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Autore: Death Lady    23/07/2019    1 recensioni
Questa volta però, accanto al suo volto, ne trovò un altro più piccolo e delicato. Portò una mano allo specchio, come se potesse toccare la figura davanti a lui. Viso squadrato, nasino all’insù, piccole labbra rosse e due meravigliosi occhi blu dal taglio dolce. Era sicuro di averli già visti, ma non ricordava dove.
–Chi sei? – chiese Harry.
Il giovane accanto a lui non gli rispose, continuando a fissarlo attraverso lo specchio.
Sentiva che la figura riflessa nello specchio fosse alle sue spalle ma qualcosa dentro di lui gli diceva che forse sarebbe stato meglio non girarsi. Riusciva a sentire il respiro calmo e regolare perfettamente sincronizzato all'alzarsi e abbassarsi del petto del ragazzo di fronte a lui.
–Io sono Harry– disse.
Il ragazzo sorrise come se già lo conoscesse, gli occhi luminosi.
–Posso girarmi? – chiese.
La figura cominciò ad indietreggiare, scuotendo vigorosamente la testa.
–Ti prego! – chiese ancora.
Il permesso gli venne negato un’altra volta ma Harry, sopraffatto dalla curiosità, non riuscì a trattenersi.
Tutto quello che trovò alle sue spalle quando si girò fu solo una stanza vuota, e quando riportò nuovamente lo sguardo allo specchio non vide altro se non sé stesso.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-Chi si crede di essere? - sbraitò Xander ingurgitando un altro sorso di birra e sbattendo il boccale sul tavolo della locanda -Quel ragazzo scherza con l'uomo sbagliato. Nessuno dice di no a Xander!-

Nel corso della sua vita, neanche una persona si era mai permessa di trattarlo in quel modo e adesso invece ... il ricciolino non aveva proprio idea di chi fosse lui! Si era permesso di rifiutare la sua proposta di matrimonio. Lui, un ragazzino che non aveva nulla, con una madre che tutti credevano mezza matta, che passava il suo tempo a leggere ... I ragazzi, così come le ragazze sia chiaro, non dovrebbero leggere, gli vengono in testa strane idee e cominciano a pensare di testa propria!

-Giusto- concordò Ben annuendo vigorosamente, intimorito dall'espressione furiosa del cacciatore -Hai proprio ragione! -

Xander lo ignorò -Liquidato. Respinto. Io! - disse ancora, stringendo forte i pugni e guardando con occhi rabbiosi il fuoco del camino.

Erano alla locanda e, come tutte le sere, Xander sedeva alla sua poltrona davanti al caminetto. Era la sedia più comoda del locale e il proprietario aveva deciso che, viste le buone donazioni del padre e i vari trofei di caccia che il giovane regalava a quel posto, fosse il caso di fargliela trovare sempre disponibile come ringraziamento. Dopotutto, era un cliente abituale e molti uomini del paese andavano lì quasi esclusivamente per parlare con lui. Era il figlio di un uomo importante e nessuno perdeva mai tempo per cercare di entrare nelle sue grazie. Gli proponevano le loro figlie, e i loro figli, in matrimonio, chiedevano consigli di caccia, parlavano di vendite o acquisti di terreno. Pochissimi però riuscivano davvero a catturare la sua attenzione, e ancora meno la sua curiosità: era un giovane molto concentrato su sé stesso, non guardava in faccia nessuno, preferiva vedere il capo chino e gli occhi delle persone brillare di ammirazione quando passava, non sentire le loro chiacchiere. Se questo poteva sembrare un comportamento non proprio carino e rispettoso, parecchio maleducato se proprio bisogna dirlo, nessuno diceva nulla: era più importante la sua posizione sociale, quello che lui rappresentava per il paese, che ciò che era in realtà. Era il figlio di uomo importante che aveva guadagnato soldi grazie alle sue sole fatiche, era un cacciatore, un ragazzo di bell'aspetto, un uomo che si comportava da vero uomo insomma. L'esempio perfetto per tutti, soprattutto per i bambini.

-Non riesco a proprio a sopportarlo! - urlò lanciando il boccale a terra, facendo sussultare Ben e altri ospiti della locanda.

-V-vuoi un'altra birra? - chiese Ben un po' titubante, avvicinandosi.

-Per fare che? - rispose lanciandogli uno sguardo sprezzante -Non serve a niente bere. Sono certo che la voce si sia già sparsa. Sono stato disonorato! -

-Chi? Tu?! - esclamò Ben avvicinandosi a lui con la sua solita andatura saltellante -Xander, non sei il tipo che si arrende! - disse prendendolo per le spalle -Devi tirarti su! Io sto soffrendo per te, non buttarti giù così! -

-Piantala Winston, o con un pugno di spedisco dall'altra parte del locale! - lo minacciò.

-Tutti vorrebbero essere te- continuò imperterrito l'amico, trovando il consenso di molti uomini della locanda che, senza pudore, stavano origliando il discorso -Nessuno in città è più stimato di te. Sei l'ispirazione di ogni ragazzo, un campione! -

-E quindi? - disse Xander.

