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Autore: Carmaux_95    06/07/2019    8 recensioni
1970
-Rog, mi annoio!- in tutta risposta Roger gli schiaffò in faccia, facendolo sussultare per lo spavento e la botta, il libro di estetica che era rimasto fino a quel momento aperto e abbandonato sulla schiena del batterista. Fred lo scostò con un gesto, osservando di sottecchi l'amico. -Le prove sono fra un'ora... non possiamo andare prima?- domandò poi, abbandonando l'idea di vendicarsi.
Lo sguardo inflessibile di Roger fu sufficiente a fargli capire che la risposta era un secco “no!”.
Si arricciò i capelli fra le dita per qualche minuto prima di parlare di nuovo: -Giochiamo a scarabeo?-
Roger, alzando gli occhi al cielo, ritenne che i gesti sarebbero stati più espliciti e meno aperti ad interpretazioni rispetto alle parole: continuando a scrivere, con una gamba spinse Fred con tanta forza da buttarlo giù dal letto, facendolo atterrare sul pavimento con un tonfo sordo.
I capelli arruffati di Fred spuntarono dal bordo del letto insieme ai suoi occhi socchiusi con il fare minaccioso di chi, ora, stava progettando la peggior vendetta che il cervello potesse elucubrare.
*TERZA CLASSIFICATA al contest “Music is my best disaster” indetto da Soul_Shine sul forum di EFP*
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brian May, Freddie Mercury, John Deacon, Roger Taylor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PARTE DUE

John per poco non versò il caffè quando Fred inveì contro di lui per impedirgli di bere: -NO! Quello è di Roger! Vedi?- gli indicò una “R” scritta a penna sul bordo del bicchiere di cartone per poi recapitarlo al legittimo proprietario.

-Scusa, non avevo visto...- sussurrò il bassista asciugandosi le dita sulle quali era caduta qualche goccia di caffè a causa dello spavento.

-Lo sai che lui lo vuole zuccherato da far schifo. Questo è il tuo.- e con un sorriso rincuorante il maggiore gli diede in mano un altro bicchiere, su cui faceva capolino una piccola “J” con un fronzolo simile ad un cuoricino. -E questo è tuo.- concluse consegnando il quarto bicchiere nelle mani di Brian, che lo osservò divertito:

-Li hai avvelenati?-

Fred scoppiò a ridere: -Mi piace essere preciso e che le cose siano fatte a modo mio.- bevve un sorso e si avviò al pianoforte. -Forza, tesori miei, al lavoro!-

Stavano provando da poco più di mezz'ora quando Brian fece segno ai compagni di fermarsi: -Stai andando troppo veloce, Rog: la canzone è più lenta.-

Il batterista annuì mordendosi il labbro inferiore ma un momento prima che riprendessero a suonare, fece a sua volta un cenno per interrompere: doveva accordare di nuovo uno dei tamburi, i cui tiranti si erano allentati.

Brian annuì: l'attenzione con cui si dedicava all'accordatura era uno dei motivi che lo avevano convinto, quando ancora suonava con Tim, di aver trovato il batterista perfetto.

Fred non sembrò apprezzare allo stesso modo quella dedizione: -Ti sbrighi?-

-Non farmi fretta! Se i tiranti non tirano la pelle non vibra e la batteria non suona come dovrebbe suonare!- esclamò tutto d'un fiato, la voce un po' più alta del normale, per poi passarsi una mano sul viso ed esalare un sospiro profondo.

John corrugò la fronte guardandolo ma non disse niente, mentre Brian, dal canto suo, decise di anticipare Freddie prima che potesse dire altro: -Prenditi il tempo che ti serve.-

Scampata la litigata, le prove ricominciarono.

Per un minuto:

-Stai suonando esattamente come prima, Rog!-

Secondo John quel ritmo un po' più accelerato non era male ma di nuovo non aprì bocca: preferiva non farsi notare, tenere tutto per sé e rimanere in silenzio. Dopotutto lui era quello nuovo e non aveva contribuito alla composizione di nessuna di quelle canzoni che stavano provando da qualche settimana a quella parte, quindi non sentiva di poter accampare alcun diritto sulla modalità della loro esecuzione.

-È troppo lenta come volete suonarla voi!- esclamò Roger allargando le braccia. La voce di nuovo più acuta del solito.

-Non è troppo lenta: è giusta.-

-No! Non è giusta! Non possiamo rallentarla così tanto!- sbottò di nuovo, infervorandosi e alzandosi dalla propria postazione per raggiungere gli altri tre.

Fred non fece in tempo a formulare il suggerimento che aveva in mente: -Se provassi a...-

-Dio! È inquietante da quanto è lenta! E voi volete rallentarla ancora di più?!- espirò rumorosamente, passandosi di nuovo un braccio sulla fronte, come per detergerla dal sudore.

