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Autore: Leatessa    23/06/2019    2 recensioni
POSTATO CAPITOLO 28
Dalla storia:
“Possibile che nella nostra famiglia, nessuno e sottolineo nessuno, sia in grado di comportarsi normalmente? Chi ha avuto questa idea? Io non intendo partecipare … non contate su di me …”.
Quelle furono le ultime parole famose di Albus Potter. Ovviamente, come giusto che fosse, prese parte all’iniziativa.
Quella domenica mattina, Rose lo buttò giù dal letto di malagrazia. Lo spinse sotto la doccia e tra una lamentela, un Merlino e un Salazar invocati a pieno Impeto riuscì a trascinarlo al villaggio.
-Lily, quindici anni di astuzia e prodigi, innamorata e senza freni darà inizio alla rivoluzione. Jim e Al aiuteranno il padre e la sua squadra di Auror nelle missioni più disperate. Il resto della combriccola sarà lì a dare una mano, l'amicizia riuscirà a tenerli tutti uniti?
La paura costringerà vecchi nemici e muovi amici a riunirsi ad uno stesso tavolo, per risolvere una serie di gialli che sconvolgeranno l'intero mondo magico!
Buona lettura...
{Capitoli:Prologo/Intro/Alla scoperta dei Black/Le disavventure di Lily&Tunia/La terrorista/Segreti di Famaglia/Le scelte sbagliate}
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Black, Famiglia Dursley, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius, Teddy/Victorie
Note: Lime | Avvertimenti: Incest, Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'FORBIDDEN lOVE '
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 CAPITOLO TREDICI  
 
Quella primavera, per una serie di bizzarre circostanze, per una sera di eventi, gli ennesimi, che scossero lo status quo del nostro amato mondo magico, fu per i nostri giovani maghi il punto di svolta che li avrebbe condotti ad intraprendere la via più impervia della loro vita, la più scoscesa e forse, per alcuni, l’unica che li avrebbe portati alla vera felicità.

Petunia Dursley, all'inizio delle vacanze pasquali, non poteva di certo immaginare che da lì ad un mese si sarebbe ritrovata sotto la luce dei riflettori che lei in quegli anni tanto aveva faticato a scansare. Perché sì lettori, dovete sapere che per quanto la nostra cara Tunia fosse affezionata a Lily e al resto della comitiva Potter – Weasley, mai, in nessuna occasione aveva deliberatamente ficcato il naso o qualsivoglia parte del corpo nei loro affari.
Nemmeno l'inverso appena passato, quando la sua eccentrica cugina sferruzzava per il castello, Salazar solo sapeva perché, si era posta il pensiero di cosa Morgana stesse combinando. Perché lei, Petunia, come tutto il resto della comunità magica, le motivazioni di tanto eccitamento da parte della cugina le aveva lette scritte con inchiostro indelebile, sulla gazzetta del profeta, e tante grazie. Per questo motivo, non avrebbe mai potuto immaginare che le cose, quella primavera, sarebbero finite diversamente. E non avrebbe mai potuto immaginare che tutto ciò che sarebbe accaduto sarebbe stato causato da scelte sue e non da quelle di sua cugina. Scelte frutto dell’inverno appena passato e non di quella secca estate che non era ancora cominciata.  
 
L’inverno era la sua stagione preferita. L'aveva deciso anni a dietro quando in quel freddo febbraio, nel giorno del suo undicesimo compleanno, le era arrivata la lettera per Hoqwarts. Quel sedici di febbraio, precisamente, fu il giorno in cui tutta la sua vita cambiò. Per sempre. Petunia ne era convinta.
Suo padre accortosi di cosa avesse ricevuto sua figlia, quella nebbiosa mattina, si era ritrovato a provare un misto di sensazioni tra cui andavano per la maggioranza l'eccitato e lo shockato. Non riusciva a crederci e per una frazione di secondo, gli balenò per la testa l'idea che sua madre l'avrebbe semplicemente ucciso per aver dato alla luce un mostro. Poi scacciò via quel pensiero e si complimentò con la figlia informandola che avrebbe presto conosciuto molta altra gente in grado di fare le stese identiche cose che era capace di fare lei.
 
