La
cercò con lo sguardo per un tempo che gli parve
infinito, poi finalmente la vide. La luce soffusa illuminava quella
figura
candida, i capelli rovesciati sulla schiena come una cascata di
coriandoli. La
osservò togliersi dapprima gli orecchini, poi sfilarsi il
vestito, che,
indugiando un istante sui fianchi, scivolò a terra subito
dopo. Lui fremeva,
voleva la sua vendetta. La raggiunse, la mano salda sulla presa del
pugnale,
che si congiunse al corpo come l'ultimo frammento di un puzzle.
Un rivolo di
sangue imbrattò rapidamente il pavimento, scivolando via da
quell’ammasso di
cellule ormai giunte al cospetto di Osiride.