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Autore: Quebec    06/07/2019    1 recensioni
Netrom Morten, un Bretone Negromante, scopre il cadavere di una donna dissanguata vicino la città di Skingrad. Conoscendo personalmente il Conte Janus Hassildor, spera di trovare il colpevole, ma dietro quella sua curiosità si cela ben altro...
Genere: Avventura, Fantasy, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cacciatori di vampiri
 
 
Il Conte Janus Hassildor offrì a Netrom Morten di dormire in una delle camere del Castello, ma il Bretone preferì affittare una stanza alla locanda di Skingrad. 

"Non preoccupatevi." Disse Netrom Morten. "Non voglio approfittare della vostra amicizia."

"Ma voi non l'ho avete mai fatto." Rispose il Conte Janus. "Siete l'unico, nella mia lunghissima vita, che si è comportato sempre con onore nei miei confronti. La vostra lealtà non ha eguali, Netrom."

"E' così anche la vostra amicizia. Mi avete salvato da un branco di vampiri assettati di sangue. Ero così stupido e ingenuo ai tempi" Sospirò, scuotendo il capo "Senza di voi, adesso sarei un cumulo di ossa sparse chissà dove."

"Non dovete ringraziarmi." Il Conte Janus si alzò dal trono. "Vi ho visti lottare contro undici Vampiri insieme, e ucciderne quattro. Voi vi sottovalutate." Gli fece un sorriso, che ad altri poteva apparire inquietante.

"Ma voi avete ucciso il resto dei Vampiri come fossero Granchi del fango."

"Sono un Vampiro, Netrom." Disse il Conte Janus Hassildor, guardandolo con quei penetranti occhi rosso fuoco. "Un Vampiro molto potente rispetto a quelle canaglie. Quegli esseri sono come Troll!" Il tono della sua voce divenne più aggressivo. "Non pensano e agiscono d'istinto, proprio come loro. Vogliono dissanguare qualsiasi essere vivente senza distinzione. Sono una macchia  indelebile per gli Antichi Vampiri!"

"Si dice che Skingrad è rinominata per la presenza costante di Vampiri. E' tutto vero?" Chiese Netrom Morten per curiosità. In verità aveva sentito queste storie fuori dalle mura di Skingrad, come se volessero screditare la sicurezza della città.

"E' tutta una farsa, Netrom." Il Conte Janus gli diede le spalle. "Skingrad è un caposaldo dell'ordine e della giustizia. Le altre città di Cyrodiil mettono in giro voci per macchiare il mio operato. Cercano di infangare tutto quello che ho fatto."

"Quindi è tutta una bugia? Sono invidiosi di voi?"

"Sono frustrati, Netrom." Disse il Conte Janus, voltandosi verso il Bretone. "Sono inutili umani pieni di risentimento e frustrazione. Non sanno risolvere i loro problemi, e cercano in tutti i modi di inabissare i mie sforzi, le mie vittorie, le mie capacità. A me non importa del loro fasullo giudizio. Il mio popolo mi ama. Acclama gioioso il mio nome. Sono felici della loro vita, e della sicurezza che infondo a Skingrad. Chiedete in giro e avrete le vostre risposte." Si avvicinò quasi a ridosso di Netrom Morten. "Ma voi non avete bisogno di questo. Mi conoscete meglio di chiunque altro. Voi non mettete mai in dubbio chi sono e come opero." Fece un freddo sorriso pallido.

Netrom Morten si congedò dal Conte Janus e uscì dalla porta maestra del Castello. Erano le otto di sera. Nel cielo tempestato di stelle, tre lune illuminavano l'oscurità scesa sulla terra. Il Bretone proseguì lungo il ponte di pietra che collegava l'altra estremità della collina con il Castello, con ai lati dieci fuochi che ardevano su delle torce sempre accese. Sotto di esso vi era un burrone alto cento piedi o più. Raramente la gente camminava su per la collina per raggiungere il Castello. Ero un luogo assai inquietante e spettrale visto dalle case di Skingrad, sopratutto quando vi era una leggera nebbia in serata. Nella strade di Skingrad, Netrom Morten vide gente rincasare, andare a bere alle due locande della città, chiacchierare vicino alla Cattedrale, mentre guardie cittadine con aria minacciosa perlustravano vicoli e porte d'accesso nei vari distretti. Nella locanda in cui entrò, vi era molta gente con boccali di birra pieni fino all'orlo. Le cose qui non erano molto diverse da fuori, fatta eccezioni per le guardie cittadine assenti. Delle candele illuminavano la sala su candelabri e su pali di ferro poste negli angoli. Vi era una piccola stanza con una panca e due librerie. Al secondo livello vi erano le stanze che potevano essere affittate per venti septim. Vi era anche un seminterrato, ma era occupato da  mesi o anni da uno eccentrico alchimista. La locanda era un posto carino ed ospitale. Netrom Morten si avvicinò a Erina Jeranus, un Imperiale proprietaria della locanda. Aveva un viso ovale, dolce e delicato con grandi occhi marroni. Portava i capelli biondo cenere raccolti alti a Chignon. Indossava un farsetto di broccato verde, un indumento di seta verde e scarpe di velluto verde.

