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Autore: Fabio Brusa    16/07/2019    1 recensioni
"Fenrir Greyback è un mostro. Un assassino. Un selvaggio licantropo. Approcciare con cautela."
Quello che il mondo vede è solo il prodotto di ciò che mi è stato fatto.
La paura li ha portati a ritenerci delle bestie, dei pericolosi predatori da abbattere. E la vergogna per non averci aiutati li spinge a tentare di cancellare la mia stessa esistenza.
Forse finirò ad Azkaban. Più probabilmente, qualcuno riuscirà a uccidermi, prima o poi.
Non mi importa.
Non mi importa, fintanto che sopravvivrà la verità su come tutto è iniziato e sulla nostra gente.
Sui crimini del Ministero e sull'omertà di uomini come Albus Silente.
Su come il piccolo H. sia morto e, dalle sue ceneri, sia venuto al mondo Fenrir Greyback.
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GREYBACK segue la storia del famoso mago-licantropo. Attraverso vari stili narrativi, dai ricordi di bambino ad articoli di giornale, dagli avvenimenti post ritorno di Voldemort a memorie del mannaro a Hogwarts, in 50 capitoli le vicende dietro il mistero verranno finalmente portate alla luce.
Genere: Dark, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Fenrir Greyback
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Più contesti
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2/50

Papà non parlò mai dell'incidente, o almeno non con me.

Capii cos'era successo solo diversi anni più tardi, dai vecchi giornali e da ciò che ormai avevo imparato a conoscere grazie ai graffi sulla pelle. Ma, per quanto mi sforzi, posso solo immaginare quello che accadde quella notte. Non ho mai saputo la data esatta: quello che so, è che mia madre morì in una pallida notte di luna piena nell'Ottobre 1949.

Diedrich Marlowe scrisse, per la Gazzetta del Profeta:

Licantropi a Leek: il conto delle vittime aumenta

Nella cittadina dello Staffordshire, sconquassata dall'ondata di terrore, il numero di omicidi perpetrati sia ai danni di babbani, sia di maghi e streghe, sembra non avere fine.

Aurelius Princh, auror del Ministero, si dichiara "certo che il colpevole, o i colpevoli, saranno consegnati presto alla giustizia e, secondo le leggi in vigore, saranno soppressi". 

Nel frattempo, Leek rimane in balia della paura. Ieri sera è stata scoperta l'ultima vittima delle selvagge creature nascoste in città. Si tratta di Sigourney Preston, strega scomparsa dalla propria dimora londinese nel 1940. A causa dei bombardamenti babbani, che colpirono i rifugi magici in seguito all'azione spregevole di Grindelwald, la signorina Preston - all'epoca ventenne - venne data per morta.

Apprendono ora notizia della tragica fine i familiari e i congiunti rimasti a Londra, i quali si uniscono alle già numerose rimostranze affinché il Ministero prenda provvedimenti concreti e sistematici per debellare la piaga della licantropia dall'Inghilterra.

Nessuno nominò mai Ursula. Anche lei ci lasciò quella notte, nel tentativo di proteggere mia madre dalla Furia. Ma era solo un animale, e a nessuno interessa mai di uno stupido, dannatissimo cane. 

Si chiesero tutti come la signorina Preston avesse trascorso gli anni, dopo essersi salvata dalle bombe. Forse aveva perso la memoria e aveva vagolato per le campagne, o forse era fuggita per paura di rimanere coinvolta negli attacchi. Oppure - peggio ancora - era una traditrice informata delle intenzioni di Grindelwald e per questo si era messa in salvo, senza farsi mai più rivedere.

Voci.

Voci disgustose e ignoranti, un cancro figlio delle masse. Se le persone possono additare ciò che non conoscono e lanciare giudizi come escrementi, lo fanno. Sempre. Senza fermarsi e capire che anche i nascosti, anche gli esuli, anche i reietti hanno bisogno delle stesse cose per vivere: di una casa, di un futuro e dell'amore.

Mio padre l'aveva conosciuta al San Mungo, dove era stato sottratto alla morte solo per miracolo. Senza documenti, né alcunché per poterlo identificare, venne lasciato alle cure di una giovane infermiera specializzanda, almeno fino a quando si fosse ripreso e avesse potuto farsi riconoscere. Rimase incosciente per otto giorni, prima che le sue condizioni cominciassero a migliorare. E lì, aperti gli occhi e trovandosi di fronte la donna che non avrebbe più lasciato, fu assalito dal panico.

- Dove mi trovo? Che giorno è? -

- Stia tranquillo, è al San Mungo. Ci stiamo prendendo cura di lei. - Immagino che lei gli abbia risposto qualcosa di simile, mentre rimaneva affascinata dai suoi capelli selvaggi.

Lui sarebbe dovuto scappare, sparire nello stesso istante in cui fu in grado di reggersi in piedi. Non sapeva quale sarebbe potuto essere il suo destino. Scampato ai Campi di Prigionia, fuggito dopo più di sei mesi di atrocità, riusciva a vedere solo due strade: l'abbattimento o la reclusione nel reparto Janus Thickey Ward. L'idea di trascorrere il resto della propria vita in gabbia era peggiore di quella della morte. Così scelse la fuga.

A quel punto, però, accadde l'inaspettato. E prima della successiva luna piena, sotto al cielo pieno di fumo e senza nemmeno una stella, a correre verso la libertà furono in due: un lupo mannaro innamorato e la donna alla quale avrebbe dato prima un figlio e poi la morte.

 

   
 
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