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Autore: Giulia K Monroe    26/07/2009    6 recensioni
E se Harry Potter avesse avuto una sorella minore?
E se Sirius Black non fosse stato catturato e portato ad Azkaban?
Cosa sarebbe successo alla storia più amata di tutti i tempi? Scopritelo leggendo!
***
All'improvviso lo sguardo opaco, grigio metallo sporco, si accese. Luminoso e carico di rabbioso odio, si riversò su quello della ragazza, che trasalì spaventata.
Alexis fece per indietreggiare, ma lui non glielo permise: lasciata scivolare la mano da sotto le sue, le aveva artigliato le spalle con una presa tanto violenta da farla gemere per il dolore; l'aveva quindi trascinata contro l'armadio e l'aveva sbattuta furibondo contro lo specchio, facendole mancare il respiro.
«Perché non ti sei fidata di me?!» ruggì Draco e alzò il braccio con una mossa così repentina che lei, per un attimo, temette che stesse per colpirla; lui invece scaraventò il pugno al di sopra della sua spalla e il suo viso venne sfiorato solo dall'aria smossa: le nocche pallide avevano cozzato con lo specchio al quale era poggiata, incrinandolo.

[IN FASE DI REVISIONE]
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Harry Potter, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: Harry/Ginny, Lucius/Narcissa, Ron/Hermione
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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Salve a tutti!

Eccovi il diciassettesimo capitolo!
Avete visto, questa volta son stata veloce, ma non preoccupatevi, il capitolo è lungo lo stesso! Ben 18 pagine word, posso dire di essere soddisfatta di me questa volta ^____^
Bhe, finalmente, dopo tanta attesa, ecco il capitolo che porta il nome ‘Uno scontro bagnato dal tramonto’, godetevelo!
Vorrei annunciare che, salvo cambiamenti che spero di non dover apportare, ho uno schema preciso di tutti i capitoli futuri e in tutto dovrebbero essere 45, per cui non preoccupatevi, avrete ancora molto da leggere xD
Inoltre, vorrei dedicare questo capitolo alla mia gemellina Michela, che ha cominciato a seguire questa storia e mi aiuta con gli errori e con i capitoli ed è, quindi, diventata la mia Beta Reader!

Gemy, questo capitolo è tutto per te, ti voglio un bene infinito! *_____*
Grazie per tutto!
Soprattutto per vederti Harry Potter 800 volte insieme a me xD

Beh, spero che il capitolo vi piaccia e, come al solito, mi farebbe un’enorme piacere sapere che ne pensate!
Rendetemi felice*________*

Un bacione e buona lettura!

Ada Wong



SPAZIO PUBBLICITA’

Ancora una volta, ci tengo a pubblicizzare il mio forum personale, all’interno del quale troverete tante informazioni su questa fic e sulle altre che sto scrivendo!
Inoltre, ci sono disegni, lavori grafici e altro ancora, proprio su questa fic!
Se siete curiosi, fateci un salto e lasciatemi un salutino^^

Ancient Rose [Ada Wong Portfolio]

Grazie anticipatamente a tutti coloro che verranno a trovarmi!^___^








~Un Particolare In Più~






























[See the devil on the doorstep now
Telling everybody
Oh just how to live their lives
]




Un altro mese era passato ormai, e anche Ottobre era arrivato alla sua fine, pronto a lasciare il posto al freddo inverno, che avrebbe abbracciato malevolo le mura di Hogwarts, senza però riuscire a penetrarle.
I giorni, nella scuola di magia e stregoneria più famosa del mondo, erano passati in modo sereno, ma anche abbastanza strano, soprattutto per Alexandra Black.
Subito dopo il giorno dell’ ‘incidente’ con le oche, era venuta a sapere che le cinque ragazze – tranne ovviamente Pansy Parkinson – erano state trovate accasciate in varie parti del castello e la loro memoria, era stata totalmente cancellata. Fortunatamente l’incantesimo non era partito da mani adulte, quindi per Silente e per gli altri insegnanti, ristabilire l’ordine era stato facile e le quattro oche avevano riacquistato i loro ricordi. Tuttavia, non si erano azzardate ad avvicinarsi neanche più di un passo alla piccola Black. L’unica che, ancora, le lanciava occhiate di gelido odio, era Pansy, ma, per il momento, si era limitata solo a quello.
I rapporti con suo fratello andavano a gonfie vele e, almeno una volta alla settimana, si incontravano sotto la grande Quercia in riva al Lago Nero, dove staccavano la spina e si limitavano a rilassarsi, felici di poter stare insieme – anche se, purtroppo, le motivazioni erano ben diverse. Harry, da quel lontano giorno in corridoio, non aveva più cercato di baciarla o di avere altri strani approcci con lei, però, a volte, il modo in cui la guardava, la metteva un po’ a disagio. Ma andava avanti, cercando di ignorare quelle occhiate profonde e sviando sempre il discorso, prima ancora che avesse la possibilità di nascere. E, fino ad allora, tutto era sembrato procedere per il meglio.
Con Draco, invece, era tutta un’altra storia. La loro ‘relazione’ –se poi, davvero così poteva essere definita- non era ufficiale, nè agli altri, nè tanto meno a loro. Continuavano a comportarsi come sempre: un battibecco di qua, una tortura maliziosa di là, un bacetto a fior di labbra strappato nei corridoi, una carezza di sfuggita ad una guancia o ai capelli, e tanti complici scambi di sguardi.
Alexis non riusciva a capire se stavano insieme o meno, perché Malfoy Junior non ne faceva mai parola. E lei, non aveva quasi il coraggio di chiederglielo, per non rischiare di rovinare quel rapporto che, tutto sommato, le piaceva.
Come ormai, innegabilmente, le piaceva lui.

E tanto anche.
Le piacevano i suoi capelli fini e platinati, così morbidi al tatto.
Le piaceva la sua pelle bianca e vellutata, sempre perennemente gelida.
Le piacevano i tratti del suo viso, eleganti ed affilati.
Le piacevano i suoi occhi, argento ghiacciato della consistenza di specchi.
Le piaceva la sua bocca, così gentile quando incontrava le sue labbra, morbida ed esperta.
Le piaceva la sua voce, carica di gelida malizia, eppure così deliziosamente bella, che le accarezzava l’udito in modo sublime.
E le piaceva il suo profumo: quel fresco odore di pioggia appena versata, a volte mischiato all’odore della cannella e del cocco delle sue sigarette, che la faceva andare in Paradiso.
Sì, era innegabile ormai che a lei, di Draco Lucius Malfoy, quel piccolo Demonio senza scrupoli, piaceva ogni cosa. E non poteva evitarselo.

Era esattamente il 31 Ottobre, quando accadde il Disastro. Il primo di molti altri.

La scuola era tutta occupata nei preparativi per la festa di Halloween che si sarebbe svolta quella sera, in Sala Grande.
Stranamente, quell’anno non era successo ancora nulla di grave o pericoloso – da ricordare invece, il Troll dell’anno precedente – così, il corpo insegnanti aveva deciso di organizzare una festa per dare un po’ di svago agli studenti.
Per cui, tra sistemazione della Sala Grande, ordini in cucina, scelta di costumi, inviti e fabbricazione di dolci, l’intero corpo studentesco era in visibilio.
E la stessa identica cosa, era anche per le due compagne di stanza Diamond Anne Cherin e Alexandra Walburga Black.
-Hai già deciso da cosa ti travestirai stasera?-
Chiese la prima, mettendo a posto i libri dell’ultima lezione fatta.
Alexis si voltò a guardarla, lasciando perdere il proprio armadio, e storse naso e bocca, in un’espressione poco convinta.
-Veramente no…Tu invece?-
Domandò a sua volta, tornando a riporre la divisa pulita in uno dei cassetti.

