Anime & Manga > Pokemon
Segui la storia  |       
Autore: DolceZeref    06/07/2019    3 recensioni
Ed eccomi su questo fandom con la mia prima storia ad OC! Chi vi parla è un'amante dei Ranger e ha deciso di scriverci una fiction, che si ambienterà ad Almia.
La strada per realizzare il proprio sogno è dura, soprattutto se ci si mettono in mezzo numerose difficoltà, ma insieme ce la si cava sempre. Fra gli anni in Accademia e l'addestramento pratico, riusciranno i nostri giovani eroi a salvare i Pokémon?
Beh, spero di avervi incuriosito, ci vediamo dentro!
Dal prologo:
-Come fai a rilassarti sapendo che presto metteremo piede all'Accademia dei Ranger?!-
...
L'indomani sarebbe stato un nuovo giorno: il primo alla scuola tanto sognata e di una grandiosa avventura, più di quanto pensassero.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
 
 
Eclissi totale
 
Quando i granelli di sabbia iniziarono a rotolare giù dalle pareti rocciose del tempo, i tre generali si scambiarono uno sguardo e un cenno affermativo del capo. Nel momento in cui parti di statua cominciarono a staccarsi, cadendo a terra, sapevano già cosa fare.
 
-Si continua con il piano!- urlò Sora per sovrastare gli assordanti rumori del crollo, facendosi sentire da tutti i membri del team -Fase finale!-
“Ce l’hai fatta, Phibrizio” pensò “Ce l’hai fatta ancora una volta” Alla fine, era riuscito a guadagnare abbastanza tempo per lui.
I Cavalieri si liberarono dall’accerchiamento dei Ranger, approfittando della loro paura, mentre i tre generali si allontanarono il più velocemente possibile dal tempio, per evitare di venir schiacciati sotto le sue macerie.
 
I sopracitati Ranger, invece, non sapevano cosa stesse succedendo e persero il controllo della situazione che avevano acquisito con tanta difficoltà, permettendo ai nemici di correre via, ma a causa dell’agitazione, i loro muscoli sembravano paralizzati e non ebbero nemmeno la prontezza di spirito di imitarli quando si dileguarono. Solo quando una roccia grande quanto lui gli cadde a pochi centimetri di distanza, Settimo si riscosse e parlò ai membri delle due squadre.
-Allontaniamoci! Presto, presto!-
Però era già troppo tardi.
Il tempio stava crollando e coloro che non si sbrigarono vennero colpiti dalle pietre e feriti anche piuttosto gravemente, cosa che avrebbe dato molto lavoro da fare ai cugini Hato, come se non avessero già abbastanza pensieri per la testa. Alla fine, il professor Frenesio aveva fatto bene a dargli il permesso di unirsi alle squadre: un medico sul campo è sempre davvero utile, due sono ancora meglio. Per fortuna non ci furono lesioni fatali, ma i buoni tre quarti dei Ranger presenti non sarebbero più stati in grado di combattere e dovettero essere aiutati dagli altri per raggiungere un punto abbastanza lontano dal santuario e trovarsi a distanza di sicurezza.
Viola, che in groppa al suo Staraptor aveva assistito a tutta la scena dall’alto, spostò lo sguardo preoccupato sul tempio.
-Cosa sta succedendo...?!-
Avrebbe avuto la risposta entro pochissimo, ma non le sarebbe piaciuta.
 
I tre generali, lontani, guardarono nella stessa direzione della Ranger volante, con la differenza che loro sapevano alla perfezione cosa sarebbe accaduto di lì a poco e non si sorpresero minimamente quando il santuario crollò del tutto.
 
Perfino il sole venne oscurato e dall’ombra creatasi emerse una figura in viola.
 
***
 
Il soffitto della sala, ormai pieno di crepe, franò, però le pietre non colpirono Phibrizio, perché Regigigas gli fece da scudo con le braccia. Socchiudendo le palpebre per la troppa luce e proteggendosi gli occhi con una mano, guardò il cielo azzurro.
Bellissimo.
Perfetto per quel giorno.
 
