Capitolo 3
Bill
era seduto sulle scale con la testa tra le mani che continuava a ripetere
parole sconnesse
“Bill…”
si decise a chiedere Andreas dopo svariati minuti di monologo sconnesso del
rasta e di Simone nella stanza accanto con Gordon “… cosa è successo…”
Bill
non lo ascoltò
“Devo
andare da lui…” disse infatti in preda al
panico e correndo in camera di Tom
I tre
amici si fissarono sconvolti. A cosa si riferivano?
***
Bill si
trovava davanti alla porta della stanza del fratello. Bussò. Tom non rispose.
“Tom…”
abbassò la maniglia del uscio. La porta era
stata chiusa.
“Tomi…
per favore aprimi…” di nuovo silenzio.
Decise
di passare dal bagno comunicante per poi entrare nella stanza del neo-moro. La
scena che gli si parò davanti gli strinse il
cuore. Era come se mille pugnalate lo stessero colpendo in pieno petto. Tom era
seduto sul letto, con la schiena poggiata al muro e la testa nascosta tra le
ginocchia strette tra le braccia.
Avanzò
piano.
“Tomi…”
il gemello non rispose si limitò a stingersi maggiormente le ginocchia
al petto, apparendo improvvisamente fragile e indifeso, privo di quella
barriera che era solito ergersi intorno per apparire forte e inattaccabile.
Bill
salì sul letto a due piazze del gemello posizionandoglisi
di fronte
“Parlami
Tom, per favore…” gli sussurrò Bill posandogli una mano sul
braccio. Un gemito soffocato sfuggì dalle labbra del ragazzo, che in un
attimo si ritrovò a stringere forte il gemello. Bill rimase spiazzato da
quel gesto così improvviso. Tom non era solito abbracciarlo in quel
modo, e il fatto che lo stesse facendo ora stava a
significare quanto male avesse dentro in quel momento.
“Perché
Bill…” chiese tra le lacrime e i singhiozzi
“Non
lo so fratellino…” gli rispose il rasta abbracciandolo a sua volta
passandogli dolce una mano dietro la nuca che poi lasciava scivolare fino alla
punta dei capelli
“Più
cerco di dimenticare… più i ricordi riaffiorano… non
c’è la faccio più…” gemette ancora. Bill
sentiva le lacrime di suo fratello bagnargli il collo e la maglietta, il respiro
di suo fratello farsi sempre più irregolare e il suo cuore battere
talmente forte da dare l’impressione che potesse uscire dal suo torace da
un momento all’altro.
“Cerca
di non pensarci Tom…” sussurrò Bill non riuscendo a
trattenere le lacrime. Sentiva il dolore di suo fratello lacerargli
l’anima e la paura farsi largo nelle sue membra “…
riposati…” gli sussurrò facendolo stendere sulle sue gambe e
prendendo ad accarezzargli una guancia. Tom non si oppose e si lasciò
cullare dal fratello sperando di trovare un po’ di conforto in quei gesti
semplici ma densi di affetto. Il calore che emanava il corpo di Bill, a poco a
poco, aveva iniziato a rassicurarlo. Il tremore era pressoché sparito
così come anche i singhiozzi nonostante le lacrime ancora continuassero
a rigargli il volto.