Anime & Manga > Ranma
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Autore: niwakaame    02/07/2019    3 recensioni
“Fra me e quello lì NON c'è nessun passato, nothing, nada, niente di NIENTE, CAPITO?!” Bercio sguaiata. “Lui mi ha offerto un lavoro ed io ho accettato, tutto qui!”
E se Akane non fosse una frana in cucina? E se invece fosse una talentuosa pasticcera? E se Ranma fosse invece la nuova stella della ristorazione stellata? Tra padelle, litigate, incomprensioni e piatti da leccarsi i baffi i nostri eroi troveranno (o ritroveranno) l'amore ... forse?!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Sbatto le palpebre e cerco di mettere a fuoco l'ambiente che mi circonda, ma non ci riesco, è tutto buio.

Sento la testa pesante e non capisco dove mi trovo.

Non sono in ospedale, il letto è troppo comodo, ma non sono nemmeno a casa mia.

Poi, un lieve profumo di legno di cedro mi arriva al naso … l'odore di Ranma.

Giusto, sono a casa sua.

Ma come ci sono finita in questa stanza buia? Ricordo solo di essermi appisolata sul suo divano …

Mi metto seduta sul letto e mi massaggio il bernoccolo.

Devo procurarmi un analgesico.

Mi alzo ed esco dalla camera, alla ricerca dell'armadietto dei medicinali.

 

La prima cosa che mi salta all'occhio, mentre gironzolo, è l'ordine maniacale che regna ovunque.

Tutto è perfettamente allineato, impilato o strategicamente posto nei minimi dettagli.

La seconda cosa che mi colpisce è la totale assenza di qualsiasi oggetto possa contribuire a far capire che questa casa è abitata.

Non una foto, non un vaso di fiori, niente di niente.

Tutto è sapientemente studiato per risultare elegante ed essenziale, ma anche impersonale ed asettico.

Che tristezza.

 

Continuo la mia esplorazione aprendo la porta che ho di fronte.

Il profumo di legno di cedro qui dentro è davvero molto intenso ed io me ne riempio avida i polmoni.

 

Mi trovo nella stanza da letto di Ranma Saotome.

Solo i Kami sanno quante volte ho sognato di entrare in questa stanza, di poterci dormire, di potermici risvegliare.

Anche qui l'arredamento è a dir poco minimal, ma il letto è stranamente invitante e dall'aria confortevole, pieno zeppo com'è di soffici cuscini.

Non posso fare a meno di pensare che sia perché è qui che porta le donne con cui probabilmente si intrattiene ed una fitta allo stomaco mi fa sussultare.

 

 

A distrarmi dalla mia gelosia è l'unica nota di colore dell'intera camera.

Sul comodino sembra esserci una cornice con una foto, perciò mi avvicino per guardare meglio.

L'immagine ritrae un Ranma adolescente, con il suo immancabile codino, intento ad allenarsi in un dojo dall'aria familiare.

Caspita, questo è il dojo di papà!

E infatti nella foto ci sono anch'io, vestita del mio gi, mentre sferro un calcio al mio avversario con la treccia.

Non ricordo di aver mai visto questa foto, chissà chi l'ha scattata e in quale circostanza.

E poi perché ce l'ha Ranma? E sopratutto perché la tiene qui?

 

Una forte fitta di dolore mi riporta alla realtà perciò riprendo la mia ricognizione.

Continuo a camminare per il lungo corridoio quando all'improvviso vengo distratta da una serie di tonfi sordi ed una ben nota voce maschile che sembra imprecare senza sosta.

 

“Bastardo!”

Sbam

“Maledetto!”

Sbam

“Porco schifoso!”

 

Ma con chi ce l'ha?! A volte mi preoccupa sul serio …

Apro piano la porta e quello che mi trovo davanti mi lascia attonita.

 

“Brutto maiale bavosoooo!"

 

Ranma si sta allenando, o per meglio dire, sfogando su un povero sacco da boxe ormai ridotto a brandelli.

Completamente rosso in volto, con lo guardo furioso, grondante di sudore e con solo un pantalone della tuta addosso, incute timore, ma è anche dannatamente attraente ed io non posso fare a meno di restare lì imbambolata sulla soglia a guardarlo.

Sferra un ultimo calcio volante e poi si ferma.

 

“Ah sei sveglia?!” dice vedendomi

“S … sì ...”

