Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: badheadache    25/07/2019    1 recensioni
Draco semplicemente pensava che a Potter piacesse la loro competizione, e anche lui la trovava divertente e soddisfacente, anche se ogni volta arrivavano ad insultarsi le famiglie. Era qualcosa simile a una certezza. Peccato che quest'anno Draco avesse altro da fare rispetto a insultare Potter. Gli sarebbe mancato, sicuramente.
Mentre percorreva il corridoio del treno, pensò a come sarebbe stato se lui e Potter fossero diventati amici. Draco l'avrebbe consegnato al Signore Oscuro? Era una bella domanda. Probabilmente, se Potter non fosse così odioso, non l'avrebbe fatto. Ma era odioso, quindi Draco poteva anche non avere alcun rimorso, se avesse dovuto consegnarlo.
Forse.
(Warning: Slytherin Harry)
Genere: Dark, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Hateful
Capitolo 3- Sofa


"Che ti diceva, il Prescelto del Mondo Magico? Il colore delle mutande del Signore Oscuro?"
"Eddai, Blaise!" Pansy gli diede una gomitata. Era sempre stata manesca, ma ai due amici non dava fastidio.
"Il mio braccio, Pans! Ora mi comparirà un livido, povero me..." Blaise alzò gli occhi al cielo, teatrale. Pansy scoppiò a ridere, lasciandolo stare.
"Quindi? Che ti ha detto il Finto Serpeverde?"
"Niente di che. Volevo sapere il colore delle mutande del Signore Oscuro, e invece mi ha chiesto di farsi la doccia per primo, stasera".
"Uh! Donnola Piccola sarà contenta nel sapere che il suo Prescelto si lava!"
"Potter sembra dotato nelle azioni quotidiane, Pansy. Il problema arriva quando deve fare dei ragionamenti".  Draco sghignazzò al pensiero di Potter che cercava di rispondere alle domande di Piton durante a Difesa delle Arti Oscure.
"Forse è meglio che non ragioni, Dray-"
"
Non chiamarmi così!"
"-Dracuccio. Ora che siamo a metà ottobre e direi che l'abbiamo studiato abbastanza. Possiamo fargli uno scherzo, che ne dici?"
"Sì, facciamogli trovare Goyle sotto Polisucco, obliviato e in versione Donnola!"
"Pansy, credevo volessi bene a Goyle!"
"Non più di quanto ne voglia a Potter".
Effettivamente, anche Draco avrebbe voluto stare lontano da Tiger e Goyle, eppure gli servivano, e loro terrorizzati obbedivano agli ordini. La stupidità rende schiavi: Draco si appuntò mentalmente questa frase come una delle sue più importanti.
"Beh, potremmo... non lo so, fargli trovare dei serpenti nel letto".
"Pansy, ce li aizzerebbe contro! Sa parlare il Serpentese, ricordi?"
"Cazzo! Però mi piacerebbe ascoltarlo ancora parlare Serpentese. Si dice che ai maghi oscuri il Serpentese ecciti".
Blaise la guardò scandalizzato, mentre Pansy scoppiò a ridere. Draco pensò a Potter che mentre si spogliava iniziava a parlare Serpentese.
"Salazar, Pansy, mi sono venuti i conati di vomito". Affermò, contrariato.
Erano discorsi piacevoli, e, seppur Draco ne partecipasse con finto interesse, la sua mente volava all'interno di ragionamenti intricati, che prevedevano lui e Potter, il Serpentese, in un altro incontro probabilmente mortale, entro quella sera. Ed era solo mattina inoltrata. Che bell'inizio giornata, Malfoy. 

Durante il pranzo, Draco parlò e mangiò molto poco. Mentre Blaise e Pansy discutevano sullo scherzo da fare a Potter, lui rimuginava sul discorso imminente. Cosa avrebbe dovuto dirgli Potter? Ormai la situazione esterna era agli sgoccioli: il Signore Oscuro tornato, attacchi ai babbani ovunque, lui ingaggiato nel compito sadico del più grande nemico di Potter. E Potter stesso che sapeva del soggiorno del Signore Oscuro al Maniero Malfoy. Draco ormai si sentiva una pedina nelle mani non solo di Colui-Che-Non-Può-Essere-Nominato, ma anche di Potter se pensava alla situazione in cui si era cacciato - senza aver commesso alcuna azione sconsiderata, per giunta. 
In più, la questione dello Specchio. Se avesse potuto, il biondo sarebbe fuggito immediatamente da quel trambusto e sarebbe rimasto per tutta la giornata all'interno della Sala. Era insicuro, perché non era certo di poterla trovare ancora; ma l'idea lo allettava, e anche molto. Così iniziò a camminare più lentamente, distaccandosi dal suo gruppetto Serpeverde fidato, fino a imboccare il corridoio che portava alle scale. 

