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Autore: Elgul1    24/06/2019    12 recensioni
Nell'epoca Sengoku nei grandi Damyo di Sorachi, Kubo e Takahashi si accusano momenti di grave pericoloi: tradimenti, guerre e sfiducia regnano sovrani in questo momento di fragile equilibrio. Riusciranno gli eroi dei rispettivi regni a portare una pace a lungo persa e che sembra sempre più lontana e irragiungibile?
Genere: Drammatico, Guerra, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gintoki Sakata, Tokugawa Shige Shige, Tsukuyo
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza
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Inuyasha osservava con sfiducia la locanda malandata in cui si stavano dirigendo. Erano usciti dai confini cittadini con una scusa la mattina presto e adesso si stavano per incontrare con qualcuno che, secondo Miroku, gli avrebbe aiutati ad andare a Sorachi senza destare troppi sospetti e in modo sicuro per evitare possibili bande di banditi e altre situazioni spiacevoli. 
 
" E' credo la peggiore idea che potessi avere..." Mormorò sicuro Inuyasha di quello che stavano per fare mentre entravano dentro quel posto da cui veniva un cattivo odore.
Miroku scosse la testa convinto. " Al contrario è la cosa migliore per tutti e due." Rispose lui mentre, con lo sguardo, cercava il tizio che aveva contattato il giorno prima. 
" Se scopre chi sono mio padre mi ammazza e anche tu sei a rischio." Gli sibillò lui guardandosi attorno circospetto.
 " Sta tranquillo, questo tizio non ha mai visto ne te e nemmeno me e, inoltre, tuo padre non potrebbe mai sospettare che ci siamo uniti a una carovana di Sorachi sarebbe l'ultimo posto dove potrebbe andare a ficcare il naso..." Spiegò sicuro della sua idea.
 Inuyasha sospirò innervosito nonostante si fosse messo un cappello di paglia in testa e avesse messo addosso degli stracci presi dalla servitu non si sentiva sicuro dall'essere riconosciuto soprattutto dagli abitanti del luogo. 
Il moro si bloccò e si girò notando il suo sospiro. " Ti fidi di me?" Gli chiese serio. Inuyasha annuì di malavoglia. " Perfetto e allora..." Indicò l uomo dai folti capelli ricci castani che, da solo a un tavolo, sorseggiava del tè in un angolo della stanza.
 " Andiamo da lui." Concluse dirigendosi a passo sicuro verso il tizio che, involontariamente, li avrebbe aiutati.
 
 
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" Mi spieghi dove mi stai portando di preciso?" Chiese Ichigo a Renji per la decima volta. Lo aveva costretto ad alzarsi praticamente all'alba e, a suon di calci, lo aveva obbligato a seguirlo fuori città per chissà quale posto sconosciuto all uomo che lui conosceva.
 
 " E' tradizione pregare gli dei per riuscire a tornare vivi dalla guerra e noi stiamo andando al tempio." Gli ripetè lui nuovamente come avrebbe fatto qualsiasi uomo religioso cosa che, Ichigo, sapeva che Renji non era. 
" Ed è importava arrivare così presto?" Gli domandò ancora il più giovane mentre salivano le grandi scalinate in pietra che li avrebbero portati alla sommita del tempio posto nel mezzo del lussureggiante bosco poco fuori la capitale.
 " In teoria oggi dovremmo prepararci per domani perciò non avremmo altre occasioni..." Gli spiegò lui a mo di scusa.
 " Si, d'accordo.  Però potevamo andare a qualcuno di quelli in città e non a quello mezzo deserto fuori la capitale." Sbottò il più giovane.
 Renji sbuffò irritato. 
" Sei proprio un mollaccione." Replicò mentre, davanti a loro, si palesarono due piedistalli posti a destra e a sinistra con, sulla loro sommita, due statuette in pietra raffiguranti due cani A con le bocche digrinanti e l'aspetto fiero. 
 
" Volevo chiederti perché non c'e Rukia?" Disse il giovane notando l'assenza della compagna. 
" Lei verrà più tardi aveva delle cose da fare." Rispose sbrigativo lui mentre, si addentravano dentro il giardino in cui si trovava la struttura e, si notava, i colori  vivaci della costruzione che, lentamente, si stava stagliando davanti a loro. Renji si bloccò all'improvviso lasciando sorpreso Ichigo.
 
 " Perché ti fermi?" Gli chiese lui confuso. " Mi sono appena ricordato di una cosa importante..." Rispose lui allarmato facendo dietro front. " Tu va avanti io vado e torno!" Gli gridò prima di correre via.
 Ichigo lo guardo tra un misto di confusione e perplessita poi, scuotendo la testa, si girò per dirigersi verso la piccola costruzione e, appena giuntò li, si bloccò.
 
