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Autore: Queen Elsa    19/07/2019    0 recensioni
[BADE]
“Era un amore fragile il nostro ed a un certo punto si è spezzato. Forse, se fossi stata diversa, sarei riuscita a salvarlo. Ma è questo che sono, un pericolo. Come una droga, all’inizio ti piaccio, poi mi ami, divento quasi un’ossessione e alla fine, lentamente ti uccido.” - sussurra.[…] “Perché sei così dura con te stessa e continui a rifilarmi tutte queste cazzate?”- Beck si porta i capelli all’indietro, stanco. Quasi esasperato. Lei non lo guarda, continua a fissare il vuoto. Poi lentamente risponde - “ Sono solo sincera. Tutti quelli che amo finiscono col farsi male. - alza le spalle come se non le importasse - “ Ci ho fatto l’abitudine”.
“Mi ami?”.
Genere: Comico, Fluff, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beck Oliver, Cat Valentine, Jade West, Robbie Shapiro, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La settimana a casa di Cat era passata velocemente tra risate, torte e i battibecchi di Jade con le due sorelle McCartney. Si perché le bambine avevano passato la maggior parte del tempo a Casa Valentine, periodo in cui le due amiche Jade e Cat avevano avuto il piacere di scoprire che Liz provava una certa simpatia per Dice, il ragazzino riccioluto che spesso e volentieri andava a far visita alla rossa, cosa che sembrava essere ricambiata dal ragazzo.

"Caat! Io sto uscendo!" - urlò Liz dalla cucina, per farsi sentire da Cat che, chiusa nel bagno preparava la vasca per la più piccola delle sorelle.

Nel frattempo Milly cercava di togliersi il fango che le era rimasto sulla faccia. Era andata al parco con la sua babysitter e Robbie, che era tornato dal suo viaggio quella mattina, ma per colpa di una serie di sfortunati eventi lei era finita in una pozzanghera e il ragazzo si era beccato un morso nel sedere da un cagnolino arrabbiato.

"Dove vai?" - chiese la ragazza.

"Esco a fare un giro con Dice. Ci vediamo più tardi, per qualunque cosa ho il cellulare acceso!" - detto questo scappò via senza dare la possibilità a Cat di protestare.

Jade intanto girava per tutto l'appartamento alla ricerca delle sue cose che stava sistemando per tornare a casa sua. L'indomani infatti sarebbe tornata Sam e anche se Cat le aveva proposto di restare pure per quella notte, lei aveva rifiutato. Aveva troppe cose da fare, tra cui prepararsi all'intervista che distava pochi giorni.

"Non azzardarti a sederti sul letto conciata in quel modo mocciosetta!" - avvertì la piccola bambina che, stanca di stare in piedi stava per appoggiarsi sul letto di Sam.

Milly sbuffò.

"Jade si può sapere quand'è che imparerai che il mio nome è MILLY e non mot- mocco- oh uffa quello che dici tu?!"

"Ti chiamo come mi pare. Vai a lavarti che Cat ti sta chiamando."

La bambinetta trotterellò verso il bagno, lasciando per terra impronte marroncine. Jade le sorpassò schifata, cercando con lo sguardo il foglietto dove aveva appuntato orario e luogo dell'intervista. Emise un verso annoiato, sbattendo ripetutamente il piede per terra e cercando di ricordarsi dove diavolo lo aveva messo. Era troppo disordinata, un difetto che non era mai riuscita a correggere, un po' come tutti gli altri. Si fiondò improvvisamente verso il cassetto del comodino, dove aveva riposto il suo libro preferito. Prese il piccolo volume e lo aprì trovando il tanto ricercato pezzo di carta. Sospirò sollevata. Richiamare Josh sarebbe stato parecchio imbarazzante, oltre a fatto che avrebbe dovuto sorbirsi le innumerevoli lamentele del sottoscritto sul suo essere immensamente disordinata e disinteressata nei confronti del suo lavoro, cosa non affatto vera. Odiava le interviste e i giornalisti, ma amava immensamente il suo essere un'attrice. Ma sapeva che infondo Josh, per quanto burbero, le voleva un gran bene e diceva quelle cose solo perché teneva a lei. Posò il libro sul letto e aprì il foglietto per leggerne il contenuto, giusto per essere sicura che fosse quello giusto, appena terminato lo ficco nella cover del cellulare, dove era sicura -o quasi- che lo avrebbe trovato subito. Si apprestó a posare il libricino nel cassetto quando vide scivolare qualcosa fuori dalle sue pagine. Si fermò col braccio a mezz'aria, guardando confusa il pezzetto di carta tutto stropicciato che era caduto a terra. Si piegò sulle ginocchia per recuperarlo e non appena lo ebbe tra le dita lo riconobbe. Si era quasi dimenticata di quel pezzo di quaderno a righe, impregnato del profumo del ragazzo che era stato il suo primo e unico amore, scarabbocchiato da lui al loro primo anno di accademia.

