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Autore: Meramadia94    26/07/2019    0 recensioni
La squadra indaga su una violenza carnale avvenuta durante un date rape. Sembra ordinaria amministrazione, ma questa volta la vittima è la minore delle sorelle del detective Carisi. Le circostanze in cui è avvenuto lo stupro rendono il caso traballante e destinato al non procedere.
La squadra dovrà dimostrare che si è trattato di un crimine ed assicurare il colpevole alla giustizia.
Genere: Angst, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Amanda Rollins, Olivia Benson, Rafael Barba
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina dopo, il detective Carisi arrivò al lavoro accompagnato da sua sorella. Entrambi avevano l'aria di chi non aveva chiuso occhio,  e il poliziotto la teneva sottobraccio, come se volesse proteggerla da ulteriori brutture.
- Tenente...- fece Sonny richiamando l'attenzione del suo capo - lei è Gina Carisi, mia sorella.- 
Le due donne si strinsero amichevolemente la mano.
- E' qui per sporgere denuncia per stupro.- fece Sonny.
Olivia le fece cenno di seguirla, e si chiusero in ufficio.
Fin si lasciò scappare un fischio.
- Beh.... devo dirlo... complimenti a vostra madre.- fece il sergente.
Il detective italo-americano lo fissò con lo sguardo di un drago sputafuoco - Lo sai vero, che se ti sente mio padre ti denuncia per molestie sessuali, se sei molto fortunato?- 
Fin sorrise - Eddai amico, stavo scherzando.-
Sonny prese posto alla sua scrivania massaggiandosi le tempie.
- Hai l'aria di uno che non ha chiuso occhio...- fece Amanda.
Sonny annuì coprendo uno sbadiglio - Ogni volta che Gina si addormentava si svegliava urlando e gridando, supplicando di non essere toccata... credo che tra tutti e due avremo dormito due ore, al massimo.- 
- Vado a prenderti un caffè e qualcosa da mangiare.- fece Amanda dirigendosi verso la break room.
- Grazie.- fece Sonny sbadigliando di nuovo. 
- Vuoi andare a riposarti un po' nel dormitorio?- fece Fin - Parlo io con Olivia...e per quanto riguarda tua sorella posso riaccompagnarla io appena finito... credo che capirebbe.- 
Sonny fece cenno di no con il capo. 
- No... Gina in questo momento ha bisogno di me, e le ho promesso che le sarei rimasto vicino fino all'ultimo.- fece Sonny - e poi ci sono abituato a fare la notte in bianco.... turni di notte, la scuola serale...- la verità è che aveva paura a rimanere da solo. Perchè sapeva che se avesse avuto tempo e modo di rimanere da solo, la prima cosa che avrebbe fatto sarebbe stata andare alla Johnson Biomedical... chiedere di quel bastardo con una scusa qualunque... poi avrebbe chiuso la porta a chiave, gli avrebbe detto chi era per fargli capire cosa lo aspettava... e poi lo avrebbe massacrato di botte, fino a fargli sputare l'anima... ci aveva pensato tutta la notte.... che in fondo ad ammazzare una persona del genere non era un grande rimorso per la sua coscienza... che molti lo avrebbero considerato un atto eroico... ma fin da quando aveva otto anni non avevano fatto altro che ripetergli di avere fiducia, che dove falliva la giustizia terrena ci pensava quella ultra-terrena... che Dio proteggeva le brave persone... e che non doveva essere il giusto a sporcarsi le mani con il sangue di un'anima condannata all'inferno.
Il ragionamento gli tornava, quando era piccolo e andava a catechismo. Quando ancora non aveva compreso a fondo quanto potesse essere cattivo il mondo che lo circondava.
Quella notte, ogni volta che Gina si addormentava aveva pensato che non poteva distruggere la sua vita e quella delle persone che amava per un animale simile... poi sentiva le urla disperate della sorella e ci ripensava. E così, a ciclo continuo, fino a quando non si era fatta l'alba e il sonno lo aveva avvolto anche se solo per due ore.