Petunia, però, non si era immaginata minimamente che suo padre, preso dall'euforia del momento e convinto che la sua adorata figliola dovesse conoscere tutto prima di andare a scuola, l’avrebbe mollata nelle mani di suo cugino per rivederla niente po'po’ di meno ché nel Natale dell'anno successivo. Un incubo.
Sin dai primi giorni, Petunia, poteva affermare con convinzione che la famiglia Potter e tutti I suoi associati, fossero un gruppo di elementi mal assortiti, che per forze di cause maggiori si erano ritrovati lì, tutti insieme, a fare Dio solo sapeva cosa.
 
La famiglia Potter l'aveva accolta con entusiasmo e anche mostrando quel caratteraccio che si ritrovava non le avevano fatto mancare nulla.
Sin dai primi giorni a villa Potter, Petunia, aveva legato con suo cugino Albus. Più maturo per la sua età e molto, veramente molto cortese se paragonato a quel terremoto che era James Potter. Lily non le faceva molto simpatia, in realtà all’inizio della loro conoscenza non le faceva né caldo né freddo, questo perché la trovava antipatica e viziata, come molte delle sue ex compagne di scuola con cui lei non era mai andata molto d’accordo e, solo dopo la prima gita a Diagon Alley era riuscita a instaurare un rapporto di amicizia con lei.
 
Ripensando a quel lontano inverno, Petunia, non poteva che essere soddisfatta della piega che aveva preso la sua vita. Amava la scuola, aveva dei buoni amici e un'insopportabile cugina che non faceva altro che mettere tutti loro nei guai, un giorno sì e l'altro pure. Amava la sua famiglia, in primis suo padre che non vedeva l’ora di riabbracciare e, per ultimo ma di certo non per importanza, non vedeva l'ora in quel preciso istante di compiere sedici anni. Meno di ventiquattro ore e sarebbe stato il suo compleanno. Meno di ventiquattro ore e la sua vita sarebbe cambiata per sempre.
 
 
Alice Longbatton, bassina, occhi chiari e capelli rossi al vento, correva per i corridoi del castello neanche la stessero inseguendo una mandria di centauri imbufaliti. La sua destinazione era la sala comune dei Serpeverde dove in quel preciso istante si stava organizzando una festa di compleanno. Lily Potter aveva sequestrato Petunia ore prima. Si erano rinchiuse in biblioteca a fare Godric solo sapeva cosa per lasciar loro campo libero. Per quanto i sedici anni non fossero chi sa quale evento, Lily aveva insistito affinché si festeggiasse in maniera adeguata. Lily voleva solo una scusa, molto probabilmente, così Alice che di starla a contraddire non ne aveva la né la forza né il tempo, aveva accettato di organizzare la festa e per velocizzare l’intera organizzazione aveva gentilmente chiesto aiuto al settimo anno Serpeverde.
 
Arrivò trafelata e sudaticcia informando tutti che sì avrebbero avuto la torta e sì le era costata cara. Lily le doveva un sacco di favori. Punto.
Per prima cosa, erano diverse ore che condivideva il suo spazio Vitale con Albus e lei, andava sempre in iperventilazione alla sua presenza. Arrossiva, balbettava e sudava come se non ci fosse un domani. Patetico. Da che ricordava, Albus le era sempre piaciuto. Sin da piccina. E anche se erano passati anni, anche dopo aver conosciuto diversi ragazzi, non era cambiato nulla. Era innamorata di Albus Potter. Tutti se ne erano accorti tranne lui. Ovvio. Così cercando di non pensarci, aiutava Sophia nel sistemare i palloncini. Aiuto!
 
Sophia Zabini non si capacitava di come fosse finita lì, ad organizzare una festa. Di nascosto alle autorità. Con due caposcuola consenzienti e una miriade di invitati. C’era sul serio tutta quella gente nel castello? Perché lei non l'aveva mai vista? Scossa dai suoi pensieri si meravigliò di come la conversazione dei suoi amici, fosse sempre sullo stesso argomento.
“Non capisco dove possa essere finito, non risponde a Lily e non si sente più parlare di lui sulla gazzetta” informò Rose, come se non l'avessero saputo.
“Credo se ne siano occupati i nostri genitori, gli avranno chiesto di starsene buono". Lucas Black. L'uomo dell'anno. Sophia Zabini l'aveva visto solo una volta e non le era sembrato un granché, un credulone che si era fatto arrestare nel giro di un’ora. Babbani. Patetici. “Potrebbe almeno rispondere a Lily, avevamo grandi progetti" soffio melodrammatica Rose sedendosi sul primo divanetto disponibile. “Salazar, Rosi datti una calmata, scriverò a papà” chiuse il discorso Albus che ne aveva le pluffe piene di tutta quella storia. Sophia non capiva proprio cosa ci avessero visto di interessante in quello li.
 