"Erina, come vanno gli affari?" Esordì Netrom Morten, mentre si sedeva sullo sgabello e metteva i gomiti sul bancone. Poi posò la testa del Bastone Magico Paralizzante contro il bancone.

"Netrom Morten! Da quanto tempo." Rispose Erina con un felice sorriso. "Pensavo fossi morto." Ridacchiò per un breve momento. Pareva che la donna Imperiale avesse un debole per l'anziano Bretone.

Netrom Morten scosse la testa, accennando un lieve sorriso.

"Sai com'è." Continuò Erina. "La gente parla e molte volte inventa storie. Onestamente, non ho mai creduto alla tua morte. Sei troppo cocciuto per morire." Sorrise.

"Raccontami come sarei morto?" Rispose Netrom Morten con curiosità.

"Sbranato da un Leone di Montagna, un Orso e un Troll, mentre si contendevano avidamente il tuo cadavere." Sbuffò la donna Imperiale in un sorriso.

"Magari qualcuno potrà scriverci un racconto al riguardo."

"Ma con un altro protagonista, spero."

"Non sarebbe male essere ricordato come colui che venne conteso e sbranato da tre creature." Netrom Morten tirò su con il naso.

"Ti dovrebbero odiare, e non credo che sia nella loro natura odiare."

"Ma uccidere sì." 

Erina rise.

Cinque strani stranieri entrarono nella locanda, indossando armature in pelle, in acciaio e in ferro e portando spadoni, asce da battaglia e martelli di guerra legati dietro la schiena. Alla loro entrata tutta la gente si ammutolì, distogliendo lo sguardo. I cinque camminarono per i tavoli, tra sguardi sospetti e impauriti della gente. Quando arrivarono al bancone, Erina andò verso loro. Netrom Morten li guardò di sottecchi.

"Salve, sono Erina Jeranus." Disse Erina cortesemente. "Sono la proprietaria della locanda. Posso esservi utile? Volete rinfrescarvi il palato?"

Un Elfo scuro dagli occhi rossi, viso ovale e guance scavate, capelli neri a cresta e con addosso l'armatura di acciaio, fece un passo avanti. Aveva uno spadone d'argento legato dietro la schiena. "Idromele per i miei compagni." Prese una borsa piena di danari e li posò sul bancone. "E delle stanze da affittare." Il suo volto era serio, impassibile.

Erina prese a contare le monete, e quando ebbe finito disse: "Potete restare per un mese. Con cosa pagate l'idromele?"

L'elfo scuro si voltò verso i suoi compagni.

Un orco si fece avanti. Aveva piccoli occhi scuri distanziati, una mascella imponente ed era completamente calvo. Indossava un armatura di ferro, su di un massiccio fisico. Legato dietro la schiena un martello di guerra d'argento. "Con questi!" Grugnì, buttando rozzamente sul bancone una borsa di Septim.

Erina fece un sorriso e contò i Septim. 

Netrom Morten aveva notato che i cinque forestieri avevano solo armi d'argento. E queste armi, in un gruppo del genere, le tenevano solo i Cacciatori di Vampiri. "Il Conte Janus aveva ragione." Pensò. "Avranno saputo della donna dissanguata e sono venuto fin qui per eliminare i Vampiri. Ma chi l'avrà chiamati? Chi li pagherà?" Domande a cui il Bretone non aveva risposte. "Alle primi luci avviserò il Conte Janus."

I Cacciatori di Vampiri si erano seduti attorno a un tavolo rotondo, bevendo idromele. Tutti avevano preso la medesima bevanda, e tutti avevano poi chiesto un piatto con pomodori, patate, porri, lattughe e un anguria. Solo l'orco si fece portare due pagnotte di pane. Bevvero e mangiarono in totale silenzio, scambiandosi solo occhiate fugaci. L'orco grugniva mentre mangiava, e non si capiva se era per il cibo o per il suo modo di respirare. Gli altri della compagnia erano un Argoniano, un Bretone, e un Imperiale. Tutto con lo stesso stomaco affamato e la voglia di scolarsi Idromele per tutta la notte o quasi. Dopo un po' la gente non fece più caso a loro.

Erano le due di mattina. Le persone erano tutte tornate alle loro case, mentre Erina chiudeva a chiave la locanda. Netrom Morten rimase un po' con lei, scambiando quattro chiacchiere. I Cacciatori di Vampiri erano andati a dormire nelle loro camere, e solo l'elfo scuro era rimasto seduto vicino al fuoco del camino, leggendo un libro. Erina si congedò dal Bretone per andare a riposarsi per poi aprire la locanda verso le otto di mattina. Netrom Morten che non aveva mangiato e bevuto niente quella sera, andò a sedersi anche lui vicino al camino, con il Bastone Magico Paralizzante sulle gambe. La sua intenzione era quella di attirare l'attenzione dell'elfo scuro con il suo Bastone. E fu così.

