì. Non poteva permettere che Wren restasse da solo con lei.
 
Aya aveva notato che, di tanto in tanto, Wren sembrava mugugnare qualcosa. Inizialmente pensava si trattasse soltanto di sonniloquio, ma ben presto si rese conto che non era quella la risposta.
- Cosa state... mio corpo...- il biondo, per l'ennesima volta, sussurrò qualcosa. Le parole dette aumentavano sempre di più ed avevano sempre più un filo logico. Aya arrivò quindi alla conclusione che il ragazzo stava pian piano tornando cosciente.
- Parla di nuovo.- Kevin che, dopo la morte di Jake, era diventato il suo nuovo assistente, era molto allarmato dalla cosa.
- Non è nulla di grave, si chiama sonniloquio.- disse lei, mentre con del disinfettante puliva le ferite sullo stomaco del paziente.
- Sonniche?- il moro fece un'espressione stranita.
- Sonniloquio. Ovvero quando una persona parla nel sonno. Vuol dire che sta riprendendo coscienza.- spiegò, con un sorriso divertito stampato in volto.
- Quindi è guarito?- chiese lui per conferma e si allarmò quando vide la smorfia dell'altra.
- Guarito è un parolone, diciamo che potrà tornare a camminare, seppur con i dovuti limiti. Non sono una chirurga, quindi il massimo che posso fare è tenerlo in vita. - mosse il pezzo di stoffa impregnato nell'alcol e pulì i tagli, ancora pieni di pus e crosta, e cercò di essere la meno grezza possibile. Indicò poi il disinfettante al ragazzo, che corse a prenderlo.
- Hai comunque fatto un ottimo lavoro. È solo grazie a te se è vivo.- Kevin le passò la bottiglietta e la guardò mentre versava il liquido su un altro pezzo di stoffa.
- Sì, esatto, anche se in realtà ho avuto molta fortuna.- continuò a pulire le ferite con calma - Se non fosse venuto da te difficilmente si sarebbe salvato.- lo guardò con un sorriso in volto e, come al solito, il moro si limitò a spostare gli occhi dall'altra parte.
- Tu non l'avevi sentito? Si stavano scannando davanti camera tua.- Kevin aveva sempre avuto quel dubbio, eppur non aveva mai trovato il modo di chiederglielo, almeno fino a quel momento.
- Certo.- Aya nemmeno provò a mascherare la cosa.
- E perché non li hai fermati?- il moro, che già si aspettava una risposta del genere, evitò di farsi trovare impreparato.
- Non sono fatti miei quello che le altre persone fanno.- quel ragionamento lasciò il ragazzo perplesso.
- Allora come mai stai cercando di salvare Wren?- ormai aveva preso il via con le domande, al punto che a stentò riuscì a trattenersi dal farne delle altre.
- Beh, per te. Hai provato ad uccidere a Nikita, quindi ho pensato che a te dovesse importare della cosa. - Kevin quasi non riusciva a credere alle sue orecchie. Il discorso di Aya sarebbe stato incomprensibile a qualunque essere umano - Tu... sei gay?- il moro sussultò e, erroneamente, fece cadere la scatola di cerotti che aveva in mano.
- Cosa te lo fa pensare?- chiese poi, riprendendo la confezione da terra con fare indifferente.
- Soffri di un disturbo che non ti permette di avere amici, quindi teoricamente l'unico interesse che puoi provare verso una persona è quello carnale. Su quello nemmeno la tua patologia può nulla.- spiegò, per poi applicare i cerotti che lui le aveva appena passato.
- Ha senso.- si prese un attimo di pausa - In realtà sono bisessuale. - scrollò le spalle con fare indifferente ed ottenne un sorrisetto come risposta.
- Quindi è per questo che ci tieni così tanto a salvarlo.- Aya aveva supposto che potesse essere proprio quello il motivo per cui Kevin sembrava così fissato con Wren e provò uno strano senso di soddisfazione quando la cosa le venne confermata.
- Non ne ho idea. - il moro rimase sul vago.
- Probabilmente è...- il discorso della mora venne interrotto da un sussurro soffocato appena emesso da Wren. Entrambi si portarono vicino a lui e si misero ad osservarlo.
