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Autore: Redarth    22/07/2019    3 recensioni
La guerra era ormai terminata da 5 anni, la Grande Alleanza degli Shinobi aveva trionfato su nemici quasi onnipotenti come Madara Uchiha e Kaguya Otsotsuki grazie alla determinazione incrollabile e alla forza di Naruto, grande eroe di questa battaglia. Egli non solo aveva sconfitto il male, ma era riuscito a salvare e a proteggere tutti i suoi amici, oltre che l’intero mondo ninja.
Almeno, quasi tutti.
Come spesso accade infatti, accanto a grandi vittorie albergano eguali perdite e sacrifici [...]"

Sacrifici che saranno al centro della storia e che modificheranno parzialmente (sempre in linea con i personaggi) la psicologia di Naruto Uzumaki e dei suoi amici, rendendo il finale più complesso e, a mio avviso, più approfondito rispetto al finale canonico troppo frettoloso e alla "e vissero tutti felici e contenti".
In questa storia, in particolare, sono stati cambiati alcuni avvenimenti chiave della fine della guerra.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Shikamaru Nara | Coppie: Naruto/Sakura, Shikamaru/Ino
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Naruto Shippuuden, Dopo la serie
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Commento dell’autore:

Salve a tutti!
Nonostante non abbia risposto, ho letto con molto piacere le recensioni che sono state lasciate sotto al capitolo precedente. Ovviamente vi ringrazio, è la prima volta che mi butto a scrivere qualcosa che riguardi fanfiction o anche semplice narrazione.
In ogni caso, dopo eoni, la storia continua con un nuovo capitolo.
 
Consiglio vivamente, a tutti quelli che avevano già iniziato il racconto, di ri-iniziare da capo perché sono state apportate delle modifiche in modo da rendere più scorrevole e, magari, anche più interessante, il tutto.

Ringraziando anche tutti coloro che seguono il mio “lavoro”, seppur iniziale, e, sperando lo possiate trovare piacevole, vi auguro una buona lettura!


-Redarth

 

Capitolo II

 
«Ino? Cosa ci fai qui a que…»
L’amica bionda si trovava sul portone di casa: «Presto Sakura! Naruto è tornato!» Gridò la ragazza bionda, con respiro ansimante, come dopo un lungo scatto.
«Co-cosa? Come lo sai?»
«Le guardie all’entrata del villaggio, gira voce che l’abbiano avvistato!»
Sakura si sentì come presa da un’euforia indescrivibile.
«S-sono sicuri che sia lui?»Faceva anche fatica a parlare correttamente.
«Quanti ninja biondi che hanno salvato il mondo pensi che ci siano in giro, eh?» rispose in modo scherzoso la bionda.
«Ho già dato la notizia agli altri, in questo momento lo stanno cerc...»
All’improvviso un’altra figura si palesò di corsa, in groppa ad un cane enorme, davanti a casa Haruno quella mattina.
«Ino! Eccoti qui!»
«Kiba! L’hai trovato?»
«Sì, ha un odore leggermente diverso ma è sicuramente lui».
«Dov’è?» chiesero all’unisono le due amiche.
«Si sta dirigendo verso l’ufficio dell’Hokage».
 
 
 
 
 
Erano poco più delle sette di mattina, i caldi raggi del sole illuminavano il Villaggio della Foglia.
Il cielo era di un azzurro puro ed intenso; nessuna nuvola, quella mattina, ostacolava l’ergersi di quel sole maestoso e radioso.
Una leggera brezza primaverile muoveva sinuosamente il verde che contornava il villaggio, rendendo l’aria più leggera e, al contempo, fresca.
Il canto degli uccelli si incastrava perfettamente con il suono delle foglie mosse dal vento, tutto era in perfetto equilibrio ed armonia.
Era come se la natura, quella mattina, avesse pianificato tutto.
 
Che avesse già pianificato anche quello che stava per succedere da lì a poco è molto probabile. D’altronde, in natura, ad ogni forza ne corrisponde una uguale e contraria.
Perché ci fosse equilibrio, quindi, la calma piatta di quel giorno doveva necessariamente essere perturbata da un evento eccezionale.
E così fu.
 
