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Autore: __Lunatica    19/07/2019    3 recensioni
Sequel della storia The girl who hides the truth, racconterà di eventi paralleli al settimo libro della saga dal punto di vista della protagonista Ester Burke, ormai condannata a compiere azioni che non vorrebbe compiere e a far parte dei seguaci di Lord Voldemort.
Dalla Storia:
"Forse dopotutto fin da quando non ero altro che una timida bambina di quattro anni ed ero stata quasi obbligata a lasciare la mia immensa Villa per trasferirmi in un normalissimo quartiere babbano il mio destino era stato indelebilmente segnato.
Forse Albus Silente aveva già programmato ogni singola cosa, tenendo bene ogni suo piano nascosto a chiunque altro,
nell’attesa di fare le sue mosse. [...] . Eppure ora che il giocatore principale non c’era più chi avrebbe guidato le pedine rimaste?"
Genere: Azione, Generale, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Fred Weasley, Il trio protagonista
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ester: Tell You the Truth'
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Prologo


La prima cosa che sentii una volta ripresa conoscenza fu un dolorosissimo mal di testa e un persistente fastidio sul fianco.
Cercai lentamente di aprire gli occhi per guardarmi intorno per di capire dove mi trovassi ma per quanto cercai di trovare un qualche oggetto o mobile a me famigliare mi fu quasi immediatamente chiaro che quella non era una stanza in cui ero già stata.
L’ansia iniziò a prendere il sopravvento, mi tirai di colpo a sedere, il che non fece altro che peggiorare il dolore alla testa e farmi venire le vertigini. Sentii un senso di nausea invadermi ma con un profondo respiro cercai di reprimere il tutto e imporre al mio corpo di non cedere.
Controllati continuavo a ripetermi controllati e sta attenta.
In quel momento notai che sul comodino si trovava, oltre che a una pila di vestiti puliti e piegati, la mia bacchetta.
Senza pensarci la afferrai saldamente sentendomi immediatamente più sicura. Se, chiunque mi avesse messo qui dentro, mi aveva lasciato la bacchetta voleva dire che almeno non ero in ostaggio o che comunque potevo ritenermi parzialmente al sicuro.
Proprio in quel momento sentii il rumore di una porta aprirsi e scattai in piedi perdendo però immediatamente l’equilibrio con il senso di nausea che tornava prepotentemente a farsi sentire.
Riuscii ad evitare di cadere solo grazie a due ferme ma delicate mani che afferrarono le mie.
-Non avresti dovuto alzarti- mi riprese senza però risultare dura o infastidita, era quasi un tono protettivo.
Quando riuscii ad alzare lo sguardo incrociai lo sguardo preoccupato di Narcissa Black che delicatamente mi rimise a sedere sul letto e mi porse un bicchiere d’acqua.
Lo afferrai e sentii i muscoli del mio corpo tremare appena come quando non si muovono da molto, moltissimo, tempo. Guardai con poca convinzione il contenuto dell’acqua.
-E’ solo acqua, sta tranquilla- disse lei sorridendo appena.
Provai a risponderle e ringraziarla ma non riuscii ad emettere alcun suono e un doloroso bruciore si diffuse nella mia gola.
Capii di dover bere piano e capii anche che non avevo bevuto da abbastanza tempo da far seccare totalmente la mia gola. Questo unito al dolore fisico voleva dire che avevo dormito per molto più che solo qualche ora.
Una volta finito di bere glielo porsi e mi schiarii la voce –Sono a Villa Malfoy giusto?- e lei annuì tranquilla mentre nella  mia testa iniziarono ad affollarsi un centinaio di domande.
Dove era mio padre? E Severus?
Perché avevano permesso di portarmi lì e non da qualche altra parte?
Chi mi aveva salvata e portata al sicuro?
L’ultimo ricordo che avevo era il viso di Malfoy e poi la voce di George che lanciava uno schiantesimo, evidentemente mi aveva proprio presa.
Sorrisi amaramente al ripensare a tutti coloro che mi ero lasciata indietro e a tutte le persone che amavano e che ora mi odiavano con tutto il loro cuore al punto di essere pronti ad uccidermi.
Scossi piano la testa come a scacciare quei pensieri, ormai era inutile pensarci, quello che era fatto era fatto e potevo solo andare avanti col piano.
-Quanto sono rimasta incosciente?- chiesi allora
-Quasi tre giorni, stavamo aspettando che ti svegliassi, il Signore Oscuro ha convocato una riunione- disse per poi mordersi nervosamente il labbro. Qualcosa mi disse che non era proprio un buon segno.
