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Autore: _amethyst_    27/07/2009    6 recensioni
Che cosa si è disposti a fare per la vendetta o la
popolarità?
Si è disposti anche a sopportarsi a vicenda?
Cindy e Marco sono due ragazzi estremamente presuntuosi che in comune
hanno solo il carattere.
Che succederebbe se rimanessero coinvolti nei loro stessi giochetti?
Tratto
dall’ultimo capitolo…
- Si sentiva una stupida a correre per la strada.
Primo, perché tutti i passanti la fissavano come se fosse appena
uscita dal manicomio
e secondo, perché stava piangendo come una disperata e i passanti la fissavano come se fosse appena uscita da un centro per depressi. -
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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calculated love gossip - 15 - the reason is you
Ecco finalmentem l'epilogo di calculated love gossip,
L'ultimo capitolo, ciòè la fine di questa storia. Più volte in questo capitolo si interromperà sul più bello,
ma tutto si spiegherà alla fine, state tranquilli/e! Sono sicura che la fine vi piacerà tanto, ci ho messo
tutta la buona volontà possibile ed immaginabile. Intanto ringrazio chi ha recensito il capitolo 14 e chi ha aggiunto
la mia storia alle seguite e ai preferiti, ma anche chi ha solo letto. Spero di ricevere più recensioni possibili.
Sì, insomma, ci tengo a sapere se la mia storia vi è piaciuta, oppure no. Le critiche e i consigli mi aiutano,
i complimenti mi spronano a continuare a scrivere!
Beh adesso vi lascio alla lettura di quest'ultimo capitolo.
Baci e... alla prossima storia ;)
(QUESTO E' IL LINK DELLA CANZONE CHE CI SARA' PIU' AVANTI)
http://www.youtube.com/watch?v=3Q30-2QpZVc
*ç*
CAPITOLO 15
- THE REASON IS YOU -

- Pronto? -
“Cindy?”
- Sì… chi è? -
“Come chi sono?! Vuoi dire che hai già cancellato il mio numero?”
- Ah sei tu… che vuoi? -
“Devo chiederti un enorme favore.”
Cindy deglutì. Dopo tutto quello che le aveva detto due sere prima voleva anche un ‘enorme favore’?

M-ma con quale facciaaa??! Dopo avermi chiamato puttana vuole anche che gli faccia un favore! È proprio fuori!!! pensò, sentendosi presa in giro.
Mmm… forse aveva capito male.
- Mi vuoi chiedere un favore?! -
“Esattamente.”
- E come mai proprio a me lo chiedi? Da quanto mi hanno detto le puttane non ti piacciono… -
“Infatti. È solo che non so a chi altro chiederlo.”
- Chiedilo a Jessica! - sbottò, infastidita. Come… si… permetteva!!!
“Neanche sai che cosa voglio chiederti e già mi aggredisci così! Devi essere proprio arrabbiata! Non dovresti. In fondo ho detto solo la verità l’altro giorno.”

La ragazza sentì le lacrime bruciarle negli occhi, ma si decise a trattenerle.
Piangere per quella persona sarebbe stato un ulteriore oltraggio al suo orgoglio. Un oltraggio inutile e deludente.
Decise invece di rispondere con tutta la freddezza possibile ed inimmaginabile.
Perché si meritava solo freddezza, indifferenza, odio puro.
Possibile che fosse l’unica persona esistente sulla faccia della Terra che amava e odiava allo stesso tempo?
Strinse i pugni e si morse il labbro. Le occorreva calma.
- Non vedo perché dovrei risponderti diversamente. Comunque la mia risposta è no, qualunque cosa sia. -
“Cindy, mi serve il tuo aiuto.”
- Come se me ne importasse qualcosa. -
“Non fare la stronza.”
- Non so se l’hai notato. Io sono stronza. -
“Mai quanto me tesoro.”
- Vaffanculo. -
“Vuoi sapere sì o no che cosa voglio che tu faccia per me?”
- No. -
“Perfetto, te lo dico lo stesso. Devo far ingelosire una ragazza.”
Cindy sgranò gli occhi e strinse forte il cellulare tra le dita, con il preciso intento di mandarlo in frantumi.
Non voleva sentire più una sola parola di quello che aveva da dire.
Bastardo, bastardo, bastardo…
L’odio crebbe e le lacrime si asciugarono all’interno degli occhi.
Piangere? MAI.
Non per un bastardo simile.
Dov’era finito il Marco che avrebbe fatto di tutto per riaverla? Dov’era finito il Marco che aveva lentamente imparato ad amare e a desiderare?
Adesso si era già buttato su un’altra più facile?
- E in questo che c’entro io? - cercò di rispondere nel tono più indifferente possibile, ma le tremava la voce.
Sperò con tutto il cuore che da dietro il cellulare lui non avesse percepito la sua incertezza.
“Devi baciarmi, poi riprenderemo la scena.”
- Come al solito. -
“Allora accetti?”
- No. Preferirei baciare un verme piuttosto che baciare te, anche se l’effetto sarebbe lo stesso. -
“L’altro giorno non sembravi tanto riluttante a baciarmi.”
- Vaffanculo. -
“Accetti sì o no? Se farai questo per me sparirò per sempre.”
- Così va benissimo. Affare fatto. -
“Vediamoci stasera alle otto e mezzo, alla spiaggia.”
- Ok. - Cindy riattaccò. Rimase a fissare il vuoto davanti a sé, immobile, finché non si sentì avvolgere da due braccia, calde e forti.
Rispose all’abbraccio, sentendosi fredda, vuota, senza la più piccola traccia di calore.
- Giò… - sussurrò, maledicendosi per quella piccola scia luminosa e umida che lentamente scivolava sul suo viso.
Non avrebbe dovuto piangere.
- Cosa ti ha fatto tesoro? -
- Niente. Mi ha solo spezzato il cuore. -