Petunia non era una scema, proprio no. Lily l'aveva sequestrata. Questo voleva dire solo una cosa: stava architettando qualcosa. Per lei. Una seccatura in pratica. Così per vendicarsi un po’, giusto un po’, Petunia tirò in ballo l'argomento più spinoso della cugina. Uno dei tanti.
“Come va con Scorp?”. Lily sobbalzò alla domanda per poi risponderle di non aver afferrato bene. Quando mai. “Beh è da un po’ che non vi si vede litigate in giro per i corridoi e sembrate andare molto d’accordo” insistette Petunia che godeva nel vedere la cugina in difficoltà. “Petunia, cosa vorresti insinuare?”
 
“Beh avete legato molto durante il vostro progetto, salviamo dall’estinzione la famiglia Black. Pensavo…”
“Cosa pensavi – la interruppe Lily – che ci fossimo innamorati follemente una dell’altro?” disse scimmiottando e tornando alla sua ricerca. “Forse un po’. Stareste bene insieme tu e lui" provò di nuovo ma Lily non rispose. Scosse la testa e fece finta di non sentirla. Peggio per lei.
“Almeno puoi dirmi a cosa stai lavorando?” Tunia non era una ragazza di molte parole. Ma era quasi il suo compleanno e si stava annoiando a morte. “Ricerche.” La liquido la cugina.
 
Grandioso. Era stata sequestrata. Non poteva tornare in camera sua ed era costretta a stare lì. Perché era amica di sua cugina?
 
Probabilmente, se avesse dato ascolto alla sua coscienza e fosse rientrata nella sala comune per sabotare la festa di compleanno che stavano organizzando per lei, gli eventi di cui lettori entreranno a conoscenza, non avrebbero mai portato ad una foto di lei sulla prima pagina della gazzetta del profeta.

 
***

Petunia, anche se si fa fatica ad immaginarlo, adorava suo padre. Per quanto fosse una nata babbana e poco e male riusciva a relazionarsi con la sua famiglia, aveva con il padre quel rapporto così particolare e univoco che, per dirla tutta, era l'unica motivazione che non la lasciavano morire di inedia durante il corso delle vacanze. Per quelle vacanze pasquali però, Dadly, per questioni di lavoro si trovava all’estero e Petunia che non aveva nessuna voglia e pochissima volontà di sopportare sua madre e suo fratello, soprattutto suo fratello, si era ritrovata costretta a chiedere ospitalità a le uniche persone che conoscesse, o quasi, i Potter.

Così armata di sana pazienza, quella mattina, aspettava il suo fidanzato, che volentieri (a seconda dei casi) l'avrebbe smaterializzata a Godric's Hollow.
“Sei in ritardo!” puntualizzò ancora prima di aver spalancato la porta di casa.
“Sei minuti Tunia, quell'idiota di mio cugino e le sue paturnie amorose" apostrofò prima di baciarla delicatamente sulla tempia. “Ci sprechiamo” disse puntigliosa dandogli le spalle e avviandosi verso la cucina per salutare la madre.
“Buongiorno Caro, vuoi del caffè?”. Cecily Dursley, sua madre, non odiava la magia ne la temeva, semplicemente detestava tutto ciò che ne comportava: stare lontano da casa per mesi e mesi, avere amici che vivono dall'altro lato del paese e non alla fine della strada, poter spostarsi senza problema alcuno, le restrizioni comportamentali che in quegli anni le avevano portato qualche crepacuore ogni volta che era arrivata una lettera dal ministero e soprattutto, gli gnomi, quei dannatissimi gnomi da giardino che lei, Petunia, aveva insediato nel suo giardino all’età di dodici anni, li aveva trovati dannatamente divertenti.
“No grazie, signora Dursley, vado di fretta in verità” disse il suo fidanzato, prima di salutala avviandosi sulla porta dove l'avrebbe aspettata per altri dieci minuti.
Petunia non aveva idea del perché il suo fidanzato andasse di fretta quella mattina e non l'avrebbe nemmeno chiesto se sua madre prima di scoccarle un ultimo bacio non glielo avesse fatto notare, così armata di pazienza, perché con lui ne serviva tanta, lo chiese: “Perché tanta fretta?”.

