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Autore: LittleBanshee    30/06/2019    0 recensioni
“Ero lì, nel nulla più assoluto. Era buio, non c'era un filo d'aria, nessun rumore che mi facesse pensare ad un qualunque paesaggio naturale. Mi rialzai con fatica, il mio corpo sembrava volesse rimanere attaccato al suolo e le mie mani intorpidite percepivano a malapena i frammenti di roccia che si incastravano nei miei palmi. Non appena fui in piedi mi guardai attorno, cercando qualcosa che mi sembrasse familiare, ma nulla. Tutto buio... Era tutto troppo scuro anche per me. Come ci ero finito in un posto come quello?
Iniziai a camminare e il tempo passava lentamente attorno a me. Lo sentivo. Lo sentivo sulla mia pelle. Camminai a lungo e passarono le ore, i giorni, i mesi, gli anni.
Ad un certo punto mi fermai e smisi di cercare una via di fuga. Ero intrappolato lì e dovevo rassegnarmi; mi sedetti al suolo, al centro di quel mondo oscuro lasciandomi sfiorare dalle ombre di nessuno, dalle voci inesistenti, dalle figure invisibili. Passò molto tempo, un tempo ormai indefinito, quando davanti a me, all'orizzonte, si stava formando qualcosa di nuovo... Qualcosa di inspiegabile: si stava generando una piccola luce, come un Fuoco.
Non sapevo cosa fare."
Gadriel
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Ciao a tutti! Questa è la prima storia che pubblico, spero vi piaccia! E' da molto tempo che vorrei condividere qualcosa di mio, ma non ho mai trovato il coraggio. Approfitto di questa giornata positiva per condividere con voi questo viaggio!
Buona lettura!

¶ 1
IL VUOTO
 

La capitale brillava di luci, di festoni e di gioia, i bambini giocavano allegri nelle strade, mentre gli adulti terminavano gli ultimi preparativi. 

Le signore più anziane avevano preparato delle ghirlande splendide, con fiori fatti di carta o tessuto, i più giovani, invece, li appendevano e aiutavano i funzionari ad allestire le varie cappelle. 

La festa della Principessa di Ghiaccio era un evento imperdibile e molte persone giungevano da tutta Priade per potervi partecipare; era una grande festa per tutte le città, ma nessuna di queste poteva eguagliare quella di Snakefort, dove risiedeva la fortezza dei Valenor, i Reali. 

< Ehi. Ti ho portato una cosa. > 

 Lui non si mosse. Osservava Snakefort dal suo portale: era uno sprazzo di luce in mezzo a quelle tenebre che lo circondavano da sempre. La ragazza gli si avvicina con cautela, silenziosamente. 

< Sei ancora lì? > 

Yrieth avvicinò il dolce avvolto in un piccolo straccetto bianco al viso del giovane. 

< Provi ogni anno a farmi mangiare quella cosa maledetta. > 

< E’ buono. Dovresti fare uno sforzo e provarlo. > 

< Guarda. > 

Lui alzò il braccio, indicando una signora che porta un mazzo di fiori verso un altare. 

< Tutto questo è sbagliato. > 

La ragazza dai capelli castani si sedette accanto a lui, addentando la Rosa di Ghiaccio, il dolce ripieno di marmellata alle rose, arresa ai suoi capricci. 

< Non dovrebbero festeggiare una cosa così crudele. > 

< Credo sia l’unico modo per renderle grazia, infondo è nata per proteggere Priade. Adesso che c’è pace non serve. > 

Il Vuoto la guardò con uno sguardo gelido, quasi furente, sentendosi in dovere di difendere qualcuno che neanche sa della sua esistenza. Doveva essere straziante per lui. 

< Non voglio che parli di lei come un oggetto. > 

< Sto solo esprimendo un mio parere. > 

< Yri. Tu non capisci. Chiunque venisse dato alla luce ha diritto a VIVERE. Nessuno la considerebbe vita, la sua. > 

Yrieth gli prese subito la mano, facendolo sorridere lievemente. 

< Non dovresti confondere le cose... Lo sai che non è la tua stessa situazione, vero? > 

Lui annuì lievemente, continuando a guardare il portale. 

