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Autore: Mimi18    25/07/2009    2 recensioni
1. Your touch is what I'm missin', JiraTsu (Auguri Paccy!);
2. Touch me, now, SasuSaku (Auguri Ale! *_*);
3. Our secret garden, NaruSaku (Auguri amykettaH!! *_*);
4. Come cercare un ago in un pagliaio, SasuHina. Terza classificata al contest His/Her bag indetto da Stray cat eyes.
5. Principe azzurro all'improvviso, ShinoShiho - ShikaIno. Seconda classificata al contest I'm (not) a romantic man indetto da superkiki92.
6. Ti dono il mio cuore, ShikaIno. Prima classificata al contest la fuitina (!) indetto da superkiki92.
[Raccolta di Flash!Fic e OneShot non legate tra loro; generi e rating variabili. CONCLUSA]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ho notato che ci sono davvero pochissime FF su Sasuke Uchiha e Ino Yamanaka

Érase una vez

 

A tutti i ragazzi che non sanno di essere dei principi azzurri.

E ad Ale. La dolce, adorabile Ale.

 

Principe azzurro all’improvviso – cosa non si fa per amore?

 

Ino Yamanaka lasciò cadere il pesante e pregiato vaso di porcellana che teneva stretto tra le dita magre ed affusolate che si ruppe con un rumore sordo e fastidio; da qualche parte, nelle stanze superiori, Inoichi Yamanaka strillava spaventato, completamente ignorato dalla figlia.

Quest’ultima, la bocca spalancata in un’espressione di stupore, osservava la figura impacciata del ragazzo di fronte a lei, non curandosi minimamente del valore appena perduto, come se non potesse credere ai suoi occhi.

Quando si era svegliata quella mattina il cielo era nuvoloso e preannunciava pioggia. Aveva buttato malamente a terra la figura dormiente di Shikamaru Nara con un calcio ben piazzato, che stringeva un cuscino e brontolava nel sonno con frase sconnesse, ma che lei riconobbe come “mendokuse, donne arpie e dormire”; aveva imprecato quasi un’ora contro di lui, per nulla di veramente importante, come per esempio la sua pigrizia, i suoi sbadigli, il suo essere in disordine e così dicendo, fino a che Shikamaru non ebbe la geniale di idea di indossare il classico giubbino da Chuunin verde e scappare a gambe levate dalla finestra.

Insomma, Ino Yamanaka non avrebbe mai potuto immaginare che il 18 giugno di quell’anno bisestile avrebbe potuto assistere alla scena che le si parava di fronte e, guarda caso, la rendeva niente  po po’ di meno che l’aiutante dell’affascinante principe azzurro protagonista che le stava di fronte.

Shino Aburame – quello Shino Aburame, con il capo incassato tra le spalle ampie, le gote leggermente arrossate ed il giubbotto perennemente allacciato sbottonato, in modo da lasciar intravedere un fisico asciutto per nulla da buttare, attraverso la spessa maglia di rete grigia che, sogghignò Ino, più volte si era impegnata a togliere, quando Shikamaru andava a trovarla.

Il solito sguardo imperscrutabile oltre le spesse lenti nere non aiutava la giovane donna a comprendere la sua espressione, ma non se ne curò troppo: sorrise sadicamente, pregustando l’idea di assurdo divertimento nell’aria calda di quel lunedì mattina, giorno noioso di per sé.

«Non è che potresti ripetere, vero?», domandò eccitata a quel punto, dopo quasi due minuti di imbarazzante – almeno per Shino – silenzio, oltrepassando con un’ampia falcata i cocci del vaso sparsi a terra e correndo a chiudere il negozio, borbottando concitata tra sé e sé.

Voltò per un secondo le spalle al ragazzo, che si guardò intorno leggermente preoccupato del fatto di rimanere solo con la Yamanaka. Non aveva mai avuto realmente avuto a che fare con lei, se non per una vecchia missione di cui non ricordava nemmeno l’obbiettivo.

La conosceva solo per sentito dire da Nara e Akimichi, in squadra con lei, ed aveva la fama di essere un’intenditrice di uomini e donne – non che Shino avesse capito quest’ultimo punto, ma pensava che Ino fosse la persona giusta per il suo piccolo problema.

Come attirata dal suo sguardo indagatore, Ino si voltò a guardarlo in attesa, i denti bianchi che mordevano la carne morbida e rossa delle labbra, chiaro segno di impazienza. Impazienza che contraddistingueva ogni donna, gli avrebbe detto Kiba.

