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Autore: vanesiis    15/07/2019    2 recensioni
Detective!AU | accenni NaruHina, KakaSaku
Los Angeles, 1980.
Nel condominio Tsukuyomi, a pochi giorni dalla demolizione, l'ex detective Naruto Namikaze riceve una lettera anonima... Ognuno reca con sé un segreto. Ognuno ha delle cicatrici che vorrebbe tenere nascoste. Ma per Naruto il caso assume risvolti molto personali. Le indagini porteranno Naruto a svolgere un'intricata matassa che lega gli inquilini del palazzo, un incarico misterioso e la morte di suo padre.
***
Sbatte il bicchiere sul tavolo con un movimento secco, lo fissa per un momento, per poi alzare lo sguardo su Naruto e chiedergli se conosca il brano "Promise."
Naruto inclina il capo di lato dubbioso, ma Teuchi prosegue spiegandogli che è la colonna sonora perfetta per una sera come la vigilia di Natale. Si alza e recupera un disco che poggia sul bancone. [...]
Naruto attraversa la quiete notturna per tornare a casa.
Prima di cambiarsi d'abito per mettersi a letto, ascolta il disco di Teuchi e una dolce melodia malinconica riempie la casa.
La musica smuove qualcosa nel petto di Naruto che fissa lo sguardo nel vuoto nella speranza che la melodia riscopra delle emozioni sotterrate da tempo nella memoria.

[𝗜𝘀𝗽𝗶𝗿𝗮𝘁𝗼 𝗮𝗹 𝘃𝗶𝗱𝗲𝗼𝗴𝗶𝗼𝗰𝗼 "𝗧𝗵𝗲 𝗟𝗮𝘀𝘁 𝗪𝗶𝗻𝗱𝗼𝘄".] [53.800+ parole]
Genere: Azione, Mistero, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Kakashi Hatake, Konan, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Nessun contesto
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Mi chiamo Naruto Namikaze. Lavoro come venditore per la ditta Konoha Crown. Abito nel condominio Tsukuyomi, un vecchio palazzo di Los Angeles. Non è sempre stato un condominio un tempo era un hotel, dal prevedibile nome di Hotel Tsukuyomi. Credo che il nome si ispiri a quella grande mezza luna che sporge da un faro che c'è ancora sulla terrazza.
Prima abitavo a Manhattan ed ero un detective. Uno dei migliori, a quanto dicevano. Quattro anni fa lasciai la polizia e tornai qui a Los Angeles. Penso sia stato proprio quel faro sulla terrazza ad attirarmi in questo posto. Sono diventato un inquilino dell'appartamento 202 senza neanche aver dato un'occhiata alla stanza.
È un monolocale vecchissimo in un palazzo dall'aria un po' decadente. D'altra parte non ho mai avuto il pallino dell'appartamento all'ultimo grido. Inoltre, lo scorcio di città che posso vedere dalla finestra non è affatto male, per essere solo al secondo piano.
Ho lasciato che gli anni passassero a modo mio: tra i miei dischi, le mie quattro mura e il mio bourbon. E ora sono all'alba dei miei 34 anni, la stessa età che aveva mio padre quando fu assassinato 25 anni fa.
Mi ritrovo a Los Angeles a spaccarmi la schiena per la Konoha Crown. A pensarci bene, non so perché continui a fare questo lavoro, né perché mi trovi ancora qui. In realtà, non ho la minima idea di quale altro posto potrei chiamare casa.
Ufficialmente, la Konoha Crown si occupa della vendita a domicilio di prodotti per la casa. Ma a volte do una mano a Jiraiya, il direttore, nei suoi affari sottobanco: trovare degli oggetti scomparsi, roba che probabilmente sarebbe meglio lasciare dove si trova. Le vendite mi sfiancano, ma questo secondo lavoro mi calza a pennello. Forse è per questo che continuo a farlo.