- Non vuole ancora dirlo ai nostri genitori...-fece Sonny - E non la biasimo a dire il vero... mio padre per certe cose....- 
- Non parli mai di lui.- fece Fin - Hai nominato spesso le tue sorelle, del rapporto di complicità con tua madre... ma tuo padre lo hai per poco nominato.-
- Perchè non c'è niente da dire.- fece Sonny - è il classico cattolico che pensa che i figli gli debbano rispetto, che la moglie lo riverisca e non gli risponda... ma non le ha mai messo le mani addosso... solo che...-
- Non vi ha mai reso la vita facile.- fece Fin - ma d'altronde, dimmi un padre che non ha fatto tutto il possibile per far impazzire i figli.- 
- Beh, al mio girava pure di fare gli straordinari.- fece Sonny - non ci ha mai fatto mancare nulla, ma quello che non è mai riuscito a capire è che avevamo bisogno del suo supporto, del suo sostegno... per quello è sempre stato troppo occupato. Per farci la predica su tutte le nostre scelte che per lui non erano accettabili...- se lo ricordava ancora. Ogni volta che le sue sorelle uscivano con qualcuno si trasformava nel sergente maggiore Hartman. Idem per quando sbagliavano... tipo quando alle partite di basket, con tutta la sua innata abilità nel servire, non passava quasi mai ai giocatori più bravi ma a quelli che stavano in squadra solo perchè le loro mamme si erano fatte l'allenatore... e suo padre non si era mai accorto che lo faceva per farlo innervosire, perchè gli chiedesse cosa ci fosse che non andava.
O come quando aveva sgridato aspramente Teresa per aver divorziato da suo marito dopo soli tre anni di matrimonio... per non parlare della guerra civile che si era scatenata quando Bella aveva portato a casa Tommy.
Insomma, suo padre era una brava persona, ma era anche un uomo dalla mentalità ristretta. Almeno per il momento, non era in grado di capire che Gina non aveva chiesto e voluto quello che le era capitata.
- Almeno per ora, non possiamo dirgli cosa è successo.- fece Sonny - le domande che le farebbe mio padre, gliele farà la difesa.- 
...
...
...
Nel frattempo, Gina aveva fatto la conoscenza del tenente Benson e del vice procuratore Rafaèl Barba.
- Lei deve essere l'avvocato Barba...- fece Gina rivolgendosi al procuratore - Sonny parla spesso di lei.
Barba strabuzzò gli occhi per la sorpresa - Ah. Beh... spero che mi abbia reso giustizia.-
Gina sorrise - Ha detto che a volte è un gran rompiscatole...- fece la donna per poi dire, vedendo lo sguardo dell'avvocato - ma che è un brav'uomo e che ne servirebbero di più come lei.-
Barba sorrise.
- Beh.... tuo fratello è un bravo poliziotto, siamo fortunati ad averlo qui.- fece Olivia - Gina... tuo fratello ci ha anticipato qualcosa riguardo la tua aggressione... ma dobbiamo sentirlo da te... credimi, farti rivivere quel momento è la parte che odio di più di questo lavoro.... ma va fatto.-
Gina annuì.
- Ok. Io e Oliver ci siamo conosciuti alla scuola materna dove lavoro... era venuto perchè la scuola aveva organizzato una festa per ringraziarlo del suo lavoro.... lui è...- 
- Lo sappiamo. Il produttore della valvola cardiaca  che ha rivoluzionato il mondo dei bambini e degli anziani con problemi cardiovascolari.- fece Barba.
Gina annuì.
- Abbiamo iniziato a parlare... lui era intelligente, carino, educato, sembrava interessato a me...ed io avevo bisogno di sentirmi amata....lo so cosa state pensando di me.-
Olivia la rassicurò - No invece.
Non c'è niente di male nel desiderare di essere felice con qualcuno.-
Il racconto continuò - Da quel giorno abbiamo iniziato a frequentarci... ed io pensavo davvero di aver trovato la persona giusta. Quella con cui condividere il resto della vita, gioie e dolori...-fece Gina minacciando di scoppiare in lacrime.
Barba le offrì prontamente il suo fazzoletto mentre Olivia le versava un bicchier d'acqua.
- Grazie.- 
- Vuoi che ci fermiamo per un attimo?- chiese Olivia.
Gina fece cenno di no con il capo e continuò con il racconto - Due sere fa siamo usciti insieme. Era stata una bella serata... eravamo andati a cena e al cinema... mi ha accompagnato a casa piedi... non era una grande distanza e mi sembrava sciocco prendere la macchina... al momento di andare via si è accorto di avere il telefono scarico e l'ho fatto salire, per fargli chiamare un taxi...- 
Barba chiese - Scusi la domanda... ma lei non aveva il suo cellulare con sè?-
La risposta non si fece attendere - No. Purtroppo l'avevo dimenticato nella tasca della mia divisa del lavoro... me ne sono accorta mentre ero al cinema...- 
- Ok.- fece Olivia - poi che è successo?- 
- Ero andata in cucina per prendere qualcosa da bere... e mi ha abbracciato da dietro e mi ha baciato. All'inizio era  tenero... poi mi ha infilato le mani sotto la camicetta... ed io l'ho allontanato... so che vi sembrerà incredibile ma anche se ho avuto diverse storie...-
- Eri ancora vergine.- concluse Olivia.