-E quindi? Non sei forse il più furbo? Il più forte? Non esiste un uomo in città un po' gagliardo che possa essere paragonato a te! Chiedi a Tizio, a Caio o a Riccardo - disse indicando gli uomini uno per uno, che li stavano guardando incuriositi -Ti diranno sicuramente che non esiste uomo migliore di te! Vero? - chiese.

-Beh, mi sembra ovvio- rispose il primo.

Gli altri due concordarono -Mio figlio oggi è tornato a casa parlando proprio di te, Xander! - disse uno di loro.

-Visto? - disse Ben guardando il moro con un sorrisetto soddisfatto.

-E con questo? Sono tutte cose che già sapevo, grazie tante- disse - Quello che mi serve è un modo per sposare quel ragazzino. Tu non hai capito forse: nessuno può averlo oltre a me! Devo essere io quello che sposerà- disse arrabbiato.

-Troverai sicuramente un modo, l'hai detto tu stesso- lo rincuorò l'amico.

-Il problema è che ho provato a pensarci ma proprio non mi viene in mente nulla! - disse con tono frustrato.

Le porte della locanda si aprirono in quel momento -Aiuto! Qualcuno mi aiuti! - urlò Anne entrando di corsa. Aveva il mantello strappato in più punti, il volto pallido e i capelli scompigliati, tremava come una foglia e gli occhi erano pieni di lacrime.

-Anne! - esclamò Tom, il proprietario del locale -Che succede? -

-Vi prego, ho bisogno del vostro aiuto! - disse quasi gridando e correndo verso un gruppo di cacciatori.

-Anne, siediti, che succede? - chiese ancora Tom superando il bancone.

-M-mio figlio- disse con voce tremante -È chiuso nelle segrete del castello! -

-Chi? - chiese qualcuno.

-Mio figlio Harry! Dobbiamo fare presto, non c'è un minuto da perdere! - disse portandosi le mani al cuore e spostando freneticamene gli occhi da un viso all'altro.

-Ehi! Calmati Anne! - disse Xander con tono deciso.

-Xander! - esclamò la donna avvicinandosi frettolosamente -Caro ragazzo, devi aiutarmi! - lo pregò posandogli una mano sul braccio.

Appena lo toccò con la sua mano fredda e sporca di terra, il giovane ritrasse il braccio disgustato.

-Chi l'ha rinchiuso nelle segrete di un castello? - chiese.

-Una bestia! Una bestia mostruosa! - strillò la donna.

-Una bestia? - chiese canzonandola, lanciando sguardi di scherno in giro per il locale.

-Sì! Orribile, gigantesca! - confermò Anne annuendo.

Delle risate si levarono dal fondo del locale.

-Anne, vai a casa! - gridò qualcuno.

-Vai a dormire! - disse un altro.

Robin, che aveva assistito in silenzio a tutta la scena, le si avvicinò piano -Andiamo a casa, Anne- le disse dolcemente mettendole una mano dietro la schiena, accompagnandola verso la porta.

-R-Robin devi aiutarmi, ti prego! - lo supplicò iniziando a piangere.

L'uomo la strinse ancora di più e, guardandola negli occhi, disse -Ti prometto che farò di tutto per aiutarti. Ora però andiamo a casa-

-Sì Robin, porta a casa questa pazza della tua ragazza- disse qualcuno scatenando nuovamente le risate generali.

Anne e Robin uscirono dalla locanda, la donna tremante stretta tra le braccia del libraio.

-Quella pazza di Anne, eh- disse Xander con un ghigno, guardando Ben

L'amico gli si avvicinò -Ci fa sempre fare delle grosse risate, non trovi? - disse per poi ridacchiare.

-Ho risolto! - esclamò il cacciatore con un sorriso vittorioso -Potrebbe essere rischioso ma ...- iniziò portandosi una mano tra i capelli -ma è la soluzione perfetta! - disse trionfante alzandosi dalla sedia. Si avvicinò a Ben e lo afferrò per le spalle, un sorriso luminoso sul viso -Ho risolto! - disse ancora -Anne è la madre di Harry e, se proprio vogliamo dirlo, non ci sta più tanto con il cervello- iniziò a spiegare con tono concitato -È sempre stata strana, diversa, sicuramente un po' matta! - disse alzando la voce per farsi sentire da più persone. Gli altri uomini, non appena udite quelle parole, si guardarono tra di loro cominciando a bisbigliare.

-Tu sai che io voglio sposare Harry- continuò Xander abbassando la voce, afferrando Ben per il colletto -Potremmo parlare con Simon, il responsabile del manicomio- sussurrò parlando sempre più velocemente -e, perché no, convincerlo che sia ormai arrivato il momento di portare Anne nella sua struttura. Sai, per il suo bene- disse.

Ben lo guardò confuso, non aveva proprio capito dove l'amico volesse andare a parare.

-Oh, andiamo Ben! Possibile che non ti sia ancora chiaro il mio piano? - chiese.