Eppure non avevano suonato ancora nulla che avesse un ritmo tanto sostenuto da giustificare un affanno simile: era proprio questo il motivo della litigata.

Brian cercò di giustificare la sua composizione ad uno già spazientito Roger che, le mani appoggiate sui fianchi, respirava rapidamente, quasi faticosamente. Quando anche Freddie intervenne dandogli man forte, il batterista si girò su sé stesso, dileguandoli con un gestaccio: -Sempre la stessa storia! Suonate sempre così! Io giuro che... e va bene: vi seguo! Che cazzo, però!- e si lasciò andare ad un verso frustrato stropicciandosi il viso con le mani, facendole poi scivolare sulla fronte, le guance, il collo e alla fine sulla nuca, dove le usò come temporaneo elastico per raccogliere i propri capelli.

John, umettandosi le labbra, si fece un po' meno timoroso: -Ti senti bene?-

-Sì, io... datemi solo un secondo che mi riprendo.- dichiarò Roger incerto e allungò una mano verso il tavolino per recuperare e bere l'ultimo sorso del proprio caffè, ma Brian fu veloce e lo prese per un braccio per sfilargli il bicchiere dalle mani:

-Io non credo che aggiungere altra caffeina sia la soluzione ideale, considerando che...- il chitarrista si bloccò, focalizzandosi improvvisamente sul braccio dell'amico: la sua pelle quasi scottava al tatto e solo ora che ci prestava attenzione si accorse di quanto fosse paonazzo in viso. -Ma... hai la febbre?-

-No... ho solo...- prima che potesse concludere, Brian gli tastò la fronte con una mano, solo per confermare per la seconda volta che era rovente.

-Scotti!-

-Ho... ho solo... caldo!-

-No, Rog: bruci di febbre! Dovevi dircelo: ci saremmo fermati.-

-Ma non ho la febbre!- urlò scansando la mano di Brian dalla propria fronte e diventando ancora più rosso in viso.

-Hai il fiatone...- si intromise John, dopo aver appoggiato il basso sulla rastrelliera apposita.

Di nuovo, Brian fu rapido nei movimenti e fece scivolare la presa dal braccio fino al polso, tenendo d'occhio il passare dei secondi sul proprio orologio.

-Oh, dai, Bri! Non c'è bisogno di contare i battiti!- lo avrebbe scacciato nuovamente se non avesse dovuto tentare di asciugare con la propria maglietta nuovi rigagnoli di sudore che cominciavano a bagnargli persino i capelli, motivo per cui prima aveva tentato di raccoglierli. John si affrettò a recuperare dal proprio borsone un asciugamano e a darlo in mano a Roger prima che torturasse nuovamente quella povera maglietta ormai macchiata in più punti.

Più i secondi passavano più la fronte di Brian si corrucciava: -Centottanta...- decretò infine.

-Quanti?!- gridò il batterista, la faccia immersa nell'asciugamano.

-Questo non è normale... ma che hai fatto?-

-Niente! Ho bevuto il caffè...-

-No... la caffeina non può avere questo effetto.- biascicò John.

Roger si stava ancora asciugando la nuca e le lunghe ciocche, ora di un biondo scuro e bagnato, con quel morbido asciugamano quando alzò lo sguardo allucinato per incontrare quello di Freddie, le braccia incrociate sul petto e uno sguardo curiosamente divertito stampato in viso.

Si rese improvvisamente conto di quanto fosse stato silenzioso in quegli ultimi minuti: non aveva spiccicato parola, né di preoccupazione né di presa in giro: non era da lui.

Non era affatto da lui!

A meno che...

non sapesse esattamente cosa stava succedendo...

-Cosa mi hai fatto?!- lo sguardo ancora più abbacinato, la voce gli uscì stridula, al contrario di quella di Freddie, tranquilla e perfettamente controllata:

-Io?- si strinse nelle spalle, come se non fosse già sufficientemente palese che stava mentendo. -Niente.-

-Bugiardo!!!- ruggì Roger.

Se Brian si stava già prodigando per farlo ragionare, dicendogli che non poteva incolpare Fred senza motivo solo perché non capiva cosa stesse succedendo, John dal canto suo ispezionò silenziosamente lo sguardo del cantante e arrivò alla stessa conclusione di Roger.

Freddie non si accorse subito di essere osservato da quegli occhi nocciola. Quando, per nascondere al coinquilino una risatina sommessa, si girò nella direzione del bassista, quest'ultimo inclinò la testa, invitandolo ad una confessione. Fred si morse le labbra ma, alla fine, sotto quello sguardo insistente, infilò una mano in tasca tirandone fuori un foglio ripiegato su sé stesso: consegnò quella prova incriminante del suo operato proprio nelle mani del piccolo John che, quando lo spiegò, riconobbe la scrittura di Roger.