La giovane si sistemò il grembiule giallo alla bell’e meglio, strizzando leggermente il naso sottile alla vista di una macchia di terra su di esso, scotendo poi il capo con noncuranza.

Con le mani sui fianchi, pensò Shino, Ino metteva davvero timore. Solo in quel momento comprese appieno le lamentele di Shikamaru e Choji e, occasionalmente, di Naruto sul suo carattere vagamente tirannico.

«Allora? Parla!», lo intimò con una nota minacciosa nella voce, avanzando d’un passo verso di lui.

Il Chuunin, prontamente, indietreggiò, andando a sbattere accidentalmente contro una pianta grassa e pungendosi.

In quel momento, Aburame, comprese che qualcuno lassù doveva per forza di cose stare dalla parte della giovane, altrimenti sarebbe sicuramente riuscito ad evitare ulteriore imbarazzo ed a fuggire come un pazzo fuori da quel maledetto negozio.

«Uhm», abbozzò un sorriso stiracchiato e fasullo, facendo saettare lo sguardo alla porta del negozio, prendendo in seria considerazione l’ultimo pensiero balenatogli in mente: la fuga.

Ma Ino fu lesta; con una forza inumana per un corpicino così esile e minuto, lo sbatté con forza contro il bancone, facendolo gemere di dolore e sorpresa.

Si issò a cavalcioni sopra di lui, bloccandolo in una posizione alquanto equivoca agli spettatori che, attirati dal fracasso, si erano fermati a fissare sconvolti la vetrina del negozio di fiori, domandandosi se quella furia bionda fosse la stessa che, qualche volta, incrociavano per strada insieme al ragazzo del QI pari a 200.

Ino non ci fece caso, mentre le gote solitamente bianche di Shino si tingevano di uno spassoso color purpureo.

«Y-Yamanaka...non credo sia il caso di...», tentò il ragazzo, che non si era mai sentito più imbarazzo in vita sua. A dire il vero, non aveva provato tanta vergogna da quando Kiba, il secondo anno di accademia, aveva mostrato all’intera classe il futon sporco di pipì che Shino aveva bagnato la notte, durante un incubo particolarmente tremendo.

Il giovane si chiese se in quell’occasione non avesse sognato Ino Yamanaka in persona, mentre appoggiava i gomiti al bancone in un disperato tentativo di non averla troppo addosso: Shikamaru, per quanto pigro potesse essere, non amava chi toccasse la sua donna.

La bionda scosse la chioma chilometrica, sbattendola poi in faccia a Shino. Con gli occhi cerulei ridotti a due fessure, diede un colpo di bacino, spingendolo maggiormente contro il bancone.

«Se non vuoi che ti stupri di fronte a tutti, Aburame, ripeti ciò che hai detto.»

Deglutì, Shino, ed ebbe una grandissima voglia di bere. Oltre che di prendersi a schiaffi. Come gli era saltato in mente di chiederle aiuto?

Solo per una stupida frase sentita da quello stupido di Kiba, quello stupido giorno, dopo uno stupido allenamento.

«Ino mi ha aiutato parecchio con Hanabi. Probabilmente andrei ancora dietro a Hinata, se lei non mi avesse aperto gli occhi a suon di sberle!»

Per la prima volta in tutta la sua vita, Shino si diede del deficiente.

«...vorrei che tu, Yamanaka», scandì bene le parole, cercando di non guardare nell’abbondante scollatura che la ragazza metteva in bella mostra, maledicendosi al contempo ed arrendendosi «mi aiutassi con...Shiho»

Il ninja capì di aver commesso un errore nel dire quel nome dal sorriso compiaciuto e a dire poco sadico che Ino gli rivolse e, soprattutto, allo sfarfallio comparso nel suo povero stomaco in subbuglio. E no, non era colpa dei suoi insetti, questa volta.

Guardando la sua interlocutrice, gli passò per la mente un’immagine della ragazza a cavallo di una scopa, che rideva sguaiatamente. Oh, sì. La Yamanaka era proprio una strega.

Ino abbandonò il corpo di Shino con un gesto tranquillo, per nulla imbarazzata dalla loro vicinanza.

Si sistemò la gonna viola leggermente sollevata, passando poi ai capelli ed infine di nuovo al grembiule. Tutto con una lentezza estenuante, quasi si divertisse a farlo soffrire nell’attesa di una risposta.

Quando con un colpo di frusta dei suoi capelli, Ino si voltò a guardarlo, Shino si sentì morire. Di imbarazzo, ovvio.

«E sia, Aburame, ti aiuterò con questa...questa Shiho o come si chiama. Ma dovrai fare ciò che ti dirò, chiaro?»