Marco si abbandonò allo schienale della poltrona, completamente distrutto.
Era stato talmente cattivo che stentava a credere di aver davvero pronunciato quelle parole.
Ed era talmente arrabbiato che avrebbe spaccato il mondo.
Ma non con sé stesso, con Cindy. Come poteva credere alle sue parole dopo essersi umiliato più volte per lei?!
La odiava per non aver voluto credere ai suoi sentimenti verso di lui, la odiava perché lei lo odiava, la odiava perché lei odiava il fatto di amarlo.
Tre motivi per odiarla, ma milioni in più per amarla.
- Wow cugino, sai fare la merda alla perfezione. -
- Tiziano, non mi sembra proprio il momento di scherzare. -
- Non prendertela con me eh! Tu hai combinato questo casino e tu devi tirarti fuori, da solo. -
- Lo so che è colpa mia cazzo! Perché continui a rinfacciarmelo?! -
- Perché così impari. -
- Cosa faccio stasera?! Io… non so davvero come comportarmi. -
- Intanto calmati. Poi le dici tutto quello che le devi dire. -
- Ok… e se non funziona?! -
- Pazienza. La vita va avanti. -
- Non sei d’aiuto. -
- Lo so, ma non vedo cos’altro posso fare. Però forse… un’idea ce l’ho… -
- Dimmi. -
- Senti un po’… -


- Sei sicura di volerlo fare sorellina? - Giò era preoccupato, non voleva lasciarla andare in balìa di quello stupido, non faceva altro che farla soffrire.
Sapeva che Cindy ne era innamorata, ma non riusciva a non arrabbiarsi quando la vedeva piangere per lui.
- Sì, almeno mi lascerà in pace una volta per tutte. -
- Credi che lo farà davvero? -
- Lo spero, anche perché con una puttana non vuole avere nulla a che fare, quindi non dovrebbe più calcolarmi. - rispose Cindy, fredda.
Dentro ci soffriva maledettamente, ma era quello che pensava. Mentire a sé stessa non sarebbe stato per niente d’aiuto.
Meglio essere sinceri fino in fondo, piuttosto che illudersi sempre.
- Tu non sei una puttana Cindy. -
- Lo so. Ma lui la pensa così. -
- Lasciagli pensare quello che vuole. -
- Esatto. - si mise il lucidalabbra e osservò il proprio riflesso sullo specchio.
Sfoggiava un’abbronzatura perfetta, risultato delle sue giornate passate sulla spiaggia a prendere il Sole.
- Anche se non ti trucchi sei bellissima lo stesso. - l’abbracciò da dietro e le stampò un sonoro bacio sulla guancia, riuscendo a strapparle un sorrisetto.
- Dai basta! Così mi spezzi le ossa!!! -
- Sempre la solita esagerata! Lo sai che ti voglio bene, non ho altri modi per dimostrarti il mio affetto. -
- Lo so Giò, ti voglio bene anche io, anche se non sai cucinare. -
- Perfida, lo sai che sono negato… -
- Ahah. Ora però devo andare fratellone. A più tardi. -
- Ok tesoro, stai attenta. -
- Tranquillo. -