***
 
Phibrizio, in piedi in perfetto equilibrio sulla spalla di Regigigas, emerse dalle macerie del tempio. Il suo mantello viola si muoveva al vento e, per quanti granelli di sabbia potessero esserci sul resto della sua uniforme, come al solito era perfetto: sarebbe anche potuta esplodere una bomba, ma quello sarebbe sempre rimasto immacolato. Comunque, la prima cosa che fece il capo dei Cavalieri fu rivolgere l’attenzione ai suoi tre generali, facendogli un cenno affermativo con la testa, che loro sapevano cosa significava. Poi, spostò lo sguardo sul suo pubblico, che con occhi sgranati aspettava trepidante una sua mossa. E dato che lui, l’attore principale, si presentava sul palco solo nell’ultimo atto, per farsi perdonare gli avrebbe regalato un finale spettacolare degno di lui.
-Signore e signori!- esclamò spalancando le braccia, con un sorriso entusiasta e gli occhi che gli brillavano -Vi prego di spegnere i vostri Styler e fare silenzio...-
Non riuscì a finire quella semplice battuta di apertura del copione che, ovviamente, qualcuno lo interruppe. Un’espressione di fastidio balenò sul suo viso. Possibile che ogni volta, ogni singola volta, ci fosse qualcuno pronto a interromperlo?! Forse avrebbe dovuto togliere la parte del “fare silenzio” e sostituirla con qualcosa di diverso, perché a quanto pare la gente trovava un gusto tutto particolare nel fare l’esatto contrario di quello che diceva.
-Mikio...?!-
E chi mai avrebbe potuto pronunciare quel nome?
-Yuuri- constatò semplicemente, un sorrisetto in faccia. Chi altri poteva essere se non lui? La scena si ripeteva -Le vie del destino sono imprevedibili, non trovi? È buffo come, in un modo o nell’altro, le strade delle persone finiscano sempre per incrociarsi- Prima o poi avrebbero dovuto rivedersi, Phibrizio lo sapeva. -Comunque...-
-Dannazione, credevo che fossi morto, Mikio! Morto! Come puoi sorridere così?!- gli urlò il minore degli Hato.
Il sorriso del capo dei Cavalieri, se possibile, si allargò ancora di più udendo quelle parole. -Oh, ma infatti credevi giusto: Mikio è morto da anni, ormai. Io sono Phibrizio- Fece un veloce inchino. -E, non per vantarmi, sono molto migliore di Mikio. Ora ti mostrerò quanto-
-Cosa...?!-
Il ragazzo dai capelli multicolore fece un gesto con la mano e dalle macerie del tempio emersero tre Pokémon colossali. -Saluta i Regi, mio caro Yuuri-
I Ranger sgranarono gli occhi dalla sorpresa e soprattutto dal timore, anche se non l’avrebbero ammesso nemmeno a loro stessi. Però era comprensibile: va bene che non erano pochi di numero, ma già era difficile catturare anche uno solo dei golem leggendari...con quattro come avrebbero fatto?! Senza contare che un pensiero particolarmente insistente continuava a martellargli nella testa.
-Dove sono i membri della Squadra Tre?- chiese Shouri, fallendo nel nascondere una nota di preoccupazione nella sua voce.
Phibrizio parve ricordarsi di loro solo in quel momento e si diede una manata in fronte. -Oh, giusto! Me ne stavo quasi per dimenticare, ti ringrazio per avermelo rammentato! Quei ragazzini, credo proprio che siano stati schiacciati sotto le pietre del tempio, sapete? Cose che capitano- Il suo sorriso si trasformò in un ghigno crudele. -Comunque, voi Ranger non imparate mai, eh? Sempre a mandare dei bambini a completare le missioni più pericolose. Non che mi aspettassi qualcosa di diverso: sono qui proprio per farvene pentire una volta per tutte-
-Tu...sei stato tu a far crollare il tempio! Sei stato tu a...a...- Yuuri non riusciva a trovare le parole per dirlo. O meglio, le aveva già trovate, ma non aveva il coraggio di pronunciarle.
Phibrizio però aveva capito lo stesso dove voleva andare a parare. Roteò gli occhi esasperato. -Com’è che ogni volta vengo accusato, vorrei aggiungere ingiustamente, di qualcosa che non ho commesso? Non è mica colpa mia se quei ragazzini si sono intrufolati nel tempio e sono venuti da me, non li ho mica obbligati. Sono innocente, io, ma va bene: mi assumerò la responsabilità della loro morte, siete contenti? Quindi sì, Yuuri, sono stato io ad ucciderli-
Quest’ultimo strinse i pugni e il suo sguardo, da perso che era, si oscurò. -Hai ragione...Mikio è morto quel giorno di tanti anni fa. Tu non sei lui, non puoi esserlo, perché lui non avrebbe mai e poi mai fatto una cosa del genere. Il Mikio che conoscevo, il mio amico, non sarebbe mai diventato come te!-
Quelle parole lo colpirono, ma non come una pugnalata al petto, al contrario. Sul viso di Phibrizio si dipinse un sorriso, come se fosse davvero felice per ciò che gli era stato detto. -Finalmente qualcuno che se ne rende conto. Meglio tardi che mai! E ora che si è capito, posso riprendere da dove ero stato interrotto. Andiamo, Regigigas-
Ad un movimento piuttosto teatrale della sua mano, il Pokémon colossale lanciò un potente raggio che gli spianò la strada ed iniziò a camminare a passi lenti in direzione del mare.
-Fermo! Phibrizio!- gridò Yuuri, tendendo una mano verso di lui come se effettivamente potesse servire a qualcosa. L’avrebbe anche seguito, se un’altra creatura non gliel’avesse impedito mettendosi in mezzo. Regirock. I restanti due Regi lo affiancarono. In quel momento i tre generali, prima lontani, si avvicinarono di corsa e si fecero trasportare sulle spalle dei golem leggendari da questi ultimi. Si voltarono verso Phibrizio e si scambiarono uno sguardo d’intesa: il capo dei Cavalieri aveva riposto la sua fiducia in loro e loro non l’avrebbero tradita.
Poi Sora, seduto sulla roccia in cima al braccio di Regirock, spostò la sua attenzione sui Ranger e sorrise divertito. -Dovrete sconfiggere prima noi, se volete proseguire-
-La domanda, a questo proposito, è: ne sarete in grado?- chiese Tyra, in equilibrio sulla spalla di Registeel.
-Io non credo- rispose Drake, appoggiato a Regice.
 
La tempesta era giunta.
 
***
 
Nella città di Vien, in cui di solito c’era un’atmosfera tranquilla e rilassante, quel giorno si respirava aria di bufera. I membri del Centro Ranger, ad eccezione di Elena e dell’operatrice che erano rimaste alla base, si trovavano fuori per fare delle specie di pattugliamenti nelle varie zone che circondavano il borgo. All’improvviso, la terra tremò e ci furono delle scosse telluriche di grande intensità, che fecero impazzire i Pokémon dalla paura. Forse si sarebbero anche tranquillizzati, se la terra avesse smesso di assestarsi abbastanza a lungo, ma le scosse si susseguivano a pochi minuti l’una dall’altra. La storia sembrava ripetersi.
Quando successe, Luana e Darren, che erano insieme, si scambiarono un’occhiata apprensiva. C’era un’unica cosa da fare.
 
Luana accese il suo Styler e fece partire la chiamata.
 
-Qui Brando- Rispose dopo appena pochi secondi e il suo tono sembrava normale, ma c’era una certa urgenza nella sua voce.
-Qui Luana e Darren. Capo, si sono verificati...-
Il leader del Centro Ranger la interruppe prima che potesse terminare la frase. -Terremoto e scosse varie. Lo so. Anche Ilario me l’ha detto, quando mi ha chiamato giusto qualche minuto fa, e pure qui da me stanno iniziando a verificarsi le stesse cose. Al momento sono in collegamento con la Federazione, ma sembra che eventi simili stiano accadendo in tutta la regione, quindi non possiamo fare altro che mantenere la calma e cercare di tranquillizzare i Pokémon, per quanto questo sia possibile-
-Ricevuto- disse Luana, che, benché tentasse di non darlo troppo a vedere, era un po’ preoccupata. Ma d’altronde, chi non lo sarebbe stato, in una situazione del genere?
-Vi ricontatterò io non appena ci saranno ulteriori sviluppi-
-Va bene, capo-
Chiusa la comunicazione, Luana e Darren si scambiarono un cenno d’intesa e, schiena contro schiena, fecero schizzare fuori i dischi di cattura. Non sapevano cosa sarebbe successo, ma almeno erano insieme e non l’avrebbero dovuto affrontare da soli.
 