- Cosa diavolo... fate? - rimasero a guardarlo mentre, con estrema lentezza, asprì gli occhi e li sbatté per potersi abituare alla luce.
- Wren, finalmente ti sei svegliato.- Kevin gli appoggiò una mano sul braccio.
- Che mi state facendo? Non... mi toccate!- il biondo scostò il moro con un gestaccio, per poi iniziare a guardarsi intorno con il fiatone - Dove...dove sono?- Aya e Kevin rimasero allibiti per un po', senza riuscire a capire cosa stesse accadendo.
- Ehi, tutto bene?- la mora provò ad avvicinarsi, ma Wren prese istintivamente il bisturi dal tavolino e gliela puntò contro.
- Brutti alieni, lasciatemi stare!- anche il moro provò ad avvicinarsi, senza però ottenere esiti positivi - Allontanatevi... tutti! Smettetela di tormentarmi in questo modo. - il biondo iniziò a piangere e a tremare sempre più forte, al punto che il bisturi per poco non gli cadde di mano.
- Calmati, siamo noi.- Kevin provò a farlo ragionare. Wren iniziò pian piano a moderare il respiro, continuando tuttavia a guardare i due con fare sospetto, ed abbassò l'arma - Non è successo nulla, non vogliamo farti del male.- la situazione in quel momento era piuttosto surreale, tanto che nemmeno Aya era ben sicura su cosa fare.
- Io voglio solo... essere lasciato... in pace. - sussurrò il biondo, per poi abbassare la testa. La ragazza approfittò di quell'attimo di distrazione e, con un gesto veloce, prese la siringa di sonnifero che aveva sul tavolo e gliela iniettò nel braccio.
Wren provò a parlare, ma lentamente chiuse gli occhi e cadde a peso morto sul lettino.
- La situazione non è delle migliori, abbiamo rischiato grosso.- Aya si buttò di peso sulla sedia e portò lo sguardo sul moro, ancora leggermente stordito dalla cosa.
- Mi ha detto che ha queste allucinazioni perché i suoi genitori lo hanno costretto ad assumere un sacco di psicofarmaci.- Kevin si mise accanto a lei, che lo guardò spalancando gli occhi.
- Quindi abbiamo fatto ancora peggio.- concluse, ottenendo un cenno affermativo da parte dell'altro. Per forza di cose, da quel momento in poi gli scatti di rabbia di Wren sarebbero aumentati, quindi dovevano prepararsi adeguatamente.
 
Nikita era rimasta molto sorpresa quando, dopo aver chiesto a James se avesse voluto appoggiare la sua testa sulle sue gambe, il biondo aveva acconsentito senza fare storia. Si era addirittura addormentato in quella posizione e lei si sentì stranamente in imbarazzo.
Passò la mano fra i suoi capelli più volte e lo osservò mentre dormiva. Gli apparve calmo e rilassato, al punto che le venne una voglia immensa di svegliarlo con un pizzicotto.
Fu quasi sul punto di farlo, ma un rumore improvviso dietro di lei la portò a desistere. Non ci mise molto a capire chi fosse, soprattutto perché erano ormai rimasti in pochi e, vista anche la situazione in quel preciso momento, constatò che dovesse trattarsi di Charlene. Sentì l'aura omicida che la ragazza alle sue spalle emanava e non poté far altro che mettersi a ridere, per poi voltare lentamente la testa verso di lei.
- Ti serve qualcosa?- le domandò. Con la mano destra continuò a massaggiare la testa di James, così da provocarla ancora di più.
- Vedo che il discorso dell'altra volta non ti è bastato.- la bionda fece un passo avanti e le puntò il coltello che teneva fra le mani contro. Nikita non fece una piega, si limitò a sospirare e a guardarla con una faccia quasi annoiata.
- Ce l'avete tutti con quei coltellacci? Sei la seconda che prova ad affettarmi.- roteò gli occhi e cercò di mostrarsi la più scocciata possibile.