Di fronte all'altare di pietra vide una ragazza girata di spalle dagli inconfondibili lunghi capelli arancioni lunghi fino alla vita con le mani unite a mo di preghiera e inginocchio e che, in qualche modo, cercava di non sporcare il suo lungo kimono azzurrino.
 Ichigo non si muoveva come preso dal panico. Poi lei  si mise in piedi e si voltò verso di lui nella sua figura minuta mostrando due stupendi occhi castani e, un sorriso, che per anni lo aveva sciolto come poche cose riuscivano a fare visto il suo caratteraccio.
" Buongiorno Kurosaki-kun." Disse la giovane con quel suo sorriso celestiale e quella voce che aveva desiderato sentire per tutti quei mesi. " Orihime-san..." Rispose lui completamente stordito dalla presenza di lei proprio in quel luogo.
 
 
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Naruto si sentiva a disagio in quella stanza grande quasi quanto la sua modesta casa al villaggio. Zenzou gli aveva scortati fin li la sera prima e, indicato dove avrebbero dormito, era poi sparito senza lasciare alcunan traccia se non indicare alla servitu dove i due si sarebbero dovuti recare la mattina dopo.
 Adesso erano seduti sul tatami uno accanto all'altra con Hinata che, con i suoi occhi chiari, correva da una parte all'altra della stanza fissando i vari dipinti e le varie statuette che si trovavano sopra la mobilia. 
 
" Cerca di stare tranquilla." Gli suggerì il biondo a bassa voce cercando di ostentare una sicurezza che, stranamente, in quel momento sembrava averlo abbandonato. Lei lo guardò imbarazzata e annuì con la testa desiderando di stringere la mano del suo compagno.
La porta scorrevole si aprì rivelando tre figure: quella a destra era Zenzou che, con fare annoiato si accomodo accanto alla parete, quello al centro era un uomo distinto e, con un sorriso stampato in faccia,  fece rasserenare i due che, alla vista del terzo, dai profondi occhi castani e i lunghi capelli marroni e l'aria seria subito scomparve facendo tornare l'ansia.
 
 " Benvenuti..." Disse quello al centro sedendo davanti a loro e chinando la testa in segno di saluto.
 " Io sono Shigeshige signore di queste terre e protettore della regione." Si presentò lui.
 " Il mio nome è Naruto Uzumaki!" Esclamò a un tono di voce fin troppo alto Naruto a causa del nervosismo. 
" Io sono Hinata Hyuga." Sussurrò in un modo quasi impercettibile la ragazza e quasi balbettando. Shigeshige sorrise in maniera quasi paterna quei due giovani avranno avuto si o no sedici anni giovani, per un lavoro, che avrebbe chiesto non solo sacrifici ma anche coraggio. 
 
" Non abbiate timore o nervosismo non vi mangio mica." Disse ridendo con cuore di quei due cercando di calmarli. " Credo che conosciate già Zenzou..." Indicò il ninja che fece un segno di saluto alzando la mano destra. " Quello che vedete accanto a me è Katsura Kotaro mio fedele consigliere. Sarà lui a dirvi le direttive in caso di necessita al posto mio." Cominciò a spiegare con tono pacato mentre Katsura annuì con la testa sempre senza cambiare l'espressione seria in viso che sembrava guardarli dentro.
 " Ha già incarichi per noi? Mio signore." Chiese subito Naruto alzando la testa.
 Shigeshige scosse la testa. " Al momento voglio che impariate a conoscere bene i territori della città così come i dintorni. Zenzou vi farà da guida, non appena avrete preso familiarita inizieremo con i vostri primi compiti." Spiegò lui brevemente.  I due giovani annuirono. 
" Non saranno troppo giovani e inesperti per fare quello che chiederemo loro?" Domandò all'iimprovviso Katsura girandosi verso il damyo. " Avevamo richiesto persone con già esperienza dietro le spalle non due ragazzini." Continuò a dire imperterrito. Naruto digrignò  i denti sentendo simili parole come osavano sottovalutarlo così? L'ansia stava venendo sostituita dalla rabbia stava per replicare quando Zenzou gli fece cenno di tacere alzando la mano destra.
  " Katsura dovresti cercare di darti una calmata..." Disse il ninja più anziano schiettamente. " I villaggi ninja stanno affrontando una grossa crisi al momento e, questi..." Indicò i due giovani. " Sono il meglio che potevamo avere. Sarò io stesso ad addestrarli non ti preoccupare." Lo rassicurò nonostante lo sguardo incattivito del consigliere. 
" Naruto e Hinata potreste uscire un secondo?" Disse loro Shigeshige con calma. I due, chinando la testa e unendo le mani uscirono fuori dalla stanza richiudendo la porta.
 Nella stanza ci fu silenzio per qualche istante poi, Shigeshige, sposto il suo sguardo sul consigliere. " Ti vedo nervoso mio consigliere cosa ti turba?" Gli domandò. 
" Shige-sama..." Cominciò a dire lui severo cercando di misurare le parole. " Stiamo vivendo un momento abbastanza critico e lei lo sa bene quanto me e quanto Zenzou..." Continuò a dire. " L'alleanza con Takahashi dovrebbe rafforzare il nostro potere sulla regione ma, dobbiamo vedere se accetterano. Inoltre ho saputo, da informatori, che suo zio e suo cugino stanno tramando per tornare qui..." Disse ancora facendo raggelare l'aria della stanza. " Non sappiamo dove siano e questo mi spaventa. Oltretutto Jiraya e altri nobili la vedono male e sicuramente potrebbero escogitare qualcosa." Disse convinto come un fiume in piena. 
" Comprendo il tuo punto di vista Katsura-dono." Rispose con calma il damyo. " La situazione non è delle migliori nonostante io cerchi di mantenere la calma e a non agitare gli animi di molti. Essere così nervosi non ci porterà a niente e ci potrebbe far apparire deboli di fronte ai nemici che stanno tramando..." Cominciò a dire con calma mettendosi in piedi. " Dobbiamo cercare di avere fiducia nelle cose che stanno succedendo, il trattato, l'arrivo di questo nuovo samurai e anche l'arrivo di questi due giovani kunoichi potrebbe portare qualcosa di positivo nel nostro paese." Disse cercando di convincere quel giovane impetuoso che, da qualche anno, lo aiutava a gestire quelle terre così grandi e con così tante persone contrarie alle sue scelte. " Adesso andate pure anche voi." Annunciò il damyo. " A breve ci sarà la lotta di Kenshin contro Okita e voglio prepararmi. Ci vediamo più tardi." Disse di nuovo facendoli congedare.
 