Forse fu per il tono eloquente che Ino aveva utilizzato, o forse perché, infondo, quell’aiuto lo desiderava davvero, ma si ritrovò ad annuire convinto, stringendo la mano sottile che lei gli porgeva.

«Bene», sussurrò Ino assottigliando gli occhi azzurri soddisfatta, scoppiando poi in una risata a dir poco terrificante, che gli fece venire i brividi lungo la schiena.

Due domande balenarono nella mente di Shino in quel momento, mentre si allontanava da lei con circospezione.

In che guaio si era cacciato? E soprattutto, chi diavolo gliel’aveva fatto fare?

 

 

Shino maledì mentalmente Ino Yamanaka, sistemandosi al meglio che poté i capelli che profumavano sinistramente di cocco e menta. Non voleva ricordare come fosse capitato, voleva semplicemente rimuovere ogni ricordo di quel lunedì mattina.

Lanciò un’occhiata fulminante alla giovane, che sorrideva innocentemente seduta nel suo angolino come una angioletto, facendo però scorrere gli occhi sulla figura rimessa a nuovo dell’erede del Clan Aburame ed annuendo soddisfatta.

Con quel giubbino in pelle ed i jeans scuri slabbrati, gli occhiali da sole e la solita fascia per capelli in testa, non era niente male.

Si complimentò con sé stessa, nonostante avesse dovuto lottare per apportare quei vistosissimi cambiamenti.

A suon di shintenshin no jutsu, shinranshin no jutsu ed un aiuto involontario da parte di Sakura, che era arrivata in casa Yamanaka per caso ed aveva scoperto del piano, era riuscita nel suo sinistro intento.

Era stata proprio Haruno a tramortire Shino con un bel pugno, in modo che la bionda amica potesse prendere possesso del suo corpo e mettersi all’opera.

Le ci erano volute ore, ma il risultato la soddisfava appieno.

Ino Yamanaka era pur sempre un genio. Molto più del suo ragazzo, sicuramente.

«Shino, smettila di toccare i capelli! Sono perfetti così!», strillò con voce acuta e fastidiosa la biondina, dando una sberla sulla mano dell’amico, che la fulminò.

«Quando ti ho chiesto aiuto», sibilò criptico, «non intendevo che avresti dovuto trasformarmi in un sosia di Sid Vicious»

La ragazza inarcò un sopracciglio albino, scettica, non chiedendosi nemmeno come il ragazzo conoscesse Sid Vicious. Quel gesto bastò per far zittire il ragazzo, che si accucciò meglio dietro il cespuglio di roselline, infestato da qualche coccinella.

«Forse dovrei prenderne una», sussurrò più a sé stesso che all’altra, che udì comunque e, leggermente addolcita dallo sguardo disperato di lui, annuì.

Allungando un ditino verso un piccolo insetto a pois, lo porse poi a Shino, con un sorriso di incoraggiamento.

«Cadrà ai tuoi piedi», assicurò e per poco il ragazzo ci credette davvero.

Un rumore di porta sbattuta li fece sussultare entrambi.

Dopo aver gettato un’occhiata preoccupata alle proprie spalle, Shino si alzò da terra, sbattendo dai jeans gli steli d’erba che dispettosi gli si erano appiccicati addosso, camminando come un manichino verso la giovane dai capelli rosso acceso che era appena uscita dal palazzo dell’Hokage, una pila di carte e fascicoli stretti tra le mani, sostenuti a malapena e dall’aria molto, molto instabile.

Ino udì chiaramente un «chi me l’ha fatto fare?», prima di incrociare le dita e pregare per l’amico.

«Ricordati di fare il gentleman come ti ho spiegato!», supplicò gridando a bassa voce per non farsi udire, e nascondendosi meglio dietro al cespuglio, una visuale perfetta dell’intera scena.

 

Shino guardò la figura di Ino Yamanaka di fronte a sé, preoccupato ed allo stesso tempo curioso.

Gli stava asciugando frettolosamente i capelli bruni con un phon trovato per caso in casa Aburame, ciarlando di come avrebbe dovuto comportarsi in presenza di Shiho.

«Sii sempre gentile. Falle capire che sei disponibile, che sei generoso, che vuoi aiutarla. Tutte baggianate da principe azzurro, no?»

Non attese nemmeno che lui rispondesse, mentre trafficava con una spazzola nel tentativo di appiattirgli la massa informe di capelli ricci.

Con uno sbuffo, alzando gli occhi al cielo ed armandosi di tanta pazienza, Ino strattonò più forte, vincendo finalmente con un nodo particolarmente ostile.

