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Autore: HermioneJeanGranger97    26/06/2019    1 recensioni
"Vi starete chiedendo chi io sia, bene è la stessa domanda che mi pongo io da quando sono qui."
Questa è la storia di come l'amore possa distruggerti e salvarti.
Di come l'amicizia non sia solo un legame di conoscenza.
Di come le persone migliori possono diventare le peggiori e viceversa.
L'importante è non mollare mai, perché nella vita Never Say Never (mai dire mai).
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Capitolo 40


Pov Scorpius

-Io sottoscritto, Capitano John White, dichiaro ufficialmente iniziato l’interrogatorio del signorino Scorpius Hyperion Malfoy, con la presenza vivida dei genitori, Draco Malfoy e Astoria Greengas in Malfoy e la Preside della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, Minerva Mc Granitt- esclama con voce fiera l’auror burbero che avevamo incontrato ieri con la Preside.
Aveva espressamente obbligato ogni genitore degli amici più intimi di Rose, a presentarsi il giorno seguente per una serie di interrogatori.
Esattamente cosa stessero cercando da noi ancora non lo sapevo, l’unica cosa certa è che lo sguardo di vittoria con il quale continua a guardarmi, mi da letteralmente sui nervi.
È seduto al posto che solitamente spetta alla Preside, dato che è suo l’ufficio, ma quest’oggi questo signore si sente il padrone del mondo. Siede con schiena dritta e braccia appoggiate sui braccioli, come se davvero fosse lui il direttore di questa scuola. Protetto dai due energumeni che lo hanno accompagnato ieri, posti rispettivamente alla sua destra e alla sua sinistra.
Invece i miei genitori e la Preside sono seduti sulle poltrone alle mie spalle, ai quali è stato imposto l’obbligo del silenzio.
-Dica chiaramente che rapporto aveva con la signorina Rose Minerva Weasley- afferma sempre con lo stesso tono trionfante.
-Ho un rapporto amichevole- ribatto incisivo, mentre i miei occhi non lasciano neanche per un secondo i suoi.
-Definisca rapporto amichevole- continua il Capitano, mentre la piuma posta sulla scrivania non smette di scrivere incessantemente.
Avevamo iniziato questo interrogatorio da un minuto e mezzo e già ero in difficoltà.
Che cazzo significa “definisca rapporto amichevole”? Significa esattamente quello che ho detto no?
Ma non potevo di certo rispondergli in questa maniera. Ho già la sensazione che mi odi, perciò mi conviene fare il bravo.
-Vuol dire che siamo amici- cerco di ribattere in modo tranquillo.
-Perciò chi dice che siete amanti, mente- ribatte un secondo dopo il Capitano.
Prendo un respiro profondo e cerco di bloccare il mio volto che involontariamente stava per girarsi verso i miei genitori.
Sono sicuro che non abbiano nulla in contrario se dovessi affermare di amare Rose, mio padre me lo aveva anche espressamente detto, ma non volevo parlarne loro in questa maniera.
-No, non mente- dichiaro sputando fuori le parole, sperando che uno sputacchio finisse involontariamente nell’occhio del Capitano John White.
-Perciò quando ha definito il vostro rapporto amichevole, da amici, è stato lei a mentire- afferma convinto.
Adesso scavalco la scrivania e gli tiro un pugno sui denti!
-Io e Rose siamo tantissime cose insieme, amici, confidenti e amanti. Definire in una sola parola il nostro rapporto sarebbe poco rispettoso e per niente veritiero- mi lascio scappare istintivamente.
Di tutta risposta dal signor Capitano ottengo una risatina -Sei giovane e inesperto, non parlare come se fosse l’amore della tua vita-
Questo mi fa arrabbiare, perché è vero che sono giovane, è vero che sono inesperto, ma sono certo che non ho mai amato Rose come nessuna e uno sconosciuto, burbero e frustrato, è l’ultimo che si può permettere di giudicare il nostro rapporto o ciò che ci lega.
-Pensavo fossimo ad un interrogatorio, non ad una seduta psicologica sul vero amore- ribatto duro.
-Stai attento a rivolgerti in quel modo con me, ragazzino- ribatte altrettanto duro.
Non ho mai conosciuto persona tanto odiosa e antipatica.
-Bene- esclama con voce trionfante, dato che non ho ribattuto.
Pensa di aver “vinto”, in realtà non mi ritengo così sciocco o ingenuo. So il potere che ha in mano e so quanto potere non abbia in mano io, sarebbe davvero stato stupido rispondere e iniziare una guerra persa già in partenza.
Chiamatela furbizia se volete o istinto di sopravvivenza, non mi importa!
-Perciò conferma quindi che con la signorina Rose Minerva Weasley lei avesse un rapporto di amicizia e attrazione fisica?- semplifica offensivamente le cose la testa di rapa che ho davanti a me.
-Si, confermo- ribatto comunque, speranzoso che si chiuda in fretta questo discorso.
-E’ vero che lei si trovava con la signorina Weasley la mattina dell’incidente?-
-Si e no- ribatto incerto su cosa voglia sapere.
-O è si o è no- ribatte con fare beffardo.
Io inizio a pensare che abbia problemi seri nel cervello, sto coglione. Cosa avrà da beffeggiare, lo sa solo lui!
-Si, se intende che l’ho soccorsa io quella mattina, no se intende che sono stato con lei al suo risveglio- ribatto con tono deciso.
Mi lancia uno sguardo confuso, eppure mi sembra di esser stato chiaro.
-Dov’era lei quando la signorina Rose Minerva Weasley si è svegliata nella Stanza delle Necessità?- continua senza sosta.
-Mi sono risvegliato nel bagno di Mirtilla Malcontenta, al Secondo piano-ribatto, senza lasciare andare quegli occhi beffardi.