Uscì dalla porta e sospirò, poi si diresse alla spiaggia.
Il cielo cominciava a striarsi di rosa, arancione, rosso… i colori del tramonto.
Il momento magico di Cindy, che in quell’esatto momento per lei non aveva nulla di magico, proprio per niente.
Un cielo come un altro.
Si dirigeva sempre più incerta verso la sua meta. Tra le braccia di Marco.
Baciarlo di nuovo per gioco sarebbe stata l’ennesima pugnalata allo stomaco, ma almeno non l’avrebbe più calcolata e forse un giorno si sarebbe decisa che dimenticarlo definitivamente era la cosa più giusta.
Quando arrivò a destinazione si ritrovò di fronte alla desolazione più totale. Non c’era nessuno.
A parte lei, ovviamente. Si avvicinò al bagnasciuga e rimase immobile a fissare il tramonto. Pensava e basta.
Perché diavolo aveva accettato l’offerta di Marco? Era talmente ridicolo!
Probabilmente, convinto com’era, avrebbe pensato che lei avesse ceduto perché non vedeva l’ora di gettarsi tra le sue braccia, ma se era quello che pensava si sbagliava.
Tuttavia gliel’avrebbe lasciato credere: se ne era convinto… non voleva rovinargli la festa.
Era in ritardo, e lei era ancora in tempo per andarsene.
Quando si voltò per tornare a casa, si sentì stringere il polso da una mano. La sua mano.
Si liberò con uno strattone dalla sua presa e senza battere ciglio si voltò verso di lui.
- Credevo che non saresti più venuto. -
- Non credevo che avresti accettato. -
Cindy rise, sprezzante.
- Se voglio che tu mi lasci in pace per sempre mi tocca farlo. -
Ed ecco la stessa maledetta freddezza dell’altro ieri, una freddezza che non le si addiceva affatto.
- Sisi hai ragione. -
- Ci muoviamo? Ho da fare. -
- Calmati, so che hai fretta di andartene, ma la cosa richiede tempo. -
- Perché scusa? È solo un bacio… -
- Sì ma credo proprio di essermi innamorato di questa ragazza, voglio fare tutto alla perfezione. -

Innamorato? Aveva sentito bene? Era innamorato di un’altra?!
Era come se le fosse stato inferto un colpo mortale, sentiva l’angoscia e la gelosia impossessarsi invincibile di ogni parte del suo corpo, compreso il suo petto.
Non fosse stata frenata dal suo orgoglio l’avrebbe ucciso con le sue stesse mani. Due sere prima quindi aveva continuato a giocare con i suoi sentimenti.

Continua a mentire sui suoi sentimenti verso di me! pensò Cindy, in preda ad una rabbia al di fuori di ogni immaginazione.
Come aveva potuto approfittare del fatto che lei lo amava a tal punto da perdonargli anche la più meschina delle accuse?!
Credeva che lui fosse realmente interessato e invece…
- Bene, ma vedi di fare più in fretta possibile, altrimenti puoi anche cercarti qualcun altro. - rispose, più acida del limone.
- Siamo acidelle oggi? -
- Non più del solito. Allora vogliamo muoverci?!!! -
- Stai calma! -
- Sarò più calma quando me ne tornerò a casa, dal mio Ricky. -
A Marco quasi venne un infarto. E se… no, non doveva pensarci.
L’orripilante pensiero del biondo spasimante che stringeva tra le braccia la sua Cindy era uno dei motivi per i quali si sentiva sempre più determinato a seguire il piano.
La gelosia era un sentimento terribilmente triste.
- Bene, incominciamo. -

Ah adesso ignora anche quello che dico?!!! Adesso gliela faccio vedere io! pensò Cindy, nera di rabbia.
‘Cindy, perché sei così scema???’

Scema sarai tu, brutta deficiente di una vocina rompiscatole!
‘Come puoi non capire cosa vuole davvero Marco?!’

L’ho capito benissimo, vuole qualcuna con cui scopare e io non sono disponibile.
‘Invece non hai capito un accidenti! Aaaah cosa devo fare con te?!!!’
Ho un suggerimento brillante: stare zitta.
Prima che Teresina potesse replicare, Cindy venne riportata bruscamente alla realtà.
Marco l’aveva presa per i fianchi e l’aveva gettata sulla sabbia, andandole sopra senza tanti complimenti.
Rimase perplessa, immobile, fissando il cielo striato di rosso, mentre il suo collo veniva tempestato da miriadi di baci.
Non ne era per niente felice, stava male, sapeva che non lo faceva per lei, sapeva che era tutta una maledetta finzione.
Non voleva rimanere lì con lui un solo secondo di più, ma non riusciva a muoversi. Le gambe erano immobili sulla sabbia fresca, e le sue mani erano come paralizzate.
Si sentiva intrappolata sotto di lui, schiacciata dal peso di essere usata da lui come esca; quella prospettiva era davvero umiliante, ma non poteva fare a meno di pensarci.
Continuò a fissare sgomenta il cielo rosso, che piano a piano diventava sempre più intenso, il suo cielo rosso.
Il suo momento magico. Ma la magia dov’era sparita in quel momento?
- Cindy non sei convincente. - le sussurrò Marco all’orecchio.
- Beh se non sono abbastanza soddisfacente come attrice perché non vai a cercartene un’altra! - si liberò del corpo di Marco e se ne andò, furiosa con sé stessa per avergli permesso soltanto di sfiorarla.
Lui non fece niente per fermarla. Un po’ si aspettava che capitasse, un po’ non voleva peggiorare la situazione già critica.
In compenso salvò il video e fece una chiamata.
- Il piano A è fallito. -
- Quindi passiamo a quello B? -
- No, passiamo a quello C. -
- Ma non ho escogitato nessun piano C! -
- Tu no, ma io sì. -