-Obviously, my Dear!-
Esclamò entusiasta, mostrandole un abito rosso e bianco.
Alexis corrugò la fronte, piegando il viso su di un lato, per poterlo vedere da un’altra prospettiva.
Era un vestitino corto, a quadretti bianchi e rossi, con un corpetto senza maniche, tutto merlettato, e una gonna pomposa, con tanto di velo a balze sotto, ma talmente corta da poter coprire a malapena il fondoschiena. Sulla gonnellina c’era un grembiulino bianco, con tanto di ciliegie come decorazione. Abbinato al tutto, c’era una lunga mantella rossa, con tanto di cappuccio.
-Che..che cos’è?-
-Il vestito di Cappuccetto Rosso, Darling! Io mi travestirò da lei e Theodore sarà il mio bel lupone cattivo!-
Ghignò Diamond, con una nota maliziosa nella voce e una scintilla sinistra che le accendeva lo sguardo scuro.

Degno di una vera Serpeverde.
Theodore Nott era l’ultima conquista di Diamond: dopo Kain Montague c’erano stati Marcus Flint, Adrian Pucey, Terence Higgs, Chandler Warrington e altri due- di cui Alexandra non ricordava il nome-, ma nessuno era durato più di una settimana.
Ora erano sette giorni pieni che stava con Theo e, a quanto diceva lei, andava tutto benissimo, era decisamente l’uomo della sua vita, lo avrebbe sposato!
Dopo le prime due volte, Alexis aveva smesso di dar peso alle sue parole: diceva così ogni volta che se ne trovava uno nuovo.
-Non è eccitante?!?-
Esclamò la biondina, saltellando sul posto e stringendosi l’abito addosso, quasi abbracciandolo.
Alexis ridacchiò e scosse la testa.
-Sì, suppongo di sì…-
Rispose, chiudendo le ante dell’armadio e lasciandosi cadere, stanca, sul letto.
Diamond le si avvicinò di soppiatto e poi, si accovacciò ai piedi del materasso, con un sorrisino malandrino per niente rassicurante. La punzecchiò su di un braccio, con l’indice.
-Tu invece, ci vai con Dracuccio bello?-
Chiese, con tono pettegolo, aggiungendoci una risatina maliziosa, come ogni volta che si ritrovavano a parlare del bel biondo.
Alexis si voltò a guardarla e, di nuovo, fece una smorfia.
-Non è obbligatorio andarci a coppie, no?-
Rispose, un po’ seccata.
Diamond alzò entrambe le sopracciglia e poi si strinse nelle spalle, punzecchiandola di nuovo.
-Non ti ha invitata, vero?-
Chiese ancora, con voce cantilenante, lasciando penzolare la testa prima da un lato e poi dall’altro.
Alexis si voltò a lanciarle un’occhiataccia e poi si tirò su a sedere, fissando la finestra, oltre la quale, la magia, lasciava intravedere una giornata nuvolosa.
No, in effetti Malfoy non l’aveva invitata alla festa, e la cosa le bruciava un po’.
Si scambiavano baci e carezze, ma non stavano insieme.
Erano complici di occhiate che solo loro potevano vedere e conservare, ma lui non la invitava neanche ad una stupida festa di Halloween.
Non credeva che si vergognasse o desse peso alle insinuazioni di molti, sul lato ‘incestuoso’ della loro relazione, dal momento che lei avrebbe dovuto essere la cugina della madre di Draco.
Ma allora, non capiva cosa c’era che non andava.
E la cosa, la rattristava e la innervosiva allo stesso modo.
Aveva declinato l’invito di molti ragazzi – primo fra tutti quello di Harry – nella speranza che fosse Lui ad invitarla, ma non lo aveva fatto.

Insomma, lei non era una bambolina alla quale dedicare attenzioni di tanto in tanto, e che diamine!
Basta, aveva deciso: appena lo vedeva, lo avrebbe affrontato e gliene avrebbe dette quattro!
Si alzò in piedi, e si diresse verso la porta.
-Non bisogna presentarsi a coppie, per forza.-
Ribadì, prendendo la borsa da sopra il comodino.
-Non abbatterti, piccola Black, vedrai che oggi ti invita!-
Sghignazzò Diamond, alzandosi da terra e prendendo a sua volta la cartella.
Alexis alzò gli occhi al cielo e si strinse nelle spalle, uscendo.

Alla fine, Diamond aveva avuto ragione e Alexandra lo aveva scoperto quel pomeriggio stesso, subito dopo pranzo.
Si trovava nella Sala Studio, con Diamond e, insieme, stavano finendo i compiti di Storia Della Magia. L’intera aula era avvolta nel silenzio e il motivo era principalmente uno: Severus Piton.
Dal momento che, con la festa di Halloween, poco voleva avere a che fare, era stato incaricato di sorvegliare gli studenti che si sarebbero recati lì il pomeriggio, per fare i compiti assegnati.
C’era il pienone, a dire il vero: tutte e quattro le tavolate delle Case erano stranamente occupate.
Al tavolo di Grifondoro c’erano Harry, Ron ed Hermione e, quest’ultima, bisbigliando, stava evidente spiegando qualcosa agli amici. Accanto a loro, Ginny stava svolgendo gli stessi compiti della Black e della Cherin, china su un grosso tomo di Storia Della Magia.
Alexis stava sottolineando una frase importante sulla ‘Rivoluzione dei folleti del 309’, quando le porte della Sala si spalancarono, producendo un gran rumore nel silenzio.
Tutti alzarono la testa e la voltarono verso lo studente che, incurante delle occhiate, avanzava con passo lento e cadenzato, quasi annoiato.
Il professor Piton lo guardò per un lungo istante, prima di voltarsi e continuare a leggere il compito che uno studente di quinto anno gli aveva consegnato in precedenza.

Chi poteva essere, se non Lui?
Draco Malfoy avanzava, scivolando quasi sul pavimento, con il suo passo elegante. I suoi occhi incontrarono subito la figura che lo interessava, intenta a scribacchiare distratta su di una pergamena. Gli si avvicinò, silenzioso come un gatto, prima di sbattere la mano aperta sul tavolo, giusto accanto a lei, facendola sobbalzare e costringendola a prestargli attenzione.
Alexis si voltò lentamente, per ritrovarsi il viso mozzafiato dell’ultimo erede dei Malfoy a pochi centimetri dal suo, che la guardava con quella serietà spaventosa, che la faceva sentire quasi nuda. Se ci aggiungete anche il fatto che tutti gli occhi erano puntati spudoratamente su di loro, troverete comprensibile il fatto che la piccola Potter desiderasse sparire sotto terra, risucchiata da sabbie mobili improvvisate.
Il biondino la fissò per un lungo momento, che non dovette durare più di qualche secondo scarso, ma che a lei sembrò una vera e propria eternità.
-Black: tu e io andiamo alla festa insieme stasera.-
Proferì repentorio, con una voce che non ammetteva repliche.