-Descriva cosa è esattamente successo dal suo risveglio in questo bagno, fino al suo arrivo e allo svenimento della signorina in questione-
-Mi sono svegliato nudo, sdraiato sul pavimento del bagno-inizio ripercorrendo con la mente ogni piccolo momento prima della catastrofe - di fianco a me c’era una specie di sostanza liquida di color grigio brillantinato e sembrava come se l’ampolla dentro cui fosse contenuta, fosse caduta per terra, quindi c’erano tutti i pezzi di vetro rotti. Sapevo di trovarmi nel posto sbagliato, dato che la sera prima mi ero addormentato con Rose nella Stanza delle Necessità, perciò corsi subito in quella direzione-
-Nudo?- domanda con tono scettico il Capitano White.
-Una sensazione mi diceva che era successo qualcosa di grave a Rose, quindi l’ultima mia preoccupazione era che qualcuno mi vedesse nudo- esclamo forte.
In tutto quello che gli ho raccontato l’unico particolare importante per questo imbecille è stata la mia nudità.
Io l’ho detto che ha dei problemi!
-Vada avanti- mi ringhia addosso.
-Appena entrato nella Stanza delle Necessità ho trovato Rose e una copia sputata di me stesso baciarsi. Appena si sono accorti della mia presenza, si sono staccati e un secondo dopo Rose è svenuta sul pavimento-
-Così? Da sola? Nessuno l’ha toccata o le ha lanciato un incantesimo?- mi domanda con fare sospettoso il Capitano.
Mica ci contavo che credesse alle mie parole!
-Ass … - "Assolutamente no" stavo per ribattere, prima di esser interrotto dalla voce di mio padre alle spalle.
-Non sono ancora riuscito a farle sapere, Capitano White, che il dottore in cura della signorina Weasley sono io- inizia con fare solenne papà. C’è anche una nota di strafottenza, quella nota di quando un Malfoy pensa di parlare con un inferiore.
Palesemente papà considera il signor Capitano non alla sua altezza. Perfetto!
-Attraverso gli esami abbiamo capito che il motivo per il quale la signorina Weasley sia svenuta in quel modo è dettata dalla quantità eccessiva di Valeriana, una pianta calmante che, presa in eccesso, ha addormentato la signorina seduta stante. Quindi, non è svenuta, si è solo addormentata- conclude con il suo fare professionale.
-Partendo dal presupposto che non potrebbe parlare, signor Malfoy, volevo solo capire se suo figlio centri o meno in tutta questa faccenda. Perciò faccia silenzio e non intervenga con i suoi consigli medici non richiesti- ribatte tutto d’un fiato la peste bubbonica che ho di fronte a me, fin troppo burbero però.
Sono certo che papà non abbia replicato solo grazie alle signore che gli siedono accanto. La mamma gli avrà stretto fin troppo forte la mano e la Mc Granitt gli avrà rifilato il suo sguardo da rimprovero peggiore dell’intero universo.
-Quindi lei conferma di non aver alcun collegamento con lo svenimento della signorina Weasley?- domanda con un tono leggermente scettico.
-Si, confermo- ribatto deciso.
Neanche in un mondo parallelo mi sognerei di fare del male a Rose.
-Lei immagina chi possa aver preso le sue sembianze? Ha qualche nome?- continua la raffica di domande.
-No, alcun nome- dico cercando di non far emergere dentro la mia testa l’immagine della faccia da pesce lesso di Sheppard.
-Sicuro? - mi domanda con tono sempre più scettico e meno burbero.
Non capisco perché avrei voluto fare del male a Rose. Non capisco perché pensa che sia stato io, quando palesemente sono stato attaccato anche io.
-Sicurissimo- ribatto più deciso questa volta.
Purtroppo sapevo per certo che Sheppard si trovava nella Sala Comune dei Serpeverde in quel momento, perciò scartato lui, l’unica verità era che non avevo nessun collegamento o nessun altro sospetto.
Per la prima volta non ribatte immediatamente con un’altra domanda, ma prende un respiro e un sorso dal calice che uno dei suoi energumeni gli aveva portato poco prima.
Mi lancia uno sguardo carico di sospetto, prima di prendere il fascicolo color giallo pergamena, il cui titolo dichiarava : Caso Rose Minerva Weasley.
Stacca gli occhi dai miei, per girare qualche pagina di quel fascicolo e leggere qualche riga qua e là, sembra senza seguire un filo logico. Da questa distanza purtroppo non riesco a captare neanche una piccola parolina.
-Che rapporto ha con la signorina Bethany Krum?- domanda di colpo, senza staccare gli occhi dal fascicolo che ha in mano.
Bhe, questa devo dire che non me l’aspettavo. Che c’entra Bethany adesso?
-Siamo amici- mi lascio scappare, prima di mangiarmi la lingua.
Cazzo, adesso lei era un’insegnate ed io un alunno, tutto dovevamo essere tranne che amici.
-Bethany è un’amica speciale quanto lo è Rose?- domanda con fare tranquillo.
-Non si azzardi mai più a paragonare Bethany a Rose- scatto in piedi accecato dalla rabbia.
Ma come si permette questo razza di coglione spelacchiato a paragonare quello che Rose è per me, rispetto a quello che è Bethany.
-Ciò che provo per Rose non è neanche lontanamente paragonabile a quello che abbiamo avuto in passato io e Bethany- esclamo involontariamente, lasciandomi scappare fin troppo del rapporto tra me ed una cazzo di insegnate.
Ma che hai nel cervello Scorpius?
-Esattamente cosa c’è stato tra lei e l’insegnante Bethany Krum?- sapevo per certo che l’aveva fatto apposta a chiamarla chiaramente insegnante.
-Abbiamo avuto una relazione quando io frequentavo il quarto anno qui ad Hogwarts e lei l’ultimo anno alla scuola di magia e stregoneria di Drumstrang- ho cercato di essere il più chiaro possibile, speranzoso che non ne traesse le conclusione che voleva lui.
Era vero che una volta tornata ad Hogwarts come insegnante, eravamo andati di nuovo a letto, ma a parte Rose, non c' erano stati altri testimoni.