Finse di non aver udito il gemito di Shino, mentre continuava il suo discorso imperterrita.

«Mi raccomando, Shino. Non rimanere zitto a fissarla, o farai la figura dell’idiota.»

 

Tossicchiò udibile, attirando così l’attenzione della giovane, che si voltò di scatto.

Nell’osservare il volto sudato di Shiho, seppure in modo difficoltoso vista la pila di roba che la giovane teneva stretta, il ragazzo sentì i battiti del cuore accelerare.

Osservò tutto di lei per la prima volta davvero, dagli spettinati capelli rossi legati in una coda bassa, agli occhiali rotondi e fuori moda, che le conferivano un’aria particolarmente intelligente. Non che non lo fosse, si corresse mentalmente Shino, il cervello quasi completamente spento.

«Aburame?», domandò Shiho con una voce incerta, un sopracciglio inarcato mentre osservava il nuovo look del ragazzo.

In particolare, si fermò sul giacchino di pelle, apprezzandolo in modo evidente. Probabilmente, l’immagine che lei aveva di quel ragazzo era quella di un maniaco degli insetti, taciturno e fuori moda.

Shino ringraziò mentalmente la Yamanaka, che sorrise come se avesse davvero recepito il messaggio.

«Già», disse solo il ragazzo, facendo sì che Ino dal suo nascondiglio si sbattesse una mano sulla fronte.

La immaginò mordersi la lingua per non bestemmiare contro di lui in turco.

Tuttavia, Shino non si sentì poi così idiota.

Insomma, sì, con quella faccia poteva assomigliare ad un pesce lesso: la bocca semiaperta, gli occhi vacui che lei non poteva vedere e le mani che giocavano con una cintura trovata miracolosamente da Sakura.

Però...si sentì anche soddisfatto, perché lei gli aveva sorriso. Un sorriso che gli aveva scaldato il cuore, così caldo e gentile da far venire i brividi di piacere lungo le braccia.

«Volevi qualcosa?», gli domandò Shiho con pazienza, sentendo il peso di fogli e fascicoli farle male alle braccia, strizzando gli occhi dietro le lenti degli occhiali.

Il ragazzo sbatté le palpebre preso in contropiede: già, perché l’aveva fermata?

Cercò alla rinfusa nel cervello una probabile risposta, quando qualcosa di invisibile lo bloccò.

Una forza incontrastabile gli fece sollevare le braccia, mentre d’un passo si avvicinava alla giovane e afferrava metà dei fascicoli che portava.

Inarcò un sopracciglio, unico gesto concessogli, prima di sentirsi libero.

Nara, pensò immediatamente, prima di perdersi ancora una volta nel sorriso di Shiho.

«Uh, grazie mille! Sei gentile, Aburame-san», chiosò la ragazza deliziata da tanta galanteria, incominciando ad avviarsi lungo le scale che avrebbero portato al suo laboratorio.

Shino annuì soddisfatto, seguendola senza nessun aiuto esterno, ed ammirando la figura snella e minuta della giovane, finalmente accanto a lui.

«Tu fai parte del gruppo otto, vero?»

Annuì silenzioso, osservando una gocciolina di sudore cadere dalla tempia della giovane.

«Sei in squadra con Hinata, allora! È una ragazza davvero graziosa!»

Shino avrebbe voluto leccarla via, quella goccia. E poi, magari, baciare le labbra di Shiho, come da qualche tempo capitava nei suoi sogni più intimi.

«Ti sto forse annoiando, Aburame-san

«Vuoi uscire con me, sta sera?», chiese a bruciapelo, senza nemmeno udire l’ultima domanda della ragazza.

Questa trattenne il fiato colta di sorpresa, mentre Ino da dietro il muro spalancava gli occhi in un’espressione di assoluta compiacenza, fiera del suo pupillo.

La rossa dovette prendere più di una boccata d’aria, prima di riuscire a tornare a respirare regolarmente; Shikamaru capì che di appuntamenti non doveva averne avuti molti.

«I-io...non saprei. Non sono...ciò che un uomo desidera, insomma...»

Mentre Shiho guardava da tutte le parti, fuorché verso di lui, Shino sentì la voce di Ino premergli nella testa.

 

«Falle dei complimenti. Sii cortese ed un po’ galante, alle donne piace. Però effettivamente alle donne piacciono anche i taciturni. O meglio, a me e Sakura piacciono i taciturni. Ed anche a Hinata, visto la sua storia con Saske

Ino sproloquiò quasi mezz’ora per conto suo, senza rendersi conto che Shino era preso da tutt’altro.