L'elfo scuro dapprima lo scrutò serio, con occhi privi d'espressione, poi gli disse: "Sei un Necromante?"

"Sono solo un vecchio con un bastone." Rispose Netrom Morten con un lieve sorriso.
L'elfo scuro lo fisso inespressivo. "Ed anche un bugiardo."

Il Bretone fu spiazzato da quella risposta diretta e veritiera. 

"Sei un Necromante." Continuò l'elfo scuro, senza levargli gli occhi di dosso. "Perché hai un Bastone Magico?"

"E' solo un inutile bastone di passeggio." Netrom Morten sfiorò il legno del Bastone con le dita.

"Chiaramente non vuoi dirmi la verità." L'elfo scuro serrò gli occhi. "Hai a che fare con i Vampiri che hanno dissanguato la donna fuori dalle mure di Skingrad?"

Netrom Morten rimase sorpreso da quella domanda. "In verità l'ho trovata io. La Guardia Cittadina non mi ha creduto all'inizio, ma se la voce è giunta fino alle tue orecchie, vuole dire che la gente ha parlato."

"Quindi tu sei il vecchio che è stato imprigionato?"

"Per errore in realtà."

"Sei fuggito dalla tua cella o ti hanno fatto uscire?"

"Perché mi stai facendo tutte queste domande?"

"Semplice curiosità."

"Io non credo."

"A me non importa cosa tu credi." L'elfo scuro aggrottò la fronte. "E' morta una giovane donna, qui. Voglio scoprire chi sono i colpevoli."

"Beh, credo che tu sappia già chi sono i colpevoli."

"Vampiri!" Disse l'elfo scuro quasi in un piacevole e sprezzante sussurro, ma il suo sguardo rimase gelido. "Skingrad è circondata da Vampiri. Metà popolazione potrebbero essere Vampira, in realtà?"

"Non credo tu dica sul serio." Netrom Morten si lasciò scappare una brevissima risata.

"Pensi che sia uno stupido?" Ringhiò l'elfo scuro, ma solo il suo tono di voce era minaccioso. Il suo viso rimase come sempre di pietra.

"Certamente, no." Rispose il Bretone. "Chiedo venia, se vi offeso."

"Sai cosa credo, vecchio?" Disse l'elfo scuro. "Che tu voglia sapere cosa ci faccio qui."

"Me l'hai appena detto. Sei qui per trovare e uccidere i Vampiri."

"Vuoi sapere chi mi manda, chi mi paga. Non è vero?"

"Non sono affari miei."

"Se fosse così, non avresti usato il tuo Bastone Magico per attirare la mia attenzione."

"Non è mia intenzione, credetemi."

"Oh, sì che lo è. Da quando siamo qui, non hai fatto altro che spiarci. Ma ti dirò questo." Il tono di voce dell'elfo scuro diventò più cupo. "Skingrad è la città dei Vampiri. E' famosa per questo. Sapete, in passato ci sono stati molti scontri tra Vampiri e Cacciatori di Vampiri nei paraggi della città. Una volta vinceva il male, una volta il bene. Ma negli anni, il male si è amalgamato con il bene. Si è evoluto. Ora è arduo distinguere un volto amico, da un nemico, mi capite?"

"Credo di sì." Rispose Netrom Metron, confuso.

"Negli ultimi vent'anni" L'elfo oscuro proseguì il racconto, ignorando la risposta del Bretone. Almeno in apparenza. "I Cacciatori di Vampiri sono giunti raramente da queste parti. Però, le attività dei Vampiri aumentavano a dismisura, finché misteriosamente cessavano. Chi veniva diceva di aver trovato Vampiri uccisi nelle Grotte, nelle strade, nei boschi, ovunque insomma. Ma chi era questo misterioso eroe che li uccideva? Era qualche Cacciatore di vampiri?"

"Non ti seguo. Cosa vuoi dire?" Il Bretone era più confuso di prima.

"Che forse c'è un Vampiro che uccide altri Vampiri. Qualcuno non disposto a convivere con altri della sua razza. Qualcuno... Che vuole restare nell'ombra." L'elfo oscuro accennò un sorriso, ma era difficile individuarlo in quella glaciale faccia.

"Mmmh, parli di qualcuno in particolare?" 

"Forse si, forse no. Per ora ho parlato troppo."

"Beh, è solo una chiacchiera davanti a un caldo camino."

"Certamente," L'elfo scuro si alzò dalla sedia, guardando dritto negli occhi Netrom Morten. "Necromante." e andò via.


 
   
 
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