- Io non sono una sfigata come quell'altro, se voglio ti faccio a pezzi davvero.- Charlene mosse il coltello a casaccio per rendere ancora di più l'idea. Sapeva di non essersi mai confrontata realmente con lei, però era allo stesso tempo conscia che il motivo per cui James aveva iniziato a ribellarsi era proprio la castana.
- Beh, Ginevra ti sei limitata a strangolarla.- Nikita le lanciò una frecciatina bella e buona, che la fece irritare ancora di più. Sentiva dentro di se l'istinto di ucciderla proprio in quel momento e dovette contenersi per evitare di farlo.
- Ho solo un vestito, non vorrei sporcarlo.- ormai non cercava nemmeno più di negare le accuse che le venivano rivolte contro, conscia che ormai la sua copertura fosse del tutto saltata.
- E come intendi farmi a fette senza sporcarti?- la stuzzicò, ricevendo un sorriso come risposta.
- Ho già qualche idea. - Charlene mosse un altro passo in avanti. Nikita non aveva idea di cosa lei avrebbe potuto fare, quindi rimase ferma e pronta a rispondere ad una sua aggressione. Al massimo avrebbe potuto usare James come scudo, così da distrarla e poterla mettere al tappeto.
- Ovvero?- le parole uscirono dalla sua bocca smorzate.
- Vedo che finalmente stai iniziando a prendermi sul serio. Sappi che sono una ragazza molto istintiva, quindi non ti conviene farmi arrabbiare.- la bionda portò il coltello davanti alla bocca e leccò il retro della lama, cercando quasi di spaventarla.
- Hai intenzione di girare un porno gore?- replicò immediatamente Nikita. Stava tentando di capire come meglio muoversi, però era innegabilmente in una situazione di svantaggio. In un confronto uno contro uno se la sarebbe anche potuta cavare, però l'altra aveva un coltello dalla sua e ciò rendeva il tutto più difficile. Soltanto l'intervento di James, che però non sapeva con chi si sarebbe schierato, avrebbe potuto aiutarla.
- Questa tua finta ironia mi da il voltastomaco. Puoi fregare quello stupido di mio fratello, ma non me. - con uno scatto improvviso, Charlene si portò ad un metro da lei. La castana rimase immobile perché presa alla sprovvista. Deglutì e poi tirò una ciocca di capelli di James per svegliarlo.
Il biondo si tirò su lentamente. Si stropicciò gli occhi e puntò lo sguardo da prima su Nikita e poi su Charlene, accorgendosi subito che la situazione non dovesse essere delle più tranquille.
Portò gli occhi sul coltello che sua sorella aveva in mano e, dopo un attimo di esitazione, lo indicò con un dito.
- Quello a che ti serve?- alzò poi lo sguardo verso di lei, che si limitò a sorridergli e ad appoggiare l'arma sul tavolo accanto.
- Siccome Kevin sta aiutando Aya con Wren, io sarò la nuova cuoca. Stavo chiedendo a Nikita se questo coltello andasse bene per tagliare la carne.- spiegò, mantenendo gli angoli della bocca alzati. James, poco convinto dalla quella versione, guardò Nikita, che annuì.
- Sì, ci puoi tagliare anche le ossa se ci metti la giusta forza.- la castana si stirò la schiena e le fece un occhiolino, che venne però ignorato.
- Perfetto, allora inizio subito a preparare qualcosa da mangiare. Cosa gradite?- intrecciò le dita delle mani fra loro e li guardò con un'espressione gentile e cordiale.
- Non mangerei mai un piatto mangiato da te. Credo che andrò avanti a merendine.- Nikita alzò le spalle, guadagnandosi un'occhiataccia da parte della bionda, ed accese la televisione.
- Fa quello che vuoi, per me è indifferente.- James nemmeno la guardò, spostò gli occhi sul televisore e le fece un cenno con una mano.
Charlene non poté fare altro che prendere il coltello e tornarsene in cucina con ancora più motivi per far fuori la castana.
 
- Quindi è morto anche il castano?- la voce di Ace, bassa e senza alcuna emozione, giunse all'orecchio di Josh come il lamento di un animale condotto al macello. Ogni vita persa in quell'esperimento era per lei una sconfitta al livello personale e lavorativo. Il suo capo l'aveva mandata lì proprio per evitare una carneficina e lei era riuscita a tenere d'occhio quei ragazza nemmeno per un minuto.
