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Autore: roby626    17/07/2019    0 recensioni
“Mio marito, era un uomo votato alla spada, con solidi principi morali.
Membro fin da giovanissimo dell'organo di polizia che manteneva l'ordine di Kyoto: la Shinsengumi.
Veniva considerato il miglior combattente che questa avesse a disposizione. [...]
*Tratto dal testo
Genere: Guerra, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kenshin Himura, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                Pranzi e scoperte sconcertanti

























Erano arrivati davanti al portone del dojo, dove l'insegna in legno scolorita con su scritto Kamiya Kassin Ryu Dojo, faceva bella mostra di sé.

La pace regnava ovunque lasciando in Naomi una piacevole sensazione, considerando che fosse un bel posto dove vivere, ad un tratto si sentirono provenire dall'interno delle risate di bambini, vide Yahiko entrare con la spesa e venire accolto da vocine allegre e femminili.

Si voltò verso Sanosuke con cui aveva chiacchierato molto durante il viaggio, e fu invitata, con un sorriso incoraggiante, ad entrare.

L'interno era umile ma molto curato, grande abbastanza da ospitare la famiglia numerosa di qui aveva parlato Sanosuke.

Vide il ragazzo abbassarsi mentre veniva circondato da due bambine che chiedevano con le loro voci innocenti chi fosse quella nee-chan.

-Quella, è una signorina che io e Yahiko abbiamo aiutato.

Dopo aver ascoltato la spiegazione del loro Sano-nii si avvicinarono entrambe, mentre la bambina più grande le diceva con voce dolce:

-Ciao, io sono Suzume e lei è mia sorella Ayame.

-Ciao Suzume-chan, Ayame-chan, io mi chiamo Naomi. Sapete che siete delle bimbe molto belle.

Con quelle semplici parole, oltre ad un luminoso sorriso e la voce gentile, Naomi conquistò le bambine.

-Naomi-nee!

Mentre le bambine correvano ad avvertire un certo Ke-nii, Naomi vide Sanosuke parlare con una graziosa ragazza dal kimono lilla che, dapprima arrabbiata poi comprensiva, le si avvicinò.

-Salve, voi dovete essere Kaoru Kamiya, Sanosuke mi ha parlato di voi.

-Esatto, anche se non so di preciso cosa ti abbia detto … e devo ammettere che non lo voglio sapere, mi fa molto piacere averti qui con noi dopo la brutta esperienza di poco fa, spero che troverai piacevole la nostra compagnia.

-Ne sono certa.

-Vieni pure Naomi.

Prendendola per mano, Kaoru condusse Naomi alla sala da pranzo non sapendo che ci sarebbero stati interessanti sviluppi.

 

La sala dove era entrata Naomi, era verde pallido con i segni del tempo sulle pareti, ma l'ambiente e la compagnia erano così accoglienti che non ci fece caso.

Prese posto vicino a Sanosuke e alle bambine mentre davanti a lei rimaneva un posto libero, stava per chiedere a Kaoru chi dovesse ancora arrivare quando sentì un rumore di shoji aperti e una voce allegra che diceva:

-Kaoru-dono, ragazzi è pronto il pranzo.

Un ragazzo non troppo alto, dai capelli color rame e una pentola tra le mani, entrò accompagnato da un generale: -Finalmente Kenshin.

Questo, con un sospiro paziente, fece le parti, per poi rivolgersi all'ospite:

-Naomi-dono, spero che adesso vi siate ripresa.

-Si gra …

La risposta le morì in gola.

Capelli color rame, una cicatrice a forma di croce e una corporatura esile.

Non poteva essere … ma non poteva nemmeno sbagliarsi.

Quello era uno dei nemici più attivi di suo marito durante il Bakumatsu: Hitokiri Battousai.

-Voi .. voi siete … Himura Battousai.

Quando il ragazzo sollevò lo sguardo, vide lo sconcerto negli occhi lilla.

Mentre un' espressione di puro stupore, era dipinta anche sui visi di Kaoru, Yahiko e Sanosuke.

-Sì Naomi-dono.

La semplice risposta, la fece vacillare mentre si alzò in piedi, portandosi una mano davanti alla bocca per lo sconcerto.

Quello era uno degli uomini che avevano combattuto contro suo marito, uno dei suoi più accaniti nemici.

Ma, come diceva sempre lui “porto rispetto per Himura Battousai, è un grande combattente, la sua tecnica è divina”.

C'era un innaturale silenzio mentre lei continuava a fissarlo.

-Non vi ho mai incontrato prima, ma è stato uno shock per me vedere voi, uno degli assassini più attivi del Bakumatsu che si è scontrato moltissime volte con mio marito. Perdonate il mio sconcerto.

Kenshin annuì calmo, ormai era abituato a tutte le reazioni possibili riguardanti la scoperta del suo passato, così gli sorse una domanda spontanea:

-Posso sapere che è vostro marito, Naomi-dono.

-Okita Souji, capitano della Prima Divisione della Shinsengumi.

La notizia fece scurire leggermente gli occhi di Kenshin mentre ricordava i suoi scontri con Okita.

-Vostro marito era, senza ombra di dubbio, il migliore combattente della Shinsengumi. Sono onorato di fare la vostra conoscenza, Okita era un uomo che portava il mio rispetto. Non si poteva dire che eravamo nemici ma solo schierati da parti opposte ... entrambi affidavamo i nostri ideali alle katane.

