Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
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Autore: Io_amo_Freezer    18/07/2019    1 recensioni
Monkey D. Luffy è un ragazzo di diciannove anni, ma con la testa, troppo, tra le nuvole ed un cuore grande e ricolmo di innocenza. Purtroppo si porta alle spalle un grande segreto e dentro un profondo dolore che continua a tormentarlo senza sosta.
Tornare nella sua città natale gli sembra la cosa migliore per cullarsi nella tranquillità e nella pace, ma lo sarà davvero con quello che sta passando?
E se sulla sua strada incontrasse un gruppo di amici ed uno spadaccino leali e molto speciali? Riusciranno a salvarlo dai suoi incubi? In una città invisibile, lasciata indietro e dimenticata; tra nemici e nuove conoscenze, qui, Luffy si ritroverà ad affrontare un po' di avventure e molte e più distrazioni. Ma il suo sogno lo chiama, riuscirà a liberarsi dai suoi fantasmi per tornare a seguirlo?
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: ASL, Donquijote Doflamingo, Monkey D. Rufy, Roronoa Zoro
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Finiti i kata lasciai lo shinai insieme agli altri e mi distesi di petto contro il pavimento in legno che mi intorpidì per il leggero gelo alle parti scoperte del corpo, e così iniziai a fare le flessioni, superando il record di ieri con mia grande soddisfazione, mentre ripensai al "Ti amo." dolce e tenero di Luffy nonostante il suo dolore. Quanto lo amavo, pensai con un sorriso, osservando le gocce di sudore spargersi sul tatami. Nel risentire il telefono vibrare per l'ennesima volta, in tasca, sbuffai, mettendomi seduto in ginocchio di scatto e prendendolo con malavoglia.
-Cosa c'è?- borbottai, alzandomi e prendendo un manubrio, iniziando a fargli fare su e giù con il braccio: non volendo stare fermo. Mentre ascoltai dall'altro capo parlare Jack che mi avvisò dell'intervista di ieri. -Lo sai che non mi interessa.- borbottai, ma lui aveva un tono così teso che lo lasciai continuare senza dargli retta, almeno finché non nominò Luffy, a quel punto tesi le orecchie sgranando gli occhi.
-Perché lui?- ringhiai sorpreso, mollando il manubrio a terra e precipitandomi in soggiorno. Non trovai il mio lui, ma detti retta al mio amico e accesi la televisione dove stavano trasmettendo l'intervista, nell'esatto momento in cui ero con Luffy dopo essere usciti dallo stadio. -Maledizione...- imprecai nel sentire la giornalista iniziare a parlare che: "Monkey D. Luffy era stato appena ritrovato."
Ringraziai velocemente Jack e riattaccai per poi correre fuori, cercando il mio ragazzo per dargli quella pessima notizia: lui non voleva che si sapesse dove fosse, o peggio, che qualcuno dei suoi amici di piscina o non so che, scoprissero la sua posizione, da quello che mi aveva riferito. Percorrendo in fretta e furia le strade della città, svoltando lo sguardo a destra e a sinistra ad ogni secondo, mi scontrai con Robin, Chopper e gli altri.
-Ciao! Ieri è stata davvero una grande partita!- esultò la renna con una stecca di zucchero filato tra le zampe e qualche pezzetto sparso un po' sulla sua bocca.
-Zoro, sai che abbiamo incontrato due ragazzi nuovi? Erano molto gentili.-
-E quindi?- sbottai, guardandola torvo, ma poi le chiesi scusa, ricambiando e ringraziando il saluto e il commento di Chopper, sfregando il retro del mio collo sudato, anche per via dell'allenamento non essendomi lavato, infatti ero ancora a petto nudo.
-Non fa niente, ma dovresti riposarti. Sai, pensavo ti potesse interessare perché chiedevano di Luffy e...-
-Ahhh!! Zoro!- urlò la voce del ragazzo in questione che si sovrappose a quella di Robin, mentre, voltandomi di scatto, lo vidi correre nella mia direzione fino a mettersi davanti al mio petto per usarmi come uno scudo, come impaurito da qualcosa che stava per giungere alle mie spalle. -Nascondimi!- supplicò, stringendomi i lembi del pantalone, stropicciandoli.