- Quindi… secondo te dovremo lasciarci? -
- Sì, è meglio così. -
- Puoi almeno dirmi perché? -
- Giò, io non provo più niente per te. -
- Perché ti sei innamorata di un altro vero? -
- Io… mi dispiace Giò… -
- Basta dire mi dispiace, rispondimi. -
- Sì mi piace un altro. -
- Lo conosco? -
- S-sì. -
- Chi è? -
- Io non credo che… -
Cindy entrò come una furia e sbatté violentemente la porta d’ingresso, facendoli sobbalzare entrambi.
- Ciao Cindy. - salutò Roberta, visibilmente a disagio.
Per tutta risposta Cindy non la degnò di uno sguardo e si diresse in camera sua, buttandosi a capofitto sul letto e scoppiando in lacrime poco dopo.
Trattenerle? Per quale motivo avrebbe dovuto farlo?
Giò sbiancò e lasciò Roberta da sola nell’ingresso, andando di tutta fretta in camera della sorella.
Aprì la porta e la vide sdraiata nel letto, con il viso rigato dalle lacrime e le braccia strette al cuscino.
Si sedette sul letto e le accarezzò i capelli corvini.
Lei non smise per un solo secondo di singhiozzare, sempre più forte.
- Appena lo vedo gli spezzo le ossa. - si limitò a dire, abbozzando un sorrisetto.
- Giò io sto così male che… non ce la faccio più. -
- Che ti ha fatto stavolta? -
Tra le lacrime gli spiegò tutto quello che era successo, compreso il fatto che Marco l’aveva trattata come una perfetta estranea.
Come se non fossero mai stati insieme, come se il loro ultimo bacio per lui non fosse mai esistito.
Come se dieci mesi non fossero mai passati dalla prima volta in cui si erano parlati… come se avesse premuto il tasto Canc su quegli ultimi mesi.

- Oh sì, gli spezzo le ossa. -
- No, lascia stare. -
- Perché continui a difenderlo? In fondo ti sta facendo solamente soffrire! -
- Perché lo amo Giò. Non ci posso fare niente. -
Rimase interdetto di fronte alla confessione della sorella, convinto che fosse uno scherzo.
Lei innamorata? Impossibile.
Non era una ragazza che dava il suo cuore facilmente, ma allora cosa…?
- Cindy… non stai dicendo sul serio, vero? -
La ragazza continuò a piangere, senza aprire bocca.
- Giò, torna da Roberta. Voglio stare un po’ da sola. -
- Maledizione… - sussurrò Giò, uscendo dalla stanza.
Proprio in quell’istante sentì il cellulare vibrargli in tasca, così lo estrasse e lesse il numero.
Non gli sembrava di conoscerlo.
Comunque accettò la chiamata.
- Pronto? -
- Giò? -
- Sì, chi è? -
- Sono Marco… -
- Ah! Stavo giusto per chiederti che diavolo hai fatto a mia sorella! -
- Non le ho fatto un bel niente. -
- Oh si vede che non le hai fatto niente, dato che in questo preciso istante sta solo piangendo! - sbottò sarcastico, sentendo la rabbia montargli dentro.

