Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: Shade Owl    29/07/2019    2 recensioni
Orlaith Alexander ha scoperto di non essere solamente una violinista estremamente dotata, tanto da guadagnarsi un esclusivo contratto con la Lightning Tune Records, ma anche di avere dei poteri incredibili, legati alle sue emozioni e alla sua musica. Tutto ciò però ha attirato le mire di potenti stregoni che hanno tentato di usare il suo potere per scopi malvagi, cosa che l'ha obbligata a lottare per salvare se stessa e le persone a cui vuole bene.
Quasi un anno dopo questi avvenimenti, la vita scorre tranquilla per lei, ormai lontana dalle luci della ribalta e dalla magia, e il suo unico obbiettivo è laurearsi e diventare una persona come tutte le altre, dimenticando il proprio dono, troppo pericoloso per essere usato con leggerezza.
Tuttavia, Orlaith ignora gli eventi che, in un luogo lontano, sono già in moto e che presto la raggiungeranno, portandola a scoprire un mondo per lei tutto nuovo e pericoloso, ma anche le risposte che per molto tempo ha ignorato: da dove viene la sua magia? Cos'è lei, realmente? E perché non ha mai incontrato nessun altro con le sue capacità?
Ma soprattutto... saprà affrontare quello che le riserva il destino?
Genere: Avventura, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Epic Violin'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cambiarono di nuovo nascondiglio, anche se non erano sicuri di essere già stati scoperti, spostandosi stavolta di pochi isolati, senza uscire dal quartiere. Orlaith scoprì così che, durante la loro breve separazione, gli altri avevano fatto in modo di procurarsi un piccolo televisore per seguire le notizie, un computer per fare delle ricerche e diversi cellulari usa e getta, senza contare gli innumerevoli dispositivi elettronici che Nightmare sembrava divertirsi a fare a pezzi sistematicamente per Dio solo sapeva cosa.
Appena si furono sistemati nell’ennesimo rifugio improvvisato, stavolta ricavato in un vecchio ufficio vuoto, Nightmare insistette per vederla subito, ordinando a Nova di tenere fuori tutti gli altri fino a quando non avessero finito di parlare.
La stanza che aveva scelto per la loro conversazione era spoglia quasi quanto le altre, a parte una vecchia scrivania scheggiata su cui aveva disposto in perfetto disordine attrezzi, circuiti stampati, pezzi di elettrodomestici e quelle che sembravano strisce di tessuto metallizzato color bianco acceso, la cui origine Orlaith non riuscì a identificare. Quando entrò, richiudendosi dietro la porta, Nightmare era intento a lavorare su una di quelle, saldandoci sopra alcuni fili elettrici.
- Stai costruendo un razzo stellare?- gli chiese, avvicinandosi - O preferisci una semplice ed elegante spada laser?-
- Fin da bambino sognavo di possedere la mia personalissima Morte Nera.- rispose lui - Ma poi sono cresciuto.-
- E ti è passata, giusto?-
- No, ho capito che se avessi continuato così l’avrei costruita davvero, e considerati i miei trascorsi ora mi rendo conto che non sarebbe stata un’idea brillante.- rispose, e dal tono di voce sembrava che stesse sorridendo da sotto l’elmo - Ascolta, dobbiamo parlare della prossima mossa. Finora ci siamo solo difesi, e ne siamo usciti a malapena. Tra l’altro stiamo faticando sempre di più a nascondere i fatti sovrannaturali, una cosa a cui Allwood sembra non interessarsi. Questo ci pone ulteriormente in svantaggio, quindi dobbiamo contrattaccare il prima possibile.- spiegò, lasciando stare le piastre metalliche e alzando lo sguardo su di lei.
- Concordo.- annuì Orlaith - Qualche idea?-
- Usare la nostra arma segreta, cioè tu.-
- Non sono poi così segreta, visto che Allwood sa di me.- rispose - Mi ha insegnato lui a usare i miei poteri, mi conosce benissimo.-
- Così come tu conosci lui.- ribatté Nightmare - Annie mi ha detto che, dopo che lo hai sconfitto, sei andata a casa sua e ti sei portata via tutto.-
Orlaith annuì, ripensando al magazzino che aveva affittato (sotto falso nome, per sicurezza) nei bassifondi del Bronx e in cui aveva stipato l’immensa mole di libri magici appartenuta a Allwood tempo prima. Di tanto in tanto se ne era fatta spedire qualcuno da David, leggendoli nel tempo libero per capire meglio alcuni aspetti della magia che non aveva mai avuto modo di approfondire in passato o anche la storia di un mondo che, fino a un anno prima, le era totalmente ignoto.