Kami, ma è possibile che lo becchi sempre mezzo nudo?!

“Come stai?”

Accaldata, grazie

“Io .. io … cercavo un antidolorifico …” esito toccandomi la testa.

“Stai male? Vuoi che ti riporti in ospedale? Mi chiede premuroso

“No, è solo che questo bernoccolo mi fa un male cane e vorrei sapere se hai qualcosa per alleviare il dolore.”

“Sì certo che ce l'ho, vieni con me.”

Mi guida in bagno, dove rovista in una piccola scatola appoggiata su una mensola.

“Ecco qui” dice porgendomi una pillola rotonda.

“Gr … grazie ...” rispondo io.

“Hai un po' d'acqua per favore?” chiedo poi

“In cucina e ora esci, devo farmi una doccia.” ribatte infastidito spingendomi fuori dal bagno.

 

E figuriamoci se riusciva ad essere gentile per più di 30 secondi!

Se non fossi in queste condizioni me ne sarei già andata e non prima di avergli dato un pugno in quella sua bella faccia.

 

Me ne torno nella camera dove mi sono svegliata poco fa, ad aspettare che la medicina faccia effetto.

 

Non so quanto tempo passi , ma ad un certo punto riapro gli occhi e sento che il dolore se n'è andato per fare spazio ad un sonoro brontolio dello stomaco, il che mi fa venire in mente che è da stamattina che non mangio nulla e che è giunto il momento di mettere qualcosa sotto ai denti.

 

Trovo quasi subito la cucina per fortuna; peccato però che ci trovi anche Ranma.

Che strazio.

Beh, almeno si è messo una maglietta, è già qualcosa.

Mi dirigo a passo deciso verso il frigo, ma lui mi gela:

 

“Non troverai nulla di pronto lì dentro”

“Ma se prima mi hai detto di aprire il frigo se avessi avuto fame!”

“Sì beh, mi sono sbagliato.”

Ad ogni modo” prosegue “sto facendo un po' di tonkatsu* se ti va”

 

Tutto questo è davvero stancante.

Di gente strana ne ho conosciuta, ma questo ragazzo batte tutti.

Alterna gelide stoccate a sguardi di fuoco, algidi comportamenti a gesti amorevoli.

Un attimo prima mi tratta come una serva per poi comportarsi da principe azzurro un secondo dopo.

Eppure quando eravamo più giovani non era così … Era esuberante, vivace … allegro.

 

Forse è bipolare poverino.

Dovrò controllare la scatola delle medicine.

O forse si è solo trasformato in uno stronzo sessista che pensa tutte le donne debbano essere trattate con il bastone e la carota come gli asini.

“Io non sono un ciuco!” strillo sbattendo il pugno sul piano della cucina.

“Come dici?” mi chiede lui strabuzzando gli occhi

Ops! L'ho davvero detto a voce così alta?!

“Ahh va' al diavolo!” strillo adirata scappandomene in salotto.

 

Mi butto sul divano e lascio che le lacrime scorrano libere.

Mi sento a dir poco esausta e vorrei solo andare a casa mia.

Voglio andarmene da questa casa che assomiglia ad una sala operatoria; voglio andarmene da questa situazione; voglio andarmene da lui che non capisce quanto mi fa male con i suoi toni al vetriolo.

 

Una vocina nella mia testa mi fa notare che effettivamente nulla mi vieta di andarmene, perciò torno nella “mia” stanza e cerco la mia borsa.

Devo uscire da qui immediatamente.

 

“Kami, con questo buio non vedo niente, ma dov'è?” borbotto fra me e me.

La trovo finalmente, quindi me la stringo al petto e mi volto per scappare.

Peccato però che vada invece a sbattere contro una lastra di marmo.

 

“Che stai facendo qui?? Fra cinque minuti la cena sarà pronta.”

La lastra di marmo sa parlare e possiede la stessa voce di qualcuno di mia conoscenza.

 

“Levati di mezzo Ranma, vado a casa mia.” dico spingendolo.

Mi incammino veloce in corridoio verso la porta d'ingresso e lo sento corrermi dietro.

 

“Ma sei scema?! Ti ho appena detto che è quasi pronto, anzi, vieni in cucina ed inizia ad apparecchiare.”

Ora glielo sferro io un bel calcio volante a questo demente, poi vediamo se capisce come mi deve trattare.

Ma come ha fatto Nodoka, così dolce e gentile, a tirare su un burino del genere?!