Sto scappando, pensava. Un'altra volta. Sto scappando da tutta la vita.

*

Se qualcuno mi scagliasse un Legillimens nella mia testa non troverebbe niente.
Harry sedeva mogio sul banco, guardando il sole tramontare sul lago. Era tutto il giorno che cercava di mettere assieme un pensiero coerente da esporre a Draco, ma era giunto alla conclusione di non riuscirci. Avrebbe improvvisato, come ogni volta.
Sbuffò, passandosi la mano tra i capelli corvini. Ciò che era accaduto con Malfoy lo aveva completamente svuotato da ogni tipo di emozione; rabbia o paura erano svanite subito dopo l'adrenalina del momento, ed era sopraggiunto un vuoto totale, capace di far ripetere nella testa di Harry quell'assurdo momento infinite volte. 
Non sentiva nemmeno di provare ansia, ad aspettare di parlare con Draco.

Era stata Hermione a suggerirgli di provare a parlargli una seconda volta, per due importanti motivi: il primo, secondo l'amica Draco poteva rivelarsi un alleato davvero fondamentale. Il secondo, perché Harry doveva assolutamente scusarsi con lui. Il Prescelto aveva raccontato all'amica a grandi linee cosa era successo. Non aveva riportato la gravità del dialogo, Harry se ne vergognava sinceramente, ma Hermione aveva comunque intuito il tipo di discorso. 
Sospirò, chiudendo gli occhi e riaprendoli lentamente. Il sole ormai era diventato metà sfera, riflettendo l'arancione sul lago. Il professor Virtus blaterava di un incantesimo teorico a cui solo Hermione era interessata, mentre la luce rifletteva la polvere nella classe. Probabilmente Harry sarebbe riuscito a rilassarsi, se solo le lezione fosse stata con una casa diversa da Serpeverde. E se Draco ci fosse a lezione: era sparito da dopo pranzo, ed Harry si sforzava con tutto se stesso di non aprire la Mappa del Malandrino e cercare il suo nome in ogni angolo. 
"Come ti senti?" Hermione lo guardava apprensiva. 
"Dammi un po' della tua preoccupazione Herm, perché non sento niente". La sentì sospirare.
"Non ti dispiace un po' di quello che è successo?"
"Se serve a dargli una svegliata, per nulla". Alzò le spalle. Era quello che pensava: Draco sembrava un corpo vuoto, pieno solo di occhiaie e fronti corrucciate.
"Cerca di tirarlo fuori. Ne ha davvero bisogno".
"Tu come fai ad esserne certa?"
"Basta osservarlo, Harry. Sembra più cadavere del solito e non mangia. Poi, da quel che mi hai detto te, nemmeno dorme. Non mi è mai andato giù, ma ora sono preoccupata per lui: non è suo padre, no?"
Harry sospirò con lei. No, non era suo padre. Pensava di odiare a morte Draco, eppure quest'anno, sotto i suoi miopi occhi verdi, era tutto completamente cambiato. Draco aveva bisogno di aiuto, era evidente: l'avrebbe mai accettato da lui? Blaise avrebbe scommesso la sua vita sul fatto che una cosa del genere non sarebbe mai successa, e questo faceva capire a Harry quante probabilità di esito positivo aveva. Eppure doveva tentare: il suo sesto senso gli suggeriva che era la cosa giusta da fare. Così, senza più remore, estrasse la Mappa del Malandrino e se la posizionò sulle gambe: lui, Hermione e Ron erano in ultima fila, quindi non si preoccupava di sguardi indiscreti. Lo trovò al settimo piano, davanti alla Stanza delle Necessità.
"Perché è davanti e non dentro?" Chiese Ron.
"Dovrebbe sapere come funziona, l'anno scorso è riuscito ad entrare e sorprenderci... Forse non sa in che stanza entrare". Hermione dedicò uno sguardo corrucciato alla Mappa, e tornò alla lezione. Ron si stese sul banco, mentre Harry continuò a fissare le due piccole orme che battevano il terreno davanti alla Stanza delle Necessità innumerevoli volte.