Ciarlò di cose assurde, come mazzi di rose, diamanti, cioccolatini e peluche, facendo inarcare le sopracciglia del povero ragazzo.

C’era però una frase che l’aveva colpito, in mezzo a quel trambusto.

«Insomma, Shino, sii romantico! E con romantico non intendo di prenderla e baciarla, eh!»

 

Romantico. Quella parola gli rimbombò nella mente per una manciata di secondi; non riuscì ad affibbiarla a nessun gesto od azione, mentre il nervosismo iniziava a coglierlo.

Cosa diavolo significava essere romantici?

«Tu...sei...graziosa?», chiese incerto, tirando il colletto della maglia nera per prendere aria, mentre le gote di entrambi prendevano fuoco.

Romantico. Romanticismo. Corrente letteraria...no, non era sicuramente quello. O sì?

«Mi piace...il tuo modo di essere», azzardò ancora, guardandosi intorno in cerca di aiuto.

Avrebbe volentieri accettato un mazzo di fiori da regalarle, in quel momento.

«Sei diversa dalle altre»

Oppure un diamante, sicuramente più efficace di quelle parole stupide che avrebbe potuto dirle chiunque.

«Non ti curi del tuo aspetto esteriore, ma sei comunque bella»

Anche dei cioccolatini, per addolcire un po’ l’atmosfera. Atmosfera bella tesa, grazie soprattutto alla calura afosa.

A pensarci bene, i cioccolatini si sarebbero sciolti.

«Sei un po’...come una mosca. Bianca.»

Shiho sbarrò gli occhi, lasciando cadere i fascicoli a terra.

Si sentì vagamente commossa di fronte a quell’inaspettata dichiarazione. Portò le sue mani alla bocca, coprendola e fissando ancora la figura imbarazzata di Shino.

«Io ti ho osservato spesso, Shiho.», la chiamò per nome per la prima volta, e un formicolio piacevole scosse il corpo della ragazza.

Nemmeno di fronte ad un sorriso di Shikamaru si era mai sentita così felice.

«Sei rara e bella, nella tua diversità ed unicità», borbottò Shino, mentre cercava ancora un significato alla parola “romantico”.

Quando sollevò gli occhi ed incrociò quelli lucidi di lacrime della ragazza quasi gli caddero gli occhiali dal naso.

«C-che succede?», domandò preso in contropiede e mettendo le mani sulle spalle di Shiho e lasciando cadere i fascicoli a sua volta.

Quest’ultima singhiozzò, buttandogli le braccia al collo in un gesto intraprendente.

«è...è perché non sono sufficientemente romantico?», chiese il ragazzo imbarazzato, mentre le dava pacchette sulla schiena, pianissimo e delicato come non mai.

Shiho scosse la testa da destra a sinistra contro la sua spalla, fissandolo poi oltre la lente scura degli occhiali.

«Eri...eri perfetto, Aburame-kun»

 

«Che diavolo gli hai fatto, strega?», domandò Shikamaru una volta buttatosi di peso sul letto della fidanzata.

Quest’ultima scosse il capo con indifferenza, slacciandosi il nastro che teneva legato i capelli e sbottonando con lentezza il top viola.

«Ho solo tirato fuori il lato romantico di Shino.»

«Qualcuno mi ha detto che hai cercato di stuprarlo», borbottò leggermente seccato Nara, prendendola per i fianchi e baciandole il ventre piatto.

La bionda rabbrividì, inarcando la schiena.

«Shikamaru, mi ami vero?», domandò con un luccichio malizioso negli occhi la giovane, guardandolo dritto negli occhi.

«Che domanda stupida, seccatura»

Ino rise di gioia, gettandogli le braccia al collo ed obbligandolo a sdraiarsi supino sul letto.

I due non potevano immaginare che, a distanza di due isolati, Shino stesse regalando ad una Shiho meravigliosa un mazzo di girasoli ed un bacio.

 

 

Delucidazioni:

Allora. Essenzialmente, la scena romantica, o l’essere romantico di Shino, viene fuori alla fine e lui nemmeno se ne rende conto. Ciò che fa per Shiho, però, è chiedere aiuto proprio a Ino. Lui, che è sempre silenzioso e criptico, che si arrangia da sé e trova persino faticoso parlare con Kiba.

Ecco, il suo gesto d’amore è proprio quello.

Detto ciò...seconda a pari merito con ballerina classica!*W*

Ringrazio di cuore i giudici e mi congratulo con tutte le altre partecipanti.

Ringrazio anche le persone che hanno recensito la SasuHina! **

Oh, ora parto per il mare felice.

Cà.

 

 

   
 
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