***
18 dicembre 1980
Mi sono svegliato nella mia macchina dopo una pennichella. Ho raggiunto il cercapersone buttato sul sedile a fianco e l'ho acceso per la prima volta in due giorni.
Ha subito iniziato a trillare nervosamente, rimbombando all'interno dell'angusto spazio della mia auto, come offeso dalla scarsa attenzione che gli avevo prestato ultimamente.
"Ho capito, ho capito... è meglio che chiami Jiraiya!"
Sono uscito dall'auto e ho arrancato alla ricerca di una cabina telefonica. Nella testa affiorava il pensiero che in fondo non era poi così male la mia vita: lavorare un po', tornare a casa e passare il Capodanno esattamente come avevo fatto negli ultimi anni.
Girato il primo angolo, ho trovato gli ultimi spiccioli che mi trovavo in tasca e ho composto il numero della Konoha Crown. Mentre dall'altra parte del ricevitore sentivo il tipico suono della linea libera, mi preparavo con un sospiro all'inevitabile strigliata che avrei dovuto sorbirmi.
Non avevo idea di ciò che mi aspettava.
Non sapevo che era giunto il momento in cui Jiraiya si era definitivamente stancato del mio modo di fare e aveva deciso di licenziarmi, né che lo stabile in cui vivevo era destinato a essere raso al suolo.
Soprattutto, non avevo idea che tutto questo sarebbe stato soltanto l'inizio.

 

Soprattutto, non avevo idea che tutto questo sarebbe stato soltanto l'inizio

— CAPITOLO 1 —

UN BRUTTO PRESENTIMENTO

Los Angeles
18 dicembre 1980
9:00 PM


 