Per quanto ne sapessi io almeno! Penso con una nota di panico.
-E quanto è durata questa relazione?- domanda scrivendo personalmente con una penna di piuma d’oca una didascalia piccola sul fascicolo che ha ancora in mano.
-Un anno e mezzo penso- dichiaro, risedendomi sulla poltrona.
Non oso immaginare la faccia della mamma. Chissà quante pippe mentali si sta facendo nella testa. Magari sta già organizzando il matrimonio tra me e Bethany, la mia insegnate!
Sono sicuro però che appena conoscerà Rose, tutto cambierà e potrà fantasticare su un nostro matrimonio, magari.
-E adesso in che relazione siete?- domanda continuando a scribacchiare qua e là.
-Gliel’ho detto, siamo amici- ribatto quasi stanco da queste continue domande.
-E da amico, sa dove è finita la sua amica? Dove si è nascosta?- domanda con troppa nonchalance per risultare naturale.
-Cosa vuol dire, dove è nascosta?- sono comunque sorpreso nel scoprire che Bethany sembrasse scomparsa.
Non riesco inevitabilmente a non collegare la sua scomparsa come conseguenza a quello che è successo a Rose. Non so esattamente come possano essere legate le due da estranei, ma io so che non scorreva buon sangue tra loro. E riflettendoci, Rose era l’unica a sapere della scappatella tra me e la mia insegnante e l’unica che potesse rovinarle la carriera. Ma Rose alla fine non aveva parlato, io stesso mi ero quasi dimenticato dell’accaduto, non c’era perciò pericolo.  
Quindi, perché farle del male?
Rimane comunque sospetto il fatto che scompaia giusto nelle settimane successive all’incidente che è stato inferto a Rose.
-Esattamente quello che ho detto. La sua amica è scomparsa esattamente da dieci giorni. Nessuno ha sue notizie.- risponde, staccando finalmente i suoi occhi dal fascicolo, per puntarli su di me - Da amico, lei non sa dove possa essere?-
Ogni volta che pronuncia la parola amico sembra voler intendere che ci sia qualcosa in più, come se fossimo amanti.
-Non so dove possa essere- esclamo con fare duro, infastidito dal suo continuo insinuare un rapporto fisico tra me e Bethany. Inesistente!
-Lei conferma quindi di non esser in alcun modo coinvolto con la sparizione o la fuga della signorina Bethany Krum?- domanda ormai come se fosse un mantra.
-Si confermo- ribatto allo stesso modo.
Mi lancia un ultimo sguardo sospettoso, prima di riprendere in mano il fascicolo, girare qualche pagina e scribacchiarci qualcosa sopra.
Aspetto impaziente che mi dica che questo strazio è finito e che posso ritornare nel mio dormitorio a sognare ad occhi aperti il giorno in cui riavrò la mia Rose.
-Sono quasi certo che lei non c’entri nulla in tutta questa faccenda- dichiara con tono amichevole, alleggerendo il viso e lasciando trasparire un’aria simpatica.
Sembra un’altra persona.
-Vorrei scusarmi con i presenti se ho avuto un atteggiamento scontroso, ma il mio lavoro è capire chi abbia fatto del male a questa ragazza innocente. Ho capito subito quanto tu tenga a lei signorino, perciò ti metto in guarda- esclama guardandomi con fare preoccupato - so da fonte certa che una delle persone più care a Rose centri con tutta questa faccenda e il mio compito è scoprire chi sia. Se è vicina a Rose, penso che in questo momento sia anche vicino a tutti voi ragazzi. State attenti e osservate per bene. Qualsiasi cosa vi sembri sospetta, sentitevi liberi di riferirla o a me o alla vostra Preside- conclude con un piccolo sorriso di incoraggiamento.
Questo cambio repentino di carattere mi ha un poco destabilizzato e il disprezzo provato fino a poco tempo prima per questo uomo, svanisce tutto d’un colpo.
Mi sento quasi in colpa per aver pensato che fosse un coglione fuori cervello!
-Adesso siete liberi di andare. Dichiaro ufficialmente finito l’interrogatorio con il signor Scorpius Hyperion Malfoy- dichiara con voce solenne, senza alcuna traccia di beffa.
Con un piccolo sorriso incerto stringo la mano al Capitano Auror John White, prima di girarmi e dirigermi alla porta dell’ufficio della Preside.
Quest’ultima mi lancia uno sguardo amorevole e comprensivo, prima di fare un passo in avanti e dirigersi verso il Capitano Auror.
Mia madre si avvicina a me, mi prende la mano e mi conduce fuori con lei dalla porta, mentre mio padre, subito dietro di noi, ci segue con un cipiglio preoccupato sul volto.
Chissà cosa lo preoccupa esattamente. Alla fine il Capitano White aveva affermato che fosse quasi certo della mia innocenza e si era sbilanciato fin troppo oltre.
Adesso, l’unica cosa che dovevo fare era capire quale di noi fosse il traditore.
Dentro di me c’è qualcosa che mi dice che è impossibile che qualcuno di noi possa aver fatto del male a Rose, ma l’Auror ne sembra così certo.
Scendiamo l’ultimo gradino delle scalinate che ci porta definitivamente fuori dall’ufficio della Preside.
-Scorp, devo dirti una cosa importante- esclama di colpo papà, facendomi bloccare sul posto. La preoccupazione è l’unica emozione che traspare dalla sua voce.
Mi giro lentamente nella sua direzione, con mamma al mio fianco.
Un accenno di panico mi assale, dato che il mio primo pensiero vola a Rose e alle sue condizioni.
-Non centra Rose. Sta meglio in realtà- dichiara velocemente papà e mi tranquillizzo all’istante.
Ma se Rose non c’entra niente, allora di che cosa è preoccupato?
-Non so se te l’hanno detto già, oppure hanno pensato male di non farlo, ma io non posso rischiare che tu venga a trovare Rose e commetta un macello- ribatte sempre velocemente papà, mentre mi lancia uno sguardo più che preoccupato.