Non era un invito, nè una gentile richiesta: era un ordine.
Alexis lo guardò dal basso, e boccheggiò: Dio, sbagliava o oggi il suo profumo era più buono del solito?
Draco la fermò prima che potesse proferire anche solo ‘A’.
-Non è una domanda, Black. Per cui non accetto un no come risposta.-
La informò, e ghignò malizioso, prendendole una ciocca di capelli e portandosela sotto il naso. Prese un lungo respiro, imprimendosi nelle narici quel buonissimo odore di albicocca che aveva sempre indosso. Poi gliela ripose con delicatezza dietro l’orecchio, lasciandole una carezza sulla guancia, che fece rabbrividire lei e sospirare tante altre ragazze nella stanza.
Si avvicinò di più al suo viso, tanto che le punte dei loro nasi si sfiorarono.
-Ah: se hai già un cavaliere per il ballo, disdici. Se ha da ridire, mandalo da me, Tiger e Goyle saranno felici di…aiutarlo a comprendere.-
Sibilò le ultime parole con cattiveria, mentre si bagnava, maliziosamente, le labbra con la punta della lingua. Rimase ad osservarle la bocca, con bramosia, ma non la sfiorò neanche, allontanandosi subito dopo.
Alexis lo guardava imbambolata, troppo occupata a controllare i battiti del suo cuore per spiccicare parola.
-A stasera allora.-
La salutò con semplicità, voltandosi e ripercorrendo tutta la Sala, senza badare alla moltitudine di occhi che lo fissavano.
Poi, quando si trovava sulla soglia della porta si voltò e la fissò di nuovo.
-Ah, quasi dimenticavo: il tema di stasera sarà vampiri in maschera, per noi. Il tuo vestito è già nella tua camera.-
E con queste parole, uscì dalla Sala, senza degnare più nessuno di ulteriori attenzioni.
Alexis riprese a respirare solo quando l’ultimo ciuffo di capelli platinati abbandonò la sala, accasciandosi poi sulla sedia, stanca e con il batticuore.

Maledetto Demonio di un Malfoy!
I bisbigli presero tutti intorno a lei, concitati, mentre qualcuno, di tanto in tanto, le lanciava qualche occhiatina indiscreta e lei si sentiva avvampare, desiderando di sparire in quel momento.
Si chinò sui libri e finì di scrivere la frase che aveva sottolineato.
Diamond le si avvicinò maliziosa.
-Uuuuh…Che ti avevo detto?-
Ammiccò, facendole un occhiolino.
Alexis le lanciò un’occhiataccia e sprofondò con il viso nel libro.
Un rumore improvviso fece zittire tutti: questa volta proveniva dalla tavola del Serpeverde.
Pansy Parkinson aveva l’odio dipinto in viso, che le sformava quei lineamenti solitamente eleganti. Si alzò, rifilò un’occhiata carica di rabbia alla Black, e poi uscì di corsa dalla Sala.
E di nuovo, tutti ripresero a parlottare.
‘E’ gelosa, è evidente!’
‘Ma chi si crede di essere quel Malfoy?’
‘Lo odio!’
‘Io lo trovo fantastico…’
‘Beata lei, pagherei tutti i Galeoni del mondo per essere al suo posto…’
‘Ma non erano cugini?’
‘Bhe si sa che i purosangue si sposano tra parenti infondo!’
‘La Parkinson era furiosa.’
‘Quell’Alexandra è proprio strana, però…’
Un nuovo rumore interruppe quei bisbigli fastidiosi: questa volta era stato Harry James Potter a chiudere un libro di scatto e ad uscire dalla Sala.
Un secondo e gli studenti parlottavano di nuovo.
‘Che gli è preso a Harry?’
‘Sarà geloso della Black: ho visto che le ronza sempre intorno!’
‘Sì, certo che è proprio sculata ‘sta qui!’
‘Già, arriva il primo anno e si prende i meglio! Dannata!’
‘Sta a vedere che tra poco pure Zabini le striscerà ai piedi!’
‘Noooo! Il mio Blaisuccio no!’
‘E’ tutto merito del cognome che porta, perché poi non è tutto ‘sto granchè!’
‘Solo il cognome? Perché, le amicizie?’
‘Già, è compagna di stanza della Cherin, chissà quante ne combinano insieme quelle due!’
‘E’ vero! La Cherin ha un ragazzo nuovo ogni settimana, ma come fa?’
Ancora una volta, una botta secca lasciò tutti interdetti. E questa volta, era Alexandra Black a lasciare la Sala, innervosita e con un diavolo per capello.

Ma che andassero tutte all’Inferno quelle oche da strapazzo!