Il manto della notte sta avvolgendo la città, mentre un'autovettura si arresta di fronte allo Tsukuyomi. La portiera si apre per rivelare il volto segnato di un uomo. La camicia bianca e la cravatta nera allacciata malamente, sommate a un vecchio giubbotto di pelle, tradiscono la personalità, mentre la violenza con cui sbatte la portiera non lascia dubbi sull'umore. L'uomo si dirige stancamente verso l'ingresso reggendo una vecchia valigetta. La corporatura robusta e snella, combinata a un'altezza di circa 1,80 stonano lievemente con il pensieroso sguardo fisso a terra. L'uomo si chiama Naruto Namikaze, lavora come venditore porta a porta per la Konoha Crown e abita nell'appartamento 202 del Condominio Tsukuyomi.
Si ferma un attimo di fronte ai pochi gradini di pietra che separano l'ingresso dalla strada. Lascia scorrere lo sguardo sulla luce che filtra dalla porta, inspira profondamente e si lascia sfuggire un laconico: 
"Dannazione!"
Naruto non è un tipo abituato a rimuginare a lungo, ma sta sera non è come le altre. Quella telefonata ha guastato tutto. La voce infuriata del suo capo Jiraiya gli rimbomba ancora in testa:
"Sei licenziato!"
Naruto si ferma a riflettere: ormai sono passati quattro anni da quando ha lasciato Manhattan e la polizia. Non si è certo affezionato al suo lavoro da venditore, ma il tempo è passato senza accorgersene e forse ciò che più l'aveva stupito era stata la capacità di non perdere il posto così a lungo. Quando arrivò in città, Jiraiya gli offrì quel lavoro come venditore di casalinghi in nome della vecchia conoscenza che li legava, ma non si poteva certo definire il mestiere ideale per un tipo taciturno come Naruto. Tuttavia, cedette all'insistenza e alla gentilezza di Jiraiya, che era ben consapevole delle cattive acque in cui versava. Inoltre questo lavoro gli permise di continuare a vivere per quattro anni come aveva sempre fatto.
Naruto Namikaze non aveva una vita del tutto priva di ombre ed era alla ricerca del suo vecchio collega Sasuke Uchiha. Sasuke aveva fatto sparire le sue tracce quattro anni prima durante un'indagine sotto copertura. Naruto scoprì che Sasuke aveva informato i criminali dell'indagine in corso e, combattuto tra lo stupore e la rabbia, l'aveva inseguito fino a un molo, dove aveva lasciato scivolare il dito sul grilletto. Sasuke cadde in acqua e scomparve nel nulla. Naruto si scontrò con i superiori quando le ricerche furono interrotte e decise di lasciare la polizia. Da quel momento, Naruto era sempre stato alla ricerca di Sasuke, delle ragioni del suo tradimento e di sue notizie.
Jiraiya, il direttore della Konoha Crown, è uno dei pochi a conoscenza del suo passato e la lunga esperienza nella polizia di Los Angeles deve essere alla base della sua comprensione. Ma la realtà non è sempre così piacevole: dopo anni di lavoro lasciato a metà e di ritardi, belle risposte al cercapersone, quel sottile rapporto di complicità sembra essersi spezzato con quelle due semplici parole.
Naruto scuote la testa per scacciare quelle odiose parole e risale i pochi gradini, quando la porta si apre per lasciare passare qualcuno.
Ma chi...
Dal palazzo sta uscendo una giovane donna vestita elegantemente, ma con il volto nascosto da un grosso cappello a falda larga e da grandi occhiali da sole che suggeriscono qualcosa di misterioso nel buio della sera. Naruto e la donna si incrociano lungo i gradini, senza che nessuno dei due rallenti il passo. Dopo aver poggiato la mano sulla maniglia della porta, Naruto si volta a osservarla, mentre sale a bordo di una vettura parcheggiata lungo la strada antistante il palazzo. La macchina si mette in moto e Naruto coglie l'istante in cui si accendono in fanali per scrutare il volto della donna. No, non l'ha mai vista.
Mentre entra nella hall con i contorni della donna ancor ben impressi nella mente, nota Kiba fermo di fronte alla bacheca. Il ragazzo si volta, spalanca le braccia e apre la bocca in un sorriso. Si chiama Kiba Inuzuka e abita nell'appartamento 201, proprio di fronte a Naruto: è un musicista spiantato che cerca di sfondare.
"Ma quanto tempo che non ci si vede! Mi sembra passata una vita dall'ultima volta!"
Naruto non sopporta quel modo di fare amichevole e, soprattutto, la sua brutta abitudine di chiedere soldi. Ma tutto il male non viene per nuocere e Naruto si ritrova a pensare che Kiba potrebbe aver visto meglio la donna che è appena passata.