 
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Tra i due ci fu silenzio per qualche istante mentre si fissavano incapaci di dire alcunche. 
Poi Ichigo, presosi coraggio, disse:" Cosa ci fai tu qui? E senza scorta oltretutto." Lei gli sorrise tra l'imbarazzo e la timidezza. Non era mai stata capace di parlare tranquillamente soprattutto con lui nonostante si conoscessero da tutta la vita provava sempre una specie di soggezione per quel ragazzo. 
 
" Sono qui per pregare esattamente come volevi fare tu. E, inoltre, Rukia mi ha detto che mi avrebbe protetto già un altro spadaccino giunto qui per pregare." Gli rispose lei. 
Ichigo maledì quei dei era stata loro l'idea di farli incontrare ma perchè?
 " Sono contenta di vederti..." Disse all'improvviso lei notando la faccia corruggiata del giovane. " Da quando mio padre ha detto del fidanzamento ho avuto poche occasioni per poter uscire e ci tenevo a parlarti." Ammise ancora. 
Lui la fissò confuso. " E di cosa avresti voluto parlarmi?" Domandò lui curioso da quelle sue parole. 
" Di quello che c'e stato fra noi." Dichiarò lei con un tono che, a lui, sembrava poco convinto.
 Lui scosse la testa. " Noi non abbiamo più niente da dirci..." Mormorò lui duramente nascondendosi dietro quella corazza che, ormai, aveva eretto aveva giurato che non ci sarebbe più ricascato che sarebbe andato avanti nonostante ci soffrise nonostante sapesse che, Byakuia, non era l uomo per lei per niente. 
" Purtroppo il filo rosso del destino ti ha legato a lui e, io, ero solo un qualcosa di breve nulla di più." Aggiunse  ancora mentre, sentiva, una lama penetrare dentro il cuore cercando di smorzare quelle emozioni che, alla vista di alcune lacrime dagli occhi della giovane, cominciarono a smuoversi.
 " Sai benissimo che non è stata una mia scelta..." Sussurrò lei con un filo di voce. " Se solo ne avessi avuto la forza mi sarei opposta ma io..." Strinse con forza le mani come per tenere a freno quello che aveva dentro. " Mi sono sentita abbandonata..." Ammise più a se stessa che a lui. " Quando tu lo l'hai scoperto hai lasciato che accadesse senza fare un bel niente per impedirlo. Avresti potuto suggerire di fuggire, avresti potuto fare qualunque cosa ma hai deciso di non fare niente anzi ti sei allontanato da me..." Continuò lei come un fiume in piena.
" Finiscila." La interruppè lui duramente voltandogli le spalle stringendo i pugni nel tentativo di trattenersi. " Io non sono nient altro che il figlio di un samurai di casta inferiore l'amore fra noi era qualcosa di impossibile avrei dovuto capirlo prima..." Continuò a dire lui lasciando sbigottita la ragazza da quella dichiarazione. " E' stato bello rivederti Orihime-san." Mormorò voltandosi e facendo il segno di saluto. " Sarà un vero onore lottare per lei. Se servirà darò la mia vita per la sua felicità in quanto suo samurai questo sarà il mio compito." Gridò ancora prima di mettersi in piedi per poi andarsene sentendo, su di se, gli occhi sbigottiti della giovane. 