- Sì, Aya lo ha costretto ad ingerire delle pillole finché non è morto.- spiegò Josh, mentre le passava il vassoio con dentro il cibo. Sopra c'era il solito panino, preparato da lui stesso, ed una bottiglia d'acqua presa al supermercato da Blaineley il giorno prima dell'iniziò dell'esperimento.
- Per quanto ha intenzione di andare avanti?- la ragazza appoggiò la testa contro il muro e sospirò. Voleva uscire da lì dentro il più presto possibile, così da fare ritorno alla base.
- Non ne ho idea. - scosse il capo - Però è molto probabile che si concludere verso fine mese. Non ho capito nemmeno io qual è l'obiettivo di Blaineley, quindi non so se intende lasciare in vita qualcuno oppure ucciderli tutti.- quelle parole furono come una freccia nel cuore per Ace.
- Come diamine ho fatto a farmi fregare in quel modo?- si chiese. Portò entrambe le mani davanti al volto e strinse con forza le palpebre nella speranza di sopprimere il nervosismo che aveva addosso.
- Smettila di darti tutte quelle colpe, Blaineley ne sa una in più del diavolo. È veramente intelligente, ma spesso è troppo sicura di se e finisce per farsi fregare con facilità.- Josh rise nel dire quelle parole.
- La conosci da tanto?- gli domandò, alzando un sopracciglio. Cercò di farsi raccontare quella storia per passare il tempo, così che non dovesse stare tutto il tempo a piangersi addosso.
- Sì, circa da quando eravamo piccoli.- prese un grosso respiro e si immerse in quei ricordi - Sai, abitavamo nello stesso condominio e spesso giocavamo assieme.- da quella frase iniziò a raccontarle l'intera storia della bionda, che lui aveva vissuto come personaggio secondario stando sempre al suo fianco.
Blaineley era sempre stata una ragazza ambiziosa, ma la sua famiglia non poteva darle un sostentamento economico per via delle condizioni della madre. La donna soffriva di disturbo mentale che la portà ad essere iperprotettiva nei confronti della figlia e gelosa del marito.
Il padre, non riuscendo a sopportare tutto ciò, abbandonò le due e se ne scappò di casa. Da quel momento sua madre divenne ancora più protettiva nei suoi confronti e, per paura che anche le la abbandonasse, le proibiva di uscire di casa. Dovette quindi studiare a casa da sola, con il solo aiuto di Josh, unica persona che aveva l'autorizzazione della madre per andarla a trovare.
Blaineley non demorse, aiutata dal moro, si iscrisse alla facoltà di psicologia ed ottenne una borsa di studio per poter continuare a frequentare l'università.
Di lì a breve i risultati dei suoi sacrifici e della sua determinazione vennero ripagati: iniziò a lavorare al Centro di Ricerche, scrisse libri, documentari e divenne famosa in tutto il mondo. Il tutto con il contributo di Josh, sua spalla.
I problemi sorsero solo in seguito, quando la sua fissazione per le malattie mentali, probabilmente dovuta dal trauma della madre, che non le permetteva nemmeno di uscire fuori a giocare, l'aveva convinta che dovesse guarire tutte le persone afflitte da quelle patologie per poter salvare il mondo.
Ed era proprio per quel motivo che erano giunti fin lì. Ormai Blaineley voleva andare fino in fondo e nessuno sarebbe riuscita a fermarla.
- È una storia triste.- commentò Ace - Però questo non lo giustifica.- aggiunse poi, ottenendo un cenno affermativo da parte del moro - E non giustifica nemmeno te. - concluse, portando l'altro a deglutire rumorosamente.
- Io le mie cazzate le ho già fatte. Ciò che sto facendo adesso è per cercare di fare meno danno possibile.- cercò di giustificarsi, ma l'espressione della ragazza gli impedì di continuare.
- Lasciar morire quei nove ragazzi è fare meno danno possibile?- controbatté prontamente Ace. La ragazza scattò in piedi ed afferrò con forza le sbarre.