Perciò, senza perdere troppo tempo a rispondere alle sue domande, gli chiede chi fosse quella ragazza, ma la risposta non è d'aiuto:
"Una donna così elegante non può essere certo una di qua."
Non ci si poteva aspettare niente di più da uno come Kiba. Il lavoro porta spesso Naruto fuori casa e non conosce molta gente nel palazzo, ma risulta chiaro che la donna era ospite di qualcuno. Perso l'interesse per la conversazione, Naruto fa per dirigersi verso casa, ignorando Kiba.
La reazione è immediata:
"Sempre il solito scontroso! Ti pare il caso di trattare così una amico che non vedi da un sacco?"
La voce squillante di Kiba fa riecheggiare degli spiacevoli ricordi della settimana precedente nella testa di Naruto.
"E da quand'è che siamo amici?"
Kiba è convinto che aver vissuto quattro anni come dirimpettai generi naturalmente un rapporto di reciproca amicizia. Senza neanche aspettare una risposta da Naruto, prosegue nella sua filippica, chiedendo persino un prestito. Naruto conta fino a dieci per non perdere le staffe.
"Mia madre è stata ricoverata e mi servono almeno 1000 dollari per le spese mediche..."
Due settimane prima sembrava che il fratello fosse rimasto coinvolto in un incidente, ma i soldi prestati da Naruto erano finiti nella cena con una ragazza. Ad ogni modo, Naruto non ha così tanti soldi con sé. 
"Accidenti, e adesso come lo pago il conto del bar?"
Nonostante fossero sussurrate, le parole giungono all'orecchio di Naruto. Prima che la rabbia possa manifestarsi, Kiba la placa scusandosi sinceramente:
"Giuro che non ti mentirò mai più."
Naruto non riesce a convincersi della promessa e fissa il volto di Kiba alla ricerca di un particolare che possa tradire le sue parole. 
"Me lo dici ogni mese, ma non cambia mai niente. Dovrò sorbirmi lo stesso giuramento anche il mese prossimo?"
"Ma che stai dicendo?"
Kiba sembra quasi stordito dalla risposta.
"Il mese prossimo non potremo più starcene qui a chiacchierare tranquillamente!"
Adesso tocca a Naruto essere sorpreso:
"Cosa vuol dire che non potremo più stare qui?"
Il dialogo sta assumendo tinte ambigue: forse Kiba ha intenzione di traslocare, ma più lo guarda e più la risposta pare meno chiara. 
Kiba rompe il silenzio chiedendogli se ha guardato nella sua cassetta della posta di recente. Ma Naruto non controlla così spesso, visto che si tratta sempre di bollette o pubblicità.
Kiba sbuffa e inizia a spiegargli che la settimana scorsa la signorina Tsunade ha inviato delle lettere che hanno scosso l'intero condominio.
Sembra che sia stata decisa la vendita dello stabile e le lettere invitano tutti gli inquilini a sgomberare entro fine mese. Una notizia così importante è ancora sul fondo della cassetta di Naruto...
Che giornata infernale... non bastava il licenziamento, adesso si parla anche di sfratto.
"Salve!"
Una voce allegra risuona dalle scale seguita dalla sagoma di una giovane donna che scende con grazia i gradini. Il viso di Kiba si illumina d'incanto. 
La ragazza si chiama Sakura Haruno e lavora in un negozio di accessori femminili. Abita nell'appartamento 203.
"Di cosa stavate parlando?"
La domanda giunge quasi impertinente, ma Kiba apre la bocca in un sorriso, mentre le spiega che stava giusto spiegando a Naruto dello sfratto, perché non ne sapeva nulla. 
"Da non credere! Ah ah ah!"
Tra le risate, Sakura lo descrive come uno sbadato che cerca di fare il duro.
Naruto si morde le labbra per evitare una risposta irriverente e ascolta i due discutere sulle loro reazioni allo sfratto. Sembra che Sakura abbia già trovato una sistemazione, ma Kiba bofonchia che avrebbe voluto essere al corrente delle sue decisioni. La ragazza sorride mentre gli fa notare che non hanno un rapporto così stretto, poi sventola la mano ed esce dal condominio. Kiba continua a seguirla con lo sguardo finché non scompare chiudendosi dietro la porta.
Naruto commenta che farebbe meglio a lasciar perdere una ragazza del genere, ma la risposta "Guarda che lo so!" è troppo aggressiva per suonare sincera. Rattristato, Kiba si allontana lasciandosi avvolgere dal buio della sera. La hall rimane abbandonata in un innaturale silenzio. Naruto stiracchia la schiena con un meglio e prende in mano la valigetta.