Con passo svelto, Alexis percorreva i corridoi gremiti di gente eccitata per la festa di quella sera. Lei era solo un misto di emozioni contrastanti tra loro: era felice, perché finalmente Draco l’aveva invitata alla festa; ma era anche arrabbiata, per il modo poco gentile che aveva utilizzato e con il quale la trattava sempre; era nervosa, per la serata che le si prospettava davanti; ma aveva anche un diavolo per capello, per colpa di quelle pettegole starnazzanti che, appena succedeva qualcosa, cominciavano a elaborare piccoli scoop, quasi ne avessero strettamente bisogno per vivere.
Lei, invece, aveva solo bisogno di calmarsi e rilassarsi, e c’era solo un posto dove poterlo fare: la Quercia ai piedi del Lago Nero.
Il loro posto.
Ed è proprio lì che, con passo affrettato, si diresse.
Quando arrivò, però, ai piedi della Quercia c’era già qualcuno: sdraiato supino, con le mani intrecciate sullo stomaco, i capelli scarmigliati e gli occhiali storti, sonnecchiava pigramente Harry Potter.
Alexis sorrise nel vedere quella scena, e poi gli si sedette accanto, piano, per non svegliarlo. Rimase ad osservarlo, stupita di scoprire, ogni volta, quante cose aveva in comune con Lily e James.
Ma soprattutto, con lei.
Lo stesso taglio d’ occhi, grandi e un po’ allungati, la stessa curva del naso e il medesimo sorriso, solo che il suo, a volte, era maledettamente più malandrino.
Sperava con tutta se stessa che Harry non si soffermasse mai ad osservarla tanto a lungo come invece era solita fare lei, perché altrimenti, le somiglianze, sarebbero state alquanto evidenti – e anche un po’ ambigue, a dirla tutta.
Il moretto aprì pigramente un occhio, osservando di sottecchi la giovane Black, che si limitò a sorridere, timida.
-Da quanto sei qui?-
Le chiese sbadigliando, e stropicciandosi gli occhi prima di rimettersi dritti gli occhiali.
-Da un po’…-
Ammise lei, mentre si poggiava con la schiena al tronco, subito seguita da lui, che si tirò su a sedere.
-Potevi svegliarmi!-
Si lamentò il giovane e lei si strinse nelle spalle.
-Dormivi così bene…!-
Si giustificò, ridacchiando.
-Non pensavo di trovarti qui, oggi.-
Ammise poi, guardandolo di sottecchi.
-Neanche io, veramente: credevo che fossi occupata con i preparativi per stasera.-
Rispose Harry, con tono duro, accompagnato da una smorfia infastidita.
L’aveva irritato parecchio la patetica scenetta di Malfoy, e si era avviato alla Quercia solo per stare in pace con se stesso, senza pensieri, o altro.
Alexis spostò lo sguardo, fissandolo sull’orizzonte lontano del Lago Nero, dove il sole stava, già, lentamente, calando. Eh sì, le giornate si erano proprio accorciate.
-Non ho molto da fare, veramente. Pare che qualcuno abbia già scelto tutto per me.-
Disse, un po’ scocciata, accompagnando le parole con una smorfia contrariata.
-Dovrò solo mettermi il vestito e truccarmi. Niente che non si possa fare con una buona oretta!-
Si strinse nelle spalle, sospirando.
Harry rimase ad osservarla un po’, poi sbuffò rumorosamente e si prese la testa con una mano, poggiandola sulla fronte, quasi avesse bisogno di sostegno.
-Perché ti fai controllare così a bacchetta da Malfoy, Black? Non ti da fastidio che lui ti tratti come una bambolina di pezza con la quale pulirsi le scarpe di tanto in tanto?-
Sbottò, infuriato, voltandosi a guardarla con espressione rabbiosa, ma controllata.
Lei si limitò a ricambiare lo sguardo, un po’ interdetta.
Le facevano male quelle parole, anche se sapeva che erano dette per gelosia, le facevano male. Forse, perché erano esattamente le stesse che lei, a volte, si formulava nella mente, senza avere davvero la forza – o il coraggio?- di rispondersi.
Boccheggiò appena, senza sapere bene cosa rispondere, ma non ebbe neanche il tempo di farlo.
-Cos’è, ti ha fatto qualche incantesimo o ti minaccia in qualche modo? Perché altrimenti, non riesco proprio a capire perché ti fai trattare in questo modo!-
Alexis si morse il labbro inferiore, mentre Harry le rivolgeva una lunga e profonda occhiata, quasi cercasse di studiarla.
-No…non è assolutamente così, anzi! Devi credermi…-
-E allora?-
-Allora…è un po’ complicato da spiegare, Harry…-
Rispose con tono delicato, abbassando lo sguardo e puntandolo, con innaturale interesse, sulle proprie mani, che si stava torturando in grembo.
-Il tempo non mi manca di certo.-
Rimbeccò secco, incrociando le braccia al petto e inchiodandola con un’occhiata dura.
Alexis deglutì, senza avere la forza per rispondere.
Che pretendeva che gli dicesse?
Non lo sapeva nemmeno lei perché permetteva a Draco di trattarla così – non che, a ben vedere, potesse scegliere.
Forse era perché…
-Ti piace Malfoy?-
Le domandò a bruciapelo e lei alzò il viso di scatto, per incontrare quegli occhi smeraldini, ancora arrabbiati ma evidentemente feriti.
Una morsa dolorosa le strinse il cuore con violenza, lasciandola senza fiato e costringendola, ancora, a boccheggiare.
-N-no..! Cioè, io…Non lo so!-
Balbettò insicura, prendendo a torturarsi una ciocca di capelli che le scendeva morbidamente ad incorniciare il viso.
Harry la guardò per qualche altro secondo, poi spostò lo sguardo sull’orizzonte lontano del Lago Nero e sospirò, stanco. Abbandonò il capo contro il tronco della Quercia e socchiuse gli occhi.
-Lasciamo perdere.-
Disse infine e lei non aggiunse altro, limitandosi ad abbassare lo sguardo e a torturarsi il labbro inferiore.
Stava andando tutto a rotoli, ogni giorno di più.
Ogni volta che i due fratelli sfioravano quell’argomento, finiva sempre peggio.
Per quanto ancora avrebbe dovuto mentire?
Per quanto ancora avrebbe dovuto soffrire e farlo soffrire?
Non ce la faceva più.
Fu Harry a riaprire la conversazione, dopo qualche minuto buono di silenzio, e, questa volta, sia i suoi occhi che la sua voce erano più calmi e gentili.
-Scusa…Non dovrei fare queste scenate di gelosia ogni volta: tu non mi appartieni.-
Proferì, sorridendo mesto.
-Evidentemente essere rifiutato una sola volta non mi è bastato…-
E ridacchiò senza troppa gioia, imbarazzato, mentre portava la mano a scompigliarsi i capelli.
Alexis lo guardò indecisa, poi, di slancio, gli circondò il collo con le braccia, e si strinse a lui, in un abbraccio carico di affetto. Nascose il viso in una spalla del ragazzo, che, colto di sorpresa, non ricambiò subito la stretta. Rimase un po’ così ferma, e solo quando lui le circondò la vita con le braccia, afferrandola con una presa salda e urgente, alzò il viso, quel tanto che le bastava per far si che le loro guance si sfiorassero, in una dolcissima carezza.
- Harry: capirai, te lo prometto…Ma ora non posso parlare, non posso dirti nulla: ti prego.-
Gli sussurrò, prima di metterglisi di fronte, per poterlo guardare in quegli occhi che la osservavano perplessi e preoccupati.
Fece per chiedere il significato di quelle parole, ma lei lo fissò seria e scosse lentamente la testa. Poi, gli lasciò un bacio a fior di labbra sulla fronte, prendendogli il viso tra le mani, prima di sciogliere l’abbraccio.
Harry rimase a fissarla, un po’ imbambolato. Doveva essere arrossito, perché lei ridacchiò allegra, lasciandogli un buffetto su di un braccio per farlo riprendere.
Alla fine, le sorrise di rimando, un po’ malandrino e le si avvicinò pericolosamente al viso.
-Saprò aspettare, Alexandra Black: te lo prometto.-
E, imitandola, le prese il viso tra le mani e le lasciò un bacio leggero sulla fronte, prima di allontarsi e ammiccare in sua direzione.
Lei ridacchiò e poi, si accoccolò accanto a lui, con un sorriso dolcissimo sulle labbra, che gli scaldò il cuore.
-Sono davvero felice di averti conosciuto, Harry…-
Disse, piegando il viso su di un lato e guardandolo dal basso, appoggiata ad una sua spalla. Il moretto la osservò con un sorriso, sempre malandrino, e le sfiorò una guancia con la punta dell’indice.
- Ah sì? E perché mai?-
Domandò sornione, ridacchiando leggermente, pur conoscendo già la risposta.
-Bhe…Mi piace stare con te, mi rende serena. Mi fa stare bene. Mi rende semplicemente, felice…-
Rispose, quasi in un sussurro, come se avesse paura che rivelarlo a voce appena più alta, avrebbe potuto rovinarne il significato che voleva imprimergli.
Sincerità.
Affetto.
Felicità.
-E’ la stessa cosa anche per me…-
Asserì lui, osservandola con un sorriso molto simile al suo.
Questa volta fu il turno di Alexis, di meravigliarsi e fare la sorniona.
-Dici sul serio?-
-Obviously, My Dear!-
Rispose, scimmiottando la Cherin e strappandole una risatina bassa e divertita.
Ridacchiò anche lui, prima di tornare serio e di fissarla con intensità.
Questa volta, però, era un’intensità diversa dal solito.
Non era la stessa che poteva scorgere anche negli occhi di Draco Malfoy.
Sembrava quasi…fraterna.
-No, seriamente. Quando sto insieme a te, riesco a dimenticare ogni problema…Ultimamente mi capita spesso di essere triste, ma tutto sembra sparire di fronte al tuo sguardo…Aspetto questi piccoli attimi rubati dei pomeriggi della settimana, per poterti rivedere e stare semplicemente bene.-
Confessò, senza avere paura di guardarla negli occhi.

<< Guardami negli occhi e non avere paura di oltrepassare il mio sguardo.
Guardami dentro e non spaventarti della confusione che troverai.
Guardami con amore ed entra nel mio cuore, ma non ti soffermare:
Vai più a fondo, arriva alla mia anima.
Solo così scoprirai che sono sincero, quando dico di amarti.
>>


- Certo, ho Ron ed Hermione e sono veramente dei grandi amici, ma loro non riescono a capire. Non come sei capace di capirmi tu! Sembra quasi che tu abbia vissuto il mio stesso passato e lo leggo nei tuoi occhi, così simili ai miei…E il tuo sorriso…Il tuo sorriso è quasi una droga per me Alexandra: e non lo dico perché provo attrazione per te o per farti piacere!-
Si interruppe, chiarendo quel punto con un gesto perentorio della mano.
- Il tuo sorriso mi è quasi necessario per andare avanti, dal primo giorno che ti ho vista, al Ghirigoro. –
Alexis aprì appena le labbra, sempre più sorpresa da quelle parole.
-Mi avevi notata?-
Domandò con un sussurro smorzato, non riuscendo a trattenersi.
-Sì, ti ho notata. – annuì – vicino a Ginny. Avrei voluto domandarti tante di quelle cose quel giorno, sebbene non ti avessi mai vista prima. Eppure, il tuo sguardo mi aveva mosso qualcosa dentro. Qualcosa che ancora adesso non so ben definire…Quasi un senso di familiarità.-
Ammise, fissandola e poi sorrise mesto.
-Ma questo non è possibile, tu sei una Black infondo.-
Alexis deglutì a vuoto, con la gola improvvisamente arida.
-Già…-
Rispose, mordendosi quasi a sangue la lingua, per non buttarglisi di nuovo tra le braccia e rivelargli tutta la verità.