Le parve per qualche secondo che il suo fidanzato non avesse molta voglia di darle spiegazioni, se ne convinse quando afferrato il braccio per guardalo bene in faccia lui si smaterializzò portandola con sé nel giardino dei Potter invece di rispondere alla sua domanda. “Quindi?” esortò una seconda volta prima di accalorarsi contro di lui.
Il suo fidanzato, frustrato, si convinse. Non si capiva bene il perché, sé per il suo sguardo truce e troppo poco comprensivo o sé per qualche strano tarlo che al suo fidanzato girava per la testa. “Cena di famiglia, tutta la famiglia, pare siano invitate delle cugine di quarto grado provenienti dalla Grecia e altri parenti a caso… io, Scorpius e Albus stiamo organizzando il post serata…”
“Albus, non mi pare sia un vostro parente. Almeno che Scorpius non si sia preso di coraggio negli ultimi giorni, direi comunque, che in caso, è un po’ presto per parlare di parentela!” si stava innervosendo. Raccolse i capelli senza mai distogliere lo sguardo, aspettava.
“Post serata per gli amici, Tunia, suvvia che problema hai?” Petunia di problemi ne aveva parecchi in quel momento: un leggero prurito all'altezza dello stomaco e un formicolio alle mani. Che avesse toccato qualche pianta urticante? “Non guardarmi così, giusto qualche amico, pochi che conosci. Dominique, che non ti sta poi molto simpatica, Rose e qualcun altro…” continuò il suo fidanzato. Arrampicandosi sugli specchi. “Magari anche Lily è nella lista degli invitati?”
“Lily? Non dire sciocchezze, lei e Scorpius sono ai ferri corti con quello che è successo qualche sera fa".
Petunia non aveva la minima idea di cosa fosse successo tra Lily e Scorpius, o ad Alice da quando avevano lasciato il castello, né di quello che fosse successo nell’ Inghilterra Magica se doveva dirla tutta, odiò essere una nata babbana e odiò la distanza che la separava dalle sue amiche nel periodo delle vacanze.

“Tunia, Tarc" Lily in bilico dalla finestra della sua stanza li salutava a pieni polmoni, invitandoli ad entrare in casa invece di accalorarsi sotto al sole di inizio maggio.
 
***

Lily, per principio, aveva deciso che quelle due settimane di vacanze pasquali avrebbero dovuto essere entusiasmanti e tante grazie. Al contrario di come aveva prospettato, desiderato e bramato nulla faceva minimamente pensare tutto si sarebbe svolto come da lei immaginata: scontri avvincenti, conoscenze irripetibili, amori folgoranti e tanto, tanto, tanto gossip, gossip che avrebbe dovuto raggiungere i luoghi più remoti della terra per farla conoscere e apprezzare per chi era veramente, la bellissima e intelligentissima Lily Potter.

Lily, come ormai tutti sappiamo, amava l’inverno. Al contrario, però, detestava quella serie di sfortunati eventi che avevano reso la sua stagione preferita tendenzialmente odiosa. Mentre a casa sua, dopo svariati anni, sembrava che le acque si fossero calmate, nel gossip del mondo magico non era per nulla così.
Lucas Black aveva scatenato il putiferio, tantè che dopo essere stato aggredito per ben due volte, chi sai poi mai perché, il dipartimento Auror era stato costretto ad intervenire mettendolo sotto copertura. Questa decisione aveva comportato un suo trasferimento da Godric’s Hollow in chi sa quale paesino sperduto della Gran Bretagna e con ciò la fine della corrispondenza tra lui e Lily.
Lily in tutta onestà per settimane era stata incerta sull’esserne sollevata o meno. Sinceramente, dal profondo del suo cuore, aveva covato una gran rabbia, molta rabbia, per il suo comportamento sconsiderato. Un comportamento, se si vuole precisare, che quell’inverno, il suo amatissimo inverno, l’aveva fatta finire sotto i riflettori svariate volte. Disgrazia!

