Anime & Manga > Akagami no Shirayukihime
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Autore: Diana_96writter    14/07/2019    0 recensioni
Yui, nuova arrivata nella nuova scuola d'elitte, timorosa delle sue grandi capacità in grado di guardare oltre l'immagine che le persone costruiscono, sconvolgerà la vita di molti studenti con il suo modo di essere, compresa quella del Presidente del Consiglio, Izana Wistaria che al suo fianco riscoprirà il volto nascosto dietro la sua maschera. Incompatibili all’inizio metteranno da parte gli scontri per affrontare insieme i problemi che la vita scolastica manderà loro contro, ma anche quelli che con la quotidianità non hanno legami. Scoprendo nell'incompatibilità una complicità che gli permetterà di trarre forza l’uno dall’altro.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Scesero dalla macchina davanti alla porta dell’hotel, la temperatura era fredda, Yui prese la chiave magnetica facendo strada verso la camera. Izana lasciò il borsone nell’ingresso per osservare i dettagli della scelta e come aveva lasciato in ordine la stanza: «Io sono apposto, vuoi fare una doccia?». Accennò ad un si portando con se la borsa scura per entrare nel bagno e togliere dalla pelle i troppi profumi femminili e la stanchezza di quella sera. Yui ne aveva approfittato per cambiarsi prima di togliere gioielli, ferretti e trucco, rimase a guardare l’abito appeso ammirata: «Soddisfatta?». Sorrise voltandosi verso di lui, si avvicinò al letto dove si era seduto per montargli sulle gambe e sfregare i capelli con l’asciugamano: «Dimmelo tu, signor Principe». La lasciò fare per un po’ ripensando a cos’era successo e a come aveva gestito la serata, le fermò le mani sorprendendola con un bacio che le fece perdere l’equilibrio. Si ritrovarono stesi sul letto a guardarsi a distanza ravvicinata: «Non credo di essere ancora…». Izana la strinse assaporando il profumo del collo: «Ti ho desiderata tutta la sera e non ho potuto avvicinarti, ora non ti lascerò andare». Sussultò quando si accorse che stava sollevando la maglia per accarezzarle la schiena: «Potrebbe non essere il mome…». Bloccò la frase e il sorriso sulla pelle fu un brivido più grande della mano che accarezzava la gamba: «Non ho forze per essere così avventato». Gli sollevò il viso per prendere quel bacio, lo voleva vicino tanto vicino da imprimere il suo profumo nel cuore.

Si erano addormentati stretti l’uno nell’altra con la pelle fremente di passione, la stanchezza li aveva raccolti per la via ma sapevano entrambi che presto avrebbero ceduto a quella tentazione troppo grande per fermarla e mentre la notte passava li stava ammirando. Era lieve la luce che filtrava dalla tenda del balcone, Izana ruotò dalla parte opposta liberandosi dei capelli sparsi sul cuscino: «Mi chiedo perché sia così facile dormire con te vicino». Yui sorrise senza accennare a muoversi: «Ti sei addormentato velocemente». La avvicinò di nuovo per baciarle il retro del collo: «Puoi biasimarmi? Che ore sono?». Yui lo lasciò fare prendendo il cellulare per controllare l’orario: «Le sei appena, puoi dormire ancora un po’».

La suoneria la fece sussultare riportandola indietro dal sonno, si liberò del braccio alzandosi per rispondere: «Pronto?».
«Ti aspetto all’Effeir 16 tra due ore».
«Chi parla?».
«Non riconosci la mia voce?».
«Ah, la voce. No, io sono…Claus-sama. Può ripetere?».
«Effeir 16 a mezzogiorno. Sii puntuale».