-Che succede?- chiesi restando rigido, ma voltandomi di nuovo in avanti, con il capo per guardarlo negli occhi, e lui lo ricambiando per poi indicare col braccio davanti a sé: ovvero due persone che ci vennero incontro con il fiatone.
-Maledizione, Luffy!- imprecò un ragazzo fermandosi davanti a noi e piegandosi in due tra gli affanni; era muscoloso e alto, dalla chioma fluente, rossa acceso che ricordava vagamente la forma di una fiamma e tenuta in alto con una fascia marrone per darle quella conformazione, mentre la prima cosa che cadeva all'occhio era il viso truccato, con rossetto e mascara. Era vestito come un ragazzo di un gruppo metal, dai pantaloni neri e coperti da macchie gialle di varie dimensioni, un cappotto di pelliccia sulle spalle e un paio di occhiali da motociclista che rappresentavano la fascia che reggeva la sua chioma.
-Ora che ti abbiamo trovato non ti perderemo di nuovo.- asserì accigliato il secondo ragazzo completamente diverso dal primo; era basso rispetto al coetaneo, e magro, con due paia di orecchini per ogni orecchio, due lievi occhiaie grigie e azzurre sotto gli occhi; dai capelli blu notte, ma la maggior parte erano nascosti da un cappello simile ad un berretto, dal colore bianco e a chiazze scure sui bordi e sulle parte inferiore; con un paio di scarpe scure a punta. Aveva i capelli che si dilungavano fino sotto l'orecchio, davanti ad esso che non raggiungevano però la barba e il pizzetto, neri. Infine indossava un paio di pantaloni azzurri con macchie scure, ed una felpa gialla e nera su cui richiamava una faccia sorridente.
Quelle parole risuonarono alle mie orecchie come una minaccia, così strinsi i pugni e feci un passo avanti, con Luffy che rimase indietro, con il capo basso e gli occhi nascosti dall'ombra del cappello.
-Cosa volete da lui?- sbottai serio, mentre lo sentivo stringermi forte la mano per paura.
-Riportarlo a casa, cos'altro?- scattò il ragazzo dal berretto a chiazze.
-E chi sareste di grazia?- domandò Robin portando le mani davanti petto, pronta ad intervenire.
-Trafalgar D. Law, sono suo manager e cugino. Non puoi stare qui, lo capisci?- affermò deciso, tornando a rivolgersi a Luffy, con tutti i miei amici che rilassarono le spalle facendosi con un volto perplesso, iniziando a non capire la situazione, e con il secondo ragazzo che scosse il capo, come deluso dall'amico affianco e dalle sue parole.
Luffy scuoté il capo, mogio, e Law fece un passo avanti per avvicinarsi a lui, ma si ritrovò bloccato da mille braccia che fiorirono sul suo corpo: quelle di Robin; non sapeva cosa stesse accadendo ma era pronta a sostenere le scelte del suo nuovo amico, come tutto il resto della combriccola, da come notai dai loro sguardi, tornati a farsi agguerriti. Sorrisi, compiaciuto del suo intervento.
-Zoro, mi hanno trovato per colpa di ieri, in TV. Ma non voglio tornare con loro.- mi sussurrò piano, con sguardo malinconico, strusciandosi con la guancia contro il mio polso.
-Luffy devi tornare alla tua vita!- protestò ancora -Smettila con... questo!- e il ragazzo dalle borse sotto gli occhi indicò noi e la città con fare oltraggiato, quasi.
-Ehi, ma come ti permetti!- si fece avanti Nami, piantandosi le mani sui fianchi, troppo adirata da quel commento che voleva decisamente offendere.
-Noi siamo suoi Super amici!- urlò fiero, Franky, mettendosi nella sua solita posa e facendomi sorridere per quello che aveva detto, che fece rallegrare anche Luffy.
-Esatto, e non ti permetto di offenderli!- asserì lui, corrucciato, mostrandosi impassibile su questo concetto, ma restando al mio fianco e toccandosi, con una mano, il cappello.