-Appena sei pronta scendi- mi disse prima di sforzarsi di sorridere e lasciare la stanza.
Appena chiuse la porta tutti i ricordi di quella notte mi investirono all’improvviso. I mangiamorte ad Hogwarts, io che colpivo Hermione e Ginny, l’addio a Fred e poi…. Silente.
Silente era morto.
Il mago più potente di sempre era morto.
Il mago più potente di sempre era morto e era stato ucciso da Severus.
Per un attimo mi feci assalire dal panico. E se Severus non stesse facendo il doppio gioco? Se fosse veramente dalla parte di Voldemort?
Ma poi pensai che se fosse stato realmente così io sarei già morta, dopotutto avrebbe detto tutta la verità e io sarei già seppellita da qualche parte.
Le parole di Silente mi tornarono in mente, lui mi aveva detto di fidarmi di Severus e io così avrei fatto, dopotutto non avevo nessun altro al mio fianco. Mio padre non lo vedevo da tempo, i miei amici erano ormai, teoricamente, i miei nemici, mia madre credeva di avere una figlia Mangiamorte e Silente era morto.
Più ci pensavo più non riuscivo a crederci eppure io l’avevo visto il suo corpo privo di vita cadere dalla Torre di Astronomia.
Sembrava impossibile ma era la verità.
Velocemente, o almeno per quando i vari dolori che avevo lo permettessero, andai a lavarmi e indossai i vestiti che Narcissa aveva precedentemente lasciato sul comodino.
Uscii incerta dalla stanza guardandomi intorno attenta, ogni passo, ogni movimento mi risultava tremendamente difficile e doloroso.
Scorsi delle scale e iniziai a scenderle per poi ritrovarmi nel salone principale della Villa, occupato da almeno una trentina di mangiamorte.
Sospirai di sollievo appena il mio sguardo intercettò quello di mio padre e quello di Severus e subito mi precipitai a posizionarmi tra di loro sotto lo sguardo sollevato di mio padre. Mi voltai verso Severus che senza far trasparire alcuna emozione annuì appena e io capii che anche lui era stato in pena per me.
Mi imposi di indossare l’espressione più indecifrabile possibile essendo pienamente consapevole che di lì a poco sarebbe arrivato Lui e che quindi dovevo essere preparata a tutto.
Nel guardarmi intorno per cercare di capire chi fosse presente a quella allegra rimpatriata riconobbi la famiglia Malfoy al completo con Bellatrix Lestrange.
Malfoy aveva il capo chinato e fissava con insistenza le sue scarpe, evidentemente non era per niente intenzionato a guardare nessuno. Ciò nonostante era evidente il suo nervosismo, si stava torturando le mani che tremavano appena e muoveva ritmicamente la gamba destra. Narcissa lo guardava con apprensione mentre Lucius Malfoy guardava fieramente davanti a sé.
Finalmente Lord Voldemort ci degnò della sua serpentesca presenza e tutti prendemmo finalmente posto io subito decisi di sedermi al tavolo tra mio padre e Severus.
Emisi un flebile sospiro per cacciare tutti i possibili pensieri inopportuni per quel determinato momento, notata solo da mio padre e Severus che mi scoccò un’occhiata che diceva chiaramente “controllo”.
-Vi ho chiamato qui- iniziò a parlare con una voce a dir poco macabra –Perché dobbiamo celebrare qualcosa di estremamente importante, la morte-
Alcuni dei presenti iniziarono a ridacchiare, altri alzarono in aria un calice che avevano in mano vittoriosi, altri si guardavano e congratulavano tra di loro.
Io, come anche altri, rimasi immobile e composta, col volto chinato sicura che non aveva affatto finito col suo discorso. Non poteva essere tutto lì.
-Eppure- continuò infatti –Devo dire che sono molto deluso da alcuni di voi- lentamente alzò la bacchetta in aria iniziando a muoverla lentamente come se stesse facendo una sorta di conta.
-Ester, sono molto sorpreso da te- disse puntandomi la bacchetta contro –Mi sarei aspettato qualcosa di più, mi sarei aspettato più coraggio, non sei forse una Grifondoro?- chiese e alcuni ridacchiarono guardandomi divertiti.
Io alzai lentamente lo sguardo e vidi Severus osservarmi attento, quasi preoccupato che potessi fare qualcosa di tremendamente sciocco.
-Non capisco mio Signore- dissi guardandolo e cercando di avere una espressione totalmente sottomessa e confusa –Ho cercato di compiere al meglio i miei ordini, non credevo di averla delusa-
-E dimmi- riprese a parlare lui von una voce ancora più trascinata –Perché non hai ucciso tu Albus Silente?-
Quella domanda era talmente prevedibile che quasi sorrisi, ero pronta a rispondere a una insinuazione del genere.