Senza aggiungere altro chiuse la chiamata, solo in quel momento si accorse che aveva solo un’ora per capire cosa fosse e come raggiungerlo e soprattutto come presentarsi. Corse a fare una doccia e in accappatoio si soffermò a guardare Izana affondato nel sonno, sorrise tornando al pensiero di cosa mettere. Una volta pronta accarezzò il viso del ragazzo e i capelli scompigliati dal sonno, rinunciò a svegliarlo prendendo la borsa per uscire. Ancora una volta sistemò i capelli in ascensore e nuovamente dubitò dell’abito nascosto dal cappotto chiaro. Digitò su internet il luogo e seguì il percorso calcolato dall’app. Riprese respiro a soli cinque minuti dall’appuntamento: «Ho fatto bene a scegliere questo». Non si era soffermata a vedere cosa fosse mentre lo cercava ma il ristorante si fece riconoscere dall’eleganza dell’entrata: «Ha una prenotazione?». Yui sussultò stringendosi nelle spalle alla domanda poco compresa: «È mia ospite». L’uomo sorrise chinando il capo e invitando Yui a seguirlo verso il tavolo prenotato: «Può lasciare a me il cappotto e la borsa». Comprese dai gesti cosa le aveva detto, il cameriere scostò la sedia per lasciarla sedere consegnando ai due dei menù: «Sarebbe preferibile presentarsi in anticipo a questo genere di inviti». Yui affilò lo sguardo incerta: «Siate clemente, è stata una serata stancante». Sollevò lo sguardo per notare il colore rosso sul collo nascosto dal trucco, sorrise spostando il tovagliolo: «Prego». Yui lesse preoccupata le portate senza prezzi, le stelle facevano storia: «Ordina quel che preferisci». Scese a leggere quel che per la maggior parte non conosceva e non riusciva a capire, decise di andare a tentativi: «Il vino non è di tuo gradimento?». Stava studiando ogni sua mossa ed ogni sua espressione in quel pranzo, sorrise grata al cameriere quando lo versò: «Violerei la legge se bevessi alcolici, sono ancora minorenne, mio padre non lo perdonerebbe facilmente ». Claus prese il suo bicchiere ruotandolo per assaporare il profumo del distillato: «Non hai avuto esitazioni con lo champagne, il ballo ti è stato gradito?». Yui sorrise al bicchiere riempito solo per educazione e prese l’acqua divertita: «Vienna ha un tipo particolare di champagne con bassa dose di alcool al suo interno, spesso viene usato in questo tipo di eventi. Avete dato vostro figlio in pasto a delle nobili, l’alcool avrebbe potuto rendere inopportuna la serata e mettere a rischio i rapporti con le vostre conoscenze». Claus sgranò gli occhi all’acutezza che mai le era mancata: «Dimmi, conosci anche il motivo per cui sei qui a pranzo con il sotto scritto?». Yui si guardò intorno in cerca di indizi utili: «Avevo previsto un pranzo in un ristorante di lusso, ma ho sbagliato Wistaria».

Claus sorseggiò il vino, non conosceva il motivo dell’invito e poteva tenerla lì seduta fino alla fine: «Sono stato presente a tutta la durata del ballo».
«Lo sapevamo. Entrambi».
«Non ne ho avuto la sensazione».
«C’era altro a cui pensare. Io diminuivo la lista, vostro figlio ballava».
«Come le hai convinte a lasciare la sala?».
«In nessun modo. Ho solo pensato che come Séline al suo fidanzamento, molte di loro non fossero lì per loro scelta. Le ho solo aiutare a godere una serata senza sentirla pesante. Infondo conosciamo entrambi il motivo per cui erano lì».
«Quindi l’hai intuito?».
«Non sottovalutate Izana, era certo che ci fosse molto di più di un ballo. Vorreste chiarire a me data la sua assenza, per vostra scelta?».
Claus osservò il piatto divertito: «Sai bene come usare le parole. Il cuoco è un caro amico, prego».
Degustarono le prime due portate in silenzio commentando solo il cibo e i vini che lo accompagnavano: «Quando ancora prolungherete la nostra conversazione? Posso rassicurarvi che non correrò via prima di essermi congratulata con il cuoco».
Claus deviò lo sguardo sui piatti ancora in preparazione e si arrese: «La favorita al fidanzamento è figlia del mio miglior investitore che incautamente ha deciso, a mia insaputa, di provare ad aprire un’azienda simile alla nostra. Questo è un campo che richiede oltre alle conoscenze anche un certo…impegno». Yui lasciò il bicchiere sorpresa dalla resa: «Con il matrimonio sarebbe diventato comproprietario dell’azienda, immagino ci sia un ma». Claus accennò ad un si: «È una persona che rischia spesso più di quel che può. Un solo sbaglio può fare grandi danni in tutto il mondo. Avevo necessità di allontanarlo senza compromettermi». Yui accennò una risata, finalmente il quadro era chiaro: «E avete pensato di usare me e Izana». L’uomo le lanciò uno sguardo profondo: «Dovrei biasimarti per avermi usato come esca?». Yui sorrise battendo in ritirata: «Non avrebbe scelto nessuno a parte me e io avrei combattuto per dimostrarmi degna, alla fine Katrina si sarebbe arresa. Tutto come progettato, avete la mia stima. Quindi il ballo non è valso quello che doveva, era solo un diversivo».