"Ehy Jade! Che fai leggi?" - una voce irritante che conosceva troppo bene interruppe la sua tranquilla lettura.

"Si Oliver. Tu sai farlo o sei troppo stupido anche per questo?"

Lui non si lasciò impressionare dalla sua risposta acida e continuò a sorridere ebete. Lo odiava, aveva un faccia da riempire di bac- schiaffi. Aveva una faccia da riempire di schiaffi.

"Mi dispiace deluderti, ma anche a me piace leggere ed adoro il libro che hai in mano." - disse sorridendo sbruffone Beck.

Lei chiuse di scatto il volumetto tutto rovinato che aveva in mano, sbuffando.

"Beh, sembra che abbiamo qualcosa in comune Oliver." - sussurrò guardandolo fisso negli occhi.

"Ovvero?" - domandò lui sedendosi accanto a lei sulla panchina verde.

"Questo è il mio libro preferito."

"Ottima scelta direi."

"Io faccio sempre ottime scelte." - detto questo Jade si alzò e s'incamminò verso la classe di recitazione.

Dopo quella discussione il suo libro era scomparso per un paio di giorni finché non lo aveva trovato poi nel suo armadietto e dentro c'era il bigliettino stropicciato che ora teneva tra le dita magre. Con la sua calligrafia sconnessa e disordinata Beck le aveva scritto il suo primo invito ad uscire con lui, citando una delle frasi preferite della ragazza dette dal protagonista del libro. Fu così che avevano cominciato a uscire insieme. Le sembrava di essere tornata a quel periodo. Lei che continuava a rifiutare Beck e lui che non la smetteva di provare. Era strano come la vita fosse tutta un ciclo di avvenimenti che, inevitabilmente, si sarebbero ripetuti all'infinito, dandoti sempre quella sensazione di déjà-vu. Per un momento ebbe l'impulso di gettare via il foglietto come aveva fatto con il ciondolo, ma non ce la fece. Lo infilò tra le pagine 161 e 162, proprio dove lo aveva trovato la prima volta, poi prese il volume e lo mise con cura nel trolley tra i maglioni di lana scuri in modo da non rovinarlo. Chiuse la cerniera della valigia, posandola per terra e avviandosi verso la cucina.

~°~°~°~°~°~°~

"E potresti prenotare il volo per San Diego perfavore?"

"Certo signorina Vega."

"Oh andiamo Bart, ti ho detto mille volte che puoi chiamarmi Tori!" - lo risprese la ragazza sorridendo.

"Va bene Tori." - acconsentì l'ometto paffuto accanto a lei, spingendola poi nella stanza che avevano di fronte dicendo che aveva bisogno di riposare e di non preoccuparsi di nulla perché avrebbe pensato a tutto lui.

Tori chiuse la porta della suite dove alloggiava, buttandosi sul letto con un verso sfinito, la testa che piano piano affondava nel cuscino . Mosse il braccio a tentoni cercando di afferrare il cellulare posato lì da qualche parte. Una volta che lo ebbe trovato si voltò sulla schiena iniziando a armeggiare con il suo peraphone di ultima generazione.

|Chiamata persa da:
Andrè

Il messaggio lampeggiò sul display. Decise di richiamarlo per vedere cosa voleva. Andrè le mancava tanto, tutte le avventure passate con lui erano impossibili di dimenticare. Si portò il cellulare all'orecchio.

-Pronto? - la voce di assonnata di Andrè le giunse piano all'orecchio.

-Andrè? Sono Tori! - esclamò la ragazza - ti disturbo, stavi dormendo?

- Beh, qui è l'una di notte, vedi tu. - farfuglió lui.

- Oh mio Dio scusa! - squittì Tori, coprendosi la bocca con la mano. - stacco subito è solo che avevo trovat-

- No no, tranquilla, possiamo parlare. Ormai mi hai svegliato. - si affrettò a fermarla Andrè.

La ragazza sorrise, passandosi una mano tra i capelli e arrotolandone una ciocca attorno all'indice sinistro.

- Ho visto che mi avevi chiamata, è successo qualcosa? - chiese aggrottando la fronte.

- No avevo solo voglia di sentirti sai... mi manca la mia migliore amica pazza.

- Aw, anche tu mi manchi Andrè! - rise lei. - ma non sono pazza!