Alla Federazione, invece, gli Assistenti erano impegnati a rispondere alle chiamate che stavano ricevendo in continuazione dai Ranger di ogni parte di Almia, per non dire che stavano quasi impazzendo nel farlo. Scosse e terremoti si stavano verificando letteralmente ovunque, non c’era area che facesse eccezione, ed era difficilissimo tenere la situazione sotto almeno un minimo di controllo.
Il professor Frenesio camminava avanti e indietro, il bastone che produceva un rumore sul pavimento ad ogni suo passo e lo sguardo perso nei suoi pensieri. Inutile dirlo, era preoccupato per i Ranger che erano andati al Tempio Hippowdon e in particolare per i ragazzi della Squadra Tre. Stava cominciando a credere che fosse stata una cattiva, pessima idea permettergli di fronteggiare un tale pericolo: non avrebbe dovuto farlo, avrebbe dovuto impedirglielo in qualsiasi modo. Invece, aveva acconsentito. Perché? La risposta gli arrivò sottoforma di ricordo, come un’illuminazione. Perché gliel’avevano promesso. Avevano giurato che sarebbero tornati tutti, sani e salvi. E lui doveva aggrapparsi a quelle parole, anche se per uno studioso come lui erano meglio solide e inconfutabili certezze scientifiche. Ci doveva credere e l’avrebbe fatto, perché se c’era qualcosa di cui era davvero sicuro era che si fidava di quei giovani.
 
***
 
Leo aprì le palpebre di scatto, gli occhi sbarrati, respirando affannosamente come se avesse appena avuto un incubo tremendo, cosa peraltro non poi così lontana dalla verità. Il suo cuore pompava ad una velocità tale che sembrava avesse finito di correre una maratona e ci impiegò un po’ prima di far tornare i battiti ad un ritmo abbastanza normale, che almeno non gli facesse rischiare di avere un infarto cardiaco da un momento all’altro. Il suo respiro si stava di nuovo regolarizzando, quando un pensiero improvviso gli balenò nella mente con la forza di un fulmine. “Luna!” Nel momento in cui si mise a cercarla, gli occhi che saettavano ansiosi da una parte all’altra, realizzò di essere sdraiato per terra e di trovarsi in quella che pareva una sottospecie di...grotta? Possibile? In ogni caso, ad un certo punto vide la sorella, relativamente vicina a lui, e la raggiunse trascinandosi per terra. Era svenuta. Si puntellò su un gomito e la scosse leggermente per una spalla.
-Luna...- bisbigliò, una nota di inquietudine nella sua voce. La gemella respirava, ma lui era comunque preoccupato -Luna...!-
Per fortuna, dopo pochi secondi lei strizzò gli occhi e socchiuse le palpebre, guardandolo confusa. -Leo...?-
Lui fece un piccolo sorriso di sollievo e i suoi muscoli si rilassarono impercettibilmente. Stava per dire qualcosa, quando una creatura di grandi dimensioni lo investì e lo fece finire disteso per terra, schiacciandolo sotto il suo peso. Il ragazzo la guardò. “Turtwig!” fu il suo pensiero istintivo, ma non era lui e sgranò gli occhi.
-Turtwig...ti sei evoluto- disse Luna, con un misto di sorpresa e felicità nella voce, a cui Grotle rispose con un verso contento di approvazione.
-Ma cosa...- iniziò Leo, interrompendosi però a metà frase. Non troppo lontani da lui, i suoi amici di cui fino a quel momento non aveva notato la presenza, troppo preoccupato per sua sorella, si svegliarono a loro volta, tirandosi a sedere e cercando di capire cos’era successo, uno sguardo confuso sui loro visi. Soprattutto, come diavolo erano riusciti a non essere schiacciati sotto le pietre del tempio? Non era mica una cosa da poco. Solo in quel momento, inoltre, Leo realizzò una cosa che avrebbe dovuto essere immediata: ci vedeva e ci vedeva pure piuttosto bene, nonostante si trovassero all’interno di quella che sembrava una grotta e il soffitto lasciasse filtrare solo qualche raggio di sole, decisamente non abbastanza per rischiarare tutto così bene. No, l’illuminazione proveniva da un’altra fonte di luce. Più precisamente, dalle fiamme presenti sul corpo di un Pokémon, che Tsukiko stava fissando con occhi sgranati. Un Quilava.
La giovane dagli occhi eterocromi rimase a guardare il suo partner a bocca aperta per qualche istante ancora e poi lo prese fra le sue braccia, felice.
-A quanto pare questa è la giornata delle evoluzioni- disse Candice, incurvando appena gli angoli della bocca all’insù, con un Espeon che stava accanto a lei con atteggiamento protettivo.
E in quel momento, il ricordo di ciò che era accaduto tornò prepotentemente alla memoria dei membri della Squadra Tre. Quando Regigigas aveva distrutto la sala dove si trovavano con una lunga serie di potentissimi raggi, loro avevano evitato di venir schiacciati e sepolti sotto le macerie del tempio solo e soltanto grazie all’aiuto dei loro partner, che avevano utilizzato tutte le loro capacità per salvarli: Turtwig, Cyndaquil e l’Eevee di Candice erano addirittura arrivati ad evolversi.
Un’ombra, però, passò sul viso di Nara, che si oscurò.
Zero lo notò e inclinò la testa in sua direzione. -Nara?-
-Tutto questo non sarebbe dovuto succedere... Cosa abbiamo sbagliato?- Non l’avrebbe ammesso nemmeno a se stessa, ma c’era un tremolio nella sua voce.
Inutile dirlo, il malumore si diffuse fra tutti. Zero si accigliò. -In effetti, Regigigas non avrebbe dovuto essere così forte- Però lo era.
Koito incrociò le braccia al petto. -...abbiamo sottovalutato il nostro nemico- disse dopo qualche secondo -Non ha semplicemente previsto che saremmo venuti qui, ha fatto di meglio. Attaccando dopo il completo risveglio di Regigigas ci avrebbe colti di sorpresa, certo, ma solo per poco e non sarebbe riuscito a sconfiggerci perché ci saremmo organizzati di conseguenza. Invece no, Phibrizio ha seminato indizi per noi ovunque e ha fatto sì che fossimo noi ad andare da lui di nostra spontanea volontà, facendoci credere che fosse tutta una nostra idea. Ha anticipato ogni nostra mossa. In questo modo, era sicuro di potersi liberare di una grande parte di Ranger in una volta sola e di conseguenza vincere-
-Ha calcolato tutto...- mormorò Amber, lo sguardo basso.
Per un tempo che parve infinito, lo sconforto si impossessò dei loro pensieri, prendendo con prepotenza il posto della fiducia che li aveva accompagnati fino a quel momento. Si poteva quasi vedere l’aura nera e opprimente che aleggiava nell’aria.
-Abbiamo sbagliato, sì. Però...- disse Rita ad un certo punto, attirando l’attenzione su di sé -Però possiamo ancora rimediare al nostro errore, anzi, è un nostro dovere farlo. Non è troppo tardi! Possiamo fermare Phibrizio-
-Giusto!- esclamò Lidia, battendosi un pugno sul palmo della mano -Mentre noi ce ne stiamo qui a conversare amabilmente, lui è la fuori a usare i poteri di Regigigas sotto il suo controllo. Di questo passo distruggerà tutto e allora sì che non potremo più rimediare!-
Una subitanea consapevolezza passò sui volti dei compagni. C’era ancora una possibilità.
-Avete ragione- disse Midori, che era rimasta silenziosa tutto quel tempo -I membri delle altre due squadre si sono fidati di noi, così come il professore, a cui abbiamo giurato di tornare tutti sani e salvi. Ce la dobbiamo fare-
Leo annuì. -Sì. E poi...- Sorrise in direzione della gemella. -...non mi piace non mantenere le promesse-
-Concordo- Luna ricambiò il sorriso, per poi diventare mortalmente seria. -Forza, andiamo a sconfiggere quel cattivo da strapazzo-
Gli altri annuirono e si alzarono, con nuova energia e determinazione.
Raggi di luce filtravano da delle crepe. Per prima cosa dovevano uscire da lì. Si scambiarono un’occhiata con i rispettivi partner, che capirono subito cosa gli stavano chiedendo e li aiutarono con le loro mosse speciali. In poco tempo furono fuori.
Non avevano ancora perso.
 