*

Non riesco ad entrare.
Draco aveva passato l'intero pomeriggio davanti a quel corridoio. Le aveva provate tutte: quando si sentiva sull'orlo della crisi isterica, entrava nella stanza delle Cose Nascoste a singhiozzare. Dopodiché, usciva e riprovava a cercare la stanza dello Specchio. 
Ad ora di cena si arrese: scese in Sala Grande distrutto, pensando ad ogni passo che mai avrebbe trovato un modo per evadere dalla realtà più funzionante di quello specchio. Aveva bisogno di ritrovarlo, a tutti i costi. Pensò che non gliene fregava niente, mentre si sedeva senza salutare e cercava di ingurgitare qualsiasi cosa avesse nel piatto, di compiere la missione affidatagli di Voldemort: immediatamente, la sua prima priorità diventò quella di ritrovare lo specchio. 
Forse preferirei morire lì piuttosto che affrontare la realtà, pensò guardando di sfuggita Harry Potter completamente immobile davanti alla sua cena.

Aprì la porta della camera con finta risolutezza. Sapeva che Harry era già dentro, era sceso nei Sotterranei prima di lui. 
"Eccoti."
Draco se ne voleva già andare. 
"... Eccomi."
"Blaise?"
"Non ci disturberà per un po'."

"Va bene, ma fate i bravi bambini!" sorrise Blaise, alla sua richiesta di lasciare la camera libera a lui e Potter, dopo aver mangiato completamente in silenzio. Draco lo guardò negli occhi, il blu non stava sorridendo quando la sua bocca. Anzi, trasmetteva preoccupazione.
"Chiamami se succede qualcosa." Aggiunse, serio. Draco ringraziò per l'ennesima volta di averlo come amico.