-Lo ha sempre detto anche lui.

Con un sospiro Naomi si rimise seduta e riprese a mangiare imitata da Kenshin e poi dagli altri, trovando la serenità.

Kenshin era stupito, il passato gli era era difronte, non aveva nessun rancore. Era strano vedere la donna che rappresentava i nemici del suo passato chiacchierare tranquillamente con la donna che aveva tra le mani il suo futuro e la sua felicità, anche se questa non lo sapeva.

Ed era meglio che continuasse a non saperlo.

 

A metà del pranzo, la discussione tornò di nuovo a Naomi, e a cosa l'avesse portata lì a Tokyo:

-Vengo da Kyoto, dove ho abitato per tutta la vita, per vedere un ex-membro della Shinsengumi, Saito Hajime. Dovrebbe essere di istanza qui a Tokyo … come funzionario della polizia.

Dopo un silenzio generale, Sanosuke con il viso contorto in una smorfia indefinibile disse tra i denti:

-Sì ... abbiamo presente chi è.

-Sanosuke?? Tutto bene???

-Non ti preoccupare Naomi, è solo che tra Sano e Saito non corre buon sangue.

La voce di Kaoru era divertita, anche se sotto la superficie, si vedeva un sorriso crepato. “C'è qualcosa che non ci vuole dire, ma che la corrode dentro.”

-Naomi-dono, se lo permettete, sessha sarebbe disposto ad avvisare Saito della vostra presenza al dojo, in modo da farlo venire qui senza che dobbiate scomodarvi andando alla stazione di polizia ... un luogo dove non sempre si può parlare liberamente di cose … delicate.

Kenshin aveva parlato con voce bassa e decisa, mescolata all'educazione che lo caratterizzava sempre, aveva intuito che il suo arrivo a Tokyo riguardava il comandante Okita.

Dopo un momento di sconcerto, Naomi si ritrovò ad esibirsi in uno dei suoi sorrisi più luminosi verso Kenshin … un uomo ... che le ricordava, per certi aspetti, il suo adorato marito.

-Vi sarei grata per questo Himura Kenshin.

-Allora è deciso! Finito il pranzo andrò a chiamare Saito.

-Kaoru so che vi esercitate nel kenjutsu …

La discussione passo su argomenti molto più leggeri non nominando più Kyoto, Saito, la Shinsengumi o l'Hitokiri Battousai.

 

Il pranzo si concluse tra chiacchiere allegre, mentre sia Sanosuke che Kenshin uscivano dal dojo, il primo per andare a farsi curare qualche ferita da Megumi Tamaki, mentre il secondo per adempiere alla promessa fatta prima a Naomi.

Le due donne si alzarono e Kaoru, dopo aver dato il permesso a Yahiko di allenarsi con la sua shindai in palestra, chiese aiuto alla sua ospite per portare Ayame-chan e Suzume-chan a fare il riposino pomeridiano.

Dopo averle coricate con attenzione e premura, per non svegliarle, sui futon, Naomi rimase a guardarle mentre queste facevano il sonnellino dei giusti.

-Sai Kaoru, ho sempre desiderato delle bambine ma Souji non mi ha mai accontentata.

La confessione, fatta per puro istinto, aleggiò nell'aria dopo che Kaoru aveva chiuso gli shoji della camera.

Questa si voltò di scatto verso la donna che aveva parlato con una voce così carica di rammarico e tristezza, da farle quasi venire da piangere, capiva benissimo la situazione.

A volte, mentre guardava Kenshin giocare allegro con le due bambine, si chiedeva come sarebbe stato vederlo con il loro, di figlio.

Un sogno che sapeva non si sarebbe mai avverato, ma che la riempiva sempre di una sensazione dolce amara, come facevano tutti i desideri proibiti.

-Sono certa che mi capisci … visto come guardi sempre Kenshin.

Kaoru non seppe come ribattere alla pura verità, così rimase in silenzio mentre accompagnava Naomi nella sala da pranzo.

Per spezzare il silenzio che si era creato e cercare un modo carino per farle quella domanda, alla giovane Kamiya venne in mente un solo modo:

-Naomi, gradisci una tazza di tè mentre aspettiamo che Kenshin arrivi con Saito?

-Sei molto gentile .. sì l'accetto volentieri, grazie Kaoru.

Kaoru sotto lo sguardo divertito della sua ospite, si affrettò a preparare il tè, ma dopo averlo servito non seppe di nuovo come iniziare.

-Sei irrequieta.

Il commento di Naomi non fece altro che aumentare l'inquietudine di Kaoru così l'altra scelse di venirle incontro:

-Desideri chiedermi qualcosa Kaoru?

Sul viso le si dipinse un espressione di puro stupore e Naomi trattenne un sorriso, Souji le diceva sempre che era una “brava lettrice di anime”.

-Ecco …. mi piacerebbe … se non è un problema ...chiederti di tuo marito.

La frase finale, detta tutto d'un fiato, fece sorridere Naomi che con un profondo sospiro e un espressione dolce e nostalgica si appresto a raccontare del suo amore per Souji:

“Mio marito, era un uomo votato alla spada, con solidi principi morali.

Membro fin da giovanissimo dell'organo di polizia che manteneva l'ordine di Kyoto: la Shinsengumi.

 Veniva considerato il miglior combattente che questa avesse a disposizione.

  
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