***
 
I Ranger e i Cavalieri avevano ingaggiato un combattimento fra loro, anche se era più uno scontro a senso unico, perché i primi tentavano in tutti i modi di catturare i Pokémon sotto il controllo dei nemici, ma questi ultimi erano fin troppo potenti. Ad un certo punto, sotto gli occhi sgranati di tutti, dalle macerie del tempio emersero una decina di figure accompagnate dai rispettivi partner. I membri della terza squadra.
-Non è possibile...!- mormorò Sora.
I ragazzi approfittarono proprio di quel momento di distrazione per scattare in direzione del mare, dove si vedevano Phibrizio e Regigigas, seguendo la strada che era stata spianata poco prima dal raggio lanciato dal Pokémon colossale.
-Viola! Settimo!- esclamò Midori mentre correva -Il piano non cambia! Ci pensiamo noi!-
I due Top Ranger non fecero in tempo ad aprire bocca per rispondere che Sora si riscosse e concentrò tutta la sua attenzione sui ragazzi appena comparsi. -Non ve lo permetterò! Regirock!- Fece un gesto con la mano e il golem leggendario li attaccò con un potente colpo roccioso, utilizzando le pietre che erano lì vicine. Non sarebbero mai riusciti ad evitarlo in tempo, erano spacciati.
-No!-
Prima che accadesse l’irreparabile, Midori arrestò la sua corsa e si girò, fronteggiando il pericolo direttamente; Snover parve leggerle nel pensiero e fece crescere dal terreno delle piante ricoperte da uno spesso strato di ghiaccio, che si intrecciarono per formare una specie di rete. Non sarebbe servito a nullificare l’attacco, anche se un po’ la giovane ci sperava, ma magari l’avrebbe almeno deviato. Così fu. Quando la rete verde venne squarciata, il colpo venne dirottato da un’altra parte nelle vicinanze e i ragazzi riuscirono ad allontanarsi quanto bastava per essere fuori dalla portata di tiro. Midori, però, non fu così fortunata. Lei, infatti, era rimasta accanto a Snover ed era stata investita in pieno dall’onda d’urto prodotta dalla collisione fra i due attacchi, finendo dritta distesa per terra.
-Midori!-
I giovani stavano per fare marcia indietro e tornare da lei, preoccupati, ma quest’ultima si rialzò con loro grande sorpresa, seppur dolorante. Era ricoperta di ghiaccio e terra dalla testa ai piedi, però sembrava stare piuttosto bene per quello che le era successo. -Non fermatevi e andate avanti! Ci penso io a guardarvi le spalle!-
-Ma Midori...-
-Non c’è tempo per le discussioni. Andate, ho detto!- Senza aspettare una risposta da parte loro, la giovane si girò verso i nemici e accese lo Styler. Poté udire i passi dei ragazzi allontanarsi e fece un respiro profondo.
 
Li avrebbe protetti ad ogni costo.
 
***
 
I dieci ragazzi, più i rispettivi partner, raggiunsero il punto in cui si trovavano Phibrizio e Regigigas, vicino al mare. Quando successe, il capo dei Cavalieri, girato di spalle, ghignò e si voltò verso di loro.
 