“Harry, io lo so quello che provi, perché sento la stessa cosa anch’io! Io sono tua sorella!”
Avrebbe voluto dirgli, ma invece decise di tacere.
Masochista del cavolo.
Sarebbe stato tutto più facile, se glielo avesse rivelato.
Ma non poteva.
Non poteva!
Doveva pensare a Sirius.
Doveva farlo per lui.
Harry la guardò per un lungo istante, prima di continuare.
-Però il tuo sorriso…Il tuo sorriso è l’unica cosa in grado di farmi dimenticare tutti gli anni passati in solitudine che sono stato costretto a vivere, non chiedermi perché, è così e basta…-
Rivelò, con un sussurro pacato e dolcissimo, prima di lasciargli una carezza gentile, che le percorse tutta la linea della guancia, facendole singhiozzare il cuore.
-Per questo ti ringrazio…Alexandra Black.-
E le sorrise, mentre lei respirava piano, temendo che le sarebbe preso un infarto molto presto, con il cuore che andava a mille e il fiato che le entrava a tratti, quasi tremante.
-Ti mancano, mamma e papà…?-
Domandò poi lei all’improvviso con un sussurro smorzato, senza pensarci.
Quando si rese conto di ciò che aveva detto, si morse violentemente la lingua, sperando che Harry non facesse troppo caso né alle sue parole, né al suo tono, né tanto meno alla malinconia evidente che aveva attraversato i suoi occhi, veloce e dolorosa come un lampo a ciel sereno.
Lui la guardò sorpreso, strabuzzando prima gli occhi, per poi assottigliarli con studiato accorgimento.
Aveva detto proprio “mamma e papà”?
E perché lo aveva fatto con quella familiarità, con quell’affetto, con quella malinconia, con quel viso triste?
-Come…?-
Le chiese, con un fil di voce, osservandola incerto.
Alexis abbassò lo sguardo e strinse le mani, nervosa.
-…uhmmm…quello che volevo dire…è se ti mancano i tuoi…genitori…-
Mormorò, cercando di dare un tono disinvolto a quelle parole.
Si sforzò poi di sorridere e tornò a guardarlo.
-Ma forse, sono stata un po’ troppo invadente…Infondo non sono affari miei: scusa la domanda, non so che mi sia pr-- -
-Tutti i giorni…-
Asserì Harry, stroncando sul nascere quel fiume di scuse.
Lei lo guardò stupita, tanto che, le labbra, si socchiusero.
-Cosa…?-
Chiese, con voce così bassa che non era sicura che Harry l’avesse davvero sentita.
-Mi mancano tutti i giorni…-
Ripetè lui, con quel sussurro carico di amarezza e sincerità.
Lei lo guardò e sentì gli occhi pizzicarle sotto la fastidiosa forza di quelle lacrime che, ormai, scorrevano su sul viso un po’ troppo spesso.

Decisamente troppo.
Il suo cuore singhiozzò ancora, facendole alzare ed abbassare il petto di scatto, prima che quest’ultimo prendesse dolorosamente fuoco, quasi fosse attraversato da una miriade incontabile di piccoli aghi incandescenti. Le interiora, le si contorsero nello stomaco, rischiando di farla vomitare.
Abbassò lo sguardo, socchiudendo gli occhi per evitare alle lacrime di bagnarle il viso, mentre, come al solito, si mordeva il labbro inferiore.
-Ma…chi mi manca di più…-
Continuò poi Harry, il cuo sguardo, che scavava insondabile nei suoi occhi, sembrava essere diventata dolorosamente cieco.

-E’ mia sorella…-
Alexis alzò il viso di scatto, fino ad incontrare quello sguardo smeraldino, carico di dolore e frustrazione. Si sentì mancare, di fronte a quegli occhi così sinceri, così malinconici.
-Tua sorella…? Per…perché proprio lei?-
Riuscì a domandare, con un moto curioso e atroce, che la stava distruggendo velocemente.
Lo sguardo di Harry si accese di nuovo, e un sorrisino mesto e triste gli dipinse le labbra.
-Perché so che lei è ancora viva…Anche se non me la ricordo, io posso sentire che è vicina…Alexis non è morta e un giorno tornerà da me…Lo so, è così e basta.-
Rispose, sicuro delle sue parole.
Alexis si morse il labbro inferiore con quanta più forza poteva, per non piangere ancora.
Ma non ci fu niente da fare.
Le lacrime le gonfiarono prepotenti gli occhi e poi, appena le ciglia si chiusero lentamente, vennero rilasciate, senza dare alcuna possibilità di essere controllate od ostacolate, mentre scivolavano giù lungo tutto il profilo della guancia, fino ad incontrarsi con le gemelle, sul mento, per poi ricadere, lente e inesorabili, sulle mani strette in grembo.


Piccole gocce di cristallo, prodotte da smeraldi sinceri, che sfuggono a nere ali di farfalla, troppo delicate per rinchiudere un dolore così forte.

Harry guardò quella scena, sorpreso.
E addolorato.
Vederla piangere, gli metteva addosso angoscia e tristezza.
Non voleva più vederla così triste.
Voleva raccogliere tutte le sue lacrime e gettarle via, lontane, dove lei non avrebbe più potuto trovarle.

Ma era come paralizzato.
Perché in quel momento, Alexandra Black, gli sembrava terribilmente familiare.

Con quello sguardo verde pieno di tristezza.
Quelle labbra piccole, umide di lacrime.
Quelle guance arrossate e piene di lunghe scie lucenti sotto i raggi di sole.
Ma chi?

Chi gli ricordava?
Fu un attimo.
Un flash nella sua mente.
Un album.
Una foto.

Quale foto?
Non riusciva a ricordare.
Aveva quel volto così familiare davanti agli occhi.
Ma chi era?
E perché, vederla così, gli scaldava il cuore, oltre a fargli provare una fitta di dolorosa malinconia?

E nostalgia?
La mano, senza controllo, si mosse automaticamente e, con gentilezza, raccolse le lacrime, lasciando dolci carezze.
Dio, quanto gli faceva male, vederla così!
Avrebbe preferito morire, che continuare a guardarla soffrire in quel modo.

-Mi…mi dispiace Harry…io…-
Singhiozzò, ma lui non la lasciò finire perché, istintivamente, protese le braccia verso di lei e la strinse forte a se, lasciandole nascondere il viso sul suo petto, mentre le accarezzava, con gesti lenti e rassicuranti, i lunghi capelli.
- Ssssh…tranquilla Alexis...-
La moretta, al sentire quel nome, sbarrò gli occhi e alzò il viso di scatto, guardandolo con un misto di terrore e sorpresa.
-Mi hai chiamata…?-
Harry sorrise colpevole, e scosse lentamente la testa.
-Scusa…E’ che a volte ho come l’impressione che mia sorella ti somiglierebbe molto…Non chiedermi perché, sento che è così…I tuoi occhi, le tue espressioni, il tuo carattere…Venderei la mia anima a Grindelwald se questo farebbe di te la mia sorellina…-
Le rivelò, con un sorriso sincero, mentre le prendeva una ciocca di capelli e gliela deponeva dietro l’orecchio, asciugandole altre lacrime che avevano preso a scorrere sul bel visino.
Alexis lo guardò indecisa: no, non poteva continuare così.