-Ti prego! So che sei sconvolto per aver visto morire i tuoi fratelli, ma non hai tempo per questo! Devi tornare a casa, ad allenarti e a tornare come prima! Basta che non ci pensi, e ce la faremo.- ordinò con fare esasperato e truce, sconvolgendo tutti gli altri e Luffy compreso per la prima notizia, ma a me sconvolse più il tono: le aveva sputate fuori senza pensarci, come se fosse una cosa normale dimenticare quell'accaduto e tornare a vincere, e tornare ad avere la forza di respirare e guardare il mondo come prima, di resistere a quel dolore schiacciante che continuava a fargli male. Lo guardai con odio mentre cercava di muoversi, ma c'era la presa di Robin, la quale si fece più forte e io mi imposi maggiormente davanti ai suoi occhi, e solo in quel momento quel ragazzo mi degnò, come se prima non fossi neanche stato lì.
-No, non sono ancora pronto.- disse il mio lui, facendo un passo indietro. -Avevi detto che mi avrebbe sostenuto, Kidd.- sussurrò con odio, guardando il ragazzo dalla chioma rossa che tentennò facendo una smorfia dispiaciuta, prima che lui si allungò con le braccia verso un tetto per scappare via con uno scatto in aria, come fece sotto il mio sospiro negativo per quelle parole.
-Maledizione...- imprecò Law, divincolandosi.
-Lascialo stare! Non puoi costringerlo se non vuole venire.- esclamò secco, Chopper, saltellando in avanti con tono minaccioso, ma allo sguardo severo e cupo di quel ragazzo indietreggiò impaurito, fino a dietro le gambe della donna che teneva prigioniero lo sconosciuto.
-Smettila, Law. Non lo capisci? È sconvolto! Sta solo cercando di sopravvivere al dolore. Come puoi parlargli dei suoi fratelli in faccia, così, con tanta sfrontatezza?- lo frenò quello che doveva chiamarsi Kidd, appoggiando una mano sulla spalla dell'amico.
-Tu lo sapevi?- fece Nami a me, riferendosi ai fratelli di Luffy, costringendomi a portare gli occhi su di lei.
Mi limitai ad annuire cupo, guardando Law comprendere le parole di Kidd, ma al tempo stesso ignorarle subito dopo, voglioso di farlo ragionare a suo modo; però io non potevo rimanere lì a discutere, dovevo seguire Luffy. Però i miei amici sembravano così scossi e bisognosi di più informazioni...
Scattai verso il vicolo, sperando di trovarlo. Non passò molto tempo e ringhiai nel sentirmi seguito da Law e Kidd, anche se non sapevo come avesse fatto a liberarsi dalle mani di Robin. Li ignorai e vagai, girando per quasi tutta la città, perdendomi pure come mio solito, ma almeno gli avevo seminati... O forse si erano persi.
Alla fine pensai alla cosa più ovvia: salendo su un tetto scrutai dall'alto la città, e intravidi da lontano una sagoma da un inconfondibile cappello, seduto sopra le rigide tegole. Sorrisi, più sollevato, e mi affrettai a raggiungerlo il più in fretta possibile, sperando che nessun altro lo avesse visto, svoltando a destra nonostante il ragazzo fosse davanti a me, ma alla fine, balzando a terra e risalendo su un altro tetto per poi incamminarmi verso il giovane, sospirai nell'avercela fatta.
-Ehi...- sussurrai, affiancandolo con un tenue sorriso per incoraggiarlo.
-Mi dispiace tanto, Zoro. Forse, Law ha ragione... Non dovrei fare tutte queste storie. Devo tornare a casa mia e ricominciare da... da zero.- sussurrò, continuando a singhiozzare e a piangere, con le spalle tremolanti.
Il mio volto cambiò, assumendo un tono più severo e rigido; quelle parole mi avevano lasciato deluso per la prima volta da quanto lo conoscevo. Non potevo crederci! Aveva davvero intenzione di far scegliere agli altri per lui, di farsi controllare?
-Quindi vuoi arrenderti? Abbandonare i ricordi, dimenticarli per sempre? E secondo te funzionerà? Ne dubito. Ti lascerà più distrutto di adesso e smetterai di lottare, di continuare il tuo sogno.- scattai nervoso, stringendo i pugni, mentre lui si nascose dietro a quel cappello, tenendone il bordo con entrambe le mani.