È ovvio che ha preso dal padre … O forse è frutto di qualche storia di corna, ma la signora Saotome non mi sembra il tipo che tradisce ...

 

“Akane sto parlando con te!”

Sai che c'è?! Ho cambiato idea. Niente calci.

Nossignore, cambierò tattica e lo ignorerò.

Così sì che si arrabbierà.

Il suo ego spropositato non tollera di essere messo da parte, perciò farò finta che non esista e mi congederò sbattendo la porta come fanno nei film.

 

Metto la mano sulla maniglia e apro la porta, ma lui mi si para davanti e la richiude.

“Si può sapere cos'hai??”mi chiede nervoso

“Io non ho nulla, voglio solo andare a casa mia.” rispondo gelida mentre cerco di riaprire la porta

“Non puoi stare da sola” replica sbarrandomi di nuovo il passo

“Sì che posso. Ti saluto Ranma.” dico spintonandolo

“No, non puoi e comunque devo tenerti sotto controllo, il medico è stato chiaro!” ribatte stringendomi le spalle

Sento la vena della fronte pulsare

“Allora sei duro! Ti ho detto che voglio andarmene a casa mia! Spostati!”

“Tu non te ne vai!” mi urla in pieno viso afferrandomi i polsi

“Smettila!!!”

Esplodo, ho raggiunto il limite.

 

“Smettila, hai capito?! Smettila Ranma! Smeeetiiilaaaaa!!!” ruggisco

Lo vedo indietreggiare di un passo per lo stupore

“La devi smettere di comportarti come un pazzo squilibrato, non è una cosa normale! Un attimo mi tratti come una principessa e quello dopo mi bacchetti come se fossi la tua sguattera. È destabilizzante Ranma, possibile che tu non lo capisca?! Nel caso tu non te ne fossi accorto ho avuto un paio di giorni pesanti e l'ultima cosa che mi serve in questo momento è uno psicopatico che mi urli dietro ad ogni passo che faccio! Ciò che mi serve è andarmene a casa mia, farmi un lungo bagno caldo, mettermi il pigiama, mangiare schifezze e crollare addormentata sul divano mentre guardo una stupida commedia romantica in tv; perciò ti ringrazio per la tua meravigliosa ospitalità, ma la nostra convivenza forzata finisce qui. Addio Ranma!”

E con questo esco sbattendo la porta.

 

Credevo che questo gesto mi avrebbe dato grande soddisfazione, pensavo che mi sarei sentita sollevata.

Invece mi sento solo svuotata.

Forse ho un po' esagerato a chiamarlo psicopatico, ma mi ha fatta davvero incazzare …

 

Prendo la metro e scendo un paio di fermate prima della mia.

Ho bisogno di fare due passi per calmarmi e poi voglio passare a comprare il gelato prima di rincasare.

 

Quando arrivo a casa, riempio immediatamente la vasca e mi immergo in un lungo bagno rilassante.

Sento i muscoli finalmente sciogliersi e lo stress accumulato scivolare via … ma solo un po'.

 

Dopo circa un'ora esco dalla vasca e mi preparo per la notte.

Infilo il mio pigiama preferito ed una fascia di spugna in testa, mi applico una maschera idratante sul viso e finalmente mi butto sul divano, armata di gelato e cucchiaio.

Vediamo cosa c'è in tv stasera …

Non trovo nulla di interessante, perciò mi accontento di guardare un film in bianco e nero in cui una coppia di arzille vecchiette accoppa un sacco di gente offrendo loro del vino.**

È una pellicola esilarante, ma la mia mente è altrove e non riesco nemmeno a godermi il gelato, che infatti si sta squagliando.

 

Che ci faceva quella foto in camera di Ranma?

Con chi ce l'aveva prima, mentre si allenava?

Perché si comporterà così come si comporta?

Non l'avrò ferito con le mie parole?

E sopratutto, perché non riesco a non essere innamorata di lui nonostante tutto?

L'amore fa davvero schifo.

 

Sbuffo e mi sistemo meglio sul divano.

Domani mattina andrò da lui e mi scuserò …

Santi Kami, sono proprio totalmente priva di spina dorsale!

Se fosse stata una qualsiasi altra persona a trattarmi in quel modo, l'avrei già spedita sul monte Fuji a calcioni; ma Ranma no, con lui proprio non riesco ad impormi.