-Mio signore- iniziai servizievole –Ho seguito i suoi ordini, ho aiutato Draco Malfoy nella sua missione e ho fatto in modo tale che nessuno potesse scoprirlo o ostacolarlo. Non credevo di poter avere un tale onore, se lo avessi saputo, se lei me lo avesse ordinato io lo avrei fatto mio Signore- e chinai appena il capo a mo’ di inchino per sottolineare la mia totale fedeltà e sottomissione a quell’essere.
Con la coda dell’occhio vidi che la bacchetta era ancora puntata contro di me e all’improvviso percepii la volontà di Voldemort di volermi leggere nella mente.
Senza abbattere completamente la mia protezione mentale lo lasciai libero di entrare cercando di sembrare impossibilitata a proteggermi da quella “invasione” inaspettata.
Cercai di mischiare i miei ricordi figurandomi conversazioni completamente diverse da quelle realmente accadute, fu così che lui vide me e Fred, però invece di una dichiarazione d’amore e un addio vide odio e vendetta, mi vide atterrare Hermione e poi mi vide lì in piedi su quella torre con la bacchetta saldamente puntata contro Albus Silente mentre guardavo in trepidante attesa Malfoy.
Finalmente lo percepii lasciare la mia mente, sollevata alzai finalmente lo sguardo verso di lui che però ormai non prestava più nessuna attenzione verso di me.
-Mi hai deluso Draco- serpeggiò –Ti avevo dato un compito ben preciso eppure tu non lo hai eseguito-
-Mio Signore- iniziò balbettante a parlare Malfoy –Io li ho fatti entrare, ho fatto del mio meglio..io…-
Ma improvvisamente smise di parlare e iniziò ad urlare. Urla spaventose che mi fecero sobbalzare e rabbrividire, lo vidi cadere dalla sedia e iniziare a contorcersi in preda al dolore più acuto.
La maledizione cruciatus.
Dovetti sforzarmi a dismisura per impedirmi di intervenire, quello spattacolo era disarmante e vedere i genitori di lui rimanere assolutamente immobili era assurdo.
Insomma era loro figlio per Merlino!
Finalmente dopo un tempo che mi sembrò quasi infinito le urla cessarono all’improvviso. Lanciai uno sguardo verso di lui e lo vidi sdraiato immobile sul pavimento. Aveva perso i sensi ma nessuno osò muoversi neanche di un solo centimetro.
-Questo- parlò di nuovo Voldemort –E’ ciò che accade a coloro che non soddisfano i miei ordini, è ora che lo sappiate- e fece scorrere il suo sguardo su ognuno di noi, ora nessuno osava più ridere, e poi sparì esattamente nello stesso modo in cui era arrivato.
In quell’esatto momento vidi Narcissa scattare immediatamente verso il figlio e controllare le sue condizioni mentre Lucius Malfoy non osava ancora muoversi. Anche io mi avvicinai cauta mentre la maggior parte dei presenti lasciava finalmente la stanza.
Mi chinai al fianco del corpo addormentato di Malfoy guardandolo spaventata.
Incredibile come le cose fossero cambiate, mi stavo realmente preoccupando per lui, sentivo il cuore pesante di angoscia nei suoi confronti. Era sempre Malfoy eppure forse per la prima volta lo guardavo da un’altra prospettiva.
Severus ci raggiunse e velocemente tirò fuori da una tasca interna del mantello una boccetta dal contenuto misterioso e la face bere al ragazzo incosciente.
Malfoy iniziò a stringere piano gli occhi e a muoversi fino a quando non fu capace di mettersi seduto e poi cercò di rimettersi di nuovo in piedi.
Mi venne automatico allungare il baccio per dargli una mano. Lui mi guardò titubante per qualche secondo e poi la afferrò con sicurezza.
-Ester io devo andare, tua madre si starà chiedendo che fine ho fatto- mi disse mio padre, mi girai velocemente verso di lui e annuii appena prima di avvicinarmi e abbracciarlo.
-Ci vediamo presto, te lo prometto- sussurrò –Sai dove andare- aggiunse poi e io annuii ancora non riuscendo a proferir parola a causa di un nodo alla gola. Avrei voluto averlo con me.
Mi guardò e sorrise appena prima di smaterializzarsi.
-Ho bisogno di parlarti Burke- la voce di Malfoy arrivò quasi ottavata alle mie orecchie ma senza esitazione annuii e lo seguii su per le scale con decisione fino a quando non varcammo una porta.