-Non avete intenzione di perdervi nemmeno un minuto del mio spettacolo, eh? Non posso biasimarvi: trama avvincente, magnifica sceneggiatura, recitazione eccellente...anch’io se fossi in voi non vorrei perdermi niente di tutto questo. Certo...- In quel momento, il suo sorriso scomparve insieme a ogni traccia di divertimento. -C’è da dire che come pubblico lasciate abbastanza a desiderare, continuate ad agitarvi e fare rumore. Così disturbate gli attori, quindi vi chiedo di fare silenzio o sarò costretto a buttarvi fuori dal teatro-
Un modo carino per dire che non ci avrebbe pensato due volte ad eliminarli definitivamente.
A malincuore, Nara continuò quel discorso assurdo. -Non mi ricordo di aver comprato i biglietti per questo spettacolo. Orribile, fra l’altro-
-Sì, nessuno di noi rammenta di averlo mai fatto- aggiunse Zero.
-Appunto. Ve l’ho perfino offerto gratis-
Koito accese il suo Styler, venendo imitato dai compagni. Li avevano ricaricati con l’aiuto di un gruppo di Magneton che avevano trovato sulla strada e ora potevano di nuovo combattere. -Nessuno dovrebbe essere costretto a fare cose che vanno contro la propria volontà-
Phibrizio fece una smorfia. -Che pubblico difficile. Difficile e ingrato- Interrompendo quella che si stava pericolosamente avviando a diventare una commedia, esclamò: -Regigigas, attacca!- La storia si ripeteva. Si ripete sempre.
Tuttavia, a volte finisce in maniera diversa.
Le sette macchie a occhio si accesero di blu e il Pokémon colossale lanciò un potente raggio in direzione del gruppo di ragazzi, che però questa volta erano preparati a quell’attacco e lo evitarono in tempo buttandosi ai lati. I loro dischi di cattura schizzarono fuori. Non erano riusciti a catturare la creatura leggendaria alla prima, ma ci avrebbero continuato a provare finché non ce l’avrebbero fatta. Dopotutto, erano lì per quello. Degli anelli concentrici cominciarono a crearsi attorno al capo dei Regi. Quest’ultimo tentò di distruggere i dischi di cattura colpendoli con delle manate, schiacciandoli sotto i piedi ricoperti di muschio e lanciando potenti raggi, ma i dieci Ranger, anche se molto giovani, in qualche modo furono sempre in grado di schivare gli attacchi all’ultimo e continuare con quello che stavano facendo. Inoltre, non bisogna dimenticare che Regigigas era uno solo e, per quanto fosse forte, tenere sott’occhio dieci dischetti che non smettevano di girargli intorno a tutta velocità non era per niente facile. Andando avanti così forse sarebbero effettivamente riusciti a catturarlo, se non fosse stato per Phibrizio, che non aveva la minima intenzione di permetterglielo.
Ad un certo punto, il capo dei Cavalieri decise che era giunto il momento anche per lui di fare qualcosa. Saltò giù dalla spalla del Pokémon colossale e atterrò con grazia al suolo, senza quasi sollevare la sabbia da terra. In quel momento tutto parve fermarsi e perfino i giovani Ranger si immobilizzarono, come paralizzati. Quello che fece era l’ultima cosa che si sarebbero mai aspettati: accese a sua volta lo Styler modificato che portava al braccio e il disco di cattura schizzò fuori. Le parole del professor Frenesio gli riecheggiarono nella mente: “Sarebbe divenuto un buon Ranger, se soltanto avesse voluto”. Magari non era un Ranger, ma di certo lo era stato. Forse addirittura il migliore. L’espressione concentrata, in appena qualche secondo catturò tutti i Pokémon selvatici che si trovavano per loro sfortuna nei dintorni e che poi lo affiancarono. I dieci ragazzi non poterono impedirsi di restare a bocca aperta davanti a tanta bravura. Solo in quell’istante realizzarono che non l’avevano mai davvero visto all’opera fino ad ora e che, non meno importante, non avevano mai combattuto contro un Ranger, o meglio qualcuno che lo era stato, che aveva le loro stesse abilità, se non perfino superiori. Da solo stava tenendo testa a tutti loro: per quanto ancora avrebbero potuto resistere?
Phibrizio ghignò divertito. -Vediamo come ve la cavate adesso-
Ad un movimento della sua mano, tutti i Pokémon che erano sotto il suo controllo attaccarono i giovani Ranger, che non poterono fare altro che lasciar perdere Regigigas e concentrarsi sulle creature selvatiche.
-Aaah, ragazzi, cosa facciamo? Sono troppi!- disse Lidia, circondata da un gruppetto di Cacnea che tentavano di pungerla con le spine affilate che avevano sulle braccia facendole oscillare.
-Manteniamo la calma e concentriamoci sulla cattura!-
-Candy ha ragione!- esclamò Tsukiko, che schiena contro schiena con l’amica stava facendo tornare come prima i Pokémon catturati da Phibrizio -Possiamo farcela!-
Lidia fece un respiro profondo e cercò di trasmettere i propri sentimenti di amicizia a quelle creature. Dopo poco arrivò anche Rita a darle una mano e insieme riuscirono nell’intento.
In qualche minuto, i giovani Ranger fecero tornare normali tutti i Pokémon, che non persero tempo prezioso e fuggirono lontano dalla vista, terrorizzati all’idea di venir controllati di nuovo da qualcuno contro la loro volontà.
Luna si voltò in direzione di Phibrizio, l’espressione mortalmente seria. -Ora tocca a te-
A quelle parole, il capo dei Cavalieri scoppiò in una risata, che si trasformò in un ghigno quando si fu affievolita. Inclinò la testa da un lato, divertito. -Oh, io non credo proprio. Lo ammetto, siete stati bravi a catturare quelle creature così velocemente, ma mi aspettavo che sarebbe successo. Niente di sorprendente: dopotutto siete Ranger, è il vostro lavoro. Se non ne foste stati in grado, avreste dovuto appendere la divisa al chiodo. Comunque, non riuscirete mai a sconfiggermi-
-Vogliamo scommettere?- disse Leo.
-Per voi non ci sono possibilità di vittoria, perché io...- Sorrise. -...io ho degli alleati che voi non potete battere in modo alcuno-
-Cosa?-
Con un movimento fulmineo, accese per la seconda volta il suo Styler e il disco di cattura schizzò fuori, approfittando della momentanea distrazione dei ragazzi e dirigendosi a tutta velocità verso uno degli unici Pokémon che erano ancora presenti. Quando i giovani Ranger realizzarono cosa stava succedendo, era ormai troppo tardi.
-Grotle...Grotle, no!-
Leo corse dal suo amico, ma quest’ultimo lo spedì a terra con un colpo della sua coda, togliendogli il fiato dai polmoni. Si girò, rivelando i suoi occhi spenti: era sotto il controllo di Phibrizio, i cui lineamenti del viso erano distorti in un’espressione di cattiveria pura.