Odiava quando le persone non capivano le cose al volo -anche se spesso si spiegava così male che capirlo era un'impresa. -Insomma, cosa non farebbe il ragazzo per la madre? - iniziò a spiegare -Ecco la risposta: farebbe di tutto! Sicuramente, se venisse a sapere che magari con una mia buona parola si riuscisse ad evitare che la povera donna vada in quella gabbia di pazzi ... -

-Sì? - lo incitò il più basso a continuare.

-Beh ... cosa non farei per la povera, pazza Anne! - disse ironico -Ovviamente, Harry verrà subito a supplicarmi di fargli questo favore. E lo sai qual è l'unico modo per cui io possa accettare di aiutarlo? - chiese. L'uomo davanti a lui scosse la testa -Con il matrimonio! - esclamò vittorioso -Lui mi sposerà e io intercederò in favore della madre. Uno scambio equo! -

-E tu pensi che lo farà? -

-Ovviamente, lo farà- rispose maligno -Altrimenti sarò costretto a fargli vedere cosa accade in quelle strutture ... mediche, se così si possono chiamare- disse.

-Sei un genio! - esclamò l'amico con gli occhi pieni di ammirazione.

Xander sorrise raggiante-Lo so. Oltre a essere meraviglioso in praticamente tutto ciò che faccio, sono anche tremendamente intelligente. Oh, com'è difficile essere me! - disse.

 

******

 

Si sentiva leggero, come se stesse volando. Eppure, percepiva il suo corpo caldo, sdraiato su una superficie morbida.

-Harry- disse una voce, quasi un sussurro -Harry ascoltami! -

Il ragazzo provò a voltare la testa ma non vide nulla: c'era solo nero.

-Chi sei? - chiese.

-Ascolta la mia voce attentamente- continuò.

Quella che stava parlando era sicuramente una donna giovane. Nonostante tutta l'oscurità che lo circondava, era come se potesse vedere il viso perfetto di quella ragazza, come impresso nella sua mente. Aveva lunghi capelli castani, un viso sottile e grandi occhi scuri. In un certo senso gli ricordava sua madre, ma più giovane.

-Chi è che parla? - chiese ancora.

-Ciò che appare non è sempre ciò che è- disse solenne la ragazza.

-Che cosa vuol dire? Chi sei? - chiese ancora Harry guardandosi intorno.

-Guarda oltre il blu! -

E così come era iniziato, il sogno finì: di colpo. Si svegliò posandosi un braccio sugli occhi e mugugnando infastidito. La luce del mattino entrava prepotente dalla finestra alla sua destra. Doveva ricordarsi di tirare le tende. Come era finito in quel sogno freddo e buio, molto più reale di qualsiasi altro che avesse mai fatto? Ricordava solo che prima stava immaginando un posto caldo, felice, rideva ed era in compagnia di un ragazzo bellissimo e delicato, con splendidi occhi azzurri.

Un leggero bussare alla porta lo riscosse dai suoi pensieri.

-Harry! Sei sveglio? - disse quella che sembrava la voce di Zayn.

-Mmmh- rispose il ragazzo ancora mezzo addormentato.

-Oh, bene! - esclamò il candelabro precipitandosi nella stanza e saltando agilmente sul letto -Avanti, alzati, ci sono tante cose da vedere! Non vorrai mica rimanere tutto il giorno a letto, vero? - continuò.

-Ti prego, fammi dormire- disse il riccio, il braccio ancora sugli occhi e le labbra arricciate in un tenero broncio.

-Quasi peggio di me- osservò Zayn sottovoce.

Facendo attenzione, camminò sulle coperte fino ad arrivare sulla pancia del riccio -Alzatiii! - urlò cominciando a saltellare.

Harry cercò di scansarlo, ma sfortunatamente non ebbe successo.

-Zayn, vorrei tanto prendere un fiammifero e darti fuoco in questo momento! - sibilò mettendosi seduto. Il candelabro cadde dalla sua pancia e finì sul piumone.

-Buongiorno raggio di sole! - disse con un sorriso vittorioso.

-Perché mi hai svegliato? Che ore sono? - chiese Harry passandosi le mani sugli occhi.

-Le nove! - rispose Zayn scendendo dal letto con un balzo e atterrando sul morbido tappeto bianco ai piedi del letto.

Se fosse stato in paese a quell'ora sarebbe stato già sveglio da ore, ma gli eventi del giorno prima lo avevano stravolto. Fisicamente ed emotivamente si sentiva esausto. Con i sogni che aveva fatto poi, che sembravano quasi più veri del posto in cui si trovava adesso, non aveva riposato un gran ché!

-Vestiti velocemente, vado ad informare James e la cucina che sei sveglio- disse Zayn uscendo, accompagnando ogni passo con il rumore sordo che faceva la sua base d'orata ogni volta che colpiva il pavimento di marmo.

Il riccio rimase seduto sul letto per un po', i gomiti poggiati sulle cosce e il viso nascosto tra le mani. La sua nuova vita stava per iniziare in un castello incantato, con la sola compagnia di una Bestia scorbutica e invadenti soprammobili parlanti. Non ci credeva neanche lui.

-Harry, tutto bene? - chiese Lottie, facendolo trasalire.