- Conosco i suoi poteri.- ammise - Lui e suo padre avevano messo a punto una tecnica magica che avrebbe permesso loro di rubare i poteri a qualsiasi stregone avessero ucciso. In pratica, toccando uno stregone morente potevano acquisirne ogni capacità e farla loro. In questo modo sono diventati così potenti.-
- Capisco. Ma ora come ora, sono più interessato al come sia sopravvissuto a te.- rispose - Annie e David mi hanno raccontato com’è andata nel dettaglio. Il suo servo Homunculus lo ha spinto in un Cerchio Magico instabile. L’esplosione magica avrebbe dovuto disintegrarlo, giusto?-
- Primo: il suo “servo” si chiamava McGrath, ed era un mio amico.- sbottò acidamente Orlaith, ripensando al maggiordomo di Jayden che, come suo ultimo atto, aveva deciso di sacrificarsi tradendo il proprio padrone e salvandole la vita - Secondo: io non ho ucciso davvero Vaněk, l’ho solo ferito gravemente. È stato Jayden a dargli il colpo di grazia, e così ha ottenuto i suoi poteri. Uno di essi, a quanto ho capito, era quello di trasferire la sua anima in un Homunculus imperfetto, una specie di guscio, e trasformarlo nel suo nuovo corpo.-
- A quanto hai capito?- ripeté Nightmare.
- Sì… non era scritto nei libri o nei diari di Jayden, o almeno non in quelli che ho letto finora.- spiegò lei, scrollando le spalle - Mi ha sempre detto che era una tecnica segreta di suo padre, che solo lui era riuscito a trovare il modo di ingannare la morte. Me l’ha accennato lui stesso ieri, quando ci siamo visti, ma non è sceso nei dettagli.-
Nightmare si sfregò il mento con fare pensieroso, come se qualcosa non lo convincesse molto.
- Non mi quadra.- disse infatti - Se non sapeva come fare a ingannare la morte fino a poco prima di uccidere suo padre, come ha fatto Allwood a sopravvivere?-
- In che senso?-
- Pensaci.- rispose lui - Hai detto che avrebbe avuto bisogno di due cose: la tecnica di Vaněk, che era segreta fino a quando non l’ha scoperta durante lo scontro finale, e un Homunculus, come l’hai definito tu, “imperfetto”, quindi probabilmente un Homunculus senza identità, se ho ben capito come funziona. Eppure, ripeto, non aveva idea di come o di cosa fare fino a poco prima di morire. Come ha fatto a sopravvivere, quindi?-
Orlaith esitò: giusto aveva ragione. Nella foga degli eventi non aveva fatto caso a quel dettaglio, ma se davvero Jayden ignorava il procedimento, come aveva potuto prepararsi? Non era mai stato stupido, aveva sempre avuto un piano B per qualsiasi situazione, ma… quello era davvero improbabile.
- Hai ragione.- disse - Io non… ci avevo pensato.-
- Già. Per fortuna, parte del mio lavoro è ragionare in questo modo.-
Trasse fuori da una tasca interna un dispositivo ricavato installando una sorta di bobina metallica piena di fili sotto un semplice palmare.
- Questo è un dispositivo di comunicazione transdimensionale. È un po’ rudimentale, l’ho costruito in meno di ventiquattr’ore usando componenti riciclati, ma funziona. Ho contattato un amico che ha una soluzione per il nostro problema, qualcosa che impedirà a Allwood di usare ancora i suoi poteri per scappare, ma ci vorranno almeno altri due giorni prima che possa raggiungerci. In questo modo gli impediremo di rigenerarsi ancora e potremo sconfiggerlo.-
- Ottimo. Ma non hai detto che voi non potete toccarlo, scusa?- chiese subito dopo, ripensandoci.
- Infatti dovrai essere tu a occupartene.- spiegò Nightmare - E sai bene che non te lo chiederei se ci fosse alternativa.-
Orlaith non rispose.
- Cosa devo fare?- chiese invece.