Non le aveva fatto un bel niente! Tsk, bastardo! pensò Giò.
- S-sta piangendo? - chiese Marco, sconcertato.
- Sì, pezzo di deficiente! Sta piangendo! -
- Lo sapevo che non era una buona idea… senti Giò, mi serve aiuto. -
- Aiuto?! E perché lo chiedi a me? -
- Perché sei suo fratello. -
- Ti serve aiuto con Cindy? -
- Esattamente. -
- Perché dovrei? -
- Ascoltami, io ci tengo a lei, ma lei non mi crede. -
- E che c’entro io in tutto questo? -
- Ascolta… -


- E così alla fine ci hanno mollato. -
- Sì, e ora che ci penso… questa storia va avanti da molto tempo. -
- Già. È tutto iniziato con la notizia della coppia misteriosa. Da quel giorno Marco non è stato più lo stesso con me! -
- Non prendertela Jessica, in fondo era da tanto che mio fratello voleva lasciarti. -
Fece un ultimo tiro e gettò la sigaretta in acqua, buttando fuori il fumo.
- E questo chi l’ha detto?! - sbottò la ragazza, infastidita.
- Sarò pure stupido, ma i ragazzi non amano quelle troppo appiccicose e Marco non sembrava affatto gradire il tuo modo di fare da polipo. Peccato perché sei molto carina. -
- Secondo te sono stata troppo appiccicosa con lui? -
- Esatto. Forse è il caso che non pensi più a lui, mi rendo conto che gli piace Cindy. -
Jessica aggrottò le sopracciglia, confusa.
Non si aspettava una risposta così tranquilla, in fondo Cindy era stata la sua ragazza.
- Non ti da’ fastidio? Sembrava che ti piacesse lei. -
Carmine rispose con un’alzata di spalle.
- Con lei è stata una storiella, niente di più e poi da quando ho conosciuto Katsue non sono più lo stesso… sono molto cambiato.
Ultimamente penso solo a lei. Anche se siamo stati poco tempo insieme, lei mi piace molto. -
- Credo che lei tuttavia abbia un certo interesse per tuo cugino. -
- Lo so bene e credo che anche Tiziano ricambi ampiamente. Si vede da lontano che è innamorato perso e non mi stupisco. Kat è una ragazza molto affascinante. -
Stava calando il tramonto ed era ora di tornare a casa.
Jessica sospirò e si sollevò da terra, con le lacrime agli occhi.
- Grazie della chiacchierata Carm, mi serviva parlare con qualcuno. -
Fece per andarsene, ma l’altro si alzò in piedi e le mise una mano sulla spalla.
- Se vuoi qualche volta possiamo uscire, così parliamo ancora un po’. Sempre se ti va… - sorrise.
Lei gli prese la mano e la strinse, poi sorrise triste, abbassando lo sguardo.
- Sarebbe una buona idea. - lui strinse la presa sulla mano della bionda e le stampò un bacio sulla guancia.
Poi lei sciolse la presa.
- Ci sentiamo Carm. -
- Certamente Jess. -


- Come te lo devo ripetere?! In cinese per caso?!!! -
Continuò a camminare a passo deciso, calpestando rabbiosa i piedi sulla sabbia.
Possibile che continuasse a provarci e riprovarci, anche quando gli aveva detto a chiare lettere che non erano fatti per stare insieme?
- Kat, aspetta. Dobbiamo parlare. -
Katsue si fermò e chiuse gli occhi. Il cuore non faceva altro che batterle all’interno del torace, più si allontanava da lui più il dolore aumentava.
Infine li riaprì e si voltò, con il preciso intento di fronteggiarlo.
- Che c’è da dire?! Io non capisco, anzi proprio non riesco a capire, perché continui a provarci!
Tra noi è finita Tiziano e non tornerò indietro!!! Spero che sia chiaro una volta per sempre! -
Tiziano continuò ad avvicinarsi. Non ce la faceva più a sentirsi ripetere sempre le stesse maledette parole.
Le avrebbe impedito di pronunciarle una volta per tutte, anche se questo implicava tapparle la bocca.
Non poteva sopportare ancora una volta un suo rifiuto categorico, era al di fuori del suo autocontrollo.
- Perché fai così? Noi due stavamo così bene insieme! Eravamo felici ed ora a causa di uno stupido litigio e per colpa del tuo stupido orgoglio devi soffocare i tuoi ed i miei sentimenti?! -
La ragazza fece per replicare, ma boccheggiò a lungo.
La verità la colpì nel profondo.
Era tutta colpa del suo orgoglio, non riusciva a metterci una pietra sopra.
Ma lei sapeva di desiderarlo. Desiderava solo Tiziano, il suo unico amore.
Sapeva che i suoi sentimenti le ordinavano di zittirsi e di baciarlo, mettendo da parte il suo onore.
I suoi sentimenti e la sua stramaledetta vocina.
‘Katsue questo è un ordine!!!!!! Lascia perdere per almeno qualche secondo il tuo orgoglio!’