In primis per il suo straordinario talento e qui tanto meglio era il suo obiettivo: farsi conoscere per le sue capacità e non per il suo pesantissimo cognome; e non meno importante, tutto il mondo magico credeva, purtroppo, che lei fosse una ruba cuori senza anima. Lei? Che prima aveva accalappiato il rampollo della nobilissima casata dei Malfoy per poi spostare le sue attenzioni niente po’ po’ di meno che sull’uomo che avrebbe ridisegnato il casato dei Black. Lucas. Lo sconforto!

Scorpius Malfoy dal canto suo a tutta quella faccenda era rimasto indifferente.
Da come aveva potuto scoprire da Tunia, Albus e Scorpius avevano avuto una accesa discussione sull’argomento, con il risultato di far ammettere a Malfoy che qualsiasi cosa pensasse di lei non erano affari né di Albus né di Lily. A Lily, questa situazione non era piaciuta per niente, nell’ultimo periodo aveva pensato che Malfoy, un pochino, avesse iniziato a provare interesse per lei ma quell’atteggiamento scostante le aveva fatto cambiare idea. Del resto, bisognava ammettere che forse era molto meglio così: a lei Malfoy non piaceva. Punto.
Così era passato l’inverno e metà delle vacanze di Pasqua. Di fatti era la prima settimana di maggio e nulla, ma proprio nulla, era successo a Godric’s Hollow. Almeno era quello che Lily continuava a ripetersi pur di non pensare a Malfoy. Le vacanze erano passate lentamente e l’unica nota dolente era avvenuta proprio sulla fine del mese. Lei, Lily, voleva solo porre fine alla sua noia, che male aveva mai fatto per Godric!
Sua cugina Petunia, l’aveva raggiunta per passare con loro la fine delle vacanze.  Si stava sistemando nella sua stanza e da quello che Lily poteva notare, era di umore nero e lei, Lily, non aveva la minima idea di cosa l'avesse resa nervosa sin dalla mattina, non che Tunia fosse famosa per il suo buon umore comunque.

“Cos’è successo con Scorpius?” azzardò sua cugina. Non si aspettava sul serio una risposta? Lily conosceva bene la cugina e di tutti i loro problemi adolescenziali non se ne era mai curata. Quella mattina però, si accorse Lily, che le cose non stavano proprio così. Sua cugina, aveva qualche serio problema e anche lei, conscia di ciò, decise di raccontarle la verità. Non quello che aveva detto a Rose e a Nicky, tutta la verità perché di non dirlo a nessuno, si era accorta, le portava solo un’immensa solitudine.
“Un gran casino, ed è tutta colpa di Malfoy" disse pungente, accomodandosi sul letto. “Notò con piacere che siamo tornate al cognome" le diede corda la cugina guardandola compassionevolmente.
Dalle vacanze di Natale, lei e Malfoy, avevano instaurato una sorta di tacito accordo nel quale avevano smesso di litigare, di affatturarsi e di prendersi a male parole in generale. In realtà la tregua era iniziata molto prima, ma questo Lily non l'avrebbe mai ammesso. Il comportamento di Malfoy comunque era strano: amichevole non era proprio la parola adatta secondo lei, più che altro sembrava che Malfoy avesse perso la grinta e la voglia di vivere, chi sa poi perché, portandolo a comportarsi amorfamente con chiunque gli stesse intono, compresa lei.

Qualche sera prima, Lily sempre dell'idea di rendere avvincenti le sue vacanze, si era messa in testa di trovare Lucas Black.
Lucas Black, dopo la sua considerevole bravata, per questioni di sicurezza magica era stato messo, ordine di suo padre, sotto copertura. Lily non aveva capito perché! In verità Lily non aveva capito molto delle ultime e brillanti idee di suo padre: la metà, o quasi, dei suoi cugini erano stati spediti nel continente e sua cugina Victoria era costantemente sotto scorta. Tutto molto strano.
A Lily comunque di cosa combinassero gli Auror poco importava, patto scoprire dove avevano spedito Lucas e chi gli fosse stato assegnato come guardia. Scoprirlo in realtà fu molto semplice, suo padre era un gran pasticcione e aveva il brutto vizio di portarsi il lavoro a casa. Le era bastato frugare nelle sue carte per sapere dove dovesse andare, così due sere prima armata di sana pazienza e di bacchetta, si era allontanata da casa con la scusa di una passeggiata, aveva trovato una via tranquilla poco frequentata e tirata fuori la bacchetta aveva prontamente chiamato il nottetempo.
Odiava viaggiare con quel mezzo e non perché aveva la sana capacità di sballottare i viaggiatori rendendoli nervosi e nauseabondi bensì per i brutti ricordi che le riportava alla mente. Quando era piccola e smaterializzarsi congiuntamente non era consigliato per i giovani maghi, sua madre era costretta ad usare proprio quel mezzo per arrivare al San Mungo e andare a far visita al padre morente. Pensare a suo nonno in un letto di ospedale era un ricordo che la rendeva estremamente triste.
Provò a non pensarci e dopo essersi accomodata e aver pagato il biglietto disse al bigliettaio la sua destinazione: Bristol.