-Il giorno in cui mi hanno chiamato per te e la signorina Weasley, ho visitato anche il terzo ragazzo che ha preso le tue sembianze-
Tutto mi aspettavo, tranne che mi avrebbe parlato di questo e francamente, a tutto pensavo per arrivare a scoprire chi fosse, tranne che chiedere a mio padre.
Che stupido idiota che sono stato!
-No, non mi hanno detto niente- ribatto velocemente - tu sai chi è?- chiedo con veemenza.
-Draco tesoro, sei sicuro?- cerca di chiedere mamma, mentre lancia uno sguardo profondo verso il marito.
-Non posso tradire mio figlio- le risponde lui, perforandola con lo sguardo - Io mi fido-
Tre semplici paroline quasi mi fanno commuovere. Non mi aspettavo di certo tutto questo. Mi lascio scappare un sorriso riconoscente.
-Ho visitato il terzo ragazzo e lo abbiamo portato al San Mungo, prima di tutti. È un reato usare la Pozione Polisucco, peggio se con lo scopo di ferire altri studenti, perciò al ragazzo sarebbe poi stato posto un esame psichiatrico-
-Ci son voluto tre giorni prima che si svegliasse e prima che arrivassero gli esami base a cui lo avevamo sottoposto. Appena a Pozione svanì, il corpo inerme sotto di essa era quello di Alex Sheppard. Anche gli Auror lo sanno, ma vi pongono comunque delle domande per capire chi di voi lo ha aiutato. È lui la fonte certa su cui si basa il Capitano White-
Sono letteralmente scioccato -Come fai a sapere tutte queste cose?-
-Bhe hanno interrogato il ragazzo al San Mungo, nel mio reparto, di cui sono il Capo e per cui tutte le responsabilità sono le mie. Dovevo per forza essere presente durante l’interrogatorio- dichiara papà con fare serio.
Figlio di Puttana, maledetto bastardo che non è altro!
Altro che non combinare macello. Appena lo becco lo ammazzo di botte alla babbana, a quel damerino pazzo!
La rabbia incontrollabile quasi mi acceca la vista. Vorrei andarci adesso al San Mungo e spaccargli quel musino da peste nera che si ritrova.
E già che ci sono mi faccio dire tutto. Come l’ha avvelenata, come farle ritornare la memoria e chi è il traditore che lo ha aiutato.
Anzi …
-Chi è il traditore? Chi è quel figlio di puttana che ha tradito Rose?- domando pervaso dalla rabbia. I miei hanno sempre odiato le parolacce, ma in questo momento non importa né a me, né a loro, dato che nessuno dei due ribatte.
-Non lo sa Scorpius. Non l’ha mai visto in faccia e camuffava la voce quando parlava. Ha detto che l’unica a sapere chi sia questa terza persona è Bethany Krum, ecco perché la stanno cercando. Ha saputo solo che fa parte della vostra cerchia di amici-
Non ci credo. Non è assolutamente vero quello che mi sta dicendo.
-Si è inventato tutto, quel pazzoide che non è altro- esclamo sempre più arrabbiato. Sono talmente incazzato che mi prudono le mani e non vorrei altro che la testa di Sheppard!
-Durante l’interrogatorio, con il consenso dei genitori e del ragazzo stesso, hanno usato il Veritaserum-
Ah bhe, questa si che è una sorpresa!
-Perché? Perché le hanno fatto questo?- domando con i nervi a fior di pelle.
Voglio sapere almeno il motivo, assolutamente poco giustificato, che li ha spinti a fare questo a Rose.
Papà sembra tentennare, sembra incerto se rispondermi oppure no. Ma alla fine, la mia faccia disperata probabilmente, lo convince.
-Lui dichiara di esser innamorato di Rose e voleva farle dimenticare il tradimento, così da farla ritornare da lui. Di Bethany non si sa bene il motivo preciso. Uno può essere che lei sia innamorata di te e voleva togliere di mezzo Rose oppure perché Rose era l’unica a conoscenza delle vostre scappatelle, tra alunno ed insegnante-esclama papà calcando l’ultima frase con evidente rimprovero.
-Come ti è saltato in mente di farti un insegnante, razza di disgraziato?- mi domanda di colpo papà, arrabbiato.
-Se tu lo sai … anche il Capitano White lo sa?- domando spaventato. Non riesco a decidere se esserlo più per mio padre o per il Capitano Auror.
Ci mancava solo che mi sbattessero fuori dalla scuola per colpa di quella stronza di Bethany.
-Ovvio che lo sa, razza di ragazzino sconsiderato- esclama papà con voce arrabbiata- solo grazie a me e a tua madre non ti hanno già sbattuto fuori-
-In che senso?- domando alternando lo sguardo tra la mamma, che mi guarda anche lei con sguardo da rimprovero, e papà, che se potesse mi strozzerebbe.
-Nel senso che abbiamo cercato di farti passare come un povero ragazzino abbagliato da una ragazza più grande.- mi risponde papà quasi ringhiando - Favorevole la situazione in cui già lei si trova-
Non sono sicuro di volerli ringraziare. Tutto sono tranne che uno stupido ragazzino.
-Non ti azzardare a farti mai più un’altra insegnante o ti diseredo, chiaro?- tuona papà, puntandomi un dito contro.
Annuisco soltanto.
-Bene- sospira alla fine.
Bene un corno, dato che tutto sapevamo, tranne chi fosse il traditore che c’è tra noi. Sheppard inutile come al suo solito!
-E mi raccomando, quando vieni a trovare Rose, non combinare nessun macello- inizia papà con voce perentoria - altrimenti non te la farò vedere mai più-
Io sono letteralmente scioccato!
-Come faccio a non tirargli neanche un pugno in faccia a quel pezzo di m … - ribatto arrabbiato.