No… non ce la faccio.
‘Sì che ce la fai tonta!!!’
Stai zitta…
‘Ma io veramente…’
TI STAI ZITTAAA?!
- Non rispondi? Che c’è? Ti sei sentita toccata da quello che ho appena detto? -
Katsue strinse i pugni e abbassò lo sguardo. Sapeva di meritare profondamente ogni parola che lui le aveva rivolto, ma…
come poteva non capire che per lei era difficile rinunciare alla vittoria del suo onore e lasciarsi andare al suo cuore?!
Lei lo amava, non poteva mentire a sé stessa. Lui avrebbe dovuto capirlo.
Si morse il labbro, talmente forte che quasi si tagliò. Perché continuava a rimanere in silenzio?
Perché cazzo non le sbatteva contro tutto ciò che pensava di lei?!
Probabilmente si sarebbe sentita meglio, si sarebbe resa conto che tra di loro non avrebbe più potuto funzionare e la storia sarebbe finita lì.
Ma lui continuava a stare zitto, immobile, continuando a penetrare i suoi occhi e lei era stanca di essere osservata, di essere trafitta dai suoi occhi di ghiaccio.
Finalmente si decise a rispondere, ma smise di guardarlo negli occhi.
Non le sarebbe stato facile mentirgli mentre i loro occhi erano in contatto.
- No. Non mi sento toccata. Io non provo più niente per te. -
- Perché non mi guardi negli occhi mentre me lo dici eh? Guardami negli occhi e dimmi che è tutto finito. -
Lei scosse il capo, sentendo le lacrime bruciarle negli occhi.
Era troppo per lei.
Scelse la via più facile: si voltò per andarsene.
Scappare era forse la maniera migliore per mettere fine a quell’incontro.
Ma quando si sentì stringere al petto le difese che aveva eretto attorno alle sue emozioni crollarono, così come le mura invisibili che aveva costruito per arginare le lacrime.
Si ritrovò appoggiata al suo petto a piangere in silenzio, accarezzata dalle sue mani.
Perché era scoppiata a piangere? C’era proprio bisogno di mostrarsi debole ai suoi occhi?
Non era forse un modo per fargli capire che la lontananza da lui le provocava solo dolore?
- Sei uno stupido… - sussurrò, infuriata con sé stessa.
- Sì, lo so. Sono sempre il solito plancton stupido. -
Katsue sollevò lo sguardo, incredula.
Aveva veramente ammesso di essere uno stupido?
Scosse il capo, confusa.
- Che cosa stai… -
- Sono stato veramente uno stupido ad innamorarmi di te. -
Quando le loro labbra si incontrarono fu come se una scarica di calore li avvolgesse entrambi, e si accorsero di amarsi ancora di più di quanto già non sapessero.
E fu in quell’istante che Katsue capì di non voler lasciare mai più Tiziano.
Lo amava, punto. Non c’era altro da sapere. Niente orgoglio, niente onore. Niente di niente.
Era con lui che doveva stare e ci sarebbe stata, fino a quando avesse voluto.
Tiziano la strinse, intenzionato a tenerla per sempre con sé.
Il tocco autoritario delle sue mani non faceva che farle ardere ancora di più il fuoco che sentiva dentro il cuore, che divampava sempre più rapidamente, fino a che non lo sentì bruciare in tutto il corpo.
- Ti amo. - disse e niente le sembrava più vero di quel sentimento.
- Ti amo anche io… principessa. - sorrisero, ancora ad occhi chiusi, e la luce dei loro stessi sentimenti li riavvolse, conducendoli a riunire le loro labbra proprio mentre la luce del giorno lasciava spazio all’oscurità della notte.