- Prima del mio intervento erano venticinque!- Josh non riuscì a contenersi ed urlò, ringraziando Dio che le stanza fosse insonorizzata e che Blaineley non poteva sentirlo.
- E questo cambia qualcosa?- Ace digrignò i denti e lo guardò fissò negli occhi.
- Dal mio punto di vista le cambia abbastanza.- detto ciò, Josh se ne andò e tornò su.
 
Da quando Wren aveva avuto l'allucinazione erano passate circa cinque ore. Essendosi mosso troppo velocemente, aveva riaperto alcune delle ferite, le quali avevano iniziato a sanguinare a dirotto.
Kevin ed Aya stavano, ormai da un sacco di tempo, cercando di richiuderle come meglio potevano, senza però usare gli antidolorifici per evitare altre reazioni violente da parte del biondo. Ciò comportò diversi problemi, poiché Wren, seppur incosciente, sentiva dolore e quindi tendeva a muoversi rendendo il tutto più difficile.
- Cristo, sto perdendo la pazienza.- Kevin, dopo aver rotto l'ennesimo filo per colpa dei movimenti bruschi dell'altro, si lasciò scappare un grosso sospiro.
- Devi stare calmo, altrimenti rischi di fare peggio.- lo brontolò Aya, mentre con l'ago ricuciva la ferita sullo stomaco e vi appoggiava un cerotto sopra per evitare di farla riaprire.
- Sì, lo so, però...- il moro abbassò lo sguardo. Aya gli aveva detto di cucire il taglio sul braccio, così da non addossargli troppe responsabilità, e lui si stava agitando sempre di più perché non ci riusciva.
- Fa così. - la mora gli si avvicinò con calma e prese la sua mano sinistra. La portò sopra un punto specifico del bracci del biondo - Con il dito, applica un leggera pressione qui.- Kevin lo fece e si rese subito conto che Wren smise di muovere l'arto.
- Capisco, è un punto di pressione.- concluse, dopo averci pensato un pochino. Aya gli sorrise e lo applaudì.
- Bravo, hai indovinato. È come il collo per il gatti, se fai forza sul nervo lui non potrà muovere il braccio e tu sarai in grado di cucire la ferita.- detto ciò, tornò a lavorare alle altre ferite - Mi raccomando, non premere troppo forte, altrimenti rischi di danneggiargli il nervo.- concluse. Lui le fece un cenno positivo con la testa e poi riprese il lavoro.
Grazie all'aiuto della mora non ebbe problemi a cucire metà della ferita in pochissimo tempo. Passò l'ago con calma e lentezza, così da essere sicuro al cento per cento di non sbagliare. Si sentì un po' a disagio quando, alzando gli occhi per un istante, vide Aya fare lo stesso lavoro rapidamente e senza alcun problema.
Quella ragazzina aveva ben tre anni in meno di lui, eppure gli stava facendo da mentore. Lo aveva aiutato a cucinare le prime volte ed aveva anche iniziato a fargli lezioni di chirurgia caserecce. Non riusciva quasi a credere che lei ancora andasse al liceo.
Perso in quei pensieri, non si rese conto che il braccio di Wren iniziò lentamente a tremare, come preso da delle scosse improvvise. Quando si accorse della cosa non fece in tempo a far nulla.
- Lasciatemi stare!- il biondo si alzò di scatto e, con un pugno, mise Kevin al tappeto, per poi avvicinarsi con fare poco amichevole verso la ragazza.
- Oh, cavolo...- Aya non poté dire altro. Lentamente prese ad indietreggiare verso la parete, conscia che a breve sarebbe stata fatta a pezzi se qualcuno non fosse intervenuto.
- Voi dovete... voi dovete... smetterla di... darmi fastidio!- la prese per il collo e la sbatté al muro - Maledetti alieni... non ce la... faccio più ad andare... avanti così!- portò la sua faccia a pochi centimetri da quella di Aya.