Lei doveva dirglielo.
Suo fratello aveva il diritto di sapere!

Si morse il labbro inferiore, poi gli prese la mano che le stava accarezzando una guancia, e la fermò su di essa, prendendola tra le sue e strusciandoci contro, socchiudendo gli occhi.
- Harry…-
Riaprì lentamente gli occhi, per fissarli in quelli del fratello.
Lui corrugò la fronte, ma non disse nulla.
Alexis lasciò un sospiro, tremante, si umettò le labbra e…
-Ma che scenetta commovente!-
Li interruppe una voce sprezzante, fredda e strascicata, accompagnata da un leggero battito di mani.
Lo sguardo di Harry si spostò oltre le spalle della sorella, con espressione cattiva.
La moretta si voltò velocemente, per trovarsi davanti la figura elegante – e terribilmente vuota – di Draco Malfoy, che avanzava con passo lento e cadenzato.
Alexis si alzò, barcollando un po’, mentre, con fretta, si asciugava le lacrime con i dorsi delle mani. Il Grifoncino la seguì, e le si mise accanto.
-Lasciaci in pace Malfoy!-
Ringhiò il moro, fulminandolo con lo sguardo.
Il biondino gli si avvicinò, e gli si mise di fronte, puntando quello sguardo bollente d’odio in quello rabbioso di Harry.
-Non credo proprio: tu hai qualcosa che mi appartiene.-
Ghignò, lanciando un’occhiata carica di significato ad Alexis, che osservava la scena dal basso, lasciando scorrere lo sguardo da Harry a Draco e poi di nuovo ad Harry, preoccupata.
-Ma davvero? Alexandra non è tua!-
Ribattè il Bambino Sopravvissuto, con voce tesa, fronteggiandolo minaccioso.
Draco scoppiò inaspettatamente in una fredda risata.
-Ti illudi invece che sarà mai tua, Potter?-
Sputò con disprezzo, fissandolo con un’occhiata decisa.
Harry deglutì, assottigliando pericolosamente lo sguardo, attraversato, solo per un secondo, da una nota ferita.

E consapevole.
Si sarebbero fatti male, molto male.
Doveva intervenire, fare qualcosa.
Qualunque cosa!
Si infilò in mezzo ai due, costringendoli a distanziarsi, dando le spalle ad Harry.
-Io non sono, né sarò mai di nessuno, chiaro? Smettetela di fare i bambini!-
Sbottò, un po’ infastidita, lanciando un’occhiataccia ad entrambi.
Draco ghignò arrogante e, con velocità, le serrò una mano intorno al polso.
-Tu sei mia, Black!-
Ribadì e poi, con uno strattone violento, fece per portarsela addosso.
Ma Harry glielo impedì, prendendolo per un polso e allontanandolo dalla ragazza, per poi fronteggiarlo di nuovo, ponendolesi davanti, quasi a modi protezione.
-Lasciala in pace!-
Sibilò, assottigliando pericolosamente lo sguardo.
-Come hai osato?!?-
Sbraitò Draco, colto di sorpresa, per poi estrarre la bacchetta e puntarla con rabbia contro il petto di Harry.
-Malfoy! No!-
Urlò spaventata Alexis, ma non fece in tempo a fare nulla.

L’aveva chiamato Malfoy.
Malfoy.
Non Draco.
Malfoy.

Lo sguardo del biondino si riempì di rabbia, mentre, con un gesto veloce, roteava la bacchetta.
-Stupeficium!-
Urlò, riversando in quell’unico incantesimo tutto il suo odio.

Il suo odio verso Harry Potter.
Un potente fascio di luce rossa colpì Harry in pieno petto, che, colto di sorpresa, non fece neanche in tempo a difendersi. Venne invece sbalzato qualche metro più indietro, cadendo pesantemente in terra e rotolando sull’erba .
Alexis si voltò ad osservare il fratello, inorridita.
-Harry!-
Esclamò, e fece per corrergli vicino, ma una mano di Draco che, ancora, si serrò intorno al suo braccio, le impedì ogni movimento e la costrinse ad uno strattone forzato, che la fece scontrare con il suo petto.
Draco avvicinò il viso sul suo, poggiandolo su di una spalla, e le sfiorò la guancia con le labbra.
-Non ci provare Black. Non costringermi a far del male anche a te.-
Sussurrò, con voce morbida e pericolosamente minacciosa, mentre le sfiorava una tempia con la punta della bacchetta.
-Lasciami andare, Malfoy!-
Sbottò lei, troppo preoccupata per il fratello, per essere impaurita dall’atteggiamente del biondino che, sempre più furioso, le strinse la presa attorno al braccio.
Alexis cercò di divincolarsi, facendosi solo più male.
-Tu sei mia, Black! Solo mia.-
Ribadì ancora, con un sussurro roco, tracciando il profilo del suo viso con la bacchetta.
-Expelliarmus!-
Improvvisamente, la mano di Draco venne sbalzata indietro, ma riuscì a trattenere la bacchetta, lasciando andare Alexis, che barcollò in avanti, richiando di cadere.
Alzò lo sguardo e vide che Harry stava puntando il Principe delle Serpe con la bacchetta.
-Harry!-
Lo rimproverò, lanciandogli un’occhiata allarmata.
-Tu, brutto…-
Ringhiò Draco dietro di lei e gli puntò la bacchetta contro a sua volta.
Si fronteggiavano, con sguardo minaccioso, le espressioni indurite dall’odio e dalla rabbia, che ne contraeva ogni muscolo, ogni guizzo di piccole vene, che pulsavano pericolose.
Alexis, al centro, lasciava scorrere lo sguardo da uno all’altro, sempre più preoccupata.
-No, fermatevi! Non fate sciocchezze! Vi espelleranno! Vi farete male!-
Urlò, nel panico più totale, cercando di farli ragionare.
Ma quelli, non sembravano neanche sentirla.
Gli sguardi quasi ciechi si studiavano con cautela.

Con determinazione.
Con rabbia.
Con odio.

-Everte Statum!-
Urlò Draco all’improvviso, e un raggio di luce blu la sfiorò, senza toccarle nè farle del male, e si diresse veloce verso Harry, che scartò di lato, evitando di essere colpito.
-Locomotor Mortis!-
Urlò subito dopo, e un altro fascio di luce, questa volta dorata, la sfiorò quasi, puntando verso Malfoy.
-Protego!-
Gridò quest’ultimo, e l’incantesimo si infranse su di una barriera invisibile.
Guardò il Bambino Sopravvissuto, con odio, e poi avanzò di qualche passo, superando Alexis e mettendosela dietro le spalle, per poi distanziarsi di qualche altro metro.
-Sta indietro.-
Le ordinò repentorio, tenendo sotto tiro Harry con la bacchetta, che faceva lo stesso.
-Non vorrei che questo idiota ti ferisse accidentalmente.-
Potter gli scoccò un’occhiataccia, ma non protestò: era d’accordo, non voleva che Alexandra ci andasse di mezzo.