- Ceeerto e mia nonna non urla per niente.

-ANDRÈ!

- Okay okay, la smetto. Quando torni ad Hollywood?

- Non lo so, fra un mese o poco più credo.

- Fantastico, credo che ci sarà una bella rimpatriata allora!

- Che vuoi dire? - chiese confusa Tori alzandosi a sedere.

- Che Jade e Beck sono entrambi ad Hollywood. Cat e Robbie non si sono mai spostat-

- Aspetta... Jade e Beck sono a Hollywood INSIEME? - lo interruppe prima che potesse finire la frase.

Il ragazzo dall'altra parte del cellulare sospirò.

- Si

- E non è ancora successo nulla? Niente casini, non vogliono tornare insieme? - domandò curiosa, con quel accenno di eccitazione nella voce che lui conosceva troppo bene.

- Non lo so Tori e noi non dobbiamo impicciarci. Troppe volte li abbiamo aiutati a ricostruire la loro relazione. Questa volta se proprio lo vogliono, devono riuscirci da soli. - rispose con voce dura, stroncando sul nascere l'idea che sapeva stesse passando nella testa della cantante.

- Va bene. Non ho detto che volevo fare qualcosa. - si difese borbottando a voce bassa.

- Ma lo hai pensato. - instette Andrè.

Lei non rispose, cambiando velocemente argomento. Parlarono per almeno un'altra ora, discutendo del più e d meno, battibeccando e prendendosi in giro, ma non presero più il discorso Beck e Jade. Andrè aveva ragione, troppe volte quei due avevano mandato all'aria il loro rapporto e poi non erano stati in grado, forse per orgoglio o magari per l'insicurezza e la paura di soffrire ancora, di raccogliere i pezzi del loro amore, fragile e trasparente come vetro, e ricongiungerli per ricominciare da capo. Troppe volte avevano avuto bisogno di qualcuno che desse loro una piccola spinta per riconciliarsi, per riuscire a capire cos'era che volevano davvero. Adesso non erano più due adolescenti in preda all'euforia del primo amore, erano due adulti ed era ora che crescessero e imparassero a cavarsela da soli.

~°~°~°~°~°~°~°~

Jade stava tranquillamente twittando, seduta sul divano, ticchetando con le unghie smaltate di nero sullo schermo del suo cellulare. Nel frattempo Cat continuava a girare agitata per tutta la casa con il telefono appoggiato all'orecchio gesticolando e discutendo con sua nonna.

- Ma nonna adesso?!

Le bambine facevano una confusione incredibile rincorrendosi per tutto l'appartamento.

"LIZ! RIDAMMI SUBITO IL MIO PUPAZZO!" - urlava Milly alzando il pugnetto pallido in aria, cercando di non inciampare nei vari giocattoli sparsi sul pavimento.

"NO! NON TE LO DÒ FINCHÉ NON MI DICI DOVE HAI NASCOSTO IL MIO CELLULARE!"

- Va bene nonna, stai tranquilla, arriviamo subito. Dammi il tempo di chiamare Robbie. - sospirò la ragazza al telefono, portandosi indietro una ciocca ondulata di capelli rosso fuoco.

"Ma che succede?" - domandò risvegliandosi dalla momentanea trance Jade sollevando un sopracciglio. -" LA VOLETE SMETTERE VOI DUE?! MILLY RIDAI IL TELEFONO A TUA SORELLA." - urlò irritata verso le due sorelle, stanca di vederle girare attorno al divano correndo come matte e inveendosi contro.

Milly e Liz si zittirono immediatamente e fecero come era stato loro detto. Cat invece posò il telefono sulla tavola avvicinandosi all'attrice che stava seduta con le gambe accavallate.

"La nonna è caduta, quindi devo andare da lei." - sbuffò incrociando le braccia e mettendo su il broncio.

Jade si strinse nelle spalle guardando nel vuoto.

"Uffa! - continuò l'amica muovendo verso l'alto le braccia, la sua voce era più acuta che mai, come sempre quando era arrabbiata - " una volta tanto che il venerdì sera decido di uscire con Robbie, la nonna si fa male!"

"Quindi adesso che devi fare?"

"Chiamerò Robbie per dirgli di passare prima, potresti aspettare qui finché non torno? La madre delle bambine arriverà non prima delle otto. A quanto ho capito ha avuto qualche problema con il marito, ma nulla di grave." - spiegò guardando con la coda dell'occhio Milly che accarezzava la sua tigre di peluche.

"Si. Basta che non perdi tempo." - disse annuendo Jade giocherellando con l'orlo della sua gonna rigorosamente nera, che faceva tanto contrasto con il tessuto a fiori del vaporoso abito di Cat.