-No... Io...- balbettò portandosi una mano alla bocca per non farmi sentire i singhiozzi, con le lacrime che sgorgarono come un fiume in piena. Potevo solo immaginare quello che provasse; mi dispiaceva, volevo farmi suo quel dolore, ma non potevo. E non potevo aiutarlo se si arrendeva così. Ringhiai e gli presi il cappello, portandoglielo lontano, mentre lui si protese per riprenderselo di scatto e deciso, preso dall'istinto di non perdere quel tesoro prezioso quanto la sua vita, ma lo frenai con uno sguardo serio e tetro, ignorando i suoi occhi spezzati e mossi come le onde del mare.
-Devi rinunciare anche a questo, lo sai?-
-No, quello no... Ridammelo!- singhiozzò con la gola dolente, allungando le braccia, ma le bloccai usufruendo di una sola mano.
-Possiamo farcela, mi senti? Possiamo lottare!- asserì facendo breccia, portando un altro po' di luce in quell'oblio come mi dimostrarono quelle pupille che si sgranarono di colpo. Desideravo davvero di tenerlo al sicuro, di proteggerlo. Non potevo farmi suo quel dolore, ma poteva condividerlo. Io lo avrei aiutato sempre, lo avrei sempre amato.
-Z... Zoro...- sussurrò tirando su col naso, guardandomi negli occhi -Mi dispiace! Mi dispiace!- iniziò a ripetere piano ma forte, straziato tra le lacrime, succube dei ricordi dei suoi fratelli. -Io... non mi voglio arrendere. Lotterò, lotterò...- sussurrava deciso, ascoltando il suo cuore che gli pregava di non smettere di vivere e di essere libero; era straziante, lo sapeva, ma era meglio che lasciarsi morire abbandonando i ricordi e il dolore, così era troppo facile e non sarebbe servito a niente, se non a un'autodistruzione interna peggiore di questa.
Lo bloccai di schiena contro un comignolo prendendolo per le spalle, e lo osservai negli occhi mentre continuava a scusarsi a squarciagola. Ignorai le persone che si erano fermate sotto di noi, attirate e incuriosite dal baccano, ma non potevano vederci e le sentii allontanarsi tra i bisbigli preoccupati. Tornai a dedicarmi a Luffy che scuoteva il capo con il terrore e l'oblio del dolore e del rammarico negli occhi e nel fiato accelerato. Piano gli presi la mano e intrecciai le nostre dita, avvicinando le nostre fronti l'una con l'altra fino a toccarle.
-Sono qui.- sussurrai sicuro inclinando di poco il capo da un lato e avvicinando la mia bocca alla sua fronte, cercando di rassicurarlo mentre si fermò ad osservarmi, perduto nel mio cuore.
-Mhm...- mugugnò, cullandosi ad occhi chiusi, assaporando appieno quel momento, respirando il mio profumo a pieni polmoni per calmarsi.
Più tranquillo, passai un dito sulle sue guance, asciugandole dalle lacrime. Lo presi di peso e lo adagiai sopra le mie gambe dopo essermi seduto, adagiandomi con la schiena contro il comignolo, ammirando il cielo e poi lui e la sua innocenza.
-Zoro, andiamo in piscina?- borbottò piano, stanco da tutto quel pianto.
Mi alzai, senza dire nulla, continuando a sorreggerlo di peso per le gambe e per la schiena, dove aveva richiesto, e chiedendomi che fine avessero mai fatto quei due di quella mattina, quei ragazzi dai nomi che Luffy aveva nei preferiti del telefono, con cui, con Kidd, ci aveva anche parlato. Arrivati lo adagiai a terra, piano, osservandolo spogliarsi e guardarmi con un sorriso più sicuro per poi avanzare verso il muretto all'indietro prendendomi per mano per farmi nuotare con lui.
-Aspetta.- dissi, frenandolo un attimo e levandomi i pantaloni con una mano per poi tuffarmi con lui nonostante non avessimo il costume ma solo gli slip prima che mi spintonò, con lui, dentro la vasca enorme.