- Te lo spiegherò più avanti. Intanto, parliamo ancora di Allwood.-
- Cosa vuoi sapere? Qualche altra domanda sui suoi poteri?-
- No, ormai ho un quadro abbastanza chiaro di quello che può fare.- rispose lui, scuotendo la testa - No, il suo carattere. La psicologia del nemico è persino più importante delle sue capacità. Potrei usarla per sconfiggere persino i più potenti guerrieri magici che conosco, se fossi sufficientemente motivato, quindi dimmi qualcosa sulla sua personalità. Tutto quello che ti viene in mente.-
- Beh, presto detto.- sospirò lei - Intanto ha sempre avuto un rapporto complicato con suo padre, infatti ha cercato di ucciderlo per rubargli i poteri. Padre che, tra parentesi, gli ha insegnato a non rispettare in alcun modo la vita umana, visto che usava le persone per sperimentare i suoi incantesimi o per creare Homunculi più potenti, e che poi lo ha maledetto per ripicca. D’altra parte è anche in grado di affezionarsi alle persone, anche se in modo malato. Una volta che ha deciso di voler bene a qualcuno lo considera una sua proprietà, ed è incapace di lasciarlo andare. McGrath, il suo maggiordomo Homunculus, era infatti una copia esatta del vero McGrath, il maggiordomo di suo padre, che è morto sacrificato durante un incantesimo atto a indebolire Jayden.-
- E per quanto riguarda te?- chiese Nightmare - Ne avete passato di tempo insieme.-
Per un istante a Orlaith baluginò davanti agli occhi l’immagine di Jayden Allwood che, orribilmente ferito e trasfigurato dalla magia, si trascinava verso di lei gridando che le apparteneva.
- Ha qualche… problema anche con me.- ammise con un brivido - Per questo ora vuole vendicarsi.-
- Mmmh…- grugnì Nightmare - Personalmente non credo che voglia vendicarsi. Non come intendi tu, almeno.- rispose - Pensaci… quello che mi hai descritto è un attaccamento morboso alle persone amate. Non sono un esperto, ma penso che la sua potrebbe essere una forma di Athazagorafobia.-
- Ata… cosa?- chiese Orlaith - Ti sei… inventato una parola?-
- No, è una malattia reale. Psicologica, per essere precisi.- spiegò - La paura di essere ignorati, di essere dimenticati, abbandonati o di dimenticare. È un segno di depressione, e anche grave, nella sua forma più autodistruttiva. In una persona come Allwood può essere estremamente pericolosa.-
- Ah, quindi cosa consigli, qualche seduta di psicoterapia?-
- Veramente suggerirei una terapia a base di questi.- rispose, dando un colpetto al manico di uno dei falcioni appoggiati alla scrivania - Comunque, possiamo usare la psicologia per indurlo ad abbassare la guardia. È intelligente e spietato, ma può comunque essere tratto in inganno. Forse addirittura reso inoffensivo.-
- Vorresti parlare con uno che cerca costantemente di ucciderti? Tanti auguri…- ridacchiò amaramente Orlaith.
- A dire il vero, pensavo più a te.- rispose - Se ci fai caso, gli Homunculi con cui abbiamo lottato finora hanno cercato di uccidere noi, ma non te. Al massimo volevano tenerti lontana da noi, eppure non hanno cercato di nuocerti neanche quando ti hanno trovata senza violino. In pratica, non ha voluto farti del male nemmeno quando eri indifesa, pur avendone avuta l’occasione. Io credo che voglia solo attirare la tua attenzione, in verità… vuole che tu torni da lui.-
Orlaith esitò, incerta su come sentirsi: in effetti, Nightmare poteva avere ragione. In quel caso avrebbero potuto sfruttare a proprio vantaggio la situazione. Forse poteva risolvere tutto senza nemmeno combattere, se fosse riuscita a parlare con lui da sola.
- Passando oltre, dobbiamo scoprire dove si nascondono lui e il Doplanker.- continuò l’uomo, ignorando i suoi pensieri - Tu hai passato molto tempo in sua compagnia, e hai i suoi diari. Esiste un posto in cui potrebbe lavorare in sicurezza, qui in città?-
- Aveva diversi rifugi, a quanto ho scoperto.- rispose subito lei - Alcuni a New York, altri sparsi in giro per il mondo, ma non mi ci ha mai portata. Penso volesse tenermeli nascosti. Ho trovato il quaderno dove aveva appuntato gli indirizzi, ma non ci sono ancora stata.- ammise.