Gina annuì - Vengo pur sempre da una famiglia cattolica... e nostro padre è sempre stato molto severo sull'argomento... certe volte, io, Sonny, Teresa e Bella per scherzare abbiamo detto che avrebbe perdonato un omicidio, ma un rapporto pre-matrimoniale no.-
Olivia annuì - Gli hai detto che non ti andava di fare sesso?- 
Gina annuì - Glielo avevo detto anche qualche giorno fa...che mi piaceva davvero, ma che non ero ancora pronta a lasciarmi andare del tutto... e ha detto che mi capiva, che avrebbe aspettato...
Ma quella sera è diventato una bestia... non lo riconoscevo più. Mi ha afferrato e buttato sul letto dicendo che aveva aspettato anche troppo... mi ha alzato la gonna e mi ha stuprata...io piangevo, gli urlavo di fermarsi, che mi stava facendo male... ma non si è fermato. Quando ha finito ha detto '' Spero che ti sia piaciuto come è piaciuto a me''....-
- E poi che hai fatto?- 
- Ero come svuotata...- fece Gina - continuavo a dire che non era vero, che non era successo a me, che non era stato lui... non volevo dirlo a nessuno, mi vergognavo troppo... ho camminato fino al pronto soccorso.... non so nemmeno io perchè l'ho fatto...-
- Ok, è abbastanza.- fece Olivia.
- Lo arresterete?- fece Gina.
- C'è una denuncia ufficiale e un kit stupro.- fece Barba - e di solito basta questo.... però con i casi di aggresione in cui l'aggressore è il compagno o qualcuno con cui la vittima aveva una storia le cose sono un po' complicate.- 
- In che senso?- 
- Che in questi casi è più facile smontare la dichiarazione della vittima dichiarando che si è trattato di un atto consensuale anche se un po' violento che prenotare un tavolo a Le Cirque.- fece l'avvocato.
Gina strabuzzò gli occhi - Lui mi ha stuprata. Mi ha immobilizzata sul letto e mi ha presa  con la  forza.-
Olivia le prese la mano - E noi ti crediamo. E dimostreremo che hai subito uno stupro... ma ci servirà il tuo aiuto.- 
Gina annuì - Certo. Farò tutto quello che posso per aiutarvi...-
...
...
...
- Aspettate...- fece Sonny che non era certo di aver capito troppo bene - che dovrebbe fare mia sorella?-
Il piano era semplice, ed erano abbastanza certi del suo buon esito, visto e considerato che non era la prima volta che attrezzavano la vittima di un microfono nascosto dopo averle chiesto di fissare un incontro con il suo aggressore e fargli ammettere la violenza perpetrata ai suoi danni in modo che per la difesa fosse quasi impossibile invocare la consensualità.
Il piano gli era sempre sembrato ottimo... ma non avrebbe mai immaginato che un giorno avrebbe dovuto associare quell'idea a una delle persone per cui sarebbe saltato dentro un vulcano attivo e con un bel sorriso.
- No, ci dev'essere un'altra strada... -fece Sonny.
- Se ci fosse mai stata un'altra strada per far ammettere a uno stupratore quello che aveva fatto...- fece Olivia con tono quasi materno - lo avremmo già messo in pratica. Devi credermi, è l'unica soluzione possibile.- 
- Lo so, lo so... ma l'idea che Gina si ritrovi faccia a faccia con il figlio di puttana che l'ha violentata, mi fa rivoltare lo stomaco.-fece Sonny.
Amanda gli poggiò una mano sulla spalla - E' l'unico modo. Quel bastardo non ammetterà mai di averla stuprata, e ai suoi avvocati basterà insinuare che a tua sorella piacciono le maniere forti e che gli aveva già detto che le sarebbe piaciuto andare a letto con lui.
L'unica strada da percorrere è un'ammissione spontanea, mentre non sa di essere ripreso.-
- Se ti preoccupa che quello possa metterle di nuovo le mani addosso, sai che è una preoccupazione inutile.- fece Fin - Faremo in modo che l'incontro avvenga in un posto affollato... è un uomo ricco e con una reputazione solida, non oserebbe aggredirla in mezzo alla folla e in pieno giorno.