-Leo!-
Luna si precipitò dal fratello, il quale per fortuna si stava già tirando su nonostante i forti colpi di tosse, e lo aiutò ad alzarsi, facendosi passare il braccio del gemello dietro le spalle e sostenendolo. I due guardarono il capo dei Cavalieri: nei loro occhi c’era così tanto odio che il verde delle loro iridi sembrava veleno mortale. Se gli sguardi avessero potuto uccidere, Phibrizio a quell’ora sarebbe stato solo un brutto ricordo.
-Che paura...guardate, ho i brividi- commentò quest’ultimo, portandosi melodrammaticamente il dorso della mano alla fronte.
-Come...come hai potuto fare una cosa del genere!- urlò Amber al colmo della rabbia, affiancando i gemelli -Come hai potuto!-
Il capo dei Cavalieri sorrise da sotto la mano e i suoi occhi scintillarono di malvagità. -Oh, per caso non hai visto bene? Guarda, ho fatto così!-
Lo Styler ancora acceso, il disco di cattura si diresse questa volta verso Shinx, che arretrò terrorizzato. Tentò di eseguire un attacco elettrico, ma non riuscì nemmeno a sfiorare il bersaglio, che si spostava fin troppo rapidamente. Amber si parò davanti a lui per proteggerlo in qualche modo, però fu tutto inutile: anche Shinx finì sotto il controllo di Phibrizio e la ragazza dovette allontanarsi dal partner per non essere attaccata da lui.
-Shinx...!- Si sentiva le lacrime agli occhi, aveva voglia di piangere.
Nara stava per esplodere dalla collera. -Basta, liberali subito!-
Il capo dei Cavalieri annuì concorde. -Potrei farlo, sì...ma non ne ho voglia- Sorrise e diede inizio alla cattura degli otto partner rimanenti. I ragazzi tentarono di impedire che questo accadesse, fallendo. D’altronde, come avrebbero potuto fermare qualcuno che era stato un Ranger, qualcuno come loro? Dopo poco, tutti i Pokémon compagni finirono sotto il controllo di Phibrizio. -Come vi dicevo, ho dei fortissimi alleati: mi chiedo, come farete a sconfiggere i vostri amici? Che poi tanto amici non devono essere, se li ho catturati con tanta facilità-
Sui volti dei ragazzi c’era la desolazione, come se non avessero più la forza di combattere oppure non potessero più farlo. Dopotutto, la risposta a quella domanda era ovvia: non avrebbero mai e poi mai potuto sconfiggerli, perché tenevano troppo a loro per fargli del male o anche solo rischiare di fare una cosa simile. Avevano...perso?
-No!-
Quando sembravano ormai sul punto di arrendersi a quella che pareva un’inevitabile sconfitta, una voce si levò fra le altre.
Luna fece un passo in avanti, i pugni chiusi. -Mi rifiuto di pensare che i nostri legami di amicizia siano deboli! Sono più forti di ogni altra cosa, anche del tuo controllo, e ora te lo dimostrerò!- Accese il suo Styler riparato da poco e il disco di cattura schizzò fuori, dirigendosi verso Misdreavus. Anelli concentrici cominciarono a crearsi attorno alla sua preziosa partner affinché potesse trasmetterle i suoi sentimenti di amicizia, che erano fortissimi nonostante il relativo poco tempo da cui si conoscevano. Il braccio che era rimasto ferito non era ancora guarito del tutto e le faceva male, ma era disposta a stringere i denti e sopportare il dolore se significava riavere indietro la sua compagna. Quest’ultima provò a colpire il Disco con i suoi attacchi più volte, però Luna li evitò tutti e il suo Styler non subì danni. Alla fine, i suoi sforzi vennero ampiamente ripagati: Misdreavus venne liberata dal controllo del capo dei Cavalieri e, dopo essersi guardata un po’ intorno per capire cos’era successo, volò fra le braccia della partner che la stava aspettando. La ragazza dagli occhi verdi sorrise alla sua compagna, sollevata e felice di averla di nuovo al suo fianco, per poi lanciare un’occhiata gelida a un incredulo Phibrizio. Era raro vederlo con un’espressione del genere sul volto.
-Non è possibile...- mormorò.
-Su, non fare quella faccia sorpresa, è possibilissimo- Fu il turno di Luna di ghignare, mentre Misdreavus, sempre fra le sue braccia, gli fece una pernacchia e ridacchiò. Dopodiché sciolsero la stretta e la ragazza dagli occhi verdi si rivolse agli amici, determinata a liberare tutti i Pokémon partner. -Ragazzi! Adesso dobbiamo a pensare agli altri!-
Leo fu il primo a riscuotersi. -Giusto!-
Fianco a fianco, i due gemelli diedero inizio alla cattura insieme e dopo poco riuscirono a togliere anche Grotle al controllo di Phibrizio. Styler alla mano, i compagni li imitarono e in tempo zero tutti i loro partner furono di nuovo al loro fianco.
Il giovane dai capelli multicolore sembrava sinceramente sconvolto.
-Non è possibile...!- ripeté -Non è possibile che siate stati in grado di catturare quelle creature quando l’avevo già fatto io!- Si portò una mano sul viso. -Come...-
Inaspettatamente fu Zero a parlare. -Luna ha detto bene: il nostro legame di amicizia e affetto con i nostri Pokémon è indissolubile e tu non puoi soffocarlo- disse intanto che, accucciato per terra, accarezzava la testolina di Shieldon, per poi alzarsi.
Lo sguardo di Phibrizio si oscurò. -I legami con i Pokémon semplicemente non esistono, non possono instaurarsi- I suoi occhi rimasero a fissare il vuoto per qualche istante, ma poi si riscosse e tornò il se stesso di sempre. Un sorriso si dipinse sul suo viso. -Oh, beh, pazienza. Non riuscirete lo stesso a sconfiggermi- Saltò sulla mano che Regigigas aveva abbassato per lui e la usò come ascensore per tornare in equilibrio sulla sua spalla. -Lo spettacolo continua!- declamò, compiendo un ampio movimento con il braccio che fece sventolare il mantello.
I giovani Ranger si prepararono a quello che si prospettava essere un ulteriore combattimento e non vennero delusi. La creatura leggendaria attaccò di nuovo, con colpi perfino più forti e veloci di prima, e i ragazzi ebbero improvvisamente delle difficoltà a evitarli. Ogni volta che riuscivano a creare degli anelli attorno al Pokémon colossale, quest’ultimo colpiva il disco di cattura e li interrompeva, procurando di conseguenza danni ai loro Styler. Il capo dei Regi era molto più potente, ma loro non si sarebbero mai arresi. Dopo un po’ si abituarono ai suoi attacchi e iniziarono a schivarli, subendo sempre meno danni; anelli concentrici ripresero a crearsi attorno al Pokémon, trasmettendo sentimenti d’amicizia. Sarebbero riusciti a farlo ragionare. Di sicuro.
 