Il Serpeverde si sedette sul suo letto, mentre aspettava che Harry prendesse parola. Lo guardava con occhi vuoti, cercando di trovare le parole per iniziare il discorso. Draco attese pazientemente - o terrorizzato. 
"Scusami per il comportamento che ho avuto ieri sera."
Draco sentì le sue spalle rilassarsi, i muscoli che gli dolevano. 
"Ma non me ne faccio una colpa. Sono disposto a tutto purché tu capisca cosa vuoi veramente, anche a minacciarti, se necessario."
Draco strinse forte il lenzuolo, abbassando gli occhi. 
"Ci conosciamo da sei anni ormai. Capisco quando stai male e quando non vuoi fare qualcosa."
Draco deglutì saliva che non aveva. Harry continuò imperterrito il discorso, affidando tutto al suo spirito di improvvisazione, di cui ormai si fidava completamente.
"So anche quanto riesci ad essere cocciuto, perché lo sono anch'io nella stessa misura. Quindi, non ti chiedo di mettere da parte tutto il rancore che provi nei miei confronti, o di uscire da questa stanza e iniziare a studiare babbanologia. Ti chiedo di aiutarmi, perché odio vedere un mio coetaneo costretto a partecipare in situazioni più grandi di lui.
Come sta succedendo a me."
All'ultima frase, Draco sbarrò gli occhi, ribollendo di rabbia.
"Come sta succedendo a te? Oh, povero San Potter, sei stato assaltato dai fan? Silente ti ha offerto un the diverso da quello che bevi di solito?" Sibilò. "Il Signore Oscuro si è insediato nella mia dimora, io stesso sono costretto a sottostare ai suoi ordini, e tu, prescelto, venerato dall'intera comunità magica, vieni a dirmi che siamo nella stessa situazione?"
Finalmente alzò lo sguardo, ma se ne pentì immediatamente. Potter aveva gli occhi infuocati, la mascella contratta. Ebbe un piccolo scatto al braccio, quasi volesse atterrarlo come la scorsa sera, ma si trattenne. 
"Ho incubi tutte le notti. Le restanti, non dormo bene. Sono il prescelto, è vero, quindi è supposto che debba ucciderlo: tutta la comunità magica preme su di me per questo compito. Sono direttamente collegato a Voldemort, e quando condividiamo la mente, io provo piacere a vedere come tortura e uccide la gente. Non ho una famiglia, e quell'ultimo pezzo ritrovato due anni fa mi è stato brutalmente strappato da Bellatrix!"
Potter ormai urlava. Il suo discorso prese un climax che terrorizzò Draco. 
"Dulcis in fundo, tanto ormai facciamo a gara per vedere chi se la passa peggio, Draco Malfoy, so che non vivrò più di Voldemort. O crepiamo assieme, o restiamo vivi."
A quel punto, Draco si accorse di respirare molto velocemente, e le sue mani iniziarono a tremare. 
"Ora dimmi, chi cazzo è quello che può darsi una svegliata e ribaltare la situazione?"
Potter era in piedi che torreggiava davanti a lui. Draco rispose con un singhiozzo.
"Pensavo fo-fossi tu."
Chinò la testa, gli occhi che si riempivano di lacrime. Potter era l'unica speranza che nemmeno il suo cuore ammetteva e che ora doveva già abbandonare.
"Io morirò e non avrò un futuro,  oltre a Voldemort. Tu sì. Tu vivrai una vita di rimorsi, perché non avrai fatto ciò che per te è davvero giusto, perché avrai seguito ciò che davvero non pensi."
Si chinò all'altezza delle sue ginocchia. Draco non osò alzare la testa: si sentiva ancora troppo vulnerabile.
"Sono qui per chiederti se vuoi avere rimorsi per tutta la vita o iniziare a lavorare adesso per diventare la persona che vuoi essere veramente. Perché Draco, tu non sei cattivo. Tu sei stronzo, arrogante e  sbruffone, ma so che quando trovi un ragno nelle docce lo liberi per i sotterranei. Tu non sei cattivo."
Draco strinse i pugni, mentre Potter gli batteva l'indice sul petto al stronzo, arrogante e sbruffone
"Uccideranno mia madre..." Mormorò Draco.
"Faremo in modo che nessuno lo sappia."
"Come? Il Signore Oscuro può vederti la mente!" Draco rabbrividì al pensiero. E se fosse arrivato ora?
"Ed è per questo che sto per chiederti di insegnarmi Occlumanzia."
Draco alzò gli occhi spalancati dal terrore. Guardò Potter, ancora inginocchiato, che ricambiò con uno sguardo fermo e deciso. Uno sguardo che a Draco non lasciava vie d'uscita: o accetti, o te ne pentirai per sempre, diceva. 
O accetti, o te ne pentirai per sempre.
O accetti, o te ne pentirai per sempre.
O accetti, o te ne pentirai per sempre.

E poi Potter gli tese una mano. 

Draco la afferrò come se stesse annegando. La strinse, mentre Harry sosteneva anche il peso del suo braccio. Non lasciò la presa.
"Promettimi che non me ne pentirò."
"Non posso farlo: posso prometterti che da oggi, Malfoy, forse dormirai ancora peggio. Però sappi che sono fiero di te."
Tirò indietro la  sua mano tenendo stretta quella di Draco, che si irrigidì completamente quando Potter lo abbracciò. 
"Grazie per avermi dato un po' più di speranza."

Draco non era sicuro di chi lo avesse detto, o pensato. Era solo sicuro che nelle braccia di Potter tutto sarebbe andato per il meglio, ed era una sensazione che non pensava di aver mai provato.

 *

Sono resuscitata! Il capitolo è un po' cortino ma preferisco chiudere con questa scena. Abbiamo visto il carattere di Draco andare a pezzi completamente ancora prima di incontrare Harry, per questo l'ho reso molto remissivo. Tranquilli, si riprenderà e continuerà a fare lo spocchioso. Ognuno ha i suoi brutti momenti, no?
Fatemi sapere che ne pensate: nel mentre, vi prometto che per il prossimo capitolo non dovrete aspettare un'eternità. 

Alla prossima!
howdigetsofaded 

 

 

 

 

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: badheadache