Quella era una faccenda tra loro due.
-Languelingua!-
Urlò poi Harry, ma Draco si spostò di lato.
-Diffindo!-
Rispose all’attacco, e un raggio nero partì dalla sua bacchetta. Harry cercò di evitare il colpo, lanciandosi di lato, ma l’incantesimo lo colpì di striscio, lacerandogli la parte sinistra della maglietta e aprendogli qualche graffio.
Si rialzò subito da terra e, ansimante, guardò l’avversario con odio.
-Petrificus Totalus!-
Gridò, e un raggio azzurrino partì verso Draco che, con un nuovo ‘Protego’ si difese facilmente.
Basta, non potevano continuare così!
Doveva fermarli, e subito!
Draco stava per alzare la bacchetta e lanciare il prossimo incantesimo, quando Alexis gli corse dietro e lo prese per il braccio, strattonandolo.
-No! Dai! Basta! Fermatevi! Basta ho detto!-
Gridò angosciata, cercando di allontanare il biondino.
-Lasciami andare Black!-
Ordinò lui, perentorio, tentando di scrollarsela di dosso, prima che Potter gli lanciasse un incantesimo a tradimento. Ma, involontariamente, nel scuotere il braccio, mise troppa violenza e il gomito colpì forte sul naso della ragazza, che venne sbalzata indietro, cadendo sul pavimento.
Sbattè il sedere in terra, cacciando un gemito di dolore.
Quando riaprì gli occhi, la scena che aveva davanti le fece raggellare il sangue nelle vene.
Draco ed Harry la osservavano, arrabbiati, spaventati, pietrificati.
Quasi temessero che le fosse successo qualcosa di irreparabile.
Così, si affrettò a rialzarsi, barcollando un pochino, e alzò le braccia, scuotendole freneticamente.
-S..Sto bene! Sto bene! Non è successo nulla!-
Gridò, agitata e preoccupata per la reazione che tutto ciò avrebbe potuto avere sui due.

Specialmente su Harry.
Ma loro continuavano a fissarla, con espressioni vuote e apprensive.
Fu allora che avvertì qualcosa colare dal suo naso.
Si portò una mano sopra la bocca, fiorando le narici e fu costretta a chiudere gli occhi per il dolore. Quando li riaprì, le sue dita erano sporche di sangue.

Si era rotta il naso.
O meglio, Draco le aveva rotto il naso.

Ma l’aveva fatto involontariamente, ne era sicura!
Spalancò gli occhi, intuendo il perché di quel gelo improvviso e si affrettò a ripulirsi con entrambe le mani.
-S…Sto bene! Non è niente! Davvero!-
Ripetè, agitata.
Ma, invece di ripulirsi, stava solo peggiorando la situazione, spargendosi il sangue su tutte le labbra e sul mento, tingendosi anche le mani.
Cercò allora di nascondere il tutto, coprendosi bocca e naso con le mani.
Ma non servì a molto.
Harry fu il primo a riprendersi, mentre il suo sguardo si accendeva di pura ira.
Puntò la bacchetta contro Draco che, ancora più pallido del solito, la fissava con espressione assente, senza reagire.
-Petrificus Totalus!-
Urlò Harry, un raggio azzurro colpì Malfoy di spalle, congelandolo sul posto.
-No!-
Gridò terrorizzata Alexis, mentre Harry si avvicinava al corpo pietrificato, con passo di marcia, e lo guardava furioso dritto negli occhi.
-Brutto figlio di puttana!-
Sbraitò, e gli assestò un potente pugno in bocca, che fece volare il biondino qualche metro più dietro.
-HARRY!-
Urlò ancora la piccola Black, guardandolo scandalizzata.
Potter fissava con odio il corpo di Malfoy riverso sul pavimento, ansimando stanco.
Doveva aver messo in quel pugno tutta la sua potenza.
Alexis lo fissò sgomenta, poi si voltò e raggiunse Draco.
-Malfoy! Malfoy, svegliati!-
Lo scosse, ma quello era rigido come un pezzo di legno.
Estrasse la bacchetta e gliela puntò contro.
-Finite Incantatem!-
Mormorò con velocità, e un raggio rosa si diffuse per tutto il corpo del biondino, che le scoccò immediatamente un’occhiata furente.
Si alzò a sedere e si pulì la bocca, dalle cui labbra spaccate usciva del sangue.
Harry gli puntò ancora la bacchetta contro, pronto a scagliargli un altro incantesimo al primo passo falso.
Alexis si voltò a guardarlo, angosciata, poi tornò ad osservare Draco.
-Sei ferito…-
Affermò, allungando una mano per sfiorargli il labbro spaccato.
Lui le schiaffeggiò la mano, infastidito, senza nemmeno guardarla.
-Non mi toccare.-
Sibilò, furioso, continuando a tenere lo sguardo fisso su Harry.
-E così questo è il famoso coraggio dei Grifondoro: ti faccio i miei complimenti, Harry Potter!-
Proferì Draco con cattiveria, lanciandogli un’occhiata carica di significato, mentre si alzava da terra – elegante anche in quelle condizioni – e si sistemava la cravatta.
-Attaccare un nemico alle spalle: il cappello deve aver sbagliato, tu saresti stato un Serpeverde perfetto!-
Ghignò, cattivo, pulendosi un rivolo di sangue che gli scendeva sul mento, con il dorso della mano.
Harry boccheggiò sorpreso e la mano che stringeva la bacchetta tremò pericolosamente.
-No…Non è vero.-
Mormorò, deglutendo.
Lui era un Grifondoro.

Sì, un Grifondoro.
Eppure, l’aveva scelto lui: il cappello avrebbe voluto mandarlo a Serpeverde.
A Serpeverde.
Non a Grifondoro.

-Oh sì invece, Potter!- affermò il Principe, incrociando le braccia al petto. –Tradire i tuoi ideali. Per chi poi? Per una Serpeverde. Per una Black.-
Sibilò maligno, lasciando scorrere lo sguardo su Alexis, che lo guardava, ancora inginocchiata in terra.
-Dimmi, Potter: lo sai chi è lei? Il cognome Black non ti dice nulla?-
Proferì serafico, tornando a guardarlo.
Harry corrugò la fronte, ma non fece in tempo a proferire parola.
-Malfoy: no!-
Lo interruppe Alexis, guardandolo dal basso con espressione disperata, i capelli che le coprivano parte del viso e il sangue che ancora le sporcava naso, bocca e mento.
Lui non la degnò neanche di un’occhiata, e rimase impassibile, concentrato sul Bambino Sopravvissuto.
-Allora, Potter?-
Harry fissò la ragazza per un lungo istante, e poi tornò a guardare Draco, abbassando la bacchetta.
-Di cosa stai parlando?-
Chiese sospettoso, assottigliando lo sguardo.
Draco si finse sopreso, e aprì le belle labbra, piegando il viso su di un lato, mentre alzava entrambe le sopracciglia.
-Ma come? La tua cara Alexandra non te ne ha mai parlato? Eppure mi sembravate così…intimi!-
Sostenne, con una nota cattiva nella voce calma e controllata.
Harry scoccò un’occhiata alla moretta, ma quella continuava ad osservare Draco, disperata.
-Che vai dicendo Malfoy?-
Sibilò irritato, scoccandogli un’occhiataccia.
Quello si esibì in un sorriso angelico, mentre si stringeva nelle spalle.
-Non lo sai davvero! Bhe, non mi stupisco: mentire deve essere una sua specialità.-
Rispose cattivo, assottigliando lo sguardo che brillò con odio.
-Smettila di dire stronzate e parla!-
Sbottò irrequeito il Grifondoro.
-Alexandra è la sorellina del mio caro cuginetto: Sirius Black, ti dice qualcosa questo nome, Potter?-
Ghignò maligno, mentre quello lo osservava, sconcertato, prima che l’informazione penetrasse appieno nella sua mente.
-Basta! Basta, ti prego! Per favore Draco…-
Gridò Alexis, guardandolo dal basso, mentre nuove lacrime le stavano scivolando giù per il visino dall’espressione di supplica.
Al sentire il suo nome, il biondino finalmente si voltò a guardarle e – si maledisse mille e mille altre volte – il suo cuore si fermò di botto, nel vederla così.
Ringhiò quasi, prima di prenderla per un polso e tirarla su con violenza.
-Mi hai rotto.-
Le sibilò cattivo ad un centimetro dalle labbra, prima di darle un forte strattone e trascinarla via, lasciando Harry a fissare il vuoto, troppo occupato ad elaborare quella notizia shokkante.