Un lampo arancione improvvisamente, nella foresta, sferzò l’aria.
 
Nello stesso istante e nello stesso punto in cui si era originata quella luce un uomo, come apparso dal nulla, si guardava attorno scrutando attentamente il paesaggio.
«Meglio proseguire normalmente da qui in poi» pensò la figura.
 
Era giovane, alto e di media corporatura. Aveva un mantello da viaggio nero e, sotto a questo, si intravedeva appena una giacca nera e dei pantaloni arancioni.
Fece un lungo respiro, come a voler assaporare e scrutare attentamente l’aria.
 
«Sono a casa, finalmente» pensò Naruto Uzumaki, volgendo lo sguardo verso il cielo.
 
 
 
 
 
Sakura correva insieme ad Ino, nelle strade di Konoha, verso l’ufficio del Sesto Hokage, Kakashi Hatake, uno degli eroi di quest’ultima guerra ninja, nonché uno degli shinobi più potenti di sempre.
Mentre correva, un vortice di pensieri imperversava nella sua mente.
L’euforia che la ragazza aveva provato appena appresa la notizia del ritorno di Naruto lasciava, in modo intermittente, spazio a tutte le domande che le frullavano in testa dal momento in cui era partito.
Domande ed euforia, domande ed euforia, non riusciva a comprendere quali reali sentimenti provasse per il ritorno del compagno.
Era felice o triste? Era euforica o spaventata? Era arrabbiata?
Cercava di immaginarsi come avrebbe reagito nel momento in cui l’avesse visto.
Di sicuro non gliel’avrebbe fatta passare liscia molto facilmente.
«Manco per sogno, con tutto quello che mi ha fatto passare» pensò la kunoichi.
Nonostante avesse aspettato questo momento per cinque lunghi anni, si sarebbe controllata.
Sì, avrebbe controllato il proprio modo di agire.
 
Tuttavia, come ben presto avrebbe scoperto Sakura, i veri sentimenti non si possono nascondere tanto facilmente, ne tanto meno programmare. Sentimenti così forti sfuggono, in qualche modo straordinario e pericoloso, al controllo della ragione.
 
«Sakura, stai calma» disse Ino, percependo, evidentemente, il conflitto nell’animo dell’amica.
«Tutti proviamo sentimenti contrastanti per il ritorno di Naruto», continuò: «siamo entusiasti di riaverlo ma, allo stesso tempo, ci siamo sentiti messi da parte. Ci deve delle spiegazioni, Sakura, spero che anche tu la pensi allo stesso modo e non ti faccia offuscare dal fatto ch...»
 
«Sì Ino, la penso come te, non trattarmi come una bambina» la interruppe l’altra.
Sakura capiva più di tutti il turbamento di Naruto. Capiva cosa lo spingesse ad agire ma, anche lei, si sentiva tradita.
«Dove è andato Kiba?» chiese, tentando di cambiare discorso.
«Ad avvertire gli altri».
 
 
Le due ragazze erano arrivate davanti alla porta dell’ufficio dell’Hokage.
«Scusate, l’Hokage adesso non può ricervervi, è impegnato» disse una guardia davanti alla porta.
«NON MI IMPORTA!» urlò Sakura, entrando, mentre apriva violentemente la porta: «Naruto!».
 
 
Dentro l’ufficio, però, vi erano solo Shikamaru e Kakashi che parlavano; quest’ultimo era seduto su una poltrona, con aria stanca, dietro ad una scrivania piena di scartoffie.
 
«E’ già andato via?» chiese arrabbiata Sakura, guardandosi attorno come aspettandosi di vedere il ninja biondo nascosto da qualche parte.
«Sakura? Ehm, di cosa stai parlando?» chiese visibilmente sorpreso Shikamaru: «E poi perché hai quasi sfondato la porta?».
Kakashi parlò: «Sakura, ho sentito il nome di Naruto? Nessuno di noi ha sue notizie da ormai cinque anni, ci vuoi spiegare cosa sta succedendo?».
«Naruto è tornato! Le guardie alle porte del villaggio l’hanno visto» esclamò frettolosa Ino.
«Ne dubito, rispose Shikamaru, avrebbe avvisato prima di tornare», poi continuò dubbioso: «Anche se in effetti c’è da dire che entrate di questo genere sono nel suo stile».
 