Cercando di non perdersi nelle criniere di due leoncini che affermavano di chiamarsi proprio “Roger” e “John”, fece scorrere gli occhi sulle prime righe di quella pagina e sulle parole chiave, scritte in stampatello: sembrava una semplice pagina di appunti.

Di colpo impennò le sopracciglia:

-Gli hai somministrato uno psicofarmaco?!- esclamò incredulo attirando l'attenzione di Brian.

-Erano meno di venti milligrammi di anfetamina...-

-Potevi fargli venire un infarto!-

-Era una dose da farmacia.- lo rassicurò Fred scuotendo la testa. -A nessuno è mai venuto un infarto per una dose così piccola: ho chiesto al farmacista e ho letto il foglio illustrativo prima di mettergliela nel caffè!-

-Fred!- lo rimproverò Brian alzando la voce.

-Volevo solo farlo agitare un po'.- si “difese” il maggiore scrollando le spalle. -Come potevo immaginare che si sarebbe trasformato in un pazzo sudato e con il respiro ansante di un pervertito?-

-Ci sono delle ragioni se non si somministra uno psicostimolante ad un iperattivo!-

-Non hai letto i suoi appunti fino alla fine... vero?- indagò John.

-Ho letto! “A livello del sistema nervoso centrale l'assunzione di anfetamine permette di ridurre la percezione della fatica”- cominciò, citando il frutto di ore di lavoro e studio del futuro biologo. -“incrementano l'attenzione e la concentrazione e il soggetto si sente euforico”. O qualcosa del genere. Era questo che volevo: Roger che suona come un dannato ridendo come un coglione! Mi sarei fatto qualche risata e fine della storia! Era una vendetta in buona fede.-

-Non funziona così, Fred!!!- Brian dovette stringere la presa sulle braccia di Roger, per impedirgli di sgusciargli fra le mani e gettarsi al collo di Fred per strangolarlo.

John abbassò gli occhi su quella povera relazione di chimica: -Tachicardia, aumento della pressione arteriosa, incremento del ritmo della respirazione... aumento del metabolismo basale, variazioni dei meccanismi di termoregolazione e ipertermia fino a temperature di 39 gradi...-

Sì, al momento Roger stava sperimentando tutti i possibili effetti collaterali che lui stesso aveva descritto con tanta minuzia. Diligenza che, a giudicare dallo sguardo improvvisamente sgranato e colpevole di Fred, era passata inosservata alla sua prima e svogliata lettura.

-Quanto durano gli effetti?- domandò Brian, ancora non del tutto sicuro che lasciare andare Roger fosse una buona idea, per quanto potesse capire il suo stato d'animo.

John lesse di nuovo: -Se ingerita... fra le cinque e le sei ore.-

L'astrofisico fulminò con lo sguardo il cantante che, imbarazzato, si portò una mano alla nuca: -... ops...-


 


 


 


 

Angolino autrice:

Buona sera!

Vi avevo avvertito di non aspettarvi niente di serio! :-P e infatti ecco qui la seconda parte di questa storiella idiota! XD Storia per la quale ho dovuto spiegare come mai nella mia cronologia comparissero ricerche come “formula chimica dell'anfetamina” o “effetti a breve termine della metanfetamina”. Non mi drogo mamma, stai tranquilla!
E non la sto producendo in un camper fuori da casa con l'aiuto di un vecchio professore di chimica del liceo...

Ora posso finalmente giustificare anche la scelta del titolo! Si tratta di uno sciocco gioco di parole: l'anfetamina è chiamata anche Speed, mentre “Need for Speed” è un videogioco motoristico in cui lo “scopo” è correre ad alta velocità su più piste con differenti tipi di macchine (soprattutto supercar), motivo per cui si adattava bene al personaggio di Roger ^^

Inoltre, fino agli anni Settanta, le anfetamine erano davvero vendute liberamente in farmacia come tonici (cosa che ovviamente favorì l'abuso, motivo per cui – e due – ora non la vendono più...), antidepressivi e anoressizzanti.

La questione della canzone con un ritmo troppo lento fa riferimento a questo “litigio” (https://www.youtube.com/watch?v=vayg9bDYxqc) in cui Roger, con quel vocino che si ritrova, cerca di far valere la sua opinione, mentre Fred si diverte (forse un po' troppo...), cosa che si adattava bene alla situazione creata in questo capitolo! XD

Guardate un po' quanto mi impegno a trovare idiozie su idiozie quando invece dovrei studiare! 'XD

Non aggiungo altro! ^^

Ringrazio tutti voi che avete letto, recensito, seguito e ricordato questa storia!!! GRAZIE MILLE <3

A dopodomani con la terza e penultima parte!

Un bacione enorme!

Carmaux

  
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