-Si gela...- ridacchiò fremendo a denti stretti per il freddo, guardando in fondo, oltre il filo d'acqua per scrutare l'immenso azzurro profondo e brillante.
Si aggrappò a me, strusciandosi contro il mio petto mentre mi sentivo un po' più fresco dentro quell'acqua; con l'allenamento e tutte quelle corse avevo sudato più del solito e sentivo proprio il bisogno di farmi un bagno.
-Luffy!- mi voltai di scatto, assottigliando lo sguardo e studiando Kidd, che con la mano alzata aveva salutato il suo amico con un sorriso prima di avvicinarsi al muretto, piegandosi su di esso sulle proprie ginocchia.
-Kidd...- mugugnò impercettibile, con un broncio infantile, restandomi attaccato, come un bambino intento a non cedere il suo nuovo gioco.
-Ascolta, io ho seguito Law, ma non pensavo che volesse agire così. Sai com'è fatto, gli è sempre stato difficile esternare dei sentimenti di affetto... Beh, a dirla tutta, io non sono da meno. Però, forse gli serve solo un po' di tempo per pensare, anche noi stiamo soffrendo per la morte di Ace e Sabo, ma siamo qui, come sempre, ci siamo...- asserì deciso, diretto solo a Luffy, non degnandomi, ma nemmeno mi importava; volevo solo vedere cosa volesse, conoscevo da poco Luffy, ma era importante per me, non lo avrei lasciato con qualcuno che non sapeva come proteggerlo anche se loro lo conoscevano da più di me. Lo vidi passarsi una mano sugli occhi, stanco; forse dal viaggio, forse dal dolore e continuò: -Non preoccuparti, non mi ha seguito.- riferendosi a Law, passandosi una mano sulle ciocche fiammante come a scompigliarle, ma quelle restarono ferme come prima.
-Va bene...- sospirò Luffy, avvicinandosi e trascinando anche me vicino al muretto.
-Loro sarebbero felici di vederti circondato da così tanti amici.- affermò con un mezzo sorriso, riferendosi ancora ai suoi fratelli.
-Già.- fece un mezzo sorriso, stringendomi la mano sott'acqua per infondersi sicurezza e coraggio.
-E lui, invece?- domandò poi, con un sorrisetto furbo, squadrandomi quel poco che poteva essendo in acqua, incrociando dopo tanto il mio sguardo impassibile che non lo aveva mai lasciato da quanto aveva varcato la soglia della porta.
-Il mio nome è Roronoa Zoro.- mi presentai, pacato, marcandolo negli occhi per studiare le sue intenzioni.
-Stiamo insieme!- esclamò ridendo e con orgoglio, Luffy, non accorgendosi dei nostri sguardi torvi, e facendo ghignare anche me per tutto quell'entusiasmo tornato.
-Mi fa molto piacere. Io sono Eustass Kidd.- si presentò, conscio che fosse in buone mani con me; si fidava molto delle scelte di Luffy, notai, però si capiva che mi avrebbe tenuto d'occhio come solo un fratello maggiore e iperprotettivo saprebbe fare. -Felice anche di vederti ritornare a nuotare.- commentò. -Per Law... ci parlo io, e lo convincerò a farti rimanere fin quando vorrai, non c'è fretta. Intanto, se è possibile, ci trasferiamo a casa tua.-
Lui annuì e si batterono la mano come due i vecchi amici qual erano e che forse facevano spesso, e dopo averlo rassicurato un'ultima volta si alzò, dirigendosi fuori, senza dirmi niente. Restammo soli e lui si tuffò a stile libero, percorrendo la piscina e provando ad arrivare all'altra sponda, sperando di poterci arrivare mentre io lo seguì a ruota per evitare che crollasse ancora. E proprio quando stava per annegare lo ripescai, tranquillizzandolo dal suo dolore.
-Siamo a buon punto; hai superato il punto di blocco di ieri. Solo di poco, ma è già qualcosa.- mi complimentai e lui fu felice di quel traguardo.
-La ferita inizia a fare meno male, sai?- borbottò dolce, iniziando a disegnare dei cerchi immaginari sul mio pettorale scolpito.