"Va tutto bene? Sicura che non vuoi restare qui? Mi fa sentire triste lasciarti soletta in quella casa enorme."

"Va tutto alla grande Cat. Sto bene." - Jade rispose atona, portandosi una mano tra le ciocche castane e mosse, portandole indietro sospirando.

La ragazza accanto a lei la osservò per un po' con i suoi dolci occhi bruni ma non osó parlare, perché sapeva che quando l'amica si comportava in quel modo non aveva nessuna voglia di confidarsi o anche solo chiacchierare. Le si avvicinò di soppiatto mentre era distratta, piegata sotto il peso dei mille pensieri che le passavano per la testa, e la abbracciò. Sentì Jade irrigidirsi tra le sue braccia e la vide stringere i pugni sulle ginocchia, ma non si allontanò. Cat mosse piano la sua mano su è giù sul braccio della ragazza, come a farle coraggio. Sapeva che Jade aveva tanta voglia di piangere in quel momento, solo che era troppo orgogliosa anche per questo. Milly, che passava di lì, vedendo le due ragazze strette l'una all'altra gli saltò addosso.

"Abbraccio di gruppo!" - esclamò stringendole più che poteva con le sue esili braccine.

"Scollatevi!" - sibilo Jade, lanciando sguardi di fuoco alle due.

Poi si aggiustò i capelli e ritornò a dedicare tutta la sua attenzione al cellulare, guardandolo annoiata e scorrendo con il pollice destro sullo schermo, leggendo senza attenzione tutte le sue ultime notifiche.

Robbie arrivò un'ora dopo placando finalmente un agitato uragano rosso di nome Cat, troppo preoccupata per il ritardo del ragazzo. Al contrario di come lei aveva previsto la madre delle bambine era arrivata prima, perciò in casa erano rimaste solo una Jade annoiata e una Cat in pensiero.

"MA DOV'ERI FINITO? Mi hai fatto a preoccupare!" - sbraitó saltando addosso a Robbie e sferrandogli un pugnetto leggero sulla spalla.

Il povero ragazzo, bloccato sulla soglia, cercò do giustificarsi.

"Non è stata colpa mia ho avuto un imprevisto..."

"E quale sarebbe sentiamo?"

"Sono io." - una voce rispose con tono di scuse.

Jade udendo quel suono si voltò verso la porta.

"Che cosa ci fai tu qui?" - chiese alzandosi in piedi.

"Oh ciao Beck non ti avevo visto!" - salutò Cat, abbracciando il ragazzo.

"Ciao Cat!" - lui ricambiò il saluto, stringendola forte.

"Bene visto che nessuno si degna di rispondermi, lo chiederò ancora una volta. Perché diavolo Beck è qui?"

Lui la guardò entrando in casa seguito da Robbie che chiuse la porta.

"Sono rimasto a piedi con la macchina, sai è un po' vecchiotta." - spiegò grattandosi la nuca.

"Così io l'ho incontrato, poi ha chiamato Cat e sono corso qui, ma abbiamo perso tempo per chiamare il carro attrezzi." - concluse l'amico andando verso la ragazza dai capelli rossi di fronte a se.

"Ma visto che sapevi di dover venire qui perché non lo lasciavi dov'era?"

"Perché non poteva venirlo a prendere nessuno."

"Poteva andarsene col carro attrezzi." - rispose piccata Jade, stringendo le braccia sotto il seno.

"Andiamo Jade!" - sussurrò Cat gurdandola.

Lei sbuffò alzando gli occhi al cielo.

"Avevo pensato che potremmo portarlo noi mentre andiamo verso la casa di riposo."

"No!" - esclamò Cat.

"E perché scusa?!" - domandò Jade alzando un po' troppo la voce.

"Perché siamo già in ritardo." - spiegò la rossa afferrando giacca e borsa e tirando per il braccio il suo fidanzato, conducendolo verso la porta. -" Torniamo presto, voi intanto aspettate qui."

"CHE COSA?!" - urlò l'amica avvicinandosi a Cat.

"Hai sentito, ora dobbiamo andare!"

"Cat aspetta-"

"Ciao ciao!" - salutò la ragazza prima di sgattaiolare fuori, chiudendo la porta a chiave.

"CAT!" - chiamò Jade -" Hai chiuso a chiave la porta, così non posso uscire! Cat!?"

"Maledizione!" - gridò dando un calcio alla porta e soffiando via una ciocca di capelli dal viso.

"Beh... " -iniziò Beck, avvicinandosi alla ragazza - "Sembra che siamo solo noi due" - disse sorridendo verso di lei.

 

  
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