-Ok, il tempo dei giochi è finito. Ora si passa alle cose serie-
 
Ovviamente, però, Phibrizio doveva rovinare tutto. Come al solito.
Ad un movimento della sua mano, Regigigas colpì il suolo con un piede, creando delle crepe sul terreno e lanciò dei potentissimi raggi da entrambe le mani direttamente contro i giovani Ranger, creando una nube di polvere, così che non potessero più dare fastidio. L’avevano già ostacolato abbastanza, interferendo molteplici volte con il suo piano perfetto.
Il ragazzo dai capelli multicolore sorrise soddisfatto: non c’era modo che fossero sopravvissuti a un attacco del genere. Stava per girarsi verso il mare e riprendere quello che stava facendo prima di essere così scortesemente interrotto, quando udì un rumore proveniente dal punto in cui i raggi del Pokémon colossale avevano colpito. Gli occhi sgranati, si voltò e vide qualcosa a cui non avrebbe mai voluto credere.
La nube si diradò e lasciò intravedere le figure dei giovani Ranger che si stagliavano davanti a lui. Avanzarono fuori dalla nuvola di polvere e il capo dei Cavalieri poté percepire chiaramente la sua maschera incrinarsi. Cos’era, un incubo? Erano ricoperti da sabbia e terra dalla testa ai piedi, ma nonostante tutto avevano ancora quegli sguardi schifosamente determinati stampati in faccia, come se volessero dire che non importava quante volte cadevano, si sarebbero sempre rialzati. Un incubo, sì. Doveva esserlo per forza. Ora si sarebbe svegliato e avrebbe scoperto con sollievo di essere nel suo letto, nel suo palazzo da conquistatore del mondo.
-Com’è possibile...?! Siete sempre in mezzo alle scatole! Sempre! Si può sapere cosa deve fare un povero cattivo come me per portare a termine il suo piano malvagio?! Decidetevi a morire una buona volta! Fate finta, almeno!-
-È tutto merito dei Pokémon se siamo riusciti a sopravvivere all’attacco di Regigigas. I nostri compagni ci hanno salvato di nuovo- disse Tsukiko guardando con affetto Quilava, per poi spostare lo sguardo eterocromo su Phibrizio, sguardo che era più minaccioso che mai -Ma tu non potresti mai capire una cosa simile. Del resto, i legami con i Pokémon per te non esistono, giusto?- aggiunse gelida.
Nella sua rabbia, il capo dei Cavalieri si ritrovò a sorridere. -Esatto. Quelle creature sono solo strumenti che dobbiamo controllare, nient’altro-
-Ed è una convinzione del genere che ti porterà alla rovina- commentò lei seria.
-Non credo proprio-
Regigigas attaccò di nuovo, ancora e ancora, in un circolo che sembrava senza fine, ma i giovani Ranger furono svelti a schivare tutti i suoi colpi. Cominciarono a creare degli anelli concentrici attorno al Pokémon colossale con i dischi di cattura per trasmettergli i loro sentimenti di amicizia e poi successe una cosa che nessuno si sarebbe mai aspettato: la creatura leggendaria iniziò a ribellarsi al controllo di Phibrizio, agitandosi e non facendo ciò che gli veniva detto. Erano rimasti tutti stupiti, però sui volti dei giovani Ranger la sorpresa venne presto sostituita dalla speranza: quella era la migliore possibilità di vittoria avuta fino a quel momento e forse anche l’ultima. Non dovevano lasciarsela sfuggire per nessuna ragione.
-Ora, ragazzi!- esclamò Nara.
-Sì!-
Concentrati al massimo, utilizzarono il loro asso nella manica: avvicinarono i dieci Dischi e unirono le loro linee di cattura in una sola, fondendo così anche i loro sentimenti. A quel punto, niente e nessuno avrebbe più potuto fermarli, perché insieme erano troppo forti. Anelli concentrici si crearono attorno a Regigigas, in modo talmente rapido da non poter essere seguito con gli occhi, e alla fine riuscirono nel loro intento. Il Pokémon colossale smise di attaccare e sembrò calmarsi. I giovani Ranger stavano per rilassarsi e tirare un sospiro di sollievo, quando le sette macchie a occhio sul suo corpo arsero di un rosso acceso e sollevò una mano. I ragazzi erano nel panico: avevano abbassato la guardia e non erano pronti per alcun tipo di attacco. Mille domande gli affollavano la mente. Cosa avrebbero dovuto fare?! All’improvviso, il movimento di Regigigas li strappò violentemente ai loro pensieri, ma la manata della creatura leggendaria non arrivò mai da loro, perché colpì Phibrizio, che ebbe giusto il tempo di sgranare gli occhi e proteggersi con le braccia prima di essere scagliato contro un albero e rotolare a terra. Dopodiché, il Pokémon colossale guardò degli increduli Ranger e le macchie a occhio cambiarono colore, diventando di una gradazione più tenue.
-Grazie- disse una voce gentile.
-L’avete sentito anche voi?- chiese Amber, sfiorandosi l’orecchio.
-Sì, deve essere...Regigigas?- suppose Candice.
-Esatto- rispose il Pokémon leggendario, che era capace di comunicare telepaticamente -Avete la mia eterna gratitudine, Ranger-
Lidia sorrise. -Non c’è di che-
-Addio- La creatura colossale fece quello che sembrava un segno di saluto e si incamminò lentamente verso il tempio. I ragazzi, da lontano, videro che anche i tre golem rimanenti abbandonarono la battaglia per seguire il loro capo. Dove si sarebbero diretti in seguito? I giovani Ranger non lo sapevano.
-È finita- mormorò Rita in un soffio, con un’improvvisa consapevolezza, guardando sorridente il cielo azzurro libero dalle nuvole.
-È finita... È finita davvero!- ripeté Lidia entusiasta, scrollando con forza la spalla di un’altrettanto felice Amber.
-Sì! Sì!-
-Ce l’abbiamo fatta!- esclamò Zero tirando un pugno in aria -Eh Nara, ce l’abbiamo fatta!-
Lei roteò gli occhi, ma fallì miseramente nel nascondere il sorriso felice che le era spuntato sulla faccia.
Leo e Koito si batterono il cinque, mentre Tsukiko al colmo della gioia abbracciò Luna prendendola in contropiede, per poi sciogliere la stretta con un tossicchio imbarazzato e far scoppiare a ridere Candice.
Ci erano riusciti sul serio, insieme avevano vinto.
Purtroppo, la loro felicità venne guastata da Phibrizio, che si era già incredibilmente ripreso ed era inginocchiato a terra, le braccia abbandonate in grembo. Anche se ciocche di capelli multicolore gli erano andate davanti alla faccia, era ovvio che fosse sconvolto, sconvolto in una maniera in cui nessuno mai l’aveva visto; i suoi occhi chiari erano spenti, come se all’improvviso avessero perso tutta la loro luce: erano fissi davanti a lui, però in realtà non stavano più vedendo niente. Il futuro gli era appena stato strappato via da davanti, benché ci fosse così vicino, talmente vicino da poterlo sfiorare con la punta delle dita. Ancora un passo e l’avrebbe potuto toccare, solo un altro e l’avrebbe potuto afferrare. Così vicino, ma ormai irrimediabilmente lontano. Talmente lontano da essere inesistente.
-Ho...perso? Sono stato sconfitto? Io? Non è possibile...come è potuto succedere? Ho calcolato tutto, tutto! Ogni minima cosa! Anche la più piccola, anche la più insignificante in apparenza! Tutto! Io ho...ho... Perché...?- disse senza rivolgersi davvero a qualcuno, parlando fra sé e sé. Si prese la testa con una mano, come per sforzarsi di pensare e trovare delle risposte.
In quel momento, una rabbia repressa montò dentro al petto di Leo, che si avvicinò a grandi falcate al giovane dai capelli multicolore e lo prese letteralmente per il bavero con una mano, obbligandolo a tirarsi in piedi. Gli amici non avevano avuto il tempo materiale per fermarlo, però non erano poi così sicuri che se lo avessero avuto avrebbero fatto qualcosa.
Il ragazzo dagli occhi verdi, che in quel momento sembravano un distillato di veleno, guardò con odio puro Phibrizio. -Smettila di piangere su te stesso! Smettila! Dopo tutta la sofferenza e tutto il dolore che hai causato, dopo tutte le vite che hai messo in pericolo...tu non ne hai il diritto, perciò piantala subito!- Fece dei respiri profondi per recuperare il fiato che aveva perso, per poi continuare su un tono calmo quanto estremamente pericoloso. -Devi pagare per tutti i crimini che hai commesso e te lo giuro, non puoi nemmeno immaginare quanto vorrei farti provare tutto ciò che ho provato io, qui e ora...-
Koito fece un passo in avanti per fare qualcosa, anche se non sapeva cosa di preciso, ma Luna, seria, gli mise un braccio davanti per impedirglielo e scosse la testa. “C’è un però” mimò lei con le labbra, leggendo nella mente del gemello.
-Però...- Leo allentò la presa sulla sua maglia. -Però io non sono come te- A quel punto, lo lasciò del tutto. -Non voglio esserlo e non lo sarò mai-
Il ragazzo dagli occhi verdi arretrò e si girò, per tornare al fianco della sorella. In quel momento, gli altri tirarono un sospiro di sollievo, riprendendo a respirare dopo che avevano trattenuto il fiato senza rendersene conto.
-Hai perso, Phibrizio- disse Amber -È finita anche per te-
-Non vedo l’ora che ti mettano due bei braccialetti d’argento ai polsi- commentò Nara mettendosi le mani sui fianchi. Tsukiko annuì concorde.
-No...non mi lascerò catturare- replicò il giovane dai capelli multicolore. In qualche modo era riuscito a mettere insieme un sorriso, raccogliendo pezzettini della sua maschera, e ora glielo stava mostrando -Non sono mica un Pokémon. Ho perso, è una realtà immutabile. È stata solo colpa mia: ho fatto degli imperdonabili errori di calcolo. Tuttavia, non mi catturerete mai-
-Follia- fu il giudizio di Koito.
-E comunque quella battuta sui Pokémon era orribile- aggiunse Lidia.
-Adoro le cose folli- ribatté Phibrizio calmo, come se avesse appena preso una decisione importante.
Davanti a quell’atteggiamento restarono tutti interdetti: non pareva nemmeno più lui. Non si accorsero nemmeno del fatto che, dal tempio, stavano arrivando coloro che fino a poco tempo prima stavano combattendo vicino al santuario.
Il ragazzo dagli occhi azzurri si voltò all’improvviso, ma invece di provare a scappare come magari si sarebbero aspettati si diresse verso la scogliera che dava sul mare. Nessuno tentò di fermarlo: d’altronde, da lì non poteva andare da nessuna parte...giusto?
-A quanto pare, è venuto il momento pure per l’attore principale di uscire di scena. Tutti presto o tardi lo devono fare, volenti o nolenti, anche se desidererebbero recitare sul palco solo per un altro po’- disse. Dopodiché, fece una cosa che nessuno si sarebbe mai aspettato: si slacciò il suo adorato mantello, che cadde a terra e per la prima volta si impolverò, per poi girarsi verso i giovani eroi -Che si chiuda il sipario, lo spettacolo è terminato- Fece un inchino da consumato attore e sorrise al suo pubblico.
-Addio, Ranger-
 
