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Autore: Martocchia    26/07/2019    1 recensioni
Sequel di "Ojos de Cielo"
Sono passati pochi mesi dalla scomparsa di Clara, ma tutto sembra essere cambiato nel mondo di Luca: tutto è nero, niente ha più valore per lui, neanche ciò che lo legava così strettamente a "lei". Sì, perché quel nome è impronunciabile per chiunque.
Le persone intorno a lui stentano a riconoscere in quel ragazzo cupo, sarcastico e menefreghista, Luca. Ma delle promesse sono state fatte e delle persone faranno di tutto per mantenerle e per farle mantenere.
Riuscirà Luca a trovare la forza per andare avanti? Riuscirà a cantare. suonare, amare ancora, come lei gli ha chiesto? E se sì. come?
Genere: Malinconico, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10 – I will always love you
 
Sono passati giorni, settimane, in cui altra neve è caduta, a ricoprire ogni cosa nel suo gelido abbraccio; altro vento ha spazzato via le foglie dalle piante, ha increspato la superficie plumbea del lago in onde inquiete e irregolari; poi è arrivata la pioggia a sciogliere la neve e a dissetare dolcemente il terreno. Infine, dopo gli ultimi dispetti di un inverno capriccioso che non se ne vuole andare, il sole primaverile ha cambiato tutto: gli alberi si sono riempiti di tante piccole gemme verdi, pronte a sbocciare in nuove foglie, l’erba è ricresciuta fresca e rigogliosa, insieme ai fiori, che impregnano l’aria di mille dolci profumi. Con i fiori, tanti piccoli animali si sono svegliati dal loro letargo, o sono semplicemente usciti dalle proprie tane per godersi un po’ di tepore primaverile. La vita è tornata, i paesaggi sono cambiati e così anche le persone. Durante l’inverno si vuole rimanere in casa, sotto una coperta, con una tazza di tè caldo fra le mani e sulle gambe il computer aperto su Netflix; si accetta di uscire solo se proprio necessario ed inevitabile. Ma quando arriva la primavera tutto ad un tratto è come se si sentisse l’esigenza di ridurre la propria asocialità e di uscire, sedersi nei prati, prendere il sole, chiacchierare allegramente con gli amici delle serie tv viste durante le lunghe serate invernali. A volte però il cambiamento non si ferma solo a questo, per alcune persone si tratta di una vera e propria rinascita, lenta e silenziosa come l’erba che cresce, ma c’è, è presente, inesorabile, luminosa, come un sorriso spuntato fra le lacrime. Assistere a questo tipo di cambiamenti è assolutamente uno spettacolo, doloroso, commovente, sorprendente e meraviglioso, tutto contemporaneamente. Può rivoltarti, rimescolarti come un mazzo di carte, lasciandoti con un senso di strana confusione che non se ne vuole andare, che continua a chiederti, incessante, se forse hai bisogno anche tu di quel cambiamento e quando incominci a porti delle domande, quelle giuste, e a sentirne le risposte, come un sussurro, dentro di te, allora sai di essere nei guai.
Così era successo a Clara, vedendo sua cugina Emma; la stessa cosa era capitata a Marco, sentendo cantare Clara; ed ora era il turno di Luca, il quale aveva avuto la fortuna di conoscere tutte e tre queste persone.
Marco ride fra sé pensando a quanto siano buffe le coincidenze, o il destino, o la Provvidenza, o come la si vuole chiamare. Erano arrivati a quel punto grazie ad un avvicendarsi di situazioni incredibili, alcune piene di gioia, altre d’indescrivibile dolore. Il ragazzo abbassa lo sguardo sulla tomba di Clara, al fianco della quale è seduto:
-Che ne pensi? Ho rispettato la mia promessa? Ora posso pensare un po’ alle mie ferite? -.
-Secondo me è più che soddisfatta, ma penso che le tue ferite siano pressoché guarite. In fondo era questa l’idea di Clara, no? -.
Marco rialza gli occhi e sopra di lui, in controluce, si staglia la figura del don, a cui sorride, per poi riportare il proprio sguardo sulla lapide.
-Lei aveva previsto tutto, già, come sapeva bene che quei momenti passati insieme prima dello spettacolo sarebbero stati un addio… È vero, le mie ferite sono ormai graffi rispetto a ciò che erano inizialmente, eppure bruciano ancora terribilmente e continueranno a farlo, voglio che lo facciano. -.
-Perché? Se dici così non sei diverso da Luca, o ciò che era poche settimane fa. – lo rimprovera il prete, sedendosi di fronte a lui sull’erba.
Il ragazzo sorride tristemente, inclinando la testa all’indietro, con gli occhi al cielo terso.
- L’unica differenza fra noi due era che i suoi sentimenti erano ricambiati. Ha capito subito quanto Clara fosse speciale e non se l’è lasciata scappare. Io la mia occasione l’ho avuta molto tempo fa e l’ho solo fatta soffrire… Come le ho detto quella sera, ci farò per sempre i conti. -.