- Se esiste un quaderno del genere, possiamo tralasciarli fino a crisi terminata.- disse Nightmare, scuotendo la testa - Non può essere così stupido da andare in un luogo che tu puoi rintracciare. Altro?-
- Beh, probabilmente ne avrà altri, ma sotto nomi diversi.- continuò Orlaith - Jayden Allwood è solo una delle identità che ha assunto nel corso dei secoli. Credo che il suo nome, il vero nome, sia Wilhem Rooke, ma non ho trovato nessuna notizia su di lui, a parte un vago accenno in un diario. È nato in Europa verso il diciottesimo secolo, ma non so dove. Ha cambiato nome almeno una dozzina di volte ogni cinquant’anni, probabilmente. Chissà quanti pseudonimi ha.-
Nightmare annuì con fare pensieroso, senza guardarla.
- La sua attività.- disse - Aveva una ditta di qualche tipo, giusto?-
- Un’azienda. Si occupava di sorveglianza. Era abbastanza ricco.- rispose Orlaith - Ma ufficialmente è scomparso e presumibilmente morto, secondo l’opinione pubblica.-
- Eppure è ancora in attività, giusto? A differenza di Vaněk ha nominato un erede, e visto il tipo è probabile che sia sempre lui sotto un nome differente.- osservò - Dobbiamo cercare l’attuale CEO della sua azienda.-
Orlaith annuì.
- Sì, penso che sia una buona idea. Forse troveremmo qualcosa.-
- Bene, ci penserà Nova con i suoi poteri, e l’aiuto di Annie per il computer.-
- Va bene. Io mi studierò un modo per affrontare Jayden, allora.- disse Orlaith, facendo per alzarsi.
- Keith può aiutarti. Prima però vorrei parlarti dei tuoi poteri.- aggiunse, fermandola all’ultimo.
- Cos’altro c’è da dire?- sospirò Orlaith - Sono gli stessi di quello Zelith, faccio paura e “dovrai occupartene” quando avremo finito.-
- No, non voglio parlare di questo.- disse Nightmare - Ma c’entra Zelith. Lui non usava oggetti per incanalare i suoi poteri, non ne aveva bisogno.-
- Quindi era più potente di me?-
- A dire il vero, penso proprio che fosse più debole.- rispose lui, scuotendo la testa - Tu manipoli anche le emozioni e, di fatto, la volontà delle persone, lui non ne era capace. Aveva solo più destrezza e più abitudine di te.-
- Non posso usare la magia senza violino.- ribatté Orlaith.
- E questo immagino che te l’abbia detto Allwood, il cui intento era renderti pericolosa per Vaněk, non per se stesso.- osservò Nightmare - Io credo che suonando ti lasci andare, ed è per questo che i tuoi poteri fluiscono… stacchi il cervello e ti limiti a desiderare. La magia poi fa il resto. Se imparassi a farlo senza musica saresti invincibile.-
- Ma non posso, Nightmare!- sbuffò lei, iniziando a spazientirsi.
- Ah, e hai fatto molto allenamento, immagino. Pur avendo paura di usare i tuoi poteri.- ribatté lui, ridacchiando - Beh, non discuterò oltre. Limitati a pensarci.-
Orlaith non rispose, sostenendo il suo sguardo azzurro ghiaccio in silenzio. Dopo qualche istante Nightmare tornò a lavorare sui suoi circuiti senza più darle attenzione, come se fosse appena diventata invisibile, e seppe che non avevano altro da dirsi.
Uscì dalla stanza in silenzio, trovando Nova seduta al lato della porta, intenta a strappare le maniche della maglia come aveva già fatto per le gambe dei pantaloni e parte della stoffa che le copriva l’addome.
Notandola, le lanciò uno sguardo accigliato.
- Cosa?- chiese.
- Oh… ehm… devi… cercare qualcosa.- rispose - Tu… ti danno fastidio i… vestiti?-
- Sì!- sbottò seccata - Ma perché dovete coprirvi così tanto in questa realtà, accidenti?-
A questo, Orlaith preferì non rispondere.

La povera Nova ha ancora problemi coi vestiti...
Ringrazio come sempre John Spangler, Easter_huit, Old Fashioned, Roiben, Arianna96r, LadyTsuky e Thestragereylo, i miei lettori, e li saluto. A presto!

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Shade Owl