Impedì al cameriere di versare un altro bicchiere sorridendo arreso: «All’inizio, lo avrei interrotto se non fosse andato come volevo. E non volevo riconoscerti. Ma siete andati ben oltre i miei progetti, hai conversato e conosciuto molte figlie di soci e clienti che ti hanno lasciata con l’augurio di rivederti e con gratitudine. Izana lo ha compreso e ti ha assecondata sciogliendo anche la tensione che aveva creato precedentemente. Infine Lorene ha deciso di sostenervi entrambi e contro mia moglie a tuo favore non posso altro».
«Siete assai permissivo con una moglie che è frutto di una combinazione».
«Sono consapevole che mio figlio creda che io non capisca cosa lo ha spinto a fare tutto questo per te. Ad affidarsi alle tue mani e a chiederti di seguirlo».
«Aspettate non mi direte che…».
«Sono diventato suo pretendente quando mio cugino la rifiutò a favore di chi poteva portarlo più in alto. Lorene lo amava e io amavo lei, con il tempo ha accettato la scelta anche se consapevole che non avrebbe mai dimenticato quei sentimenti, lo stesso vale per me».
«Nessuno dei due ne è al corrente».
«Nessuno dei due è mai stato a noi così vicino da comprenderlo. Ma prima o poi avrebbero capito».
«Vostro cugino come la prese?».
«Morì. Pochi anni dopo quando un guasto fece precipitare il jet su cui viaggiava».
«Mi dispiace, non ne avevo idea».
«Come voi, Lorene avrebbe voluto dar voce al suo cuore ma quel tragico incidente non le diede alcuna possibilità. La rispetto e rispetto il suo coraggio e la sua dedizione in questo matrimonio e spesso non ho la forza di combatterla quando in lei nasce la stessa decisione che vive nei suoi figli».
«Trovo che siate entrambi ammirabili ed entrambi i vostri figli possiedono tanto di voi, credo che meritino più di me di conoscere queste storie».
Passarono ai piatti conclusivi lasciando che finissero il pranzo: «Cosa dovrò fare per essere accettata da voi?». Claus mise il soprabito aspettando alla porta: «Dubito che il mio parere serva a qualcosa». Yui si fermò sul tappeto rosso felice della bella giornata: «Vi sbagliate. Izana tiene al vostro parere e anche per me ha grande importanza». Claus sorrise accettando l’invito che con dolcezza gli aveva lanciato.

Era del tutto sprofondato nel sonno, non aveva sentito altro che i muscoli che chiedevano riposo, la mano calda lo scosse dal torpore e sollevò di colpo il viso affondato nel cuscino: «Ci sono. Sono sveglio. Che ore sono?». Yui sorrise comprensiva: «È pomeriggio». Rimase qualche istante a guardare il vuoto prima di voltarsi a riconoscere l’uomo che aveva risposto: «Padre, cosa ci fate qui? Yui…sei uscita?». Scompigliò i capelli voltando ad  entrambi le spalle:«Mezzogiorno passato, accidenti». Yui gli accarezzò i capelli con tranquillità: «Sembravi stanco ed ho preferito lasciarti dormire. Siamo appena tornati dal pranzo». Izana sospirò prima di sussultare di nuovo: «Pranzo? Voi due?». Yui alzò un sopracciglio sorpresa e perplessa: «Davvero un ballo ti riduce in questo stato? Tu dovresti andare a cena con lui, il verdetto ricordi?». Izana affondò di nuovo nel cuscino mugugnando la risposta: «Ah quello. Katrina ha lasciato la sala. Ballo riuscito». Claus spalancò gli occhi al gesto informale di chi si era sforzato a mantenere alto il nome della famiglia: «Avevi compreso». Izana gli lanciò uno sguardo contrariato: «Ovviamente». L’uomo sciolse le braccia indietreggiando verso la porta: «Rientrate alla villa prima di sera, ripartiremo subito. Tuo fratello ti  attende trepidante alle terme. Ha aggirato anche questa volta le sue responsabilità». Izana sorrise richiudendo gli occhi: «Dategli tempo è sulla buona strada ora più che mai». Yui balzò in piedi indicandosi perplessa: «Significa che tornerò insieme a voi?». Claus le sorrise voltando le spalle ad entrambi: «Serve al più presto la conferma del tuo tutore, che con mia sorpresa non è tuo padre, per ufficializzare il fidanzamento».