Quando sono con lui sento come se la mia testa si facesse da parte per fare spazio solo al cuore … e anche un po' agli ormoni …

Ripeto; l'amore fa davvero schifo.

 

Mi alzo e butto via il gelato, ormai è immangiabile.

Apro la dispensa alla ricerca di qualche altra porcheria quando sento il campanello suonare.

Guardo l'orologio; le 23,45.

Ma chi è a quest'ora??

Un'altra scampanellata.

Oddio, i ladri! Ma i ladri non suonano mica … E allora chi cavolo può essere?

“Chi … chi è?” domando sospettosa

“Akane, sono io, mi apri per favore?”

 

Ed ora che ci fa lui qui???

 

 

 

Merda. Merda. Merda. Merda.

 

E ora che faccio???

Ormai sa che sono in casa, dannazione!

Devo temporeggiare.

“Ehm … chi è??” giochiamo il ruolo della finta tonta

“Ma come chi è?! Sono io, Ranma!” dice una voce spazientita

 

Cavolo, non posso certo farmi vedere in queste condizioni!

Non ho tempo per cambiarmi, per sistemarmi i capelli, non ho tempo per fare nulla accipicchia!

Premo il pulsante del citofono per l'apertura del portone e inizio a correre su e giù per la casa come un criceto impazzito.

 

Mi libero del pigiama ed infilo una sottoveste in cotone, solo per accorgermi che è macchiata.

Cazzo!

Rimetto il pigiama, corro all'ingresso, levo la fascia e cerco di assumere un'aria di compostezza mentre lo aspetto alla porta.

 

Toc Toc

“Akane, apri”

 

La maschera, porca miseria!

 

“Un attimo, sono nuda!” strillo

Corro in bagno, mi sciacquo il viso e mentre corro ad aprire di nuovo la porta, sbatto il mignolino del piede sul mobiletto all'ingresso.

Mi si riempiono gli occhi di lacrime mentre saltello sul posto imprecando

“AHIA! Porcaccia di quella putt...” sento bussare

Ed è così, struccata, spettinata, con un pigiama di tre taglie più grande ed il viso contratto in una smorfia di dolore che apro le porte di casa al mio grande amore.

 

Eccolo davanti a me, carico di buste della spesa e di … un enorme borsone da viaggio?!

 

“Ranma, ma che ci fai qui? Lo sai che ore sono?”

“Akane …”

Mi scruta con quel suo sguardo azzurro mare ed io ci naufrago dentro.

 

“Akane, io vorrei chiederti scusa per stasera, per come ti ho trattata, per come ho agito finora, insomma per tutto.”

Ottimo, è ubriaco fradicio.

“Non sono ubriaco, sto dicendo sul serio” aggiunge

Adesso legge anche nel pensiero?!

Questo suo sapere sempre tutto sta iniziando ad essere irritante.

 

Gli faccio cenno di entrare e lui mi risponde con un sorriso.

Vorrei tanto sbatterlo al muro e mordicchiargli i lobi delle orecchie, ma non posso; devo essere stoica.

 

“Senti Akane, credo di doverti delle spiegazioni, ma vorrei dartele domani se non ti spiace, stasera sono troppo stanco.” sbadiglia

“Va bene, ma perché sei qui allora?”

“Oh beh … io … beh, vedi … è che ...” mugugna portandosi la mano dietro alla nuca.

Quando fa quel gesto mi fa morire, quindi cerco di assumere un'aria da dura per non fargli capire che mi sto struggendo ed incrocio le braccia al petto per incitarlo a parlare.

Fa un grosso respiro

 

“Hai ragione a volertene stare a casa tua, con i tuoi spazi e le tue cose ed io sono stato un idiota a non rendermene conto, però non voglio tu rimanga da sola, quindi sono venuto io da te e vorrei rimanere qui finché non starai meglio, se posso.”

 

Sii stoica Akane, stoica e risoluta

 

“Per favore” aggiunge poi sottovoce

“E va bene …” sospiro

 

Brava Akane, bella prova di determinazione che hai dato anche stasera.

 

“Ma niente sbalzi d'umore!” lo ammonisco per recuperare almeno un minimo di dignità

Annuisce serio

“E niente ordini” continuo

“Ci proverò”

Lo fulmino con lo sguardo

“Va bene, va bene, niente ordini” fa alzando le mani in segno di resa

”E dovrai dormire sul divano!”