 
Mentre percorreva i gradini a lunghe falcate intravide la figura di Renji seduto su di essi intento a fissare il bosco che circondava la struttura da ogni parte.
 
 " Come ti senti?" Gli domando lui serio. Ichigo non rispose ma lo guardò storto col desiderio remoto di urlargli contro tutto quello che teneva dentro di se. 
" So che, in questo momento, vorresti picchiarmi oppure maledirmi non ne dubito..." Rispose lui anticipando i pensieri del giovane che stringeva con forza le mani da quanta voglia aveva di colpirlo. " Avevi bisogno di parlarci andare a combattere con mille dubbi e ansie non ti avrebbe fatto bene..." Continuò a dire mettendosi in piedi. " Cosa provi adesso? Sei riuscito a rimettere al di la del tuo cuore ogni sentimento e ogni tentennamento? Sei pronto per quello che dovremmo fare?" Gli chiese ancora stavolta più convinto. Ichigo, senza rispondergli, lo superò avviandosi verso la strada di casa. " Vorrei poter dire di averlo fatto ma, non ci sono riuscito..." Ammise con rammarico. " Dico che ho superato la cosa, che sono andato avanti ma..." Eseguì un lungo respiro. " Non è facile proseguire sul proprio cammino sapendo che, la persona a cui credevi di essere legato se ne è andata con un'altra e tu non hai fatto niente per impedirlo..." Continuò a bassa voce. " Il rammarico vivrà con me e lo terrò dentro la corazza che mi sono costruito..." Si girò verso Renji con occhi duri. " Non avrò pensieri sul campo di battaglia se non proteggere la donna che amo anche a distanza sperando che possa vivere felice con colui a cui è stata promessa." Concluse per poi, in solitaria, avviarsi verso la caserma. 
 
 
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Il mercante poso il bicchiere di terracotta sopra il tavolo di legno vicino alla ciotola di cibo ormai vuota." E così voi vorresti unirvi alla mia carovana?" Chiese Sakamoto incuriositò ai due giovani dinnanzi a lui. 
" Si esattamente." Rispose Miroku. Si erano seduti al tavolo da una ventina di minuti e, come da copione, il giovane moro aveva spiegato che, essendo due giovani artigiani, cercavano guadagni più facili in una nuova terra viste le difficoltà che stavano subendo in quella regione per i costi troppo alti. Sakamoto era stato attento alle espressioni di entrambi come mercante e diplomatico del damyo doveva sempre stare attento a chi si sarebbe potuto portare dietro. - Sembrano convincenti.- Riflettè mentre fissava Miroku che non tradiva la minima espressione di dubbio e incertezza. Sposto poi lo sguardo su Inuyasha che, con la mano destra tamburellava sul tavolo come preso da uno strano nervosismo.

" Che cos'ha tuo fratello?" Chiese osservando Inuyasha che drizzò la testa preso in causa.
 " Bhe, lui è molto nervoso. Sa lasciare le nostre terre non lo entusiasmava più di tanto." Disse brevemente lanciando una veloce occhiata all'amico cercando di tranquillizzarlo.
  " Se permetti vorrei chiederglielo io." Replicò con tono cordiale Sakamoto. " Dimmi, mio giovane amico, come mai sei così nervoso?" Domandò alla fine. Inuyasha si morse il labbro inferiore per lo stress non sapeva mentire non ne era mai stato capace. 

 
" Sono nervoso perché non so cosa mi attende..." Mormorò dopo qualche attimo di esitazione lasciando abbastanza stupito Miroku.
" Dover viaggiare e lasciare qui le persone che amo mi fa sentire un codardo ma, al tempo stesso, so che devo andare avanti e cercare un luogo migliore dove stare." Disse infine alzando gli occhi per la prima volta con la determinazione che, fino a quel momento, aveva messo in un angolo della sua mente.
Sakamoto osservò il secondo giovane con uno strano interesse. " Molto bene..." Cominciò a dire. " Potrete unirvi al mio gruppo diretto a Sorachi. Partiamo domani mattina all'alba il cibo e qualunque altra vostra necessita dovrete procurarvela da voi non facciamo carita a nessuno. Sono stato chiaro?" I due annuirono sorridendo pensando a come erano riusciti a sfangarla nonostante tutto si fissarono consci che, a quel punto, non ci si poteva più tirare indietro.






ANGOLO DELL AUTORE: Eccomi tornato col nuovo capitolo :) lo so un altro di soli dialoghi ma tranquilli l'azione si avvicina e già col prossimo avremo un bel po di carne al fuoco.
Grazie a chi legge e recensisce a presto.
   
 
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