Anime & Manga > Card Captor Sakura
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Autore: dada_97    01/07/2019    1 recensioni
Durante una notte particolarmente buia, Sakura si sveglia avvolta nel terrore. Riprendersi per lei sembra impossibile, a causa di un pensiero assillante che continua a tormentarla. Forse, però, c'è qualcuno che può aiutarla. Per sentirsi meglio, a volte, bastano le parole adatte e un po' d'amore... e lei ha la fortuna di avere accanto la persona giusta.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Li Shaoran, Sakura Kinomoto | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2
 
<< Sakura? >>
La ragazza spalancò gli occhi, sorpresa di sentirsi chiamare nel bel mezzo della notte. Non ebbe alcuna paura, però, perché quella voce era riconducibile a tutti i ricordi più belli della sua esistenza, a tutte le esperienze che l’avevano fatta sentire viva, a tutti i momenti che l’avevano fatta crescere e diventare una persona migliore. Era la voce che più era in grado di calmarla e farle provare forti emozioni, quella che più le dava sicurezza ed era capace di sostenerla e incoraggiarla in ogni situazione. Alzò la testa e, dopo aver tentato di eliminare dal suo viso ogni traccia di debolezza, si voltò lentamente.
<< Che cosa ci fai qui? >> chiese. Syaoran sorrise e si avvicinò a lei di qualche passo, fermandosi alle sue spalle.
<< Potrei farti la stessa domanda. >>
Sakura sospirò e tornò a guardare davanti a sé, non sapendo se aprirsi o meno.
<< Non riuscivo a dormire. >> disse infine.
<< Capisco. >> rispose lui dopo averla osservata per qualche secondo.
La ragazza si accorse di quello sguardo. Sapeva che Syaoran stava cercando di capire che cosa avesse per evitare di fare domande indiscrete, ma era difficile comprendere quello che le si era stagnato nel cuore quella notte.
<< E tu? >> domandò ricevendo in risposta una scrollata di spalle.
<< Sono stato svegliato da una strana sensazione. >> si sedette accanto a lei, che lo guardò perplessa. Lui, di rimando, le rivolse un’occhiata penetrante. << Era un’inquietudine che poteva riguardare soltanto te. >>
Sakura sgranò gli occhi a quelle parole. Il suo ragazzo si era svegliato per lei, perché sentiva che stava male e che aveva bisogno di supporto. Un timido sorriso prese forme sulle sue labbra. Solo un amore forte come il loro poteva dare origini a sensazioni del genere.
<< Mi dispiace. >> si scusò, ma Syaoran la guardò ricambiando il sorriso e le accarezzò una guancia.
<< Tranquilla, mi fa piacere poter stare un po’ con te. >> rispose.
Restarono seduti lì, in silenzio per qualche minuto, ognuno perso nei propri pensieri. Nonostante un fastidioso peso sul cuore, Sakura dovette ammettere che una parte delle sue paure se n’era andata nello stesso istante in cui era arrivata un po’ di compagnia. Cercando di non farsi notare, si girò ad osservare Syaoran, che in quel momento si stava sdraiando sul prato incrociando le braccia dietro la testa e chiudendo gli occhi. Era bellissimo anche in pigiama, si ritrovò a pensare la ragazza guardando i suoi tratti illuminati dalla luna. Soprattutto, però, era fantastico come cercasse di apparire rilassato e distaccato quando in realtà – e di questo lei ne era certa – dentro di sé moriva dalla preoccupazione per il suo stato d’animo. L’aveva raggiunta ma non le aveva fatto domande indiscrete, non aveva avanzato ipotesi e proposto soluzioni; si era limitato a sedersi lì vicino aspettando che fosse lei a convincersi che parlare e sfogarsi era la cosa giusta da fare per sentirsi meglio.
Sakura, quindi, tornò a fissare il panorama che aveva di fronte.
<< Ho fatto un sogno… strano. >> proferì il più silenziosamente possibile, un po’ per la vergogna e un po’ per la paura di rievocare quel mostro nella sua mente. Syaoran aprì gli occhi e si rialzò subito, tornando accanto a lei.
<< Un sogno? >>
Sakura annuì, iniziando a sentire nuovamente le lacrime formarsi negli occhi.