Si era quasi dimenticato della sua esistenza! Per un momento si sentì strano al pensiero che lei potesse averlo osservato durante la notte, ma allontanò velocemente questo pensiero, gli metteva i brividi.

-Buongiorno! - disse sorridendole -Va tutto bene, tu come stai? -

Le ciglia dell'armadio -dell'armadio! Harry ancora non credeva ai suoi occhi- sfarfallarono -Eh- sospirò -Come va? Oramai erano anni che non me lo chiedeva più nessuno! - disse -Sai, quando sei un enorme armadio chiusa in una stanza è raro che ti vengano a trovare- confidò con tono triste.

-Mi dispiace- le disse guardandola. Avrebbe voluto fare qualcosa per lei.

Lottie lo guardò con i suoi giganteschi occhi blu -Oh non ci pensare, ora tu sei qui! Non potranno che migliorare le cose da oggi in poi! - disse allegra.

Harry avrebbe voluto davvero che quelle parole fossero reali.

-Lo spero tanto- disse con un sospiro.

-Non c'è bisogno di sperare, io lo so! - affermò convinta.

-Allora- ricominciò a parlare voltandosi verso di lui -Cosa vuoi metterti? - chiese.

Il riccio alzò le spalle indeciso -Dimmi tu-

-Io direi qualcosa di pesante. Ieri sei arrivato completamente fradicio e hai tossito tutta la notte! - disse pensierosa.

Harry guardò la sedia dove la sera prima aveva poggiato i suoi vestiti: era vuota.

-Lottie, dove sono i miei vestiti? - chiese.

-Ho chiesto a Liam di lavarli, erano davvero sudici! - esclamò tirando fuori una maglia bianca di lana morbida

-Questa dovrebbe essere perfetta- disse porgendogliela. -Da qualche parte dovrei avere anche un paio di pantaloni come li portavi tu ieri- disse aprendo tutti i cassetti. Era una scena davvero comica, considerando che spesso sbuffava indignata quando trovava qualcosa fuori posto o ridacchiava imbarazzata quando le cadeva un vestito. -Eccoli! - esclamò orgogliosa dopo un po' -Erano di mio fratello. Forse ti staranno un po' stretti. Sai, lui era più basso di te ... magari però quelli gli andavano larghi! Mi ricordo che ne aveva un paio ... - disse, lo sguardo perso nei ricordi.

-Hai un fratello? - chiese Harry interrompendola, prendendo la maglia e i pantaloni.

-Sì! - disse -Un tempo ci vedevamo più spesso. È da un po' che non viene a farmi visita- gli confidò triste, arcuando le sue enormi sopracciglia perfette all'insù.

-Cosa ... che aspetto ha? - chiese il riccio curioso.

Lottie sorrise triste -Lo hai già incontrato- disse -Ma non ti dirò altro! Adesso sbrigati a vestirti, Nick non è tipo da riscaldare il cibo, soprattutto non la colazione! - cambiò velocemente argomento.

Harry decise di lasciar cadere l'argomento, per ora. Magari lo avrebbe chiesto agli altri.

 

Quando Harry arrivò nelle cucine venne accolto, come la sera prima, da un allegro James.

-Harry caro! - esclamò sorridendo -Come hai dormito? - chiese.

Harry sorrise mostrando le fossette e si avvicinò al tavolo della cucina.

-Bene, grazie- disse.

James sorrise -Spero non ti dispiaccia fare colazione qui, non ho voluto disturbare l'argenteria per apparecchiare il tavolo in sala da pranzo- disse guardandosi attorno e accennando alla tovaglietta apparecchiata proprio davanti al riccio.

Il tavolo della cucina era colmo di dolci e confetture e per un momento a Harry venne in mente il negozio di sua madre. Già gli mancava ...

-Harry? - lo richiamò la teiera vedendo il suo sguardo pensieroso.

-Eh? Sì! - si riscosse il riccio -Va benissimo qui, non preoccuparti- disse prendendo posto.

-Harry! Sei sveglio che bello! - lo salutò Niall non appena il riccio si sedette. La piccola tazzina, sbeccata sul bordo, aveva un sorriso luminoso e il bianco della ceramica con cui era fatta spiccava contro il rosso della tovaglietta.

-Buongiorno anche a te- rispose.

-Zayn mi ha detto che lui e Liam oggi vogliono portarti a fare un tour per il castello! - disse contento.

-Un tour? - chiese il ragazzo guardando James.

La teiera ridacchiò -Beh, ragazzo, ti aspettavi di vedere solo le cucine e la tua stanza per il resto dei tuoi giorni? - chiese divertito.

In realtà sì, avrebbe voluto rispondere il giovane, ma evitò di farlo.

-Ti trovi in uno dei più bei castelli d'Inghilterra! - gli rivelò orgoglioso -Anche se adesso non sembrerebbe, prima era invidiato da molti nobili- disse.

-Come mai non ho mai sentito parlare di questo posto? - chiese curioso, addentando una fetta biscottata alla marmellata.

James guardò nostalgico verso la finestra.