-Se ti sento dire un’altra parolaccia Scorpius Hiperyon … - mi interrompe la voce infastidita di mamma, che non aveva ancora spiccicato parola. Il che era grave, dato che la sua parlantina era conosciuta da tutti.
-Scusa- ribatto in un sussurro, abbassando la testa.
-So che è difficile, guardare negli occhi colui che le ha fatto male, Scorpius lo capisco- continua la voce della mamma,in modo più dolce e prendendomi le mani - ma devi pensare che adesso la nostra priorità è curare Rose, starle vicino, aiutarla. E lei ha tanto bisogno di te-
-Non si ricorda neanche di me, mamma- le rispondo con voce tremante.
Mi manca, mi manca tanto. Lei, la sua pelle, i suoi capelli, le sue labbra. Mi manca anche litigarci, ridere, la sua voce. Tutto, tutto quanto.
E per colpa di persone senza fegato come Sheppard o cattive come Bethany, lei sta soffrendo e sto soffrendo anche io.
-La sua memoria, la sua testa magari- dice, tirandomi su il viso con un dito -ma sono sicura che il suo cuore se lo ricorderà, se quello che c’è tra voi è vero-
-E’ verissimo mamma- dico un po’ infastidito, mentre lei non smette di sorridermi.
-Lo so tesoro- risponde con voce dolce -davvero- incalza la dose, dopo il mio sguardo scettico.
In realtà più che scettico sono sorpreso. L’ultima volta non ha fatto altro che parlarmi di quanto sia fantastica Bethany, mentre in questo momento mi spinge tra le braccia di Rose.
Non me lo aspettavo, da lei soprattutto. Ma probabilmente, dopo tutto quello che è successo, sicuramente si sarà resa conto di quanto Bethany sia falsa e subdola.
O semplicemente ha intuito quanto io ami Rose.
-Ma proprio perché quello che c’è tra voi è verissimo, in questo momento ciò che deve prevalere in te è l’amore per lei e non l’odio verso Sheppard- continua mamma, sputando fuori il nome di Sheppard con fin troppa forza.
-E’ difficile mamma. Per colpa di quello str … - mi blocco sotto lo sguardo di avvertimento di mamma - Per colpa di quello lì, Rose non si ricorda niente e di nessuno. E sicuramente starà male e si sentirà così triste-
E io non riesco proprio a stare fermo sapendo che quel coglione di Sheppard le ha fatto male, che la colpa di tutto è sua e di quella megera.
Almeno un pugno di sfogo …!
-E sfogando la tua rabbia su di lui, mi spieghi come le sarai d’aiuto?- mi domanda mamma con un sopracciglio alzato, come se mi avesse appena letto nel pensiero.
-Più che aiutare lei, aiuto me- dico di getto, lasciandomi scappare il ghigno che mi contraddistingue.
-Salazar, quanto assomigli a tuo padre quando fai così- ribatte mamma trattenendo un sorriso, mentre alterna lo sguardo tra me e papà.
-Scorp, tesoro- ritorna però seria la mamma - pensa anche a papà-
Papà si è fidato di me, di nuovo, dopo tutto quello che è successo l’ultima volta.

È successo l’estate prima del mio inizio di primo anno ad Hogwarts. Spesso andavo a trovare papà al lavoro con mamma; vederlo tra quei corridoi, rispettato per il suo lavoro e per la sua persona e non più disprezzato per il suo passato, mi rendeva così orgoglioso di lui.
Mi piaceva vederlo circondato da persone che pendevano dalle sue labbra. Mi pareva un eroe ai miei occhi di bambino.
Un giorno mi chiese di aiutarlo nel suo lavoro e ciò mi fece sentire così onorato.
Ho sempre voluto, fin da bambino, fare lo stesso lavoro di papà ed essere come lui, perciò quale migliore occasione per iniziare, affianco al miglior Medimago dei nostri tempi.
Quando chiesi a papà perché decise di fare il Medimago, lui mi rispose che era tempo che lui aiutasse le persone, come non aveva fatto prima. Si era così impegnato per ripulire il nome dei Malfoy, aveva combattuto davanti alle brutte occhiate che la gente gli riservava, giustamente. Quando iniziò a lavorare, nessuno voleva che fosse lui il dottore dei propri familiari, nessuno voleva che un vecchio Mangiamorte fosse a contatto con i familiari già di per se fragili. Non fosse mai che li portasse sulla brutta strada o che facesse loro del male. Non importava quanto mio padre avesse lavorato e sudato per arrivare fino a lì, non importava che lui avesse già pagato i suoi errori e anche quelli della famiglia, non importava niente, se non quel marchio impresso sulla pelle.
Fino a che non arrivò questo piccolo bambino al San Mungo. Aveva tre anni e soffriva di attacchi di rabbia acuta, che lo spingeva a far male sia a se stesso che agli altri.
Il padre era un vecchio amico di papà, perciò impose al San mungo di farlo curare unicamente da mio padre.
Così inizio la sua carriera. I colleghi e la gente si resero subito conto dell’impegno e della devozione di mio padre, dei miglioramenti esponenziali di questo piccoletto. Nel giro di un anno poté ritornare a casa e iniziare a vivere una vita più semplice.
Agli occhi della gente un adulto che salva un bambino così piccolo fa sempre scena. Soprattutto se questo adulto era stato un crudele Mangiamorte in passato.
Così papà iniziò ad occuparsi dei bambini e più bambini venivano salvati, o parzialmente curati da permettere comunque loro di vivere una vita, più venivano abbattute anche le ultime rimostranze. Ed è così che papà, anno dopo anno, arrivò ad essere considerato il miglior Medimago dei nostri tempi.
Ed è così che arrivò quel giorno, il giorno in cui mio papà mi chiese di aiutarlo con un piccolo paziente della mia età.
Mi chiese di parlargli, di diventargli amico, di farlo sentire meno solo. Di giocare con lui, di farlo ridere, perché era davvero tanto tempo che quella piccola creatura non lo faceva.