Ghignai con uno sbuffo e adagiai il mio naso sul suo collo, restando fermi in mezzo all'acqua, e iniziai a mangiucchiarlo di baci tra le sue risatelle pacate e innocenti, mentre avvolse le braccia intorno al mio collo. Cominciai a tempestarlo di baci anche sul petto e con fare più profondo, adorando i suoi gemiti e allora percorsi con le labbra tutto il suo busto, amando come pronunciasse, tra gli affanni, il mio nome.
-Zo! Ro...- urlò percorso dal piacere mentre mi fermai; era il segnale: non potevo proseguire oltre. Senza parlarne c'eravamo messi d'accordo che così dovevamo fare, era bastato capirci, e ad entrambi andava bene. E tornai a baciargli pacato gli zigomi e le labbra, accompagnandolo al muretto per uscire finalmente dall'acqua.
Mi alzai seguito da lui con l'acqua che gocciolò lungo il mio corpo, intorpidito e bagnato, riprendendo i pantaloni da terra e infilandomeli mi rimisi anche le katana, rifoderandole dentro la pancera verde, mentre Luffy si avvicinò a me con le gote arrossate, forse ancora lasciato preda delle piacevoli sensazioni che gli avevo riservato in acqua. Giungendo ad un passo da me alzò lo sguardo e si mise sulle punte per poi, sostenendosi con le mani sulle mie spalle, regalarmi un profondo e passionale bacio dopo aver socchiuso di poco gli occhi, assaporando voracemente e sensualmente il mio sapore sulle labbra. Respirai a fondo con le narici, avvolgendolo per i fianchi e portandolo più verso di me, attirando maggiormente la sua bocca, facendole combaciare perfettamente con le mie. Lo presi di scatto quando saltellò per allacciare le gambe alla mia vita mentre ci staccammo, guardandoci negli occhi. E lo vidi ridere ad occhi chiusi e cingermi le braccia sul collo.
-Ti amo, Zoro.- affermò allora, aprendo gli occhi che erano di nuovo luminosi e vivi, che mi dimostravano che mi amavano, e che, qualcosa, riuscivo a farla, a farlo vivere.
Sorrisi, scompigliandogli i capelli e assaporando il suo profumo di libertà mischiato a cloro, aria fresca e sole. Tra mille risate giocose scese, correndo a riprendersi i vestiti ed il cappello mentre lo tenni costantemente d'occhio, su di giri per quella confessione, ormai monotona, ma mai abbastanza per me. Mi avvicinai, deciso a regalargli la stessa emozione, di fargli battere il cuore a mille, accarezzandogli il polso mentre si infilava la camicia.
-Ti amo, Luffy.- sussurrai fermo, lasciandolo colpito prima che mi saltò addosso, estasiato da quella notizia.
-Ahh! Ti amo così tanto! Ti amo, ti amo, ti amo! Ti amo!- asserì tra mille emozioni, mentre ascoltai il suo petto; il cuore. Potevo sentirlo, batteva veloce, feroce, bruciante, forte ed estasiato, come se volesse uscire dal suo petto per finire al sicuro tra le mie mani e poi accanto al mio. Quel cuore batteva tanto da fargli bene, vivo più che mai.
 
 
 
Ero così pieno di felicità. Si era dichiarato, aveva ammesso i suoi pensieri al mio cuore. Lo strinsi forte, davvero entusiasta.
-Luffy.- la voce seria e tetra, fin troppo conosciuta, mi fece voltare di scatto e, mentre osservai Law sul ciglio della porta riprendere fiato da una corsa sfrenata decisi di scendere dalle braccia di Zoro con uno sguardo cupo, nascosto dalle ciocche dei miei capelli. -Non preoccuparti: Kidd mi ha "parlato"... Ti aiuteremo.- esclamò lasciandomi stupito. -E ti chiedo scusa per le mie parole, ho capito di aver sbagliato. Non devi dimenticarti di loro. Perdonami.-
-Certo!- Sorrisi e gli corsi incontro, prendendolo per mano e tirandolo verso Zoro tra mille e nuove risatelle. -Lui è il mio fidanzato, Zoro.- presentai, piacevolmente sentito dal mio cuore che a quella consapevolezza perse un battito.