-Devi sapere che un tempo tutti conoscevano questo castello. Il padrone era il principe delle terre limitrofe- disse -Solo che un giorno tutto cambiò- continuò riportando lo sguardo su di lui -E d'improvviso tutti dimenticarono. Il castello, il padrone, noi ... come se non fossimo mai esistiti- terminò il racconto con sguardo triste.

-Come è successo? - chiese Harry.

-È stata una fata! - esclamò Niall ad alta voce, facendo sussultare Harry che lo teneva in mano.

-Una fata? - chiese il giovane confuso.

-Beh, sai, lei ci ha fatto visita ma il padrone non è stato molto gentile con lei e allora per punirlo-

-Niall! - lo richiamò James severamente -Basta così! Non è il momento di raccontare queste cose- disse con sguardo serio -Lascia finire a Harry la sua colazione, Liam e Zayn lo stanno aspettando all'ingresso- disse voltandosi e andandosene via con piccoli saltelli rumorosi.

La tazzina non parlò più per il resto del pasto e nemmeno Harry osò parlare ancora, intimorito da quello scambio di battute che aveva raffreddato completamente l'atmosfera della cucina.

 

-Io non sono sicuro che sia una buona idea- disse Liam con il tono di chi ha già ripetuto quelle parole decine di volte.

-Su, Liam, non rompere! - rispose Zayn con tono annoiato.

-Non può andare in giro a curiosare in certi posti- ribadì l'orologio.

Harry arrivò proprio in quel momento.

-Finalmente il nostro prezioso ospite è arrivato! - urlò Zayn con gioia, smettendo di far caso a Liam e correndo verso il ragazzo.

-Allora, dove volete portarmi? - chiese il riccio.

-Io non penso che sia una buona cosa portarti in giro- intervenne l'orologio.

Harry corrucciò le sopracciglia.

-Ho fatto qualcosa di male? - chiese.

Zayn tirò una botta sulla testa del suo ragazzo -Brutto scemo- gli sibilò -Non hai fatto nulla di male, tranquillo- disse sorridendo -È Liam qui il problema. Ha troppa paura che "il padrone" possa arrabbiarsi-

-Potrebbe arrabbiarsi? - chiese Harry. Non aveva alcuna intenzione di vedere quella Bestia esplodere di furia. Gli era bastata la scenata della sera prima. Ricordava i brividi di paura che gli correvano lungo la schiena mentre litigava con la Bestia. E lui era dietro una porta, non voleva immaginare quanto potesse essere spaventoso vederlo arrabbiato senza nulla con cui farsi da scudo!

-Certo che sì! -

-Certo che no! -

Dissero Liam e Zayn in contemporanea. Il candelabro lanciò uno sguardo di fuoco -di fuoco- all'orologio.

-Certo che no- ripeté poi guardando di nuovo Harry con un sorriso -Andiamo- aggiunse poi avviandosi e mettendo fine alla discussione.

Liam li seguì con un sospiro sconfitto.

 

Il castello era immenso, Harry non pensava di aver mai visto tante stanze tutte insieme. I corridoi giganteschi erano ornati da quadri e da sculture in marmo. A volte, in qualche corridoio più buio, si potevano notare terribili immagini di gargoyle, le stesse che aveva visto la sera prima mentre la Bestia gli mostrava la strada per la sua camera.

-E questa è una sala da biliardo- disse Liam che ormai, avendo accettato il fatto che il suo ragazzo non avrebbe mai cambiato idea, era entrato perfettamente nella parte di guida turistica. Dopotutto, lui era il primo maggiordomo, sapeva tutto di quel castello -Sai, qui i nobiluomini adoravano passare il pomeriggio sorseggiando tè o alcolici, mentre giocavano parlando di affari importanti- disse con tono solenne.

Harry guardò la stanza affascinato. Aveva un pavimento di legno chiaro, liscio e lucido; alle pareti erano accostate piccole librerie piene di libri sulle tecniche di gioco; in fondo a destra si trovavano dei divanetti marroni e un bancone da bar. Il restante della sala era occupato da un immenso tavolo da gioco, le palle da biliardo erano sistemate ordinatamente sulla liscia superficie verde.

-Poco più in là, proprio dietro quella enorme porta, si trova invece la seconda sala da ballo- continuò l'orologio richiudendo la porta e continuando a camminare -Veniva usata per i ricevimenti più piccoli. È la seconda ma non per bellezza perché, proprio come la prima, è stata decorata dai migliori-

-Liam- lo interruppe Harry.

Era fermo in mezzo al corridoio e ammirava la sua figura spezzettata all'interno di uno specchio in frantumi. Non era il primo che vedeva in quello stato. Cosa era successo a tutti gli specchi del castello? O era successo solo a quelli esposti in quei corridoi?

-Cosa succede? - chiese l'orologio tornando indietro saltellando sulle sue gambette di legno.

-Perché tutti gli specchi sono rotti? - chiese avvicinandosi al vetro.

Liam guardò agitato Zayn -Tutti? - chiese.

-Sì, venendo qui ne ho visti almeno quattro- disse alzando la mano per andare a toccare il suo viso nel riflesso.