Mentre inizia a immaginarsi la doccia che laverà via tutti i problemi, viene sorpreso da una voce alle spalle:
"Buonasera, signor Namikaze."
Voltandosi, vede dinanzi a sé una signora di mezza età vestita di nero. Si tratta di Tsunade Kato, la proprietaria dello Tsukuyomi. Acquistò l'hotel ormai fallito con il denaro ereditato dal marito e lo ristrutturò in una palazzina residenziale. Di certo è una donna dal carattere forte e con i piedi per terra, conosciuta da tutti gli inquilini anche solo come signorina Tsunade.
Il palazzo è un edificio molto vecchio, ma la sua gestione lo ha mantenuto sempre pulito e rispettabile.
"Signor Namikaze, la sua cassetta delle lettere straborda sempre di posta."
Naruto non può far altro che annuire, ben consapevole che una qualsiasi altra risposta non farebbe altro che peggiorare le cose.
"Inoltre, avrei un messaggio per il signor Inuzuka... sa... mi deve ancora quattro mesi di affitto."
La signorina Tsunade mantiene sempre un tono rilassato nelle sue parole, quasi come se stesse discutendo del tempo. Tra gli altri vaghi discorsi, esprime disappunto per il fatto che Kiba scompaia sempre nei momenti più propizi. Naruto si sente come un bambino sgridato per qualcosa che non ha fatto. O forse c'è qualcosa che ha combinato... la signorina Tsunade blocca lo sguardo a incrociare il suo.
"Ora che ci penso, non ha ancora saldato l'affitto del mese scorso. In tutto mi deve 400 dollari e la pregherei di portarmeli entro la fine della settimana."
Naruto annuisce in silenzio.
Un senso di sollievo lo pervade quando quella donna glaciale gli rivolge un breve saluto per accomiatarsi. Tuttavia, Naruto ha qualcosa da chiederle. Non riesce a comprendere le ragioni dell'improvvisa vendita dello stabile.
La signorina Tsunade mantiene un'espressione imperscrutabile e risponde laconicamente:
"Mi dispiace... avevo intenzione di continuare a occuparmi di questo palazzo, ma..."
Lo Tsukuyomi è un complesso di quattro piani con un bar che dà sulla hall. Non è certamente nuovo, ma regala un ambiente gradevole. Il quarto piano dell'edificio non è stato rinnovato e mantiene la struttura originaria dell'albergo, ma sono pochi gli appartamenti sfitti e una vendita avrebbe poco senso.
"Non ho potuto fare altrimenti, a causa di certe circostanze..."
La risposta della signorina Tsunade si riassume in queste poche parole.
Chissà a quali circostanze si sta riferendo... Naruto vorrebbe approfondire maggiormente, ma si rende immediatamente conto che la donna non ha alcuna intenzione di discuterne.
"Può immaginare che gestire un complesso tutto da sola non sia un compito facile..."
La signorina Tsunade risponde mentre si fissa la punta delle dita.
Naruto è stato cresciuto solo dalla madre Kushina e non fa fatica a comprendere le difficoltà in cui si può imbattere una vedova durante un lavoro complesso come la gestione di un immobile.
"In più, la speculazione edilizia non conosce limite e poi piove sempre sul bagnato..."
Ma il discorso viene lasciato cadere a metà senza alcun accenno sui particolari:
"Mi spiace, ma non me la sento di parlarne. La prego di scusarmi."
Dopo quest'ultimo breve commento, la signorina Tsunade rientra in casa.
Mentre segue con la sguardo la figura della donna, Naruto rimane colpito dalla sua camminata aggraziata. Forse il fascino nasce dall'alone di solitudine che la accompagna, rigorosamente abbinato ad abiti scuri.
Naruto spazza via dalla testa queste considerazioni e va a controllare la sua cassetta delle lettere alla ricerca della lettera menzionata da Kiba. Non si può negare che la cassetta stia letteralmente straripando di posta e non appena la apre inserendo la combinazione, numerose lettere cadono a terra con un fruscio confuso.
In mezzo al mucchio di carte, trova la comunicazione della proprietaria e inizia a leggerla.
" A tutti gli inquilini del palazzo comunico la recente decisione di cedere lo stabile. Il nuovo proprietario ha intenzione di radere al suolo il palazzo. Per i succitati motivi, mi rincresce chiedervi di abbandonare lo stabile. Quando sarà fissata la data di cessazione delle attività, verrà affisso un avviso in bacheca.
10 dicembre,
Tsunade Kato "
La comunicazione di sfratto era stata recapitata la settimana scorsa. La dura realtà è che Naruto dovrà lasciare il suo appartamento.
