«Peccato, sai? Speravo restassi un altro po'. Però se devi andare, vai. Saprò di te dalle bocche dei passanti e mi ricorderò della rockstar con cui discussi quando era ancora uno qualunque.»

«Ricorderai di quella rockstar che si suiciderà.»

«Ah, quindi ti suiciderai?»

«Già. Colpa della droga.»

«Mh. Chissà cosa ucciderà me. Un coltello in pieno petto? Troppo cloroformio? Magari un cliente fatto?, Eppure me lo dicevano che potevo essere molto di più di una puttana, ma non importa. Tanto il destino è già scritto, no?»

«Anche io te lo dicevo ma tu non mi hai mai dato ascolto. Il problema è che non ti fidi di me e non ti sei mai fidata.»

«Le puttane non dovrebbero mai fidarsi, sennò finiranno come finirò io: in un sacco nero, al lato di una statale. Non se ne accorgerà nessuno. Marcirò là dentro, ma tanto non sentirò niente, il peggio sarà già passato, giusto?»

«Ancora con questa storia? Se neanche ti fidi di me significa che mi hai usato come giocattolo fino ad ora, trattandomi così dolcemente?»

«Solitamente usano me come giocattolo. Ritieniti fortunato, sei stato trattato molto bene.»

«Quindi lo ammetti?»

«Beh scusami, non l'ho fatto apposta. E se anche tu fossi un giocattolo, saresti uno di quelli preziosi, di quelli che custodisci gelosamente. È bello sentirsi preziosi, vero?»

«Che importa essere preziosi, a quanto pare tu vuoi farti ammazzare.»

«È tutto scritto. Tu una rockstar, io una puttana. Saremo famosi Davide, non sei felice?»