La trascinò al limitare della foresta oscura, senza degnarsi di sentire le sue proteste sul fatto che le stava facendo male al polso.
La spinse con violenza contro un albero, lasciandola gemere per protesta, mentre le lasciava finalmente il braccio e le dava le spalle.
Alexis lo osservò spaventata, massaggiandosi il polso dolorante. Poi, sobbalzò, quando lo vide assestare un potente pugno ad un albero non troppo robuso, che si abbozzò, lasciando la sua mano perfetta cosparsa da una miriade di schegge di legno, che prese a sanguinare.
La moretta trattenne il fiato, guardandolo preoccupata, mentre lui si voltava e la inchiodava con un’occhiata terribilmente vuota.
Le si avvicinò, lento e pericoloso, e la osservò per qualche minuto. Poi, con uno strattone, la allontanò dal tronco e la prese per i capelli, dietro la nuca, tirandola quel tanto che gli bastava per poterla sovrastare con il viso.
-Hai finito di giocare, Black.-
Proferì e la voce atona e priva di sentimento, con cui pronunciò quella frase, la rese ancora più pericolosa che se l’avesse urlata, rabbioso.
Alexis lo guardò in viso, con timore.
Le pietre di luna opache, che aveva al posto degli occhi, sembravano prive di vista.
Alexis cercò di indietreggiare, spaventata, e lui glielo permise, lasciando la presa sui suoi capelli.
-Draco…?-
Mormorò, con un fil di voce. Ma lui non sembrava sentire.

Quando un Serpente non morde, è solo allora che devi avere veramente paura.
Un rumore secco, di legna spezzata, si diffuse in tutta la foresta, che nel silenzio, risuonò forte e chiaro, accompagnato da un’eco che non sembrava voler smettere di diffondersi.
Il piede della ragazza aveva calpestato, involontariamente, un rametto secco, riverso sul terreno e quel piccolo e insignificante rumore, era entrato nelle orecchie del biondo, con il suo continuo eco, rimbalzando nella sua mente, come una pallina da ping-pong impazzita, e lo aveva costretto a destarsi.
Lo sguardo riprese il colore del ghiaccio più freddo, e divenne più affilato della lama di una spada di cristallo.
E si puntò, con velocità, su quello verde e impaurito, che si stava allontanando.
La sua occhiata d’odio puro, la immobilizzò sul posto.
Sentì le gambe farlesi improvvisamente pesanti, come macigni che non potevano essere spostati. Ma al tempo stesso, le sentiva deboli e incapaci di sorreggere il suo peso.
Il suo corpo si era fatto immobile, tanto da sembrare una bella statua di marmo. Eppure, lo sentiva tremare chiaramente. Ogni tendine, ogni lembo di diafana pelle, era scosso, come percorso da una continua scossa elettrica.

Scossa lanciata da quegli occhi furiosi e penetranti.
Era sicura che, insieme al suo corpo, anche il suo cuore si fosse fermato. E contemporaneamente, lo sentiva battere veloce contro il petto, così forte, da far male. Il suono sordo, ma potente, le tamburellava nelle orecchie, togliendole l’udito.
Le mancava l’aria, ma avvertiva il suo respiro veloce, immetterle ossigeno puro nei polmoni.
Mai, come in quel momento, aveva provato tanta paura di Draco Malfoy.

Incredibile, quello che puo’ generare uno sguardo infuriato, rivolto ad un cuore che sa di aver sbagliato.
Imbrogliato.
Mentito.

Dopo quelli che sembrarono decenni, passati a guardarsi, finalmente Draco si mosse.
E Alexis avrebbe preferito che non lo avesse mai fatto.
Lento e inesorabile, come la morte, le passò accanto.
E la oltrepassò.
Non uno sguardo.
Non una parola.
Quel silenzio valeva più di mille sguardi e di infiniti fiumi di parole.

E poi, se ne andò.
Lasciandola sola.
Con un buco nero, nella parte sinistra del petto.
Le gambe le tremarono violentemente e traditrici, la lasciarono cadere a terra.
Le ginocchia picchiarono nel terreno umido della foresta, ma lei non ne avvertì il dolore.
Le mani si strinsero sulle ginocchia, con forza. Le unghie le si conficcarono nei palmi, ma non sentiva nemmeno questo.
Il respiro le si era fatto improvvisamente corto, e sentiva il petto bruciarle, chiedendo ossigeno con urgenza.
Come se il cuore, si fosse veramente fermato, e avesse smesso di pompare il sangue necessario per la vita.
Non si era mai sentita così.
Avvertì le lacrime pizzicarle sugli occhi, e non ne ostacolò la fuoriuscita.
Le lasciò scorrere, una dopo l’altra, sul bel visino arrossato.
Lasciava che si unissero sul mento, e poi scivolassero copiose sul terreno, macchiandolo come una violenta pioggia.
Perché non l’aveva sgridata?
Perché non l’aveva schernita?
Perché non l’aveva minacciata?
Perché non l’aveva torturata?
Perché non si era comportato come al solito?
Cosa c’era stato di diverso, questa volta?

Perché, l’aveva abbandonata?

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x sackiko_chan: Ehilà! Eccoti qui il nuovo capitolo, dopo solo una settimana, contenta?^____^ Spero sinceramente che ti sia piaciuto!! Innanzitutto, come al solito, grazie mille per i complimenti *////* Son davvero felice che il mio Draco ti piaccia ^-^ Anch’io lo immagino esattamente così: cattivo fuori, ma davvero buono infondo, specialmente con le persone che ama! Per quanto riguarda il momento della verità, ci sarà esattamente tra dieci capitoli, riuscirai a resistere? xD Ma sì, infondo non son poi così tanti, no?^-^ Bene, ora ti lascio con la speranza che vorrai farmi sapere che ne pensi! Inoltre, mi farebbe immensamente piacere se facessi anche un salto sul forum, se ti va^.-
Un bacione, Ada =*

x Minnieinlove: CuginaaaaaH!<3 Spero che questo capitolo ti sia piaciuto anche se, purtroppo, Ron ed Hermione non si son visti…Dai, più in là faranno molte più apparizioni, promesso!^.- Comunque no, mi dispiace, il piccolo Blaise non prova interesse per la Alex, la vede più come una sorellina e la cosa è decisamente reciproca xD Quindi dovrai accontentarti di Malfoy che, probabilmente, in questo capitolo ha dato il peggio di se *muahuah* Speriamo che si riprenda in seguito >____<
Bhe, ti lascio! Un bacione <3


x elita: Eccola la mia recensistrice più accanita! *le corre incontro e la spupazza* Son contenta di vedere che nonostante i miei tempi, continui a seguirmi!! Hai visto, stavolta ho aggiornato presto e con un capitolo bello lungo! Spero ti sia piaciuto!^________^
Fammi sapere che ne pensi, come al solito, e magari fai anche un salto sul forum se ti va, mi farebbe piacere ^.-
Un bacione, Ada =*


x Elly11: Ehilà! Benvenuta nella mia storia, mi fa sempre piacere di vedere nuove lettrici che recensiscono, grazie! Bhe, hai visto ho aggiornato abbastanza velocemente, no? Spero che questo capitolo ti sia piaciuto e che vorrai farmi sapere che ne pensi!^.-
E grazie mille anche per aver consigliato la mia storia a Shin *O* Ne sono onorata!
Bhe, se ti va fai un salto sul forum, mi farebbe piacere!
Un bacione, Ada =*

   
 
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