Come una fiera
Logan spalancò il frigo,
illuminando la penombra della
cucina con la lampadina dell’elettrodomestico, e
recuperò due birre. Richiuse l’apparecchio
rumorosamente, facendo ripiombare la stanza
nell’oscurità, raggiunse a tentoni
la sedia e vi si lasciò cadere pesantemente. I suoi occhi si
riabituarono al
buio, mentre appoggiava le due bottiglie, sul tavolo di legno, bagnando
la
superficie con l’umidità del vetro ricoperto di
condensa, e sospirò.
Bestia teneva il viso nascosto tra le
mani, digrignando i
denti.
“Non ha neanche chiesto
scusa! Ha cercato di farmi sentire
in colpa per avergli gridato contro… Quando è
colpa sua se Raven è morta!
In realtà non gli fregava
niente di sua sorella adottiva.
Aveva ragione lei, le ha portato via la vita.
Per cosa? Per sentirsi acclamare come
supereroe dalla gente
rimanendo comodamente seduto nel suo ufficio?!
Raven aveva ragione, avrei dovuto
ascoltarla! Avrei dovuto
farla andare via da qui, salvarla dal dannato ego di Charles”
gemette. I suoi
occhiali ricadevano appannati e storti. Lì dove le sue
lacrime scivolavano,
cresceva una folta peluria blu. Il suo volto finì per
tramutarsi completamente,
mentre anche i suoi muscoli diventavano massicci. Alcuni bottoni della
sua
camicia rischiarono di saltare.
Logan utilizzò i suoi
artigli per stappare le bottiglie.
“Avresti dovuto controllare
meglio, Doc. Quella ragazzina
probabilmente non è l’unica che ha il cervello
fottuto dalle barriere del ‘pelato’”
ringhiò.
< Maledizione, non ho potuto
fare niente. Né per l’esposizione
a quella melma spaziale, né per evitare che fuggisse.
Avrei volentieri tagliato la gola al
padre di Jean. Non
avrebbe dovuto farla soffrire così tanto. Già il
dolore covava dentro di lei,
come un focolaio. Io so cosa vuol dire che avere dei ricordi che ti
bruciano l’anima
che non puoi affrontare > pensò.
Bestia serrò i pugni e li
sbatté sul tavolo.
Logan rinfoderò gli
artigli, evitò che le bottiglie
cadessero, e se ne portò una alle labbra, sorseggiandola.
“Dannazione! Credevo fossi
con me!” sbraitò Bestia.
Logan allungò le gambe,
spostando rumorosamente la sedia e
appoggiò i piedi sul tavolo.
“Nell’urlare
contro Xavier? Oh, sì”. Si scolò
rapidamente il
contenuto della bottiglia, leccandosi le labbra. “Nel dare la
colpa ad una
ragazzina per gli errori di ‘noi’ prima guardia,
no.
Fatti un cazzo di esame di coscienza.
Raven avrebbe
preferito che almeno tu sapessi
scusarti
o dire ‘ho sbagliato’” ruggì.
Bestia si alzò di scatto e
rovesciò il tavolo, mandandolo in
frantumi. Estrasse gli artigli, ruggendo.
“Oh, vuoi combattere?! Hai
perso una persona ed ora pensi
che una lacrima o due ti abbiano reso più forte?”
lo derise Logan.
Bestia gli saltò addosso,
Logan estrasse i suoi artigli,
ribaltò la posizione sbattendolo a terra e gli
puntò le lame di adamantio alla
gola.
“Beh,
‘signorino’, io ero come te: una signorile testa di
cazzo, che abitava nelle sue merda di fantasie e tra i libri. Solo che
ho perso
secoli e secoli di persone, per diventare un animale.
Ora prendi le tue lacrime da piagnone
e vai in camera a
sbollire. Non te la meriti una birra” gli sputò
contro. Lo lasciò andare e si
rialzò, Bestia si ritrasformò. Il suo urlo
risuonò per tutta la cucina.