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Autore: Fanta Gaia    11/07/2019    1 recensioni
Questa è la mi ultima lettera è la scrivo perché tu possa capire chi sei
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci sono persone che non vogliono essere aiutate a volte, altre invece hanno paura di mostrarsi deboli e di chiedere aiuto ed Ellen era una di queste. La prima volta che ci siamo trovate in un aula da sole è stato quando ti ho separato da quella tua compagna ricordi?



Mary
Uscì dalla mia classe dopo aver raccolto i libri che erano sparsi sulla cattedra, andai in corridoio e proprio dietro l'angolo un semicerchio circondava due ragazze che si stavano picchiando, mi precipitai in mezzo a loro per separarle. Riconobbi immediatamente una delle due, era una mia allieva, la cinsi in vita e la trascino lontano dalla ragazza che stava avendo la peggio. Lei si voltò è mi guardo con sfida prima di smettere di opporre resistenza, quando si calmo la lasciai andare e le disse di seguirmi. Le miei colleghe mi avevano parlato molto di lei, dicendomi che non dovevo pretendere troppo che veniva da una situazione difficile, non era il mio primo anno di insegnamento è sapevo bene che spesso ai ragazzi come Ellen gli veniva data la possibilità di fare tutto quello che volevano esclusivamente perché avevano sofferto, lasciati a loro stessi spesso questo ragazzi si perdevano completamente. Ellen non era una persona cattiva è questo era abbastanza strano dopo tutto quello che le era successo, l'avrebbe dovuta portare ad esserlo eppure non era così, certo non si poteva dire che la sua vita fosse un esempio da seguire, era finita dal preside spesso e raramente non aveva punizioni da scontare eppure era una persona buona se soltanto si cercava di scavare a fondo ma nessuno aveva mai né il tempo né la voglia di farlo e quindi lei finiva per essere quella sua etichetta, una ragazza difficile, venuta da un'ambiente difficile.
La guarai entrare in classe tranquilla, con quella spavalderia che soltanto chi non ha più nulla da perdere ha, lancio lo zaino quasi vuoto su un banco e incrocio le braccia si preparò a quello che sarebbe dovuto essere un discorso vanno, ma non era quello che io avevo intenzione di farle, << resterai tutti i pomeriggi finché non deciderò che tu abbia imparato la lezione >>
<< Cosa? >> Rispose immediatamente
<< Hai capito benissimo, ci vediamo domani >> Ellen uscì sbuffando,ed io tornai a casa, chiedendomi se quello era stato il primo passo verso un cambiamento o soltanto verso il declino totale.
Il giorno dopo appena entrata la cercai con lo sguardo ma il suo banco era vuoto, più di mezz'ora dopo l'inizio delle lezioni la vidi entrare e buttare lo zaino vicino al suo banco prima di sdraiarsi sul banco con il cappuccio della felpa nera sulla testa, continuai a spiegare. Alla fine delle lezione andai nella mia classe per aspettare Ellen ma lei era già lì, nella stessa posizione di quella mattina quasi non si fosse mossa << almeno il pomeriggio riesci ad arrivare puntuale >> dissi sarcastica ma non suscitai la minima reazione in lei, che si limitò ad alzare lo sguardo verso di me << io ho dei compiti da correggere e tu potresti farne alcuni >> inziai a correggere il plico di compiti di tanto in tanto, alzavo lo sguardo per osservarla lei non si mosse per più di due ore e mezzo. Quando chiusi i compiti e le diedi il permesso di andare presse lo zaino ed uscì. Sarebbe stata dura lo capi immediatamente, ma in lei non so se esistono parole per esprimerlo ma vidi qualcosa di più di quella etichetta che per troppo tempo le avevano affibbiato. Se soltanto mi avresse permesso di aiutarla avrei potuto farle vedere cosa poteva essere
   
 
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