Ora dovete capire che Lily non badò agli altri passeggeri, per questo motivo le sfuggì la chioma bionda e platinata di Scorpius Malfoy.

 
***

Albus teneva una fitta corrispondenza. Con amici intimi, amici di penna e parenti, troppi parenti. Questa sua strana abitudine gli permetteva, con arguzia, di raccogliere PIÙ informazioni di quanto fosse necessario e questo bastava a far sì che Albus, per quanto fosse allo scuro di tutto, sapesse sempre più cose di tutti i suoi cugini messi insieme o quasi.
Quell'inverno aveva avuto modo di accurare come suo padre, grand'uomo doveva ammetterlo, stesse sfruttando la sua famiglia per arrivare al nodo centrale di tutta quella storia. Così mentre Lily penava d'amore e Jamie si preparava al tirocinio esterno che avrebbe dovuto iniziare a settembre, lui, Albus riorganizzava le idee e nel frattempo studiava per entrare nella scuola di medimagia.

Dalla sua corrispondenza aveva capito: a) Suo cugino Luis si trovava in Italia, in una delle sue lettere gli era sfuggita quanto bella fosse la Maremma e Albus si era subito dato da fare per scoprire cosa fosse una Maremma; b) In Maremma suo cugino Luis stava cercando qualcosa per ordine di suo padre e ciò bastava a fargli capire quanto fosse grave la situazione.

Sua cugina Molly, come letto sulla gazzetta del profeta, aveva arrestato il suo ex professore di trasfigurazione, così con impeto curioso Le aveva scritto scoprendo che c) La sorella del professore indagata per terrorismo magico molto probabilmente era stata sequestrata dai terroristi e d) se l’avessero trovata tutte le accuse contro di lei sarebbero decadute.

Aveva così intuito tre cose: la sorella del professore era ciò che Luis cercava in Italia, che la preside Severa era alla ricerca di un nuovo insegnante di
 trasfigurazione, da circa un mese, e che Hugo di tutta quella storia, alla fine, aveva deciso di farne un cataclisma.
Molly gli aveva accennato anche qualcosa su Lucas, in verità accortosi di quanto Lily avesse preso a cuore la faccenda, aveva evitato perfino di pensarci fosse mai che lei captasse qualcosa. Le guardie del corpo di Lucas non erano due Auror qualunque e questa scelta da parte di suo padre non era riuscito a capirla, per questo motivo aveva deliberatamente deciso che contro tutte le sue idee si sarebbe cacciato nei guai, era o non era un Potter? Per Salasar!

L'unico che non aveva dato cenni di vita in quelle settimane era stato Teddy. Anche in questo caso Albus era giunto a tre conclusioni: e) Teddy era sotto copertura e non si sapeva né dove né per quanto tempo; f) Tutto sembrava ruotasse, per l'ennesima volta, sui casi di rapimento e g) per una strana illuminazione notturna, Albus, aveva pensato che in tutta quella faccenda i Black centrassero qualcosa. Ma cosa?
La sua idea era assurda, le uniche Black ancora in vita erano Narcisa e Andromeda, ormai ritirate a vita privata, da anni. Gli eredi, pochi, potevano contarsi sulle dita di una mano: Scorpius, che nulla centrava in quella storia, patto che non.si volesse considerare il suo necessario bisogno di dare corda a Lily; Lucas, per l'appunto, segregato da mesi, per ordine di suo padre; Teddy e sua figlia Appolinia che, a soli pochi mesi dalla nascita era stata dotata di scorta. Certo bisognava fermare ed evitare i rapimenti ma questo non voleva di certo dire che i bambini della sua famiglia fossero più preziosi dei figli degli altri. Ma, come spesso scriveva una certa scrittrice, erano leggermente megalomani, i Potter, quindi la situazione poteva essere spiegata in modi diversi a seconda delle voci.