E poi, il nostro obbiettivo finale era quello di curarlo, a tal punto che il bimbo sarebbe poi riuscito a venire con me ad Hogwarts.
E ci riuscimmo.
Riuscimmo a farlo guarire, così  che l’1 Settembre si trovava sull’Hogwarts Express con me e i miei amici, Zab e Nott.
A metà viaggiò se ne andò dal fratello, che non avevo mai visto nella mia vita, dato che non era venuto neanche mai a trovarlo.
E poi tutto cambiò. Ancora il motivo non lo sapevo.
Durante lo Smistamento aveva deciso di mettersi in fondo e di non rivolgermi neanche uno sguardo, neanche quando fummo smistati nella stessa Casata.
Non mi guardò mai più, come se non fossimo amici o come se io e il mio papà non gli avessimo salvato la vita. E mi arrabbiai molto, moltissimo.
Una mattina scesi presto le scale per scrivere una lettera alla famiglia, ed è lì che scoprii il perché smise di parlarmi.
C’era un gruppetto di alunni, tra il quarto e il quinto anno, con in mezzo questo bambino.
-E’ il figlio di un maledetto Mangiamorte- sentii dire dal bambino con voce cattiva.
-Finalmente l’hai capito Alex. Noi con certa razza non ci mischiamo- ribatté il ragazzo più vicino a lui, tanto simile a lui. Il fratello.
Ecco perché aveva smesso di parlarmi, per via del passato di mio padre.
Ma mio padre aveva sudato tutto quello che aveva. Per lui, per la moglie, per i figli.
E la mia rabbia salì ancora di più e decisi di vendicarmi.
Per tutta la settimana dovunque andassi Alex, il fratello e gli amici mi prendevano in giro, facendo sempre riferimento al passato da Mangiamorte di mio padre.
Un mattina nei corridoi non ce la feci più e urlai tutto il mio dolore e la mia rabbia.
-Ognuno di noi ha un passato- urlai loro in faccia, senza smettere di guardare Alex negli occhi - c’è chi come mio padre ha sbagliato, ma ha avuto le palle di rialzarsi e rimettere a posto le cose. C’è chi invece è nato pazzo e codardo e preferisce nascondersi in una bella verità. Sei un ingrato, sei qui grazie a me e a mio padre. Se non fosse stato per noi, staresti ancora marcendo dentro ad un ospedale psichiatrico a strapparti i capelli e a piangere come una femminuccia. Straresti ancora lì a rischiare di ammazzarti un giorno si e l’altro pure, solo, senza nessuno, neanche la tua famiglia, che non ha fatto altro che vergognarsi di te dal giorno in cui sei nato. Sei soltanto un pazzo e questo rimarrai per sempre-
Urlai ogni singola parola in faccia a quegli idioti, scandendone ogni sillaba, di modo che tutti gli studenti e i professori sapessero chi avessero davanti.
Non volevo arrivare a tanto, ma la rabbia mi investì e le parole vennero fuori da sole.
Alex e il fratello non fecero niente, anzi Alex iniziò a piangere con le mani tra i capelli, quasi se li volesse strappare.
Scappai da loro e da tutti gli altri.
Dopo poco venni a scoprire che il fratello aveva raccontato tutti ai genitori e il padre di Alex si presentò al lavoro da mio padre, minacciandolo di fargli perdere tutto, lavoro, famiglia, casa.
Nonostante cercassi di spiegare a mio padre che la colpa non era mia, ma che erano stati loro a portarmi ad urlare a tutti la verità, non volle sentire ragioni. Mi obbligò a non presentarmi più al suo lavoro e che mai, mai più mi avrebbe chiesto aiuto.
Da quel momento Sheppard dava la colpa a me di tutti i suoi mali, per ogni singolo episodio negativo gli succedesse a scuola, che fosse con le ragazze, che preferivano me, che fosse per i suoi compagni, che preferivano me, che fosse per il Quidditch, dove io ero il preferito. Tutto secondo Sheppard era stata colpa mia. Dentro la sua testa, anno per anno, si è montato un film tutto da solo, nel quale lui è sempre la vittima e io sempre il carnefice.
Alla fine i Sheppard non riuscirono a fare granché alla mia famiglia, eravamo comunque Malfoy e mio padre sapeva il fatto suo. Da quanto ho capito i Sheppard erano pieni di debiti e mio padre si preoccupò di saldarli tutti.

Ritorno alla realtà, con mio papà e con mia mamma.
-Vi prometto che non combinerò nessun disastro-dico guardando serio negli occhi di mio padre.
Entrambi mi guardano con serietà e con fiducia, perché si fidano davvero di  me e papà finalmente mi ha perdonato.
-Posso farti una domanda che mi frulla da un po’ nella testa?- domando a papà.
-Dimmi- risponde con serietà.
-Se il Capitano White sapeva già tutto, perché sei intervenuto durante l’interrogatorio, facendo intendere che non vi conoscevate e che probabilmente il Capitano non sapeva neanche che Rose fosse sotto la tua attenzione medica?-
Magari in tutto sto macello, l’ultima cosa a cui dovrei pensare è questa, ma proprio non riesco a togliermelo dalla testa.
-Lo scopo era stuzzicare la tua rabbia. Io sarei intervenuto, lui mi avrebbe trattato male e tu saresti esploso.- risponde papà con fare ovvio.
Peccato che di ovvio non c’era niente e io non ci avevo ancora capito nulla.
-Gli interrogatori vengono fatti affinché il sospettato arrivi al limite e si faccia scappare qualche verità, che a mente lucida non direbbe.- continua papà dopo il mio sguardo confuso - Un po’ come quando ti sei lasciato scappare di aver avuto già qualcosa con Bethany, dopo che White ha paragonato lei a Rose-
Adesso si che ho capito!
-E nonostante questi giochetti- dico infastidito - White non ha ancora capito chi di noi sia il traditore?-
Dentro di me continua ad esserci quella speranza che mi dice che sia impossibile che qualcuno di noi possa aver fatto questo a Rose.