Chiuse la porta della stanza lasciandoli senza fiato, Izana balzò seduto a guardare la ragazza scioccata quanto lui: «Ha detto…ufficializzare?». Esultò saltando sul letto per poi stringerlo in un abbraccio: «È fatta, abbiamo…staimo insieme!». Il ragazzo sorrise rispondendo all’euforia con un bacio lungo e fiducioso passandole la mano tra i capelli: «Dovremmo festeggiare.» Yui rimase a guardarlo ad occhi troppo vicini per ignorare il bagliore di felicità che cercava di contenere: «Forse so come. Siamo a Vienna, che ne dici di organizzare qui il primo ufficiale appuntamento? In Giappone sono stata male ma oggi, abbiamo ancora un pomeriggio, che ne dici?». Izana ruotò al cielo gli occhi arrendendosi alla speranza: «Sembra una bella idea, mi preparo». In poco meno di un’ora erano entrambi pronti ed eleganti per uscire a passare il restante pomeriggio insieme, lasciarono le valigie alla macchina a loro disposizione per scendere poi al centro e passeggiare per le vie viennesi di storia e romanticismo: «Non ho avuto modo di vedere i posti migliori per un appuntamento, guidami tu». Izana sorrise prendendole la mano: «C’è un giardino che toglie il fiato e poi troviamo un ristorante, mi infastidisce che tu sia andata a pranzo con mio padre e non sei ancora venuta a cena con me». Yui scoppiò a ridere accarezzandogli la mano: «Se non avesse chiamato sarei rimasta a guardarti dormire, eri dannatamente affascinante». Izana alzò un sopracciglio contrariato: «Da sveglio non lo sono?». Yui deviò lo sguardo divertita dalla provocazione: «Molto meno di quanto credi». Passeggiarono nel giardino inebriato di rose di ogni colore, si divertirono a perdersi e a ritrovarsi nel labirinto di piante e rimasero ad osservare la fontana centrale, era un luogo magico che li aveva trasportati in un’altra era. Seduti su una panchina coperta dai fiori ascoltavano il silenzio, Yui si strinse nel suo petto lasciandosi accarezzare, mai avrebbe immaginato un epilogo migliore per una storia che sembrava non avere alcuna via per procedere: «Quasi non ci credo». Izana le accarezzò la spalla sospirando e alzandosi per farle segno di andare: «Dovrai farci l’abitudine».

Si fermarono davanti ad un ristorante elegante diverso da quello che aveva conosciuto ma altrettanto adatto ad un Principe che portava a cena la sua dama, anche se era tutto pieno, al nome della famiglia non esitarono a liberare un posto per lasciar godere ai due ragazzi una serata romantica. La musica in sottofondo era lenta, il locale soffuso e le chiacchiere basse, era tutto come in un film, Yui si osservava intorno ansiosa, Izana non era poi diverso dal padre, eppure quel che provava in sua compagnia era ben diverso da quello che aveva provato la mattina a pranzo. Sorrise emozionata quando poggiarono i piatti davanti a loro, rimase perplessa a guardare quel che aveva ordinato e non conosceva, Izana aspettava la sua reazione che al sapore troppo piccante si arrese al vino: «Non lo aspettavo così…». Accennò una risata riuscendo a metterla a disagio: «Vuoi provare il mio?». Quasi con sfida accettò l’offerta decidendo di cambiare ordinazione, si soffermò non poco a scegliere per entrambi il dolce, alla fine vinse il classico tiramisù smezzato: «Questo è buono». Izana sorrise allungandole il cucchiaino: «Solo?». Yui scostò i capelli dalla guancia arrossata sorpresa dal gesto: «Il più buono che abbia mai mangiato». Il cellulare di Izana suonò interrompendo l’appuntamento, richiamandoli a tornare.