-Beh- Liam aveva questo difetto: non riusciva a pensare lucidamente quando era in ansia e, molto spesso, finiva per dire proprio quello che non doveva -Sarà stato il padrone. Ogni tanto lo fa- disse ridacchiando agitato.

-Ogni tanto lo fa? - chiese Harry voltandosi a guardarlo incuriosito, facendo ricadere la mano al suo fianco.

Zayn emise un sibilo infastidito -Non è una cosa importante, Harry. Non adesso- disse dandogli un colpetto sulla gamba.

-Ma che vuol dire: ogni tanto lo fa? Perché? - chiese imperterrito.

-Non lo sappiamo, succede! Lo sentiamo ruggire arrabbiato e di colpo crash! Quando arriviamo sul posto troviamo uno specchio rotto- gli rispose prontamente Liam, non riuscendo a tenere a freno la lingua.

-Andiamo! - li interruppe Zayn -Il tour è durato abbastanza. Sicuramente James avrà fatto preparare il pranzo, sono ore che andiamo in giro! - disse sbrigativo facendo voltare a forza Liam e bloccando qualsiasi tentativo di Harry di ricevere più informazioni.

-Ma non dovevamo vedere l'altra sala da ballo? - chiese il ragazzo.

-Domani! - rispose velocemente il candelabro -Andiamo adesso, su! - disse spingendo Liam in avanti e dando un altro colpetto al polpaccio del riccio.

-Hai avuto modo di conoscere Nick ieri sera, giusto? Non è proprio il tipo a cui piace aspettare - disse ancora Zayn avviandosi.

Harry lanciò un ultimo sguardo al suo riflesso spezzato nello specchio. Era la seconda volta che gli impedivano di ricevere informazioni, il suo lato avventuroso aveva iniziato a chiedersi cosa volessero tenergli nascosto. Aveva già visto la Bestia, cosa poteva esserci ancora di terribile? Non gli piaceva affatto quella situazione: se doveva passare il resto della sua vita in quel posto, voleva sapere tutto. Niente segreti!

Perché gli specchi erano rotti?

Cosa era successo con la fata di cui aveva parlato Niall?

Per un momento si ricordò che la Bestia aveva accennato all'Ala Ovest del castello e di come per lui fosse proibito andarci. Decise che quella sera avrebbe dato un'occhiata a quel posto. Sarebbe stato attento, era bravo a sgattaiolare senza essere visto.

-Harry! - lo richiamò Zayn tornando verso di lui -Andiamo-

Harry smise di fissare il suo riflesso -Eccomi! - disse per poi seguire il candelabro.


 

Nel frattempo, proprio nell'Ala Ovest, la Bestia stringeva tra le sue enormi zampe la cupola di vetro sotto cui era racchiusa, protetta, la rosa incantata che tanto tempo prima gli aveva donato la fata. Quante volte si era maledetto guardando quel fiore, e quante volte aveva avuto l'impulso di distruggerlo! Incolpava ogni singolo petalo rosso per la sorte che gli era toccata. Era passato dall'avere tutto al niente, nel giro di poche ore. Nessuno era mai andato a cercarli, a chiedergli se andasse tutto bene, cosa fosse successo al principe di quelle terre. Aveva odiato le mura di quel castello che aveva ormai perso lo splendore di un tempo. Era diventato tutto più cupo, come se un velo nero si fosse posato su di loro, nascondendoli al resto del mondo. Non aveva mai pensato che un giorno gli sarebbe potuto mancare avere la gente intorno, il calore di qualcuno, anche un sorriso sincero. Aveva smesso perfino di andare a trovare sua sorella. Gli metteva troppa tristezza guardarla trasformata in un armadio. Tutto per colpa sua! Sua sorella piangeva quando lo vedeva, i suoi migliori amici tremavano di paura, non gli rivolgevano mai un sorriso. E perché avrebbero dovuto? Era solo colpa sua se erano costretti a vivere in quel modo. Da quando era arrivata la fata, i giorni si erano susseguiti tutti uguali. Poi era arrivato quel ragazzo, Harry.

Si chiedeva perché avesse accettato di prendere lui al posto della madre. Alla fine, quel giovane aveva tutta la vita davanti. Era sicuramente più piccolo di lui. Gli dispiaceva averlo sottratto alla sua vita di paese, che doveva essere sicuramente allegra. Non come la sua.

Voleva sperare però, che la sua presenza nel castello non dipendesse solo dal suo animo egoista, ma anche da un disegno più grande. Sperava fosse lui il ragazzo che lo avrebbe salvato, lo sperava con tutto il cuore.

Un petalo rosso si staccò proprio in quel momento dalla rosa, perdendo la sua lucentezza non appena toccò il tavolino di pietra. La bestia seguì il suo volteggiare con occhi tristi.

Sì, Harry era la sua unica possibilità, il suo ventunesimo compleanno era vicino e la rosa aveva già iniziato ad appassire.

Voltandosi prese dal tavolo vicino a lui un piccolo specchio, un altro dono della fata: la sua unica finestra sul mondo.