- A-a...iut...o. - la mora provò a gridare, ma le mani del biondo le impedirono di farlo. Tentò anche di dargli dei calci e di fargli allentare la presa graffiandolo sulle braccia. Nulla sembrava funzionare e lei sentiva che, di lì a poco, avrebbe perso coscienza.
- Sono... sono... sono dieci anni che mi... inseguite e date fastidio. Mi avete portato... al limite della... della.. sopportazione!- aumentò la forza e digrignò i denti, voglioso di mettere fine a quella che, per lui, era un'entità aliena.
Aya non poté far altro che lasciare andare le braccia di colpo ed aspettare l'arrivo della sua ora. Smise anche di dimenarsi.
Portò gli occhi sul petto del ragazzo, giusto per non doverlo osservare negli occhi nei suoi ultimi istanti di vita, e poi, inaspettatamente, sentì Wren lasciare la presa. Faticò a capire cosa fosse successo, fino a quando non si rese conto che il petto del biondo era stato perforato da un lungo palo d'acciaio. La punta era a pochi centimetri dal suo collo, tanto che se fosse stato infilzato con più forza sarebbe stata ferita anche lei.
Cadde a terra di peso e, tossendo, provò a guardare chi fosse stato. La vista era ancora leggermente appannata, ma distinse chiaramente la figura di Kevin. Il ragazzo era in piedi, con l'arma in mano, che notò essere un'asta per le flebo.
Wren cadde a terra di colpo ed iniziò a perdere sangue. Il moro gli andò subito incontro e si mise accanto a lui.
- Ehi, tutto bene?- gli domandò, già conscio della risposta. Quello lo guardò con un sorriso, dopodiché tossì sangue - Credo che la risposta sia no. - concluse, cercando di farlo ridere.
- E-Esatto.- confermò l'altro.
- Tra poco sarà tutto finito, non preoccuparti.- Kevin non volle nemmeno far finta di poterlo salvare. Anche se fosse stato possibile, Aya si sarebbe quasi sicuramente rifiutata di curarlo vista la sua pericolosità. L'unica cosa che poté fare fu passargli la mano dietro al petto e tirarlo leggermente su, così da poterlo far parlare.
- Sono contento di... di avere avuto... te come... amico. Vi sono grato per... tutto quello che... avete... fatto per me. - l'allucinazione gli era passata ed era ormai in grado di distinguere i due - Scusatemi.- aggiunse poi, mentre delle lacrime iniziarono a scendergli dagli occhi.
- No, non devi scusarti di niente.- anche Kevin scoppiò a piangere, nonostante avesse cercato in tutti i modi di non farlo.
- Grazie di... tutto.- detto ciò, Wren tossì nuovamente e guardò l'amico con un sorriso in volto. Kevin non disse nulla, abbassò la testa verso di lui e gli lasciò un lieve bacio a stampo sulla labbra, per poi sorridergli. Pochi secondi dopo, il biondo morì dissanguato.
- Mi dispiace.- Aya si alzò e si avvicinò a lui. Gli appoggiò una mano sulla spalla, mentre quello continuava a piangere in silenzio.
Si alzò solo dopo una mezz'ora e si rese conto di essersi completamente sporcato la maglietta e i pantaloni. Dette una rapida occhiata al tavolo e vide la maglia di Wren, che gli avevano tolto per poter cucire le sua ferite. Era strappata e sporca di sangue, nonostante avesse provato a lavarla, per via dello scontro con Linda, ma lui non se ne curò.
Kevin la prese e, senza dire nulla, se la mise addosso.
 
 
ANGOLO AUTORE:
Beh, che dire. Wren ci molla. Mi dispiace molto per lui, è un personaggio molto carino e mi sarebbe piaciuto usarlo di più. Ahimè, le esigenze di trama gli hanno remato contro.
La ship fra Wren e Kevin è confermata, urrà! Però è anche affondata nel peggiore dei modi, lol.
E che dire di Ace Vs Josh? È una battaglia bella tosta, dove entrambi provano a far valere la loro opinione. Chissà come andrà a finire... ah, già, io lo so, lol.
Bene ragazzuoli, detto ciò ci vediamo Domenica prossima con il capitolo 9, che sarà ricco di belle sorprese!
 
   
 
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