Mi guardai intorno curiosa, eravamo in una stanza decorata di verde e argento con sciarpe e maglie di varie squadre di Quidditch appese in giro. Il letto a baldacchino assomigliava spaventosamente a quelli presenti ad Hogwarts. Sparsi sul pavimento erano presenti vari libri e indumenti.
Constatai che l’ordine non era fatto per lui.
-Malfoy- iniziai a parlare sedendomi sul letto sotto il suo sguardo contrariato a cui non diedi molta importanza, il dolore fisico stava iniziando ad essere quasi insopportabile, non potevo più rimanere in piedi –Devo ringraziarti-
Lui mi guardò confuso per qualche istante senza capire se fossi seria o lo stessi prendendo in giro-
-Per avermi portata qui dopo lo schiantesimo intendo- specificai allora –Sarei morta se non ci fossi stato tu-
Lui scosse leggermente le spalle per minimizzare il tutto e io alzai gli occhi al cielo infastidita. Per una volta che cercavo di essere gentile stava facendo inutilmente il modesto.
Feci per alzarmi convinta di aver compiuto il mio obbligo morale ma una sua mano afferrò piano il mio braccio costringendomi a rimettermi seduta.
Lo guardai confusa da quel gesto. Cosa voleva adesso?
Non eravamo più ad Hogwarts non ero più costretta a stargli dietro e proteggerlo da tutto e da tutti.
Da ora ognuno di noi sarebbe andato per la sua strada, giusto?
Lui mi guardò intensamente negli occhi per qualche secondo e poi –Non mi fido di nessuno, neanche di mia madre, ma di te sì-
-Stai scherzando vero?- chiesi sbigottita e lui scosse deciso la testa.
Tirai immediatamente fuori la bacchetta e insonorizzai la stanza in modo tale da essere al sicuro da orecchie indiscrete.
-Ascolta- iniziai cercando di rimanere calma –Ti ricordi chi sono Mlafoy? E chi sei tu?-
-Ora siamo dalla stessa parte però- rispose lui sicuro –E non so se te ne sei accorta ma siamo gli unici ad avere poco più di diciassette anni, siamo formiche per tutti loro, soprattutto per il Signore Oscuro-
-Ti stai per caso pentendo di servirlo?- chiesi confusa e quasi stupita
-Assolutamente no- rispose lui dopo un brevissimo tentennamento –Credo in lui e nello sterminio dei mezzosangue, noi Purosangue siamo fatti per governare questo mondo-
Fu molto difficile trattenermi dallo strangolarlo con tutte le mie forze e semplicemente annuire come a fargli capire di pensarla allo stesso identico modo.
-Senti, capisco il tuo ragionamento, ma io non sarò qui con te e soprattutto non credo che collaborare possa essere una buona idea, ci sopportiamo a malapena- sospirai –Quindi Malfoy ci vedremo ogni tanto e ci comporteremo civilmente l’uno con l’altro e basta, dispiace deluderti- conclusi prima di lasciare la sua stanza e tornare dritta da Severus.
Era ora di lasciare Villa Malfoy, avevo bisogno di spazio, pace, tempo e concentrazione per poter superare tutte le emozioni provate in così troppo poco tempo.
Sentivo le forze che cominciavamo ad abbandonarmi lentamente, ancora non mi ero completamente ripresa e avevo davvero bisogno di riposare ancora.
Per questo fu un sollievo raggiungere Severus, aggrapparmi al suo braccio per poi smateriallizzarci finalmente lontano da quella Villa, da quelle persone, da quella sensazione di paura e angoscia continua per poter finalmente respirare aria pulita, nuova e leggera nonostante la consapevolezza di essere appena all’inizio di un tunnel lungo e buio e con il dubbio di essere davvero capace di uscirne e sopravvivere.




No, questa non è un'allucinazione, sono io, sono ancora viva!
Non ci credevo più neanche io ma sono qui a continuare questa storia dopo più o meno due anni. Se qualcuno che ha letto la storia precedente è ancora qui vi chiedo umilmente perdono per tutta questa attesa.
Questi due anni sono stati intensi, intensissimi direi, ma sono sopravvissuta e nella mia mente questa storia continuava ad andare avanti e a non lasciarmi in pace. Merita di essere comclusa e lo farò.
Gli aggiornamenti saranno massimo una volta al mese, ma ci saranno e arriveremo alla conclusione di questo lungo percorso. Vi invito a recensire, come sempre sia pareri negativi che positivi sono ben accetti.
A presto, Amb.
  
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