- E come sicuramente ti ha detto lei, non hai nulla per cui sentirti in colpa. A quel punto ti aveva già perdonato da molto tempo. Ti voleva un bene immenso, così grande da affidarti la persona che amava. Ha di certo sofferto molto per come sono andate le cose fra di voi, ma non è mai stata in grado di odiarti, neanche di arrabbiarsi seriamente con te. Desiderava solo che tu fossi felice e lo voleva proprio perché ti amava, di un amore diverso rispetto a quello per Luca, ma altrettanto vero e puro. -. Il sacerdote parlando gli appoggia una mano su un ginocchio, con fare paterno.
Nel corso di quei lunghi mesi dalla morte di Clara aveva imparato a conoscere quel ragazzo, all’apparenza talmente sicuro di sé da sfiorare il narcisismo, e a capire perché la ragazza tenesse tanto a lui. In fondo, sotto diversi aspetti, erano molto simili: entrambi erano tremendamente riflessivi, l’impulsività non era assolutamente parte del loro carattere; non parlavano troppo, ma erano buoni ascoltatori e osservatori, per quanto Marco, recitando, avesse tirato fuori un lato più estroverso del proprio carattere; avevano un animo gentile e romantico, che negli ultimi anni il giovane aveva cercato per qualche motivo di tenere nascosto; pretendevano il massimo da loro stessi, soprattutto in ambito scolastico e subivano purtroppo la pressione delle proprie aspettative, più di quelle altrui. Quando lo aveva conosciuto, distrutto dal dolore e dai sensi di colpa, non avrebbe mai pensato che avrebbe fatto tanta strada e, invece, eccolo lì, ancora sofferente, vero, ma con negli occhi una forza che appartiene solo a chi i propri demoni li ha affrontati a viso aperto ed ha vinto, per quanto lui non voglia ammetterlo. Lo ha visto cambiare radicalmente di giorno in giorno, non senza fatica, con determinazione e denti stretti, così com’era stato anche per Clara, e il don è ben consapevole che è stato tutto merito di quella ragazza e del suo affetto per Marco.
- Io in qualche modo capisco perché Luca non volesse rispettare la propria promessa. Come fai ad amare qualcun altro quando hai amato in modo così intenso una persona? Il mio sentimento non è di certo paragonabile a quello che li univa, ma ancora adesso non è cambiato, è ancora forte e chiaro. – sospira il ragazzo, accarezzando con il dorso della mano il viso della statua che sormonta la tomba – Se è così per me, per lui deve essere mille volte peggio. Cavolo, quei due li vedevo già su un altare… - ride con malinconia.
- Già, sarebbe potuta andare così. Ed in quel caso per te non sarebbe stato diverso. Saresti dovuto comunque andare avanti. Oppure, magari, non sarebbe andata in questo modo, difficile dirlo. La vita ha spesso dei rivolti inaspettati, bisogna solo trovarsi nell’attitudine di accoglierli. È ciò che dovrete imparare voi due con il tempo. Amare un’altra persona non cancellerà quello che provate per Clara, questo dovete capirlo bene. Non la dimenticherete. -.
Le parole del prete rimangono per un po’ sospese nell’aria, mentre fra i due cala il silenzio, come se aspettassero che Clara intervenga nella discussione, ma la lapide rimane fredda e muta, o almeno così pare.
-Fra un mese ci sarà il musical, abbiamo deciso di dedicarlo a te, Clara, e anche Luca ha accettato di cantare una canzone. È agitatissimo e di sicuro la starà provando in loop per far sì che sia perfetta, ma dubito che in ogni caso verrà male… Con la voce che si ritrova può fare quello che vuole. – racconta infine Marco, rivolto verso la tomba.
- E per quanto riguarda il post maturità, invece? – chiede d’un tratto il don.
Il ragazzo alza le spalle, sospirando.
-Non ha ancora deciso, non pensava sarebbe importato poi molto… Probabilmente si prenderà del tempo per rifletterci un po’ seriamente. Sicuramente avrebbe il talento necessario per entrare nel mondo della musica, ma penso che voglia comunque continuare a studiare. -.
- Mmm… - il sacerdote si massaggia il mento, pensieroso.
-A cosa stai pensando? Hai qualche idea? – gli chiede incuriosito il giovane.
- Forse… Sempre che voglia davvero prendersi un pausa. Nei prossimi giorni dovrebbe venire a trovarmi un mio amico. Glielo farò conoscere. -.
- Non mi dirai nient’altro? -.
- Ahahah, aspetta e vedrai, Marco. Come ti ho detto la vita riserva dei risvolti inaspettati e questo potrebbe essere davvero sconvolgente per quella di Luca. – e detto ciò il don si alza, dà una pacca sulla spalla al ragazzo, rivolge un tenero sguardo alla tomba di Clara per salutarla e se ne va, lasciando Marco a dir poco confuso e curioso.
 