< Lei è solo una bambina... Merita una vita vera.> 

< Ma è destinata ad un futuro glorioso, se dovessero esserci dei problemi, delle catastrofi, lei sarà pronta a rimediare, così come hanno fatto i suoi predecessori. > 

Gli occhi verdi del ragazzo si spostarono su quelli azzurrognoli della sua dolce Yrieth e sorridendo la avvolge in un abbraccio, cercando di non farle male con le catene che gli legavano i polsi e il collo. 

< Per fortuna ho te. > 

< E ci sarò sempre. > 

Non eccedeva in affetto, ma era una buona ascoltatrice. Sembrava innamorato, sembrava che per lui, lei fosse tutto ciò di cui avesse bisogno. 

Quelle catene non erano così insopportabili, dopotutto. 

< Hai bisogno di qualcosa? Vuoi che ti porto qualcosa da sopra?> 

< Vorrei che rimanessi qui. > 

< Lo sai che non posso. Ne abbiamo già parlato. > 

< Decido io, nel mio mondo. > 

La ragazza si alzò, distruggendo quell’abbraccio. 

< Non è il tuo mondo. > 

Rimasero in silenzio entrambi, poi una pietra, dietro di loro, si illuminò. 

< Ne è morto un altro. > 

A quel punto lui si alzò, serio e confuso, dirigendosi verso uno dei cristalli che ricopre la parete, facendo scontrare e risuonare le sue catene. 

< Non capisco cosa stia succedendo là sopra. Stanno morendo troppe persone. > 

Con un pugno disintegra la pietra, lasciando cadere tutti i frammenti, per raccogliere l’unico coccio che si illumina ancora e lo osserva. 

< Forse qualche pazzo squilibrato a piede libero. > 

Non voleva farlo notare, ma anche lei era piuttosto preoccupata: la mortalità non esisteva più dai tempi delle Antiche Guerre di Assestamento, confinando i due responsabili della Morte ad un ruolo marginale, rendendoli due semplici guardiani. 

< Impossibile. Sono troppo distanti gli uni dagli altri. > 

Osservò con meticolosa attenzione quel frammento, con uno sguardo così determinato che fece venire i brividi a Yrieth. Nonostante tutti quegli anni passati nel tentativo di eliminare la sua indole da cacciatore, qualcosa riaffiorava dentro di lui, come un carbone ardente: in potenza a diventare Fiamma. 

Yrieth doveva assolutamente spegnere quella scintilla, ma aveva paura, temeva che sarebbe riemerso l’essere tanto spietato e vendicativo di un tempo, quello descritto nei Libri di Priade. 

< E’ stata segnalata qualche nuova epidemia? > 

Immediatamente allontanò quei pensieri, in fondo lui l’amava, non poteva in nessun modo farle del male. 

< Negativo. > 

< Non riesco a capire... Di solito mi lasciano vedere i loro ricordi, ma gli ultimi che sono arrivati da me non me lo permettono. > 

< Hai qualche sospetto? > 

Rimase a riflettere, poi gli balzò un pensiero inquietante... Nel suo portale, qualche giorno prima, gli parve di vedere un sorriso. Un sorriso mai visto. 

Guardò per un momento Yrieth, ma non disse nulla. Non voleva preoccuparla inutilmente. 

< Controlla che le Dominazioni e le Autorità stiano facendo il loro lavoro. Ogni minimo cambiamento potrebbe essere fatale per Priade> 

Lei annuisce, sospettosa, ma si allontana lasciandolo da solo con i suoi pensieri. 

Forse il Male non è stato del tutto sconfitto, che abbia trovato il modo di scappare dalla sua prigionia? 

Osservò a lungo il cristallo che aveva in mano. 

Se lei è riuscita a scappare, forse, poteva farlo anche lui. Avrebbe potuto raggiungere Yrieth nel suo mondo e avrebbero potuto vivere la vita che avevano sempre programmato. 

Ma non doveva sapere nulla. 

Il Vuoto assorbì quel cristallo, chiudendolo nel suo pugno stretto, sentendo, dopo moltissimo tempo, dell’energia nuova e rinvigorente: si sentiva bene, rinato. Ma non era sufficiente. 

   
 
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