-Piacere.- si presentò a sua volta, mio cugino, scrutandolo attentamente come a studiarlo, ma non ci feci troppo caso. -Stavate nuotando?- mi domandò nel notare i miei capelli bagnati.
-Abbiamo appena finito, è un po' dura, ma lui mi è di grande aiuto.- esclamai guardandolo negli occhi, riconoscente.
-Piano piano ce la faremo, ma ora penso che tu voglia mangiare.- commentò il mio lui.
Appena sentii quelle parole, nel mio stomaco si innescò come una sveglia, cominciando a protestare con un brontolio. Imbarazzato annuì tra le risate e, prendendo entrambi per mano, corsi a raggiungere la locanda di Sanji: ero così affamato.
-Rallenta!- protestò Law, ma non ci feci caso, invece guardai Zoro.
-Sai, Law e Kidd, sono miei amici da quando avevo dodici anni, e mi sono restati sempre vicini, soprattutto dopo la morte di...- mugugnai alla fine, bloccato da quelle parole che non riuscivo a pronunciare. -Siamo amicissimi!- esclamai subito, per riprendermi, annuendo convinto, mentre Law sospirò stanco, faceva sempre così anche se mi voleva bene.
-Non fare lo sdolcinato, ora.- ringhiò severo, lui, stringendosi il berretto, imbarazzato, ed io ridacchiai.
Arrivai nel locale, ritrovando anche Kidd che beveva da un boccale, circondato dai miei amici, per la prima volta seria, e di più al mio arrivo. Mi sedetti di botto sotto i loro sguardi sollevati nel sentirmi supplicare Sanji di darmi della carne, mentre tenevo la lingua di fuori per la fame.
-Tutto bene?- mi chiese Chopper, guardandomi con occhi lucidi e dispiaciuti.
-Sì, certo. Perché?- domandai a mia volta, non capendo, guardando con entusiasmo il piatto di carne che Sanji mi portò sotto al naso con una smorfia dolente, e in un attimo iniziai a mangiare.
-Per-per... Per i tuoi fratelli. Kidd ci ha raccontato tutto.- sussurrò, balbettando, come colpevole.
-Non...- mi bloccai, tenendo in mano un pezzo di carne, con tutti gli occhi, alcuni anche compassionevoli, su di me. -...Mi va di parlarne.- sussurrai tornando a dedicarmi al cibo, con Zoro che decise di sedersi al mio fianco.
-Scusami, non dovevo.- disse piano, a capo chino, ma io gli feci segno che non importava e presi la mano del mio spadaccino, portandomela in grembo e continuando a mangiare con l'altra.
Quel silenzio non mi piaceva, ormai nessuno parlava più; non volevo che il mio dolore si contrapponesse in loro in questo modo, ma era accaduto, adesso c'era solo il suono di me che mangiavo e non mi andava giù questa cosa. Desideravo che ballassero, cantassero, festeggiassero come loro solito.
-Forza, ragazzi! Un po' più di vita!- asserì Nami come se mi avesse letto nel pensiero e le sorrisi grato voltandomi ad ascoltare Brook suonare il suo violino, Usop mettersi a cantare, un po' stonato, prendendo un microfono da dietro il bancone e Chopper con due stecche sotto al naso tornare a ballare la sua danza bizzarra a cui si aggiunse, poco dopo, anche Franky.
Finii di mangiare in fretta e li raggiunsi, come facevo sempre ormai, tra risate e bevute. Zoro cercò di dissuadermi, ricordandomi come fosse andata a finire l'ultima volta, ma io negai le sue parole continuando a bere, sostenuto da Franky che commentò con un:
-Dai, lascialo fare: Sarà divertente.-
-Sì, eh?- sbuffò lui, non del tutto convinto, ma alla fine rinunciò, tornando a sedersi e a gustarsi un altro po' di rum.
Continuai a ballare, con il boccale in mano che traboccava fuori ad ogni mio movimento ballerino. Guardai Franky mettersi in quella posa bizzarra e decisi di imitarlo, seguito a ruota da Chopper e Usop, mentre Law si portò una mano sugli occhi, scuotendo il capo negativamente, sconsolato e scombussolato da quello spettacolo, con Kidd che se la rideva sguaiatamente e Nami che lodava i suoi berry.