Si perde tra i pensieri, mentre sale al secondo piano per tornare a casa, ma un uomo gli si para davanti.
Si chiama Sai ed è un idraulico che abita nell'appartamento 304.
Naruto non ha mai scambiato molte parole con lui, forse per il fatto che è molto introverso e cammina sempre con lo sguardo rivolto a terra.
Nonostante il martello che tiene in mano, Sai non ha un aspetto particolarmente minaccioso e un paio di domande chiariscono subito che si sta occupando della manutenzione dello stabile sotto richiesta della signorina Tsunade. Di certo è bizzarro che si occupi di sistemare un palazzo che sarà presto demolito, ma Sai risponde timidamente che la proprietaria si è raccomandata di continuare come sempre fino al giorno della cessione.
Forse la signorina Tsunade vuole illudersi che non sia cambiato nulla.
Sai si allontana dopo aver verificato che tutto sia a posto con l'ingresso dell'appartamento di Naruto. Magra consolazione rispetto al fatto che dovrà uscire da quella casa per non tornare mai più. Non appena Naruto apre la porta, vede cadere qualcosa dallo stipite. Allunga la mano per raccogliere la nuova sorpresa.
Si tratta di una busta senza mittente né destinatario. Dopo un veloce sguardo stupito, entra e appoggia stancamente la valigetta sul tavolo.
Guarda la valigetta logora e pensa che anche lei è ormai stanca e provata dalla vita. Ormai potrà andare in pensione, visto che dal giorno dopo non ci sarà più un lavoro ad aspettarli. La valigetta era di suo padre e l'ha accompagnato ovunque da quando ha iniziato a lavorare per la Konoha Crown quattro anni fa.
Naruto lascia cadere il giubbotto sul divano lungo la parete e apre la busta che ha raccolto all'ingresso.
All'interno si nasconde una lettera ripiegata:
" L'oggetto da cercare è la Kitsune Star, scomparso 25 anni fa all'Hotel Tsukuyomi. "
Non è possibile che un ordine del genere gli venga recapitato direttamente! Che sia uno scherzo di cattivo gusto?
Ma mentre le domande si affollano nella sua testa, il telefono squilla per poi zittirsi repentinamente.
Sempre più strano...
La spia della segreteria telefonica sta lampeggiando. Non appena sente la voce di Hinata, Naruto si ritrova a immaginare il suo volto preoccupato.
Finora Hinata l'ha sempre protetto e scusato davanti a Jiraiya, ogni volta che ha esagerato con le proprie libertà, ma stavolta pare che non ci sia niente da fare e Naruto si lascia sopraffare dalla gravità del licenziamento.
C'è un altro messaggio in segreteria.
Ma da chi?
"Naruto Namikaze? Hai una richiesta per cercare un oggetto. L'ordine verrà recapitato direttamente al tuo appartamento."
Una voce maschile sconosciuta che quasi sicuramente appartiene alla stessa persona che gli ha consegnato l'ordine.
Un oggetto di 25 anni fa...
L'idea dello scherzo di cattivo gusto sembra l'unica plausibile. L'edificio era un hotel fino a 13 anni fa, ma un oggetto così vecchio sarà scomparso dalla circolazione... e poi, cos'è questo Kitsune Star? La mente di Naruto continua a ribollire tra i dubbi e le domande.
I duri eventi della giornata lo spingono a letto presto. La stanchezza ha preso il sopravvento. Ma per quanto cerchi di chiudere gli occhi e rilassarsi, il sonno tarda ad arrivare. Gli avvenimenti di oggi sembrano lucciole impazzite tra i suoi pensieri.
Il licenziamento, lo sfratto e questo ordine misterioso...
Quattro anni fa lasciò la polizia e Manhattan per venire in questa città a lavorare come venditore. La Konoha Crown si occupa di vendite porta a porta... ufficialmente... ma Jiraiya si interessa anche di ritrovare oggetti scomparsi che forse sarebbe meglio lasciare dove sono. Naruto gli ha sempre dato una mano in questa attività secondaria.
Ma perché quell'ordine gli è arrivato a casa stavolta? Non era mai successo prima: è sempre stato Jiraiya a occuparsi di ricevere gli ordini e impartire le istruzioni necessarie. Più Naruto ci pensa, più si accorge che le risposte si fanno sfocate e, ormai rassegnato all'insonnia, si perde a fissare il soffitto con un'espressione corrucciata.

 Più Naruto ci pensa, più si accorge che le risposte si fanno sfocate e, ormai rassegnato all'insonnia, si perde a fissare il soffitto con un'espressione corrucciata

 

 

 

   
 
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