La dependance di Luca è piena di musica come mai era stata: ci sono spartiti sparsi ovunque, la chitarra è abbandonata sul divano, mentre il giovane è seduto al pianoforte a scribacchiare su un altro spartito, alternando lo scrivere al suonare accordi sempre diversi, per trovare il migliore. È completamente immerso nel proprio lavoro, tanto da aver lasciato raffreddare la tazza di caffè accanto lui. Sta mettendo a punto l’arrangiamento per la canzone che dovrà cantare al musical. La sta pensando esattamente come piacerebbe a Clara, come la canterebbe lei e ride constatando che è esattamente come la farebbe lui. Quando si trattava di musica loro due erano sempre sulla stessa lunghezza d’onda. L’anno prima aveva arrangiato altre canzoni dello spettacolo e lo aveva fatto con il costante consiglio e supporto di Clara. All’inizio a scuola, prima o dopo le ore di laboratorio e quando si sono messi insieme lì, nel suo rifugio, ormai diventato loro. Lei si raggomitolava in un angolo del divano, mentre lui suonava la chitarra accanto a lei, oppure si sedeva al suo fianco al pianoforte. Lo ascoltava ad occhi chiusi e lui sapeva di essere sulla strada giusta quando lei incominciava a sorridere e a cantare. Quanto avrebbe voluto riaverla lì vicino a sé, a sentirla cantare, ad assicurargli che ciò che stava facendo andava bene. Dovrà semplicemente seguire il proprio cuore, più che l’orecchio. Negli ultimi mesi ha compreso quanto questa sia la tecnica migliore, soprattutto per quanto riguarda la musica e, quindi, indirettamente, Clara.
“Io suonerò la chitarra, ma mi serve anche il piano… O registro io la base, oppure devo dare qualcosa di leggibile in mano a chi dovrà suonare.”.
Sovrappensiero prende in mano la tazza di caffè, della cui esistenza si è appena ricordato, e beve un sorso. Sulle sue labbra si dipinge una smorfia di disgusto quando si rende conto che la bevanda è completamente fredda.
Si alza dal pianoforte, stiracchiandosi un po’. È da ore che sta lavorando, forse è il caso di prendersi una pausa.
Si dirige in cucina per scaldare il caffè, canticchiando fra sé e sé, quando il suo cellulare squilla. Lo prende in mano e risponde sorridendo:
- Ehi, don. Tutto bene? -.
- Sì, dai. Stanco, come al solito. Tu, invece? -.
- Sto bene, mi stavo prendendo una pausa dal lavoro per il musical. Hai bisogno che venga in oratorio? – il ragazzo appoggia la tazza sul tavolo e si appoggia al ripiano della cucina.
-No, no, tranquillo. Ma se puoi settimana prossima tieniti libero il più possibile. Voglio farti conoscere una persona, è un mio amico. -.
- D’accordo, ma mi devo preoccupare? L’ultima volta che mi hanno detto di volermi far conoscere delle persone, sono finito nella gabbia di matti del Gruppo Giovani. – chiede Luca in tono scherzoso.
Il don dall’altra parte del telefono fa giocare Marcellino con la propria mano e ridacchia:
- Oh, qui c’è da preoccuparsi molto di più. -.

Angolo dell'Autrice

E dopo una lunga assenza sono tornata! Mi spiace non essere riuscita a scrivere  e pubblicare in questi mesi, ma, come ho detto più volte  in questa capitolo, la vita ha spesso dei risvolti inaspettati, a volte dolorosi... Ho dovuto affrontare un lutto e sto ancora avendo a che fare con vari problemi di salute in famiglia... Insomma, ho dovuto anch'io dare del tempo alle mie ferite per guarire, proprio come Luca. Ma ora sono pronta per continuare a tracciare la sua storia!
In questo capitolo ho voluto lasciare più spazio a Marco per permettervi di conoscerlo meglio. Adesso c'è solo da scoprire che cos'ha in mente il don e chi è la persona che vuol far conoscere a Luca.
Buona lettura, al prossimo capitolo!
Marta
   
 
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