 
«Mi conosci bene, allora, Shikamaru» disse una voce calma e rassicurante proveniente dalla porta rimasta aperta.
Sakura ed Ino si girarono di scatto.
 
«Ciao, ragazzi» salutò Naruto Uzumaki con un lieve sorriso imbarazzato e la mano dietro la nuca, entrando in quell’ufficio per la prima volta dopo cinque anni.
 
Era diventato più alto e i capelli biondissimi erano più corti. Indossava il suo solito coprifronte con una fascia nera sotto ad esso.
Appena entrato si tolse il mantello da viaggio, sul braccio destro era presente una fascia rosso scuro raffigurante il simbolo del paese dei gorghi. I suoi occhi sempre azzurri come il cielo. *

 
Sakura, immediatamente, corse verso Naruto cingendolo per il collo.
In un primo momento sembrò che volesse strozzarlo ma, subito dopo, si comprese che quello era un abbraccio. Uno di quelli spontanei, che vengono dal più profondo dell’anima, e che non si possono né programmare né evitare.
 
Naruto sembrò, per una frazione di secondo, quasi sorpreso ma, dopo qualche istante, appoggio la mano destra sulla schiena della compagna ricambiando in piccola parte, in modo piuttosto freddo, l’abbraccio.
Una fascia bianca avvolgeva completamente tutta la mano e l’avambraccio destro del ninja.
 
«Quello è il braccio che ha perso nello scontro con Sasuke» pensò automaticamente Ino.
Il Quinto Hokage, infatti, prima che Naruto partisse aveva trovato un modo per farlo ricrescere, tramite un trapianto di cellule staminali derivanti dal Primo Hokage.
 
Sakura si staccò da Naruto e, nonostante si fosse ripromessa di non piangere, qualche lacrima calò. In quel momento era in preda ad un vortice di emozioni.
«E’ più freddo di prima» pensò.
Naruto non parve accorgersi delle lacrime di Sakura e, guardando sempre verso Shikamaru, disse: «Mi dispiace di non avere avvertito».
Kakashi rispose: «Lascia perdere. Il fatto che tu sia qui, comunque, implica che il tuo allenamento abbia dato buoni frutti, immagino».
«Diciamo di sì rispose Naruto». Poi continuò: «Ho scoperto, poco prima di partire, sul monte Myoboku, che mio padre mi aveva lasciato…», esitò per una frazione di secondo: «ehm, una sorta di eredità, diciamo».
Kakashi mutò improvvisamente espressione, sembrando tutto ad un tratto più sveglio e sorpreso.
«Naruto, non mi dire che…»
«Sapevo che lei avrebbe intuito» rispose, sorridendo.
«In realtà è da quando ti ho dato il permesso di partire che ho questo sospetto», riprese Kakashi:«Ma non ne avevo le prove. Quindi ora lo sai usare il…»
«Sì, lo interruppe Naruto, ci ho messo un po’ di tempo, più che altro perché l’ho dovuto adattare alle mie esigenze, ma alla fine credo ne sia valsa la pena».
 
Sakura, Ino e Shikamaru sembravano sconvolti, non riuscivano a comprendere a cosa si riferissero Naruto e Kakashi.
 
Prima che potessero chiedere spiegazioni, tuttavia, tutto il resto del gruppo di compagni, formato da Sai, Choji, Kiba, Shino, Rock Lee e Ten Ten entrarono, approfittando della porta aperta (quasi sfondata da Sakura poco prima), nella stanza.
 