-Mostrami il ragazzo- disse.

Lo specchio tremò un pochino, poi si illuminò di verde e, pian piano, dal centro del vetro, cominciò ad apparire, dapprima sfocata, la figura del giovane.

Aveva dei brillanti occhi verdi e le sue labbra erano arricciate in un sorriso divertito.

-Non posso crederci! - disse il ragazzo.

La voce roca del riccio squarciò il silenzio della stanza, facendo sussultare leggermente Louis.

-Invece sì, mio caro!- gli rispose Zayn.

-No, aspetta- lo interruppe Harry poggiando le mani sul tavolo e guardando Liam -Mi state davvero dicendo che Niall dovrebbe avere vent'anni in questo momento? - chiese incredulo indicando la tazzina davanti a lui, che lo guardava con sguardo indignato.

-Proprio così!- ridacchiò James.

-Ma io pensavo fosse un bambino! - esclamò il giovane incredulo.

-Harry, la prendo come un'offesa! - gli urlò Niall mettendo il broncio.

Il riccio si voltò verso di lui -No, ti prego, non volevo- disse con un'adorabile espressione dispiaciuta -Scusami, davvero. È solo che Liam e Zayn ti trattano come se fossi figlio loro! - cercò di spiegare.

La tazzina sospirò -Lo hanno sempre fatto- disse sconsolato -Non ho mai capito il perché. Loro due e Lou- si interruppe di colpo sgranando gli occhi -Ti perdono, non fa niente- terminò Niall velocemente.

-Basta così- disse Louis abbassando lo specchio con sguardo triste. L'immagine del ragazzo svanì lentamente e le voci allegre scomparvero dalla stanza.

-È inutile illudersi- disse a sé stesso -Quel ragazzo non vedrà mai niente in me, tranne che un mostro- sussurrò sconsolato guardando lo specchio.

Il suo riflesso gli rispose con sguardo triste. Per un momento ebbe l'impulso di scagliare l'oggetto contro il muro, il più lontano possibile da lui. Il suo aspetto era ... mostruoso!

Era così dal giorno dell'incantesimo. La fata gli aveva detto che quello specchio gli avrebbe mostrato sempre la sua vera immagine e quella non era mai cambiata. Si era chiesto centinaia di volte perché fosse l'unico specchio in tutto il castello in grado di riflettere la Bestia e non il principe che era una volta.

Aveva distrutto tutti gli altri specchi proprio per questo motivo: con il tempo aveva imparato a odiare il suo aspetto umano. Gli ricordava qualcosa che, era sicuro, non avrebbe mai e poi mai potuto riavere indietro. Era sicuro che quella fosse un'ulteriore punizione che la fata aveva riservato per lui: poter vedere il passato per ricordarsi ogni giorno dell'errore che aveva compiuto, del perché adesso si trovasse in quelle condizioni. Ogni volta che passava davanti al suo riflesso, si perdeva a guardarsi: la sua statura minuta, i capelli lisci, la pelle perfetta, il viso sottile. Quando però si portava le mani davanti al viso le vedeva ancora enormi e orribili, più simili a zampe che a mani umane. Per questo distruggeva gli specchi, gli faceva troppo male ricordare. Si odiava!

Posò lo specchio sul tavolino accanto alla rosa e fece un balzo all'indietro, rabbioso. Poi lasciò andare un ruggito terribile, che risuonò in tutto il castello.



 

Aveva aspettato che Lottie cadesse in un sonno profondo prima di alzarsi dal letto e raggiungere in punta di piedi la porta, che aveva lasciato leggermente socchiusa. Il corridoio era deserto fortunatamente, illuminato quasi a giorno dalle luci alle pareti. Non sapeva cosa avrebbe mai potuto raccontare a Liam e Zayn se li avesse incontrati in giro a quell'ora. Sperava davvero di non aver perso l'abilità che aveva da bambino di passare inosservato quando voleva che gli altri non si accorgessero di lui.

Quel pomeriggio era riuscito a farsi indicare da Niall la direzione per l'Ala Ovest e così, trattenendo il respiro a ogni singolo rumore e nascondendosi dietro le colonne quando vedeva qualcuno passare per i corridoi, si stava dirigendo proprio dove la Bestia gli aveva proibito di andare.

Non era sicuro se fosse per l'orario, per dove stava andando, per una sua percezione o se fosse effettivamente così, ma in quel momento gli sembrava tutto più sinistro, più inquietante. Man mano che proseguiva in quella direzione provava ad aprire le porte ma erano tutte chiuse, la carta da parati era squarciata in più punti, così come le tende, i vetri degli specchi rotti non erano stati rimossi, c'erano ragnatele e polvere ovunque. Quella parte del castello  che sembrava abbandonata!

Salì un paio di scale, per poco non gridò dallo spavento quando, girando un angolo, si trovò davanti un ritratto di una donna talmente perfetto da sembrare vivo. Continuò a camminare, ormai l'unica fonte di luce era quella proveniente dalla Luna, che illuminava tutto con il suo bagliore argentato.