La macchina li stava aspettando dove aveva dato appuntamento all’autista per riportarli alla villa e prepararsi a partire per tornare in patria. Lorene era un raggio di sole in loro attesa, era chiaro cos’avevano passato quel pomeriggio: «Bentornati, siete pronti?». Accennarono entrambi ad un si preparandosi a partire, il viaggio sarebbe stato lungo e avrebbero avuto modo di parlare meglio, Lorene era troppo curiosa di sapere di più, lasciò ad Izana e a Claus lo spazio per parlare focalizzando tutta la sua attenzione su Yui: «Avete passato un bel pomeriggio?». Izana sorrise guardando Yui cercare di accontentare la donna con le storie che sapeva un po’ avrebbe inventato e un po’ le avrebbero fatto piacere: «Ci siamo divertiti». Claus alzò lo sguardo dal giornale cercando di scorgere la sua reazione: «Mi auguro che la terza sia la volta buona». Izana accennò una risata alzando le spalle: «Me lo auguro anche io. Riguardo al ritorno, è permanente?». Claus sospirò chiudendo i fogli: «Per ora. Hai dei progetti oltre quelli di famiglia, progetti che non intendi abbandonare, come te anche tuo fratello. Riparleremo del tuo futuro nell’azienda quando parte di quegl’obiettivi sarà raggiunta». Rilassò le spalle al sorriso forzato che lo aveva lasciato libero di proseguire: «Resterete anche voi?». Accennò ad un no chiedendo assistenza al personale privato di bordo: «Pochi giorni, come avrai intuito c’è instabilità tra i soci e i clienti, ripartiremo entro la settimana. Affido di nuovo a te la villa e metti in guardia tuo fratello sulle sue responsabilità. Al nostro prossimo ritorno sarà suo il turno».

 
*

Poche furono le parole per il restante viaggio, al contrario delle due donne ormai prese dai racconti delle due relazioni a confronto. Scesero stanchi ma una macchina era già pronta per portarli a casa di Yui dove Kioichi e Séline stavano preparando la cena: «Non vi aspettavo così presto». Claus sospirò avanzando solo nell’ingresso: «Sono Claus Wistaria e sono qui per ufficializzare il fidanzamento». Kioichi sussultò alla mano allungata, guardò Yui al settimo cielo e Izana arreso: «Non ho obiezioni, ma apriremo questa conversazione in un posto più adatto, sarete stati e provati dal viaggio, riprenderemo contatto in settimana. Sono Kioichi il fratello maggiore di Yui e sarei lieto che prendessero parte a questa decisione anche i miei genitori, al di la del tutore legale». Si strinsero la mano concordi, Claus fu il primo a lasciare la casa fiducioso in quella risposta: «Allora, raggiungiamo gli altri alle terme». Yui sussultò e Séline le sorrise scendendo da sopra le borse: «Aspettavamo solo voi, andiamo». La macchina era già fuori ad aspettarli per portarli alle terme dove Zen e tutto il gruppo aspettavano il responso: «Ben arrivati». Stringeva il cellulare tra le mani davanti all’entrata, era forse tra tutti il più ansioso non ebbe modo di chiedere Yui gli corse contro abbracciandolo euforica: «Torniamo trionfanti! Corro a cambiarmi, devo raccontare tutto alle altre, che viaggio è stato!».

Zen rilassò le spalle lasciandola andare verso le ragazze che in stanza la stavano aspettando e in quei giorni avevano ipotizzato di tutto: «Sembra si andata bene». Izana sorrise sciogliendo i capelli scompigliandoli dal nodo: «Meglio di quanto avevo previsto, alla prossima toccherà a te lo sai?». Zen deviò lo sguardo divertito, voleva sapere tanto quanto Yui voleva raccontare, ma non da lei voleva che fosse Izana a raccontargli cos’era successo: «Mi farò trovare pronto. Posso sfidarti?». Izana fermò i suo passi colto di sorpresa dallo sguardo affilato: «C’è un motivo?».  Zen negò divertito ma non gli avrebbe permesso di tirarsi indietro:  «Se vinco esaudirete una mia richiesta, se perdo esaudirò io una vostra». Izana sorrise arreso, sapeva che era stanco per giocare ma quello sguardo ormai aveva imparato a conoscerlo: «Spero tu sia preparato a mantenere la tua parola».
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Così finisce la storia, per ora almeno, sappiamo tutti che al di là del racconto c'è una vita a disposizione, questa si ferma qui, è stata lunga, sofferta, divertita e riscritta. Spero possa in qualche modo aver fatto sognare qualcuno tra le righe, ringrazio chi l'ha seguita, chi l'ha solo sfiorata con gli occhi e anche chi ancora non l'ha letta. Posso però assicurarvi che quando qualcosa finisce qualcosa di nuovo sta già iniziando, Diana tornerà presto a raccontare nuove storie, alla prossima. ^-^
   
 
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