<< Era la sera prima della gita e per qualche motivo mi trovavo a casa da sola. Nonostante fossi un po’ agitata, tutto era tranquillo, quindi decisi di spegnere la luce e infilarmi di corsa sotto le coperte. Una volta nel letto, però, vidi una luce brillare fuori dalla finestra, ma mi accorsi quasi subito che si trattava del fantasma di mia madre. Inizialmente ero felice, ma poi… >> s’interruppe, il volto devastato dal pianto. Si nascose velocemente tornando con la testa sulle ginocchia, provando a darsi un contegno. Syaoran l’aveva vista piangere molte volte, ma lei non voleva che succedesse. Detestava essere proprio lei ad arrecargli pensieri e dolore, ed era innegabile che lui stesse male nel vederla soffrire. Era intenta a cercare in ogni modo di soffocare i singhiozzi quando, all’improvviso, si sentì stringere la mano destra. Alzò la testa e rivolse il lacrimoso sguardo verso il suo ragazzo, che sembrava immerso in ragionamenti distanti mentre teneva gli occhi puntati verso l’orizzonte. In verità, però, era solo un modo per darle coraggio senza metterle alcuna pressione addosso, perché col cuore e la mente le era più vicino che mai. Sakura, allora, rafforzò la presa delle loro mani.
<< …mentre entrava nella stanza, lo spettro poco alla volta si trasformò in una creatura orrenda. Aveva degli occhi spaventosi, rossi come il sangue, e poco dopo iniziò a muoversi verso di me facendo dei versi disumani. Mi nascosi sotto le coperte piangendo e pregandola di lasciarmi in pace, quando ad un certo punto non sentii più niente. Presa da un insolito coraggio e convinta che quel mostro avesse ascoltato le mie suppliche, decisi di uscire dalle lenzuola… trovandomi faccia a faccia con ciò che volevo evitare. >>
Sakura si liberò di un sospiro tremolante che stava trattenendo da chissà quanto tempo. Odiava sentirsi giù, proprio lei che era sempre stata il ritratto della felicità e della leggerezza. Aveva il viso completamente bagnato e i denti che battevano un po’ per il freddo e un po’ per la paura, ma quantomeno aveva smesso di singhiozzare, forte della vicinanza di Syaoran, che le teneva ancora la mano come se non volesse lasciarla andare mai.
<< E poi ti sei svegliata, giusto? >> chiese il ragazzo con lo sguardo nuovamente su di lei. Sakura annuì.
<< Non capisco perché non mi sono svegliata prima. Mi sono spaventata tantissimo già quando il fantasma si è trasformato in quel mostro, ma non riuscivo a muovermi, come se fossi davvero in trappola. >> aggiunse con voce flebile.
<< Beh, adesso è tutto finito. Dovresti cercare di tranquillizzarti. >> disse Syaoran tentando di farla ragionare, ma lei chinò il capo.
<< Lo so, però… non ci riesco. >>
Passarono alcuni minuti nel totale silenzio. Sakura non accennava a tirare su la testa, e se un attimo prima Syaoran guardava lontano per non forzarla a dire qualcosa che non voleva, in quel momento la fissava intensamente: era una ragazza forte, non poteva lasciarsi sopraffare così dai pensieri, dalle difficoltà o da qualunque cosa avesse scatenato quel sogno. Non distolse lo sguardo da lei nemmeno per un secondo e, anche se lei non dava segni di ripresa, lui continuò a tenerle saldamente la mano nel tentativo di infonderle il coraggio che le mancava. In quella situazione c’era sicuramente qualcosa che gli sfuggiva, perché la sua Sakura si sarebbe spaventata per un incubo, ma non ne sarebbe rimasta turbata così tanto. Forse non la capiva appieno, forse era lui troppo razionale, ma in ogni caso sarebbe stato lì per lei, pronto a difenderla e a consolarla. Se non avesse compreso subito il suo stato d’animo, beh, di certo non sarebbe scappato; sarebbe rimasto accanto a lei e si sarebbe fatto spiegare la situazione centomila volte se necessario, finché non fosse stato in grado di esserle d’aiuto al 100%. Istintivamente, strinse ancor di più la sua mano.