E comunque saremo sempre a due passi da lei. Se solo ci prova interveniamo.-
A quel punto Carisi si convinse.
- Ok.-
...
...
...
L'incontro venne fissato alla sede dell'azienda di Oliver Johnson, alla mensa. Gina aveva chiamato Oliver chiedendogli di parlare. Lui si era dichiarato ben disposto ad incontrarla, purchè andasse sul suo posto di lavoro in quanto impossibilitato ad allontanarsi.
E Gina aveva accettato.
In fondo, bastava che fosse un posto affollato, per evitare il rischio di far subire alla vittima un'altra aggressione.
'' Fallo parlare e insisti sull'argomento finchè non si tradisce.''- le avevano detto.
Nell'attesa ordinò un tè al limone per calmarsi.
Quando vide arrivare Oliver ebbe quasi paura. Fino a due giorni prima il suo volto si illuminava al vederlo e si sentiva la donna più felice del mondo... ora bastava la sua sola vista a farle desiderare di scappare il più lontano possibile dal pianeta terra.
Quando le si avvicinò per baciarle la testa quasi ebbe un conato di vomito.
Poi si sedette di fronte a lei, sorridente.
- Di che cosa volevi parlarmi?- fece Oliver con un insopportabile aria da sfottò sulla faccia.
Gina prese coraggio e disse - Non te lo immagini? Voglio sapere perchè mi hai fatto questo.- non ebbe bisogno di specificare a cosa si riferisse.
Oliver sbuffò annoiato - Oddio, ancora questa storia?  E comunque se la metti così, la colpa è tua.- 
- Tu mi hai stuprata e la colpa sarebbe mia?- fece Gina strabuzzando gli occhi.
- Piano con le parole.- fece Oliver - Andiamo, ci stavi mettendo troppo a deciderti, un uomo mica può aspettare all'inifinito. Ti ho fatto solo un favore.-
- Io ti volevo bene. Mi fidavo di te.- fece Gina con la voce rotta dal pianto -e tu mi hai imposto un supplizio che è peggio della morte.-
Oliver addolcì lo sguardo - Ok... forse mi sarò fatto prendere un po' la mano, ma mica sei una bambina. Tuo padre e tuo fratello te l'avranno spiegato che cosa fanno i fidanzati quando sono in intimità.-
- Sì, me l'hanno spiegato...- fece Gina con gli occhi che brillavano di rabbia e dolore - ma so anche che avevo il diritto di tirarmi indietro se non mi sentivo pronta... e tu te ne sei sbattuto.-
- Adesso mi stai stancando.- fece Oliver - sono stato un po' irruento forse, ma cosa cambia? Tanto prima o poi l'avremmo fatto comunque.
Vediamo di risolvere questa cosa tra noi e senza mettere in mezzo altri. E ricordati, che quello che faccio con la mia donna sono affari miei. Non amo che vengano sbandierati.- 
- Veramente...- fece Fin avvicinandosi - questi sono capi d'accusa.- 
Oliver guardò sopreso prima Fin e poi Gina.
- Lurida puttana...- ma prima ancora che avesse tempo e modo di reagire fu ammanettato da Fin e Olivia.
- Oliver Johnson...- fece Olivia guardandolo con disprezzo - è in arresto per stupro di primo grando.-
Mente lo portavano fuori in manette, con gli sguardi basiti e sconvolti di tutti i presenti, Olivia gli recitò a memoria i suoi diritti.
- Io adesso ti ammazzo!!!- fece Sonny uscendo dal furgone per le intercettazioni  cercando di gettarsi su si lui con l'intenzione di ammazzarlo di botte, per essere prontamente bloccato da Fin.
- Calmati.- fece Fin - Calmati.- 
- MA HAI SENTITO COS'HA DETTO QUEL MISERABILE?!?!?- fece Carisi con gli occhi lucidi di dolore e furia omicida.
Fin annuì senza mollare la presa sul collega.
- Sì, l'ho sentito, ma ti invito a tener presente che se lo portiamo all'identificazione con un occhio nero o qualche osso sbriciolato, riterranno qualunque tipo di confessione estorta, e quel bastardo sarà libero prima del tramonto e questo non aiuterà tua sorella.- fece Fin - prendi un bel respiro e calmati.-
Sonny inspirò a fondo, una, due, tre volte prima di annuire come per dire '' Ok, puoi lasciarmi''.
Fin lo lasciò.
- Dai... andiamo ad incriminare quell'arrogante bastardo.-
  
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