Non trovo, per quanto ci pensi, una motivazione valida secondo la quale qualcuno di noi  abbia voluto farle del male.
-Non è facile Scorp- risponde mio padre -Nessuno di noi avrebbe mai immaginato che tra voi ragazzi ci fosse qualcuno disposto a preparare una pozione per farle perdere la memoria, figurarsi cercarlo tra i suoi amici più intimi.- continua papà, senza staccare gli occhi da me.
Neanche lui, riesco a leggerglielo in faccia, è riuscito ancora ad oggi a capire tanta crudeltà, anche se con il lavoro che fa ne avrà visto di situazioni del genere.
Forse, essendo ragazzi giovani pieni di speranze e sogni, nonostante gli screzi dell’adolescenza, tale disperazione non dovrebbe vivere nei nostri cuori, non dovremmo sentire una rabbia cieca che ci spinga a fare del male agli altri.
Giovani ragazzi, che vivono i primi amori perduti, le prime insicurezze, non dovrebbero arrivare a pensare di inventarsi una pozione con lo scopo di distruggere l’esistenza di una giovane ragazza come tutti.
-E’ impossibile però che qualcuno non si sia tradito- affermo con decisione, anche se dentro di me vorrei che nessuno si tradisse.
Vorrei che alla fine di tutta questa faccenda, il fatto che ci sia un traditore tra noi sia una falsa pista, che in realtà tutti noi vogliamo bene a Rose e che nessuno le volesse far del male.
Ma l’Auror sembrava così serio durante l’interrogatorio e l’uso del Veritaserum, la pozione della verità, distrugge ogni menzogna possibile. Non si mente con il Veritaserum.
-Scorp, non è così facile come può sembrare- ribatte la mamma -Siete giovani, avete ancora una vita d’avanti. Commettere tale malvagità ti rinchiude ad Azkaban per metà della vita e nessuno di noi vorrebbe mandarci un innocente-
E lo so che mamma ha ragione, so che la situazione è difficile e che ogni genitore sta soffrendo esattamente come i propri figli, sta cercando di proteggerli in tutti i modi, ma non vedo l’ora che finisca questa situazione, non vedo l’ora che Rose torni a casa e non vedo l’ora che si ritorni alla vita di prima.
-Neanche io voglio mandarci un innocente- sussurro sconsolato - voglio solo che Rose torni da me-
In tutta risposta mamma mi abbraccia e per la prima volta dopo dieci giorni, lascio che il dolore scenda via dal mio corpo.
Il profumo di mamma mi invade le radici e, anche se sono più alto di lei e più robusto, tra le sue braccia mi sento un bambino di cinque anni che, spaventato dal buio, si ripara tra le braccia della mamma e si sente finalmente protetto dai possibili mostri che possono attaccarlo.
-Non sei solo Scorp- mi sussurra la mamma, mentre inizio a singhiozzare - Ci siamo io e papà, ci sono i tuoi amici e vedrai che unendo le nostre forze, lei ricorderà di nuovo e tutto ritornerà alla normalità-
Continua stringendomi più forte in un’ultima presa, prima di lasciarmi andare.
-Devi essere forte, devi esserlo per lei, per voi e non smettere mai di credere che tutto questo finirà e che alla fine tutto andrà bene- mi sorride la mamma in un sorriso di incoraggiamento, senza smettere di accarezzarmi il viso per scacciare via quelle lacrime che non smettono di scendere giù.
-Quando tua madre mi sposò- interviene la voce di papà- tutti iniziarono ad etichettarla come la moglie del Mangiamorte traditore e dovunque andassimo ci guardavano dalla testa ai piedi, come se fossimo feccia e non avessimo il diritto di camminare nelle loro strade- continua la voce di papà, che lancia uno sguardo di scuse alla mamma- Io mi arrabbiavo sempre, perché la gente non riusciva a separare i miei errori da tutto ciò che mi circondava. Tua madre invece non faceva altro che sorridere e girare per le strade con fare allegro, come se nulla la toccasse. Schiena dritta, sguardo fiero e mi obbligava a tenerle la mano, perché tutti dovevano sapere che era mia moglie e che non ci doveva essere niente di cui vergognarsi- continua sorridendo alla mamma -Le chiedevo come facesse a non interessarsi del giudizio altrui, come facesse a sfidare quelle persone con aria orgogliosa e testarda, senza paura.-
-Gli risposi-interviene la voce della mamma- che ognuno di noi commette errori, nessuno escluso, l’importante è capirli, accettarli e abbatterli, superarli. Inoltre in quel momento lui aveva bisogno della mia forza, della mia grinta, della mia fiducia. Ero sicura che prima o poi avrebbe abbattuto tutte le maldicenze e avrebbe gridato al mondo chi fosse davvero Draco e non Draco Malfoy- continua mamma senza smettere di sorridere fiera nella direzione di papà.
-E nonostante avessi alcuni dubbi,- continua questa volta papà- nonostante non riuscissi a capacitarmi di come fossi stato fortunato, è soprattutto grazie alla fiducia di tua madre che sono andato avanti. -
E se non fossi disperato, in questo momento mi imbarazzerei davanti ai loro sguardi.
-Non smettere di credere in Rose, non smettere di credere in voi, esattamente come feci io. Non smisi di credere in tuo padre e non smisi di credere nella nostra famiglia, nonostante tutto intorno a noi mi dicesse il contrario. Lotta anche per lei, se pensi che non lo faccia già da sola- dice mamma con un sorriso - anche se per quel poco che l’ho conosciuta, mi sembra intelligente e tosta-
-Si, anche fin troppo testarda- ribatte papà con il ghigno alla made-in-Malfoy che ci contraddistingue.
-Si, è una delle sue qualità- ribatto allo stesso modo, mentre mamma ci ammira con un sorriso sulle labbra.