<< Che cosa ti tormenta? >>
Sakura sgranò gli occhi. Che cosa la tormentava? Perché in quel momento stava così male da non riuscire a calmarsi, da non riuscire nemmeno a fare un respiro profondo e a godere della dolce compagnia che le era capitata? Che cosa si era insinuato nel suo cuore quella notte da impedirle di stare bene come sempre? Forse il motivo era davvero quello che temeva, tanto semplice quanto assurdo. La scena di sua madre che poco alla volta diventava un mostro senza cuore e senza alcun riguardo per la sua bambina le tornava alla mente ogniqualvolta cercasse di distrarsi: la figura scura, lo sguardo assassino e sanguinoso, la presenza minacciosa. Mentre la sua testa le mostrava le immagini del sogno una dopo l’altra come se fossero delle diapositive inserite in un proiettore, la ragazza si sentì ancora una volta sul punto di perdere il controllo e, difatti, non riuscì a contenersi, scoppiando in un pianto colmo di dolore.
<< Non so se ho fatto qualcosa di sbagliato, ma temo che mia madre non voglia più starmi accanto. >> ammise con voce soffocata.
Syaoran inarcò le sopracciglia, sorpreso da quelle parole. Ora capiva qual era il problema. Non si trattava del sogno in sé, ma del comportamento alquanto bizzarro che sua madre aveva assunto nella sua mente. E, di certo, le sue straordinarie capacità che le permettevano di prevedere il futuro in sogno in quel momento non aiutavano a farla stare meglio. La guardò per qualche istante con un’espressione a metà tra la tristezza e la preoccupazione, infine sospirò e decise cosa fare: con un gesto veloce e deciso, la prese delicatamente per i fianchi e la trascinò davanti a sé, abbracciandola forte. Sakura restò un attimo senza fiato e smise di singhiozzare, presa alla sprovvista dalle azioni del suo ragazzo; nonostante infatti non potesse negare di sentirsi già più sicura e protetta tra le sue braccia, alzò la testa dal suo tenero nascondiglio e gli rivolse un’occhiata perplessa. Lui, però, non diede alcuna spiegazione.
<< Che cosa vedi davanti a te? >> domandò continuando a stringerla e poggiando il mento sulla sua spalla destra.
<< Eh? >> mugugnò lei, più stranita e confusa che mai. Il suo ragazzo era forse impazzito? In ogni caso, da Syaoran non ottenne risposte, ma solo un sorriso. Un dolce, bellissimo sorriso.
<< Guarda davanti a te e dimmi che cosa vedi. >> insistette lui. Sakura, con un sopracciglio ancora inarcato per la stranezza di quella richiesta, si voltò lentamente e osservò la scena che aveva di fronte.
<< Ehm… il lago? >> concluse incerta. Syaoran continuò a sorriderle.
<< Sai che cosa vedo io, invece? >>
<< Che cosa? >>
<< Vedo la serenità della luce lunare specchiata nell’acqua, la calma e la tranquillità trasmesse dalla natura che dorme, la libertà che si intravede sulle montagne all’orizzonte… tutte le cose meravigliose che una notte buia come questa può offrire. >>
Sakura restò di sasso. Non si sarebbe mai aspettata un discorso del genere dal ragazzo scontroso e testardo che una volta non faceva che parlarle di rivalità ricorrendo a parole al veleno e frasi crudeli. Certo, Syaoran era cambiato molto da allora e non sarebbe mai più tornato a quei modi bruschi, ma sicuramente aveva mantenuto il suo bel caratterino complicato. Sentirlo parlare così, quindi, era una cosa alquanto strana, e lei non poté far altro che girarsi nuovamente a guardarlo.
<< …e tu, Sakura, sei il motivo per cui vedo tutto questo. >> aggiunse Syaoran.
<< Io? >> chiese la ragazza, vedendolo annuire.
<< Guardare alla vita con ottimismo è una cosa che ho imparato da te. >>
Sakura spalancò la bocca, stupefatta. Ciò che le era appena stato detto andava oltre ogni limite della sua immaginazione.
<< Syaoran… >>
<< Tua madre non ti abbandonerebbe mai. Si sarà trattato di un incubo, nulla di più. >> affermò lui, rivolgendole finalmente lo sguardo. Sakura si sentì mozzare il fiato, colta nuovamente impreparata dalla profonda espressione degli occhi di Syaoran. Le succedeva sempre quando la guardava in quel modo, specie se il suo viso era intriso di dolcezza.
<< Era così reale… >> rispose incerta, ma lui scosse lentamente la testa.