Quel posto non gli stava dando le risposte che voleva. Si domandò come mai la Bestia gli avesse proibito di andarci se non c'era nulla di particolare. Che si preoccupasse dell'aspetto di quell'Ala del Castello? Il ragazzo rise tra sé e sé per l'assurdità del pensiero.

Stava quasi per decidere di tornare a letto quando la maniglia dell'ultima porta, la più grande di tutte alla fine del corridoio, si aprì.

Si aspettava quasi di sentire il sinistro cigolio dei cardini che veniva sempre descritto nei libri in momenti come quello, ma la porta si aprì senza emettere un suono. Il silenzio era quasi assordante, avrebbe voluto che qualcosa squarciasse l'atmosfera di immobilità che aleggiava in quella stanza.

I mobili erano distrutti, sedie e tavolini riversi a terra, le tende del letto a baldacchino in fondo alla camera erano rotte e fili di stoffa pregiata ciondolavano sopra il materasso squarciato. Alla luce della Luna riusciva a vedere i granelli di polvere volare nella stanza, unici segni dello scorrere del tempo. Harry era talmente sopraffatto che aveva smesso di respirare.

Si guardò attorno e la sua attenzione venne catturata dall'unico mobile rimasto intatto. Si avvicinò: sopra c'era quella che sembrava una vecchia foto di famiglia, l'unico oggetto in tutta la stanza che sembrava non aver mai visto un grammo di polvere tanto era lucido. Era in bianco e nero ma la gioia nei visi di tutti pareva colorarla.

C'erano un uomo e una donna vestiti eleganti, sicuramente dei nobili, e seduti ai piedi quelli che dovevano essere i figli: due piccole gemelle, una bambina un po' più grande con lunghi capelli scuri e un ragazzo. Erano tutti bellissimi, anche se il viso del bambino era stato completamente rovinato, tanto che non si riuscivano più a scorgere i lineamenti.

Posò la foto sul mobile cercando di fare il più piano possibile.

Sollevò lo sguardo e vide un quadro completamente rovinato. Lunghi solchi tagliavano trasversalmente il ritratto di un ragazzo: si riuscivano a scorgere solamente un paio di occhi blu. Allungando la mano cercò di sollevare le pieghe della tela per ricomporre l'immagine ma, proprio mentre stava per riuscirci, ritrasse la mano e si voltò di scatto.

Aveva sentito un sussurro, come se qualcuno lo stesse chiamando. Un brivido gli corse lungo la schiena.

Avanzò piano in quella stanza che sembrava deserta.

Si sentì chiamare nuovamente e quando si voltò vide davanti a un'immensa finestra che dava su un balcone, sopra quello che sembrava un tavolino di pietra, una luce rosata. Avvicinandosi il fiato gli restò bloccato in gola: era quella che sembrava a tutti gli effetti una rosa incantata.

Non aveva mai visto un fiore più bello di quello e, come ipnotizzato dal bagliore, sollevò la cupola di vetro protettiva.

Allungò una mano per toccare i petali ma, arrivato a pochi centimetri di distanza, un ringhio squarciò il silenzio. La Bestia si precipitò da lui, strappandogli il vetro dalle mani e rimettendolo al suo posto a protezione del fiore.

Harry indietreggiò spaventato.

-Perché è venuto qui? - ringhiò.

-M-mi dispiace- si scusò il ragazzo continuando a camminare all'indietro.

-L'avevo avvertita di non venire qui! -

-Non volevo fare niente di male. Mi dispiace! La prego! - lo pregò il ragazzo.

-Non capisce cosa sarebbe potuto accadere? - ruggì Louis avanzando minaccioso e frantumando con una zampata una sedia di legno che gli era d'intralcio.

-La prego, si fermi! -

-Se ne vada! - ruggì più forte -Vada via di qui! -

Dicendo questo si avventò infuriato contro un altro mobile.

Harry non se lo fece ripetere un'altra volta e, inciampando nella corsa, fuggì immediatamente dalla stanza.

Continuò a correre con il fiato corto, i brividi che percorrevano tutto il suo corpo. Aveva l'adrenalina a mille e gli occhi pieni di lacrime.

-Che succede? - urlò Zayn vedendolo scendere velocemente le scale.

-Me ne vado- urlò piangendo.

-Te ne vai? Cosa è successo? - gli gridò dietro il candelabro cercando di raggiungerlo.

-M-mi dispiace io- disse voltandosi un'ultima volta prima di aprire il portone d'ingresso -Mi dispiace! - urlò sulla soglia per poi correre fuori dal castello, piangendo.

Cercò di raggiungere il cancello di ferro il più velocemente possibile e, guardandosi indietro per l'ultima volta, corse lontano nella foresta.






 

Angolo Autrice 
 

Scusate il ritardo, spero però che ne sia valsa la pena. 
Ringrazio ogni persona che ha letto la storia. Grazie a tutti di cuore. 
Devo a Louis e a Harry il mio rinnovato amore per la scrittura, e il vostro supporto è davvero importante per me!💙
Grazie mille💚💙

Potete trovarmi anche su Wattpad.

Ci vediamo presto.

All the love,
Lady💙

   
 
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