“Ovvio”

“E domattina pretendo di avere delle spiegazioni”

“Promesso” dice mettendosi una mano sul cuore

 

Non mi viene in mente nessun'altra “clausola” perciò gli porgo la mano come a voler sigillare il patto e lui me la stringe soddisfatto.

“Bene, vado a prenderti una coperta ed un cuscino; il bagno è là in fondo se vuoi. Ah, il frigo è vuoto, mi spiace. Domani magari possiamo andare a fare un po' di spesa:”

“Non serve” replica lui indicando l'enorme quantità di buste con cui si è presentato “l'ho già fatta io!”

“Ranma non ce n'era bisogno … grazie mille!” gli dico grata e allo stesso tempo sorpresa “E poi, quanta roba hai comprato? Qui c'è da mangiare per tutta Tokyo!” constato

“Già, forse ho esagerato … ma non sapevo di quale schifezza tu avessi voglia nello specifico, così ho comprato un po' di tutto.” dice tirando fuori patatine, cioccolato, popcorn, marshmallow, caramelle e chi più ne ha più ne metta.

“Hai intenzione di dare una festa a casa mia?” domando scherzosamente

“No, ho intenzione di farmi perdonare.” ribatte inchiodando il suo sguardo nel mio

 

Il tempo sembra fermarsi insieme al mio cuore.

 

“Ok beh, sarà meglio che ti procuri la tua coperta” biascico correndo in camera mia

Mi aggrappo alla cassettiera per cercare di calmarmi.

 

Come faccio?! Come faccio ad ospitarlo qui da me?! Come faccio a non saltargli addosso appena mi capita l'occasione?!

Se ne accorgerà. Si accorgerà di quanto lo voglio, di quanto lo desidero, si accorgerà che sono innamorata di lui e allora sarò fottuta.

Devo farmi venire in mente qualcosa, ma cosa?!

“Ehi Akane, tutto bene? Vuoi una mano?” lo sento urlare dal salotto

“Ehm … NO!” strillo “Arrivo!”

Arraffo al volo una coperta ed un cuscino dall'armadio e torno di là.

“Ecco qua!” dico con un po' troppo entusiasmo “se ti serve altro chiedi pure!”

 

Se ti serve altro chiedi pure?! Manco fossimo da Zara … A volte mi picchierei da sola.

 

“Grazie” risponde lui continuando a guardarmi fissa negli occhi.

“Beh .. ora … ehm … io … io andrei a letto, scusa, ma sono davvero esausta!” blatero sempre più agitata.

Il mio cuore ormai sta battendo alla velocità del suono e temo che lo stiano sentendo fino ad Osaka.

Rimaniamo così, a guardarci negli occhi in silenzio, per un intero minuto ed io sento il viso avvampare.

“Beh … allora ...” replica avvicinandosi “buonanotte Akane ...”

Si avvicina di un altro passo e poi, abbassandosi, mi sfiora delicatamente l'angolo sinistro della bocca con le labbra.

“Chiedimelo di nuovo, ti prego ...” mi sussurra poi all'orecchio, procurandomi istantaneamente la pelle d'oca.

“Ch … che … co … cosa?” balbetto ormai del tutto incapace di ragionare

“Quello che mi hai chiesto in ospedale … chiedimelo di nuovo ...” continua, stavolta posando le labbra dietro all'orecchio destro.

“Chiedimi di baciarti Akane ...”

 

Mai nella vita ho avuto così tanta paura o brama di fare una domanda.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*Tonkatsu: Cotoletta di maiale impanata e fritta

 

**il film a cui fa riferimento Akane è “Arsenico e vecchi merletti”, se non lo avete visto guardatelo; è un capolavoro!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti :)
Per favore non picchiatemi!! Lo so che vi ho lasciato con l'amaro in bocca, ma giuro che nel prossimo capitolo ci sarà una svolta!

Credo che qualsiasi cosa stia per accadere tra i nostri due protagonisti meriti un capitolo a sé, perciò ho deciso per questo finale “interrotto”.

Un'altra cosa a cui sto pensando è quella di cambiare rating e passare al rosso, così da poter trattare certi argomenti senza limiti, ma per ora è solo un'ipotesi poiché, come ormai sapete, questa storia ha una sua propria vita e non so ancora dove mi porterà.

Come sempre grazie mille a tutti; che legge, chi ricorda, chi segue, chi recensisce, ecc.

Baci e a presto :)

   
 
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