<< Sicuramente è stato solo un incubo dettato dalle storie horror che Naoko ci ha raccontato prima di andare a dormire. >>
In effetti, quella era una possibilità. Prima di rifugiarsi in tenda per la notte, avevano acceso un falò con l’aiuto degli esperti per poi sedersi tutti in cerchio a raccontarsi storie paurose. Inutile dire che la loro amica aveva fatto del suo meglio per raccontare le peggiori.
<< Ma perché proprio mia madre? >>
Sakura evitò lo sguardo del ragazzo, spaventata dalla risposta che avrebbe potuto ricevere. Syaoran stava tentando di rassicurarla… e se le sue parole mirassero solamente a calmarla? Se la verità fosse stata un’altra? Lui, però, era davvero convinto delle sue affermazioni.
<< La tua mente avrà associato alle storie di Naoko l’unico fantasma che conosce. >> disse con un sorriso che riuscì a tranquillizzare Sakura, almeno in parte. Il viso della ragazza era più rilassato, ma il piccolo broncio sulle sue labbra dimostrava che non era del tutto convinta.
<< Forse hai ragione, però… >>
<< Non devi preoccuparti. >>
Sakura aggrottò le sopracciglia. Era confusa, infastidita, arrabbiata. Arrabbiata col suo cervello perché aveva creato nella sua testa delle immagini che non avrebbe mai voluto vedere, ma ce l’aveva anche col suo cuore che non aveva alcuna intenzione di liberarsi di quella sensazione opprimente che poco alla volta la stava divorando.
Mentre il caos infuriava dentro di lei, la ragazza venne improvvisamente sorpresa da un cambiamento: la leggera brezza che fino a quel momento aveva rinfrescato la serata si trasformò in una folata di vento impetuoso. Questo diede una scossa alla natura, facendo increspare l’acqua del lago, muovendo i rami degli alberi in lontananza, alzando dal prato numerosi soffioni che volteggiarono davanti agli occhi stupefatti della coppia come in una danza lenta e soave, prima di sollevarsi nel cielo e sparire nel buio. Sakura muoveva la testa di qua e di là con lo sguardo perso nel vuoto, consapevole di una cosa: quello non era un normale vento, perché era carico di energia positiva che lei poteva perfettamente percepire; inoltre, nonostante la sua fermezza, le aveva sfiorato delicatamente il viso… come una carezza. A questo pensiero un sorriso le illuminò il volto, mentre un calore inaspettato irradiavo nel suo cuore e in tutte le vene del suo corpo, dissolvendo la preoccupazione e donandole la felicità che tanto aveva ricercato quella notte. Aveva colto l’indizio che le era stato mandato. Sua madre era vicino a lei e con quella dolce corrente d’aria aveva voluto manifestare la sua approvazione alle parole di Syaoran, sperando che lei capisse che mai avrebbe smesso di amarla e proteggerla, per nessuna ragione al mondo. E così come comprese la verità, il vento si placò e tornò a scompigliarle delicatamente i capelli, come se nulla fosse successo. Da quel momento in poi, però, Sakura non ebbe più alcun peso fastidioso sulla coscienza, perché era finalmente riuscita a scindere sogno e realtà.
Senza mai smettere di sorridere, si sistemò meglio nelle braccia del suo ragazzo, che in cambio la strinse più forte. Finalmente si sentiva bene, in pace con se stessa. Finalmente avrebbe potuto dedicarsi interamente alla persona fantastica che aveva accanto, che aveva deciso di starle vicino per ascoltarla, consolarla e proteggerla quando invece avrebbe potuto rigirarsi nelle coperte e ignorare la sensazione che stava disturbando il suo sonno. Quella persona che aveva al suo fianco da anni e che non si stancava mai di lei nonostante fosse costretto a sorbirsi tutti i suoi piagnucolii da bambina. Quella persona che l’aiutava sempre a riemergere dallo sconforto in cui piombava ogni volta che si lasciava sopraffare dalle sue paure, proprio com’era appena successo. Quella persona che l’amava da morire. Quella persona di cui lei, ogni giorno, s’innamorava di più.
 
 

NdA:
Eccoci di nuovo, ragazzi! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, il primo era più che altro un'introduzione, essendo tagliato a metà per una questione di lunghezza.

Al prossimo capitolo, che sarà l'ultimo ;)
dada_97
  
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