Forse passarono ore, e, anche se ormai ero totalmente sbronzo, capii che fosse arrivata sera dal colore notte che imperlava il mondo fuori, in contrasto con le luci artificiali che mi circondavano, provocandomi fitte alla testa e confusione. Fremetti con il capo e con un nuovo sorriso, traballando, mi diressi da Zoro, sedendomi sopra le sue gambe e adagiando la mia testa sul suo petto ancora nudo. Ridacchiando presi tra le mani un altro boccale, lasciato incustodito sul bancone, ma Zoro si affrettò a levarmelo dalle mani sotto le mie proteste e sbuffi capricciosi.
-Credo sia meglio andare a casa, adesso.- borbottò portando una mano sotto le mie cosce e sollevandole per alzarsi dallo sgabello e portarmi fuori dopo aver salutato tutti, o meglio, quei pochi ancora in piedi, ma sfiniti.
-Vi accompagniamo.- ci informò Law, voglioso di lasciare al più presto quel covo di matti, anche se in fondo si era divertito come tutti.
-Okay!- strillai tra le risate con Zoro che si affrettò a sussurrarmi un immediato: "Shh!" nelle orecchie, visto che ero vicino al suo volto e rischiavo di assordarlo.
Ma continuai a ridere, procurando il loro fastidio ed il loro mal di testa. Mi sentivo davvero felice, contorcendomi tra quelle braccia in una specie di danza per giocare un po', anche se Zoro cercava più di frenarmi, però continuai a guardare i suoi occhi; erano felici come i miei e questo mi rassicurava.
-Forza Luffy, cerca di riposarti un po'.- commentò Kidd, accarezzandomi i capelli, davvero sfinito dalle troppe bevute, ma le reggeva bene, anche se mai quanto Zoro.
-No! Giochiamo!- protestai in un capriccio infantile, guardando sotto-sopra il mio amico e tenendo le guance piene d'aria, ma questo mi procurò un po' di vertigine e così tornai subito su.
-Ma come fai ad essere ancora così energico?- borbottò Kidd, grattandosi la testa con fastidio, forse stressato.
-Non gli è ancora passata la sbornia.- rispose con sufficienza il mio amore a cui regalai d'istinto un bacio sulla guancia, ridendomela poco dopo.
-Luffy... è tardi.- spiegò Law, prendendo dalla tasca i doppioni di chiavi della mia casa. -Ci vediamo domani, riposati.- salutò regalandomi un bacio della buona notte sulla fronte, con affetto. Rimasi sorpreso, e feci una smorfia nel pensare che fosse dovuto per il senso di dispiacere che provava per le parole dette, ma gli sorrisi e lo salutai con enfasi.
-Notte!- urlai a entrambi, guardandoli prendere la strada opposta alla nostra prima che tornassi a dedicare la mia attenzione al mio spadaccino.
-Ti sei calmato?- mi chiese pacato, tirandomi un po' su visto che stavo per sprofondare, molle com'ero.
-Nye.- commentai secco e in tono bambinesco, ridendo felice e facendolo sorridere.
-Forza, siamo quasi arrivati.-
-Sono belle le stelle...- borbottai mollemente, alzando lo sguardo e lasciando che i miei occhi imprigionassero dentro di essi quell'immagine così strepitosa e fantastica, così luminose anche senza la luna.
-Già.- commentò lui, vago, e allora misi il broncio, tirandogli le guance verso di me. -Ma che fai?- protestò nervoso, con lo sguardo dolente.
-Guarda le stelle!- mugugnai, lasciando la presa brusco.
Lui sbuffò stanco, ma eseguì la mia richiesta, senza fermare la sua avanzata. Sorrisi e mi adagiai al suo petto ancora una volta.
-Sono magnifiche, vero?- borbottai per poi ridacchiare ingenuo.
Mi bloccai con un verso sorpreso nel sentire qualcosa opprimere le mie ciocche verso il basso, ma sorrisi nel riconoscere la sua mano coccolarmi ancora; questo sì che era magnifico. Continuando a sorridere socchiusi gli occhi fino a spegnere le palpebre, lasciando alla notte di scorrere piano, amandola in ogni attimo.    
 

 
  
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