Papà sembra che voglia ribattere, ma una voce alle nostre spalle lo interrompe.
-Scorp- sento arrivare la voce di Al- sei qui- corre fino a noi.
-Sei già stato interrogato? Che ti hanno detto? Come è andata?-domanda a raffica senza quasi prendere fiato.
-Si sono già stato interrogato. Sembra andato tutto bene- ribatto, sperando che non si nota che abbia singhiozzato tra le braccia della mamma.
So che Al non mi giudicherebbe, ma me ne vergogno un pochino lo stesso.
-Hai pianto per  caso?- domanda guardandomi con fare preoccupato, distruggendo ogni mia speranza.
-Ciao Al- interviene mia madre con voce alta, come ad annunciare la loro presenza.
-Oh Santo Salazar- esclama Al sorpreso- signori Malfoy, non vi avevo visto scusatemi- cerca di dire Al imbarazzato.
Come fosse riuscito a non vederli rimane un mistero, dato che erano esattamente uno dietro di me e l’altra affianco.
-Ti credo proprio Al- ribatte mio padre con un sopracciglio alzato, fintamente sospettoso e diffidente.
-Scusatemi davvero- ribatte imbarazzato Al, grattandosi dietro la nuca.
-Comunque, hai dato il libro a tuo padre?- domanda subito dopo nella mia direzione.
-Si, me lo ha dato prima- ribatte mio papà, con un sorrisetto palesemente divertito questa volta.
Gli è sempre piaciuto Al a papà. Non credo c’entri solo il fatto che sia stato smistato tra i Serpeverde, ma penso anche per essere una delle poche persone che abbia visto Scorpius e Draco, non i Malfoy. Che non si sia fermato alla apparenze e che abbia preferito decidere da solo e non con la massa.
-Che ne pensi Draco? Le cose del sangue possono funzionare?- domanda Al.
-Le cose?- domanda mamma confusa.
-Trasfusioni di sangue Al- risponde papà divertito sempre più- Devo dire che non siamo sicuri funzionino per l’esattezza- continua più serio- anche noi avevamo pensato alle Trasfusioni, ma è una procedura babbana e al San Mungo non abbiamo l’attrezzatura giusta per metterla in atto. Inoltre non sappiamo se sia l’opzione esatta per esportare un veleno di questa portata. Non sappiamo se Rose possa sopportarle e se ci sia qualcuno che le possa fare da donatore-
-In tutti i libri che ho letto papà, dicevano che l’Aconito fosse un veleno mortale, ma Rose non è morta. Questo vuol dire che magari le Trasfusioni in questo caso funzionerebbero- cerco di dire speranzoso.
-Hai ragione, non è morta, ma il motivo esatto non lo sappiamo. Sheppard ci ha detto che ha usato 1 mg di aconito per avvelenarla e la Valeriana per calmarne gli effetti. Se le facessimo una Trasfusione, elimineremmo anche le tracce di Valeriana che ha nel corpo, ovvero le uniche cose che non permettono al veleno di agire. E se facendo così, attivassimo l’effetto del veleno e lei morisse? Non siamo certi di nulla Scorp- cerca di spiegarmi mio padre.
Ma ci dovrà pur essere una cavolo di soluzione. Non possiamo respingerle tutte.
Ma allo stesso tempo non voglio neanche rischiare che Rose muoia.
-Ma le trasfusioni cancellerebbero anche le tracce di Aconito nel contempo no? Esattamente come farebbero con quelle di Valeriana- ribatte Al.
-Hai ragione. Ma non stiamo parlando di un veleno qualunque. E non posso permettermi di rischiare di far morire una ragazza così giovane- esclama deciso papà.
-Ma quel veleno va tolto a tutti i costi. Me lo hai detto anche tu- esclamo di rimando- Potrebbe star morendo anche adesso lentamente, dato che lo ha ancora nelle vene-
Papà ci lancia uno sguardo preoccupato.
-So perfettamente che il veleno va esportato a tutti i costi, ma devo essere sicuro che non ci sia ripercussioni gravi Scorpius-
-Quel libro ti spiegherà tutto papà- cerco di pregarlo con lo sguardo.
-E io lo leggerò con attenzione- ribatte - ma non posso dirvi che tutto funzionerà al meglio, che abbiamo trovato una soluzione e che tutto finirà. Non posso darvi false speranze. Dobbiamo, devo e dovete, essere oggettivi e calcolare tutto quello che è possibile calcolare-
So che è una situazione critica e che papà ce la sta mettendo tutta. So che nel suo lavoro è più meticoloso che mai e che non farebbe niente di niente se non ne fosse al 100% sicuro, ma vorrei così tanto che funzionasse da offuscarmi il giudizio.
-Vi prometto che stasera stessa, insieme al mio team, ci impegneremo a capire tutto sulle Trasfusioni di Sangue e su tutto quello che ne consegue. Vi prometto che faremo di tutto per far si che funzioni- dice mio padre, senza staccare i suoi occhi dai miei- ma voglio che sappiate che non faremo nulla sulla base della speranza. Se siamo certi che funzioni, allora lo faremo, ma se non ne siamo certi, lavoreremo per un’altra soluzione-
-Grazie signor Malfoy- dice Al- Davvero, da parte di tutta la mia famiglia-
Sì, grazie papà!

ECCOMI RITORNATA! VELOCCISIMA STA VOLTA!
IN QUESTI GIORNI SONO PIU' ISPIRATA CHE MAI, PERCIO' VI ANNUNCIO CHE HO GIA' I PROSSIMI DUE CAPITOLI PRONTI E NON VEDO L'ORA DI FARVELI LEGGERE.
SPERO VI PIACCIA QUESTO DI CAPITOLO, INTANTO E SPERO CHE MI DICIATE LA VOSTRA OPINIONE.
GRAZIE PER ESSERE ARRIVATI FINO  A QUI, AL 40° CAPITOLO (ANCORA NON CI CREDO).
UN BACIO,
HERM :*
   
 
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