C’era qualcosa di strano in tutta quella situazione.
Non aveva mai visto suo fratello tanto agitato in vita sua e si chiedeva che cosa diavolo fosse successo.
- Giò? - chiese, interrogativa. Per tutta risposta il ragazzo le lanciò uno sguardo nervoso dal divano.
Tamburellava le dita sulla coscia da almeno mezz’ora e Cindy era finita per innervosirsi notevolmente.
- Sì? - distolse lo sguardo, spostandolo verso qualunque cosa potesse distrarlo dallo sguardo della sorella.
Ma perché diavolo aveva accettato?! Quell’attesa lo faceva sentire ansioso e nemmeno ne conosceva il motivo.
Doveva per forza stare calmo, altrimenti avrebbe mandato a monte tutto.
Compresa la felicità di Cindy, e non era questo che voleva.
- Sei nervoso per caso? È da almeno mezz’ora che fai casino con le dita! -
- Nervoso? E… cosa te lo fa pensare? - continuò a guardarsi attorno, senza tuttavia trovare niente di interessante su cui posare lo sguardo per tutta la durata della conversazione.
- Prima di tutto: non mi guardi negli occhi. Secondo: ti guardi intorno. Terzo: è da mezz’ora che tamburelli con le dita!
Quarto: ti si legge in faccia che sei nervoso e non mi serve considerare i primi tre punti per capirlo. -
- Sì è vero, sono nervoso! -
- Di questo me n’ero accorta, ma non capisco il perché. -
- Beh… - doveva trovare una scusa in fretta, non poteva assolutamente dirle niente! - ieri io e Roberta ci siamo lasciati. -
Non era una scusa, ma poteva essere un buon motivo per essere nervoso, anche se in genere essere lasciati non provoca nervosismo, ma rabbia allo stato puro.
Cindy sgranò gli occhi e si sollevò immediatamente dalla sedia per sedersi vicino a Giò, sul divano.
- Scusa, io… non lo sapevo. E… perché? -
Giò sollevò lo sguardo ed incontrò gli occhi di sua sorella, nei quali lesse la preoccupazione.
- Tranquilla, non è poi così grave. Sapevo da tempo che non sarebbe durata a lungo. -
- Ah… ma perché vi siete lasciati? -
- Lei dice di essersi innamorata di un altro. -
- E ti ha detto di chi? -
Lui scosse il capo.
- Un secondo prima che rispondesse sei entrata come una furia e ho preferito sapere che avevi, piuttosto che stare a sentire le spiegazioni di quella stronza. Tu sei decisamente più importante. -
- Ah, capisco… -
- Stai tranquilla, non me ne importa se mi ha lasciato. Già da tempo non la sopportavo più. E poi non era il mio tipo. -
- Sei proprio sicuro che sia tutto a posto? -
Giò alzò gli occhi al cielo e sbuffò.
- Ne sono sicurissimo. Parola di scout. - rispose, portandosi una mano al petto.
Lei scosse il capo con un sorrisetto.
- Beh, allora io ritorno a studiare ok? Prima finisco i compiti delle vacanze più tempo avrò per divertirmi. -
- Giusta osservazione sorellina, ma… prima devi farmi vedere una cosa. -
Lei aggrottò le sopracciglia.
- Cosa dovrei farti vedere? -
- Ehm… vedi, dovresti farmi entrare un attimino nel blog della tua scuola con il tuo computer. -
- Perché? -
- Devo, ehm… leggere una cosa. -
- Ok, va bene. -
- Vai ad accenderlo allora? -
- Perché io? -
- Solo tu sai la password eh! -
- Giusto… -
Si sollevò dal divano e attraversò il corridoio, sparendo poi dietro la porta della sua camera.
Giò la seguì, sperando che tutto andasse a buon fine.
Entrò nella stanza di Cindy e si fermò dietro la sedia dove si era appena seduta.
Appena il computer si accese Cindy aprì una pagina di Internet, poi entrò nel blog.
Ciò che vide nella home la fece rimanere di sasso.
- Io vado un momento in bagno Cindy, ok? -
- S-sì va bene. -
Quando Giò uscì dalla stanza, Cindy rilesse la frase a caratteri cubitali che era stata pubblicata in bacheca.
LA COPPIA MISTERIOSA HA PERSO IL SUO MISTERO

Non è possibile… pensò Cindy, sgomenta.
Scese con il cursore e notò un’altra frase che la lasciò a bocca aperta.
“Questo video è stato inviato alla mail della redazione del giornale scolastico da uno dei due innamorati che per mesi e mesi ci hanno incuriosito con i loro baci appassionati.
Chi è questo ragazzo? Beh, guardate questo video e scoprirete tutto ciò che è rimasto in segreto per tutto l’anno scolastico.”
Rimase con il fiato sospeso per qualche secondo, poi cliccò su play per iniziare a vedere il video.
Ma con il video partì anche una canzone… una canzone bellissima.

I'm not a perfect person
As many things I wish I didn't do
But I continue learning
I never meant to do those things to you
And so I have to say before I go
That I just want you to know

La foto del primo bacio tra Cindy e Marco comparve nell’esatto momento in cui iniziò la canzone. Era talmente finto che lei quasi notò il disappunto di quel giorno.
L’aveva sempre trattato con la più completa indifferenza, e da quella maledetta mattina era cambiato tutto.
Si era innamorata del fratello del suo ex…
Poi pensò al senso delle parole della canzone e si sentì gelare.

Non sono una persona esemplare,
Molte cose desidererei non aver mai fatto,
Ma continuo ad imparare.
Non avrei mai voluto farti questo.
E quindi devo dirti prima di andare via
Che voglio solo che tu sappia che...