Fu in quel momento che accadde l’irreparabile e nessuno poté fare niente per evitarlo, perché era ormai troppo tardi.
Phibrizio fece un passo indietro e si lasciò cadere nel vuoto.
E avete presente quando si dice che la vita vi scorre davanti agli occhi? Ecco, fu esattamente ciò che successe a lui in quei pochi secondi.
L’ultima cosa che vide fu il cielo. Quel giorno, come tutti i giorni, era bellissimo. Gli dispiaceva non poterlo ammirare mai più.
Poi, venne inghiottito dai flutti.
 
 
Spazio dell’autrice
E vissero più o meno tutti felici e contenti. Fine. No, scherzo. Questa storia si dovrebbe concludere - quasi non ci credo! - fra quattro capitoli, epilogo incluso. Mi dispiace davvero tanto aver aggiornato dopo così tanto tempo - non voglio nemmeno scoprire da quanti secoli è che non lo facevo - , ma mi farò perdonare! I prossimi due capitoli, infatti, sono già pronti e li pubblicherò uno sabato prossimo e l’altro il sabato dopo! Parlando di questo, invece, cosa ne pensate? Vi è piaciuto? È lunghetto - più di quanto avrebbe dovuto essere, in realtà - e succedono un po’ di cose: ammetto che volevo pubblicarlo da un sacco. Non vedo l’ora di leggere i vostri pareri, sono davvero troppo curiosa!
Grazie mille a tutte le persone che continuano a seguire questa storia, grazie davvero!
A sabato prossimo, con quella che spero sarà una sorpresa!
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: DolceZeref