«Naruto, maledetto! » urlò Kiba, puntando l’indice verso il ninja biondo.
«Naruto! Allora le voci sul tuo ritorno erano fondate» continuò Ten Ten.
«Ciao ragazzi, tutti qui eh?»
«Certo idiota! E’ 5 anni che te ne sei andato senza salutare nessuno, non pensare di passarla liscia!» rispose Kiba adirato.
Naruto accennò un sorriso vagamente colpevole e poi disse, scherzando: «Saranno anche 5 anni ma mi sembra di essere stato via 5 minuti; a giudicare dal tuo temperamento non sono cambiate molte cose».
«Andiamo al campo di terzo livello, ti sfido! Non sei l’unico ad esserti allenato in questi anni!»
«Kiba, non credo sia una buona idea sfidare Naruto» si intromise Ino: «Lo dico per il tuo bene, ovviamente».
Tutti, in stanza, Naruto e Kiba esclusi, accennarono una lieve risata.
«Va bene va bene, allora mi batterò contro una tua copia!»
«Non credo che nemmeno questa sia una grande idea, Kiba» rispose divertito Shikamaru: «con una copia è riuscito a battere senza difficoltà il Terzo Raikage, uno dei ninja più forti di sempre, all’inizio della guerra».
«Calcola poi che non collaborava ancora totalmente con Kurama e gli altri Bijuu e non aveva i poteri delle Sei Vie», continuò Shikamaru :«Oltre al fatto che conoscendolo avrà sicuramente fatto ancora più progressi».
«Va bene allora mi batterò contro una tua copia, ma non potrai entrare in modalità Nove Code e niente Senjutsu delle Sei Vie».
«Tranquillo» rispose calmo Naruto: «I poteri dell’Eremita anche se volessi utilizzarli non potrei. Sono scomparsi quando da quando Sasuke…beh, avete capito».
 
Al solo pronunciare il nome di Sasuke l’aria, improvvisamente, si fece più pesante.
 
«Kiba, lascia perdere» disse Shino, dopo qualche secondo di silenzio
 
«No, in realtà è una buona idea» aggiunse Kakashi, nello stupore generale: «non ti nego che sono curioso anche io di vedere i frutti dei tuoi allenamenti, Naruto.
Però, mi dispiace dirlo Kiba, Shikamaru e Shino hanno ragione sul resto. Probabilmente anche solo con una copia, anche non usando il chakra di Kurama, Naruto metterebbe seriamente in difficoltà perfino me, anzi, adesso poi che ha ultimato i suoi allenamenti, probabilmente mi batterebbe proprio».
«Quindi direi di modificare la sfida, continuò l’ex ninja copia: «una copia di Naruto si batterà contro Kiba e anche tutti voi».
 
«Tutti noi?!» esclamarono in coro tutti i presenti con aria attonita.
 
«Le restrizioni che Kiba ti ha imposto sono comunque valide, Naruto, così lo scontro ha la possibilità di essere equo» completò Kakashi.
 
«La possibilità di essere equo?» tuonò Kiba: «una copia di Naruto che non può usare tutte quelle tecniche contro tutti noi? Va bene che Naruto è Naruto ma mi sembra che adesso si stia esagerando. Siamo pur sempre Jonin noi!»
 
«Beh, Starete a vedere» sorrise Kakashi.
Quella frase aveva incusso timore in tutti i presenti, evidentemente Kakashi aveva ben chiaro cosa potesse fare Naruto. D’altronde, erano in pochi ad averlo visto realmente in azione nella Quarta Guerra per tutto il tempo, ed erano pure in pochi ad aver visto in azione colui che aveva inventato la tecnica che Naruto aveva imparato in tutti questi anni di assenza. E l’Hokage, in entrambi i casi, era uno tra questi.
 
Gli altri erano in parte d’accordo con Kiba, ma, comunque, avevano un po’ di timore a scontrarsi contro Naruto. D’altronde conoscevano quanto fosse potente ed imprevedibile.
Sakura, invece, pensò subito che sarebbe stato inutile, perché Naruto sarebbe riuscito a vincere, come aveva sempre fatto. Sorrise inconsciamente a tale idea, nonostante anche lei volesse mettere anima e corpo in questa sfida. Era un’occasione per mostrare a Naruto che lei era una donna forte, nonostante tutto il dolore patito in questi anni.
 
«Allora, che ne dici, Naruto?» lo incalzò il Sesto Hokage.
 
«Che accetto la sfida ovviamente, sono pronto a mostrarle i risultati del mio allenamento!»
L’euforia di Naruto in questo genere di cose non era cambiata.
 
«Allora andiamo tutti al campo di terzo livello!» esclamò Kakashi, stranamente euforico.

*Immaginarsi il Naruto di The Last

 
   
 
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