Albus sapeva bene che andare a trovare Victoria non gli avrebbe dato nessuna spiegazione alle sue domande così con la scusa di andare a trovare Scorpius aveva deciso di andare a fare due chiacchiere con Lucas, che un babbano avesse delle risposte poi …

 
 ***
 
Scorpius non aveva idea di cose frullasse in testa al suo migliore amico, né cosa stesse combinando la Potter, purtroppo. Scorpius sapeva tutto e non sapeva nulla. Sapeva che suo padre aveva iniziato a comportarsi in modo alquanto strano, tornava tardi ed era spesso di cattivo umore; sapeva che sua madre passava giornate intere a fare giardinaggio e a portare in giro i pavoni per il cortile, parlando poco e niente; sapeva, per certo, che suo cugino Tarc era indeciso se portare Petunia a conoscere i suoi o lasciare le cose come stavano; sapeva, perfettamente, di provare un profondo affetto per la sorella del suo migliore amico, un affetto straziante a dirla tutta. Per fortuna di Scorpius, Lily non era molto interessata ai ragazzi o sarebbe morto di crepacuore ne era certo! Per sua sfortuna era molto, molto e ancora molto geloso di quel Black, non sapeva bene il perché, Lily non lo sentiva neanche più ma Scorpius era profondamente e radicalmente convinto che Black le avrebbe portato via Lily. Non che Lily fosse sua, ovviamente.
Scorpius non sapeva come parlarne a Lily di questi sentimenti. Si sentiva costantemente respinto da lei e aveva timore di essere rifiutato, lui, Scorpius Malfoy! Ridicolo.

Proprio perché ridicolo, il suo atteggiamento in quei mesi aveva toccato il fondo, così si era deciso, si era vestito comodo, pettinato i capelli e aveva preso il nottetempo. Si era deciso a parlare con lei. Non che non ci avesse provato, precisiamo! All’inizio delle vacanze pasquali, si erano dati appuntamento per scoprire qualcosa sul passaggio segreto e lui, Scorpius, aveva provato a baciarla. Con pessimi risultati. Pessima idea.
Smaterializzarsi direttamente a casa di Lily non gli era sembrava una buona idea. Prendere un nottetempo e impiegare un'ora per arrivare a casa sua, chissà perché l'aveva convito di più. Ma la convinzione l'aveva persa per strada, più o meno quando una chiamata aveva fatto si che l'autobus arrivasse a Godric's Hollow molto prima del previsto. La chiamata di Lily.

Lily Potter salì e senza notarlo si sedette pochi posti innanzi a lui. Scorpius a quel punto non aveva molte scelte a disposizione considerando che l'unico motivo per cui si trovava in quel dannatissimo paesino, per Salazar, stava seduta a pochi metri da lui. Così non si alzò, rimase lì e si ripromise di scendere alla stessa fermata di Lily per due soli motivi: primo, doveva assolutamente parlare con lei e secondo, voleva sapere dove diamine stesse andando quella ragazzina, perché se aveva deliberatamente deciso di non usare il camino, il posto in questione non era all’interno del mondo magico. Scorpius ci avrebbe scommesso la bacchetta.
 
Fu per questi motivi ed una seria di strane circostanze che due Potter e un Malfoy, quella lunga e oscura sera si ritrovarono nell'accogliente cittadina di Bristol a fronteggiare una brutta e pesante verità.
 
 
***
 
La luce era sempre più fioca. Il silenzio sempre più opprimente. Il freddo le gelava le ossa. Era lì da mesi, anni forse. Lo scorrere del tempo immutabile.
Nessuno l'aveva cercata. Nessuno l'aveva trovata. Voleva andare via. Libera.
Gridava giorno e notte, gridava sempre e lei l'ascoltava. Adorava ascoltare le sue grida di dolore. “Ahhh” le bruciava la gola, aveva sete e i polmoni in fiamme. Gridava. Gridava. Avrebbe gridato per sempre?!
Sempre.
“È un suono adorabile, non smettere…” la odiava. Lì, in quella stanza, solo loro due. Le grida di dolore di Leda erano solo poesia per quel mostro.
   
 
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