La canzone continuò ad andare avanti, ma solo un pezzo mi colpì in particolare… il pezzo e la foto che lo accompagnava.
L’ultimo bacio, quello sulla sabbia… quello della sera prima.

I've found a reason for me
To change who I used to be
A reason to start over new
and the reason is You…
and the reason is You…
and the reason is You…

and the reason is You

E in quel momento, forse, capì quello che Marco voleva dirle con quel video.
Sapeva che stava piangendo ancora prima di scappare via, mettersi le scarpe e uscire dalla porta di casa.

Ho trovato una ragione per me,
Per cambiare tutto quello che ero solito essere.
Una ragione per ricominciare di nuovo,
e la ragione sei tu…
e la ragione sei tu…
e la ragione sei tu…

e la ragione sei tu…

Alla fine del video aveva letto le parole che più di tutte le altre l’avevano costretta a correre, piangere e a sperare.
Le parole che più di tutte le altre l’avevano fatta sentire bene, ma anche male.

TI AMO CINDY E SE MI AMI ANCHE TU IO SARò ALLA SPIAGGIA STASERA, AD ASPETTARE CHE IL MIO UNICO AMORE MI DIMOSTRI CHE HA BISOGNO DI ME.
Se non avesse scritto esplicitamente il suo nome non avrebbe mai pensato che tutto questo fosse stato fatto per lei, ma ora che aveva visto il video, capito le parole del testo e letto il suo nome sapeva esattamente com’erano andate le cose.
Lui la amava, lei lo amava, e tutto era più facile.
Si sentiva una stupida a correre per la strada.
Primo, perché tutti i passanti la fissavano come se fosse appena uscita dal manicomio e secondo, perché stava piangendo come una disperata e i passanti la fissavano come se fosse appena uscita da un centro per depressi.

Quando arrivò alla spiaggia smise di correre. Marco era immobile di fronte all’orizzonte ed osservava il mare illuminato dalla luce rosea del tramonto.
Ancora il tramonto. Il tempo era trascorso talmente in fretta quella sera che non si era accorta dell’orario.
Lui si voltò e, appena la vide, si aprì sul suo volto un gran sorriso.
Cindy gli andò contro a passo spedito, assalita da una rabbia cieca, incontrollabile.
- Tu!!! Brutto stupido che non sei altro!!! - gli urlò contro, prendendolo a pugni sul petto.
Lui rimase interdetto, poi le bloccò i polsi con le mani e riuscì a farla calmare.
- Ehi Cindy, ma che ti prende??? -
- Vorrei spaccarti quel bel faccino che ti ritrovi, brutto deficiente! Ecco che diavolo mi prende!!! Come hai osato trattarmi in quel modo barbaro per tutto questo tempo, eh?!
Come ti sei permesso di prendermi in giro e di umiliarmi davanti a… -
- Ho dovuto farlo, ma non capiterà mai più. Mai più… -
Le baciò la fronte, facendole chiudere gli occhi.
- E cosa me lo garantisce? -
- Il fatto che ti amo. -
- E cosa mi garantisce che tu mi ami? -
- Questo… -
Un attimo prima che le sue labbra si posassero su quelle della ragazza, Marco aveva già capito che Cindy non gli aveva fatto quella domanda seriamente, sapeva già che l’amava.
Il video ne era stata una prova più che sufficiente.
Non c’era stata resistenza da parte sua quando Marco aveva cercato la sua lingua all’interno della sua bocca, né quando l’aveva letteralmente esplorata con le dita sotto la sottile maglietta
né tantomeno quando il bacio era diventato poco più che pura passione. L’aveva lasciato fare, segno che l’aveva perdonato e che aveva ancora voglia di amarlo.
All’improvviso attorno a loro si levò un coro di applausi e di urletti.
Si guardarono intorno: tutta la scuola si era riunita attorno a loro, curiosa.
C’era chi applaudiva, chi strillava e chi sorrideva e basta.
Ma c’era anche chi si prendeva per mano e si rifiutava di smettere di guardare la persona che amava.
Cindy sorrise debolmente, poi incatenò i suoi occhi a quelli del ragazzo che amava e per un attimo, un attimo soltanto, si sentì triste.
Forse perché quel bacio era finito troppo presto. Poi si rese conto che poteva averne altri, fino all’infinito e la gioia riacquistò la priorità all’interno del suo cuore.
- Ti amo. - sentirsi dire quelle parole dalla ragazza che amava era bellissimo, niente lo avrebbe potuto rendere più felice.
- Sei la mia vita. - Cindy chiuse gli occhi e sotto quel cielo rosso baciò le labbra di Marco, perdendosi nella lucente eternità di quel bacio.

the end,

   
 
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